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Stefania Cuccu – formatrice Laboratorio Progettazione Partecipata Sardegna Guido Atzori, Federica Falgio, Maura Fiori, Daniela Fonnesu, Francesca Piras, Michele Piras, Clara Pisu, Liliana Popescu, Agnese Schirru

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Stefania Cuccu – formatrice Laboratorio Progettazione Partecipata Sardegna

Guido Atzori, Federica Falgio, Maura Fiori, Daniela Fonnesu, Francesca Piras, Michele Piras, Clara Pisu, Liliana Popescu, Agnese Schirru

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INTRODUZIONE ................................................................................................................................................. 3

BREVE REPORT DELLE ATTIVITÀ SVOLTE ........................................................................................................ 4

SCHEDA DI STRUTTURAZIONE DEL PERCORSO PARTECIPATO ................................................................. 11

REGOLAMENTO DELLA BUONA PARTECIPAZIONE .................................................................................... 12

INFORMAZIONE/DIVULGAZIONE AI POTENZIALI STAKEHOLDERS ......................................................... 14

SCHEDA PROGETTO ........................................................................................................................................ 17

ELEMENTI ANALISI DEL CONTESTO .............................................................................................................. 18

MAPPA DEGLI ATTORI ..................................................................................................................................... 29

MAPPA DI PIANI E PROGETTI ......................................................................................................................... 32

ANALISI DELLE BUONE PRASSI, NORMATIVE E ASSI DI FINANZIAMENTO.…………………………………………….33

ALBERO DEI PROBLEMI ................................................................................................................................... 39

ALBERO DEGLI OBIETTIVI ............................................................................................................................... 40

AMBITI DI INTERVENTO ................................................................................................................................. 40

QUADRO LOGICO ........................................................................................................................................... 41

SINTESI E CONCLUSIONI ............................................................................................................................ ..... 43

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La partecipazione come strategia di coinvolgimento degli attori rilevanti e di mobilitazione di nuovi attori nei processi decisionali, è un processo di progettazione collettiva, che in una fase in cui la complessità dei problemi da affrontare cresce a fronte di risorse sempre più scarse, il terzo settore può utilizzare per prefigurare non solo decisioni di intervento condivise, ma proposte di progetti di cambiamento sostenibili.

Ma in quali ambiti, con chi e come attivare alleanze che promuovano modalità innovative di intervento per offrire risposte ai bisogni emergenti e/o sedimentati, per prendersi cura dei beni comuni, agendo nei territori per la costruzione di capitale sociale e per la partecipazione ai processi di sviluppo?

In quali ambiti, con chi e come attivare alleanze che sviluppino progetti di cambiamento efficaci e capaci di fare riferimento a bacini di risorse alternative o complementari al finanziamento pubblico, così da renderli più facilmente sostenibili?

Il Laboratorio di progettazione partecipata ha voluto aprire ai partecipanti nuove prospettive, costruendo la “cassetta degli attrezzi” per organizzare e sperimentare percorsi partecipati articolati e complessi, considerando la progettazione partecipata come uno strumento per intervenire in termini di rafforzamento del senso di appartenenza alla comunità locale e per incentivare il dialogo e la collaborazione tra i diversi attori.

Gli incontri del Laboratorio, hanno sperimentato e valorizzato un concreto di progettazione partecipata, organizzando e mettendo in atto le fasi principali del processo, dall’impostazione alla presa di decisioni collettiva, sulla base del principio metodologico dell’””.

Il presente lavoro riporta, dopo un breve report delle attività svolte dal gruppo del laboratorio regionale, gli output del percorso laboratoriale svolto.

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Il Laboratorio è stato un work in progress i cui step sono stati definiti a livello nazionale in sinergia con i formatori delle altre regioni ed il formatore nazionale; i contenuti effettivi del lavoro sono emersi dal processo attivato con i partecipanti al laboratorio.

Nel periodo tra maggio e dicembre 2012 si sono svolte le attività formative.

Il , a Napoli, ha preso avvio il laboratorio di Progettazione Partecipata della Sardegna.

Partecipanti presenti: Guido Atzori; Daniela Fonnesu; Federica Falgio; Clara Pisu; Liliana Popescu

L’obiettivo principale dell’incontro è stato quello di favorire la conoscenza reciproca dei partecipanti e agevolare la messa in comune delle competenze/conoscenze/esperienze personali per il raggiungimento di obiettivi di gruppo nell’ambito della progettazione partecipata.

Il programma dell’incontro ha previsto la presentazione dei partecipanti (Chi sono?) e la condivisione delle esperienze (Cosa metto a disposizione?), attraverso la metodologia del lavoro di gruppo e tramite l’utilizzo di specifiche tecniche formative, prevalentemente di icebreaking.

L’incontro ha avuto inizio alle ore 9,00 e termine alle ore 12,30 e i partecipanti, seduti in cerchio, attorno ad un tavolo, hanno raggiunto l’obiettivo prefissato, ovvero quello della conoscenza e socializzazione del gruppo regionale, della valorizzazione delle diverse esperienze nel gruppo regionale e della definizione/validazione dell’ambito e del contesto di intervento

Il , si è reso necessario un ulteriore incontro regionale con il gruppo di progettazione partecipata finalizzato al riallineamento rispetto al percorso delle persone assenti nel I laboratorio e alla conclusione dei lavori iniziati nel corso del primo laboratorio. L’incontro ha avuto inizio alle ore 17,30 ed è terminato alle ore 19,30.

Sono presenti Guido Atzori, Maura Fiori, Daniela Fonnesu, Francesca Palmas, Francesca Piras, Clara Pisu, Liliana Popescu, Agnese Schirru.

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Nel , i partecipanti hanno inoltre lavorato a distanza, sotto la supervisione della formatrice, alla stesura di un primo documento sulla Progettazione Partecipata (si veda documento allegato dal titolo “La Progettazione Partecipata”), documento che verrà perfezionato dallo stesso gruppo per la fine del percorso formativo. Il contributo sulla progettazione partecipata (un elaborato scritto) riguarda:

- come si progetta in modo partecipato (attraverso una ricerca o tramite la descrizione di un'esperienza reale vista o vissuta);

- quali possono essere le fasi di una progettazione partecipata;

- esperienze personali o professionali di progettazione partecipata;

- riflessioni su importanti aspetti da tenere in considerazione nelle fasi di progettazione partecipata.

Nel , il gruppo di lavoro ha iniziato a concentrarsi sull’analisi del tema suggerito dal gruppo di pilotaggio ovvero "il ri-uso di beni, mobili e immobili, appartenenti al settore pubblico, nell'ottica della green economy".

Il gruppo ha così iniziato un altro importante lavoro a distanza, ovvero quello di individuare un oggetto concreto, di effettiva conoscenza, secondo i criteri già dati dal gruppo di pilotaggio.

PRIMA IPOTESI : immobile nel territorio del Sulcis Iglesiente.

SECONDA IPOTESI: edificio della ex scuola edile, ormai dismessa. Costruzione con tre stanze più una sala cablata per i computer. La struttura è adiacente alla scuola professionale di Guspini.

TERZA IPOTESI: Ex tettoia ricovero quadrupedi Ubicazione Via Borgo Sant’Elia, Cagliari. Ex ricovero per quadrupedi dell’Esercito Italiano.

Il il gruppo si è riunito con la formatrice in un incontro su Skype.

Partecipanti: Maura Fiori, Michele Piras, Guido Atzori, Daniela Fonnesu.

Ha posto al vaglio tutte le proposte e ne ha scelto una (vedi seconda ipotesi), sulla base di criteri oggettivi quali maggiore concretezza, opportunità, fattibilità.

Il , a Tramatza (OR), si è svolto il laboratorio regionale.

Partecipanti: Guido Atzori; Daniela Fonnesu; Federica Falgio; Liliana Popescu; Michele Piras; Francesca Piras; Maura Fiori.

La metodologia adottata è stata quella del lavoro di gruppo strutturato e lezione frontale interattiva.

Gli obiettivi di gruppo, raggiunti, sono stati: validare l’oggetto del percorso partecipativo (coincidente con la scelta dei microtemi regionali)dei singoli laboratori regionali; individuare promotori/regista/leader, livello di partecipazione proposto (se informazione, consultazione, co-progettazione, o altro), fase di attivazione del livello di partecipazione scelto; identificare stakeholders e loro rilevanza, contesto, norme, progetti e buone prassi.

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L’incontro formativo ha avuto inizio alle ore 8,00 e si è concluso alle ore 17,00. I partecipanti hanno iniziato la validazione dell’oggetto di progettazione partecipata individuato. Successivamente, si sono interrogati su quali fossero i livelli di progettazione possibili (se informazione, consultazione, co-progettazione, o altro) e hanno dato collocazione alla progettazione partecipata nel loro lavoro. In seguito, hanno identificato le figure coinvolte nel processo di partecipazione, dai promotori, registi e facilitatori agli stakeholders e la loro rilevanza.

I partecipanti hanno lavorato molto bene e armonicamente, raggiungendo gli obiettivi prefissati (da ultimare in un incontro intermedio a causa della mancanza di tempo in rapporto al carico di lavoro).

Nel mese di luglio, il gruppo ha lavorato a distanza per la produzione dell’analisi del contesto e delle buone prassi.

il il gruppo si è incontrato su skype con la formatrice per concludere i lavori non ultimati nel corso del laboratorio del 7 luglio.

Partecipanti: Agnese Schirru, Clara Pisu, Francesca Piras, Guido Atzori, Maura Fiori.

Il il gruppo si è recato a Guspini con la formatrice al fine di iniziare una prima pianificazione in vista dell’invito agli stakeholders e per fare un sopralluogo al bene.

Partecipanti: Daniela Fonnesu, Clara Pisu, Francesca Piras, Guido Atzori, Liliana Popescu.

Il si è svolto a Cagliari, Il laboratorio presso i locali del CSV Sardegna Solidale Inizio ore 15,30 Fine ore 19,30. La formatrice e i partecipanti hanno condiviso e analizzato la scheda di progettazione e il regolamento di partecipazione. Successivamente, è stata confermata l’ipotesi logistica relativa allo svolgimento del whorkshop di identificazione a Guspini, in un locale luminoso, con sedie movibili e con spazi per l’utilizzo di cartelloni e post-it. Il gruppo di progettazione, assieme a quello di comunicazione, hanno definito la campagna di comunicazione da arttuare per l’invito agli stakeholders.

Partecipanti: Maura Fiori; Daniela Fonnesu; Michele Piras; Francesca Piras; Clara Pisu.

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Il incontro su Skype giovedì 18 ottobre, a partire dalle ore 15,00 e fino alle ore 18,00 al fine di validare la selezione degli stakeholders da invitare e le modalità con le quali effettuare gli inviti.

Partecipanti: Daniela Fonnesu, Clara Pisu, Schirru Agnese.

Il Inizio ore 09,00 Il laboratorio si è svolto presso l’aula consiliare del Comune di Guspini per la quale il gruppo di progettazione aveva preventivamente provveduto a richiedere l’autorizzazione all’utilizzo e ne ha ricevuto nulla osta formale. Il laboratorio ha previsto un primo momento di condivisione con il gruppo di lavoro circa l’attività che si stava per implementare. Successivamente, il gruppo, ha predisposto il setting per uno svolgimento ideale del workshop, ovvero: sedute in posizione semicircolare, posizionamento dei cartelloni per la costruzione dell’albero dei problemi, posizionamento della domanda chiave da porre agli stakeholders. L’incontro ha visto la partecipazione del Sindaco di Guspini, Rossella Pinna, di un assessore del Comune di Guspini, Enrica Olla e di due assessori della provincia del Medio Campidano, Gianluigi Piano e Giuseppe De Fanti. Il workshop ha preso avvio con la presentazione e condivisione con gli stakeholders del regolamento della buona partecipazione e con la compilazione, da parte degli stessi, della liberatoria per la privacy. Successivamente, tutti gli attori coinvolti sono stati invitati a riflettere sui problemi relativi al tema identificato, ragionando in termini di cause ed effetti rispetto agli stessi. Con l’ausilio di una tecnica di visualizzazione, è stato costruito un “albero dei problemi” e una clusterizzazione delle aree problematiche emerse. Fine ore 12,30 Partecipanti: Guido Atzori; Maura Fiori; Daniela Fonnesu; Francesca Piras; Clara Pisu; Agnese Schirru.

Il Inizio ore 08,00 Il laboratorio è iniziato con una riflessione di gruppo circa il Workshop di Identificazione avvenuto a Guspini qualche giorno prima.

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Successivamente il gruppo ha analizzato l’Albero dei Problemi e ne ha fatto una riflessione, analizzando la declinazione in Albero degli Obiettivi. In seguito, sono stati analizzati i cluster emersi dall’analisi dei problemi e sono stati selezionate due aree prioritarie di intervento. Tali aree, verranno esplorate nel Workshop di Progettazione. Per la preparazione al secondo workshop, il gruppo ha analizzato il Quadro Logico e lo ha declinato in termini di obiettivi generali e specifici e ha riflettuto sulla complessità del lavoro di individuazione delle attività da implementare per ciascuna area (lavoro che faranno gli stakeholders nel secondo workshop). Il gruppo ha definito gli stakeholders da invitare, scegliendo di allargare gradualmente il processo partecipativo, confidando nell’invito di un dirigente scolastico e di un’associazione giovanile. E’ stata ipotizzata la logistica. E’ stato condiviso che il laboratorio avrebbe chiesto la preparazione di una nuova locandina al laboratorio di comunicazione. Fine ore 16,00 Partecipanti: Guido Atzori; Daniela Fonnesu; Francesca Piras; Michele Piras; Clara Pisu; Liliana Popescu.

Il Il gruppo si incontrerà su Skype il 22 novembre prossimo, al fine di completare i lavori di progettazione del Workshop di Progettazione e riallineare gli assenti al laboratorio del 18 novembre 2012.

Partecipanti: Guido Atzori, Maura Fiori, Daniela Fonnesu, Michele Piras, Clara Pisu, Agnese Schirru.

L’ il laboratorio si è svolto presso l’aula consiliare del Comune di Guspini per la quale, anche in questa circostanza, il gruppo di progettazione aveva preventivamente provveduto a richiedere l’autorizzazione all’utilizzo e ne ha ricevuto nulla osta formale. Il laboratorio ha previsto un primo momento di condivisione con il gruppo di lavoro circa l’attività che si stava per implementare. Successivamente, il gruppo, ha predisposto il setting per uno svolgimento ideale del workshop, ovvero: sedute in posizione semicircolare, posizionamento dei cartelloni per la costruzione del Quadro Logico. L’incontro ha visto la partecipazione del Sindaco di Guspini, Rossella Pinna, di un assessore del Comune di Guspini, Enrica Olla, di due assessori della provincia del Medio Campidano, Gianluigi Piano e Giuseppe De Fanti e di due componenti dell’associazione di giovani Guspini 2.0, Giorgia Massa e Nicola Fadda. Il workshop ha preso avvio con la presentazione degli stakeholders e con la compilazione, da parte di chi non era presente al

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precedente workshop, della liberatoria per la privacy. Successivamente, tutti gli attori coinvolti sono stati invitati a riflettere sulle aree di intervento scaturite dall’analisi degli obiettivi e identificazione di rispettivi clusters ovvero: Spazi Fisici, Disoccupazione Giovanile, Integrazione tra Stakeholders e Green Economy . Con l’ausilio di una tecnica di visualizzazione, è stato costruito un contenuto che è successivamente confluito nel “Quadro Logico”.

Partecipanti: Guido Atzori, Maura Fiori, Michele Piras, Clara Pisu, Liliana Popescu.

Il , presso l’hotel Mistral di Oristano, si è svolto l’ultimo incontro laboratoriale. Il gruppo ha lavorato alla revisione e al confezionamento del Prodotto Finale definitivo del Laboratorio (già predisposto dalla formatrice) e per la preparazione della relazione per l’Agorà regionale prevista nella sessione pomeridiana.

Partecipanti: Guido Atzori, Daniela Fonnesu, Michele Piras, Liliana Popescu, Agnese Schirru.

Il percorso formativo del laboratorio di progettazione partecipata si è articolato secondo il calendario indicato nella seguente tabella:

13 maggio 2012

29 maggio 2012

02 luglio 2012

07 luglio 2012

30 luglio 2012

10 settembre 2012

15 ottobre 2012

18 ottobre 2012

13 novembre 2012

18 novembre 2012

22 novembre 2012

11 dicembre 2012

19 gennaio 2013

Agli incontri face to face e via Skype vanno aggiunti i numerosi scambi di e-mail tra i partecipanti, i quali, con la costante supervisione della formatrice, hanno potuto svolgere numerosi lavori a distanza e elaborare una serie di materiali raccolti in questo documento.

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IL PERCORSO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA DELLA REGIONE SARDEGNA

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Al fine della trasparenza del processo partecipativo messo in campo, i partecipanti ai workshop di progettazione partecipata adottano il seguente “Regolamento”: Art. 1 Gli incontri di progettazione partecipata sono mirati all’identificazione di un’idea progettuale condivisa sul tema “Il riutilizzo d un bene pubblico in disuso: come renderlo un’opportunità per l’integrazione intergenerazionale finalizzata alla green economy”. In particolare si mira a Sperimentare un percorso di progettazione partecipata che consenta di: • determinare un rafforzamento-accrescimento di competenze collettive • costruire un progetto collettivo producendo decisioni più efficienti, più eque, più sagge, più stabili e più facili da attuare • facilitare la nascita di nuove relazioni tra i partecipanti o rafforzare quelle esistenti, generando cooperazione e fiducia. Le attività di partecipazione sono finalizzate a “Identificare e formulare l’idea progettuale di un intervento a rete, che riguardi il riutilizzo di beni in disuso, nell’ottica della tutela e salvaguardia ambientale, dell’eco-sostenibilità, che sia sensibile alla tematica della collaborazione tra le generazioni, attraverso un’esperienza di progettazione partecipata, che affronti in modo sinergico il tema individuato come prioritario, attivando risorse materiali ed immateriali, mettendo a frutto relazioni, competenze e abilità” Art. 2 L’attuazione della partecipazione come assunzione di corresponsabilità, si concretizza nei workshop di identificazione e progettazione. Le fasi di lavoro del workshop di identificazione sono le seguenti: - Analisi dei problemi (costruzione dell’albero dei problemi) - Identificazione degli obiettivi (costruzione dell’albero degli obiettivi) - Individuazione degli ambiti di intervento (clustering). Le fasi di lavoro del workshop di progettazione sono le seguenti: - Scelta degli ambiti di intervento (scoping) - Definizione del Quadro Logico: obiettivi generali, obiettivi specifici, risultati e attività. Art. 3 Il percorso partecipativo sarà facilitato dalla dott.ssa Stefania Cuccu, formatrice per il laboratorio di progettazione partecipata della Sardegna all’interno del percorso formativo “Formazione Quadri del Terzo Settore” L’approccio che si adotterà è quello del “Project Cycle Management” (PCM), che utilizza la metodologia di progettazione partecipata GOPP –-Goal Oriented Project Planning – basata su un processo di progettazione per obiettivi. Nel primo incontro del tavolo tematico si provvede alla illustrazione delle regole di partecipazione e della liberatoria sulla privacy che deve essere sottoscritta e firmata dal referente dell’organizzazione o dal suo delegato partecipante. Art. 4 Il processo partecipato si fonda sui seguenti principi:

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1. Uguaglianza: chiunque sia “portatore di interesse” rispetto ad una decisione ha pari opportunità 2. Diversità: la discussione tra soggetti “diversi” produce novità ed apprendimento 3. Reciprocità: chi partecipa si deve porre in ascolto anche delle altre posizioni 4. Qualità della discussione: i partecipanti dovrebbero considerare i propri interessi e valori in un contesto più ampio Nell’ambito dei principi enunciati, ed al fine di giungere ad un risultato soddisfacente i partecipanti si impegnano al rispetto delle seguenti “regole della buona partecipazione”: • Avere un atteggiamento aperto e democratico, disposto ad ascoltare con rispetto le opinioni altrui; • Accettare le modalità di lavoro proposte dal conduttore e/o dal facilitatore; • Offrire osservazioni propositive e critiche costruttive; • Intervenire con un linguaggio semplice e sintetico, facendo interventi brevi e precisi; • Partecipare attivamente ai gruppi di lavoro, mettendo a disposizione le proprie conoscenze e competenze; • Prendere l’impegno di partecipare agli incontri programmati.

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Il coinvolgimento degli stakeholders è avvenuto attraverso differenti fasi:

I fase: identificazione delle migliori modalità di coinvolgimento degli stakeholders. Il gruppo di Progettazione Partecipata ha incontrato il laboratorio di Comunicazione e assieme hanno stabilito le migliori modalità di contatto e invito agli stakeholders.

II fase: ideazione e progettazione di una locandina di pubblicizzazione dell’evento, costruita con il supporto del laboratorio di Comunicazione.

III fase: identificazione dei contatti e-mail e telefonici degli stakeholders. Scelta dell’invio e-mail attraverso la casella di posta istituzionale FQTS.

IV fase: ideazione, progettazione e invio, agli stakeholders, di una e-mail di invito contenente in allegato la locandina di pubblicizzazione, il regolamento della buona partecipazione, la scheda di progettazione partecipata e la scheda di partecipazione con liberatoria privacy;

V fase: incontro o telefonata allo stakeholders per conferma ricezione invito e partecipazione all’evento.

I contenuti del percorso sono stati condivisi da parte dei partecipanti e della stessa formatrice nel corso degli incontri laboratoriali ma anche nell’ambito delle Agorà regionali.

Di seguito si riportano, rispettivamente, locandina del Workshop di Identificazione e locandina del Workshop di Progettazione.

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Il tema nazionale scelto per la progettazione partecipata è stato: " ".

Nell'ambito di questo macro tema, sono state proposte due linee di intervento. Tra queste, è stata scelta (sempre a maggio, in occasione dell'incontro di Napoli) quella relativa alla "".

A questo punto, il Gruppo di Pilotaggio regionale ha proposto al gruppo di lavorare ad una declinazione più specifica del tema, ovvero: "".

Il gruppo di lavoro, sulla base di tali indicazioni, ha scelto un bene di Guspini, paese situato nella provincia del Medio Campidano. Si tratta dell’ex scuola edile, adiacente all’attuale istituto scolastico Volta. Il bene, attualmente in disuso, consiste in un plesso di quattro locali inseriti nel corpo centrale dell’istituto professionale e di altri tre locali esterni autonomi. La scuola attiva fino al 2006, al suo interno è composta da una sala cablata per l’utilizzo informatico, una sala mensa con annessa cucina e altre due aule scolastiche. Gli altri locali esterni sono stati utilizzati in generale come depositi.

Il gruppo di progettazione partecipata, nel confronto sul possibile riutilizzo del bene, ha pensato di introdurre l'aspetto intergenerazionale (partendo dalla riflessione dell'anziano e del giovane, anche facendo riferimento a progetti come quello promosso da Mondo Digitale).

Ultimamente, il gruppo, anche grazie all'esperienza di Torino, sta riflettendo a buone pratiche come quella della Piazza dei Mestieri e questo, potrebbe mettere in primo piano la categoria giovanile. In realtà, tale riflessione ha trovato supporto nel confronto con gli stakeholders del territorio che ritengono la sfiducia e le criticità formative e occupazionali vissute dai giovani una priorità assoluta nel territorio del Medio Campidano.

Allo stato attuale, le azioni ipotizzate sono prioritariamente quella di entrare in possesso del bene e di averne piena disponibilità (da parte del comune di Guspini) nonché di verificarne le condizioni al fine conoscere lo stato effettivo delle strutture e stabilire la fattibilità di interventi di recupero in un’ottica di eco sostenibilità. Parallelamente, gli stakeholders prevedono di aprire un tavolo permanente, aperto a tutto il territorio, coinvolgendo Pubblico, Privato e Terzo Settore nella progettazione. Ciò al fine di ottenere una progettazione integrata e condivisa da parte dei diversi attori del territorio. Per quanto riguarda le possibilità di sfruttamento degli spazi, al fine di ottenere a breve, medio e lungo periodo, un’offerta formativa più adeguata ai bisogni dei giovani, un aumento della fiduciosità e intraprendenza da parte degli stessi e una maggiore capacità, da parte del territorio, di assorbimento dei giovani in termini lavorativi, sono stati ipotizzati: - Percorsi di acquisizione lingue - Servizio di orientamento scolastico e professionale - Laboratori di atre e design - Laboratori di antichi mestieri - Aperitivi culturali tematici

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- Costruzione spazi ricreativi - Recupero materiali - Polo di formazione e lavoro -Lavorazione alimentari - Fornitura servizi al territorio - Commercio beni prodotti (su internet) - Struttura aperta sulle 24h - Spazio attrezzato per fornitura di beni e servizi

Attualmente, però, questi sono spazi ancora aperti, che hanno bisogno di essere esplorati con l'andare della progettazione partecipata.

Il laboratorio di progettazione partecipata, dopo un'analisi generale del territorio di Guspini, ha messo in evidenza oltre le caratteristiche socio-demografiche, anche aspetti riguardanti il contesto sociale ed economico, ed ha individuato i bisogni emergenti emersi da un confronto con alcuni cittadini ed associazioni del paese guspinese.

Guspini è parte della Provincia del Medio Campidano ed ha una popolazione di 12.469 abitanti1

Andamento demografico della popolazione residente nel comune di dal 2001 al 2010. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

1 Dato del 01/01/2011 rilevato dall' ISTAT

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Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Guspini negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come e dall'Anagrafe del comune.

Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2010.

Anno

Iscritti Cancellati Saldo Migratorio con l'estero

Saldo Migratorio totale DA

altri comuni

DA estero

per altri motivi

PER altri comuni

PER estero

per altri motivi

2002 146 19 31 152 6 0 +13 +38

2003 120 21 3 160 13 0 +8 -29

2004 93 17 1 191 6 0 +11 -86

2005 152 13 4 150 18 3 -5 -2

2006 132 18 2 180 6 3 +12 -37

2007 144 17 0 149 5 0 +12 +7

2008 133 28 0 160 12 0 +16 -11

2009 138 18 2 153 18 1 0 -14

2010 149 36 3 122 9 0 +27 +57

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Il movimento naturale del paese è caratterizzato negli ultimi 9 anni da una differenza sostanziale tra nascite e decessi, in quanto questi ultimi sono di maggior incidenza.

Anno Nascite

Decessi

Saldo Naturale

2002 98 103 -5

2003 96 116 -20

2004 80 104 -24

2005 105 102 +3

2006 90 96 -6

2007 92 100 -8

2008 89 130 -41

2009 111 119 -8

2010 78 109 -31

L'analisi della struttura per età di una popolazione permette di valutare alcuni impatti sul sistema sociale. In questa tabella abbiamo riportato i dati riguardanti le tre fasce di età secondo questa suddivisione: 0-14 anni, 15-64 anni e 65 anni ed oltre. La struttura della popolazione guspinese risulta essere per sua composizione maggiormente popolata dalla fascia d'età anziana.

Anno 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale residenti Età media

2 Struttura della popolazione e indicatori demografici di Guspini negli ultimi anni. Elaborazioni su dati ISTAT.

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2002 1.804 8.777 2.105 12.686 40,0

2003 1.766 8.776 2.177 12.719 40,4

2004 1.722 8.706 2.242 12.670 40,8

2005 1.643 8.629 2.288 12.560 41,4

2006 1.599 8.597 2.365 12.561 41,9

2007 1.559 8.548 2.411 12.518 42,3

2008 1.535 8.493 2.489 12.517 42,8

2009 1.493 8.466 2.506 12.465 43,2

2010 1.480 8.434 2.529 12.443 43,5

2011 1.487 8.404 2.578 12.469 43,9

Principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente a Guspini.

Anno Indice di vecchiaia

Indice di dipendenza strutturale

Indice di ricambio della popolazione attiva

Indice di struttura della popolazione attiva

Indice di carico di figli per donna feconda

Indice di natalità

Indice di mortalità

2002 116,7 44,5 90,5 87,9 24,7 - -

2003 123,3 44,9 94,1 89,0 24,0 7,7 8,1

2004 130,2 45,5 92,7 91,7 24,0 7,6 9,2

2005 139,3 45,6 95,3 95,8 23,2 6,4 8,3

2006 147,9 46,1 90,6 98,4 24,0 8,4 8,1

2007 154,7 46,4 93,3 102,8 24,2 7,2 7,7

3 ibidem

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2008 162,1 47,4 97,5 106,7 23,4 7,4 8,0

2009 167,8 47,2 107,0 110,0 23,5 7,1 10,4

2010 170,9 47,5 117,6 114,7 23,3 8,9 9,6

2011 173,4 48,4 137,5 118,3 21,4 6,3 8,7

Secondo i dati riportati in queste tabelle emerge che la popolazione non attiva (0-14 e 65 ed oltre ) su quella attiva (15-64 anni) è numericamente maggiore, pertanto questo ricade sul carico sociale ed economico del territorio. Un altro dato importante da sottolineare è quello che risulta dalla fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni), e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro, infatti risulta che la popolazione attiva è quella più anziana.

Età Celibi /Nubili

Coniugati /e

Vedovi /e

Divorziati /e

Maschi Femmine Totale

% % %

0-4 466 0 0 0 247 53,0% 219 47,0% 466 3,7%

5-9 497 0 0 0 268 53,9% 229 46,1% 497 4,0%

10-14 524 0 0 0 279 53,2% 245 46,8% 524 4,2%

15-19 599 1 0 0 313 52,2% 287 47,8% 600 4,8%

20-24 697 14 0 0 380 53,4% 331 46,6% 711 5,7%

25-29 647 111 0 0 402 53,0% 356 47,0% 758 6,1%

30-34 491 333 1 6 434 52,2% 397 47,8% 831 6,7%

35-39 374 567 0 8 473 49,8% 476 50,2% 949 7,6%

40-44 248 699 6 25 496 50,7% 482 49,3% 978 7,8%

45-49 184 744 25 25 503 51,4% 475 48,6% 978 7,8%

50-54 108 737 26 24 409 45,7% 486 54,3% 895 7,2%

55-59 98 712 49 20 446 50,7% 433 49,3% 879 7,0%

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60-64 85 676 57 7 417 50,5% 408 49,5% 825 6,6%

65-69 51 476 107 6 300 46,9% 340 53,1% 640 5,1%

70-74 60 446 144 5 307 46,9% 348 53,1% 655 5,3%

75-79 59 318 199 4 234 40,3% 346 59,7% 580 4,7%

80-84 43 185 190 4 139 32,9% 283 67,1% 422 3,4%

85-89 13 76 110 0 82 41,2% 117 58,8% 199 1,6%

90-94 1 18 43 0 22 35,5% 40 64,5% 62 0,5%

95-99 2 4 8 0 3 21,4% 11 78,6% 14 0,1%

100+ 1 0 5 0 2 33,3% 4 66,7% 6 0,0%

Totale 5.248 6.117 970 134 6.156 49,4% 6.313 50,6% 12.469

L'analisi della struttura della popolazione per sesso e classi d'età evidenzia l'invecchiamento della popolazione dovuto al scarso rinnovamento della popolazione e al calo della fecondità che incide drasticamente sulla popolazione adulta e anziana in particolar modo della componente femminile.

Analizzando i dati relativi all'età degli occupati e seguendo la tipologia di attività, risulta che occupati dai:

20-29 anni >13,43% lavorano in agricoltura ;21,9 % in industria ;20,9% in altre attività

30-54 anni >69,3% in agricoltura;69,3% in industria 69,1% in altre attività

55 in più >16,6% occupati in agricoltura ;7,4% in industria ;38,9% in altre attività

Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione i valori sono molto elevati mentre la media generale regionale è pari al 22% sul territorio guspinese è di oltre 25% .La disoccupazione nel territorio riguarda non solo le donne ma in particolare i giovani.

Il territorio è caratterizzato da un contesto socio–economico vario e articolato, in cui uno dei problemi più

sentiti è la disoccupazione, che determina anche un continuo decremento demografico.

Il territorio di Guspini occupa la punta più a nord della Provincia del Medio Campidano dai confini con l'oristanese ai rilievi metalliferi dell'Iglesiente ,della pianura del Campidano allo stagno di Santa Maria di Neapolis .Con un estensione di 174 km quadrati s.l.m.,il territorio di Guspini, vanta un ambiente ricco di tratti caratteristici sia dal punto di vista faunistico che botanico.

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La sua economia è basata sull'artigianato sulla piccola e media impresa , sul terziario, sull'agricoltura e sull'allevamento.

Il patrimonio industriale dismesso è composto per la maggior parte dalle strutture interessante dall'attività mineraria e si concentrano principalmente nella frazione di Montevecchio.

Il compendio negli anni è stato oggetto di numerosi interventi di recupero, e secondo quanto rilevato dall'AIPAI, rappresenta il sito minerario di maggiore complessità e integrità, che fa parte del Parco geominerario.

Una parte degli edifici sono già fruibili dai visitatori e molte altri sono in fase di apertura.

Guspini fa parte di un itinerario culturale che snoda lungo un percorso urbano inserito all'interno del Parco culturale Giuseppe Dessì e oltre al patrimonio minerario si trovano nel territorio, in fase di ultimazione, una serie di realtà museali che fanno parte dell'itinerario culturale.

Sul territorio guspinese è stato attivato un Piano di Sviluppo Locale che ha come obiettivo generale quello di crescere la competitività e l'attrattività del sistema rurale del Linas Campidano facendo riferimento al Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 che identifica il carattere rurale del contesto territoriale.

che abbiamo individuato, come bene in disuso e perciò da riqualificare, è inserita nel contesto urbano di via Banfi, afferente al rione “is boinargius”, sorta in simbiosi con la Scuola professionale IPSIA. Dello stesso edificio fanno parte tre piccoli caseggiati, probabilmente frutto dei lavori degli allievi della scuola.

Il Comune di Guspini offre numerose attrattive sia all'interno del centro abitato, sia sparse nel suo vasto territorio.

*Principali Monumenti e Siti di Interesse del Comune di Guspini

Casa Murgia museo dell'olio e del vino si inserisce all'interno del più articolato percorso urbano denominato Domus Guspini che comprende anche il Museo Enciclopedico Montetempo e le Case a Corte. un itinerario che snodandosi per le vie del centro storico ripercorre in cinque siti altrettanti interessanti ,luoghi di valorizzazione e promozione della cultura materiale e immateriale del territorio. Palazzina della Direzione di Montevecchio (Sala blu) Le rovine della città romana di Neapolis i basalti colonnari la Chiesa di San Pio X la Chiesa di San Giovanni Bosco la Chiesa di San Nicolò di Mira la Chiesa di San Giorgio la Chiesa romanica di Santa Maria di Malta il Montegranatico la Laveria Principe Tomaso il castello di Pozzo Sartori

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Oltre alle bellezze storiche e naturalistiche molto importanti nell'area, sono gli eventi religiosi, culturali e agro alimentari.

Un ruolo importante c'è l'hanno le sagre molto diffuse nei paesi della Sardegna, che animano le giornate dei cittadini guspinesi.

La più rilevante manifestazione religiosa di Guspini è la festa di Santa Maria di Malta a Ferragosto, quando grazie a tale ricorrenza si celebrano otto giorni (dal 14 al 22) di rappresentazioni culturali e ricreative. Inoltre a Guspini - Montevecchio si svolge Arresòjas ; mostra biennale del coltello Sardo, nell'artigianato la lavorazione dei coltelli è tra le più antiche ed apprezzate tradizioni.

Le altre feste religiose sono San Nicolò Patrono, la Sagra di Sant'Isidoro a primavera e la festività di San Giorgio in aprile.

Altre manifestazioni sono: il Guspinese, avvenimento animato da sfilate di carri allegorici e numerosi gruppi in maschera ; : festa della birra artigianale .

Nella frazione di Montevecchio si svolge la sagra del miele che ogni anno celebra il miele e i suoi sapori offrendo la possibilità di degustarli. Un altro evento importante è quello della sagra della capra che si svolge in autunno.

Tali manifestazioni hanno un carattere socio culturale che incrementano l'economia locale e aiutando:

-alla fruizione del circuito enogastronomico, della tradizione e dell'artigianato

-alla fruizione dell'Area naturalistica e mineraria (l'area archeologica e mineraria del Geoparco)

-alla fruizione del circuito culturale dedicato alla visita dei diversi Monumenti , Musei ,Siti storici che si trovano sul territorio Guspinese

-alla fruizione della tradizione e della realtà contadina attraverso l'immaterialità delle tradizioni, degli usi e costumi, che vengono rappresentati dal Museo del Vino e dell'olio.

Per descrivere al meglio il quadro sociale a cui stiamo rivolgendo il nostro interesse riportiamo qui di seguito i servizi pubblici rivolti alla comunità. Sono presenti :

- 5 scuole materne

- 5 scuole elementari

- 1 scuola materna (dell'infanzia) – Paritaria

- 1 scuola media

1 Scuola Superiore: Istituto Professionale Industria e Artigianato

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- 1 Scuola Superiore: Istituto Tecnico Commerciale e Industriale.

- Biblioteca Comunale “Sergio Atzeni” La dotazione complessiva del sistema scolastico e formativo rappresenta peraltro un importante valore aggiunto verso l'innalzamento ed il rafforzamento delle competenze delle professionalità delle risorse umane del territorio. La dispersione scolastica raggiunge dei livelli preoccupanti,analizzando i dati sulla dispersione scolastica risulta che in maggior parte questa è dovuta a :

lo spopolamento del territorio per mancanza di opportunità occupazionali(anche precarie) i livelli di disoccupazione sono altissimi rispetto alla media nazionale la mancanza di una formazione adeguata in grado di poter accedere al mercato di lavoro

Un elemento preoccupante è anchè l'abbandono del territorio da parte dei giovani con titoli di studio superiori. Inoltre sul territorio guspinese si trovano un centinaio di associazioni e cooperative che operano nel campo della cultura(musica,teatro,cinema e affini),istruzione e formazione, sanità, sociale, sport,turismo,altro

Guspini, ha una ottima posizione geografica ed una lunga storia di lavoro minerario legato a Montevecchio, dove, un tempo, si estraevano piombo e zinco. Ora Montevecchio fa parte del Parco Geominerario della Sardegna e, attraverso l'Unesco, partecipa alla valorizzazione di questi territori a carattere minerario per il loro stesso sviluppo economico e sociale. La città si può osservare distinta in due parti: la zona più antica del paese ovvero il centro storico dove si trovano i più rilevanti monumenti quali la chiesa di San Nicolò di Mira, la chiesa romanica di Santa Maria di Malta, il Montegranatico e il Municipio in stile Liberty; la parte nuova “is boinargius” della cittadina che è in sostanza e accomunabile a tutta le cittadine della Sardegna. In pieno centro abitato, presso il colle Zéppara, si trovano i basalti colonnari: una rarissima formazione geologica risalente a circa tre milioni di anni fa, dalla caratteristica forma a canne d’organo. La presenza di molti monumenti nel territorio deriva dal passato burrascoso e dalle continue invasioni legate agli interessi estrattivi: Punici, Cartaginesi che fondarono la città di Neapolis facendone un centro commerciale nel V° secolo a.C. , Romani che portarono i massimi splendori. A susseguire arrivarono i bizantini e i mori che causando uno spostamento umano verso l'entroterra portarono all'accrescimento di Guspini. Nel Medio Evo naque il centro abitato vero e proprio, chiamato anche Gosphini o Gulsue: le prime notizie risalgono a documenti pisani del XIII secolo. Dopo il disfacimento del giudicato di Arborea diviene prima feudo dei Carroz e nel 1603 dei Centelles, rispettivamente conti e marchesi di Quirra, e poi ceduto agli Osorio alla fine del XVIII secolo. Per secoli le attività prevalenti nella zona sono quella estrattiva e quella agricola, il che determina nella popolazione il radicarsi di una coscienza cooperativistica molto forte. Sono tante le testimonianze della volontà popolare che si afferma con decisione, talvolta anche con azioni di forza. La vera economia, fin dal passato, viene dalle attività estrattive. Sotto la dominazione sabauda, a partire dal 1700 ci fù un notevole impulso e uno sfruttamento intenso fino al secondo dopoguerra. Cessata l’attività mineraria, oggi l’economia di Guspini è basata soprattutto sull’industria, l’agricoltura, il terziario, il turismo e l’artigianato, con una vasta produzione di tappeti e coltelli. In passato l’abile maestria dei mestus de linna (falegnami) hanno dato vita a opere di pregevole fattura che spaziavano dai piccoli oggetti fino ai carri e calessi, richiesti in tutta la Sardegna. Con legni di ginepro e castagno oggi si realizzano cassepanche, culle, sedie e tavoli, impreziositi da fregi di alto valore artistico. Guspini vanta anche un’antica tradizione del torrone, diffuso in tutte le sagre e feste dell’Isola. Speciale è soprattutto il torrone amaro, prodotto con il miele di corbezzolo di cui il territorio è ricco. Un’altra risorsa importante è quella del turismo, grazie ai numerosi siti naturalistici e archeologici presenti nella zona.

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Come si vede dai grafici demografici, Guspini subisce ciò che un po' tutti i centri stanno attraversando ovvero un aumento dell'età media e del carico sociale, un certo spopolamento per ragioni economiche e di lavoro. Tuttavia è presente una fervida attività culturale e associazionistica in svariati ambiti: musica, religione, sport, cultura, folklore etc.

Dalle analisi dei dati che fanno riferimento al reddito medio delle famiglie residenti in Sardegna risulta una progressiva diminuzione dello stesso che passa da una media di 27.812 euro nel 2005 ad una media di 22.966 euro nel 2010.4

Analizzando il quadro socioeconomico del territorio Guspinese sono emersi diversi elementi di criticità che insieme concorrono a determinare forti bisogni di tipo sociale ed economico. Alcune di queste criticità sono tipiche del contesto regionale e forse anche europeo soprattutto in questo contesto di crisi.

Tra questi si evidenziano:

elevato tasso di disoccupazione basso grado di istruzione elevata incidenza del fenomeno della dispersione scolastica ritardo di sviluppo delle aree rurali invecchiamento progressivo delle forze produttive del territorio scarsa di competitività del sistema imprenditoriale carenza di trasmissione delle tradizioni/competenze da parte della popolazione anziana verso quella

più giovane carenza nella capacità di promozione di incentivazione del prodotto locale scarso ricambio generazionale lo spopolamento del territorio per motivi di studio o di lavoro insufficiente collaborazione e integrazione tra enti,servizi e vari soggetti sociali numero insufficiente di servizi per i giovani scarse opportunità di inserimento nel mercato del lavoro elevato carico sociale dell'anziano difficoltà all'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati debole integrazione scuola-lavoro

Le analisi degli indicatori del capitale territoriale evidenziano come il territorio manifesta, ad oggi, una competitività non ancora adeguata alle sfide della globalizzazione, e chiariscono nel contempo, le potenzialità eccellenti di crescita che, attraverso adeguate politiche di valorizzazione degli elementi identificativi del territorio, potrebbero puntare su una decisa azione di sviluppo dello stesso.

4 Fonte ISTAT indagine sul reddito e condizioni di vita.

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1 Tavolo tematico dipendenze e salute mentale

tavolo tematico delle dipendenze unito a quello della salute mentale, del plus Carbonia-Iglesias

Socio sanitaria

Cittadinanza

Analisi del territorio Progettazione “gruppi appartamento” per persone con disturbi psichici e da uso di sostanze

2012 un’analisi del territorio Sulcis Iglesiente è emerso che non esistono servizi quali i centri di pronta accoglienza o gruppi di appartamento per persone interessate da questi tipi di disagio. Proposta progettuale “gruppi appartamento”.

2 Insieme ai giovani per una Cultura della Solidarietà e dei Diritti

L'Associazione Collage Migranti del Sulcis

inserimento degli immigrati nella società

Cittadinanza/immigrati

Ricerca, formazione e intervento sul territorio

2012 offrire ai cittadini rumeni che risiedono nella nostra provincia e soprattutto ai bambini delle coppie miste nati e cresciuti nell' isola la possibilità di ritrovare le loro identità culturali e le loro tradizioni allo stesso tempo,di dare la possibilità agli abitanti della Regione Sardegna di avvicinarsi ad una parte della Romania molto affascinante e ancora poco conosciuta.

3 Coriandoline. il quartiere disegnato dai bambini

Comune di Correggio, e la cooperativa di abitanti Andria

Sociale/urbano

Cittadinanza/ bambini

Ricerca, intervento sociale, interventi edilizi

2008 Un percorso durato 13 anni che ha visto bambini e bambine lavorare con educatori, tecnici, artigiani, studiosi, costruttori, progettisti e artisti. Un esempio riuscito di progettazione partecipata, che ha messo a confronto per la prima volta il mondo della scuola con quello dell’edilizia.

4 La casa delle associazioni

Comune Porto Torres

Sociale Cittadinanza, Associazioni

Ricerca, analisi e recupero spazio fisico in disuso.

2012 Da struttura abbandonata e presa di mira dai vandali a nuova casa delle associazioni di Porto Torres.

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Con il presente documento intendiamo illustrare esempi di buone prassi prese in considerazione per la loro similarità rispetto al tema di progettazione partecipata, quindi riguardanti il riutilizzo e la riqualificazione di alcuni beni dismessi. Attraverso l’individuazione e l’analisi delle fonti di finanziamento presenti e in via di definizione indichiamo i possibili strumenti per sostenere economicamente il progetto. La regione Sardegna ha scelto all’interno del macrotema , condiviso da tutte le regioni coinvolte durante l’incontrodi Napoli, il microtema Il laboratorio di progettazione partecipata ha individuato come bene da riqualificare alcuni edifici in disuso legati alla Scuola A. Volta di Guspini; nella giornata del 10 Settembre i corsisti hanno effettuato un sopralluogo nell’area di riferimento constatandone lo stato effettivo. Il 28 Settembre il sindaco di Guspini, Rossella Pinna, è stata invitata e ha partecipato all’evento . Introduzione In collaborazione con alcuni componenti del tavolo tematico del PLUS “Salute mentale e Dipendenze”, abbiamo effettuato delle ricerche per attivare un nuovo servizio, non presente, finora, nel nostro territorio. Questo lavoro si colloca all’interno di una progettualità partecipata, dove ognuno di noi con le proprie competenze e capacità, si è preoccupato ed occupato di trovare delle strategie di pianificazione e progettazione, attraverso delle ricerche attente e uno studio del territorio, per attivare un gruppo di appartamento per persone con problemi di alcol, droga e disagi psichici. Gruppo di lavoro Quest’anno il tavolo tematico delle dipendenze unito a quello della salute mentale, del plus Carbonia-Iglesias, ha come obiettivo quello di creare un servizio che possa accogliere i nuovi bisogni emergenti. Da un’analisi del territorio Sulcis Iglesiente è emerso che non esistono servizi quali i centri di pronta accoglienza o gruppi di appartamento per persone interessate da questi tipi di disagio. Da un confronto con Giovanna Grillo, responsabile dell’Associazione Casa Emmaus, che appunto si occupa di questo tipo di problematiche, ho potuto cogliere una certa approvazione rispetto alla possibilità di creare dei “gruppi di appartamento” per persone con problemi di droga, alcol e disagi psichici. Nell’affrontare l’argomento, e chiedendole appunto quali sono i disagi o le criticità che si potrebbero affrontare in questo tipo di servizio, mi ha spiegato che purtroppo i problemi sono sempre di ordine economico, logistico e burocratico, ma comunque superabili nel corso d’opera. Si è mostrata diffidente invece sul C.P.A., che oltre a richiedere la collaborazione di vari Enti richiede anche una preparazione professionale che poche persone hanno, o forse, almeno nella nostra zona, non ha nessuno. I partecipanti al tavolo tematico condividono il pensiero che trovare strutture adeguate per questo tipo di servizi nel nostro territorio è davvero preoccupante, non quanto al fatto che queste non esistano, ma quanto al problema di ristrutturazione delle strutture stesse che rispondano alle norme delle Asl e altre norme che richiedono questi tipi di servizi. Tuttavia convengono che esiste la possibilità di poter usufruire di strutture già esistenti previ accordi con i proprietari degli stessi. Progetto

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I gruppi appartamento sono strutture residenziali con livelli di protezione media che nascono dall’esigenza di individuare risposte flessibili legate alle esigenze dei pazienti con disabilità psichiatriche a lungo termine che non hanno bisogno di protezione totale 24 ore su 24. Per cui a differenza delle strutture residenziali destinate a soggetti che necessitano di alti livelli di assistenza e che si caratterizzano per la valenza terapeutico-riabilitativa, i gruppi appartamento hanno una valenza soprattutto socio-riabilitativa e cercano di sviluppare soprattutto: - Competenze generali per un migliore funzionamento sociale. - Competenze specifiche peculiari dell’ambiente sociale cui l’utente appartiene. Pertanto questo servizio appare dedicato ad utenti che attraversano periodi di difficoltà nella cura di sé, nel rapporto con la famiglia e con gli altri, con il lavoro e necessitano di trattamenti di socializzazione e di recupero delle abilità sociali residue. I gruppi-appartamento devono collaborare con i CSM invianti che restano comunque responsabili del progetto socio-riabilitativo. Per un completamento del progetto è necessario avviare le pratiche per reperire alloggi e contesti di lavoro adeguati. Tipologia del servizio E’ un servizio a carattere residenziale per quattro utenti, con ospiti di genere omogeneo, maschile e femminile. Il tempo di permanenza viene valutato in base alle caratteristiche cliniche e personologiche ed ai bisogni dell’utente. Utenza Il servizio si rivolge ad utenti del CSM che hanno avuto modo di sperimentare ed acquisire un grado di autonomia e di analisi della realtà adeguato per essere inseriti in strutture a dimensione comunitaria, nell’ottica di migliorare il rapporto con il contesto sociale. Si tratta di soggetti non troppo gravi che esprimono bisogni di tipo residenziali ed assistenziale, che hanno già acquisito una parziale autonomia e capacità di autogestione, ovviamente da promuovere e consolidare attraverso il programma proposto dalla Comunità. Vengono richiesti limiti di età delle persone che si inseriscono, al fine di salvaguardare il progetto globale, indicativamente l’età degli ospiti sarà compresa tra i 20 ed i 45/50 anni e del medesimo genere. Obiettivi La struttura affronta il disagio di persone che possiedono una sufficiente autonomia. Attraverso l’apporto degli operatori che offrono sostegno di tipo relazionale, domiciliare ed educativo vuole l’integrazione sociale mediante il supporto delle relazioni interne ed esterne alla struttura, consolidando i legami tra ospiti e comunità; cercando di favorire anche i rapporti con i familiari. In sintesi il servizio si rivolge a pazienti psicotici con sintomatologia stabilizzata ed assistiti dal DSM. L’inserimento dovrà essere a tempo determinato, con obbiettivi definiti, concordati e verificati. Gli appartamenti saranno localizzati nel centro di Iglesias, di quattro posti ciascuno, uno maschile ed uno femminile. Criteri per l’accesso ai gruppi Appartamento - Età minima 18 anni - Psicopatologia stabilizzata - Pazienti non in esordio del disturbo - Pazienti seguiti dal CSM da almeno due anni - Pazienti inseriti in attività diurne. Condizioni preliminari all’inserimento - Presentazione del caso agli operatori del Gruppo Appartamento dea parte dell’equipe del CSM di riferimento e valutazione congiunta prima dell’ingresso del paziente per verificare l’esistenza dei requisiti necessari - visita del paziente al Gruppo Appartamento accompagnato dagli operatori referenti

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- adesione del paziente al progetto, attraverso la sottoscrizione del “Regolamento per la permanenza nel Gruppo Appartamento” - informazione alla famiglia per una condivisione del progetto - dopo l’ingresso gli operatori del Gruppo appartamento svolgeranno un compito iniziale di accoglimento per un periodo di 30 giorni, al termine del quale si verificherà l’inserimento assieme all’equipe referente e si definiranno i percorsi riabilitativi da attivare, con particolare riferimento al territorio - nel primo trimestre di inserimento si faranno verifiche mensili - successivamente a cadenza trimestrale saranno programmati incontri tra gli il CSM referente e gli operatori del G.A. per verificare l’andamento dei progetti riabilitativi. L'Associazione Collage Migranti del Sulcis è un organizzazione non lucrativa di utilità sociale (o.n.l.u.s.) ha sede sociale in Iglesias via Cavallotti 26/28 ,e dal 15 marzo 2009 opera a livello regionale e sopratutto nella zona Sulcis Iglesiente. La nostra associazione si impegna per garantire diritti e pari opportunità alla popolazione immigrata e per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica. L'Associazione ha come ideale una società nella quale le diversità si compongono armonicamente in unità, persegue operando in maniera specifica, con prestazioni di volontariato esclusivamente per fini di solidarietà dei soci. Nel percorso d'inserimento degli immigrati nella società l'associazione interviene sui nodi problematici; lavoro, alloggio,salute, cultura,religione,conoscenza della lingua e formazione professionale. Durante questi anni abbiamo avuto la possibilità di collaborare con diverse istituzioni, associazioni e in particolar modo con le associazioni di volontariato e la Caritas del nostro territorio e non solo. Nel 2011 in seguito a un intervento di interpretariato in Romania legato al progetto “bambini rom”è nato un rapporto di collaborazione tra la nostra associazione e la Casa della Carità di Milano. Insieme abbiamo pensato di avviare un progetto mirato basato sulle esigenze territoriale e aiuto reciproco. Analizzando insieme il contesto socio economico territoriale la realtà lavorativa e gli allarmanti tassi di disoccupazione della forza di lavoro che generano ansia e preoccupazione soprattutto nei giovani abbiamo individuato diverse problematiche esistenti nel nostro territorio; -la difficoltà di accoglienza e sistemazione dei bambini rifugiati visto l'elevato flusso di immigranti che arrivano nella provincia Milano; -l'allarmante tasso di disoccupazione in Sardegna e soprattutto nel territorio del Sulcis Iglesiente. Prendendo spunto da queste problematiche abbiamo deciso di unire i nostri sforzi al fine di trovare una soluzione nel nostro territorio. Cosi è nata l'idea di avviare il progetto “Insieme ai giovani per una Cultura della Solidarietà e dei Diritti”che ha come principale obiettivo avvio di una casa d'accoglienza per i bambini rifugiati(permanente o temporanea) nel nostro territorio. In questo senso abbiamo attivato un lavoro di progettazione partecipata coinvolgendo anche altre associazioni e istituzioni del nostro territorio. In collaborazione con il presidente dell'associazione Viviscout di Iglesias abbiamo individuato una possibile struttura (ex scuola di Masua) che è data loro in concessione e che per mancanza di fondi e attualmente in disuso. Il mese di maggio è avvenuto un primo incontro tra il presidente dell'associazione Viviscout e un rappresentante della Casa della Carità di Milano, In seguito a questo incontro è stato stabilito un accordo per la ristrutturazione di questa struttura con l'aiuto economico e l'impiego dei ragazzi qualificati(elettricisti,muratori ...) che fanno parte dalla comunità della Casa della Carità di Milano e con l'aiuto dei ragazzi boyscout di Iglesias e dei ragazzi della comunità Casa Emmaus Iglesias. Il prossimo incontro è stato stabilito nel mese di agosto quando un gruppo di bambini della comunità della Casa della Carità di Milano saranno ospiti nella struttura di Bauedu insieme ai loro educatori e rappresentanti. In questa occasione è previsto un tavolo rotondo con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche locali (comune,provincia), i rappresentanti della Casa della Carità di Milano e diverse associazioni (Collage Migranti del Sulcis, Viviscout, Casa Emmaus Amici per la Vita, Sodalitas ...) Per la realizzazione di questo progetto abbiamo avviato due microprogrammi seguendo due

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principali aree d'interesse ; 1.- la formazione dei operatori e dei volontari Per raggiungere questo obiettivo saranno attivati durante il mese di agosto dei corsi di formazione e tirocini per gli operatori e volontari seguiti dagli educatori della Casa della Carità di Milano. Lo scopo di questi corsi sono l'educazione dei giovani verso la mondialità circa le dinamiche internazionali,le povertà presenti in varie parti del mondo e i temi ad esse connessi,come la globalizzazione,i conflitti dimenticati,la giustizia, la pace,la cooperazione internazionale, migrazioni internazionali e l'interculturalità. In più i ragazzi verranno informati sulle problematiche dell'attivazione e gestione dei servizi di accoglienza e integrazione dei richiedenti e titolari di protezione internazionale. 2.- l'animazione attraverso la promozione di iniziative di sensibilizzazione e il coinvolgimento della comunità. I bambini hanno un ruolo fondamentale nella costruzione di un progetto di integrazione. In questo senso si è pensato di organizzare in mese di agosto un incontro con la partecipazione di un gruppo folcloristico di bambini provenienti dalla Romania allo scopo di creare un momento di interazione multiculturale con i bambini rifugiati che fanno parte della comunità della Casa della Carità di Milano.In più abbiamo pensato di organizzare insieme ai bambini che si trovano nella comunità Casa Emaus un teatrino tratto da una fiaba rumena. Obiettivi : il principale obiettivo è quello di offrire ai cittadini rumeni che risiedono nella nostra provincia e soprattutto ai bambini delle coppie miste nati e cresciuti nel' isola la possibilità di ritrovare le loro identità culturali e le loro tradizioni allo stesso tempo,di dare la possibilità agli abitanti della Regione Sardegna di avvicinarsi ad una parte della Romania molto affascinante e ancora poco conosciuta. - aiutare i bambini rumeni a prendere contatto con la realtà culturale e storica della Sardegna. - migliorare la socializzazione tra i gruppi di bambini di diverse nazionalità - scambio interculturale giovanile - possibilità gemellaggio Per poter formalizzare questo programma dal punto di vista economico abbiamo chiesto aiuto a diverse istituzioni(comune, provincia,Solidas Iglesias,CSV Sardegna Solidale Caritas ed altre associazioni). A Correggio, piccolo centro della Pianura Padana, è nato “Coriandoline”, il primo caso di quartiere concepito seguendo i suggerimenti dei più piccoli, dove mostri sorridenti sono dipinti sui garage, i lampioni sono a forma di uccelli e le automobili completamente invisibili. Obiettivo Il “Manifesto delle esigenze abitative dei bambini” è un documento dove trovano spazio le indicazioni e i desideri di 700 bambini delle scuole dell’infanzia che, pur senza rispondere a nessun parametro progettuale, sembrano suggerire soluzioni abitative semplici ed immediate. Linee guida sulla base delle quali è stato realizzato il quartiere “Coriandoline”, nella città di Correggio, piccolo centro abitato di circa 23.000 abitanti in provincia di Reggio Emilia, che eccelle per la molteplicità di politiche sviluppate nei confronti dei bambini. La ricerca si è avviata con il coinvolgimento di 12 scuole dell’infanzia con 700 bambini, 50 maestre, 2 pedagogiste, un gruppo di 20 persone circa composte da architetti, insegnanti e geometri. La nascita del progetto, partito nel 1995 e durato 13 anni, si deve all’incontro fra Laura Malavasi, l’allora pedagogista del Comune di Correggio, e la cooperativa di abitanti Andria. L’idea di partenza è stata la convinzione che un quartiere o una casa a misura di bambino sia capace di rispondere meglio alle necessità e ai bisogni di tutto il nucleo famigliare. Durante la fase iniziale, conclusa nel 1999, i bambini delle scuole materne di Correggio e di Rio Saliceto hanno partecipato a molte iniziative tra cui il progetto “Case di cartone in Piazza: i bambini occupano la città”, grazie al quale nella piazza del Comune di Correggio sono stati sistemati numerosi modellini di cartone, poi decorati dai piccoli, liberi di dare sfogo alla propria fantasia.

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Dalla teoria si è passati alla pratica grazie ad un’equipe di architetti, urbanisti, designer e paesaggisti, guidata da Luciano Pantaloni. Nel 2002 si è giunti alla presentazione del progetto urbanistico e alla rielaborazione di quello architettonico e nel 2003 è iniziata la realizzazione sul campo. Le case hanno iniziato, mattone dopo mattone, a prendere forma anche attraverso la cooperazione delle famiglie che si sarebbero dovute trasferire nelle nuove abitazioni. Le case realizzate sono tutte diverse e con forme fantasiose: c’è la Casa delle Pietre Preziose, ricoperta di piastrelle di ceramica luccicanti, la Casa dei Fiori, con le pareti ornate da fiori veri o dipinti, e poi la Casa-Fienile, la Casa-Castello, la Casa Trasparente e la Casa-Torre. Anche gli antiestetici garage sono resi più gradevoli, perché coperti dal Prato dei Mostri che Ridono, due colline dipinte con le facce da mostri. Nel 2006 sono state consegnate alle famiglie dieci villette a schiera e altrettanti appartamenti, disposti a ferro di cavallo fra via Malaguzzi e via Rodari (nomi che rendono omaggio al grande pedagogista reggiano e allo scrittore di fiabe e romanzi capace di trasformare anche un errore linguistico in una meravigliosa storia). Nel 2007 sono state ultimate le opere di semina, piantumazione e di sistemazione degli spazi verdi comuni. Il 16 settembre del 2008 è stato inaugurato ufficialmente Coriandoline: un nome che richiama l’allegria e i colori dei coriandoli carnevaleschi. Un percorso durato 13 anni che ha visto bambini e bambine lavorare con educatori, tecnici, artigiani, studiosi, costruttori, progettisti e artisti. Un esempio riuscito di progettazione partecipata, che ha messo a confronto per la prima volta il mondo della scuola con quello dell’edilizia. Tutto il progetto deve essere considerato come un esercizio di tessitura paziente tra diversi ambiti e punti di vista, frutto di una fiducia reciproca. Un coinvolgimento di varie figure che ha tenuto conto delle peculiarità e delle esigenze di ognuna, con particolare attenzione ai bimbi. Sul sito del progetto si legge: . Da locale abbandonato e oggetto di vandalismo a nuova casa delle associazioni di Porto Torres. L’edificio ex Ipsia di via Principe di Piemonte torna finalmente a risplendere: la palazzina recuperata in seguito ad importanti lavori di manutenzione e trasformata dall’amministrazione comunale in struttura al servizio delle associazioni cittadine, è stata inaugurata dal sindaco Beniamino Scarpa. Nei due piani della Casa delle Associazioni sono stati creati circa trenta spazi, adibiti a sedi delle associazioni e a sale riunioni, in particolare alle organizzazioni che tutelano gli utenti a rischio sono state riservate delle apposite stanze con ingressi separati. La metà degli spazi sono stati assegnati alle associazioni che recentemente si sono trovate prive di una sede; quelli ancora disponibili, una quindicina circa, saranno aggiudicati attraverso una manifestazione d’interesse. In progetto c’è anche la realizzazione del centro di aggregazione giovanile e lo sviluppo di un collegamento tra la struttura e la sede dei Servizi sociali del Comune. La Casa delle Associazioni dovrà essere “istituzionalizzata” attraverso un regolamento da approvare in Consiglio comunale. Il progetto avviato dall’amministrazione turritana è fra i pochi in Italia di questo tipo. “VEDI ALLEGATO - 4 - Linee guida per i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione e gestione degli impianti di gestione rifiuti con procedura ordinaria” “VEDI ALLEGATO - 5 - Disposizioni urgenti per il contrasto al disagio sociale e alla tensione abitativa presente nei territori caratterizzati da diffusione discontinua ed altri usi impropri, in materia di piani di risanamento urbanistico e piani di riqualificazione paesaggistica” La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha firmato un accordo con Intesa San Paolo ed Equiter, per l’erogazione di un finanziamento condizionato a lungo termine, per un importo di 33.110.000 euro, che

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dovrà servire alla realizzazione di progetti di sostenibilità urbana da realizzarsi in Sardegna tra il 2013 e il 2015. Grazie alle opportunità che offre il Fondo Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas (Supporto Europeo Congiunto per gli Investimenti Sostenibili nelle Aree Urbane) si stanno indirizzando le risorse verso uno sviluppo territoriale che si concretizzi attraverso procedure di partenariato pubblico privato. I finanziamenti, erogati per progetti di sviluppo urbano o di efficienza energetica collegati all’iniziativa “Smart City - Comuni in Classe A”, saranno a disposizione dei comuni ma anche dei privati. La stretta e proficua collaborazione con la Banca Europea degli Investimenti e con i maggiori istituti di credito sardi, sta portando buoni risultati permettendo di orientare i fondi in modo da creare ricchezza e lavoro attraverso uno strumento innovativo come il Progetto Jessica che permette di incrementare la competitività del sistema.

Si vedano, inoltre, gli allegati al presente documento:

1. Repertorio di buone pratiche: ricerca sui casi europei di trasformazione e riuso di spazi industriali dismessi con il coinvolgimento di gruppi e associazioni locali

2. Esempio buone pratiche di riuso “Soccorso Iglesias”

3. Sito minerario di Serbariu

4. Linee guida per i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione e gestione degli impianti di gestione rifiuti con procedura ordinaria

5. Proposta di legge N. 423 del 2012

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Il Comune di Guspini non può avviare

immediatamente un affidamento a chi formula

una proposta coerente con i

FORTI VINCOLI DELLA NORMATIVA IN TEMA DI ECO-SOSTENIBILITA’

L’offerta formativa non è

adeguata ai bisogni dei

giovani

Lo stato effettivo delle strutture non è conosciuto

Il territorio non assorbe i giovani

Il recupero, riutilizzo e valorizzazione di un bene pubblico rischia di non avere ricaduta socio-economica sostenibile

sul territorio

La gestione non è sostenibile nel tempo

La disoccupazione dei giovani del territorio è elevata

La gestione del bene e del progetto non è sistemica (frammentazione dei gestori)

I diversi attori del territorio generano una progettazione frammentata e autoreferenziale

I giovani non sono

adeguatamente formati

QUALI SONO I PROBLEMI DA AFFRONTARE PER RECUPERARE, RIUTILIZZARE E VALORIZZARE UN BENE COMUNE (PUBBLICO) AL FINE DI RESTITUIRLO AL TERRITORIO E RENDERLO UN’OPPORTUNITÀ DI INTEGRAZIONE INTERGENERAZIONALE NELL'OTTICA DELLA GREEN ECONOMY?

Gli interventi di recupero in ottica di ecosostenibilità non

sono ancora valutabili

Il bene non è ancora nella piena disponibilità del comune

di Guspini

I diversi attori del territorio (pubblico, privato, terzo settore) non si integrano nella programmazione

L’offerta formativa non è

adeguata ai bisogni del territorio

I giovani del territorio sono sfiduciati, timorosi e poco

intraprendenti

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I CLUSTER

SPAZI FISICI

II CLUSTER

INTEGRAZIONE TRA

STAKEHOLDERS

III CLUSTER

FIDUCIOSITA’ E OCCUPAZIONE

GIOVANILE

IV CLUSTER

GREEN ECONOMY -

NORMATIVA

Il Comune di Guspini può avviare un affidamento a chi

formula una proposta coerente con i bisogni del

territorio

FORTI VINCOLI DELLA NORMATIVA IN TEMA DI ECO-SOSTENIBILITA’

L’offerta formativa è adeguata ai bisogni dei

giovani

Lo stato effettivo delle strutture è conosciuto

Il territorio assorbe i giovani

Recuperare, riutilizzare, valorizzare un bene pubblico per ottenere una ricaduta

socio-economica sul territorio

La gestione è sostenibile nel tempo

Diminuzione della disoccupazione dei giovani del

territorio

La gestione del bene e del progetto è sistemica (integrazione dei gestori)

I diversi attori del territorio generano una progettazione integrata e condivisa

I giovani sono adeguatament

e formati

QUALI SONO I PROBLEMI DA AFFRONTARE PER RECUPERARE, RIUTILIZZARE E VALORIZZARE UN BENE COMUNE (PUBBLICO) AL FINE DI RESTITUIRLO AL TERRITORIO E RENDERLO UN’OPPORTUNITÀ DI INTEGRAZIONE INTERGENERAZIONALE NELL'OTTICA DELLA GREEN ECONOMY?

Gli interventi di recupero in ottica di ecosostenibilità sono

valutabili

Il bene è nella piena disponibilità del comune di

Guspini

I diversi attori del territorio (pubblico, privato, terzo settore) si integrano nella programmazione

L’offerta formativa è adeguata ai bisogni del territorio

I giovani del territorio sono fiduciosi e intraprendenti

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Recuperare, riutilizzare, valorizzare un bene pubblico per ottenere una ricaduta socio-economica sul territorio

Il Comune di Guspini può avviare un affidamento a chi formula una proposta coerente con i bisogni del territorio

A.1 Gli interventi di recupero in ottica di ecosostenibilità sono valutabili A.2 Lo stato effettivo delle strutture è conosciuto A.3 Il bene è nella piena disponibilità del comune di Guspini

A.1.1 e A.3.1 Entrare in possesso del bene A.2.1 Verificare le condizioni del bene

Recuperare, riutilizzare, valorizzare un bene pubblico per ottenere una ricaduta socio-economica sul territorio

La gestione è sostenibile nel tempo

A.1 La gestione del bene e del progetto è sistemica (integrazione dei gestori) A.2 I diversi attori del territorio generano una progettazione integrata e condivisa A.3 I diversi attori del territorio (pubblico, privato, terzo settore) si integrano nella programmazione

A.1.1 a.2.1 e A.3.1 Coinvolgimento Pubblico, Privato e Terzo Settore nellla progettazione; Apertura di un tavolo permanente, aperto a tutto il territorio

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Recuperare, riutilizzare, valorizzare un bene pubblico per ottenere una ricaduta socio-economica sul territorio

I giovani del territorio sono fiduciosi e intraprendenti e Diminuzione della disoccupazione dei giovani del territorio

A.1 I giovani sono adeguatamente formati A.2 Il territorio assorbe i giovani A.3 L’offerta formativa è adeguata ai bisogni dei giovani A.4 L’offerta formativa è adeguata ai bisogni del territorio

A.1.1 e A.3.1 Percorsi di acquisizione lingue Servizio di orientamento scolastico e professionale Laboratori di atre e design Laboratori di antichi mestieri Aperitivi culturali tematici Costruzione spazi ricreativi A.2.1 e A.4.1 Recupero materiali Polo di formazione e lavoro Lavorazione alimentari Fornitura servizi al territorio Commercio beni prodotti (su internet) Struttura aperta sulle 24h Spazio attrezzato per fornitura di beni e servizi

Recuperare, riutilizzare, valorizzare un bene pubblico per ottenere una ricaduta socio-economica sul territorio

Forti vincoli della normativa in tema di eco-sostenibilità

VINCOLO ESTERNO

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Il percorso di Progettazione Partecipata della Sardegna è stato un cammino difficile. Il gruppo di lavoro si è impegnato in una reale sperimentazione di un processo partecipato di progettazione. Il tema sul quale il gruppo, supportato dalla formatrice Stefania Cuccu, è stato invitato a lavorare, è “Il riutilizzo di un bene in disuso, appartenente al settore pubblico, nell’ottica della green economy”.

Il gruppo ha fatto una scelta molto importante: ha sempre condiviso di voler fare un laboratorio esperienziale del processo di Progettazione Partecipata. A tal fine, ha scelto un bene in disuso (tra quelli proposti dagli stessi componenti del gruppo) su cui lavorare, ha individuato i potenziali stakeholders del territorio e, attraverso una , ha identificato il tipo di interesse portato da ciascuno di essi sulla progettazione in atto. Parallelamente, il gruppo ha effettuato un’ e , al fine di comprendere meglio i bisogni del territorio di riferimento e individuare le normative e buone pratiche già esistenti sui temi del riuso e della green economy.

Dopo il lavoro appena descritto, il gruppo ha svolto il primo incontro con gli stakeholders ovvero il nel corso del quale tutti i portatori di interesse intervenuti hanno riflettuto, attraverso un metodo strutturato, sulla tematica del riutilizzo di un bene del territorio sardo per restituirlo alla collettività in risposta a bisogni emergenti. Da tale incontro, sono stati costruiti l’e l’.

Successivamente, dopo una serie di lavori dedicati alla sua organizzazione, si è svolto il secondo , momento strutturato di condivisione tra portatori di interesse e destinato alla riflessione sulle e alle da mettere in atto per il raggiungimento dei rispettivi Obiettivi di Progetto. Da tale incontro, è emerso il , strumento di progettazione capace di mettere in evidenza le azioni necessarie e funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Ai workshop hanno partecipato i corsisti FQTS, la formatrice (che nelle due occasioni ha assunto il ruolo di facilitatrice) e una serie di altri stakeholders: Sindaco del Comune di Guspini, Rossella Pinna, Assessore allo Sviluppo del Comune di Guspini, Enrica Olla, 2 Assessori della Provincia del Medio Campidano, Giuseppe De Fanti e Gianluigi Piano e due referenti dell'Associazione Giovanile di Volontariato Guspini 2.0 del territorio interessato, Giorgia Massa e Nicola Fadda.

Tutti gli attori coinvolti nel processo di Progettazione Partecipata hanno espresso un elevato gradimento del percorso, destinato a proseguire oltre e indipendentemente dal progetto FQTS, che, nel caso della Sardegna, ha costituito un volano per migliorare la pratica della progettazione: un percorso che muove dal “basso”, partendo dai bisogni del territorio e della cittadinanza.