· più la paura di essere riconosciuti e di fare la stessa fine del maestro. Ma quegli uomini e...

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». [...] I discepoli erano chiusi in casa per paura. È un momento di disorientamento totale: l'amico più caro, il maestro che era sempre con loro, con cui avevano condiviso tre anni di vita, quello che camminava davanti, per cui avevano abbandonato tutto, non c'è più. L'uomo che sapeva di cielo, che aveva spalancato per loro orizzonti infiniti, è ora chiuso in un buco nella roccia. Ogni speranza finita, tutto calpestato (M. Marcolini). E in più la paura di essere riconosciuti e di fare la stessa fine del maestro. Ma quegli uomini e quelle donne fanno una scelta sapiente, forte, buona: stanno insieme, non si separano, fanno comunità. Forse sarebbero stati più sicuri a disperdersi fra la folla e le carovane dei pellegrini. Invece, appoggiando l'una all'altra le loro fragilità, non si sbandano e fanno argine allo sgomento. Sappiamo due cose del gruppo: la paura e il desiderio di stare insieme. Ed ecco che in quella casa succederà qualcosa che li rovescerà come un guanto: il vento e il fuoco dello Spirito. Germoglia la prima comunità cristiana in questo stringersi l'uno all'altro, per paura e per memoria di Lui, e per lo Spirito che riporta al cuore tutte le sue parole. Quella casa è la madre di tutte le chiese. Otto giorni dopo, erano ancora lì tutti insieme. Gesù ritorna, nel più profondo rispetto: invece di imporsi, si propone; invece di rimproverarli, si espone alle loro mani: Metti, guarda; tendi la mano, tocca. La Risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite. Perché la morte di croce non è un semplice incidente da superare: quelle ferite sono la gloria di Dio, il vertice dell'amore, e resteranno aperte per sempre. Il Vangelo non dice che Tommaso abbia toccato. Gli è bastato quel Gesù che si ripropone, ancora una volta, un'ennesima volta; quel Gesù che non molla i suoi, neppure se l'hanno abbandonato tutti. È il suo stile, è Lui, non ti puoi sbagliare. Allora la risposta: Mio Signore e mio Dio. Mio, come lo è il respiro e, senza, non vivrei. Mio come il cuore e, senza, non sarei. Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Grande educatore, Gesù. Forma alla libertà, a essere liberi dai segni esteriori, e alla serietà delle scelte, come ha fatto Tommaso. Che bello se anche nella Chiesa, come nella prima comunità, fossimo educati più alla consapevolezza che all'ubbidienza; più all'approfondimento che alla docilità. Queste cose sono state scritte perché crediate in Gesù, e perché, credendo, abbiate la vita. Credere è l'opportunità di essere più vivi e più felici, di avere più vita: «Ecco io credo: e carezzo la vita, perché profuma di Te!» (Rumi). ( di Ermes Ronchi ) nr. 98 Domenica 23 aprile 2017 (Giovanni 20,19-31) II DOMENICA DI PASQUA Anno A

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Anche a me tu domandi, Signore Gesù, di percorrere lo stesso itinerario che ha condotto Tommaso alla fede, ma senza poter – come lui – vedere e toccare. Mi chiedi di accogliere la testimonianza di quelli che mi hanno preceduto: la loro gioia, le loro certezze, il loro entusiasmo, le loro parole. Mi inviti ad accogliere il dono dello Spirito, sofo rigeneratore, che mi hanno trasmesso perché la mia vita acquisti uno slancio nuovo. Certo, anch’io, come Tommaso, mi porto dentro dubbi che vorrei fugati per sempre, desideri che attendono di essere presi sul serio. E mi accade di non poter sperimentare una presenza sica, che dovrebbe offrirmi una sicurezza assoluta. Tu, però, non mi lasci solo con la mia fatica, metti sul mio cammino tanti segni che mi rincuorano e mi spingono a non fermarmi, ad andare avanti. E, soprattutto, mi fai considerare questo mio avanzare senza timore come una vera beatitudine che abita ogni credente. Fidarmi di te, a questo punto, diventa uno slancio che cancella di colpo ogni reticenza e anch’io ti dico: Mio Signore e mio Dio. Roberto Laurita

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». [...]

I discepoli erano chiusi in casa per paura. È un momento di disorientamento totale: l'amico più caro, il maestro che era sempre con loro, con cui avevano condiviso tre anni di vita, quello che camminava davanti, per cui avevano abbandonato tutto, non c'è più. L'uomo che sapeva di cielo, che aveva spalancato per loro orizzonti infiniti, è ora chiuso in un buco nella roccia. Ogni speranza finita, tutto calpestato (M. Marcolini). E in più la paura di essere riconosciuti e di fare la stessa fine del maestro. Ma quegli uomini e quelle donne fanno una scelta sapiente, forte, buona: stanno insieme, non si separano, fanno comunità. Forse sarebbero stati più sicuri a disperdersi fra la folla e le carovane dei pellegrini. Invece, appoggiando l'una all'altra le loro fragilità, non si sbandano e fanno argine allo sgomento. Sappiamo due cose del gruppo: la paura e il desiderio di stare insieme. Ed ecco che in quella casa succederà qualcosa che li rovescerà come un guanto: il vento e il fuoco dello Spirito. Germoglia la prima comunità cristiana in questo stringersi l'uno all'altro, per paura e per memoria di Lui, e per lo Spirito che riporta al cuore tutte le sue parole. Quella casa è la madre di tutte le chiese. Otto giorni dopo, erano ancora lì tutti insieme. Gesù ritorna, nel più profondo rispetto: invece di imporsi, si propone; invece di

rimproverarli, si espone alle loro mani: Metti, guarda; tendi la mano, tocca. La Risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite. Perché la morte di croce non è un semplice incidente da superare: quelle ferite sono la gloria di Dio, il vertice dell'amore, e resteranno aperte per sempre. Il Vangelo non dice che Tommaso abbia toccato. Gli è bastato quel Gesù che si ripropone, ancora una volta, un'ennesima volta; quel Gesù che non molla i suoi, neppure se l'hanno abbandonato tutti. È il suo stile, è Lui, non ti puoi sbagliare. Allora la risposta: Mio Signore e mio Dio. Mio, come lo è il respiro e, senza, non vivrei. Mio come il cuore e, senza, non sarei. Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Grande educatore, Gesù. Forma alla libertà, a essere liberi dai segni esteriori, e alla serietà delle scelte, come ha fatto Tommaso. Che bello se anche nella Chiesa, come nella prima comunità, fossimo educati più alla consapevolezza che all'ubbidienza; più all'approfondimento che alla docilità. Queste cose sono state scritte perché crediate in Gesù, e perché, credendo, abbiate la vita. Credere è l'opportunità di essere più vivi e più felici, di avere più vita: «Ecco io credo: e carezzo la vita, perché profuma di Te!» (Rumi).

( di Ermes Ronchi )

nr. 98 Domenica 23 aprile 2017

(Giovanni 20,19-31)

Lettera sul Cammino Sinodale -settima parte- È questa – “da dove cominciare?” – la domanda che spesso ci viene spontanea quando ci troviamo di fronte ad un vasto orizzonte di impegno, quale è anche la nostra Chiesa diocesana, e ci sentiamo sollecitati da una grande quantità di stimoli e di sfide. Di solito si comincia individuando un obiettivo. Ora, guardando al cammino compiuto dalla nostra Chiesa negli ultimi anni, vi troviamo due preoccupazioni, che diventano due obiettivi essenziali da perseguire insieme e forse con urgenza. Essi sono: in primo luogo, la conoscenza di Gesù e l’incontro con Lui; in secondo luogo, la cura della fede dei cristiani adulti. Provo ad illustrarli. Gesù Cristo. Scrivendo ai Corinzi, Paolo propone loro una specie di test di verifica della loro fede: «Esaminate voi stessi, se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi?» La relazione con Cristo, percepito presente nella propria vita, è la prova che siamo davvero credenti. Anzitutto ci pare, dunque, importante tentare di rimettere a fuoco la relazione con Gesù Cristo e la sua centralità nella vita dei credenti e delle comunità cristiane. Un cristianesimo come quello di tanti di noi, frutto di una lunga tradizione (fatta di riti e di consuetudini), può sempre rischiare di perdere il suo cuore pulsante che è la relazione con Gesù. È, infatti, la relazione con Gesù Cristo, prima di ogni altra cosa, a decidere dell’identità cristiana di una persona. Una frase di Benedetto XVI, ripresa anche da Francesco, esprime questo con parole lucidissime: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». La Persona è ovviamente Gesù Cristo, e l’avvenimento è il suo “farsi carne” tra gli uomini, la sua vita morte e risurrezione. Il rapporto con Gesù può farsi flebile non solo in cristiani che vivono ai margini della comunità: può divenire tale anche in cristiani che sono considerati, o si considerano, “impegnati”. Francesco ci aiuta a capire che cosa significa vivere una re laz ione con Lui :«Non s i può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, (…), Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. Sappiamo bene che la vita con Gesù diventa molto più piena e che con Lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. È per questo che evangelizziamo». Ci è chiesto di conoscere e far conoscere Gesù, parlare di Gesù, riconoscere la presenza di Gesù in tante situazioni di vita, anche quelle che paiono lontane da Lui. Da G.A.Gardin Discepoli di Gesù per un nuovo stile di Chiesa, Lettera sul cammino Sinodale, Treviso 2017.

II DOMENICA DI PASQUA

Anno A

Sabato 22 Aprile - SAbAto di PASquA(At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15)ore 18.30 Def.ti Antonio e Ivana Cabrio; per vivi e defunti fam. Maria e Giovanni Serafin; def.ti Stanislao, Francesca e Elsa Boraldo

domenica 23 Aprile - domenicA ii di PASquA o dellA divinA miSericordiA(At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31)ore 09.30 Def.ti Rina, Emilio e Carmela; def.ti Lino e Giorgio Marton; Battesimi: tea Zacchello di Federico e Maria Milena; Pietro Garbillo di Keoma e Serena Boschiero; leonardo bassetto di Devis e Callegaro Valeria; Ysabel Giacometti di Enrico e Marika Ortolan

lunedì 24 Aprile (At 4,23-31; Sal 2; Gv 3,1-8)ore 18.30 non c’è lA meSSA

martedì 25 Aprile - SAn mArco, evAnGeliStA(1Pt 5,5-14; Sal 88; Mc 16,15-20)ore 19.00 Santa messa unica a S.ta m. Assunta per tutte le parrocchie di mogliano

mercoledì 26 Aprile (DAt 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21)ore 18.30 Per tutti i consacrati

Giovedì 27 Aprile - SAn liberAle, PAtrono PrinciPAle dellA città e dioceSi (At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36)ore 18.30 non c’è lA meSSA

venerdì 28 Aprile (At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15)ore 18.30 Per gli ammalati

Sabato 29 Aprile (1Gv 1,5-2,2; Sal 102; Mt 11,25-30)ore 18.30 Def.ti Vincenzo Reale e fam. Carestiato

domenica 30 Aprile - domenicA iii di PASquA(At 2,14.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35)ore 09.30 50mo anniv. di matrimonio di ines mason e Giovanni Pieretto

ParrocchiaSAn cArloINTENZIONI DELLA SETTIMANA

ParrocchiaSAnt’elenAINTENZIONI DELLA SETTIMANA

don edoArdo: cell. 340 8119646 - Confessa al sabato a san Carlo o Zerman (informarsi);

prima o dopo le Messe o previo accordo.

don dAvide: cell. 346 7834766 - Riceve o confessa presso la canonica di Zerman;- a San Carlo, generalmente al Mercoledì e Venerdì

dalle ore 17.00.

meSSe All’iStituto GriS- Da lunedì a venerdì: ore 8.00 (via Torni);- Sabato: ore 15.30 (via Torni);- Domenica: ore 10.00 (Geriatrico).

conFeSSioni- Ogni sabato, dalle 16.00, un confessore a Santa maria

Assunta.

Sabato 22 Aprile - SAbAto di PASquA(At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15)ore 18.30 Def.ta Giuliana Favaro; def.ti Gabriella Vianello, Ilda Loss e Maddalena

domenica 23 Aprile - domenicA ii di PASquA o dellA divinA miSericordiA(At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31)ore 09.00 Def.ta Olga; def.to Antonioore 11.00 Per le famiglie in difficoltà Def.ta Cerato Emma

lunedì 24 Aprile (At 4,23-31; Sal 2; Gv 3,1-8)ore 18.30 liturGiA dellA PArolA

martedì 25 Aprile - SAn mArco, evAnGeliStA(1Pt 5,5-14; Sal 88; Mc 16,15-20)ore 19.00 Santa messa unica a S.ta m. Assunta per tutte le parrocchie di mogliano

mercoledì 26 Aprile (DAt 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21) ore 18.30 Def.ti Paolo, Emanuele e Giuseppina

Giovedì 27 Aprile - SAn liberAle, PAtrono PrinciPAle dellA città e dioceSi (At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36)ore 18.30 Def.to Angelo Carta

venerdì 28 Aprile (At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15)ore 18.30 Per i fedeli vivi e defunti della parrocchia

Sabato 29 Aprile (1Gv 1,5-2,2; Sal 102; Mt 11,25-30)ore 18.30 Per le vittime delle recenti calamità naturali

domenica 30 Aprile - domenicA iii di PASquA(At 2,14.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35)ore 09.00 Def.to Alessandro Bindi (nel 2° anniv.)ore 11.00 Prime comunioni

SAn cArlo: 041.453102 [email protected]

SEGRETERIA: LUNEDI 9.30-11.30 MARTEDI 9.30-11.30 + 15.00-18.00 MERCOLEDI 9.30-11.30 GIOVEDI 9.30-11.30 + 16.00-18.00 VENERDI 9.30-11.30 SABATO CHIUSO SAnt’elenA: 041.457383 [email protected]

SEGRETERIA: DA LUNEDI A VENERDI: 9.00-11.30

SeGreteriAPArroccHiAle

ParrocchiaSAnt’elenA AVVISI

Parrocchie:SAnt’elenASAn cArlo AVVISI COMUNI

ii domenicA di PASquA domenica della “Divina Misericordia”

dalla lettera apostolica “Misericordia et misera” di papa Francesco

[N. 5] Concluso questo Giubileo, è tempo di guardare avanti e di comprendere come continuare con fedeltà, gioia ed entusiasmo a sperimentare la ricchezza della misericordia divina. Le nostre comunità potranno rimanere vive e dinamiche nell’opera di nuova evangelizzazione nella misura in cui la “conversione pastorale” che siamo chiamati a vivere sarà plasmata quotidianamente dalla forza rinnovatrice della misericordia. Non limitiamo la sua azione; non rattristiamo lo Spirito che indica sempre nuovi sentieri da percorrere per portare a tutti il Vangelo che salva.[N. 18] È il momento di dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere, frutto della grazia. La Chiesa ha bisogno di raccontare oggi quei «molti altri segni» che Gesù ha compiuto e che «non sono stati scritti» (Gv 20,30), affinché siano espressione eloquente della fecondità dell’amore di Cristo e della comunità che vive di Lui. Sono passati più di duemila anni, eppure le opere di misericordia continuano a rendere visibile la bontà di Dio. [N. 20] Siamo chiamati a far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli. Le opere di misericordia sono “artigianali”… possiamo dar vita a una vera rivoluzione culturale proprio a partire dalla semplicità di gesti che sanno raggiungere il corpo e lo spirito, cioè la vita delle persone… nella consapevolezza che la Parola del Signore sempre la chiama ad uscire dall’indifferenza e dall’individualismo in cui si è tentati di rinchiudersi per condurre un’esistenza comoda e senza problemi.[N. 21] Questo è il tempo della misericordia. Ogni giorno del nostro cammino è segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare. È il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza. È il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessità. È il tempo della misericordia perché i poveri sentano su di sé lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l’indifferenza, scoprono l’essenziale della vita. È il tempo della misericordia perché ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a sé.

il GrAZie di P. KitenGieCarissimi confratelli sacerdoti, vorrei sinceramente ringraziarvi e ringraziare tutti i fedeli che hanno collaborato e partecipato alla celebrazione della via crucis cittadina. Il vostro gesto altamente ecclesiale mi ha colpito profondamente e mi ha ridato, nonostante la difficile situazione, la forza e le energie per proseguire la mia missione di formazione dei futuri sacerdoti per la Chiesa. Con voi e in mezzo a voi ho vissuto un momento forte di fraternità sacerdotale. A nome di tutta la comunità del Seminario, ancora dispersa, vi ringrazio per il vostro gesto di solidarietà e di condivisione: abbiamo ricevuto euro 2.903,93.

cAtecHiSmo2 mediA: mercoledì 26 aprile alle ore 20.45 a San Carlo, incontro dei genitori dei ragazzi di 2° media di San carlo e di Zerman.

PAStorAle GiovAniledomenica 23 aprile dalle ore 14.30 alle ore 21.00 uscita di tutti i ragazzi dalla 1° alla 5° superiore del Vicariato di Mogliano “Pagaiando lungo il Sile”.

cHiericHettidomenica 23 aprile dopo la Messa delle ore 11.00, a San Carlo, incontro di tutti i chierichetti (San Carlo e Zerman) per preparare l’uscita del convegno del Primo maggio.

bilAnci PArroccHiAliIn fondo alla chiesa è possibile ritirare e visionare il bilancio parrocchiale.

ParrocchiaSAn cArlo AVVISI

conSiGlio PAStorAle PArroccHiAle (cPP)Giovedì 27 aprile alle ore 20.45 a Zerman(Salone al 3° piano scuola dell’infanzia).

orAtorioda oggi 23 aprile l’oratorio (campetto da calcio, campo di pallavolo, calcetto e tavolo da pingpong) sarà aperto tutte le domeniche pomeriggio dalle ore 15.30 alle 18.30 con la presenza dei genitori. Vi invitiamo a cogliere l’occasione per stare insieme e condividere le domeniche di primavera.

ScuolA mAternAPer la Festa della Liberazione e di San Marco lunedì 24 e martedì 25 aprile sarà vacanza.

PrimA comunione per 32 bambinidomenica 30 aprile, ore 11.00

Giovedì 27 e venerdì 28 aprile, prove della Celebrazione (in chiesa, ore 17.00).

Sabato 29 aprile, confessioni per bambini e genitori (ore 14.30-16.00).

conSiGlio PAStorAle PArroccHiAle (cPP)martedì 2 maggio alle ore 20.45 in capellina

Grazie a tutti per questo prezioso contributo, che sicuramente ci aiuterà a ricostruire qualcosa di quello che è stato distrutto. Approfitto per fare a ciascuno di voi i miei cari e fraterni auguri di una fruttuosa e Santa Pasqua.Con profonda gratitudine.

Richard KITENGIE

FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Anche a me tu domandi, Signore Gesù, di percorrere lo stesso itinerario che ha condotto Tommaso alla fede, ma senza poter – come lui – vedere e toccare. Mi chiedi di accogliere la testimonianza di quelli che mi hanno preceduto: la loro gioia, le loro certezze, il loro entusiasmo, le loro parole. Mi inviti ad accogliere il dono dello Spirito, sofo rigeneratore, che mi hanno trasmesso perché la mia vita acquisti uno slancio nuovo. Certo, anch’io, come Tommaso, mi porto dentro dubbi che vorrei fugati per sempre, desideri che attendono di essere presi sul serio. E mi accade di non poter sperimentare una presenza sica, che dovrebbe offrirmi una sicurezza assoluta. Tu, però, non mi lasci solo con la mia fatica, metti sul mio cammino tanti segni che mi rincuorano e mi spingono a non fermarmi, ad andare avanti. E, soprattutto, mi fai considerare questo mio avanzare senza timore come una vera beatitudine che abita ogni credente. Fidarmi di te, a questo punto, diventa uno slancio che cancella di colpo ogni reticenza e anch’io ti dico: Mio Signore e mio Dio. Roberto Laurita

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». [...]

I discepoli erano chiusi in casa per paura. È un momento di disorientamento totale: l'amico più caro, il maestro che era sempre con loro, con cui avevano condiviso tre anni di vita, quello che camminava davanti, per cui avevano abbandonato tutto, non c'è più. L'uomo che sapeva di cielo, che aveva spalancato per loro orizzonti infiniti, è ora chiuso in un buco nella roccia. Ogni speranza finita, tutto calpestato (M. Marcolini). E in più la paura di essere riconosciuti e di fare la stessa fine del maestro. Ma quegli uomini e quelle donne fanno una scelta sapiente, forte, buona: stanno insieme, non si separano, fanno comunità. Forse sarebbero stati più sicuri a disperdersi fra la folla e le carovane dei pellegrini. Invece, appoggiando l'una all'altra le loro fragilità, non si sbandano e fanno argine allo sgomento. Sappiamo due cose del gruppo: la paura e il desiderio di stare insieme. Ed ecco che in quella casa succederà qualcosa che li rovescerà come un guanto: il vento e il fuoco dello Spirito. Germoglia la prima comunità cristiana in questo stringersi l'uno all'altro, per paura e per memoria di Lui, e per lo Spirito che riporta al cuore tutte le sue parole. Quella casa è la madre di tutte le chiese. Otto giorni dopo, erano ancora lì tutti insieme. Gesù ritorna, nel più profondo rispetto: invece di imporsi, si propone; invece di

rimproverarli, si espone alle loro mani: Metti, guarda; tendi la mano, tocca. La Risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite. Perché la morte di croce non è un semplice incidente da superare: quelle ferite sono la gloria di Dio, il vertice dell'amore, e resteranno aperte per sempre. Il Vangelo non dice che Tommaso abbia toccato. Gli è bastato quel Gesù che si ripropone, ancora una volta, un'ennesima volta; quel Gesù che non molla i suoi, neppure se l'hanno abbandonato tutti. È il suo stile, è Lui, non ti puoi sbagliare. Allora la risposta: Mio Signore e mio Dio. Mio, come lo è il respiro e, senza, non vivrei. Mio come il cuore e, senza, non sarei. Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Grande educatore, Gesù. Forma alla libertà, a essere liberi dai segni esteriori, e alla serietà delle scelte, come ha fatto Tommaso. Che bello se anche nella Chiesa, come nella prima comunità, fossimo educati più alla consapevolezza che all'ubbidienza; più all'approfondimento che alla docilità. Queste cose sono state scritte perché crediate in Gesù, e perché, credendo, abbiate la vita. Credere è l'opportunità di essere più vivi e più felici, di avere più vita: «Ecco io credo: e carezzo la vita, perché profuma di Te!» (Rumi).

( di Ermes Ronchi )

nr. 98 Domenica 23 aprile 2017

(Giovanni 20,19-31)

Lettera sul Cammino Sinodale -settima parte- È questa – “da dove cominciare?” – la domanda che spesso ci viene spontanea quando ci troviamo di fronte ad un vasto orizzonte di impegno, quale è anche la nostra Chiesa diocesana, e ci sentiamo sollecitati da una grande quantità di stimoli e di sfide. Di solito si comincia individuando un obiettivo. Ora, guardando al cammino compiuto dalla nostra Chiesa negli ultimi anni, vi troviamo due preoccupazioni, che diventano due obiettivi essenziali da perseguire insieme e forse con urgenza. Essi sono: in primo luogo, la conoscenza di Gesù e l’incontro con Lui; in secondo luogo, la cura della fede dei cristiani adulti. Provo ad illustrarli. Gesù Cristo. Scrivendo ai Corinzi, Paolo propone loro una specie di test di verifica della loro fede: «Esaminate voi stessi, se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi?» La relazione con Cristo, percepito presente nella propria vita, è la prova che siamo davvero credenti. Anzitutto ci pare, dunque, importante tentare di rimettere a fuoco la relazione con Gesù Cristo e la sua centralità nella vita dei credenti e delle comunità cristiane. Un cristianesimo come quello di tanti di noi, frutto di una lunga tradizione (fatta di riti e di consuetudini), può sempre rischiare di perdere il suo cuore pulsante che è la relazione con Gesù. È, infatti, la relazione con Gesù Cristo, prima di ogni altra cosa, a decidere dell’identità cristiana di una persona. Una frase di Benedetto XVI, ripresa anche da Francesco, esprime questo con parole lucidissime: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». La Persona è ovviamente Gesù Cristo, e l’avvenimento è il suo “farsi carne” tra gli uomini, la sua vita morte e risurrezione. Il rapporto con Gesù può farsi flebile non solo in cristiani che vivono ai margini della comunità: può divenire tale anche in cristiani che sono considerati, o si considerano, “impegnati”. Francesco ci aiuta a capire che cosa significa vivere una re laz ione con Lui :«Non s i può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, (…), Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. Sappiamo bene che la vita con Gesù diventa molto più piena e che con Lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. È per questo che evangelizziamo». Ci è chiesto di conoscere e far conoscere Gesù, parlare di Gesù, riconoscere la presenza di Gesù in tante situazioni di vita, anche quelle che paiono lontane da Lui. Da G.A.Gardin Discepoli di Gesù per un nuovo stile di Chiesa, Lettera sul cammino Sinodale, Treviso 2017.

II DOMENICA DI PASQUA

Anno A

AvviSi interPArroccHiAli

domenicA 23 APrile Festa della divina misericordia, ore 16,30 chiesa S.Maria Assunta, adorazione eucaristica guidata da don Marco, recita del Rosario e possibilità di confessarsi.

domenicA 23 APrile Ore 16,30 chiesa S.M.Assunta Dalla Pasqua quante meraviglie, cori in concerto, La vita è bella e La Trincea diretti dal maestro Giordano Giordani.

lunedì 24 APrile La segreteria delle parrocchie in centro pastorale resterà chiusa.

dAl 2 Al 4 GiuGno: Pellegrinaggio ad Assisi. Info e iscrizioni: don elio.

Campi scuola per i ragazzi della Collaborazione: presso la casa alpina odar ad Auronzo. Prima e seconda media: 15-22 luglio. Terza media: 22-29 luglio. Info: segreteria delle parrocchie; www.parrocchiemogliano.it

dAll’1 Al 10 Settembre Il Gruppo Biblico del Collegio Astori organizza: viaggio in terra Santa sulle orme di Giosuè. Info e prenotazioni: 041 59 87 327.

vicAriAto dioceSi

Giovedì 27 APrile Ore 19 Treviso, cattedrale, pellegrinaggio giovani e adulti di AC.

SAbAto 29 APrile Ore 10 Treviso Centro della famiglia, Puntiamo sulla famiglia. Proposte concrete per la fiscalità familiare. Incontro pubblico e dibattito con il ministro per la famiglia e gli affari regionali, enrico costa, e l’assessore ai servizi sociali della Regione Veneto, manuela lanzarin.Info: www.centrodellafamiglia.it; www.famiglie2000.it.

dAl 9 Al 18 AGoSto La Scuola di formazione Teologica e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose propongono un pellegrinaggio viaggio studio in turchia, terra Santa della chiesa.Info: Seminario Vescovile di Treviso. Orari segreteria martedì 17-19,30; giovedì 10-12; 17-19,30. Tel. 0422324835, [email protected].

S.tA mAriA ASSuntA: tel. 041.5900375 - cell. 334.2590290SEGRETERIA: ORARIO 11-13 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ[email protected]

SeGreteriAPArroccHiAle