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A quasi 50 anni dalla Laurea in Medicina, lo stesso «cuore» di allora verso gli ammalatiDialogo con il Dr. Gaetano Bianchi

Giuseppe Remuzzialla presidenza dell’ISN

SvenimentoChe cos’è e cosa fare

Cosa bere e cosa mangiareper evitare gli svenimenti

Vita con gli altri e vita per gli altri:ecco le basi della società civile

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www.aidolombardia.itUn anno dopo

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Mensile di cultura sanitaria del Consiglio RegionaleAIDO Lombardia - ONLUS

Anno XX n. 190 - aprile 2011

Editore: Consiglio Regionale AIDO Lombardia - ONLUS 24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Tel. 035 235327 - fax 035 244345 [email protected]

Direttore EditorialeLeonida Pozzi

Direttore ResponsabileLeonio Callioni

Collaborazioni scientificheDott. Gaetano Bianchi

Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo

Dott. Michele ColledanDirettore Chirurgia Generale III Direttore Centro Trapianti di fegato e di polmoni

Dott. Paolo FerrazziDirettore Dipartimento CardiovascolareDirettore U.O. di Cardiochirurgia

Dott. Giuseppe LocatelliConsulente del Dipartimento di Chirurgia Pediatrica

Prof. Giuseppe Remuzzi Direttore Dipartimento di Immunologia e Clinica dei Trapianti

Azienda Ospedaliera A. Manzoni di Lecco

Dott. Amando GambaDirettore U.O. Cardiochirurgia

Università Milano Bicocca

Prof. Roberto FumagalliDocente

NITp - Nord Italia Transplant

Prof. Paolo Rigotti - Presidente

Dott. Mario Scalamogna - Direttore

Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapie di alta specializzazione - ISMeTT

Prof. Bruno GridelliDirettore Medico scientificoProfessore di Chirurgia Università di Pittsburgh

Istituto Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” - Bergamo

Prof. Giuseppe Remuzzi - Direttore

Yale University School of Medicine

Dott. Mario StrazzaboscoProfessor of Medicine,Director of Transplant HepatologyDepartment of Internal MedicineSection of Digestive Diseases

Redazione esternaLaura SpositoCristina GrandeEpis Clelia

Redazione tecnicaBergamo [email protected] Seminati

Segreteria e Amministrazione24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Tel. 035 235327 - fax 035 [email protected]@aidolombardia.itC/C postale 36074276Ester MilaniLaura Cavalleri

SottoscrizioniSocio Aido Simpatizzante Sostenitore Benemerito € 35,00 € 50,00 € 70,00 € 90,00

C/C postale 36074276 AIDO Cons.Reg.LombardiaONLUS Prevenzione Oggi

Si contribuisce alle spese di stampa come amici.

Il socio sostenitore ha diritto ad omaggiare un’altra per-sona previa segnalazione all’atto della sottoscrizione.

StampaCPZ - Costa di Mezzate BG

Finito di stampare prima decade di maggio.

Reg. Trib. di Milano n. 139 del 3/3/90

Le informazioni contenute in questo periodicovengono trattate con liceità, correttezza e tra-sparenza conformemente al D.lgs. n. 196 del 30giugno 2003 “Codice in materia di protezionedei dati personali”.

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

800 20 10 88NUMERO VERDE

Risponde l’Aido Lombardia

Spazio ai lettoriPer gli interventi dei lettori:

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È attivo il sito dell’Aido Regionale:

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La storia del dott. Gaetano Bianchi è una storiaper certi versi tipica dei medici e per altri versi as-solutamente originale. Per la vita di “Preven-

zione Oggi” è una storia particolarmente interessanteperché incontrammo anni fa il dott. Bianchi (allora pri-mario nell’ospedale di Piario), in qualità di promotoree vera colonna della rivista che si occupava di temi me-dici: prevenzione dalle malattie, cura, approfondimentiscientifici, igiene alimentare, e tanto altro.Fu per l’Aido della Lombardia e per la storia della co-

municazione associativa un incontro profetico. Da allora infatti tutto è cambiato, con uno sviluppoimpressionante della nostra attività editoriale. Come già aveva fatto prima, il dott. Bianchi scelse dirimanere, sempre in forma assolutamente gratuita, a collaborare con la rivista offrendo innumere-voli articoli di attualità sanitaria, approfondimento, analisi, indagine.Con il tempo è cresciuto in noi il desiderio di raccontare la vita di questo medico che ha fatto dellasemplicità e della gratuità la strada maestra della sua professione e, di conseguenza, anche del lavorogiornalistico a fianco dell’Aido. Ci sembrava giusto offrire ai nostri affezionati lettori un quadro com-plessivo della vita di un medico che cerca intensamente di curare e al contempo di dialogare con lepersone. Ne è nata la bella intervista che pubblichiamo nelle pagine che seguono. Con sapienti tocchie coloriture raffinate, Laura Sposito mette in luce i valori che sottendono alle scelte. Il racconto è unmosaico di episodi che hanno assunto nella vita del dott. Bianchi la connotazione di “simboli” di unvissuto unico eppure profondamente vero. Al termine della lettura si avverte come un contrasto di sen-timenti: da una parte confortante e dall’altra di rammarico. Conforto perché la presenza di questi me-dici, capaci di un “darsi” quotidiano al prossimo ci rincuora e rinforza in noi il senso della protezione.Rammarico perché abbiamo come la sensazione che si stia perdendo lo stampo di una generazionedi medici poco informatici ma molto umani, poco burocratici e molto presenti. O forse, siamo noi che,affezionati a queste figure, vorremmo che fossero immuni dal trascorrere del tempo e che non an-dassero incontro all’invecchiamento, alla pensione, al farsi da parte. Per nostra grande fortuna ildottor Bianchi è saldamente dentro la nostra redazione e siamo certi che ci rimarrà ancora per mol-tissimi anni. Come medico ha dovuto accettare che arrivasse anche l’età della pensione, ma rimaneimperitura una testimonianza che segna la storia sanitaria locale e indica alle giovani generazioniil sentiero della medicina umanizzata e umanizzante. Mi sono soffermato sull’intervista al dott.Bianchi per il particolare affetto e per la riconoscenza che nutro nei suoi confronti. Ma voglio sot-tolineare anche il bell’articolo di Clelia Epis su un’altra figura professionale che affianca l’attivitàdella donazione di organi: il magistrato. Ho trovato estremamente interessante anche questo spac-cato, sicuramente poco esplorato dalla pubblicistica contemporanea, eppure fondamentale per le cer-tezze che può trasmettere, con il suo rigore e la sua professionalità, a chi si trova ad affrontare lariflessione sulla donazione, sul prelievo di organi, sulla morte e sulla possibilità di ridare la vita do-nando un organo. Una terza figura che merita una particolare citazione è quella del prof. GiuseppeRemuzzi, arrivato ai vertici scientifici mondiali. Gli ultimi prestigiosi riconoscimenti del mondo ac-cademico e della ricerca internazionali nei confronti di questo serio e impegnatissimo ricercatorebergamasco sono raccontati brevemente nell’articolo che lo riguarda. A me il compito di sottolinearnele grandi capacità messe al servizio della cultura del dono così come una sempre confermata amici-zia da parte del prof. Remuzzi per l’attività dell’Aido. Oggi più che mai possiamo dire che questaamicizia e questo sostegno sono per noi motivo di grande orgoglio.

Leonida Pozzi

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In copertina:«LUCI SACRE»©

foto di Paolo Seminati - Bergamo

«Nel buio della notte una flebile luce allontana l’oscurità e mantiene vivo l’ardore della speranza. Nella Veglia Pasqualela casa di Dio diviene dimoradell’uomo in preghiera nell’attesa della promessaresurrezione».

Medico, magistrato, ricercatore: tre figure di alta professionalità e impegno raccontate per i lettori di «Prevenzione Oggi»

Editoriale

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Capacità di osserva-zione del reale, lungi-miranza e abilità neltrasformare i limiti,propri e altrui, in oc-

casione favorevole per un cambia-mento.Doti straordinarie? Niente affatto,si tratta dei normali tratti caratte-riali che contraddistinguono qual-siasi pioniere e che siamo riusciti arintracciare anche nella persona-lità del Dr. Gaetano Bianchi, du-rante l’intervista fatta qualchemese fa nella sua graziosa dimora.Collaboratore dal gennaio 1994della nostra rivista PrevenzioneOggi, da lui fondata cinque anniprima con il nome originario diPrevenzione Cardiologica, il Dr.Bianchi si è laureato in Medicina eChirurgia nel lontano 1962 e daallora - come si evince dal curri-culum a fianco - ha sempre rico-perto incarichi professionali dilivello, arrivando ad essere in pa-recchie situazioni “l’uomo giustoal momento giusto”. Come mai?Per capirne le ragioni, dobbiamoincamminarci dentro la storiadella sua brillante carriera profes-sionale, snodatasi lungo decenniche - per la comparsa di evidenzescientifiche nuove e altrettanto in-novative tecnologie - hanno lette-ralmente cambiato il corso dellamedicina. Ma andiamo con ordine

e proviamo a partire dalle originidella sua vocazione di medico. “Lamia propensione per la medicina ènata - racconta il Dr. Bianchi - dallaconcomitanza di più fattori. Da unlato c’è stata l’influenza dei miei ge-nitori, in particolare mia mamma chedesiderava scegliessi questa profes-sione, dall’altro quella dei Salesianidi cui ho frequentato le scuole medie esuperiori, prima a Treviglio e poi aMilano”. Classe 1936, durante glianni del liceo in Via Copernico - incui ha modo di conoscere FedeleConfalonieri, suo coetaneo - Bian-chi si forma secondo i dettami edu-cativi dell’ordine religioso, chenon a caso vengono perfettamente

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A quasi 50 anni dalla Laurea in Medicina,

lo stesso «cuore» di allora verso gli ammalati

Dialogo con il Dr. Gaetano Bianchi

Le grandi storie dei professionisti della medicina

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a sposarsi con la sua innata incli-nazione verso le persone biso-gnose. “Al punto che - dopol’iscrizione nel `56 alla facoltà diMedicina e Chirurgia dell’Universitàdegli Studi di Milano - maturai ad-dirittura l’idea di andare al CUAMdi Padova, un centro medico missio-nario che preparava specificatamenteper l’Africa e la cura delle malattietropicali”. L’idea è nobile e dice già moltodella statura umana del futuro me-dico. Tuttavia è destinata a infran-gersi contro lo scoglio dellafamiglia che, se lo ha sostenutonella scelta dell’Università, non èaltrettanto disposta - anche per ra-

gioni economiche - a concedergliprolungati soggiorni all’estero.Per Bianchi è una bella rinuncia,che sarà però ripagata dai futurisviluppi che prenderà la sua car-riera. Intanto, nel `59, il nostromedico è uno fra i soli 6 giovanilaureandi ammessi come interninell’Istituto di Clinica Medica. Ilcattedratico è il Prof. Luigi Villa,un luminare di fama mondiale che,a dispetto dei desideri di Bianchi,lo costringe a prendere la primaspecializzazione in tisiologia e solosuccessivamente quella in cardio-logia. Lui, sia pure più tardi ri-spetto alle aspettative, cominciadunque a fare pratica in campo car-P

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diologico e contemporaneamente,anche per mantenersi, accetta difare 6 guardie notturne alla setti-mana presso il Pio Albergo Tri-vulzio e alla Clinica PrincipessaJolanda CRI di Milano. “Ero l’unicomedico reperibile per 2200 vecchietti equindi i miei turni erano sempre unpo’ movimentati. Però percepivo unbuon stipendio e per il momento mibastava”. Nel frattempo, frequen-tando il reparto di Medicina In-terna, Bianchi ha modo di cono-scere da vicino il Prof. AldoSelvini. “Era una persona eccezio-nale, di quelle che si incontrano unasola volta nella vita. Uomo di straor-dinaria cultura, aveva grandissimecapacità tanto sul piano scientifico edidattico, quanto sul piano umano.Ricordo ancora, con affetto e gratitu-dine, la grande disponibilità che di-mostrava nei confronti dei pazienti eche non si stancava mai di insegnarea noi laureandi”. Attenzione allaformazione ed empatia verso i ma-lati. Dove impararle se non da unuomo che le esercita e che rappre-senta un concreto modello da se-guire? E così si mette a fare Bian-chi, conscio di aver davanti ungrande patrimonio di esperienzada cui attingere. All’epoca l’elet-trocardiogramma rappresentaval’esame di eccellenza e il nostrogiovane dottore ne faceva 6 algiorno. “Eseguivamo anche qualchecateterismo destro ma al massimo 1 o2 volte alla settimana perché ci volevail permesso del Direttore e perché im-piegavamo 3 o 4 ore per volta”. Nu-meri che oggi fanno davvero sorri-dere ma che per quei tempi eranosignificativi. Lo stesso cateterismo,che oggi è un esame routinario, al-l’epoca era all’avanguardia.Strano? Assolutamente no. Laspiegazione ce la fornisce lo stessoBianchi. “In questi 50 anni - ci con-ferma - la cardiologia ha avutoun’evoluzione che nei 2 millenni pre-cedenti non ha mai registrato”. E vi-sto che il nostro dottore ne è statouno fra gli interpreti, ecco che par-

lare di lui e della sua carriera equi-vale a ripercorrerne le tappe piùstraordinarie. Facciamo dunque unpasso indietro e torniamo al 1967,un anno ricco di “sorprese”. Finitala specializzazione in cardiologia,Bianchi viene a trovarsi alle presecon qualcosa che non si sarebbecerto aspettato: la disoccupazione.Il pensionamento del Prof. Villa el’arrivo al suo posto di un catte-dratico, deciso ad avvalersi solo delproprio staff, mandano in frantumiil suo desiderio di rimanere in Isti-tuto. Nel frattempo il dottore sisposa e attraverso sua moglie, checonosce un funzionario ammini-strativo degli Istituti OspedalieriSanta Corona di Milano, viene asapere che in questo ospedale cer-cano un assistente cardiologo. Al-l’epoca il Santa Corona era uno deimaggiori poli ospedalieri di Mi-lano insieme al Niguarda e al Poli-clinico e comprendeva l’ospedaleSelvini di Garbagnate, il Santa Co-rona di Pietraligure e il Santa Co-rona di Fasano del Garda. Nel `67Bianchi viene quindi assunto comeassistente cardiologo dal Santa Co-rona di Milano e mandato ad occu-parsi del reparto di cardiopaticicronici all’interno di un distacca-mento dell’ospedale di Garbagnate.E qui lo raggiunge la proposta de-stinata in qualche modo a cam-biargli la vita e fortemente caldeg-giata dall’allora Primario dicardiologia del Niguarda, il Prof.Fausto Rovelli: dare vita - all’in-terno del Santa Corona di Fasanodel Garda - al primo centro riabi-litativo cardiologico in regime diricovero per gli infartuati e gli ope-rati che provenivano dal Niguarda.“Siamo stati fra i primi in Italia -tra il `68 e il `70 - a iniziare questotipo di esperienza che in quel momentoaveva un corrispettivo europeo neiPaesi del Nord Europa e ad Abazia,in Yugoslavia, dove il Prof. Plavicoperava, ispirandosi ai modelli nor-dici, anglosassoni e svedesi. Di para-gonabile in Italia c’era solo l’espe-

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rienza di Niguarda appunto con Ro-velli, di Udine con il Prof. Feruglio,di Rho e solo successivamente di Mon-tescano a Pavia”. Ma qual era ilreale punto di novità? “In veritàsono stati due, che hanno davverocambiato il modo di gestire gli operatie gli infartuati”. Si trattava dellamobilizzazione precoce dei pa-zienti e della loro valutazione po-lifunzionale. “Fino al `67, un infar-tuato veniva tenuto a letto comeminimo 40 giorni, un operato 2 o 3mesi. E questo benché gli studi accu-rati di Levin e Lown avessero dimo-strato che l’eccessivo allettamento au-mentava il rischio di stasi venose equindi di trombosi. Pertanto il primopunto di novità che abbiamo intro-dotto è stato quello di combattere con-tro l’eccesso della «cultura del riposo»,mobilizzando i pazienti cardiologicimolto precocemente sulla scorta diquanto già facevano al Niguarda”.Combattere: ecco uno dei verbi chericorrerà spesso nel racconto deldr. Bianchi. Come tutti i pionieriche hanno il coraggio di avventu-rarsi dove altri non oserebbero, an-che lui ha dovuto e saputo sfidareil rischio della non accettazionedella sua innovativa esperienza daparte di alcuni colleghi. “La se-conda novità che abbiamo introdotto,in collaborazione sempre con il Ni-guarda e per giunta in un periodo incui la valutazione del rischio cardio-logico era legata a una tecnologia mi-nima, è stata la policardiografia”. Incosa consistesse è subito detto. Sitrattava della registrazione simul-tanea dell’elettrocardiogramma,del fonocardiogramma, del polsocarotideo e dell’ampicardio-gramma che, insieme, permette-vano di ottenere una valutazionefunzionale delle residue degli in-fartuati e degli operati. “Oggi fareuna prova da sforzo a un infartuato,con l’ausilio della bicicletta, è unaprassi normale, ma negli anni `60-`70 era una vera rivoluzione. Noi adesempio la facevamo fra la 30esima ela 35esima giornata, se non c’erano

Dott. Gaetano Bianchi

Nato a Rivolta d’Adda (CR) il 18/12/1936Scuole medie e liceo classico presso IstitutiSalesiani di Treviglio e Milano, via CopernicoDiploma di Maturità Classica nel 1956Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Uni-versità Statale di Milano nel luglio 1962dopo internato dal 1959presso l’Istituto di Medicina Interna il cui Di-rettore era il Prof. Luigi Villa, ma nel repartodiretto dal Prof. Selvini Aldo e Bregani PietroSpecializzazione in Tisiologia nel novembre1965 Università di Milano StataleSpecializzazione in Cardiologia nel luglio1967 presso l’Università Statale di MilanoIdoneità a Primario Cardiologo nella sessionedi esame 1971/1972

SERVIZI OSPEDALIERIDal 1959 al 1967 studente e quindi MedicoInterno presso la Clinica Medica di MilanoAssistente cardiologo presso gli Istituti Ospe-dalieri Santa Corona di Milano, dal 1967presso ospedale G. Salvini di Garbagnate,quindi aiuto cardiologo presso l’ospedaleSanta Corona di Fasano del Garda (BS) fino aldicembre 1977Primario cardiologo della Divisione di Riabi-litazione Cardiologica dell’Ospedale di Cuassoal Monte (VA) USSL n°4 Valceresio dal gen-naio 1978 al gennaio 1986. In questo pe-riodo ha svolto funzioni di CoordinatoreSanitario della medesima USSL e Direttore cu

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complicanze e sempre con un certo ti-more benché i primi telemetri in cir-colazione ci aiutassero già a monito-rare il paziente in modo continuativo.È chiaro che una valutazione funzio-nale completa abbiamo potuto farlaveramente solo con l’avvento dell’ecoe dell’holter, tuttavia il nostro uti-lizzo - ante tempore - della policar-diografia ha sicuramente contribuitoa porne la basi”. La soddisfazioneper i progressi ottenuti spinge cosìBianchi sia ad andare a Colonia avedere strutture e sperimentazionianaloghe alla sua sia a tradurre initaliano un opuscolo dell’OMSsulla riabilitazione cardiologicascritto dalla “scuola nordica”. In-somma, durante la permanenza aFasano, Bianchi inanella - uno die-tro l’altro - splendidi risultati cheracchiude in numerosi studi scien-tifici. Ma come si sa, brillare puòfare ombra a qualcuno e così nel`78 il nostro dottore decide di

aderire a una nuova proposta:aprire un secondo centro diriabilitazione cardiologicapresso l’Ospedale di Cuassoal Monte, in provincia di Va-rese, precisamente a 15 kmdall’Ospedale di Circolo. A

convincerlo a fare il grandepasso è il rapporto di stima

che lo lega al Primario, il Prof.Panzeri, proveniente dal Niguarda,ma anche la grande amicizia conSergio Repetto, suo collega pressola Clinica in Medicina Interna poispostatosi a Varese. Sono anni en-tusiasmanti e frenetici anche per-ché Bianchi diventa, in soli 8 anni,inizialmente Primario della Divi-sione di Riabilitazione Cardiolo-gica, poi Direttore Sanitario del-l’Ospedale e per due anniCoordinatore Sanitario dellaUSSL 4 Valceresio. Ma all’ascesavertiginosa non corrisponde unapiena soddisfazione. “La responsa-bilità che mi era stata progressiva-mente affidata e la lontananza dacasa rendevano sempre più difficilemantenere l’impegno preso. A renderlo

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ancora più gravoso erano due fattori:da un lato sentivo tutta la mancanzadel rapporto diretto con i miei pa-zienti, dall’altro ero costretto a com-battere contro grane burocratiche allimite del grottesco”. Da qui la deci-sione di cambiare e di avvicinarsi acasa. Senza rimpianti, bensì con lavoglia di guardare sempre avanti edi usare l’ostacolo come una op-portunità positiva. “Ero tranquilloperché avevo verificato che ogni voltache si chiudeva un’esperienza se neapriva sempre una migliore”. E lamigliore arriva con l’Ospedale Lo-catelli di Piario, cioè la terza spe-rimentazione nel campo della ria-bilitazione cardiologica. Questavolta però l’opportunità che gli siapre è davvero speciale: si trattainfatti di costituire una Divisionedi Riabilitazione cardiologico-fi-siatrica da zero e di attrezzarla contutta la strumentazione diagno-stica di II livello che mancava com-pletamente. Siamo infatti neglianni compresi fra il 1986 e il 1997quando ormai hanno fatto la lorocomparsa sia l’ecocardiogrammamonodimensionale che quello di-mensionale, l’holter e anche l’eco-colordoppler. Tutte strumenta-zioni, come si diceva prima, capacidi segnare un’autentica svolta nelcampo della valutazione funzionaledelle cardiopatie. “Per la primavolta potevamo finalmente vedere laconformazione del cuore, come si con-traeva, come si aprivano le valvole.Era una autentica rivoluzione coper-nicana, con l’unico problema dei costiproibitivi tanto è vero che il primoecocolor, comprato quando ancora mitrovavo a Cuasso al Monte, era costatoall’ospedale qualcosa come 160 mi-lioni delle vecchie lire”. Al Locatellidi Piario Bianchi non si “limita”però a costituire il centro, ma co-mincia a sviluppare - accanto al-l’attività ospedaliera - anche quellaextra-ospedaliera, rendendosi di-sponibile ad estendere al territorioesami specialistici quali l’eco,l’holter, i test da sforzo e prati-P

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sanitario dell’Ospedale di Cuasso al Monte.Nel gennaio del 1986 è stato trasferito al-l’ospedale Locatelli di Piario Bergamo USSL25 di Clusone per organizzare e quindi diri-gere la Divisione di Riabilitazione cardiolo-gica-fisiatrica fino al dicembre 1997.Successivamente fino al 2000 consulente peril Dipartimento di Riabilitazione delle Clini-che Gavazzeni di Bergamo.Dal 1999 si interessa di cardiologia dellosport ed è stato consulente del Centro di Me-dicina dello Sport di Lovere e attualmentedel Centro di Medicina dello sport Panathle-ticon di Brescia di cui è consulente e supervi-sore per quanto attiene ai problemicardiologi.Ha insegnato presso la Scuola di infermiereprofessionale della CRI di Milano via Carava-dossi dal 1965 al 1967. Quindi presso lascuola infermieri professionali della USSL diAlzano Lombardo (BG).Negli anni ’70 ha insegnato alla scuola di fi-sioterapisti dell’ospedale di Circolo di Varese.

INTERESSI SCIENTIFICI SPECIFICIValutazione funzionale cardiologica e diagno-stica cardiologica dal 1968 in poi.Riabilitazione cardiologica per pazientiischemici cardiaci e operati cardiochirurgicisia a Fasano del Garda (primo centro di de-genza riabilitativa cardiologica in Italia) sia aCuasso al Monte sia a Piario di Clusone (BG).E’ stato consigliere nazionale dell’Associa-zione di Riabilitazione Cardiologica.Ha pubblicato numerosi articoli riguardanti iltema riabilitativo e di valutazione funzionalecardiologica ed ha partecipato attivamenteanche come relatore a congressi cardiologicisu queste problematiche.Dal 1999 si interessa di cardiologia dellosport. Anche in questo campo ha partecipatoad alcuni congressi nazionali anche con pro-prie comunicazioni scientifiche e recente-mente ha pubblicato i risultati di alcunericerche su cardiologia e sport, in particolaresu aspetti elettrocardiografici.Nel 2009 ha pubblicato in collaborazione conil Dr. F. Pesciatini un libro di elettrocardio-grafia per medici e specializzandi in Medicasportiva.

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cando le visiste ambulatoriali inprima persona. “Ho sempre pensatoche l’attività di ambulatorio cardiolo-gico - combattendo le convinzioni ditanti miei colleghi che la ritenevanopoco prestigiosa - fosse estremamenteimportante sul piano della preven-zione e che andasse seguita non damedici giovani ma esperti. L’ambula-torio implica infatti l’esercizio di al-cune abilità che solo un’esperienzaprofessionale pluriennale può garan-tire: velocità di analisi circa la pre-senza o meno di una cardiopatia inatto e conseguente rapidità decisionalein merito a un eventuale intervento”.Col passare del tempo, anche per lavastità del territorio da coprire cheandava fino a Vil Minore in Valledi Scalve, Bianchi comincia a dele-gare l’attività ambulatoriale ai suoiassistenti non senza averli primaformati e aver adeguatamente at-trezzato gli spazi. “Mi è sempre pia-ciuto avere a che fare con i giovanilaureati e poter trasmettere loro le miecompetenze. In fondo mi sembrava direstituire quanto avevo ricevuto daSelvini”. Ecco allora che Bianchidecide di far comprare dall’ospe-dale un ecocardiogramma perl’ambulatorio di Clusone e dedicaparte del suo tempo a insegnare auno dei suoi medici l’utilizzo del-l’apparecchiatura. Non solo, ma -lungimirante come sempre - fa inmodo che ciascun ambulatorio lo-cale sia dotato di un fax. “Erano iprimi timidissimi passi della medi-cina telematica, che in quel periodo silimitava solo a questo strumento. Nelnostro caso era funzionante solo du-rante gli orari di apertura degli am-bulatori e serviva per la trasmissionedegli elettrocardiogrammi dei pazientiper i quali era necessario il mio con-sulto a distanza”. Niente a che ve-dere con le attuali sconfinate po-tenzialità di internet, tuttavia erapur sempre un inizio: ancora unavolta Bianchi aveva dimostrato diessere al passo coi tempi e di saperutilizzare tutto ciò che la tecnolo-gia offriva per migliorare le cure

verso i pazienti. Come quando,sempre al Locatelli, aveva fatto co-struire, appositamente per 4 pa-zienti paraparetici del reparto, unbinario particolare che, ancoratoal soffitto mediante delle putrelle,gli consentiva di mobilizzare que-sti ragazzi, talora pesantissimi. Alsolito, Bianchi aveva visto un mo-dello analogo durante uno dei suoinumerosi viaggi all’estero e natu-ralmente si era premurato di ri-produrlo per i suoi pazienti, mi-gliorandolo sulla base delle loro

esigenze. Intanto gli anni passanoe fino al 1999, ovvero sempre alLocatelli, il nostro dottore offreanche consulenza cardiologica aifisiatri del centro. “Avevamo formatoproprio un bel gruppetto di professio-nisti, al punto che ancora oggi ci sen-tiamo e vediamo regolarmente anchese sono trascorsi ormai 14 anni”. Ilgruppetto si scioglie infatti uffi-cialmente proprio nel `99 quandoviene annunciata l’imminente chiu-sura del centro. Bianchi come diconsueto non si perde d’animo efino al 2000 opta per la carriera daconsulente presso il Dipartimentodi Riabilitazione delle Cliniche Ga-vazzeni di Bergamo. Nel frattempoi suoi interessi si spostano verso laMedicina dello sport per via di unincontro importante quanto non

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«Non ho più smesso di occuparmi di medicina dello

sport. È importante fareun’accurata prevenzione a causa

dell’incremento di patologiepotenzialmente pericolose e

altrettanto fondamentaleaccompagnare i ragazzi qualora

si presenti un problema».

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cercato. Nel 1999 conosce infattiWalter Polini, il medico dell’Ata-lanta morto poi a Torino nel 2006.All’epoca Polini, che si rivolgeva aBianchi per consigli di tipo cardio-logico sui propri giocatori, avevaappena aperto un Centro di Medi-cina dello Sport a Lovere e gliaveva chiesto di implicarsi con luiin questa avventura. Disponibilecome sempre, Bianchi aveva dato ilsuo assenso trovandosi di lì a pocototalmente impegnato nell’attivitàdi valutazione funzionale, cardio-

logica e diagnostica, dei “calciatoriin erba”. “Da allora non ho piùsmesso di occuparmi di medicina dellosport, anzi per la verità ho continuatocon una passione sempre crescentetanto che attualmente sono consulentee supervisore, per quanto attiene aiproblemi cardiologici, del Centro diMedicina dello Sport Panathleticondi Brescia”. Una passione che si av-verte quando ci racconta con or-goglio i suoi dialoghi con le fami-glie delle giovani promesse dellosport: di come sia importante fareun’accurata prevenzione a causadell’incremento di patologie po-tenzialmente pericolose e altret-tanto fondamentale accompagnarei ragazzi qualora si presenti unproblema. “Se fino a 12 anni sonoasintomatici, non facciamo esami par-

ticolari. Se invece valutiamo che il ri-schio che possono correre è elevato,come nelle insufficienze aortiche, dinorma consigliamo di operare e la-sciar perdere la strada del professio-nismo”. Facile? Sul versante medico sì, tan-t’è che dopo l’operazione i giovani- a detta del dottor Bianchi - tor-nano a condurre una vita normalee spesso a riprendere l’attivitàsportiva. Molto più difficile sulversante umano perché, più fre-quentemente di quanto si pensi, igenitori di giovani professionistidel calcio stentano ad arrendersiall’evidenza di una patologia e adaccettare l’idea di una carrierastroncata. “Ho ancora in mente unragazzo a cui avevo vietato di prose-guire la strada del professionismo pervia di una insufficienza aortica im-portante. Ora sta bene, ha ripreso par-zialmente l’attività sportiva ma,avendo subito un intervento di ROSSper evitare di mettere una protesi mec-canica, è rimasto senza la valvola pol-monare e quindi presenta ancora moltearitmie”. Un ragazzo fortunato -viene comunque da dire - perché,se contrariamente al consiglio diBianchi, avesse proseguito indi-scriminatamente l’attività agoni-stica, probabilmente avrebbe avutoseri problemi clinici. “Ebbene, pertutto ringraziamento, i suoi genitori -all’annuncio che doveva assolutamentelasciare la carriera di calciatore -hanno ritenuto di dovermi mandareuna lettera da parte dell’avvocato perrisarcimento danni”. Proprio a lui,che al rapporto con i pazienti hasempre dedicato la massima cura,trattandoli con una tale cordialitàche ancora oggi c’è chi lo chiamasempre per un consiglio o più sem-plicemente per un saluto. “È un si-gnore di Tor Vajanica, operato nel `68per una sostituzione valvolare aor-tica, che ha ancora la protesi di allorae ormai è diventato un amico”. E diamici negli anni il Dr. Bianchi sen’è fatti molti, come molti sono gliepisodi buffi e tragici che gli sonoP

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capitati in 50 anni di onorata pro-fessione. “In particolare ne ricordodue. Il primo riguarda un ragazzo diTrieste che era arrivato da noi in con-dizioni spaventose per fare riabilita-zione cardiologica. Dopo averle ten-tate tutte per farlo stare bene, c’èmancato poco che il nostro lavoro ve-nisse vanificato da un’infermiera«troppo zelante». Abbiamo infattiscoperto che durante il turno di notteil suddetto soggetto si trastullava a«rendere piacevole il soggiorno» alnostro paziente. Non ho avuto tenten-namenti: ovviamente l’ho licenziatasubito”. Ben più difficile è per Bian-chi raccontare un caso dramma-tico, che non ha mai del tutto scor-dato: quello di una bambina di 12anni, affetta da una miocardiopatiadilatativa in epoca pre-trapiantoche un giorno di Pasqua è andatain arresto cardiaco 12 volte. “Quando il mio aiuto mi ha chiamatoper dirmi di correre subito in ospe-dale, ero pronto a partire per le va-canze con la mia famiglia. Mi ricordoche temevo di non fare in tempo a ve-derla viva e invece il mio assistenteera miracolosamente riuscito a stabi-lizzarla. Quella volta le andò bene,ma sei mesi dopo lo stesso episodio lesi ripresentò in casa e non ci fu piùnulla da fare. Ancora oggi ripenso conamarezza a questa ragazzina, perchése i trapianti fossero già stati unapratica consolidata - cosa che non era,specialmente per i bambini - probabil-mente si sarebbe salvata”. Si spiegaallora perché ci dica che più chel’errore l’abbia sempre spaventatoil senso di impotenza, quello che fa

dire “potevo fare di più?”. Una do-manda che in tanti anni di carrieraè ritornata spesso, specialmentequando non riusciva ad avere leidee chiare o quando - nei casi diarresto cardiaco - aveva dovutoprendere una decisione troppo infretta. “Tuttavia, ringraziando Dio,la mortalità in tutti e tre gli ospedaliin cui ho operato è sempre stata bassae questo nonostante ci arrivassero pa-zienti molto critici”. Alla domandadi cosa lo aiutasse a far fronte a si-mili situazioni la risposta è semprela stessa, quasi come un “refrain”.“Sicuramente la gratificazione che miveniva dalla facilità di rapporto con imiei pazienti, un aspetto della profes-sione medica che purtroppo è in di-suso”. Come dargli torto? Neavevamo parlato proprio nell’arti-colo “Ogni paziente racconta lasua storia” (Prevenzione Oggi,gennaio-febbraio 2010). Gli chie-diamo allora se sia d’accordo conle ragioni lì esposte che chiarivanoquesta grave inadempienza. “Cer-tamente sì. Il motivo più importante -risponde d’acchito - è che il medicoospedaliero è stato sovraccaricato ditroppi compiti e questo ha delle rica-dute negative su tanti aspetti del suolavoro. Un tempo il medico di repartosi «limitava» a svolgere bene questoruolo. Oggi, oltre al reparto, deve se-guire l’ambulatorio, poi il ProntoSoccorso, poi gli esterni; inoltre devetenere sotto controllo il budget e, inrelazione ad esso, fare un adeguatonumero di indagini diagnostiche. Iltutto a ritmi massacranti e senza con-cedersi pause. Chi, a queste condi-

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zioni, è in grado di mantenere la re-lazione con il paziente e avere iltempo di fare con lui una sintesi deirisultati emersi dagli esami?”. Già, chi? Per non parlare poi delproblema della formazione, cheavevamo sollevato sempre nell’ar-ticolo menzionato. “Ormai le Uni-versità sfornano tecnocrati. La miagenerazione è partita dalle fonda-menta (anamnesi ed esame obiettivo),ma oggi queste non si insegnano più.Il risultato? Miriade di laureati chesanno cos’è un’eco e come si usa, ovveroche hanno a disposizione una molte-plicità di strumentazioni sofisticate,ma che non sanno più risalire alla ma-lattia dai segni indiretti e meno chemeno sanno fare un’auscultazione car-diologica”. Si è persa un’eredità,sembra dire il Dr. Bianchi, perchénon c’è più nessuno disposto acondividere con i giovani il propriopatrimonio di esperienza. Quel-l’esperienza che lui invece non sistanca di trasmettere e in partico-lare agli assistenti che ora lo ac-compagnano sulla strada dellamedicina sportiva. “Qui c’è ancoramolto da esplorare: c’è la probabilitàdi individuare, spesso in un caso sumille, una patologia, c’è la possibilitàdi prevedere le complicanze, c’è l’at-tenzione nel segnalarle alla famiglia eal medico di base”. Insomma c’è, perfortuna….ancora tanto da fare. Ese i rimpianti non mancano - nonaver fatto abbastanza ricerca o car-diologia d’urgenza - il bilancio di50 anni di vita spesi a fianco degliammalati è per Bianchi più che po-sitivo. L’intervista si conclude e il

dottore può finalmente rilassarsi.A registratore spento, lo vediamodirigersi verso la grande libreriabianca del salotto e mostrarci conevidente soddisfazione una sua se-greta passione: quella di collezio-nare libri d’arte, miniati a mano.Nello sfogliarli è impossibile nonrimanere incantati da tanta bel-lezza e il così è inevitabile che ilpensiero corra a un’altra forma dibellezza: la scultura, di cui Bianchi- basta guardarsi attorno per ca-pirlo - è altrettanto appassionato.Si dice che Michelangelo, mentrescolpiva il Davide, ogni volta chetrovava un nodo imprevisto nelblocco di marmo non potesse piùfarlo come lo aveva immaginato.Qual è stata allora la sua genialità?Quella di non buttare via il bloccodi marmo, ma di assecondare ilsuggerimento dettatogli dal nodoper cambiare ogni volta direzione.L’esito? Il Davide che ne è venutofuori è stato molto più bello diquello che Michelangelo avevapensato. Analogamente, ci piacepensare che qualunque vero me-dico sia un po’ come un grande ar-tista: un acuto osservatore, prontoa lasciarsi guidare dalla realtàverso orizzonti più grandi di lui e anon permettere che l’ostacolo chetrova sul cammino possa fermarlo.In Bianchi queste caratteristiche leabbiamo rintracciate e chissà che ilsuo esempio non sproni tanti gio-vani medici ad avventurarsi - è ilcaso di dirlo - sulla stessa affasci-nate strada.

Laura Sposito

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Non era mai accaduto: unitaliano al vertice del-l'International Societyof Nephrology (ISN).La carica di presidente

della prestigiosa Società Mondialedi Nefrologia per il biennio 2013-2015 è stata affidata al Prof. Giu-seppe Remuzzi.Un ulteriore tassello nella carrieradi questo illustre ricercatore, chesolo un mese fa citavamo con orgo-glio, su queste pagine, per l’asse-gnazione del premio “Amgen”. Eproprio nell'occasione della conse-gna del premio, durante il Con-gresso Mondiale di Nefrologia2011, è stata data la comunicazionedi questa ulteriore responsabilità

che il Prof. Remuzzi ha accettatocon grande soddisfazione. Come dicevamo, è il primo italianoa ricoprire tale prestigioso ruoloche lo vedrà a capo del comitato re-sponsabile delle attività e dei pro-grammi dell'associazione che operaa livello mondiale. Fondata nel 1960, l'ISN raccoglieoltre 12.000 nefrologi di 126 diffe-renti nazionalità e collabora stret-tamente con più di 70 societàscientifiche che si occupano di ma-lattie renali.La missione dell'ISN è ridurre l'in-cidenza e l'impatto delle malattie re-nali in tutto il mondo. A tale scopo,la società scientifica favorisce loscambio e il dibattito ai massimi li-velli sui progressi della ricerca edelle conoscenze mediche nel set-tore e sviluppa programmi che ri-ducono le disparità con i Paesi in viadi sviluppo per quanto riguarda ri-cerca, prevenzione, diagnosi e curadelle malattie nefrologiche. Come presidente dell'ISN, il profes-sor Remuzzi intende promuovere inparticolare la ricerca sia sperimen-tale che clinica di alto livello e ope-rare al fine di diffondernerapidamente i risultati nei Paesimeno sviluppati coinvolgendo atti-vamente gli operatori locali. Il Prof.Remuzzi ha dichiarato: “I risultatiottenuti a livello globale negli ul-timi dieci anni dall'ISN nel promuo-vere strategie per la prevenzione, ladiagnosi e la terapia delle malattierenali sono entusiasmanti”. Un risultato che dona prestigio al-l'Italia e alla Lombardia. La nostraassociazione ne va particolarmentefiera, avendo trovato in questi anninella figura del Prof. Remuzzi, unillustre professionista e una personasquisita, capace di trovare tempo dadedicare all'Aido ogni qualvoltaquesta lo interpellasse. Non ci resta che augurargli unbuon lavoro, certi che saprà, anchein questo caso, raggiungere risultatidi primordine.

P.S.

Il professor Remuzzi ècoordinatore delle ricerchedell'Istituto Mario Negri

di Bergamo (Centro Anna Maria Astori e Centro di

Ricerche Cliniche per le MalattieRare “Aldo e Cele Dacco”) e

Direttore del Dipartimento diMedicina degli Ospedali Riunitidi Bergamo e del Dipartimento

Pubblico-Privato diImmunologia e Clinica dei

Trapianti di Organo frutto dellacollaborazione tra Ospedali

Riuniti e Istituto Mario Negri.È membro del “Gruppo 2003”,

costituito dagli scienziati italianipiù citati al mondo dalla

letteratura scientifica (Institutefor Scientific Information,

Philadelphia). Nel 2005 haricevuto il premio “Hamburger”dalla Società Internazionale di

Nefrologia. Nel 2007 ha ricevutoda parte della Società Americana

di Nefrologia (ASN) il piùprestigioso premio nel campo , il

“John P. Peters Award”. Èautore di oltre 1.000

pubblicazioni su rivisteInternazionali e di 13 libri

ed editorialista del Corriere della Sera.

Giuseppe Remuzzialla presidenza

dell’ISN

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Ciascuno di noi ha sof-ferto o ha assistito ad unepisodio di “sveni-mento” nel corso dellasua vita, disturbo carat-

terizzato da perdita di coscienza tran-sitorio, incapacità a mantenere lastazione eretta o da seduta e conse-guente caduta a terra. Da questo epi-sodio il paziente di solito si riprendeprontamente senza alcuna conse-guenza, salvo che la caduta a terranon provochi lesioni ossee (fratture) o contusioni. E’ un eventoabbastanza comune nella popolazione.E’ stato calcolato che 1/3 della popo-lazione generale ne soffra almeno unavolta nella vita. Nel 75% dei soggettiin giovane età rappresenta un episo-dio isolato, se gli episodi tendono a ri-petersi possono essere indice di unapatologia importante. Lo svenimento è etichettato dal les-sico medico come sincope quando viè effettiva perdita di coscienza anchese fugace; lipotimia quando il malorenon comporta una perdita completadella conoscenza ma solo un senso dimancamento, di confusione mentaleed è accompagnato da pallore e sudo-razione. La sincope, così come la lipo-timia, rappresenta il 3-5% delle causedi visita al pronto soccorso e, soprat-tutto nel giovane, solo raramente ri-chiede un ricovero ospedaliero peraccertamenti. Sia la sincope che la li-potimia sono fondamentalmente le-gate ad un insufficiente afflusso disangue al cervello soprattutto nelleregioni deputate a mantenere la per-sona vigile e cosciente. Va qui rimarcato che nel 35% dei casil’accertamento delle cause scatenanti(diagnosi eziopatologica) della sin-cope, anche nelle persone adulte, nonè agevole e possibile, nonostante i piùmoderni e sofisticati mezzi diagno-stici a disposizione. La sincope ha un significato clinico di-verso se colpisce il giovane o l’an-ziano, se avviene a riposo o doposforzo, se conseguente ad un episodiotraumatico sia fisico che psichico, sein presenza di patologie cardiache o

neurologiche già note. Le sincopi infatti possono essere con-seguenza di riflessi nervosi alterati. Èil caso della sincope vagale da com-pressione del seno carotideo nellaquale è presente una particolare sen-sibilità alla pressione di una strutturanervosa sensitiva posta a lato delcollo: glomo carotideo, centro di con-trollo dei riflessi cardiovascolari. Se siesercita infatti una pressione su que-sta struttura l’organismo reagisce con

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SVENIMENTOChe cos’è e cosa fare

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una brusca riduzione della pressionearteriosa (ipotensione) e della fre-quenza cardiaca (bradicardia) tali daindurre il malore. Un particolaremeccanismo è invocato nel caso diepisodi di malore scatenati da crisi ditosse stizzosa persistente, ma anchedalla defecazione difficoltosa in cui lospingere con la muscolatura addomi-nale (torchio addominale) può ostaco-lare il ritorno venoso del sangue dallezone periferiche del cuore così da ri-durne il riempimento con conse-guente riduzione del flusso sanguignoal cervello. Un esempio di lipotimia-sincope suf-ficientemente frequente è quella orto-statica che si presentaparticolarmente in soggetti predispo-sti (Malattia di Parkinson, neuropatiadiabetica, intossicazione da alcool edroga ecc.) a seguito di una stazioneeretta prolungata. Può verificarsi insoggetti sani labili dal punto di vistaemotivo, fondamentalmente a seguitodi uno stare a lungo in piedi in am-biente affollato e caldo. Anche disturbiparossistici del ritmo cardiaco (tachi-cardie e tachiaritmie di varia origine)possono essere la causa della sincope,così come anomalie anatomiche delcircolo arterioso coronarico. In que-sto ultimo caso il sintomo si manifestasotto sforzo intenso, o appena dopo,per insufficiente apporto sanguigno almuscolo cardiaco. Una forma assai comune di sincope olipotimia è quella situazione che si ve-rifica per stimoli psichici violenti peril singolo soggetto come la vista delsangue o la vista di un fatto emotiva-mente traumatico, come la perdita diun familiare oppure a seguito di undolore improvviso, acuto, forte e in-sopportabile. Nel giovanissimo è suf-ficientemente comune la sincope postmenzionale; la si osserva di solito insoggetto giovane, maschio, che si sve-glia da un sonno profondo per un im-pellente bisogno di urinare; durante opoco dopo la minzione avverte sensodi mancamento e, se non prontamentesdraiato, può cadere a terra e perdereper un brevissimo istante la coscienza.

Nell’adulto-anziano la sincope è piùfacilmente espressione di una malat-tia cardiaca o neurologica importantequale ad esempio il blocco atrio-ven-tricolare completo cardiaco con epi-sodi di Morgagni Adams Stock; untumore atriale (mixoma) che si incu-nea nell’apertura della valvola car-diaca, di solito la mitrale, un’emboliapolmonare massiva ecc.

La sincope poi non va confusa conepisodi di ipoglicemia marcata tipicadel diabetico in terapia insulinica nonadeguata; in questo caso il soggettoavverte l’avvicinarsi del malessere,suda freddo, talora trema, è poco vi-gile. Una pronta somministrazione dizucchero risolve il quadro. Anche l’epilessia va distinta dagli epi-sodi lipotimici-sincopali: il malore si

Le sincopi infattipossono essere

conseguenza diriflessi nervosi

alterati. È il casodella sincope vagaleda compressione del

seno carotideo...

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accompagna infatti a scosse convulsi-vanti della muscolatura, il paziente di-grigna i denti e serra le mascelle conforza, talora mordendosi la lingua; sipuò avere perdita di urine.Nell’anziano la perdita di coscienzapuò essere conseguenza di un dannocerebrale (ictus cerebri), lo stato di in-coscienza dura più a lungo talora convari gradi di paralisi della motilità

degli arti. In questi casi il paziente è diregola già noto come sofferente diipertensione arteriosa, diabete mel-lito, disturbi cerebrali vari, anche senon può escludersi che l’ictus si pre-senti come primo sintomo. Per unadiagnosi corretta è fondamentale chei familiari che assistono al malessereacuto siano capaci di descrivere mi-nuziosamente le circostanze, se l’epi-

sodio acuto è stato preceduto da sin-tomi premonitori (stanchezza, anneb-biamento della vista, sudorazione,pallore, nausea); se l’episodio si è ve-rificato a seguito di circostanze parti-colari: paura, vista del sangue, forteemozione, ma anche tosse, stitichezza;se il soggetto si stava sottoponendoad esami quali prelievo di sangue,anestesia dentaria, piccoli interventiecc. Frequentemente già dalla rac-colta delle circostanze in cui si è veri-ficato l’episodio lipotimico o sincopalesi può giudicare della benignità dellostesso e tranquillizzare il paziente e isuoi familiari. E’ comunque sempreutile riferire dell’episodio al propriomedico curante che giudicherà poil’opportunità di eventuali esami di ac-certamento, ma solo nei casi che visiano segni di patologia sottostante. Cosa fare se si assiste ad un episodiosincopale: innanzitutto se si è presentie il paziente in qualche modo segnalal’arrivo del malessere, è bene metterloin sicurezza, sdraiandolo su un lettoo comunque su una superficie piana,prevalentemente rigida, in modo daevitare che con la caduta a terra pos-sano verificarsi lesioni. E’ molto im-portante evitare che cadendo ilsoggetto possa causare lesioni allatesta. Slacciare le cinture, il collo della ca-micia e comunque qualsiasi indu-mento che sia causa di costrizione oche comunque possa rappresentareun ostacolo alla regolare circolazionesia arteriosa che venosa del sangue. Verificare che sia presente il respiro ela pulsazione cardiaca (parametri vi-tali) e se possibile misurare la pres-sione arteriosa. Anche se il ritmo delrespiro, la frequenza cardiaca sonopresenti e regolari, evitare di alzare ilpaziente, ma mantenerlo sdraiato conla testa bassa e le gambe sopraelevaterispetto al tronco e alla testa, fino aquando non si ha una ripresa certadello stato di coscienza. Se il disturboè di origine “benigna” il paziente si ri-prende prontamente anche nel giro disecondi o pochi minuti.

Dott. Gaetano Bianchi

...se si esercita infattiuna pressione suquesta struttural’organismo reagiscecon una bruscariduzione dellapressione arteriosa(ipotensione) e dellafrequenza cardiaca(bradicardia) tali daindurre il malore.

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Senso di debolezza, mancamenti, e persinosvenimenti, a volte, possono essere causatida piccoli problemi che si possono facil-mente risolvere a tavola.

Iniziare bene dal mattinoNonostante le teorie e le mode dietetiche siano variee numerose, a proposito di colazione, tutti gli espertisi trovano d’accordo: bisogna fare colazione.La colazione deve essere ricca, perché dopo il periododi digiuno notturno, l’organismo si trova a corto dienergia . Latte e yogurt magri forniscono soprattuttoproteine e calcio. Muesli, fiocchi d’avena, fette biscot-tate integrali o pane integrale o di segale, sono ot-timi alimenti, ricchi di fibre e zuccheri complessi cherilasciano energia poco alla volta, permettendo di ri-manere efficienti per tutta la mattina e permettono dievitare crisi ipoglicemiche.La crisi ipoglicemica è un calo del livello di zucchero(glucosio) nel sangue che causa stanchezza e debo-lezza e anche svenimenti.Le crisi ipoglicemiche sono più frequenti nei bambiniche hanno bisogno di mangiare più spesso degli adultie per questo, oltre a colazione pranzo e cena, hannobisogno di fare degli spuntini, per non rimanere

LE RICETTE RICCHE DI FERRO

Farfalle con vongole e carciofi

Ferro: 10 mg circaIngredienti: 80 g di farfalle, 50g di vongole sgusciate, un cucchiaiod’olio, 200 g di cuori di carciofo,mezzo bicchiere di vino bianco, unospicchio d’aglio, prezzemolo tri-tato, sale, zafferano e pepe.Preparazione: sbucciate e schiac-ciate l’aglio. Rosolatelo per qual-che minuto in una casseruola conun cucchiaio d’olio. Unite i carciofitagliati alla julienne e dopo circa10 minuti, le vongole. Sfumatecon il vino bianco. Fate cuocere perqualche minuto. Salate, pepate eunite lo zafferano. Aggiungete lapasta lessata al dente. Mescolate.Lasciate sul fuoco, ancora qualcheminuto, cospargete di prezzemoloe servite.

COSA BERE E COSA MANGIAREPER EVITARE GLI SVENIMENTI

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troppo a lungo a digiuno.Digiuno, diete drastiche o sbilanciate, situazioni checomportino sforzi fisici intensi o alcune patologie,possono causare crisi ipoglicemiche anche negliadulti.Caramelle, zucchero comune (saccarosio), succhi difrutta, miele o marmellata, forniscono zuccheri sem-plici che sono subito utilizzati dall’organismo e pos-sono velocemente risolvere il problema del calo dizuccheri.

Se manca il ferroStanchezza, debolezza e svenimenti possono anche es-sere causate da una carenza di ferro e conseguenteanemia (bassi livelli di emoglobina nel sangue). L’ane-mia da carenza di ferro o sideropenica, si verificaquando a causa di una carenza di ferro viene ostaco-lata la produzione di emoglobina e globuli rossi.L’emoglobina, cioè la proteina contenuta nei globulirossi, deputata al trasporto dell’ossigeno, necessitadella presenza del ferro che deve essere introdottonell’organismo con gli alimenti.Per evitare carenze di ferro gli uomini dovrebbero in-trodurre 10 mg di ferro al giorno con i cibi, mentre ledonne in età fertile, che sono più a rischio a causa dellaperdita di ferro con le mestruazioni, devono intro-durre 18 mg di ferro al giorno.La gravidanza aumenta il fabbisogno di ferro fino a

Involtini di carne di cavallo

Ferro: 5 mg circaIngredienti: 120 g di carne dicavallo, uno spicchio d’aglio, ci-polla tritata, un mestolo di passatodi pomodoro, salvia,rosmarino,sale e pepe.Preparazione: Fate imbiondirel’aglio e la cipolla nell’olio. Battetela carne con il pestacarne, taglia-tela a piccole fette. Ponetene al centro di ogni fettina,un rametto di rosmarino e la sal-via. Arrotolate ogni fetta su sestessa e chiudetela con uno stuzzi-cadenti. Unite gli involtini al sof-fritto. Fateli rosolare. Salate,pepate e unite il passato di pomo-doro. Cuocete a fiamma bassa,parzialmente coperto, aggiun-gendo acqua per evitare che siasciughi troppo.

Riso e soia alla curcuma

Ferro: 4 mg circaIngredienti: 50 g di soia, 80 gdi riso, un pomodoro pelato, unacosta di sedano, mezza carota,mezza cipolla, uno spicchiod’aglio, un pizzico di curcuma, uncucchiaio d’olio e sale.Preparazione: fate imbiondirel’aglio e il sedano tritato, nell’olio.Unite la soia, messa a bagno lanotte precedente, salate e mescolate.Dopo cinque minuti unite il po-modoro, la cipolla sbucciata e lacarota a pezzi. Mescolate ancorae versatevi acqua calda. Fate cuo-cere fino a che la soia non sia com-pletamente cotta. A parte lessate ilriso in acqua salata. Scolatelo, ag-giungete la curcuma, unitelo allasoia e mescolate.

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30 mg al giorno, a causa delle necessità del feto, della placenta e del-l’aumento del volume di sangue della madre.Anche l’attività fisica e lo sport, in genere aumentano il bisogno di ferro.Diete troppo rigide o vegetariane rischiano di non fornire all’organismouna quantità sufficiente di ferro.Il ferro contenuto nella carne e nel pesce o ferro “eme”, legato cioè al-l’emoglobina è assorbito dall’organismo in percentuale molto più alta(25%) che non quello di origine vegetale “non eme” che viene utilizzatosolo per il 2-13%. L’assorbimento del ferro della carne e del pesce nondipende dagli altri costituenti della dieta, mentre il ferro dei vegetali èaumentato dalla presenza di vitamina C o della carne o del pesce ed è di-minuito dalla presenza dei polifenoli (sostanze responsabili della colo-razione giallo-arancio dei vegetali) e dei fitati, contenuti, in particolare,negli alimenti integrali.

La disidratazioneAnche la disidratazione può causare un senso di mancamento. L’acqua èimportantissima per l’organismo e, normalmente bisognerebbe consu-marne circa due litri al giorno.Con il caldo e con l’attività fisica, le esigenze idriche dell’organismo au-mentano. Più si suda e più bisogna bere.Anche gli alimenti contegnono acqua, soprattutto frutta e verdura chenon dovrebbero mai mancare a tavola.Caffè e alcool aumentano la disidratazione. Per ripristinare il giustogrado di idratazione, la cosa migliore è bere acqua gassata che contiene:acqua, sali minerali, nessuna caloria, niente zuccheri e niente additivi.

La pressione bassaLa pressione bassa, al contrario di quella alta (ipertensione), in genere,non comporta rischi per l’organismo, anzi, facilita il lavoro del cuore e loaiuta a rimanere in salute.Molte persone, pur avendo livelli di pressione bassa non accusano sin-tomi mentre altri individui accusano una serie di disturbi come stan-chezza, difficoltà di concentrazione, spossatezza, giramenti di testa esvenimenti che influiscono negativamente sulla qualità della vita.I disturbi dovuti alla pressione bassa dipendono da un’insufficiente ap-porto di ossigeno ad organi e tessuti. Per migliorare l’ossigenazione delsangue è quindi utile:- non sostare a lungo in locali chiusi- camminare o sedersi con le gambe sollevate- evitare di stare fermi in piedi- evitare il caldo che provoca una dilatazione dei vasi sanguigni con unulteriore abbassamento della pressione arteriosa.Esistono anche dei fattori alimentari che possono innalzare i valori dipressione arteriosa. Il primo è il sodio di cui è ricco il sale da cucina e il secondo è l’acido gli-cirinizzico contenuto nella liquirizia. Non è consigliabile però né un usosmodato di liquirizia né una dieta troppo salata perché si correrebbe il ri-schio di avere sbalzi di pressione o sviluppare ipertensione. Si può ri-correre a una liquirizia di tanto in tanto e per il sale è sempre meglionon esagerare con le quantità.

Cristina Grande

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Vi è un concetto di vita nonsolo con gli altri, ma ancheper gli altri: sono queste leparole sulle quali è fondatala nostra società civile e che

ci trasmettono valori di solidarietà e ge-nerosità riconosciuti nella nostra Costi-tuzione come basilari di una comunità.La prima Legge dello Stato è dunqueil luogo della solidarietà, del rispetto,dell’aiuto, della generosità, dell’atten-zione all’altro.Sono questi i temi attorno ai quali, nel-l’Anno Europeo del Volontariato, ab-biamo voluto riflettere con BenitoMelchionna ex procuratore impegnatoper anni a Bergamo e Crema ed espertoin materia legislativa sui trapianti.Una discussione che ci aiuterà a capirecome il senso civico si leghi indissolu-bilmente al tema della donazione qualeatto massimo di libertà e impegno, dif-fondendo un’informazione accuratavolta a spiegare come la Legge (soprat-tutto in materia di donazione) non siafredda materia per specialisti, ma s’in-trecci quotidianamente con i saporidella vita, i sentimenti, la relazione conl’altro.Impegnarsi per il bene della società ci-vile significa infatti esercitare al meglioil proprio ruolo di cittadini alimen-tando fiducia e solidarietà: i due valorialla base dell’attività di AIDO e sotto-lineati dall’UE per favorire la crescitadi ogni persona e di un positivo sistemaglobale.

Donazione è solidarietà, maanche libertà. Come s’inquadranoquesti elementi nel nostro pano-rama istituzionale?Tutto ruota attorno all’art 2 e all’art32 della nostra Costituzione. Alla

base vi è il concetto di comunità fon-data sul cittadino, su colui che vivein una dimensione di corrispon-denza con gli altri entro la qualenon può che essere solidale perchéattore di una costruzione condivisa.

Nello specifico l’art. 2 definiscecome diritto inviolabile dell’uomo lapersonalità, sia essa individuale chesociale. L’individuo è consideratoparte integrante di una comunità, diuna rete di rapporti all’interno deiquali cresce e si forma.Quale l’equilibrio su cui è co-

Vita con gli altri e vita per gli altri:ecco le basi della società civile

Intervista a Benito Melchionna

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struito l’ordito costituzionale?L’Art 2 è centrale per la costru-zione di una civiltà evoluta che ha acura la persona, non un generico edastratto individuo solitario, ma lapersona frutto di un insieme di va-lori etici e di un sistema di relazioniche trovano radici nel concetto dicivis: nel legame tra il singolo e lacollettività.La persona si esalta nel quadro so-ciale, nei corpi intermedi come lascuola, le associazioni o le imprese.Come si collega a tutto questo l’art.32 che definisce la salute come undiritto fondamentale dell’indivi-duo, ma allo stesso tempo dellacollettività?Tutti i diritti costituzionali sono in-violabili (violabili dunque solo dopotrasgressione di una norma). Soloquello alla salute è definito fonda-mentale, ma lo è per il singolo in re-lazione alla comunità. Alla base vi èuna riflessione che trova corrispon-denza anche nelle indicazioni del-l’OMS (Organizzazione mondialedella sanità) che considera la salutecome un bene risultato dell’equili-brio migliore tra dimensione fisica,psichica, sociale ed emotiva.E’ altresì vero che la Costituzionedefinisce che la salute del singoloporta conseguenze sul tessuto so-ciale e familiare all’interno del qualeè inserito. Per questo l’individuo hanon solo il diritto, ma anche il do-vere di mantenere il proprio stato disalute.Se la salute è interesse della collet-tività ogni soggetto non può fare ameno di tale valore, perché il suobenessere ha un riflesso sul mondoesterno e per questo non ne disponecompletamente. L’Art. 13 sanciscela Libertà, ma vieta ad esempio ilsuicidio o l’istigazione al suicidio.Quali sono le linee che hannoportato i legislatori a tali defini-zioni?Alla base vi è un concetto delloStato come Ente e non come madreimpositiva e regolatrice. Uno Statoespressione dei cittadini e delle As-

BENITO MELCHIONNA

27.1.1938 Castel Baronia (AV)Coniugato, tre figlie, sei nipoti

ESPERIENZA LAVORATIVA- Dal 1956 al 1959 presta servi-zio come Agente di custodiapresso il carcere “San Vittore” diMilano;- Dal 1960 al 1962 è dattilografopresso la Corte di Cassazione;- Dal 1963 al 1965, vincitoredi pubblico concorso, è funzio-nario presso il Ministero del Tu-rismo in Roma;- Dal 1966 al 1969, vincitore di pubblico concorso, è funzionario direttivopresso la segreteria del Ministro dei Lavori Pubblici in Roma;- Nel 1969 è vincitore del concorso in Magistratura e, dopo il tirociniocome uditore giudiziario presso la Procura della Repubblica di Roma, nel1970 è assegnato alla Pretura di Crema con le funzioni di Pretore;- Dal 1973 al 1982 svolge le funzioni di Giudice Istruttore presso il Tri-bunale di Bergamo, impegnandosi in particolare nelle complesse inchie-ste relative al terrorismo eversivo e ai reati associativi di stampo mafioso(sequestri di persona ad iniziare da quello del piccolo Mirko Panattoni nel1973, riciclaggio di danaro sporco, ecc.);- Dal 1982 al 1996 svolge le funzioni di Consigliere Pretore Dirigentepresso la Pretura di Crema, contribuendo con successo alla evoluzionedella prima giurisprudenza in materia ambientale; - Dal 1996, quale magistrato di Cassazione, svolge per dodici anni le fun-zioni di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crema;- Dal 16 luglio 2008 è collocato in quiescenza a sua richiesta, avendoeffettuato oltre 52 anni di attività continuativa al servizio dello Stato.

TITOLO CONSEGUITOProcuratore generale aggiunto della Corte Suprema di Cassazione.

IMPEGNI PROFESSIONALI IN ATTO- Dall’anno accademico 2008/2009 e tuttora è docente di “Diritto Penaledell’Ambiente” presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università UNISU(Università telematica delle Scienze Umane) in Roma.- Dal luglio 2009 è “consulente” della Commissione Bicamerale Parla-mentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.- Dal gennaio 2010 è “esperto” del Comitato economico e sociale euro-peo (CESE) – Unione Europea in Bruxelles.- Dal marzo 2010 è componente del Comitato di Valutazione dell’AziendaSanitaria Locale, ASL della Provincia di Bergamo.- Dall’agosto 2010 è Presidente dell’Organismo di Valutazione di ABF(Azienda Bergamasca di Formazione) della Provincia di Bergamo.- Dal gennaio 2011 è Presidente del Comitato di Valutazione presso l’As-sociazione Artigiani – Confartigianato di Bergamo.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE- Formazione giovanile teologica (1948-1954) presso i monasteri del-l’ordine benedettino di Nemi (RM) e di Monte Oliveto Maggiore (SI).- Segue quindi studi di indirizzo classico a Napoli, Milano e Roma.- Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Siena, contesi in filosofia del diritto sul concetto di libertà nell’”umanesimo inte-grale” di Jacques Maritain.- Frequenta, con attestati di profitto, presso istituzioni culturali accreditate inItalia e all’estero, seminari e corsi di formazione e di specializzazione in Dirittodell’Amministrazione Pubblica, Diritto Sanitario e Diritto dell’Ambiente.

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sociazioni che, come AIDO, sonomodelli organizzativi espressionedel concetto greco di Polis, di uncollegamento tra il singolo e la col-lettività.Come s’inserisce in questo qua-dro la Legge sui trapianti del 29-2-93, evoluzione di quella del ‘75,e poi aggiornata nel ‘99? Quali ipunti efficaci e quali quelli che inquesti anni non si sono dimo-strati corretti?La legge del ‘75, alle cui fasi prepa-ratorie e di pensiero ho partecipato,ha reso più semplice il meccanismodell’accertamento della morte e, purnella totale garanzia delle fasi diprelievo, ha ampliato la rosa dei po-tenziali donatori, creando un effi-cace sistema di incrocio tradomanda ed offerta.Sono rimaste aperte però alcuneproblematiche come quella del si-lenzio assenso. La Legge 91/99sancisce che su tutto il territorio na-zionale gli amministratori, di ogniordine e grado, dovrebbero pro-muovere una campagna di informa-zioni volta a spingere i cittadini adesprimere la propria volontà sultema della donazione di organi e chedopo 180 giorni da tale attività in-formativa il silenzio possa conside-rarsi assenso. In realtà per carenzadi fondi e di strutture nessuna am-ministrazione riesce ad organizzarequesta campagna d’informazione edunque i cittadini non sono e nonpossono considerarsi informati.Come smuovere dunque l’opi-nione pubblica ad esprimersi?Come creare un movimentod’opinione ancora più forte ?Non è possibile obbligare i cittadiniin questo senso, ma è giusto sia così.Lo Stato non deve essere impositivo,ma deve invece essere espressione diuna società capace di comprenderedall’interno l’importanza di temi so-ciali così profondi perché d’interessecollettivo.Ecco che torniamo alla dimensioneche ognuno di noi ha all’interno diuna rete entro la quale le Associa-

ATTIVITÀ DI DOCENZA- Per tutti gli anni ’90 e fino all’Anno Accademico 2000/2001 è docente di“Diritto del Mare” e di “Diritto Costituzionale” presso la Facoltà di Scienze Am-bientali dell’Università degli studi di URBINO.- Negli Anni Accademici 2001/2002, 2002/2003 e 2003/2004 è Docente di“Diritto Informatico” presso l’Università degli studi di MILANO.- Nell’anno 2005 è docente di Diritto dell’Ambiente nel Master Universitario diII livello in Governo del Territorio e delle risorse fisiche presso il Politecnico diMILANO – Polo di Cremona.- Nel quadriennio 2001/2005 è componente del Consiglio Direttivo della Scuoladi Specializzazione per le professioni legali presso la facoltà di Giurisprudenzadell’Università degli studi di BRESCIA.- E’ stato docente di diritto romano in seminari presso l’Università degli studidi BRASILIA (Brasile) e di diritto europeo presso l’Università degli studi di CHI-SINAU (Moldova).- Dal 1982 al 2003 è stato componente-fondatore del Centro Studi Salute-Am-biente della Regione Lombardia in CREMONA. In tale ambito ha approfondito,con saggi e relazioni pubblicati nel corso di oltre 20 anni, il complesso rapportotra la salute e i contesti ambientali, nonché i temi evolutivi della bioetica e inparticolare della responsabilità per colpa nelle prestazioni sanitarie.- Dal 1993 è presidente del Comitato scientifico della Scuola Internazionaledell’Ambiente con sedi in VENEZIA e in ROMA.- Per numerosi anni, per incarico dell’I.Re.F. – Regione Lombardia, è stato do-cente di Diritto e procedura penale nei corsi e nei Seminari di formazione e ag-giornamento per sottoufficiali e ufficiali della Polizia Locale in Cremona, Crema,Bergamo.- Esperto di Diritto Sanitario e di Diritto nella sicurezza nei luoghi di lavoro, siain qualità di magistrato, sia di docente universitario e di saggista.In tale contesto, ha particolarmente approfondito i profili giuridici relativi allabioetica, al consenso informato, al risk management e alla responsabilità percolpa degli operatori sanitari.Da ultimo, in qualità di coordinatore e relatore, ha illustrato dette materie in se-minari e corsi di aggiornamento. In particolare, nei congressi del Collegio deiprimari oncologi (CIPOMO):Vietri sul Mare – novembre 2004; Ravenna - maggio 2005; Siena – aprile2007; Villa Picena (AP) - maggio 2008; Mantello (SO) – 5,6 dicembre 2008;Congresso di Oncologia clinica in Alzano Lombardo (BG); XIV Congresso in Pe-saro, maggio 2010. Ha partecipato, in qualità di relatore e docente, ai congressi:A.I.T.O.G., Stresa – maggio 2005; A.S.L. Cremona – maggio 2005; AziendaOspedaliera Bolognini Seriate – 11.5.2006; Azienda “Spedali Civili” Brescia –maggio 2006; Università Studi di Brescia, Facoltà di medicina e chirurgia –marzo 2006, aprile 2007, aprile 2009 e maggio 2010; Associazione Nazionaledentisti Bormio – marzo 2006; A.R.P.A., Milano – maggio/ottobre 2006; Re-gione Lombardia, I.Re.F. – aprile/maggio 2007; IX Forum di Oncologia, An-cona – maggio 2007; Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate, “aspetti eticodeontologici, normative contrattuali” - ottobre 2008; XI Congresso NazionaleSIPO, Senigallia 1-3 ottobre 2009.- Componente del Comitato Scientifico (Corte di Cassazione) per l’istituzionedel Tribunale Internazionale dell’Ambiente presso l’O.N.U., con contributi scrittinei seminari di Firenze (1991) e di Roma – Campidoglio (1992).- In più occasioni è stato incaricato dal CSM – Consiglio Superiore della Ma-gistratura a svolgere relazioni di docenza nei corsi di seminari di aggiorna-mento professionale per magistrati in Roma.- Ha partecipato e partecipa, con sussidi didattici e come relatore, ad incontridi studio e seminari di formazione-aggiornamento per gli operatori del sistemadelle imprese in materia di ambiente e sicurezza (Confindustria – Unione in-dustriali Bergamo, Confartigianato, Associazione artigiani Bergamo).- Collabora come docente in corsi di formazione presso varie istituzioni sani-tarie (ASL provincia di Bergamo, AO Bolognini di Seriate) ed è attualmente re-sponsabile scientifico del progetto formativo della Fondazione IstitutoOspedaliero di Sospiro (CR).- Dal 14/12/2009 è componente costituente del Comitato etico della comu-nità di recupero “Shalom” di Palazzolo sull’Oglio (BS).- Dal 2007 al 2010 è componente del Comitato di valutazione del codice etico-comportamentale dell’Azienda Ospedaliera “Bolognini” di Seriate (D.Lgs. n.231/2001).- Da giugno 2010 è docente formatore nei corsi EFI di Roma per i mediatoridi conciliazione (D. Lgs. 28/2010).

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zioni, come AIDO, devono diffon-dere informazioni corrette ed effi-caci per smuovere le coscienze. Ilcompito spetta alle formazioni so-ciali e a tutti gli esperti del settore:sono loro i primi ad essere chiamatiin causa direttamente per impe-gnarsi in convegni, incontri, dibat-titi. Certo non è facile perché lanostra è una società distratta, utili-taristica, efficientista, ma l’unica viaper fare comprendere il valore delladonazione e della solidarietà ècreare occasioni di riflessione so-prattutto con i giovani che sarannoi futuri cittadini attivi.Quale la posizione dell’UnioneEuropea su questi temi?Ho l'onore di essere chiamato come"esperto al CESE (Comitato Econo-mico e Sociale Europeo), Organo diconsulenza del Parlamento e dellaCommissione dell'Unione Europea.Il CESE è espressione diretta dellasocietà civile dei 27 Paesi membri.Questo mio osservatorio mi con-sente di vivere dall’interno le deci-sioni prese dall’UE che, devo dire, suquesti temi preferisce non espri-mersi troppo.Dobbiamo ricordare che l’EuropaUnita nasce come MEC (MercatoComune Europeo) su spinta econo-mica e di libera concorrenza. Solocon il trattato di Nizza, e ancor piùcon quello di Lisbona del 2009, si èpassati ad un senso di coesione piùampio sottolineato dal passaggio di

denominazione da Comunità Euro-pea ad Unione Europea.Nonostante questo, ancora oggil’interesse dell’UE è soprattuttoquello di uniformare i regolamentitra i vari Paesi e anche quando siparla di salute del cittadino lo fa inun’ottica economica (ad esempio lenorme di sicurezza sul lavoro).Anche in questo caso dunque tor-niamo all’importanza delle forma-zioni sociali che addirittura, dopo unlungo lavoro, sono riuscite a fare di-chiarare il 2011 Anno Europeo delVolontariato.Quale ruolo può avere dunquel’Europa?Può essere lo strumento per metterein rete le risorse e le eccellenze cosìcome avviene per la “Banca Dati”che ha sede a Londra e mette in re-lazione tutte le esigenze presentinelle varie nazioni”.L’Europa rappresenta dunque ilfuturo?Sì soprattutto se in un contesto con-tinentale si riusciranno a sfruttareal meglio le potenzialità delle nuovetecnologie. Il compito degli Statimembri sarà poi quello di utilizzaretutto questo per creare una societàcivile più coesa e partecipativa a par-tire dai giovani. La scuola è dunqueil luogo centrale dove favorire lacrescita di una società migliore, so-lidale, sussidiaria e capace di donare.

Clelia Epis

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Èormai trascorsopiù di unanno dalla pubblicazionedel sito web www.aido-lombardia.it ed è arrivatoil momento per fare qual-

che considerazione sulla stradapercorsa e su quella che resta dacompiere per la crescita di questostrumento di comunicazione.Partito come una scommessa, orapossiamo tranquillamente affer-mare che, all'interno dei numerosistrumenti a disposizione dell'asso-ciazione, ha trovato una sua collo-cazione chiara e indispensabile.Come i più assidui frequentatoriavranno potuto notare, con iltempo è cresciuto sia in qualità chein quantità. L'immediatezza per cuisi contraddistingue, ha permesso direndere disponibili praticamente intempo reale, documenti importantiper tutta l'associazione. Ne sonol'esempio il Piano Socio SanitarioRegionale, il documento del CNT(Centro Nazionale Trapianti) inmerito alla rete nazionale per i tra-pianti, o il documento in merito allecriticità tra CNT e Centro Nazio-nale Sangue, pubblicati con tempe-stività non appena giunti in sederegionale.Un'ottima possibilità per restaresempre aggiornati, senza dover at-tendere per forza gli strumenti car-tacei che si muovono ovviamentecon una velocità diversa. Anche lenews, nel corso del tempo semprepiù ricche e aggiornate, hanno ilpregio di mantenere informati efare cultura della donazione, sia pergli associati che per i semplici cu-riosi. Iscrivendosi alla newsletter poi, èpossibile ricevere direttamentesulla propria casella di posta elet-tronica, le news non appena cari-cate sul sito, senza perciò doversiogni volta preoccupare di control-lare sulla homepage. Un servizio

rapido e utile nel campo dell'infor-mazione. Non sono da sottovalu-tare poi le sezioni dei download conl'archivio storico di PrevenzioneOggi e l'aggiornamento in ante-prima di copertina editoriale esommario del numero in uscita;quella dei corsi e delle scuole cheraccolgono la documentazione deimomenti di formazione più impor-tanti sia per i dirigenti che perquanto riguarda gli interventinegli istituti. C'è poi una sezione

www.aidolombardia.itUn anno dopo...

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eventi dove sono indicati, provinciaper provincia, gli appuntamenti datenere in agenda che vengono se-gnalati dalle Sezioni Provinciali.Per fare in modo che queste sezionisiano sempre più utili e ricche, oc-corre anche una certa attenzione alivello locale. La possibilità di farerete e condividere le informazionipuò far crescere l'Associazione, mapuò facilitare anche la comunica-zione con chi è esterno ad essa.Proprio in quest'ottica si è deciso diinserire i contatti e la composizionedei Consigli Provinciali e i contattidi tutti i Gruppi Provinciali pre-senti sul territorio. Un'operazionedi trasparenza e di vicinanza a tutticoloro che abbiano la necessità diparlare con l'Associazione ad ognilivello.Una crescita che passa anche dal ri-cordo del passato e dalla testimo-nianza di chi ci ha preceduto; per

questa ragione si è deciso di ren-dere disponibile un archivio foto-grafico di tutto rispetto. Ad oggi sicontano più di cinquemila fotogra-fie caricate su un apposito conteni-tore web, già visionabili ed oltretremila, in attesa di inserimento.Nel corso dei prossimi mesi, verràaffinata la descrizione delle stesse ela suddivisione, al fine di renderepiù fruibile questo archivio. Nelleimmagini c'è la storia dell'Aido; iprimi scatti inseriti nel database ri-salgono ai primi anni settanta,quando l'associazione compiva iprimi passi. Con orgoglio que-st'anno celebriamo il quarantesimodi fondazione che ci riporta aitempi in cui il Cav. Giorgio Brumatdiede forma alle sue intuizioni.Per chi c'era, e per chi è arrivatodopo, fino ai nostri giorni, questefotografie raccontano la storia, ipassaggi assembleari, le energiespese da migliaia di volontari percontribuire al raggiungimentodegli obiettivi dell'Aido. Questastoria racconta e certifica cosa èl'Aido, ed è per questo che si è de-ciso di investire tempo e risorse perrendere l' archivio il più completopossibile.Mancano ovviamente ancora moltipassaggi. Si è deciso di caricare su-bito un gruppo corposo di fotogra-fie per mettere alla prova ildatabase e i metodi di archiviazionee consultazione. Ora che questoprimo passo è stato fatto, verrannoapportate alcune modifiche all'or-ganizzazione e aggiornati alcunidati che al momento non sono pre-senti quale la data di origine delloscatto. Un lavoro enorme ma indi-spensabile per la comprensionedegli archivi e per facilitare la ri-cerca. Si sta pensando poi di fornireun diagramma della struttura condelle spiegazioni per aiutare i menoavvezzi ad utilizzare questi stru-menti nella ricerca e nella naviga-zione. Una volta definiti questi passaggi,si provvederà al caricamento delle

PAESE DOMINIO PAGINE HITS

Italia it 12.318 84.865

Sconosciuto ip 2.163 15.125

Commerciale com 582 1.797

Network net 72 637

Germania de 67 90

Francia fr 53 410

Federazione Russa ru 14 93

Svizzera ch 4 53

Danimarca dk 4 4

Brasile br 4 27

Polonia pl 3 25

Bolivia bo 2 2

Non-Profit Org. org 2 2

Belgio be 2 2

India in 1 1

Argentina ar 1 1

Paesi Bassi nl 1 1

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STATISTICHE SITO PRIMO QUADRIMESTRE

altre tremila immagini già prontee, nel corso degli anni, si conti-nuerà nell'aggiornamento con l'in-serimento delle immagini degliavvenimenti più importanti sia a li-vello regionale, che a livello pro-vinciale e dei gruppi. Il databaseinfatti è diviso in tre grandi macrocategorie (le raccolte): regionale,provinciale e nazionale. Sotto la ca-tegoria provinciale è possibile poitrovare le fotografie dei singoligruppi.Ad oggi, le statistiche predisposteper controllare l'utilizzo del sito, cidicono che degli oltre 100.000 hits(i clic con il mouse all'interno delportale Aido) dall'inizio dell'anno,quasi 63.000 sono stati fatti all'in-terno delle pagine che riguardanol'archivio delle fotografie. Unsegno dell'enorme interesse chequesta sezione suscita in coloro chevisitano il sito.Ci sono però altri dati interessantiche vale la pena di menzionare. Lepagine visitate, sempre dall'iniziodell'anno, sono state più di 15.000con una suddivisione equa tra igiorni della settimana ad eccezionedel week-end e dei giorni di festa,dove gli accessi si riducono. Lostesso dicasi per le ore del giorno:vi sono collegamenti al sito abba-stanza costanti dalle prime ore delmattino (già alle ore 6.00 ci sonoaccessi considerevoli) fino alle22.00 con la punta alle ore 14.00. Ildato più interessante però lo si ri-scontra nei paesi di origine dei con-tatti. Dall'inizio dell'anno fino allafine di aprile, 67 pagine sono stateguardate dalla Germania, 53 dalla

Francia, 14 dalla FederazioneRussa, ma ci sono stati contattianche dalla Danimarca, dal Brasile,dalla Svizzera, dalla Polonia e dalBelgio. Un'apertura verso l'esternoche non ci si aspettava, forse do-vuta solo a curiosità, ma che co-munque rende l'idea dellepotenzialità di internet.Dando un'occhiata al numero di vi-sitatori, questi si attestano ad unamedia di oltre 500 al mese, con unapunta a marzo di 651. In questocaso parliamo di computer singoliche si collegano al sito, si puòquindi presumere che dietro aglischermi, in alcuni casi, ci sia più diuna persona.Possono sembrare poche o tante, aseconda dei punti di vista, ma è unpunto di partenza. Il controllo co-stante di queste statistiche permet-terà di capire se il lavoro svolto è diqualità. Non dovranno però man-care i consigli e le idee dalla basedell’associazione. Comunicazionitempestive delle iniziative, carica-mento del materiale prodotto lo-calmente, fotografie di eventi emomenti associativi dei gruppi,hanno la possibilità di trovare illoro spazio all’interno di questogrande contenitore e renderlo sem-pre più appetibile.Chiaramente siamo solo agli inizi,e il meccanismo va ancora oliato earricchito. Più saprà essere al passocon i tempi, e più riuscirà a racco-gliere il favore degli utenti, piùsaprà raccogliere le idee e le neces-sità dell'Associazione e più si riu-scirà a fare rete.

Paolo Seminati

MESE VISITATORI N. VISITE PAGINE HITS LARG.BANDA

Gennaio 2011 577 718 3.629 18.406 1.11 GBFebbraio 2011 545 743 4.340 28.734 853.23 MBMarzo 2011 651 894 4.340 31.433 1.41 GBAprile 2011 514 692 2.965 24.394 874.00 MB

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Prosegue il progetto per le scuole superiori del Lodigiano“Scintille di Vita”. L’ Aido Provinciale di Lodi partecipa attiva-mente a questo progetto che viene attuato da alcuni annidal Dipartimento di Emergenza dell’Azienda Ospedalieradella Provincia di Lodi e dalla Direzione Formazione sullaPrevenzione dei rischi per la salute.E’ indirizzato ai giovani degli Istituti superiori ed è attuato incollaborazione con l’Ufficio Scolastico di Lodi. Collaboranoa questa corsa l’Asl, La Prefettura, la Provincia di Lodi e l’AidoProvinciale. Il programma prevede una mattinata nel-l’Ospedale di Lodi dove si trattano le seguenti tematiche: lasicurezza stradale, l’abuso di alcool e droghe, il primo soc-corso sul territorio, lo stato critico del paziente, le cure in-tensive di rianimazione, la donazione, il prelievo e iltrapianto di organi. Sempre nella mattinata è prevista unavisita guidata alla terapia intensiva , alla centrale operativadel 118 ed ai mezzi di pronto soccorso. Al termine la testi-monianza di una persona che ha ricevuto un organo. L’Aidolodigiana promuove da sempre la cultura del dono di or-gani dopo la morte a scopo di trapianto terapeutico, sotto-lineando il dono gratuito e disinteressato dopo la morte diuna parte di sé stessi perché altri possano migliorare la pro-pria esistenza ed in alcuni casi, salvare una vita.Grazie alla legge 91 dell’aprile del 1999 in ogni AziendaOspedaliera è stato istituito un proprio Coordinatore localedi prelievi e trapianti; per legge ogni Ospedale dotato di un

reparto di rianimazione e chirurgia è tenuto a fare attività diprelievo. Il Coordinatore dell’Azienda Ospedaliera di Lodi èla Dott.ssa Emanuela Cuccia; a Lei ed a tutto il suo Staff vatutta la nostra gratitudine per il lavoro che hanno svolto eche continuano a svolgere in tutti questi anni.

Il Presidente Aido Provinciale Emerenziano Abbà

Un successola mostra del decennale

Si è chiusa nei giorni scorsi la mostra per i primi diecianni dell'Aido Provinciale di Monza e Brianza che si ètenuta a Giussano. La mostra, ospitata nella Sala Civica- Casa Mazenta di piazza San Giacomo si è conclusacon un notevole successo di pubblico che ha testimo-niato l'affetti che l'associazione ha saputo conquistarsisul territorio.L'esposizione consisteva in una mostra fotografica rea-lizzata con gli scatti raccolti in dieci anni di attività dellaSezione Provinciale e in ben trent'anni di quella gius-sanese, raccogliendo inoltre importanti testimonianzedelle famiglie di donatori d'organi e trapiantati dellanostra Provincia."Sono felice - ha spiegato il Presidente della SezioneProvinciale Aido di Monza e Brianza, Lucio D'Atri - che

questa mostra sia stata accolta con tanto calore. Que-sto dimostra che il nostro intento è stato pienamenterispettato. Il nostro successo infatti è l'impegno dei vo-lontari per sensibilizzare le persone sul tema della do-nazione d'organi e i tanti accorsi a vedere la mostradimostrano che il tema è sentito e che la nostra sceltadi far parlare i trapiantati e le famiglie dei donatori, contestimonianze come quelle presentate in questa occa-sione, possa realmente avvicinare la gente a queste te-matiche".

Notizie dalle Sezioni

Il progetto«Scintille di Vita»

MONZA - BRIANZA

LODI

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«Ciak si dona!»

Un vero e proprio botta e risposta tra finzione e realtà quelloche è stato presentato al pubblico della Sala Consiliare diVerderio Inferiore (g.c.) nella serata di venerdì 4 marzo.Sul "ring" due personalità autorevoli, di due mondi appa-rentemente distanti come quello della medicina e quellodei media: la dottoressa Simona Magni, medico rianima-tore e coordinatore locale per il prelievo di organi e tessutidell'azienda ospedaliera di Vimercate, e Claudio Villa, criticocinematografico, docente, pubblicista, animatore di cine-forum e membro della Giuria del Premio David di Dona-tello."Giudice di gara" il Gruppo Pluricomunale Aido "A. Salo-moni", comprendente i comuni di Imbersago, Padernod'Adda, Robbiate, Verderio Inferiore e Verderio Superiore,che ha promosso l'iniziativa con il patrocinio del comune diVerderio Inferiore a partire da alcune grosse domande ma-turate nei mesi scorsi: Quanto e come il cinema e la televi-sione parlano di donazione e trapianto? Davvero tutti isignificati che questi media veicolano corrispondono aquanto avviene nelle nostre realtà ospedaliere? E che ef-fetto fa tutto ciò sul pubblico? Fa sorgere paure ulteriori oaiuta ad informare? Condiziona le scelte personali dei tele-spettatori?Con l'obiettivo di mettere sul tavolo questi dubbi per poterpermettere ai presenti la maturazione di una scelta perso-nale e consapevole riguardo alla donazione dei propri or-gani post-mortem, gli aidini hanno girato questiinterrogativi agli esperti della serata che hanno aperto uninteressante dialogo tra la realtà della donazione e del tra-pianto e la sua rappresentazione mediatica.In apertura, il critico Claudio Villa ha subito chiarito che negliultimi tempi in tv si è verificato un proliferare di fiction ospe-daliere: l'ospedale sembra essere una delle location prefe-rite delle produzioni italiane e statunitensi, dove svolgereintrecci che riguardano il personale ospedaliero (come inGrey's Anatomy, E.R., Scrubs) e le storie cliniche dei pazienti(come in Doctor House).Lo spettatore mantiene alta l'attenzione su questo tipo diprodotto, che è costruito sul modello della fiction criminale:la malattia, alla stregua di un assassino, sta per compiere ildelitto sul paziente ed il medico interviene perché questonon avvenga. Altre dinamiche profonde determinano ilsuccesso di queste storie: il pubblico può attivare un pro-cesso di catarsi, dove il dolore rappresentato aiuta a riela-borare il dolore vissuto, o può innescare una sorta divoyeurismo, dove il dolore degli altri consola perché non èvissuto in prima persona, non riguarda in maniera diretta.Il concetto di salute, ha sottolineato il medico, non è da con-

siderarsi solo in termini individuali, ma ha una valenza so-ciale e ciò si evidenzia anche nello specifico della donazionedegli organi: una società che dona è anche una società chericeve.La dott.ssa Magni ha, quindi, mostrato la complessità dellafiliera Donazione - Prelievo- Trapianto, evidenziando comein essa sussistano molteplici azioni concatenate e circa uncentinaio di professionisti che operano a diversi livelli.Una rappresentazione puntuale ed efficace di quanto av-viene in questa filiera viene mostrato nella proiezione di unospezzone tratto dal film "Tutto su mia madre" (film del 1999,scritto e diretto da Pedro Almodovar): nella prima parte delfilm un'infermiera della Rianimazione perde tragicamenteil figlio e, con grande dolore, sceglie per la donazione deisuoi organi. Il critico Claudio Villa evidenzia il dualismo pro-fessionalità/dimensione personale, mettendo in luce la di-versità tra le stesse sequenze che riguardano un pazientestandard e le sequenze relative al figlio della amica e col-

Notizie dalle SezioniPADERNO D’ADDA (LC)

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Prevenzione

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lega, e mette in evidenza come la narrazione sistema le con-traddizioni della vita. Negli spezzoni, osserva la dott.ssaMagni, sono stati mostrati aspetti che realmente caratteriz-zano il lavoro ospedaliero (passaggi relativi alla segnala-zione del potenziale donatore, all'accertamento dellamorte, alla comunicazione alla famiglia, alla manifestazionedel consenso, al prelievo degli organi e al trapianto) edaspetti che semplificano la realtà (il potenziale donatoreviene trasferito senza troppe precauzioni in sala operatoria,mentre in realtà questo è un passaggio delicatissimo). Inol-tre, e non a caso, il film spagnolo si espone molto sul temadella donazione di organi: la Spagna è il primo paese euro-peo per numero di donatori per milione di abitanti, ha unbuon livello tecnico di trapianti ed ha elaborato per primouna legislazione in materia; tuttavia, la Comunità Europeaha definito come standard europeo il sistema italiano, cheha messo in campo un modus operandi che tutela al mas-simo la qualità degli organi trapiantati. Il film offre l'occasione al medico rianimatore per chiarire ilconcetto di morte, che spesso genera equivoci, definitodalla Legge 578 del 23/12/1993 come la "cessazione com-pleta e irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo".Una riflessione più specifica sul trapianto avviene attraversole sequenze del film "21 grammi" (film del 2003 diretto daAlejandro González Iñárritu, con celebre interpretazione diSean Penn), che mette a confronto due drammi: quello diun uomo malato che attende un organo (e che vivrà anchel'esperienza del rigetto) e quello di una famiglia distrutta da

un incidente stradale che sceglierà a favore della donazionedi organi. Come ultima proiezione, un altro capolavoro diPedro Almodovar "Parla con lei", film del 2002, presentachiaramente il dramma della realtà degli stati vegetativi, che-come ribadisce la dott.ssa Magni, vista la propria espe-rienza professionale - sono condizioni che si protraggonoper tempi lunghissimi e che determinano pesanti difficoltàdi gestione da parte della famiglia.Il "gong" dell'incontro tra fiction e realtà decide per una me-ritata vittoria di entrambi i relatori che hanno saputo inte-ressare e coinvolgere il pubblico, lasciandolo piacevolmentesorpreso per i temi inediti e soddisfatto per le argomenta-zioni portate.Che altro dire? "Arrivederci alla prossima puntata!"

Elena Sorzi

La festa per i trent’annidel Gruppo Comunale

Come da invito ricevuto dal Presidente del Gruppo Co-munale di Piadena, sig. Enrico Tavoni, ho partecipatoalla festa per i 30 anni di fondazione del Gruppo locale.Erano presenti i rappresentanti dei Gruppi Comunalidi Cremona, Piadena, Casalbuttano, Gussola, Casal-maggiore oltre alla Sezione Provinciale di Cremonarappresentata dalla Vice Presidente Giovanna Fava-grossa. Oltre a questi erano presenti i labari delle Se-zioni AVIS di Piadena e Calvatone. Trattandosi di unGruppo pluricomunale, erano presenti i Sindaci dei Co-muni di Piadena, Torre de’ Picenardi, Drizzona e Calva-tone. Al saluto del Sindaco di Piadena sig. BrunoTosatto è seguita la esposizione del Presidente delGruppo sig. Enrico Tavoni il quale ha ricordato il per-corso effettuato dal Gruppo e come si sia inserito nelpercorso più ampio che ha seguito l’intera Associa-zione. Anche il sottoscritto ha effettuato un breve in-tervento durante il quale ha sottolineato cosa rappresenti un traguardo di trent’anni di associa-

zione e come questo non sia un traguardo ma uno sti-molo per il futuro. Al termine della breve cerimonia èstata data una targa ricordo al Dirigente Scolasticodelle Scuole di Piadena per la collaborazione che haprestato all’attività del Gruppo nella scuola. Gli alunniavevano infatti realizzato con il polistirolo una com-posizione che rappresentava un gruppo di persone le-gate tra loro dallo stemma dell’Aido e ciascunaproponeva un organo da donare. Èseguita la S. Messa durante la quale il celebrante hapiù volte sottolineato il significato dell’opera dell’Aido.

Duilio VillaVicepresidente Regionale

Notizie dalle Sezioni

PIADENA (CR)

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BergamoSezione 24125 - Via Borgo Palazzo, 90 Presidente: Monica VescoviTel. 035.235326Fax [email protected]

Cremona Sezione 26100 - Via Aporti 28Presidente: Daniele ZanottiTel./Fax [email protected]

Lecco Sezione 23900 - C.so Martiri Liberazione, 85Presidente: Vincenzo RennaTel./Fax 0341.361710 [email protected]

LodiSezione 26900 - Via C.Cavour, 73Presidente: Emerenziano AbbàTel./Fax [email protected]

Brescia Sezione 25128 - Via Monte Cengio, 20Presidente: Lino LovoTel./Fax 030.300108 [email protected]

Como Sezione Presso A.O. Ospedale Sant'Anna22100 - Via Napoleona 60Presidente: Mario Salvatore BoscoTel./Fax 031.279877 [email protected]

Aido Consiglio Regionale Lombardia Sede: 24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Presidente: Leonida Pozzi Tel. 035.235327 - Fax 035.244345 [email protected]

Aido Nazionale Sede: 00192 Roma, Via Cola di Rienzo, 243 Presidente: Vincenzo PassarelliTel. 06.97614975 - Fax 06.97614989 [email protected]

Brescia

Bergamo

Sondrio

Melegnano - MelzoLegnanoMilano

Lecco

ComoVarese

Pavia Lodi

Cremona Mantova

L’A

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Mantova Sezione 46100 - Via Frutta, 1Presidente: Antonella Marradi Tel. 0376.223001Fax [email protected]

LegnanoMelegnanoMelzoSezione Pluricomunale20066 - Melzo (Mi)Via De Amicis, 7 Presidente: Felice RivaTel./Fax 02.95732072 [email protected]

Monza-BrianzaSezione Provinciale20052 - Monza (Mi)Via Solferino, 16 Presidente: Lucio D’AtriTel.039.3900853Fax [email protected]

MilanoSezione Pluricomunale20159 - Piazzale Maciachini, 11 Presidente: Maurizio SardellaTel./Fax [email protected]

Pavia Sezione Presso Policlinico Clinica Oculistica27100 - Piazzale Golgi, 2 Presidente: Luigi RiffaldiTel./Fax 0382.503738 [email protected]

Sondrio Sezione23100 - Via Nazario Sauro, 45Presidente: Franca BonviniTel./Fax [email protected]

Varese Sezione21100 - Via Cairoli, 14Presidente: Roberto BertinelliTel./Fax [email protected]

Monza - Brianza

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