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Politecnico di MilanoScuola del Design

LE COMPONENTI PROGETTUALI NEL DESIGN

DEL PRODOTTO

Mario Bisson

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Copyright © MMXIIARACNE editrice S.r.l.

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via Raffaele Garofalo, 133/A–B00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–5282–2

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: marzo 2012

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[…] ”Il linguaggio sarebbe dunque costruttore?”“Caro Fedro” rispose Socrate all’allievo, “ è la cosa più importante: non esiste geometria senza parola. Senza questa, le figure sono accidenti; e non manifestano e non servono la potenza dello spirito...Per essa, es-sendo i movimenti che le generano ridotti ad atti e gli atti nettamente designati da espressioni verbali, ogni figura è una proposizione che può comporsi con altre. Sappiamo così riconoscere, senza più preoccuparci della vista e del moto, le proprietà delle combinazioni da noi create e il modo di costruire o di arricchire l’estensione mediante ben concatenati discorsi... Che cosa è infatti la ragione se non il discorso stesso, quando i significati dei termini sono ben delimitati e certi della propria perma-nenza e quando quei significati immutabili si adattano reciprocamente e chiaramente si compongono?...” Fedro: “ Sembri.. conquistato dall’adorazione dell’architettura! Ecco che non puoi parlare senza far uso delle immagini e dell’ideale saldezza dell’arte maggiore...”. Socrate: “ ...Ciò che produce e ciò che è prodotto sono indivisibili... Gli oggetti creati dall’uomo sono dovuti agli atti di un pensiero” […]

Paul Valéry, Eupalino e l’architetto

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Indice

011 Introduzione

015 Premessa

019 Capitolo I La componente semiotica

Bibliografia, 023

027 Capitolo II La componente percettiva

2.1. Visiva, 029 – 2.2. Aptica, 034 – Bibliografia, 044

049 Capitolo III La componente ergonomica

Bibliografia, 054

059 Capitolo IV La componente cromatica

4.1. I sistemi cromatici, 059 – 4.2. Psicologia del colore, 064 – 4.3 La cro-moterapia, 065 – 4.4 Variabili psicologiche e culturali del colore, 066 – 4.5 Colore e design, 067 – Bibliografia, 072

075 Capitolo V La componente tecnologica

5.1. I materiali, 075 – 5.2. Lo studio materico, 076 – 5.3. Le proprietà dei materiali, 077 – 5.4. Le proprietà estetiche, 081 – 5.5 Le proprietà economi-che, 082 – 5.6 lo studio materiologico, 083 – Bibliografia, 088

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Indice8

091 Capitolo VI La componente antropologica

Bibliografia, 098

101 Capitolo VII La componente funzionale

Bibliografia, 108

111 Capitolo VIII La componente normativa

8.1. Il disegno tecnico industriale, 114 – Bibliografia, 123

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Introduzione

Un processo progettuale è un iter, un percorso in cui si proce-de dall’astratto al concreto. Il punto di partenza può essere un’i-dea, che si forma nella mente. Questa idea è qualcosa in cui si esplica un rapporto fra alcuni significati e delle forme geometri-che, rapporto che sembra adeguarsi al contesto del problema da risolvere. Ciò che comincia ad apparire sono delle idee astratte, che alla fine si concretizzeranno in qualcosa di materiale e de-finito. Il passo iniziale del percorso fra il polo dell’astrazione e quello della concretezza è la traduzione, l’espressione dell’idea sono le parole, parlate e scritte, le rappresentazioni grafiche, i simboli matematici e i modelli materiali.

Afferma Asimow: “Lo stesso atto di dare espressione a un’im-magine mentale fornisce a questa immagine un’essenza reale, fa di essa un oggetto che si può manipolare e cambiare con oggetti analoghi. L’idea diventa informazione che esiste di per sé stessa. L’informazione può essere ancora astratta, ma è un passo più vi-cino al concreto”.

Accanto alle descrizioni verbali e alle rappresentazioni grafi-che, che possiedono un carattere più immediato e di speculazione elementare, si può notare che le descrizioni simboliche sono mol-to spesso utili, perché permettono di manipolare le idee ancora imprecise con la facilità della logica matematica per esplorare le implicazioni, percepite imprecisamente con altri strumenti, sono involute e complesse e la loro natura non viene penetrata dal-le naturali capacità analitiche della mente. Osserva Asimow: “ La descrizione simbolica diventa uno strumento che consente al progettista di usare tutte le informazioni intorno all’idea al fine di prevedere analiticamente il comportamento del prototipo. In

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Introduzione12

questo senso, la descrizione simbolica diventa un archetipo ma-tematico dell’oggetto fisico non ancora materializzato.”

Per la loro intrinseca natura, le descrizioni simboliche o ana-litiche dell’idea di progettazione sono usualmente inadatte a rap-presentare la globalità di un progetto o del comportamento di un oggetto o sistema. Ogni descrizione simbolica viene applicata ad un solo aspetto , fisico, economico, statico, ecc., e lo rappresenta in forma molto semplice: l’insieme delle descrizioni viene tratta-to come analogo astratto dell’oggetto reale e dà conto della situa-zione globale. Questa natura analitica, anche se in forma meno stretta, è caratteristica di tutti i tipi di rappresentazione: di volta in volta si dà di un’idea una descrizione prestazionale, materiale, estetica, quantitativa, ecc..

E’ nel prototipo finale che convergono tutte le informazioni del progetto, quello è l’obiettivo.

Mario Bisson

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13Introduzione

L’Architettura dipende da: Ordine, Disposizione, Euritmia, Simmetria, Giustezza ed Economia (...) per Ordine intendo la selezione di moduli all’interno dell’opera, che possano costituire punto di partenza per la realizzazione della corrispondente opera tutta (...); Disposizione riguar-da la sistemazione delle parti al loro giusto posto, e l’eleganza dell’ef-fetto dovuta ai ritocchi appropriati al carattere dell’opera (...); Eurit-mia è la bellezza e l’appropriatezza nella sistemazione delle parti (...); Simmetria è il proprio accordo tra le singole parti dell’opera e la loro relazione con lo schema generale, dipendente da una certa parte presa come regola (...); Giustezza è quella perfezione di stile che perviene quando un’opera è costruita con autorevolezza su principi consolidati (...); Economia è sinonimo della corretta gestione dei materiali e del sito, così come del parco controllo dei costi, e del senso comune nella costruzione dell’opera”

Vitruvio, De Architettura, I° Libro, II° Capitolo

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Premessa

Dal 2001 sono responsabile del laboratorio di sintesi finale del terzo anno di laurea All'interno del Laboratorio viene affron-tato il problema del progetto di prodotto con una visione antro-pocentrica, strutturata cioè ponendo l'uomo come misura di tutte le cose.

Tale punto di vista investe concettualmente anche la metodo-logia progettuale, orientando i possibili campi operativi attraver-so l'approfondimento applicato di studi ergonomici, antropome-trici, cinesiologici, percettivi, psicologici, antropologici.

Vengono quindi ad essere trattati lo studio della prensilità del-la mano, lo studio del corpo nella sua complessità percettiva, fino alle dinamiche del movimento, all'interno dello specifico campo progettuale assegnato. Gli argomenti teorici che vengono affron-tati a supporto della progettazione sono i seguenti temi:

• tecnologia e statica delle strutture con valore semiologico e di linguaggio;

• contenuti attuali della storia del design; • ruolo della percezione; • oggetto-protesi e interfaccia; • antropometria ed ergonomia; • morfogrammi;• metodologia della progettazione; • prassi del progetto ideativo, di massima, esecutivo; • interazione progetto-produzione; • morfologia come discorso sistematico.

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Premessa16

Si ritengono inoltre essenziali la comprensione e lo sviluppo dei singoli componenti progettuali, che andranno verificati attra-verso la rappresentazione della struttura delle parti interagenti e del sistema, in assonometria esplosa.

I componenti ai quali verrà fatto riferimento nello sviluppo progettuale devono essere intesi come "pars pro toto", rispettan-done le valenze modulari, il significato percettivo, le variazione formali.

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Tratto dal progetto di Laurea di Marco FebboPolitecnico di Milano, a.a. 2008/2009

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Tratto dalle esercitazioni di Jeseon MoonPolitecnico di Milano, Corso di Elementi Visivi P3, a.a. 2010/2011

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Capitolo I

La componente semiotica

Il termine deriva dai sostantivi segno e discorso, ed indica quella disciplina che ha come oggetto l’uso e il significato delle parole e dei segni in generale, o, in un’accezione più moderna e corretta, quella scienza che vede tutti i fenomeni di cultura come fatti di comunicazione, per cui i singoli messaggi si organizza-no e diventano comprensibili in riferimento a codici. In questa analisi la semiologia interpreta un’esigenza diffusa nelle varie discipline scientifiche contemporanee: che cercano, ai livelli più vari, di ridurre i fenomeni che studiano a fatti comunicativi. Si capisce il motivo per cui, benché nata dagli studi sulla comunica-zione di linguisti e di teorici dell’informazione, negli ultimi anni la semiologia si è avvalsa anche del contributo di altre discipline, fino a trattare le comunicazioni visive e l’architettura, gli aspetti comportamentali e quelli antropologici.

La psicologia studia la percezione come fatto di comunicazio-ne, la genetica si occupa della trasmissione in codice dei caratteri ereditari, la neuro fisiologia spiega i fenomeni sensori come pas-saggio di segnali dalle terminazioni nervose alle zone corticali; e queste discipline si avvalgono degli strumenti forniti dalia teoria matematica dell’informazione, che è nata per spiegare fenomeni di trasmissione dei segnali a livello di macchine, ma si è basa-ta su principi comuni alle altre discipline fisico-matematiche e, gradatamente, scienze come la cibernetica, che si occupava dei sistemi di controllo e di governo nell’ambito degli impianti auto-matizzati o dei calcolatori elettronici, si sono fuse con le ricerche biologiche e neurologiche. Nel contempo i modelli comunicativi

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Capitolo I20

venivano applicati anche ai fatti sociali, mentre si verificava l’in-contro tra la linguistica strutturale e la teoria dell’informazione: da qui l’applicazione di modelli strutturali e informazionali allo studio delle culture umane; mentre anche l’estetica accoglieva i suggerimenti delle varie teorie della comunicazione e ne applica-va le categorie al proprio campo.

Oggi ci si trova di fronte ad una notevole unificazione del campo, ed appare possibile parlare di fenomeni diversissimi tra loro applicando gli stessi strumenti descrittivi ed interpretativi, ma per far ciò è necessario definire, ed è questo l’ambito della semiologia, gli schemi che presiedono a qualsiasi fatto di comu-nicazione. Una volta individuata la struttura della comunicazione è possibile analizzare modelli anche molto complessi e si pos-sono trattare tutti i fenomeni di cultura sotto l’aspetto comuni-cativo. È interessante notare che, normalmente, in semiologia quando si parla di “cultura” si intende il termine nel senso che gli conferisce l’antropologia culturale : è cultura ogni intervento umano sul dato naturale, modificato in modo da poterlo inserire in un rapporto sociale.

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21La componente semiotica

Tratto dalle esercitazioni di Davide Caprioli e Jacopo Albertini Politecnico di Milano, Corso di Elementi Visivi P2, a.a. 2010/2011

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Capitolo I22

Tratto dalle esercitazioni del gruppo “Lort 30”Politecnico di Milano, Corso di Elementi Visivi I3, a.a. 2010/2011

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23La componente semiotica

Bibliografia consigliata

• AA.VV., Le semiotiche speciali, Edizioni scientifiche Ita-liane, Napoli 1991

• Barthes Roland, Elementi di semiotica, Piccola biblioteca Eiriaudì, ^Torino 1966

• Barthes Roland, Elementi di semiologia, Einaudi, Torino 1980

• Barthes Roland, L’impero dei segni, Einaudi, Torino 1970• Berruto Gaetano, La semantica, Zanichelli, Bologna 1975• Bonfantini Massimo, La semiosi e l’abduzione, Bompiani,

Milano 1987

• Bonfantini Massimo, Semiotica ai media, Adriatica editri-ce, Bari 1984

• Bonomi A., Lo spirito della narrazione, Bompiani, Milano 1984

• Carmagnola Fulvio, Parentesi perdute - Crisi della forma e ricerca del senso nell’arte contemporanea, Guerini e Asso-ciati, Milano 1998

• Cecchini Norma, Dizionario sinottico di iconologia, Casa Editrice Patron, Bologna 1976

• Colonetti Aldo, 1 segni delle cose: grafica, design, comuni-cazione, Usmer, Firenze 1990

• Csikszentmialyi Mihaly, II significato degli oggetti: i sim-boli nell’abitazione e il se, Kappa, Roma 1986

• Dorfles Gillo, Simbolo comunicazione consumo, Giulio Einaudi editore - S.p.A. Torino 1962

• Dorfles Gillo, Dal significato alle scelte, Giulio Einaudi editore S.p.A., Torino 1973

• Eco Umberto, La struttura assente, Bompiani, Milano 1968

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Capitolo I24

• Eco Umberto, Semiotica e filosofia del linguaggio, Einau-di, Torino 1990

• Eco Umberto, 1 limiti dell’interpretazione, Bompiani, Mi-lano 1990

• Eco Umberto, Le forme del contenuto, Bompiani, Milano 1971

• Eco Umberto, II Segno, ISEDI, Milano 1973• Eco Umberto, Trattato di semiotica generale, Valentino

Bompiani & C., Milano 1975

• Eugeni Ruggero, Analisi Semiotica dell’immagine, ISU Università Cattolica, Milano 1994

• Frutiger A, Segni e simboli: disegno, progetto e significato, Graffiti (Stampa alternativa), 1996

• Greimas Algirdas Julien, Dell’imperfezione, Sellerie edito-re, Palermo 1988

• Greimas Algirdas Julien, Semantica del senso, Bompiani, Milano 1984

• Greimas Algirdas Julien, Semiotica e scienze sociali, Cen-tro Scientifico editore, Torino 1976

• Greimas Julien, La semantica strutturale, Rizzoli editore, Milano 1968

• Marcolli Attilio, L’immagine-azione - espressione – rap-presentazione, Sansoni Editore, Firenze 1981

• Marsciani Francesco, Zinna Alessandro, Elementi di semiotica generativa-processi e sistemi della significa-zione, Esculapio, Bologna 1981

• Morris John, Segni, linguaggio e comportamento, Longa-nesi & C., Milano 1963

• Nùller G.A., Galanter E., Pribram K.H., Piani e strutture

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25La componente semiotica

del comportamento, Franco Angeli, Milano 1995

• Peirce Charles S., Semiotica - 1 fondamenti della semiotica cognitiva, Einaudi, Torino 1980

• Peirce Charles S., Le leggi dell’ipotesi, Bompiani, Milano 1984

• Peirce Charles S., Semiotica, Einaudi, Torino 1980• Segre Cesare, 1 segni e la critica, Giulio Einaudi editore

S.p.A., Torino 1969

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Tratto dalle esercitazioni di Simone PeracchiPolitecnico di Milano, Corso di Elementi Visivi P3, a.a. 2010/2011

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Capitolo II

La componente percettiva

Nell’uso comune, la “percezione” come atto è quell’azione della mente con cui si prende conoscenza di un fenomeno che sia esso materiale o immateriale del mondo sensibile.

Esiste:

• la percezione del caldo e del freddo• la percezione del dolore e del piacere• la percezione di un profumo o di un cattivo odore• la percezione di morbido e di duro• la percezione di liscio e di ruvido• la percezione della luce e dell’oscurità• ecc.

Possiamo affermare che la percezione è l’atto naturale dell’uomo di prendere atto di tutto quello che gli viene proposto dall’ambiente in cui è inserito. La percezione è un atto molto complesso in cui interagiscono tutti quei fattori fisiologici e psi-chici che acquisiscono dati sensoriali. Questi dati vengono acqui-siti dall’esterno attraverso i nostri cinque sensi: dell’olfatto, della vista, del tatto, dell’udito, del gusto.

Questi cinque sensi vengono condizionati da una serie di fat-tori psichici, relativi ai propri interessi, alle tendenze, ai toni af-fettivi, alle convinzioni, alle abitudini, ecc. Quindi possiamo dire che il funzionamento del processo percettivo è condizionato da più fattori che si possono sintetizzare: capacità sensoriale di cap-

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Capitolo 228

tare un fenomeno, le caratteristiche fisiologiche dell’individuo, le quali influenzano l’individuo nel prendere atto di un fenomeno (la percezione della dimensione e del peso di una valigia cambia-no moltissimo da un bambino di cinque anni ad un uomo adulto); e la formazione storico culturale dell’individuo (ad es. le usanze di una popolazione rispetto ad un’altra).

Noi possiamo leggere la percezione di un fenomeno non solo attraverso uno solo dei fattori sopra descritti, ma, da un insieme complesso di stimoli che vengono percepiti, interpretati e combi-nati in maniera sinergica. Può succedere a volte che la percezione di un fenomeno attivi impressioni tra loro discordanti producen-do sensorialmente dei messaggi contraddittori, i quali, a volte, possono dare origine ad illusioni che difficilmente vengono com-prese dal sistema interpretativo.

L’interazione tra stimoli è alla base delle cosiddette “perce-zioni associate” secondo le quali ad eccitazioni sensoriali di un determinato tipo, che interessano uno specifico senso, vengono collegate sensazioni relative ad un senso diverso; accade così che alcuni colori come il rosso, il giallo, l’arancio, siano detti colori caldi mentre il blu ed il verde siano detti colori freddi. Le per-cezioni associate contribuiscono a determinare il nostro codice interpretativo e quindi influiscono stabilmente sul processo di percezione di uno stimolo.

Gli stimoli provenienti da un ambiente possono essere:

• conosciuti: essendo già stati decodificati permettono una percezione diretta dello stimolo

• sconosciuti: impediscono una facile interpretazione, procu-rano tensione ed insicurezza dell’intorno.

Attraverso l’analisi sperimentale delle risposte ad un determi-nato stimolo visivo sono stati individuati dei fattori di organizza-

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29La componente percettiva

zione e dei fattori di relazione che rappresentano le regole se-condo cui il nostro sistema percettivo tende a strutturare la realtà. I messaggi provenienti dall’esterno sono organizzati ed interpre-tati attribuendo significato agli stimoli per aumentare il loro con-tenuto di informazione. Il processo di attribuzione di significato, inoltre, tende a semplificare il messaggio trasmesso e cerca di comunicare strutture gerarchiche e relazioni tra gli oggetti prima che informazioni dettagliate sui singoli oggetti.

I fattori di organizzazione sono quelli che evidenziano come, nella percezione di una serie di elementi, si tenda ad individua-re le possibili organizzazione di grado superiore quali insiemi e sottoinsiemi, piuttosto che gli elementi unitari isolati che la compongono (teoria della Gestalt), attribuendo alla composizio-ne una gerarchia tra gli elementi che possono venire considerati come componenti il soggetto o lo sfondo. Gli effetti che regolano questi fenomeni sono distinti in adiacenza, similitudine, direzio-ne, forma e successione.

I fattori di relazione dimostrano come la percezione non con-sista nella sommatoria statica di sensazioni ma sia il risultato della loro interpretazione dinamica. Gli elementi sono la dipen-denza, la costanza della forma, la costanza delle dimensioni e la costanza del colore

2.1 La percezione visiva

Se è vero, come è vero, che ognuno ha una sua esperienza percettiva, soggettiva ed unica, irripetibile e non condivisa da nessun altro, come e possibile che una tale relatività non compor-ti scompensi o inadeguatezze sul piano comportamentale?

Il fatto di vedere in modo diverso la stessa cosa non impedisce di intenderci, comunicarci esperienze, utilizzare le stesse cose,