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«NOVECENTO GUITAR SONATINAS» CD « Novecento Guitar Sonatinas » (musiche di Scott, Delpriora, Surinach, Mortari, Har- ris, Gilardino, Franco, Duarte, Kharisov e Cavallone) chitarra Cristiano Porqueddu BRILLIANT CLASSICS 95558 (4 CD) DDD 4h22m5s H H H H H H H H H H Anno dopo anno, cofanetto dopo cofanetto, Cristia- no Porqueddu sta portando avanti un’opera di docu- mentazione disco- ` nel 2020 il suo terzo volu- me ed e ` interamente dedicata ad autori dello stesso periodo; la rasse- gna sulla musica russa recensita su 101 musica 312, dicembre 2019-gennaio 2020 grafica del repertorio chitarristico novecentesco e dei primi lustri del XXI secolo che sicuramente rimarra ` un punto di riferimento per molti anni a venire. Malgrado molte eti- chette investano ormai soprattutto su programmi orecchiabili e inter- preti glamour, il successo anche commerciale di cui a quanto mi ri- sulta godono queste emissioni, in teoria di nicchia, conforta sulla cu- riosita ` e ricettivita ` da parte di ascol- tatori le cui qualita ` di discernimento a volte evidentemente si tende a sot- tovalutare. Oltre al progetto di cui ci accingia- mo a riferire, infatti, non dobbiamo dimenticare l’integrazione costituita in questo senso dalle altre iniziative portate avanti da Porqueddu con Brilliant: la serie sugli Studi Facili, che vedra

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  • « N O V E C E N T O G U I T A R S O N A T I N A S »

    CD« Novecento Guitar Sonatinas » (musichedi Scott, Delpriora, Surinach, Mortari, Har-ris, Gilardino, Franco, Duarte, Kharisov eCavallone) chitarra Cristiano PorquedduBRILLIANT CLASSICS 95558 (4 CD)DDD 4h22m5s

    HHHHHHHHHHAnno dopo anno,cofanetto dopocofanetto, Cristia-no Porqueddu staportando avantiun’opera di docu-mentazione disco-

    ` nel 2020 il suo terzo volu-me ed è interamente dedicata adautori dello stesso periodo; la rasse-gna sulla musica russa recensita su

    101musica 312, dicembre 2019-gennaio 2020

    grafica del repertorio chitarristiconovecentesco e dei primi lustri delXXI secolo che sicuramente rimarràun punto di riferimento per moltianni a venire. Malgrado molte eti-chette investano ormai soprattuttosu programmi orecchiabili e inter-preti glamour, il successo anchecommerciale di cui a quanto mi ri-sulta godono queste emissioni, inteoria di nicchia, conforta sulla cu-riosità e ricettività da parte di ascol-tatori le cui qualità di discernimentoa volte evidentemente si tende a sot-tovalutare.Oltre al progetto di cui ci accingia-mo a riferire, infatti, non dobbiamodimenticare l’integrazione costituitain questo senso dalle altre iniziativeportate avanti da Porqueddu conBrilliant: la serie sugli Studi Facili,che vedra

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  • MUSICA 293; nonché progetti mono-grafici come il sostanzioso cofanet-to dedicato all’opera per chitarrasola di Angelo Gilardino (vedi MUSI-CA 274). La collana « NovecentoGuitar » è stata inaugurata nel 2012con un triplo album dedicato aiPreludi (recensito su MUSICA 245);ne ha fatto seguito uno (di cinqueCD) sulle Sonate, e si concentra orasulla forma più sfuggente della So-natina (Porqueddu sta lavorando aun ulteriore capitolo, dedicato alleVariazioni). Molti autori interpreta-no infatti l’accezione « diminutiva »della Sonata in senso puramentestrutturale e « quantitativo », preve-dendo una composizione in un uni-co movimento, ovvero in due o tretempi di estensione o ambizionepiù ridotta rispetto a una Sonataortodossa; per altri invece la que-stione si fa più sottile, come è il ca-so (tra gli autori qui documentati)di Gilardino, che presenta Sonatinesostanziose (superano anche i ventiminuti), articolate nei canonici tremovimenti, ma che afferma di sce-gliere istintivamente tra il termineSonata o Sonatina nel caso che av-verta di aver teso o meno ad anda-re oltre ai « limiti estetici intrinsecidella chitarra ». Un’altra lettura an-cora è quella di Mark Delpriora,che della sua Le Canzoni dell’Ac-qua in quattro tempi afferma cheandrebbe considerata una « giovanesonata » piuttosto che una « sonatabreve », in quanto prende spuntoda materiale composto tra i sedicie i diciannove anni. In effetti, perinciso, il fatto che le note di coper-tina siano state affidate in alcunicasi agli autori stessi costituisce unulteriore elemento di interesse delcofanetto: ma negli altri casi Por-queddu fornisce di suo pugno infor-mazioni che non lasciano nulla adesiderare.Ma veniamo più concretamente alcontenuto dei quattro CD. Va innan-zitutto posto nel giusto rilievo checirca metà delle Sonatine sono inprima registrazione assoluta: unacircostanza che ha dell’incredibilenel caso di lavori (come la Sonati-na Miniature di Virgilio Mortari ela Sonatina di Albert Harris) nonsolo di notevole qualità, ma dispo-nibili da decenni sul mercato edito-

    riale. Il palinsesto vede la presenzatanto di autori la cui opera si èsvolta interamente (o quasi) nelNovecento, come Cyril Scott, JohnDuarte, Carlos Surinach e i citatiMortari e Harris; quanto di compo-sitori viventi, come Gilardino (a cuisono dedicati qui due interi CD),Delpriora, Franco Cavallone, VitalyKharisov e Alfredo Franco. Occorresottolineare che cinque opere(quattro di Gilardino e la Sonatinadi Kharisov) sono state già presen-tate da Porqueddu in precedentiemissioni: questo potrà forse di-spiacere a qualche acquirente diqueste ultime, ma riteniamo che ilchitarrista nuorese abbia fatto benea includerle, in quanto risultanofunzionali ad arricchire lo spettrodelle soluzioni adottate per questaForma nella contemporaneità chi-tarristica.La rassegna prende avvio da un’o-pera di importanza storica: la Sona-tina di Cyril Scott, scritta nel 1927per Andrés Segovia ma da quest’ul-timo mai eseguita interamente néregistrata o pubblicata, rinvenutada Gilardino nell’Archivio Segoviaed edita nel 2002 da Bèrben, mache ancora fatica a trovare nel re-pertorio lo spazio che merita. Sitratta di un’opera nello stile maturodel compositore inglese: il primomovimento è costruito « a mac-chie » ma con evidente sapienzastrutturale e retorica, che Porqued-du nella sua interpretazione eviden-zia con un eccellente lavoro suipiani dinamici e cromatici; ma an-che gli altri due movimenti colpi-scono l’attenzione dell’ascoltatore,l’Allegretto pensoso per il tono ru-stico, il Finale per il gagliardo ca-rattere ritmico (ispirato allo zortzi-ko basco). Un’altra personalità rile-vante del Novecento, in questo ca-so specificamente chitarristico, fuJohn Duarte (1919-2004), didatta,compositore e critico (fu tra l’altroper decenni la firma « chitarristica »di « Gramophone »), vicino a perso-naggi del calibro di Segovia, IdaPresti, John Williams e JulianBream: la sua musica (in particola-re la English Suite) ha fortunapresso i chitarristi per il suo carat-tere idiomatico e accattivante. Nonfa eccezione la Sonatina Lirica op.

    48: si tratta di un omaggio a MarioCastelnuovo-Tedesco, mediante la« rielaborazione di alcuni dei motivitematici e ritmici » utilizzati dal fio-rentino nella sua musica per chitar-ra. Nonostante l’obiettivo di un’evo-cazione non meramente emulativarisulti raggiunto, e nel Lento e pocomesto Duarte sappia plasmare unamelodia di un’asciuttezza e nobiltàche realmente ricorda l’ultimo Ca-stelnuovo, non mi pare tuttavia chela Sonatina vada inclusa tra i suoicapolavori.Anche Albert Harris (1919-2005),compositore inglese oggi ricordatosoprattutto per la sua attività holly-woodiana, ebbe a che fare con Se-govia: fu in effetti uno dei pochissi-mi autori anglosassoni contempora-nei a essere omaggiati da un’inci-sione del chitarrista andaluso, pre-cisamente delle Variazioni e Fugasu un tema di Händel di cui era ildedicatario. Harris sapeva suonarela chitarra e questo sicuramentegiocò un ruolo nell’elaborare unascrittura idiomatica, fattore che Se-govia apprezzava sempre. Anche laSonatina emerge per questa quali-tà, nonché per un’ispirazione incisi-va, certo lontana da ogni avanguar-dismo ma per nulla banale: la sin-golarità formale della composizioneè quella di avere due movimenti informa di Rondò, e quello conclusi-vo in particolare, dal carattere rie-pilogativo, avvince per la varietà diatmosfere e per l’icasticità dei temi,che rimangono a lungo nella me-moria e ne fanno un brano di sicu-ra riuscita espressiva. Auspichiamoche l’incisione di Porqueddu riescaad imporla finalmente in repertoriosecondo i suoi meriti. Voto che ri-volgiamo ancor più calorosamentenei confronti della fulminea Sonati-na Miniature di Virgilio Mortari(1902-1993), figura assai influentein ambito romano e veneziano, cheper la chitarra scrisse diversi pezzisolistici e anche un Piccolo Concer-to: la Sonatina è in un unico movi-mento diviso in due sezioni contra-stanti, Lento ed Energico, e durapoco più di tre minuti. Si tratta diun lavoro di evidente qualità e disicuro effetto, ed è veramente in-credibile incontrarlo qui in prima

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  • incisione assoluta, a oltre quaran-t’anni dalla pubblicazione!L’obbligo di sintesi ci impone disorvolare sulla più conosciuta So-natina di Carlos Surinach (1915-1997), autore barcellonese di car-riera statunitense, lavoro che avvin-ce per l’aroma ispanico (ma assolu-tamente non oleografico) dei brevitempi veloci e per l’intenso Alle-gretto pensoso centrale; e soprattut-to sugli interi due CD dedicati adAngelo Gilardino, autore sul qualedel resto ci siamo soffermati spes-so su queste pagine. Le due Sonati-ne qui al debutto discografico sonoaltrettanti esempi della maturità delcompositore, e mi sembra di indivi-duarvi una particolare inclinazionealla pensosità, che prevale sui mo-menti dionisiaci e inquieti altrettan-to essenziali nella sua poetica. En-trambe risalgono al 2015 ed en-trambe germinano da due lavoriscritti in precedenza: la Sonatinadegli Angeli dallo Studio di virtuo-sità e trascendenza n. 27, Elogio diun albatro, omaggio a Giorgio Ghe-dini (come tradisce l’allusione alConcerto del compositore cunee-se); la Sonatina de Valparaiso ècostruita invece attorno a Yo tocoun agua silenciosa, brano scrittoin precedenza per il chitarrista JoséAntonio Escobar, a cui anche laSonatina è dedicata: oltre a costi-tuire un’evocazione immaginificadella città cilena, includendo ancheepisodi vivaci e ricchi di colori co-me l’incipit del primo tempo, l’ope-ra appare globalmente permeatadalla Stimmung dell’intensa e ma-linconica poesia di Gabriela Mistral(Cosas) da cui prende in prestito ilterzo verso.Il sessantenne Mark Delpriora, sta-tunitense di origini venete, è unchitarrista-compositore attualmentemolto apprezzato, e in particolarela sua monumentale Terza Sonatain sei movimenti si sta imponendocome uno dei capisaldi della recen-te letteratura chitarristica. La Poc-ket Sonata nasce proprio in con-nessione e antitesi con quel lavoro,come una sorta di sfida a conden-sare una solida struttura formale inmovimenti che durano invece ap-pena un paio di minuti ciascuno: laprova va considerata superata e la

    Sonatina risulta accattivante, oltreche molto impegnativa per l’inter-prete. Il linguaggio compositivo diDelpriora è decisamente accessibi-le, e questa caratteristica risaltaancor più nella Sonatina Le Canzo-ni dell’Acqua (dedicata a Porqued-du), che trae un’impressione di no-tevole freschezza dal fatto di riela-borare, come accennato, materialescritto da teenager. Particolarmen-te riusciti l’iniziale Allegro, dai temidi carattere contrastante, e l’An-dante, lasciato quasi interamentenella stesura originale: brano piùintroverso e armonicamente « torbi-do » ma intrigante proprio per ilmodo in cui rinfresca una gestuali-tà di trasparente impronta tardoro-mantica.Entrambi piemontesi, infine, sonoFranco Cavallone (1957) e AlfredoFranco (1967), rappresentati da So-natine dedicate all’interprete. L’o-pera del primo sta particolarmentea cuore a Porqueddu, che le dedi-cherà prossimamente un cofanettodi tre CD: si tratta assieme a Gilar-dino dell’autore dal linguaggio più« avanzato » (sempre che questotermine abbia ancora un senso) traquelli qui documentati, e lo si per-cepisce chiaramente dai densi pri-mi movimenti delle due Sonatine,che dimostrano un’evidente sapien-za compositiva. Ma la libertà armo-nica di Cavallone promana anchedall’affascinante movimento centra-le (Lento) della Sonatina AnimeGementi, una sorta di contempora-neo Ricercare; se per questa recen-tissima (2017) opera l’autore affer-ma di essersi ispirato alla PrimaSonata di Alban Berg, per Omag-gio a Benjamin Britten (2013) i ri-ferimenti sono i Sea Interludes e ilPrimo Quartetto del compositoreinglese, e la connotazione diafanaapportata dall’uso consistente dellarisorsa strumentale dei suoni armo-nici rimanda in effetti al carattereun po’ misterioso dell’ispirazionebritteniana, immanente proprio nelPeter Grimes. Il flauto nel bosco diAlfredo Franco prende spunto inve-ce dall’omonima novella di GraziaDeledda ed è ispirata dalle sensa-zioni ricevute dalla terra del dedi-catario: « sfumature contrastanti diluce e oscurità nelle quali elementi

    ancestrali persistono accanto aitempi discontinui della vita quoti-diana ». Proprio per garantire lacontinuità del flusso di immagini, laSonatina è formalmente in un uni-co tempo, pur essendo internamen-te articolata in tre movimenti: lacomposizione, da cui sembrano tra-pelare tra gli altri influssi minimali-sti, dimostra un uso evoluto dellatonalità e dell’evocazione del passa-to musicale, e appare estremamen-te idiomatica; l’affresco è ricco disuggestioni eterogenee e l’interpre-te si pone in perfetta sintonia colcompositore, mettendo in campoun lavoro sul colore e sulla plastici-tà dinamica davvero fuori dall’ordi-nario.

    Roberto Brusotti

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