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Perdere la padronanza dei proprimovimenti è frustrante e impedisce dicondurre una vita normale: è questa unadelle testimonianze raccolte inun’indagine realizzata dalla SocietàItaliana di Reumatologia (SIR) e lafondazione Censis che ha l’obiettivo difotografare lo stato delle malattiereumatiche in Italia e, in particolare, idisturbi strettamente legati all’artritereumatoide (AR), una malattiainfiammatoria cronico-degenerativaaltamente invalidante che colpiscesoprattutto le donne dai 30 ai 50 anni einteressa le articolazioni di mani, polsi,ginocchia, piedi, caviglie, gomiti, spalle,anche e colonna cervicale.Il sintomo principale della malattia è il

dolore spontaneo e continuo, spessonotturno, che migliora durante l’attivitàfisica e peggiora col riposo. Ma vi sonoanche rigidità motoria, soprattutto almattino, gonfiore e tumefazioneall’altezza delle articolazioni colpite.Inoltre, con l’avanzare della malattia, lealterazioni dell’apparato locomotorepossono essere di tale gravità dacomportare deformità e perdita difunzionalità motorie, fino a uno stato diinvalidità più o meno totale. Sfera privata,lavoro e relazioni interpersonali possonoessere compromessi a causa di unpermanente disordine anatomico,motorio ed estetico (in corrispondenzadelle articolazioni sotto la cute si formanonoduli tondeggianti). In molti casi, inoltre,

di NICOLA PAPPONE

10 novembre - dicembre 2012

Trattamento integrato

i pazienti affetti da artrite reumatoidesono generalmente in scarsa formafisica, condizione che porta con sédebolezza muscolare, atrofia e patologieconcomitanti come depressione efibromialgia, cosiddetta sindrome diAtlante caratterizzata da doloremuscolare diffuso. È stata inoltredocumentata la presenza dicomorbidità a caricodell’apparato cardio-respiratorio.L’esperienza clinica ci insegnache i soli trattamenti farmacologicio chirurgici delle malattie reumatichenon sono sufficienti a prevenire erisolvere il problema della disabilitàdovuta al danno articolare. Al contrario,

è soprattutto la riabilitazione in camporeumatologico e la corretta diagnosiseguiti da una altrettanto precoce terapia

che potranno aiutare ilpaziente, e lo staff medico, a

dominare - in tutto o in parte - lasintomatologia e i disordini funzionaliche la malattia determina, nellaprospettiva di un precoce reinserimentosociale e lavorativo.

dell artrite reumatoide

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La cura medica fine a se stessa assicuraquindi la sopravvivenza ma per prevenirela disabilità, migliorare la qualità dellavita e ridurre i costi sanitari diretti eindiretti è necessario disegnare unpercorso diagnostico-terapeuticopersonalizzato che tenga conto nonsoltanto della malattia, ma soprattuttodell’ammalato. Già nelle prime fasi dicura della patologia è quindifondamentale parlare di ergonomiaintesa come stile di vita.È fondamentale programmare la vitaquotidiana considerando di modificarela propria gestualità e apprendere unnuovo modo di compiere ogni atto dellavita quotidiana e della vita lavorativa.Tutto questo è possibile solo attraversoun percorso di cura specialistico eintegrato che combina percorsoriabilitativo e trattamento farmacologico.

L’intervento riabilitativo il più delle voltenecessita di trattamento farmacologicocombinato e di controlli periodici di tipoambulatoriale.Nella cura dell’artrite reumatoide sono

stati evidenziati effetti positivi deifarmaci biologici, ovvero farmaci

di nuova generazione studiatiper raggiungere le

cellule o le

strutture malate, agendo direttamentesu queste senza danneggiare le cellulesane. Questi farmaci sono destinati, inparticolare, sia a pazienti affetti da formedi malattie reumatiche “aggressive” enon rispondenti ai trattamenticonvenzionali, sia nelle forme precociche avanzate di malattia.A partire dal 2003, presso l’UnitàOperativa di RiabilitazioneReumatologica, Ortopedica, TerapiaOccupazionale ed Ergonomicadell’Istituto Scientifico di Telese Termedell’IRCCS Fondazione Maugeri per lacura di questa malattia abbiamo inprogramma un protocollo specialisticoche, oltre alla valutazione prettamenteReumatologica Clinica, affiancatrattamento farmacologico con terapiabiologica e valutazioni quantitative dianalisi del movimento e analisi dellecapacità funzionali residue, capaci didescrivere il livello di efficienza e leperformances biomeccaniche dellestrutture scheletriche e neurologicheanche a distanza dei trattamentiriabilitativi.Questa metodologia di lavoro permettedi migliorare i servizi, facilitarel’integrazione ospedale-territorio e larealizzazione di reti cliniche eassistenziali; agevola infine la sinergiacon il Medico di Medicina Generaleaffinché si realizzi un correttomonitoraggio dell’evoluzione dellamalattia.

Negli ultimi dieci anni laletteratura internazionale hasollecitato l’attenzionesull’importanza di untrattamento combinato(terapia farmacologica eriabilitativa) ad effettosinergico per il miglioramentoclinico, funzionale e dellaqualità di vita del paziente.Questo tipo di attivitàspecialistica garantisce unapproccio globale e integratocon una chiara “presa incarico” al fine di impedirequella dispersione cheinevitabilmente avverrebbequando più specialisti sonocoinvolti nel percorsodiagnostico e terapeutico,per condizioniapparentemente simili.Questo approcciospecialistico di tipo“olistico” permetteanche di ridurre ildispendio di risorseche comunque sono

considerevoliproprio

nellagestionedel pazienteaffetto da artritereumatoide.

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Anch’io ho fumato da ragazzo. Per la mia generazionela sigaretta rappresentava un premio e un piccolosegno di benessere. Solo tempo dopo, quando cisiamo resi conto della gravità enorme dei danni cheil fumo provocava alla salute, molti di noi hannosmesso.Oggi quei danni sono ben noti, eppure il numerodi fumatori non è diminuito drasticamente,specialmente tra i giovani e le donne.Ogni giorno in Italia muoiono circa 100persone per tumore del polmone: laprima causa di morte per neoplasianei paesi industrializzati, e la piùgrave malattia (anche se nonl’unica) legata alla sigaretta. Ècome se quotidianamente unpiccolo aereo si schiantasse alsuolo. Il mondo della scienzarimane attonito di fronte a questasorta di suicidio collettivo:abbiamo la certezza di riuscirea evitare la maggior parte diqueste morti (il fumo di sigarettaè responsabile dell’85-90 per centodi casi di cancro polmonare)semplicemente eliminandone la causa,ma non abbiamo ancora trovato ilinguaggi e gli strumenti per farlo.Nonostante io sia contro al fumo inmodo assoluto, comprendo leresistenze mentali dei fumatori asmettere, come capisco bene imeccanismi profondi della

di UMBERTO VERONESI

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dipendenza. Per natura e per culturasono contrario a ogni forma diproibizionismo e penso che i divieti egli avvertimenti allarmanti non portinoa molto: è solo dalle scelte consapevoli,frutto di un’autentica motivazionepersonale, che si può arrivare a direaddio al tabacco. Purtroppo non sonoin molti a riuscirci.Credo, tuttavia, che i fumatori nondebbano essere abbandonati dalsistema sociale solo perché hanno fattouna scelta sbagliata, e credo anche chela medicina abbia il dovere morale difare il possibile per proteggere la lorovita. Per questo ho voluto fortementelo studio COSMOS (ContinuosObservation of Smoking Subjects),promosso dall’Istituto Europeo diOncologia e sostenuto anche dalla miaFondazione, per la diagnosi precocedel tumore del polmone.Chi ancora non è riuscito a smettere, ochi in passato ha fumato molto, oggipuò difendersi dal cancro polmonaregrazie all’anticipazione della diagnosi,che attualmente è il mezzo con cui

riusciamo a salvare più vite.Desideriamo rendere curabile fino allaguarigione questa neoplasia, ancoracosì frequente e aggressiva, evorremmo vincere questa sfida nel girodi pochi anni, trasformando il cancropolmonare in un tumore curabile, comeè stato per quello al seno dopo ladiffusione della mammografia.Attualmente, a causa della mancanzadi programmi di diagnosi precoce, piùdel 70 per cento dei tumori polmonariviene diagnosticato quando la patologiaè già in fase avanzata, spessoinoperabile e con una percentuale diguarigione limitata. Con gli strumenti dianticipazione della diagnosi possiamoribaltare questi valori: studi internazionalidimostrano che più dell’80 per centodei pazienti con tumore ad uno stadioiniziale, possono essere operati con unintervento conservativo e con un’altaprobabilità di guarigione.I nuovi strumenti oggi a disposizionepermettono di associare la Tac spiralea basso dosaggio (efficace nellascoperta di noduli polmonari nell’ordine

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dei millimetri) a un esame del sanguespecifico, che indica la presenza diframmenti genetici (miRNA, micro RNA)che possono segnalare la presenza deltumore.Abbiamo quindi la possibilità di ottenerediagnosi approfondite e anticipate diquesta malattia, curabile nella maggiorparte dei casi se scoperta per tempo,con interventi poco invasivi e rispettosidella qualità di vita.Con lo studio COSMOS ci rivolgiamo a10.000 forti fumatori o ex fumatori, conpiù di 55 anni di età, che abbiano fumatoalmeno 20 sigarette al giorno per unperiodo minimo di 30 anni. A lorooffriamogratuitamente,per cinqueanni, questidue esamidi sempliceesecuzionema dialtissimaaccuratezza.Lo studio

viene condotto in sei città italiane:Milano, Firenze, Roma, Pescara,L’Aquila e Palermo.

Noi medici e ricercatoricrediamo nella possibilitàdi proteggere la salute deifumatori, ora chiediamo lorodi credere in noi e aderireal nostro studio chiamandoil numero unico 02-64107700. Sul sito internetwww.10secondi.it, cheprende il nome dalla duratadella Tac spirale, è

possibile trovare tutte leinformazioni sul

progetto, leindicazioniutili per chivuolepartecipare,e anchedati econsiglipratici persmettere difumare.

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Fumare fa male e i fumatori lo sannomolto bene, ma la gratificazioneimmediata a livello cerebrale indottadalla nicotina è più forte dei possibilirischi futuri. La nicotina è infatticonsiderata la settima droga più potenteal mondo e il suo uso, da vizio è passatoad essere considerato una vera e propriadipendenza, alla stregua di alcol ococaina.Purtroppo nel mondo i fumatori sono increscita e le statistiche dell’OsservatorioOSSFAD dell’Istituto Superiore di Sanitàhanno mostrato come il fumo sia piùdiffuso tra le fasce della popolazionepiù svantaggiate dal punto di vista socio-economico, tra coloro che svolgono ilavori più umili e tra i soggetti a bassoreddito.Un profilo che diverge dal luogo comuneche sia più addicted alle bionde ilmanager in carriera, stressato dai ritmiproduttivi. Al contrario, le persone difascia sociale più elevata sonoprobabilmente più sensibili a temi come

la propria salute e se fumano tentanopiù spesso di smettere, in armonia conuna serie di modificazioni dello stile divita come una alimentazione equilibratae sana, e all’esercizio fisico. Purtroppoperò per tanti che smettono, molticominciano: sono i ragazzini, nella fasciadi età tra i 15 e i 20 anni, i più fragili dalpunto di vista della capacità di resistereall’offerta di provare qualcosa ancoraconsiderato “trasgressivo” e “figo” etimorosi di sembrare poco “cool” di fronteal gruppo dei pari.Sembra però che già dopo la primasigaretta il rischio di essere intrappolatinella dipendenza sia estremamenteelevato. Una trappola ben studiata dallemultinazionali del tabacco che hannostudiato raffinate strategie, comesbiancare la cenere per renderla menosgradevole e mascherare il gusto amarodel tabacco con additivi come zucchero,vaniglia e mentolo.Da genitori di 4 figli in età critica (lui siè dato più da fare con 3 bambini, mentre

di JOHANN ROSSI MASON

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io ne ho una sola) il dottor FabioBeatrice, Primario Otorino all’OspedaleSan Giovanni Bosco di Torino e Direttoredel Centro antifumo dello stessonosocomio e io ci siamo domandati cosapotessimo fare per aiutare i nostri figlie “scegliere” di non fumare. Un’amiciziasolida e un’armonia di intenti ci ha portatiper mesi a spulciare la letteraturascientifica mondiale sul fumo peridentificare non solo i rischi più noti(cuore, ipertensione, diabete, ictus), maproprio per dimostrare che il fumo famale a moltissimi organi e distretti ed èfattore di rischio e di peggioramento peruna lunghissima serie di malattie. Losforzo congiunto è poi stato quello didescrivere i profili dei fumatori in modoche ciascuno potesse riconoscere siale motivazioni di affezione alla sigarettache i “moventi” scatenanti la decisionedi accenderla che sono diversi perciascuno.Abbiamo poi elencato i 101 motivisforzandoci di essere brevi,comprensibili, ma senza rinunciare allascientificità.Infine, abbiamo illustrato i tassi disuccesso dei vari metodiutilizzati da chi decide dismettere, puntandol’attenzione sugliancora poco conosciutiCentri Antifumo,strutturepubblichespessolocalizzateall’internodegli ospedali acui si accede tramite il pagamento diun modesto ticket che promette risparmiben maggiori (un fumatore da unpacchetto al giorno spende in media

1.600 euro l’anno che in tempi di crisisono una bella somma da destinare adaltro).Oltre alle varie patologie elencate chevanno dal cervello al piede diabetico,dalle rughe alle carie dentali, abbiamoapprofondito anche gli aspetti relazionali.Non ti vuoi abbastanza bene? Alloratrova una motivazione nel rispetto delpartner nella coppia o nella tutela dellasalute dei tuoi figli.Il malefico aerosol della sigaretta ricadesotto forma di invisibile polvere sui vestiti,nell’auto, negli ambienti dove viviamocontaminandoli: è il cosiddetto “fumo diterza mano”: bambini e animali domesticisono i più danneggiati, manine e zampesi coprono di questa polvere velenosapresente sugli abiti, sofà, pavimenti,oggetti e, portandola inconsapevolmentealla bocca, le consentono diinvadere silenziosamente tuttol’organismo.Secondo una ricercaamericana itabagistiavrebbero il53% in più

dipossibilità

di divorziarerispetto ainonfumatori.

Laspiegazione

sarebbe in unamaggiore incidenza dei

problemi psicologici, comedepressione ed ansia, che mettono adura prova le unioni coniugali.Ma anche il mito dell’uomo forte e disuccesso con la cicca tra le labbra si èrivelato solo il frutto di una calcolata e

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ingannevole strategia pubblicitaria: inrealtà gli uomini che fumano più di 20sigarette al giorno hanno un rischiodel 60% superiore di disfunzioneerettile rispetto ai non fumatori.Per non parlare degli effetti sulla pelle,con la comparsa precoce di rughe edi un colorito malsano che certamentecontrastano con l’idea di bellezza eforza proposta dalle immaginipubblicitarie associate ai marchi delfumo e alla sua gestualità.E poi, quanti sanno che la cicca è unadelle cose più radioattive con le qualiabbiamo a che fare? Il letale polonioradioattivo si reperisce nelle foglie deltabacco a seguito dell’irraggiamentosolare che trasforma sostanzeassimilate dalle radici e provenientidai fertilizzanti che tutti i produttoriadottano.Dunque si fuma radioattività e la silascia in giro concentrata nei mozziconiche in grande abbondanza troviamoper le strade e sulle spiagge: è tipicoil gesto del fumatore che spegne lacicca nella sabbia e la copre, o dellasigaretta ancora accesa lasciatacadere fuori il finestrino dell’auto: quantiincendi ai bordi delle autostrade inestate?Insomma, la sigaretta, frutto di unaabile strategia commerciale, è ungrande inganno come dimostra lastessa modalità di produzione. Iltabacco viene trattato con additivi che,a loro volta tossici, nascondono e “truccano” alcuni effetti del fumo. Lacenere è una polvere grigio-biancastraper effetto degli sbiancanti: in realtàsarebbe una cosa nerastra enauseabonda.Mentolo, olii essenziali, anestetizzanola gola riducendo un bruciore che

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altrimenti sarebbe assai forte.Derivati dell’ammonio, subdolamenteaggiunti dai produttori, potenziano lacapacità della nicotina di entrare nelsangue e di invadere il cervello, unasorta di effetto turbo sulla dipendenza:è per questo che è così difficilesmettere di fumare.La nicotina è la settima droga piùpotente al mondo!E poi vantaggi e svantaggi dei rimedie metodi per smettere, osservazionidegli stessi fumatori, curiosità e moltoaltro ancora.Questi i contenuti di un volumeindirizzato a tutti: fumatori e nonfumatori.Non siamo contro i fumatori, alcontrario, vorremmo porci come i loropiù grandi alleati. Lo abbiamo scrittoper aumentare la conoscenza e laconsapevolezza sull’argomentoaffinché le discussioni della gentepossano poggiare non sul sentito direo sulla pressione pubblicitaria, ma sudi una corretta informazione; poiognuno nella sua libertà eresponsabilità potrà autonomamentescegliere di dire di no all’offerta dellasigaretta o, se fuma, pensare dismettere, oppure di iniziare a diminuireil numero di sigarette, tanto percominciare.Scrive Luciana Littizzetto nella suaprefazione: “una volta ho beccato miofiglio quindicenne a fumare. Fumanotutti, mi ha detto, se dico di no facciola figura del pirla. Guarda che uno èpirla a prescindere, non è certo unasigaretta che fa la differenza. Ognitanto mi tornano in mente le paroledel medico col nome di donna. Anch’iovorrei che ne operasse meno. Lo vorreitantissimo”.

22 novembre - dicembre 2012

Il termine “reflusso” deriva da un terminegreco che significa “tornare indietro”.Siamo abituati a sentire spesso questadefinizione da chi soffre di patologie “distomaco”: i termini gastrite, ernia iatale,reflusso esofageo sono di comuneriscontro. Spesso questi pazienti soffronodi acidità con bruciore gastrico, disensazione di pienezza gastrica precocee di dolori restrosternali. Esisite però lapossibilità che il materiale gastricorefluisca più in alto dello stomaco e cheraggiunga la laringe e la faringe, andandocosì a generare una patologia laringo-faringea che non si manifesta con i sintomigastroesofagei su citati: la “faringolaringiteda reflusso”.Ciò significa che il contenuto gastrico puòrefluire non solo nell’esofago ma anche

più in alto sino alla laringe (dove sonosituate le corde vocali) o nell’ipofaringee nella faringe (la gola). Un’altrapeculiarità di tale patologia e che puòmanifestarsi (almeno nel 50% dei casi)senza sintomi classici quali: bruciore,pesantezza o eruttazione ma con icosiddetti sintomi atipici. Tale atipicità staproprio nella sede: sintomi di gola generatidallo stomaco!Quali sono i sintomi atipici?• raucedine;• difficoltà ad ingoiare;• eccesso di muco in gola;• sensazione di una "massa", di un "bolo"in gola;• tosse cronica;• bruciore alla gola.Perchè, allora, si possono avere sintomi

di DOMENICO DI MARIA

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alla gola causati da reflusso acido senzabruciore o gli altri tipici gastrici? Ciò siverifica perchè in questi pazienti il reflussoè troppo rapido e di minime quantità talida non irritare “sufficientemente” l’esofagoma sufficienti, salendo più in alto in laringeed in ipofaringe ad irritare questi organie di causare i sintomi su descritti. Quindi,in presenza di tali sintomi, anche associatial bruciore e pesantezza di stomaco,bisogna tenere in conto questa malattiadi tipo disfunzionale della motilitàgastroesofagea.

DiagnosiLa diagnosi si ottiene con una visitaspecialista ORL e specificamente con unesame definito laringoscopia a fibreottiche.Tale esame può essere eseguito sia conuna ottica rigida che ispeziona l’ipofaringee la laringe attraverso la bocca e sia conun’ottica flessibile, che è un sottile tubicinoche passando per un narice scendeattraversando la gola raggiungendo lalaringe. Quest’ultimo esame lo eseguoper i pazienti con un riflesso del vomitopiù accentuato o quando c’è la necessitàdi studiare endoscopicamente con unsolo esame le vie aereodigestivesuperiori. I segni tipici sono una

irritazione della regioneposteriore della laringe e

dell’area ipoglottica (aldi sotto delle cordevocali), la

presenza di

granulazioni (irritazioni croniche) posteriorio di reflusso in laringe.Ribadisco che, per una corretta diagnosidi questa malattia, è fondamentalel’esame laringoscopico a fibre ottiche chepermette uno studio dettagliato dellalaringe e che rappresenta attualmente ilgold standard diagnostico in accordoanche con le moderne conoscenze inmateria.Sul mio canale youtube all’indirizzohttp://www.youtube.com/centrosantacroce sono presenti alcuni videoendoscopici di patologie da reflusso.

TerapiaLa terapia prevede un radicalecambiamento delle abitudini di vita e unaterapia farmacologica.Importante, come già detto, è la modificadello stile di vita:• smettere di fumare;• ridurre l'ingestione di cibi grassi,dimagrire se si è in sovrappeso;• non dormire distesi ma con la testa su

due cuscini;• non andare a letto subitodopo aver mangiato;• non portare cinture dei

pantaloni o gonnestrette;• non consumarecaffè, cioccolata ementa in eccesso.La terapia medicaconsistenell’assunzione diantiacidi dellacategoria degli“inibitori della

pompa protonica” che impediscono allostomaco di produrre acido che possarefluire in alto nella laringe e nella gola.Questa terapia a volte deve raggiungeredosaggi elevati e durate prolungaterispetto a una classica cura per la gastrite.Ciò perchè, come già detto prima, laquantità di acido che refluisce in laringee in gola è di minima entità. Gli episodidi reflusso, quindi, devono essere bloccaticon dosaggi più alti di antiacido.Alcuni pazienti risolvono il problema dopoquattro-sei mesi di terapia, altri dovrannoeseguire la terapia in più cicli oppure

assumere i farmaci antiacidi in manieracontinuativa.

Altre cause di bolo faringeoAltre cause meno frequenti disensazione di corpo estraneo in golasono l'iperplasia tiroidea, che dall’esternodetermina una pressione sulla laringee l’ipofaringe; il bolo isterico secondarioa patologie psichiatriche e l’ipertrofiadelle tonsille linguali localizzate alla basedella lingua.

Attenzione! Quando i sintomi mal di gola,voce rauca e difficoltà a ingoiare sipresentano in un paziente fumatore e/obevitore di alcolici, nel sospetto di unaneoformazione laringea anche di tipocanceroso, è indicato al più presto unesame laringoscopico a fibre ottiche.Ma di patologie benigne e maligne dellavoce parleremo nei prossimi numeri.A presto!

24 novembre - dicembre 2012

L’anziano fragile è una persona che viveuna particolare fascia di età, conservandointegralmente quel valore che dovrebbecontraddistinguere tutta la vita umana, aprescindere dall’età anagrafica.L’anziano è in maggior misura, rispettoad altri, suscettibile alle malattie, a causadella sua ridotta capacità di mantenerel’equilibrio fisiologico e per ildeterioramento dei suoi meccanismiimmunologici.Le malattie negli anziani possonopresentarsi in forma atipica, con assenzao riduzione dei segni clinici classici e,talvolta, con la sovrapposizione di diversesituazioni patologiche. Infatti, la riduzionedella resistenza allo stress può essereulteriormente ridotta dal sopravvenire dipatologie secondarie.Nell’anziano è necessario tenere sottocontrollo gli aspetti di carattere patologicounitamente a quelli legati alla salutementale.Gli aspetti patologici riguardanoprincipalmente:- malattie dell’apparato cardiovascolare;

- malattie dell’apparato gastrointestinale;- altre patologie.Tra queste ricordiamo:° diabete;° neoplasie;° demenza senile;° arteriosclerosi.Le particolarità cliniche nel pazientegeriatrica sono riassumibili nei seguentipunti:• pluripatologia;• quadro clinico;• complicanze;• patologia iatrogenica (patologia dovutaad assunzione di farmaci);• perdita dell’autosufficienza;• mescolanza tra problemi medici,psicologici e sociali.La tendenza all’invalidità permanente ela perdita dell’autosufficienza scaturisconodal tipo di patologia cronica e degenerativache colpisce l’anziano e dall’importanzadegli organi che ne sono colpiti. A ciò sideve aggiungere l’insufficienza el’inadeguatezza delle strutture, la scarsapreparazione del personale, la mancanza

di CARLO RINALDI

Anziano fragile

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di strutture riabilitative, un errato approcciopsicologico.Va tenuto presente che i rapporti traambiente, condizione familiare e socio-economica, psiche, turbe mentali ecomportamentali sono così stretti che unaridotta stimolazione ambientale puòfavorire in un soggetto anzianol’insorgenza di un circolo vizioso, cheattraverso unariduzione delmetabolismodei neuronicerebralidetermina lacomparsa diun’insufficienzacerebrale e,come risultato finale, conduceall’isolamento e all’emarginazionedefinitiva dell’anziano.La terapia farmacologica è essenzialequando ci si prende cura di pazientianziani, ma chiaramente è una spada adoppio filo. I pazienti anziani sono ad altorischio di avere interazioni farmacologiche,ma la prevalenza di queste interazioninon è ben documentata. Esistono diversitipi di interazioni: farmaco-farmaco,farmaco-malattia, farmaco-cibo, farmaco-alcool, farmaco-prodotti a base di erbe efarmaco-stato nutrizionale.La prescrizione per gli anziani, per i quali

i farmaci sono in ampionumero, è spesso

un territorio

inesplorato: il medico deve aspettarsil’inatteso e pensare l’impensabile nelpaziente anziano, quando si va aconfrontare con la politerapia e con lesue potenziali conseguenze.Con l’avanzare degli anni e il sommarsidelle malattie, l’anziano rischia diaccumulare farmaci strato su strato,“come la barriera corallina accumula strato

su strato ilcorallo”.Perl’insorgenzaconcomitantedi più cronicità,gli anzianihanno spessobisogno di

assumere un numero elevato di farmaci:più del 40% assume settimanalmentecinque o più farmaci differenti, inclusiquelli da banco, e il 12% ne assumealmeno dieci. Essendo contestuale lafragilità, gli anziani possonomaggiormente risentire degli effettiindesiderati e della tossicità dellapoliterapia.L’antica norma ippocratica “primum nonnocere” ha particolare valore nella curadell’adulto anziano e in particolaredell’adulto anziano fragile.Il consiglio per ogni medico,pertanto, è quello di“pensare tre volte”prima diformulare

una prescrizione farmacologica perl’anziano.Nelle società del passato la figuradell’anziano era vista in modoambivalente: con rispetto e/o tolleranza.Nonostante laperdita della forzafisica conl’aumentaredell’età, l’anzianopossedeval’esperienza, ilsapere, laconoscenza: coseestremamenteimportanti in unasocietà in cui latrasmissione delsapere avvenivaoralmente;l’intolleranza neisuoi confronti maturava quando la malattiacomprometteva le sue possibilità poichéegli diveniva una bocca in più da sfamareall’interno di una comunità in cui lasopravvivenza non era facile.L’anziano, nonostante venisse emarginatorispetto alle decisioni importanti, rimanevaall’interno della suafamiglia fino almomento della morte.Se un tempo le personeche arrivavano ad unatarda età erano pocheo addiritturapochissime, oggiviviamo in un mondodove le personeanziane sono semprepiù numerose, ma hanno perso l’aspettodel “vecchio autorevole, saggio e forte”.Il graduale e progressivo decadimentodelle funzioni cognitive e delle abilitàfunzionali causato dalla demenza

compromette l’autonomia della personaanziana, che necessita di un’assistenzasempre più assidua e continuativa.L’assistenza alla persona con disabilitàcognitiva acquisita è garantita, quindi,

soprattutto dallafamiglia diappartenenza,che, solitamente,si assume l’oneredi svolgere talecompito per moltianni: fino almomento dellamorte del propriocongiunto.Spesso, permancanza diadeguati sistemi disupporto sia dinatura sociale sia

sanitaria, la famiglia rappresenta ilsoggetto unico nella cura, nella gestione,nel sostegno e nella tutela dell’anziano;in questa situazione di solitudine il caricoassistenziale può divenire estremamentegravoso e occupare i familiari a tempopieno.

La famiglia rappresentain ogni circostanza unapotenzialità per fornirecure adeguate. Si puòben immaginare lagrande differenza,principalmente dalpunto di vistapsicologico, che esistetra un’assistenza fornitada una badante e/o da

un infermiere e quella fornita da unfamiliare.Sarebbe quindi importante offrire allafamiglia strumenti per dare un contributosostanziale all’assistenza.

28 novembre - dicembre 2012

In una lettera di auguri a Thomas Mann, SigmundFreud scrive: “Accetti da me un affettuoso salutoper il suo sessantesimo compleanno.Potrei anche augurarle una vita molto lungae felice come si è soliti fare in simili occasioni.Ma me ne astengo.La mia personalissima esperienza mi fapensare che sia bene che un destinocompassionevole ponga un giusto limitealla durata della vita”.Vivere molti anni in una societàcapitalistica come la nostra non èuna bella cosa.Da quando l’uomo esiste (circa duemilioni di anni fa l’homo erectuscalpestava il pianeta) per la primavolta nella storia del pianeta vivecosì a lungo. Sino a cento annifa la vita media non superava i50 anni.La morte avveniva per banaliinfezioni, per piccoli traumi, per

La solitudinedei vecchi

DI PIERLUIGI VERGINEO

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ictus e infarti che oggi sono evitati conuna semplice terapia antipertensiva.La tragedia dell’uomo moderno è chementre il nostro fisico può reggere oltrei cento anni (ossa cuore e muscoli,visceri) il nostro cervello, invece, per laprogressiva perdita di neuroni(fenomeno definito dai neurologi“apoptosi” ovvero morte programmata)in genere resiste sino a 60 anni. Dopoquesta età, per il depauperamento delcorredo neuronale, gli anziani tendonoa manifestare un declino del tonodell’umore (depressione involutiva) eun deficit delle funzioni intellettivesuperiori (memoria a breve ed a lungotermine, astrazione, associazione,calcolo, matematica, simbolizzazione).Il vecchio diventa così all’interno dellefamiglie una persona rigida, triste,intollerante, capricciosa, egoista,bizzarra, chiusa.Ad eccezione di pochissimi libri(“Divento sempre più vecchio” dellopsichiatra Alberto Spagnoli), laletteratura non esprime nulla perspiegare come aiutare e fornireassistenza.L’anziano infatti vive una condizione didissociazione. Dissociazione dal corpoche non risponde più come vorrebbe aisuoi comandi. Dissociazione dall’erose dal desiderio (la vita sessualedell’anziano è definita turpe dalla nostrasocietà che vorrebbe il vecchioasessuato).Dissociazione dal mondo che rimuovela senilità nelle case di riposo e negliospedali.“Senectus ipsa est morbus” dicevano isaggi latini. La vecchiaia di per sé è giàmalattia.Tale condizione è aggravatanotevolmente dalla crisi economica.

Negli anni trenta, in Germania, Hitlerdecise di sterminare 300.000 tedeschiportatori di handicap, sofferenti psichicie vecchi che gravavano con le spesedi assistenza sul bilancio dello Stato. Ilprogramma di “eutanasia programmata”si chiamava Ausmerzen T4. Hitleramava ripetere che bisognava ridurreil “deficit pubblico” con l’eliminazionedelle “vite inutili”. Bellissimo a talproposito il libro dello scrittore-attoreMarco Paolini.Anche oggi sentiamo telegiornali emezzi di comunicazione di massaripetere che è necessario ridurre il“deficit pubblico”.In nome del bilancio in questi ultimi annisi assiste ad una vera e propriamacelleria sociale. Con la scusa deifalsi invalidi, nella sola provincia diBenevento sono state tagliate il 52 %delle pensioni di invalidità e delleindennità di accompagnamento. Il25.07.2012 sul Mattino di Napoli unarticolo recita: “La federconsumatorisostiene che a Napoli un anziano sutre rinuncia alle spese mediche perproblemi economici”.Nella testimonianza allegata parla unaragazza che assiste con la madre ilnonno alcolista.Si tratta di una giovane donna separatacon figli piccoli.Sopravvive grazieall’accompagnamento del nonno.Adesso, anche se rischia di perderequesta misera assistenza, esprimericonoscenza per l’aiuto ricevuto.Vorrei dedicare questo articolo a tuttele donne della mia generazione che perla prima volta nella Storia dell’umanitàdevono assistere contemporaneamentefigli, mariti, genitori e a volte anchenonni senza alcun riconoscimento.

30 novembre - dicembre 2012

Verbale della riunione del 06.06.2012Io, D.V., essendo nipote di un vecchioalcolista ho avuto modo di partecipare adalcune riunioni del gruppo AMA guidato daldott. Vergineo e dalla psicologa. La primavolta che ho partecipato, provavo vergogna.Mi sentivo imbarazzata al solo pensiero chemio nonno, alcolista, doveva raccontare iproblemi legati all’alcol e di conseguenza iproblemi che si venivano a creare in famiglia.Col passare del tempo continuando afrequentare il gruppo, ascoltando letestimonianze degli altri, ho capito che inquesti casi non bisogna vergognarsi. Bisognaessere pronti per affrontare i problemi. Miononno, spesso ubriaco, si urinava addossoe si arrabbiava con mia madre. Spesso,visto che nessuno sopportava di vedere ilnonno in quello stato, andavamo a dormirein un’altra casa. Tutto questo è successo

sino ad un anno fa.Quando beveva, ilnonno pensava solo alla bottiglia e non sirendeva conto che diventava insopportabile,sporco e cattivo. Adesso va meglio. Abbiamoprima capito che si può smettere e di beree poi che il nonno aveva dei diritti. Abbiamoottenuto una pensione. Mamma lo assiste,lo lava e tutto sembra andare per il meglio.Lei dimostra di essere una donna forte epiena di coraggio. Bisogna guardare sempreavanti. La vita continua. Ed ora mi rivolgo atutti gli amici presenti che sono riusciti aduscire dal tunnel. Non ricadete mai in questobrutto vizio. Nemmeno nei momenti tristidella vostra vita. Auguri al sig. C.R. che hafesteggiato sei anni di sobrietà. Prendeteesempio da lui e da mia madre. Ringraziodi cuore il dottore e tutte le persone chefrequentano il gruppo.

LA

TE S T I M

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SPECIALE

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Sappiamo tutti che l’evoluzione del XXsecolo ha migliorato le condizioni di vitae ha aumentato le aspettative della vitastessa, tanto che la cosiddetta “terza età”è diventata la fase più lunga del vivereumano, dunque assistiamo ad unallungamento dell’età dell’essere umanoportando l’anziano ad essere sempre piùattivo nella vita sociale. Ma non sempreè così purtroppo. Nella maggior partedelle persone, arrivato il momento delpensionamento, si verifica una forma dismarrimento causato dal dover affrontareun sistema di vita diverso rispetto a quellovissuto in precedenza. Cioè si passa dauno stato di totale vigore, dettato dal fattodi essere stati utili alla società, ad unaforma di “depressione” dovuta allacrescente convinzione di inutilità per quelmondo di cui fino a pochi giorni prima siè fatto parte. Ma ciò che più rende tristel’esistenza di un anziano è la solitudine

generata, quasi sempre, dalla perditadegli affetti più cari: i familiari, i parenti esoprattutto la persona con la quale si ècondivisa gran parte della propria vita, ilconiuge. A questa solitudine, che angustiala persona, bisogna reagire sapendo chela vita riserva ancora molte risorse eopportunità, come possibilità di svago, diincontri e di amicizie vere e sincere chepermettono di guardare all’età che avanzacome un tempo ancora lungo da vivere.Non solo, si può anche dare risposta allasolitudine riscoprendo nella fede quelleenergie spirituali che stimolano nuoverisorse e ridanno l’ottimismo per pensarenon solo a se stessi ma anche a chi sitrova nel pericolo di perdere la fiducia inquesta e nell’altra vita.Condividendo “le gioie e le speranze, letristezze e le angosce degli uomini dioggi” (Gaudium et Spes,1), la Chiesa –oltre a prodigarsi con materna

di don EMILIO DI MUCCIO

L anziano,dignit e valore!

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sollecitudine nei loro confronti medianteinterventi assistenziali e caritatevoli –chiede alle persone anziane di continuarela loro missione evangelizzatrice, nonsolo possibile e doverosa anche a questaetà, ma da questa stessa età resa inqualche modo specifica e originale.Nell’esortazione apostolica Christifideleslaici, 48, di Giovanni Paolo II, rivolgendosiagli anziani, scrive: “La cessazione (…)dell’attività professionale o lavorativa(apre) uno spazio nuovo al (vostro)compito apostolico. È un compito daassumersi superando con decisione latentazione di rifugiarsi nostalgicamentein un passato che non ritorna più o dirifuggire da un impegno presente per ledifficoltà incontrate in un mondo dallecontinue novità (…)”. Ed il Papa elencauna serie di ambiti che meglio si prestanoper la testimonianza degli anziani.Naturalmente, in questa fase di etàdell’essere umano, molto è rimandatoalle famiglie “cellula originale della vitasociale”, in cui l’uomo è chiamato al donoreciproco e dei familiari tutti. Aiutare glianziani, soprattutto i più deboli, i sofferentii non autosufficienti, è compito primariodella famiglia.Il momento della malattia e dellasofferenza è quello che per eccellenzarichiama al principio inalienabile dellasacralità e inviolabilità della vita. Aiutaregli anziani a superare atteggiamenti diindifferenza, di sfiducia e di rinuncia allavita è responsabilità di tutti. Nessunodimentichi che gli anziani sono la“memoria storica” delle generazioni piùgiovani, sono portatori di valori umanifondamentali. Dove manca la memoriamancano le radici e con esse la capacitàdi proiettarsi con speranza in un futuroche oltrepassi i confini del tempopresente.

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Con l’approssimarsi delle feste di fine anno si verifica il maggiornumero di incidenti, talvolta mortali, provocati dall’abitudine di

accendere petardi e fuochi d’artificio anche illegali.In questo numero il colonnello Antonio Carideo, comandanteprovinciale dei Carabinieri di Benevento, ci parla dei rischiconnessi all’utilizzo incauto dei fuochi d’artificio, offrendo ailettori consigli e informazioni che potranno essere d’aiutoper trascorrere delle giornate di festa in serenità e sempreall’insegna della sicurezza.

Colonnello Carideo, quali rischi si corrono nell’utilizzoimproprio dei fuochi d’artificio?L’uso incauto dei fuochi d’artificio del genere legale puòprodurre lesioni gravi, come ustioni al viso e alle mani,e danni alla vista; l’uso invece di artifizi pirotecnici delgenere illegale, in considerazione della loro elevatapotenza (al loro interno si trova una miscela esplosivarealizzata con clorato e/o perclorato di potassio, conl’aggiunta di alluminio) può provocare danni anchepeggiori. L’attivazione di fuochi illegali determina infatti

esplosioni di notevole intensità e di elevata dannositàe talvolta può dar luogo anche alla perdita totale di arti,

dell’udito e della vista. In varie operazioni di sequestro

a cura di DALILA BEATRICE

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l’involucro di questi fuochi illegali è risultatoessere di plastica e ciò ne fa aumentareancor più il pericolo, per la frammentazionedi schegge non rilevabili ai raggi x, che neequiparano gli effetti ad una bomba daguerra.Inoltre un rischio maggiore deriva dall’usodi “botti”, prodotti prevalentemente in oriente,venduti a basso costo e senza etichette,che spesso manifestano un’esplosioneanticipata o addirittura lo scoppio dellabatteria senza far partire un solo colpo.

Quali sono le iniziative dell’Arma deiCarabinieri per sensibilizzare lacollettività?Per contenere il numero di vittime di questotipo di incidenti, ogni anno l’Arma deiCarabinieri promuove una campagna disensibilizzazione e informazione rivoltasoprattutto ai più giovani, ma non solo. Leiniziative messe in campo in questo periodocoinvolgono tutto il territorio nazionale.

Anche nella provincia di Benevento, sarannoindetti incontri in numerose scuole dove,con il supporto degli artificieri, sarannoillustrate la pericolosità e i danni relativiall’utilizzo dei fuochi d’artificio illegali ed ilpericolo che può derivare dal non correttouso dei fuochi legali.I Carabinieri Artificieri, saliti in cattedra,illustreranno agli alunni quali sono i fuochipirotecnici di libera vendita ed impiego, lemodalità di accensione ed i pericoli derivantidai fuochi d’artificio, per educarli nel lorocorretto uso, ricordandogli di usarli solosotto la guida dei genitori. Durante gli incontriai ragazzi verranno mostrate anche alcunivideo e immagini che danno il senso diquanto possano essere pericolosi questi“botti”, soprattutto quelli confezionatiartigianalmente e privi di ogni sicurezza.Nel corso degli incontri con la cittadinanza,nelle scuole e nei luoghi di aggregazione siprovvederà ad illustrare tutti i tipi di bottiillegali facendo comprendere: la

Col. Antonio Carideo Comandante provinciale dei Carabinieri di Benevento

composizione della miscela esplosiva, iriferimenti normativi da applicare a coloroche fabbricano, vendono, acquistano edetengono botti illegali, i danni provocatidagli stessi sulle persone e la pericolositàdegli stessi inquanto equiparatia veri e propriordigni esplosivi.Sul pianodell’attivitàrepressiva, ingentisono i sequestrioperati dai militaridell’Arma. Tanteiniziative verrannoavviate soprattuttonei giorni cheprecedono le festenatalizie daiCarabinieri,impegnati in una “battaglia” fatta non soltantodi repressione, ma anche e soprattutto diprevenzione, attraverso l’aumento deicontrolli e una adeguata campagna diinformazione.

Colonnello, quali sono le regole dicomportamento da adottare per l’usosicuro dei fuochi d’artificio?Innanzitutto, non esistono fuochi d’artificio“sicuri”, anche se ne è permessa la vendita;

perfino le stelline,che i bambiniusano condisinvoltura,bruciano a 300°Ce perciò sonopotenzialmente ingrado di provocareincendi sui tessuti;• i giochi pirotecniciautorizzati e inlibera venditadevono riportaresulla confezioneun’etichetta con ilnumero del

decreto ministeriale che ne autorizza ilcommercio, il nome del prodotto, la dittaproduttrice, la categoria di appartenenza ele modalità d’uso;• possono essere venduti in tutti gli esercizi

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che sono in possesso di licenza per lavendita di giocattoli e possono essereacquistati da tutti, purché almenoquattordicenni (solo ed esclusivamentegiochi pirici che risultano declassificati o dilibera vendita);• se il giocopirotecnico chestate acquistandoè privo di etichetta,è sempre daconsiderarsiproibito e, quindi,non di sicuroutilizzo;• i prodottipirotecniciclassificati dalTesto Unico delleLeggi di PubblicaSicurezza in IV(artifici e prodotti affini negli effetti esplodenti)e V categoria (giocattoli pirici), invece,possono essere venduti solamente neidepositi dei fuochi d’artificio o nelle armerieautorizzate e acquistati con porto d’armi o

nulla osta, sempre e comunque con l’obbligodi denuncia alle Forze dell’Ordine, ma nonpossono essere accesi senza licenza;• al momento dell’accensione, mai avvicinareviso e occhi alla miccia;

* se non se ne puòfare a meno, ibambini non vannomai lasciati soli ausare fuochi diartificio;* i fuochi d’artificiovanno accesiall’aperto, lontanoda case,automobili e dallascatola degli altrifuochi per limitareil rischio di incendioe incidenti;• fare attenzione

alla direzione in cui si lanciano i fuochi: nonci siano delle persone, perciò non vannolanciate verso zone buie né da balconi néda finestre;• i fuochi non vanno mai accesi dentro

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nessun tipo di contenitore, soprattutto sein ferro, perché l’esplosione degli artifizipotrebbe generare la dispersione dischegge omnidirezionali che sitrasformerebbero in tanti piccoli e pericolosi“proiettili”;• va sempre tenuto a portata di mano unestintore da usare in caso di incendio. Maibagnarli con acqua: alcuni fuochi, sia legaliche illegali, contengono alluminio,quest’ultimo se a contatto con l’acquapotrebbe andare in autocombustioneprovocando lo scoppio non volutodell’artifizio. In caso di ustione èconsigliabile raffreddare la zona colpitaper limitare i danni alla pelle determinatidall’aumento della temperatura;• quando si trovano fuochi d’artificio chefunzionano male e perciò non bruciano,non si deve mai cercare di riaccenderli mabisogna allontanarsi dalla zona e segnalarela loro presenza alle forze di Polizia per laloro corretta inertizzazione, mediantel’intervento di personale specializzato;• non cercare di accendere i fuochi trovatiper terra: taluni impiegano ore (sino a 12)a bruciare il cartoncino pressato della

spoletta. Il movimento del corponell’avvicinarsi ad un fuoco inesploso, acausa del piccolo movimento di aria chesi crea, può alimentare la fiammellaprovocando l’esplosione;• non provare a recuperare la miscelaesplosiva od esplodente dai fuochi nonesplosi e non provare a costruire fuochid’artificio artigianali: delle semplici causeesterne tipo la pressione, l’urto, losfregamento ed il calore potrebberodeterminare un’esplosione non controllata,con conseguenze anche gravi;• è assolutamente vietato vendere eacquistare in forma ambulante prodottirealizzati clandestinamente. Costituiscereato, che punisce sia il commerciante sial’acquirente;• nei casi dubbi, prima di acquistare ilprodotto rivolgetevi ai Carabinieritelefonando al 112.Queste regole di comportamento sono dadivulgare soprattutto tra i più giovani.Suggerisco di seguire i suddetti consigliaffinché possiate trascorrere delle giornatedi festa in serenità e sempre all’insegnadella sicurezza.

HPV è una sigla che individua il virus Human Papilloma, ovveroun papilloma virus che infetta l’uomo. L’agente virale colpevole

di molte infezioni colpisce più frequentemente alcune partidel corpo come mani, ginocchia, piedi e faccia determinandola comparsa delle verruche comuni; quando inveceinteressa l’apparato genitale genera le verruche genitali,conosciute anche come condilomi acuminati o in gergo“creste di gallo”.

Attualmente si conoscono oltre 100 tipi di componenti dellafamiglia di questo virus e tra questi una ventina possono colpireil tratto genitale: regione anale, genitali esterni, grandi e piccole

labbra, vagina, collo dell’utero. Questa infezione setrascurata può contribuire a lungo termine

all’insorgenza del tumore del collo dell’utero. Èopportuno subito evidenziare che comunque

contrarre il virus non significa necessariamentesviluppare una patologia grave che conduce

al tumore. È necessario sottolineare chedevono verificarsi alcune condizioni

predisponenti che insieme possonocondurre alla malattia.Vale a dire

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a cura di GENNARO TREZZA

che l’infezione deve essere sostenuta daiceppi di virus ad alto rischio in soggettiche non si sottopongono ai comunicontrolli ginecologici tra i quali unparticolare Pap-test:l’esame citologico cervico-vaginale in fase liquida(Thin Preep).Quelle pazienti che inveceintelligentemente si recanoai controlli medici e nellequali il rilievo dellapresenza della infezioneviene seguitaperiodicamente con gliappropriati esami dicolposcopia e citologia non hanno datemere. Infatti è possibile praticare unaserie di terapie mini invasive checonsentono la guarigione e scongiurano laevoluzione più drammatica della malattia.

L’infezione si trasmette nella maggioranzadei casi per via sessuale, colpisce la fasciadi età compresa tra i 18-28 anni e sitrasmette appunto attraverso rapporti

sessuali non protetti conpreservativo.Molti studi hannodimostrato che nelleadolescenti che praticanoattività sessuale laprevalenza dell’infezioneda virus HPV varia dal 44al 90%. Il rischio dicontrarre infezioneaumenta con l’aumentaredel numero dei partner ed

è massima tra i 20 e i 35 anni. Il tassodelle risoluzione spontanee è comunquedel 70-90% nell’arco di 12 e 30 mesi.La persistenza della infezione, nonriconosciuta per l’assenza di controlli, è

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la condizione indispensabile perl’evoluzione verso lesioni precancerosee poi verso il cancro del collo dell’uteroin un intervallo di tempo di 20-30 anni.Per tale motivo la prevenzione di questamalattia è basata su programmi di controllidi massa che consentono di individuarel’avvenuta infezione oltre che le eventualilesioni preneoplastiche per bloccarne laloro evoluzione verso il carcinoma.In Italia i dati dei registri dei tumori relativiagli anni 1998-2000 evidenziano che ognianno vengono riconosciuti circa 3.500nuovi casi di tumori del collo uterino.In accordo con le raccomandazioniinternazionali, anche inItalia si consiglia dieseguire un Pap testalmeno ogni tre anni tra i20 e 60 anni. Purtroppo,anche se dal 2004 si èriusciti ad informare deiprogrammi di prevenzionein media il 64% dellapopolazione italiana, soloil 38% ha risposto agliinviti rivolti presentandosia controllo. Si riflettainoltre sul fatto che direche il 64% della popolazione è stataraggiunta dagli inviti significa dire che cisaranno zone d’Italia dove l’informazioneè stata globale e zone dove non è giuntoalcun messaggio.Ma come può essere scovato il virus? Èpossibile effettuare una determinazionediretta dell’HPV (effettuando quelparticolare pap test denominato ThinPreep) che consente di identificare estabilire se il responsabile della infezionesia da ascrivere alla classe ad alto o abasso rischio di lesione delle cellule.Come si può evitare di infettarsi? Le donneche iniziano l’attività sessuale possono

sapere, eseguendo un controlloginecologico ed un Thin Preep, se sonostate già infettate; se non hanno contrattol’infezione devono utilizzare il preservativofin dall’inizio del rapporto sessuale almenofino a quando non conoscono bene ilpartner, le sue abitudini sessuali e il suostato di salute nei confronti del virus. Èevidente che le precauzioni devono esserereciproche nel senso che lo stesso rischiodi infezione/malattia lo corrono anche imaschi che possono infettarsi dal partnerfemminile ed esporsi al rischio del tumoredel pene. Pertanto, come avete capito, ilproblema è sicuramente della coppia e

non del singolo.Una nota importanteriguarda il programma divaccinazione che in Italiaè rivolto alle adolescentidi età compresa tra 12 e14 anni per proteggerle,prima dell’inizio deirapporti sessuali, dallaeventualità di unainfezione.Il messaggio che intendotrasmettere è quello diaffrontare con serenità i

controlli a cui bisogna sottoporsiperiodicamente con lo scopo di individuarenelle fasi precoci eventuali segnali diinfezione che possono essere controllatie curati senza paura di arrivare alla fasedi malattia conclamata. Ma anche inpresenza di lesioni visibili come leverruche genitali (evidenti in uno oentrambi i partenrs) senza allarmismibisogna consultare il ginecologo, che haa disposizione gli strumenti giusti(colposcopia ed esame citologico) perpoter intervenire, scongiurare evoluzionidrammatiche e consigliare al propriocompagno una visita dall’urologo.

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Dott.Pierluigi Vergineopsichiatra

“In risposta allo splendidoarticolo del dott. Gennaro

Trezza sullo scorso numero di In Salute, sentodi esprimere un vivo apprezzamento per lasensibilità mostrata dal collega al problemadelle mamme bambine.In qualità di psichiatra dico subito che lasessualità negli adolescenti è qualcosa dimisterioso ed estremamente sconvolgente. Nonsono rari i suicidi o le reazioni psicotichesuccessive ad abusi sessuali. Lo stesso codicepenale considera “per presunzione” violenzacarnale qualsiasi attività sessuale prima deiquattordici anni. La capacità naturale diintendere e di volere per legge si acquista solodopo questa età. Il legislatore in effetti avevaben chiara l’idea che un adolescente non è ingrado di comprendere la valenza di un rapportosessuale. Non avendo una identità ed unamaturità sufficiente, essendo predisposto pernatura all’accoglienza di qualsiasi nuovaesperienza, l’adolescente può cedere allaproposta indecente di avere un rapportocompleto. Tale esperienza però andando adincidere profondamente su quel nucleo caldoche rappresenta l’anima della persona, puòalterare il normale processo evolutivo. In nessunaltro stadio della vita, la possibilità di perdereil senso della propria esistenza e della propria

continuità storica è così forte. Non a caso Freudin Eros e civiltà ribadisce con forza che la societàcivile nasce solo quando vengono contenute lepulsioni erotiche. Quando accade qualcosa chenon è conosciuta e non è interiorizzata, lereazioni sono devastanti. Dice UmbertoGalimberti (psicanalista e professore di storiadella Filosofia all’Università di Venezia) “quandoun bambino incontra la sessualità non essendoin grado di opporre alcun rifiuto, accade ilpeggio”. Il peggio è appunto vivere ciò che nonsi comprende, ciò che non ha un senso e nonè inserito in un progetto di vita e non appartieneal proprio orizzonte di interessi.Oltre alla vicenda fisica, si subisce quello chenon si è capaci di elaborare e quando succedequello che non si riesce ad integrare nella propriacoscienza, la rabbia e l’angoscia prendono ilsopravvento. La gravidanza di un’adolescenteè insomma una violenza da qualsiasi punto lasi guardi. Una violenza che però non èriconosciuta subito dalla vittima, che, a volte,sedotta dall’idea di essere considerata adulta,difende il carnefice. Solo in un secondomomento, quando la maturità cerebrale consentealle funzioni psichiche di valutare appienol’accaduto, le reazioni sono di risentimento,rabbia e vergogna. Solo in età adulta emergeil sentimento doloroso della colpa e della perdutainnocenza. A questo punto il senso di colpa,l’angoscia e la paura possono stimolare anchefantasie di morte, fughe regressive comel’anoressia o condotte disadattive come la droga

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e l’omosessualità. Una bambina abusatasessualmente, costretta ad una maternitàincomprensibile, è psicologicamente ferita,indifesa e disarmata di fronte alle prove dellavita. Nella mente di queste ragazze l’immaginedell’uomo è quella di un orco in preda a pulsioniincontenibili, che usa il loro corpo per appagaredesideri che non comprendono. Così il maschioviene vissuto come una minaccia e il figlio comeun peso insopportabile. Il dramma maggioresarà per il neonato, che non riuscirà a riceveredalla madre quella carica di amore di cui habisogno più di ogni altra cosa. Si tratta di bambinimai nati veramente in quanto solo l’amore dellagenitrice può farti diventare uomo. Come nelmito di Achille e la madre Teti, che immergendolonello Stige lo rende invulnerabile. La ragazzinadi 14 anni che ha partorito all’ospedale Rummouna coppia di gemelli deve essere sostenuta intutti i modi non per diventare una buona madre,ma per ritornare ad essere bambina. Sonoinvece gli adulti che dovranno garantire ai neonatiquelle attenzioni e amorevoli cure a cui hannodiritto”.

Dott.Roberto Perrottipsicologo

“Alla domandariguardante l’impegno

civile e politico, rispondo che di questo non sene vede traccia. Ai dati presentati ne aggiungo

un altro. La vita, dunque la morte, hanno smarritoin questo tempo il loro valore. Si nasce, si vivee si muore accompagnati dalla distrazione. Siritiene che questo sia un fenomeno dell’attualitàche erroneamente è confusa con la modernitào peggio con il concetto di crescita. Una grandeconfusione, ovvero una grande distrazione”.

Dott.Domenico Di Mariaotorinolaringoiatra

“Le emozioni che evocala lettura del dettagliato

articolo del collega Gennaro Trezza sono duee contrastanti: interesse e sconcerto! Èpurtroppo una realtà anche dei nostri territori enon solo di adolescenti di altri Paesi, ma anchedelle nostre ragazzine! Non è retorica affermareche sono fondamentali la famiglia, l’educazionee l’informazione. Della adolescente di solito siforma prima l’animo e la psiche; poi il corpo lesegue. Dobbiamo fare di più in famiglia, lascuola e i mezzi di informazione devono farela loro parte. Mostrandosi disponibili al confronto,a parlare di sessualità con le parole adatte masenza tabù, magari con incontri dedicati nellescuole, potrebbe permettere alle adolescenti diraggiungere il traguardo donna evitando insidie.Faccio i miei complimenti al collega GennaroTrezza per aver scritto su argomenti scomodima che è necessario conoscere!Di conseguenza bravo l’Editore!”.

Quando si vive un amore agonizzante,separarsi sembra essere l’unica possibile“via d’uscita”. Al contrario, se imparassimo

a leggere e capire isegnali della crisi in

anticipo, forse larottura nonsarebbeinevitabile e lacoppia potrebberitrovarel’entusiasmo e ilcoinvolgimentoiniziali.

I segnali chespesso

indicano che la storia è finita sono: il calodella passione, la mancanza d’intimità el’assenza di un progetto di vita comunee condiviso.La passione riguarda la sfera dellasessualità, che significa molto più di “sesso”,in quanto comprende anche l’affettivitàintesa come il complesso dei sentimenti edelle emozioni dei membri della coppia.L’intimità si riferisce ai sentimenti diconfidenza, unione e di affinità che creanoun’esperienza di calore e complicità. Se inuna coppia manca questa componentesignifica che i due partners si stanno semprepiù allontanando, poiché inizia a subentrarel’intolleranza, l’incapacità di stare “vicini”.Quando la vicinanza fisica del partner iniziaa dare fastidio, quando il suo “odore” nonci inebria ma ci disgusta, significa che larelazione è in crisi.La decisione/impegno prevede laprogettualità basata sull’impegno reciproco;

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a cura di MARCO ROSSI

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se in una coppia manca la voglia dicomunicare e di confrontarsi si passaall’indifferenza e all’agonia della coppia.Un altro forte segnale che deve far rifletterei partners è la mancanza di rispetto e laperdita di fiducia; le manifestazione di gelosiaviolenta non devono essere interpretate comemanifestazioni di amore e passione, macome volontà di limitare la libertà del partner.La violenza non solo fisica, ma anchepsicologica, è un pericoloso segnale di “nonrispetto”, che va colto immediatamente ed acui bisogna subito porre fine.In una coppia non si deve esserenecessariamente “uguali” per andared’accordo, l’importante è che la diversitàsia motivo di confronto e non di scontro.Quando invece si diviene “naturalmente”incompatibili e quando i piccoli difetti cheprima trovavamo “adorabili” diventanoterribilmente fastidiosi, allora è il momentodi chiedersi se forse non è il caso di “curare”il nostro rapporto, da una malattia che

lentamente porterà alla morte della serenitàe dell’armonia di coppia.Impariamo prima di tutto a non dare MAIil partner per scontato, impariamo chesorprendere il partner e noi stessi con piccoligesti quotidiani, giocare all’intrigante giocodella seduzione possono essere un piccoloma valido “aiuto” per una coppia che vacilla,magari proprio a causa dell’abitudine.Quando la quotidianità e la routine diventanole vere protagoniste del rapporto a scapitodella seduzione, del corteggiamento e delmistero, allora la crisi è inevitabile.Spetta solo a noi reinventare noi stessi e lanostra coppia giorno dopo giorno, esoprattutto bisogna capire che ilcambiamento è una normale evoluzionedella coppia ed è un’occasione che vacercata e non evitata. Impariamo quindi aleggere i segnali della crisi, per non arrivareimpreparati all’esame più importante: quelloche promuove a pieni voti la felicità dellanostra coppia!

La resilienza, cioè la capacità di subireterribili rovesci senza lasciarsi travolgeredagli eventi, è la premessa per affrontarepsicologicamente i danni del Morbo diAlzheimer.La demenza di Alzheimer, che incutetimore al nominarla, getta nell’oblio ilsofferente e nella disperazione i suoifamiliari. È questo il motivo per cui ungruppo di operatori volontari, da anniimpegnati, organizza con i familiari deipazienti, una sorta di “ comunitàcurante”.Il metodo, che vuole restituire senso allasofferenza e nuova energia al gruppo,è presentato nel libro, “Intime erranze,il familiare curante”, della psicologaLuciana Quaia.In gran sintesi, il lavoro stila una mappaall’interno della quale sono segnalati imomenti decisivi vissuti dalla famiglia,dalla comunicazione della diagnosi

fino all’attuale accudimento.Gli elementi centrali del processo sonotre: il tutor di resilienza, il gruppo direciproco aiuto e la scritturaautobiografica.La prassi

a cura di ROBERTO PERROTTI

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autobiografica diverrà strumentoterapeutico, consentendo ai familiari direcuperare il proprio passato,promuovendo la cura di sé e uno spaziodi tregua nel presente.Le parole saranno orme da seguire perrecuperare ricordi e identità.C’è di più: il progetto, promosso dalCentro Donatori del Tempo, idealmentes’ispira all’analisi mitologica del “viaggiodell’eroe”, descritta da JosephCampbell. Il noto studioso americano,

nel suo lavoro “L’eroe dai mille volti”,presentò un possibile camminodell’essere umano, distinto in tappespecifiche. Il “viaggio dell’eroe”consisterebbe, allora, nel superare icrescenti stadi e accedere alcambiamento e alla trasformazione.Le teorizzazioni di Campbell sonoriformulate dal Centro per offrire allafamiglia del paziente nuovi strumentiper reggere i colpi destabilizzanti dellademenza.

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La riforma Balduzzi è sostanzialmenteispirata da nuove esigenze assistenziali,legate soprattutto all’invecchiamentodella popolazione e all’aumento dellepatologie croniche.Tale nuovo scenario ha, di conseguenza,determinato la necessità di costruirenuovi efficaci modelli di intercetto delbisogno di salute dei cittadini da partedella rete territoriale di cure primarie conil fine di ridurre l’accesso improprio versole cure ospedaliere non solo più onerose,ma non appropriate verso le esigenzeassistenziali del malato cronico.Questo nuovo modello di rete di cure

primarie risponde al requisitofondamentale per la tenutoa del ServizioSanitario Nazionale: la sostenibilitàeconomica.In realtà, le novità contenute nel testodel decreto sono state già anticipatenel testo dell’Accordo collettivo deiMedici di Medicina Generale (Contrattocollettivo di categoria dei MediciConvenzionati di Medicina Generale)siglato il 30/07/2010; la medicinaGenerale Italiana di fatto, anche inassenza di finanziamenti significativi,ha sostenuto da oltre dieci anni lamodernizzazione dell’organizzazione

di PASQUALE GRIMALDI

delle cure primarie raggiungendo livellidi informatizzazione praticamente al100% della categoria.Ciò ha contribuito negli ultimi anni adun notevole risparmio in tema diprescrizioni farmaceutiche, in quanto laraccolta dati informatizzata ha stimolatoi Medici di Medicina Generale ad unprogressivo miglioramento dell’uso dellerisorse.I nuovi modelli organizzativi dellamedicina generale non turberanno ilrapporto fiduciario con il proprio Medicodi Famiglia, ma, al contrario, integrandogli studi dei Medici di Medicina Generale,diventeranno per i cittadini il riferimentoprivilegiato delle cure primarieestendendo la fiducia dal proprio medicodi famiglia alla medicina di famiglia nelsuo nuovo sistema organizzato.I Medici di Famiglia Italiani sono giàpronti a questa sfida e hanno giàpercepito la necessità di integrarsi traloro per migliorare l’efficacia delle cureprimarie.Difatti, già la grande maggioranza traloro (oltre il 60%) opera in formeAssociative di Medicina di Gruppo ed inRete.Per quel che concerne l’H 24 (assistenzacontinuata nell’arco dell’intera giornata),in realtà va ricordato a tutti i cittadini chele cure primarie attualmente già svolgonotale funzione nelle 24 ore, in quanto l’h12notturna è assicurata dal servizio diContinuità Assistenziale, mentre ilMedico di Assistenza primaria (cioè ilMedico di famiglia che ha scelte in carico)organizza autonomamente l’intercettoin studio e con le visite domiciliari nelleh 12 giornaliere.Risulta ovvio che l’attuale modelloorganizzativo, che non prevedel’integrazione dei Medici di Assistenza

primaria, determina la mancata coperturadi fasce orarie, non per incapacità deiMedici stessi ma per la mancanza diintegrazione degli stessi oltre che conquelli di Continuità Assistenziale (exGuardia Medica).Di conseguenza, il modello attualedetermina sovente la disaffezione delcittadino verso il Servizio di continuitàassistenziale, quest’ultima sfavoritadall’assenza di rapporto fiduciario con icittadini.Immaginiamo per un momento unterritorio dove più medici di famiglia diuna stessa area territoriale (comune ,distretto ecc..), operanti ognuno nelproprio studio, continuino per le 12 oregiornaliere integrandosi tra loro edeleggendo una sede confacente ad undeterminato ambito di utenza, confunzione di primo filtro e di luogo “visibile”ai cittadini, facilmente accessibile, cheviene ad integrarsi, per quella stessapopolazione di utenti, con i Medici dellaContinuità Assistenziale, condividendoneobiettivi, modelli professionali, reteinformatica con accesso alle cartellecliniche, costruendo un modello fiduciarioesteso a quel territorio: ed ecco cheavremo l’H24.Un modello sicuramente sostenibile epoco invogliato allo spreco, l’augurio eche le politiche regionali ed in molterealtà il processo di deospedalizzazioneè già iniziato, colgano il momentosoprattutto per la maggiore sensibilitàverso l’utilizzo dei sistemieconomicamente più vantaggiosi, percontinuare ad offrire ai cittadini unservizio sanitario equo, solidale euniversale come da i principi ispiratoridella Costituzione Italiana.

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Nuovi punti messi a segno nella lottacontro i carcinomi: se ne è parlatonell’ultimo corso di aggiornamento ECMorganizzato dal Presidio OspedalieroMoscati di Aversa e realizzato, tra glialtri, anche grazie al contributodell’IRCCS Neuromed, da sempreimpegnato nella ricerca scientifica.Responsabile del workshop, il dott.Enrico Barbato, Direttore dell’U.O. diOncologia del nosocomio aversano,che ha attratto specialisti, in veste dipartecipanti e relatori, da tutta laCampania e non solo. Uno spazio

particolare è stato dedicato allacomunicazione e all’umanizzazionedelle cure rivolte ai pazienti oncologici,intese come supporto ai percorsi curativiche, anche attraverso la comunicazione,diventano sempre più idonei allespecifiche esigenze di ciascun paziente.Nel corso del convegno è stato fatto ilpunto sui progressi della ricerca.Rispetto al carcinoma mammario, inparticolare, grandi speranze vengonoda quanto rivelato dal prof. S. De Placidoche ha asserito che “il carcinomamammario è un grosso modello di

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ricerca in oncologia e i risultati raggiuntiin questo campo sono stati spessoallargati ad altri ambiti.Non solo, meno di una settimana fa ilprimo coniugato (fusione di un anticorpomonoclonale con una chemioterapialegata all’anticorpo) ha funzionato inoncologia.Questo coniugato diventa, in questomodo, una sorta di pallottola checolpisce esclusivamente la cellulaneoplastica rilasciando la chemioterapia.Questo porta grosse speranze per lacura del tumore mammario; oggi il tasso

di sopravvivenza di una donna affettada questo cancro è del 90% rispetto aduna donna sana, con ottime speranzedi sopravvivenza e moltissimi casiguariti”. Risultati incoraggianti sonoemersi anche rispetto al carcinomarenale, come ha specificato il prof. F.Uricchio sostenendo che “le speranzesono legate specie al trattamentocombinato tra chirurgia e farmacioncologici.L’unione può far sì che il paziente affettoda carcinoma renale veda unprolungamento delle aspettative di vita

e un miglioramento della qualità di vita,rispetto al passato.Al momento la ricerca va avanti e nonsi ferma con l’avvento di nuovi farmacibiologici che tendono a prevenire laricrescita del cancro e che ne bloccano,e in alcuni casi fanno regredire, lemetastasi”.In questo contesto ricco di buone notizie,si è inserito l’intervento della dott.ssaP. Sannino, Medico Nuclearedell’IRCCS Neuromed, che hapresentato una relazione sul ruolo dellaPET/TC nel carcinoma mammario erenale.Con il supporto della presentazione didiversi casi clinici trattati nell’IstitutoNeurologico Mediterraneo, sono statiillustrati i vantaggi derivanti dall’utilizzodi radiofarmaci quali l’18F-FDG, e il 18F-NAF per la valutazione delle metastasiossee, la 18F-COLINA per larivalutazione del carcinoma prostaticoe la 18F-DOPA per lo studio dellerecidive di tumori cerebrali e dei tumorineuroendocrini.Un contributo particolarmenteinteressante, specie alla luce del fattoche questi radiofarmaci, di nuovaconcezione, sono utilizzati solo da pochiIstituti in tutta Italia, confermando ancorauna volta l’avanguardia e l’altaspecializzazione della diagnosticadell’IRCCS Neuromed.Il workshop di aggiornamento, allastregua degli altri momenti formatividedicati alle professioni sanitarie, è statoparticolarmente importante ancheperché, come ha sottolineato il prof. G.Pasilio, “consente il ‘passaggio diconsegne’ e di know-how tra la vecchiagenerazione e i giovani specialisti, atutto vantaggio dei pazienti”.fonte: ufficio stampa

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AZIENDA OSPEDALIERA G. RUMMOVia dell’Angelo, 1 - Benevento

Ufficio Relazioni col Pubblico 0824 57500Segreteria Direzione Generale 0824 57529Direzione Sanitaria di Presidio 0824 57753Radiologia (prenotazione esami) 0824 57247Laboratorio Analisi 0824 57250Accoglienza 0824 57319Fax Direzione Generale 0824 312439Ufficio Ricoveri - Accettazione 0824 57622Radioterapia 0824 57700Farmacia 0824 57224Centro Trasfusionale (24/24) 0824 57255Centro Trasfusionale (Segr. Don.) 0824 57328

Prenotazioni visite ambulatorialilun./ven. 8/18 - sab. 8/13 0824 334026

OSPEDALE FATEBENEFRATELLIViale Principe di Napoli, 14/A - Benevento

Centralino 0824 771111Pronto soccorso 0824 771459Portineria 0824 771473

0824 771474Radiologia 0824 771461Direzione Sanitaria 0824 771441Laboratorio Analisi 0824 771369Segreteria Direzione Sanitaria 0824 771299Ufficio Ricoveri e CUP 0824 771457

Prenotazioni telefonicheper Prestazioni Ambulatoriali(ore 9/14) 0824 771456

ASL BN1 Via Oderisio, 1

Direzione Generale 0824 308462fax 0824 51107

Direzione Sanitaria 0824 308456fax 0824 308423

Direzione Amministrativa 0824 308 466fax 0824 311355

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONEVia Patrizia Mascellaro, 1 0824 308300

fax 0824 308303

www.aslbenevento1.itSITO WEB

www

0824 308 111CENTRALINO

800 800 213434NUMERO VERDE

DIPARTIMENTO SALUTE MENTALEVia Grimoaldo Re 0824 308645

PRESIDI OSPEDALIERIASL BN 1Cerreto Sannita - Maria delle GrazieDirezione Amministrativa 0824 812226

fax 0824 812285

Sant’Agata dei GotiCentralino 0823 710111

fax 0823 717611

DISTRETTI SANITARI ASL BN1Distretto Benevento 1Via Perasso 0824 355301Distretto Benevento 2Via Patrizia Mascellaro 0824 308375Distretto MontesarchioVia Napoli 0824 849138Distretto MorconeVia Roma 0824 955500Distretto Telese TermeVia A. Moro 0824 943237Distretto San Bartolomeo in GaldoVia Torre 0824 823220

62 novembre - dicembre 2012

AFFINITO P.zza Colonna 0824 47122CONTE Via Croce Rossa 0824 351287DEL GROSSO Via Perasso 0824 315880FATEBENEFRATELLI V.le Principe di Napoli 0824 771453ITALIANO Via Napoli 0824 362002

EREDI MANNA P.zza Orsini 0824 21590MANNA M. C.so V. Emanuele 0824 21961MELCHIORRE Via G. Rummo 0824 21969MERCALDO Via Napoli 129 0824 361463MIGNONE C.so Garibaldi 0824 21510PACEVECCHIA Via F.lli Rosselli 0824 315390PASCUCCI Porta Rufina 0824 21474PISANO V.le Mellusi 0824 314872S. DIODATO V.le Mellusi 0824 316217S. SOFIA C.so Garibaldi 0824 24862SAVIANO Via Cocchia 0824 61931Ordine dei farmacisti della provincia di Benevento

Corso Garibaldi, 255 - Tel. 0824 50141

NUOVA CLINICA SANTA RITAViale Mellusi, 103 0824 311475

VILLA MARGHERITAPiano Cappelle, 1 0824 354111

PRESIDIO OSPEDALIEROMARIA DELLE GRAZIEVia Cesine di SopraCerreto Sannita (BN) 0824 812111

CASA DI CURA CLINICA S. FRANCESCOViale Europa - Telese Terme 0824 974711

C.M.R. CENTRO MEDICO ERREVia Pennino (Trav. Mustilli) 0823 954111Sant’Agata de’ Goti fax 0823 954351

CUP 0823 954111Direzione sanitaria 0823 954153Direzione amministrativa 0823 954155Presidio di Riabilitaz. Intens. 0823 954419Presidio di Riabilitaz. Estens. 0823 954319Unità Operat. Semiconvitto 0823 954226Serv. Emodialisi - Erredial srl 0823 954130

FONDAZIONE SALVATORE MAUGIERIClinica del Lavoro e della RiabilitazioneContrada Bagni Vecchi - Telese Terme (BN)

0824 909911Via Bixio - Campoli del MT 0824 883111

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