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    bolizione della feudalit a Grottaglie

    Cron aca di una transizione difficile

    Rosario uaranta

    1 Sfortunata situaz ione feudale d i G rot taglie

    L'abolizione della feudalit venne salutata con particolare entusiasmo a

    Grottaglie. E ci non senza motivo se si tiene conto della sfortunata situazio-

    ne feudale che storicamente ha penalizzato in maniera pesante l'attivo centro

    salentino, soggetto a due padron i.

    Anzitutto agli arcivescovi di Taranto, ai quali i re normanni donarono l'an-

    tico

    casale Criptaliarum,

    insieme con altri centri e terre', e al feudatario laico

    che amministrava la giustizia criminale e l'appello delle cause civili con com-

    prensibile e preoccupato disappunto dell'Universit grottagliese.

    Questa, gi nel 1478 faceva rilevare al Cardinale Giovanni d'Aragona , arci-

    vescovo di Ta ranto e figlio di re Ferdinando, che "dicta Universit sia quasi di-

    visa et sempre posta in gravii volumptati per non si potere parere all'uni et al-

    l'altro da li quali dicta Universit pate sempre damni et grandi interessi

    2

    Alle complicate vicende feudali di Grottaglie dalle origini, ossia dalla presunta dona-

    zione dei Normanni alla Mensa Arcivescovile (diplomi di Boemondo e di Ruggero II) alla

    vendita del feudo fatta da C arlo III a Perrino de Confalone riis in danno de gli arcivescovi, al

    possesso legale da parte di O ttino de Caris detto il

    Malacarne,

    all'intervento armato di G io-

    vanni Antonio O rsini, principe di Taranto, che ricuper a favore de gli arcivescovi tarantini

    l'antica baronia, ritenendo per s la giurisdizione criminale, ha dedicato recentem ente alcu-

    ni studi G. CAR D UCCI,

    Giov anni A ntonuc ci e la polemica sulle vicende fe udali di Grottaglie,

    in "Bollettino Storico di Terra d'Otranto", 6, 1996, Conged o, Galatina 1996, pp. 35

    80. IDEM ,

    Un capitolo di storiografia grottagliese nelle lettere di Michele Rigillo a Ciro Cafforio

    (1933

    5),

    in Cenacolo , N. S. VIII (XX), 1996, pp. 127-139; R.

    QUARANTA

    L infeudazio-

    ne di Grottaglie a Giovanni Scriva (1497),

    in "Kryptaliae", Annuario del Liceo Scientifico-

    Classico "G. M oscati" di Grottaglie, n. 3 (1999), pp. 53-66; G. CARDUCCI

    Il Principe d i T a-

    ranto e il Malacarne, Sulla signoria feudale di Ottino De Caris in Terra d'Otranto,

    in G.

    CARD UCCI - A. KIESEW ETTER - G. V ALLONE ,

    Studi sul Principato di Taranto in et orsiniana,

    E ditrice Tipografica, Bari 20 0 5, pp. 89

    141. Per un primo approccio alla citt della cerami-

    ca cfr. R. QUARAN TA,

    Grottaglie nel temp o. V icende

    Arte-

    ocumenti,

    Taranto 1995.

    2

    Logica conseguenza dello sdoppiamento feudale fu la contemporanea presenza in Grot-

    taglie d due Capitani di giustizia dipendenti dai feudatari. La lamentela esplicita dell'Uni-

    versit grottagliese per tale singolare situazione si ritrova in un documento dell'ARCHivio

    CAPITOLARE D I GROTTAGLIE (ACGr) A V III, 2, 4) e cio i Capitoli e le gratie,

    richieste dai

    grottagliesi probabilmente nel 1478 al proprio feudatario ecclesiastico che, per essere anche

    figlio del Re, avrebbe potuto risolvere il difficile problema: "E imprimis dieta Universita at-

    99

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    Abolizione della feudalit a G rottaglie

    La stessa U niversit lame ntava pure un'altra situazione tipica creatasi da

    l un

    go

    tempo, e cio il numero strabocchevole di preti e di persone ecclesiastiche

    indigene o forestiere che in forza di immunit ecclesiastiche, estese fraudolen-

    temente in alcuni casi anche a parenti, finiva per gravare ai fini fiscali sulla stes-

    sa Universit: dicta Universit se sente multo

    gravata]

    da dicti previti et per-

    soni ecclesiastici perch so de gran nume ro et jascuno de loro tengono patre m a-

    tre fratelli, et parenti sotto de se [...]

    et cussi vanno ad essere esenti da li paga-

    menti fiscali fando franche pi vendendo permutando donando et dando et reci-

    piendo et in onne altra [...]ctione de contratti ficti et falsi in grande danno et

    preiudicio de dieta Universit, et fiscali pagamenti

    (...)

    Altram enti per essere in

    tanto numero certo le cose remarranno in li loro mani, et li regii pagamenti se-

    rano defraudati in danno preiuditio de interessi de dieta Universit, siccome la

    M aiest del S.R . ha proviso, ordinato et comandato per una regia prammatica"

    3

    Un problema, questo, che sino ai primi dell'800 condizioner negativamen-

    te, e in alcuni casi anche tragicam ente, la storia del feudo grottagliese

    4

    . Si spie-

    gano cos le divisioni popolari, le piccole e grandi rivoluzioni, gli assassini di

    personaggi in vista, come quello dell'arciprete Caraglio nel 1662 5

    que homini de quella exponono ad dicto Ill.mo et R .mo Segnore C ardinale Archiepiscopo de

    Tanto loro Signore com o in dicta Universit so dui Capitanii una in li causi criminali per par-

    te de la Magesta de lo S.R. et l'altro per parte de dieta Ill.ma et R.ma.S. in li causi civili per

    la qual causa non po essere ch e dicta Universit non sia quasi divisa et sempre posta in gra-

    vii volumptati per non si potere parere a lluni et allaltro de li quali dicta Universit pate sem -

    pre dapni et grandi interessi per la qual cosa desiderando vivere in pace et quietam ente sen-

    za alcuna divisione et scandalo suplica devotamente ad dicta Ill.ma et R.ma .S. per lo bon

    statu de dicta Universit fare interponere et oprare con la M . del S. R . che dicti dui officii vi-

    delicet civile et criminale se l'abia ad esercitare per uno officiale sul quale dicta Universita

    se offere dare la provisione de una siccom e fa al presente al Capitanio del criminale et cussi

    dicta Ill.ma et R .ma S . de questo non pateria alcuno detrimento et essa U niversit seria rele-

    vato in tanto affanno quanto bisogna ottempera re ad dui Capitanei." M a non se ne fece nul-

    la Sul cardinale d'Aragone cfr. O. SAN TOR O,

    Cronotassi episcopale della Chiesa di Taran-

    to,

    in T aranto. La Chiesa - Le chiese,

    Taranto 1992, p. 132.

    ACGr, A VIII, 2, 4,

    Capitoli e gratie le quali (...) la Universit de le Grottaglie allo

    Ill .m o et R .mo Segno r Don Iohanne de A ragonia.

    4

    Le sollevazioni popolari in G rottaglie non iniziarono perci, solo ed esclusivamente, per

    le vessazioni ed angherie della potest laica, ma anche a causa dei possessi e pretese della

    mensa arcivescovile. Non quindi storicamente corretto dedurre che i grottagliesi fossero

    particolarme nte affezionati alla tutela feudale ecclesiastica; la verit che essi erano schiac-

    ciati e costretti a servire due feudatari, e in qu esta situazione essi non potevano sottostare vo-

    lentieri a nessuno dei due. D'altra parte i popolani, gli artigiani, i contadini, i piccoli com-

    merc ianti erano i soli a pagare gabelle, decime e servit varie, dal mom ento che privilegi ed

    esenzioni accomuna vano nobili e clero.

    5

    1 1

    problema viene affrontato da V . D E M AR CO,

    La diocesi di Taranto nell'et moderna

    (1560-1713),

    Roma 1988, specialmente nel capitolo quinto:

    Tra sinodi, gabelle e sollevazio-

    ni

    (pp. 151-191); qui proprio il caso di Grottaglie a esplodere nella sua emblematicit: Il

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    Rosario Quaranta

    Inutile invocare provisioni, regie prammatiche o privilegi acquisiti, anche in

    gran copia dall'Universit lungo i secoli 6

    : lo scontro si far sempre pi aspro e

    serrato con i contendenti pronti a far valere in ogni modo le proprie ragioni: gli

    ecclesiastici, appoggiati dagli arcivescovi, alla difesa tenace delle proprie im-

    munit, gli amministratori dell'Universit e i feudatari laici nel tentativo diffi-

    cile di limitare, se non di abolire, i privilegi di un ceto troppo numeroso (eccle-

    siastici e mensa arcivescovile) per un centro piccolo come Grottaglie

    7

    Il 20 maggio 1497, data del diploma regale di concessione

    8

    , ritroviamo co-

    clero difendeva con una passione fuori dal com une quelli che considerava diritti inalienabi-

    li (...) Era la continua e sorda lotta tra clero e barone - che pi tardi investir lo stesso arci-

    vescovo -; tra un clero qual era quello di Grottaglie, non ricco ma neanche povero, e la pre-

    potenza di una c orte baronale che, verso la fine del secolo, si macchier del delitto dell'arci-

    prete Caraglio. Al centro una universit sempre sull'orlo della bancarotta, costretta a "in-

    ventare" nuova gabelle e a chiedere continuamente aiuto al clero e al vescovo, incapace di

    scrollarsi debiti sempre crescenti, svuotata d'autorit e incapace di ogni riscatto. Al di sotto

    la massa dei popolani, quasi tutta contadina che, priva di immunit, era spesso costretta a

    subire le triplici angherie del baro ne, dell'universit e del clero" (p. 180 ). Conclusione dolo-

    rosa fu lo spopolamento che a me t del secolo XV II interess massicciamente il paese: il 50

    per cento d egli abitanti prefer migrare in a ltri centri, vicini o lontani, ove la pressione fisca-

    le era pi sopportabile (p. 187).

    Una serie di privilegi concessi a Grottaglie si pu riscontrare

    nell'Inventario dell'Uni-

    versit della Terra delle Grottaglie,

    compilato il 1 gennaio 1478 "dai nobili e provvidi uo-

    mini Natale Caraglio, sindaco della Terra di Grottaglie per lo stesso anno, Cesare D'Ales-

    sandro, Leonardo Caraglio, Mito Miran e il notaio Nicola Galeone della stessa Terra, udi-

    tori e ordinati dell'anno predetto (ACGr, A VIII 2, 4). In questo si enumerano i privilegi e

    le scritture "da riporsi e conserva rsi in una cassa a tre chiavi da tenersi dagli uditori", i beni

    immobili e mobili (questi ultimi messi in inventario da Francesco Quaranta). E' un docu-

    mento di una certa importanza in cui si fa menzione, oltre a una dozzina di privilegi del Re

    Ferdinando D'Aragona, a diplomi pi antichi (da Ruggero II, a Roberto imperatore costan-

    tinopolitano, a re Ladislao, alla R egina Giovanna ). D i un certo rilievo la notizia delle dodici

    bombarde esistenti, segno di una utilizzazione militare del castello grottagliese; come pure

    la presenza di giudei.

    V. DE MARCO

    La diocesi di Taranto nel S ettecento (1713

    816),

    R oma 1990 : "(nel Set-

    tecento) il feudatario laico approfitt della breve permanenza di cinque vescovi su nove,

    quanti ne cont il secolo, per continuare ad usurpare le sempre pi deboli prerogative feuda-

    li della mensa arcivescovile sulla terra di G rottaglie. (...) fino ad arrivare all'epilogo di M ons.

    Capece latro che nel 1781 affitt definitivamente i diritti feudali e la Foresta ai C icinelli Ca-

    racciolo di Grottaglie. D 'altronde il mondo delle imm unit ecclesiastiche verso le quali i Ci-

    cinelli di Grottaglie si erano sempre avventati, ricevette un duro colpo dal Concordato del

    1741" (p. IX).

    "La citt di Ostun e le terre di Grottaglie e di Torre di M are furono concesse con lo stes-

    so diploma allo Scriva, ond' che potendo trovar la data di concessione dell'una sapremo la

    data della concessione dell'altra: or noi sappiamo che Torre di Mare fu venduta a Giovanni

    Scriva il 20 maggio 1497"

    (Repert. Quinternioni,

    cit., fol.

    257 t. ),

    in L.

    PEPE

    Storia della

    Citt d Ostun i dalle origini al 1806 , a

    cura di A. M IN N A

    M. ANTONIETTA MORO ANNA M.

    TANZARELLA

    Lacatta editore Manduria 2001 cit . p. 248.

    101

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    Abolizione della feudalit a G rottaglie

    me barone ecclesiastico l'arcivescovo commendatario Giovanni Battista Orsi-

    ni

    9da una parte, e come barone laico Giovanni Scriva di Valenza, ambasciato-

    re e parente del re di Castiglia presso gli Aragonesi di Napoli.

    10

    Questo feudatario laico, come ap prendiamo da i documenti riportati dal cita-

    to Pepe, ebbe un ruolo non trascurabile presso gli ultimi re aragonesi: "il Va-

    lenzano Giovanni Scriva, ambasciatore di Sua Maest Cattolica appresso re

    Ferrante Secondo e poi appresso Federico, i quali aveva seguito in Sicilia", in

    cambio dei suoi servigi e buoni uffici venne ricompensato con un piccolo stato

    appositamente creato per lui che mantenne per dieci anni, consistente appunto

    in Grottaglie, Ostuni con V illanova e Torre di M are.

    Una signoria, quella dello Scriva, poco gradita e mal tollerata perch volta

    esclusivamente a trarre beneficio personale in forza delle varie imposizioni fi-

    scali, raramente mitigate grazie all'intervento delle autorit superiori. E' da no-

    tare, comunque, che il decennio di signoria del nobile signorotto spagnolo si

    svolse in una evidente confusione politico - m ilitare, tra guerre, saccheggi, cam-

    biamenti di alleanze, contemporanea presenza nelle nostre contrade di milizie

    straniere (aragonesi, francesi, spagnoli, veneziani).

    Il 1507 port per Grottaglie e Ostuni una nuova infeudazione cos efficace-

    mente descritta dal Pepe: per effetto della pace conchiusa tra il Re Cattolico e

    il Cristianissimo, il 12 ottobre 1505, doveva il primo restituire ai baroni an-

    gioini le terre nel regno di Napoli tolte loro per le vittorie di Consalvo. A que-

    sta restituzione attese Ferdinando nella sua venuta a Napoli (18 ottobre 1506 -

    I giugno 1507). Isabella d'Aragona, duchessa di Bari, si trovava di avere nel

    suo stato di Rossano in Calabria le terre di Burrello e Rosarno che bisognava

    restituire ai primitivi possessori. Privare Isabella di quelle terre non era possi-

    bile al Re Cattolico, il quale a 10 di ottobre 1502 aveva confermato lo stato di

    Bari e Rossano a quella Duchessa che aveva appunto da Bari tanto favorito la

    9

    Su questo arcivescovo cfr. O. SAN TOR O,

    Cronotassi,

    cit., p. 133: il cardinale Giovanni

    Battista Orsini "il 5 novembre 149 0 fu nominato com menda tario della sede di Taranto della

    quale prese ufficiale possesso solo nel 1494 per me zzo di Be rardino, abate di Albiano, e a cui

    rinunci nel 1498 (...). Cad uto in disgrazia di Papa Alessand ro Borg ia, l' Orsini, ormai cieco,

    fu rinchiuso nel Castel Sant'Angelo in Roma, dove mor, pare, di veneficio il 22 febbraio

    1503".

    1

    Sullo Scriva cfr. L. PE PE ,

    S toria di Ostun i,

    cit., pp. 248-250. In particolare i capitoli ter-

    zo e quarto, ricchi anche di interessante documentazione relativa a Grottaglie. Inoltre dello

    stesso A.: S toria della successione degli S fo rz eschi,

    cit., p. 117-118. Inoltre: M . RIGIL LO,

    i

    cende feudali della terra di Grottaglie,

    Cagliari s.d. (ma 1 90 8), p. 3-4. R iteniamo inutile ri-

    portare gli scarni e talvolta inesatti riferimenti di tutti gli altri studiosi che hanno trattato le

    vicende feudali grottagliesi e che, pertanto, non hanno utilizzato le preziose informazioni del

    Pepe. Cfr. pure: G. CAR D UCCI,

    Giovanni Antonucci e la polemica sulle vicende feudali di

    Grottaglie,

    cit. p.42, 46, 48; e R.

    QUARANTA

    L infeudazione di Grottaglie a Giovanni Scri-

    va (1497),

    cit.

    10 2

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    Rosario Quaranta

    causa di Spagna contro i Francesi. Ed in cambio pens di darle Ostuni, Villa-

    nova e Grottaglie, il piccolo stato cio dello Scriva (meno Torre di Mare), al

    quale non sappiamo se ancora pensasse di dare altre terre o denaro. E cos fu

    fatto. Sotto la data del 17 febbraio 1507, la citt di Ostuni e la Torre di Villa-

    nova venivano concesse ad Isabella con le entrate della Dogana e Fondaci, e

    con la giurisdizione criminale di Grottaglie, appartenendo la giurisdizione civi-

    le e le entrate baronali di questa terra all'Arcivescovo di Taranto. E poich le

    entrate di B orrello e R osarno superavano quelle delle nuove terre in ducati 157

    annui, fu concessa tale somma in supplemento sopra i pagamenti fiscali di Ce-

    glie di Bari e Capurso." 1 1

    La nuova situazione creatasi fu certamente migliore: l'antica terra degli ar-

    civescovi tarantini pot godere, oltre alla relativa tranquillit sociale e politica

    (pur nel peculiare sdoppiamento giurisdizionale che comportava inevitabili

    conflittil 2

    tra Universit, clero e feudatari), un consistente rifiorire delle attivi-

    t economiche, artigianali, culturali e artistiche che non si ripeter pi.

    13

    E' da

    notare anche un costante aumento demografico, favorito pure dalla immigra-

    zione da centri vicini e lontani, di commercianti artigiani e contadini che rese

    Grottaglie, come pure Ostuni, uno dei pi popolosi di Terra d'Otranto

    14

    I Cfr. pure M . RIGILLO,

    V icende feud ali,

    cit., p. 4-5; giustamente l'A. definisce Grotta-

    glie (ma anche le altre localit in questione) "una di quelle terre a disposizione della Curia

    Reale, che se ne serviva come di zavorra politica, per bilanciare certe relazioni diplomati-

    che". Lo Scriva, probabilmente, torn in Spagna, come spiega il Pepe: "e, poich non tro-

    viamo che sia stato dato altro in cambio allo Scriva, crediamo, che, dovendo costui essere ri-

    chiamato in Ispagna per non aver pi ragion d'essere un ambasciatore spagnolo a Napoli, gli

    fu forse dato in Ispagna il compenso"

    (Storia della successione degli Sforzeschi,

    cit., p. 119).

    1 2

    Contro la casa di Polonia insorse dapprima, il 22 ottobre 1552, l'arcivescovo Pier Fran-

    cesco Colonna iniziando quel "Processo N. 4255" che fu poi esibito dall'Universit di Grot-

    taglie alla Commissione feudale sotto il titolo: Processo originale per R.mo Arcivescovo di

    Taranto contro la Sereniss. Regina di Polonia sopra i diritti della detta Terra di Grottaglie.

    Cancelliere Russo , pretendendo le entrate, frutti e proventi feudali . Contro gli eredi della

    suddetta regina rappresentati da Giacomo Cosso e dal Regio Fisco, ne continu la lite l'arci-

    vescovo Lelio Brancaccio; ma il 2 marzo 1581 la Regia Camera della Sommaria, con sen-

    tenza contraria all'ottimo Presule, pose fine all'annosa vertenza" (G. BLAN D AM UR A,

    La Ba-

    ronia A rcive scov ile e il Castello ep iscopio di G rottaglie,

    Taranto 1933, p. 19-20). Su altre li-

    ti del Cardinal M arco Antonio Colonna contro privati cittadini di Taranto e M artina che pos-

    sedevano beni siti in territorio di Grottaglie e non pagavano la vigesima dei frutti cfr. G. CAR -

    D U C C I

    I

    confini del territorio di Taranto,

    cit. pp. 128-133; l'A. riporta un ricorso del presu-

    le alla Camera della Sommaria (1561) e una difesa dei cittadini di Taranto presso la stessa

    Camera (20 novembre 1562).

    1 3

    R. QUARAN TA,

    Capitolo e clero contro artigiani rumorosi: una curiosa lite a Grottaglie

    nel 1538-39 al tempo della regina Bona Sforza di Polonia,

    in AA.

    Vv.

    All'alba del terzo Mil-

    lennio,

    M iscellanea di studi in onore di AN TON IO CHION N A, Schena Editore / E dizioni 11

    Punto , Fasano 2004, pp. 453-470.

    14Grottaglie, infatti, nel 1512-13. con i suoi 579 fuochi contava pi nuclei tassabili di

    10 3

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    Abolizione della feudalit a G rottaglie

    Nel 1512-13, infatti, il paese risult tassato per 572 fuochi 'S; nei

    catasti

    del

    1532 e 1545 i fuochi sono notevolmente aumentati e cio 978

    1 6

    ; alla fine del

    secolo gli abitanti aumentano ancora e nel 1611 l'arcivescovo d Taranto mons.

    Frangipane riferisce al Cardinal Prefetto della Congregazione de Vescovi in

    Roma che il paese contava 1500 fuochi con circa 8.000 abitanti

    1 7

    Con l'appesantirsi della pressione fiscale in seguito all'incredibile mercimo-

    nio feudale e alle difficolt legate allo smisurato numero di ecclesiastici, il pae-

    se conoscer un autentico spopolamento, al punto che nel 1644 fu tassato per

    1.200 fuochi, ma in realt non ne aveva che 600, e cio tanti quanti ne contava

    nei primi anni sotto la rimpianta signoria degli Sforza'

    8

    Con la morte di Bona

    1 9

    per il paese ricomincia il triste calvario feudale. Do-

    Ostuni (513), di Francavilla (406), Brindisi (400), Galatina (464), Gallipoli (458), Laterza

    (447), Oria (404), Ceglie (210): un numero superiore di fuochi avevano Lecce (1905), Ta-

    ranto (1418), M atera (1399), M artina (846), Castellaneta (678), M esagne (615), N ard (599).

    I dati riferiti si possono riscontrare in: C. COLAFE M M IN A,

    I contributi fiscali ordinari di Ter-

    ra d'Otranto nel registro del Percettore provinciale Gerolamo De Gennaro (1512-1513),

    in

    "Cenacolo", N.S., II, 1990, pp. 13-94. Si avverte, naturalmente, che la consistenza dei fuo-

    chi non si deve ritenere elemento assolutamente sicuro e preciso per la quantificazione nu-

    merica degli abitanti, sia perch il valore di un fuoco non corrispondeva sempre allo stesso

    nume ro (in genere equivaleva a 4,5), sia anche perch non venivano com presi nei fuochi co-

    loro che era no esenti dalle tassazioni (nobili, clero, forestieri, mendicanti, ecc.) per cui ra-

    gionevole supporre che in Grottaglie, nell'anno suddetto 1512, la popolazione doveva esse-

    re ben pi consistente, stante il numero elevato di ecclesiastici e loro parenti e di forestieri

    immuni dalle tassazioni. Cfr. pure G. C AR D UCCI,

    L a ricostruz ione del c astello di T aranto nel-

    la strategia difensiva aragonese (1487-1492),

    in "Archivio Storico Pugliese" XLV III (1995).

    pp. 109-111.

    15

    Cfr. C. COLAFEM M INA,

    I contributi,

    cit., p. 44: "Groctaglie taxato in dicto ce dulario fo-

    chi DLXXII. Li pagamenti ordinarti deli quali si exigeno per la lll.ma signora duchessa de

    Milano. Deve dare per lo carlino a foco imposto cum ciascuno deli tre terzi del presente an-

    no prime indictionis duc. CL XX I, tr.111"(... ).

    16

    M . RIGILLO,

    V icende feudali,

    cit., p. 5: Solo dopo quest'ultima operazione diplomatica

    Grottaglie comincia a essere

    venduta

    come una vera signoria, pi o meno utile, anzi come un

    feudo:

    Infatti gi i primi catasti del 1532 e del 1545 avevano

    tassati

    a questa terra la cospicua ci-

    fra di

    978 fuochi.

    La quale terra non era poi molto diversa da quella della vicina

    citt di Ostu-

    ni

    e da altre

    citt .

    17V . D E M AR CO ,

    La diocesi di Taranto nell'et moderna (1560-1713),

    cit., p. 32. L'arci-

    vescovo Frangipane fece c ertamente una valutazione eccessiva del numero de gli abitanti, per

    giustificare l'alto numero di preti e chierici nel paese Il numero degli abitanti non doveva

    raggiungere i 6.000.

    18 Iv i

    187.

    19

    Mor il 19 novembre 1557, dopo aver fatto testamento a favore di Filippo Il al quale

    pervenne perci lo Stato di Bari, il Principato di Rossano, le citt e le terre di Ostuni, Grot-

    taglie e Monteserico. Scrive il Pepe: Ritenuto Bari con Monteserico e S. Lorenzo, e Rossa-

    no con Longobucco in regio damanio, furono Ostuni, Grottaglie, Palo e Modugno a diversi

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