di Domenico Saccà L

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www.isaporidelmiosud.it Anno XV N°165 Aprile 2019 In questo numero In questo numero Periodico di informazione dei soci dell’Associazione Culturale Nasata [email protected] I limoni:eliminano i grassi Pag.2 Funghi elisir per cervello *** Il super potere del caffè Pag.3 Pasta di sera contro insonnia *** Tè verde conto obesità Pag.4-5 News Pag.6 Miti da sfatare: cibi light Pag.7 Mandorle alleate della salute Pag.8 Pizzico di sale può giovare *** 1 morte su 5 a causa cattiva alimentazione Pag.9 Segreto della dieta no privazione *** 20 minuti in natura è antistress Pag.10-11-12 Andar per funghi... Pag.13 Cioccolato amico del cuore Pag.14 Ricette del mese Pag.15 L’Angolo della Poesia Pag.16-17 News Pag.18 Consigli della Nonna! Pag.19 Fotovoltaico negli NZEB Pag.20 Cosa fare se venditore non spedisce la merce Pag.21 News Pag.22 Il quadro Pag.23 Potenzialità edilizia green Pag.24 Curiosità Flash Pag.25 Eventi *** Pillole di Saggezza L’origine del limone è tuttora poco chiara, anche se è verosimile pensare che i primi alberi siano stati coltivati in Assam (una regione del nord-est dell’India), nel nord della Birmania e in Cina. I limoni sono frutti eduli appartenenti alla famiglia delle Rutaceae, genere Citrus. L’origine della parole “limone” dovrebbe essere mediorientale, come appare in un documento doganale inglese che risale al 1420-1421. Il sostantivo “limone” ha origine dal francese anti- co “limon”, che ha dato luogo anche al nome arabo “laymun” e a quello persiano “limun” che intende tutti gli agrumi. La prima coltivazione importante di limoni in Europa iniziò nel territorio genovese a metà del XV secolo. Il limone venne poi intro- dotto in America nel 1943, quando Cristoforo Colombo portò i semi di limone di “Hispaniola” durante i suoi viaggi di avanscoperta. Nel nuovo mondo, il limone venne utilizzato principalmente come pianta ornamentale e medicamentosa. Ebbene si, la Sicilia non è da sempre la patria dei limoni e della limo- nicoltura. È vero che la pianta di limone era presente dai tempi anti- chi e che Arabi e Normanni fin dall’epoca della loro dominazione, l’apprezzavano enormemente. Tuttavia la coltivazione intensiva dei limoni e degli agrumi nell’isola iniziò solo nel XVIII secolo, ad opera dei padri gesuiti; la diffusione avvenne poi con la coltura dei feuda- tari, enfiteuti e censuari, che determinare lo sviluppo ed il radicamen- to definitivo dell’agricoltura nell’economia siciliana, grazie anche ad un microclima, particolarmente favorevole. “I contadini consigliavano, appena svegli, di bere un grande bicchie- re di acqua, con dentro il succo di un limone intero spremuto”. Questa bevanda aiuta il corpo a ripulirsi al proprio interno, come una doccia interna. Inoltre accelera il metabolismo e combatte i gras- si, grazie anche alla vitamina C (o acido ascorbico) che svolge una forte funzione antiossidante. Non dimentichiamo che agli agrumi in genere innalzano le barriere immunitarie e ci difendono da raffred- dore o influenza e combatte anche l’anemia. In cucina, è presente a pieno titolo, in quasi tutta le pietanze, sia come conservante che come antiossidante, il succo struttura anche una delle salse più famose nel mondo, ovvero “la maionese”. Indispensabile nelle grigliate di pesce o carne, insalate e dolci e liquori tra cui il limoncello, la buccia di limone immesso nell’acqua di cottura è molto utile nella lessatura dei molluschi, destinati ad esse- re serviti freddi (polpo, seppie, calamari, totani, etc). Paolo Neruda con la sua “Ode al limone” ci ricorda: “Da quei fiori sciolti dalla luce della luna, da quell'odore d'amore esasperato, immerso nella fragranza, sorse dall'albero del limone il giallo, dal suo planetario discesero i limoni sulla terra.” di Domenico Saccà di Domenico Saccà I Limoni: aiutano ad eliminare i grassi

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www.isaporidelmiosud.itAnno XV N°165 Aprile 2019

In questo numeroIn questo numero

Periodico di informazione dei soci dell’Associazione Culturale Nasata

[email protected]

I limoni:eliminano i grassiPag.2

Funghi elisir per cervello***

Il super potere del caffèPag.3

Pasta di sera contro insonnia***

Tè verde conto obesitàPag.4-5

NewsPag.6

Miti da sfatare: cibi lightPag.7

Mandorle alleate della salutePag.8

Pizzico di sale può giovare***

1 morte su 5 a causa cattiva alimentazione

Pag.9Segreto della dieta no privazione

***20 minuti in natura è antistress

Pag.10-11-12Andar per funghi...

Pag.13Cioccolato amico del cuore

Pag.14Ricette del mese

Pag.15L’Angolo della Poesia

Pag.16-17News

Pag.18Consigli della Nonna!

Pag.19Fotovoltaico negli NZEB

Pag.20Cosa fare se venditore non spedisce la merce

Pag.21News

Pag.22Il quadro

Pag.23Potenzialità edilizia green

Pag.24Curiosità Flash

Pag.25Eventi

*** Pillole di Saggezza

L’origine del limone è tuttora poco chiara, anche se è verosimilepensare che i primi alberi siano stati coltivati in Assam (una regionedel nord-est dell’India), nel nord della Birmania e in Cina.I limoni sono frutti eduli appartenenti alla famigliadelle Rutaceae, genere Citrus. L’origine della parole “limone” dovrebbe esseremediorientale, come appare in un documentodoganale inglese che risale al 1420-1421.Il sostantivo “limone” ha origine dal francese anti-co “limon”, che ha dato luogo anche al nomearabo “laymun” e a quello persiano “limun” cheintende tutti gli agrumi.La prima coltivazione importante di limoni in Europa iniziò nelterritorio genovese a metà del XV secolo. Il limone venne poi intro-dotto in America nel 1943, quando Cristoforo Colombo portò i semidi limone di “Hispaniola” durante i suoi viaggi di avanscoperta. Nelnuovo mondo, il limone venne utilizzato principalmente come piantaornamentale e medicamentosa.Ebbene si, la Sicilia non è da sempre la patria dei limoni e della limo-nicoltura. È vero che la pianta di limone era presente dai tempi anti-chi e che Arabi e Normanni fin dall’epoca della loro dominazione,l’apprezzavano enormemente. Tuttavia la coltivazione intensiva deilimoni e degli agrumi nell’isola iniziò solo nel XVIII secolo, ad operadei padri gesuiti; la diffusione avvenne poi con la coltura dei feuda-tari, enfiteuti e censuari, che determinare lo sviluppo ed il radicamen-to definitivo dell’agricoltura nell’economia siciliana, grazie anche adun microclima, particolarmente favorevole.“I contadini consigliavano, appena svegli, di bere un grande bicchie-re di acqua, con dentro il succo di un limone intero spremuto”.Questa bevanda aiuta il corpo a ripulirsi al proprio interno, come unadoccia interna. Inoltre accelera il metabolismo e combatte i gras-si, grazie anche alla vitamina C (o acido ascorbico) che svolge unaforte funzione antiossidante. Non dimentichiamo che agli agrumi ingenere innalzano le barriere immunitarie e ci difendono da raffred-dore o influenza e combatte anche l’anemia.In cucina, è presente a pieno titolo, in quasi tutta le pietanze, siacome conservante che come antiossidante, il succo struttura ancheuna delle salse più famose nel mondo, ovvero “la maionese”.Indispensabile nelle grigliate di pesce o carne, insalate e dolci eliquori tra cui il limoncello, la buccia di limone immesso nell’acqua dicottura è molto utile nella lessatura dei molluschi, destinati ad esse-re serviti freddi (polpo, seppie, calamari, totani, etc).Paolo Neruda con la sua “Ode al limone” ci ricorda: “Da quei fiorisciolti dalla luce della luna, da quell'odore d'amore esasperato,immerso nella fragranza, sorse dall'albero del limone il giallo, dal suoplanetario discesero i limoni sulla terra.”

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I Limoni: aiutano ad eliminare i grassi

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I funghi potrebbero essere un ottimo alleato a tavolaper mantenere giovane il cervello: infatti uno studio suoltre 600 persone ha svelato che mangiare 300 gram-mi o più di funghi a settimana potrebbe addiritturadimezzare il rischio di declino cognitivo, ovvero di queisubdoli deficit patologici delle capacità mentali chespesso rappresentano l'anticamera della demenza.

Pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease, lostudio è stato condotto da Lei Feng della NationalUniversity of Singapore, che sta attualmente pianifi-cando una sperimentazione clinica con una sostanzaestratta dai funghi e già sotto i riflettori perché prece-denti studi ne hanno suggerito le potenziali proprietà anti-invecchiamento e anti-demenza:si trattadell''ergotioneina', un amminoacido con funzioni antiossidanti e antinfiammatorie, assimilabile conla dieta.

In un precedente studio gli esperti asiatici avevano visto che anziani con declino cognitivo presen-tano un deficit di questa sostanza nel sangue.

Nel nuovo lavoro gli esperti hanno analizzato il rischio di declino cognitivo, confrontando il consu-mo di sei funghi molto usati nella cucina asiatica (ma non così diversi per proprietà nutritive rispet-to ai funghi della nostra tradizione gastronomica). Gli anziani sono stati seguiti per sei anni e sot-toposti a batterie di test fisici e neurposicologici. È emerso che mangiare mezzo piatto di funghi asettimana (300 grammi circa) si associa a un rischio dimezzato di soffrire di declino cognitivo.

"Questa correlazione è sorprendente e incoraggiante - dichiara Feng -. Sembra che un singoloingrediente della tavola, peraltro facilmente disponibile, possa avere effetti ragguardevoli sulle fun-zioni cognitive".

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Nei funghi l'elisir per il cervello

Basta ricordarsi del caffè che la mentediventa più vigile e attenta. Dunque, unadelle bevande più consumate al mondoha anche un effetto psicologico.

E' questo il risultato di un nuovo studiosvolto dall'Università di Toronto pub-blicato sulla rivista scientificaConsciousness and Cognition.

Gli studiosi hanno infatti notato un effet-to di innesco, grazie al quale l'esposizio-ne ad alcuni segnali, seppur lievi, puòarrivare a influenzare pensieri e com-portamenti. Attraverso quattro studi

separati e utilizzando un mix di partecipanti provenienti da culture occidentali e orientali, hannoconfrontato gli effetti dei pensieri relativi al caffè e al tè.

Hanno scoperto che i partecipanti esposti a stimoli correlati al caffè percepivano il tempo come piùbreve e sono arrivati a pensare in termini più concreti e precisi. L'effetto, però, non è stato così fortetra i partecipanti che erano cresciuti nelle culture orientali, che secondo gli studiosi sono menodominate dal consumo del caffè.

Secondo gli studiosi i prossimi passi di questa ricerca riguarderanno le associazioni psicologicheche le persone hanno per altri prodotti, come per le bevande energetiche o il vino rosso.

Il super potere del caffè

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Il tè verde può essere un toccasana per l'intestino epuò aiutare a lottare contro l'obesità.

E' quanto emerge da uno studio realizzato dallaUniversità statale dell'Ohio e che è stato pubblicatosul Journal of Nutritional Biochemistry.

La ricerca è stata condotta sui topi. Quelli che seguiva-no una dieta a base di estratto di tè verde al 2% hannoavuto un miglioramento della salute intestinale, rispet-to agli altri. E' stata dimostrata una maggior presenzadi microbi benefici e una minore permeabilità dellepareti.

I topi nutriti con una dieta ricca di grassi e con tè verdehanno guadagnato circa il 20 per cento in meno di peso e avevano una minore resistenza all'insu-lina rispetto ai topi nutriti con una dieta identica ma senza tè. La quantità di tè verde nell'esperi-mento sarebbe equivalente a circa 10 tazze di tè verde a persona. Un valore quotidiano, hannospiegato i ricercatori, che non sarebbe distante rispetto al consumo abituale in alcune zone delmondo.

"Questo studio fornisce la prova che il tè verde incoraggia la crescita di buoni batteri intestinali, eche porta a una serie di benefici che riducono significativamente il rischio di obesità", ha dettoRichard Bruno, docente di nutrizione umana e uno dei ricercatori che ha condotto l'analisi.

Il tè verde aiuta a lottare contro l'obesità

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La pasta di sera combatte insonnia e stress

Siamo il paese della pasta, ma solo 1 piatto dispaghetti su 3 viene servito a cena. I quasi 12milioni di italiani che non la consumano di seraper paura di ingrassare o di compromettere ilsonno dovrebbero però ricredersi.

In occasione della Giornata mondiale del Sonnoche ricorreva il 15 marzo una guida di UnioneItaliana Food (già Aidepi, l'Associazione cherappresenta i pastai italiani), aiuta ad orientarsitra le ricette di pasta più indicate a cena.

Uno studio pubblicato di recente sulla rivistascientifica The Lancet Public Health - come

spiegato nel corso di un incontro a Napoli - ha dimostrato che mangiare pasta a cena migliora ilriposo notturno, e non fa ingrassare. E lo spaghetto di mezzanotte? Un rito nato 40 anni fa, torna-to in auge grazie alla generazione under 35 e agli chef.

Una buona notizia, insomma, per quei 27 milioni di italiani che soffrono di disturbi del sonno: man-giare pasta a cena fa bene, rilassa, facilita il sonno e non fa ingrassare, anzi fa dimagrire. Lo stu-dio dimostra che la pastasciutta può essere consumata nelle ultime ore del giorno, soprattutto sesiamo stressati e soffriamo d'insonnia, grazie alla presenza in questo alimento di Triptofano eVitamine del gruppo B. La ricerca potrebbe far cambiare abitudini a una larga fetta della popolazio-ne italiana. Il 65% dei consumi di pasta avviene infatti a pranzo, mentre solo il 35% si concentrasulla cena.

Cosa che non accade, ad esempio, per pane, frutta, verdura, carne e perfino dolce, consumati inquantità più o meno equivalenti tra i due pasti principali della giornata. Vanno controcorrente iMillennials: per il 39% degli under 35, la spaghettata da preparare tutti insieme è l'elemento irrinun-ciabile di una cena tra amici.

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Potrebbe presto diventare un prodotto "made in Italy" con ilnome di "Quipu" una varietà adattabile alle nostre condizio-ni climatiche di quinoa, lo pseudocereale delle Ande. A mettere in piedi la possibilità è l'Università di Firenze, chene ha depositato i diritti presso il Community Plant VarietyOffice per sfruttarne commercialmente l'utilizzo. La pianta erbacea oggi è sempre più comune sulle nostretavole per le sue elevate qualità nutraceutiche e perchépriva di glutine. La quinoa - spiega una nota - è al centro del-l'attività di ricerca dell'ateneo fiorentino dal 1999 con il lavo-ro del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie,Alimentari, Ambientali e Forestali (Dagri) che ha assunto ilcoordinamento del programma "Fao-Una-Peru Americanand European Test of Quinoa (Chenopodium quinoa)".

Fino ad ora sono stati condotti degli studi presso il "Centro per il Collaudo ed il Trasferimentodell'Innovazione" di Terre Regionali Toscane, a Cesa, in provincia di Arezzo che hanno portato allamessa a punto del "Quipu", la prima quinoa italiana. Tutte le altre, coltivate nel nostro Paese e fino-ra disponibili sul mercato, hanno avuto origine - spiegano i ricercatori - da varietà importate soprat-tutto dal Nord-Europa.

"L'introduzione di questa specie - spiega il docente di Agronomia e coltivazioni erbacee PaoloCasini - non è esclusivamente affidata all'utilizzo di varietà importate dall'Altopiano delle Ande, inquanto incapaci di adattarsi al nostro fotoperiodo". "Quipu - aggiunge - Casini - è caratterizzata daun ciclo precoce e da una buona tolleranza alla siccità".

Arriva Quipu, la quinoa made in Italy

Non c'è pace per gli amanti delle uova, un nuovo studio nerimette in parte in discussione il consumo, svelando che concirca 300 milligrammi di colesterolo al giorno aumentano ilrischio cardiovascolare (+17%) e il rischio di morte (+18%).

Secondo quanto riferito sulla rivista JAMA mangiare 3-4 uovaa settimana aumenta il rischio cardiovascolare dell'8% e ilrischio di morte per ogni causa del 6%.

Si tratta di uno studio basato sull'osservazione che ha coinvol-to quasi 30.000 adulti il cui stato di salute e la cui dieta sono stati monitorati per un tempo mediodi 31 anni. La ricerca è stata condotta da Norrina Allen della Northwestern University.

Un uovo di medie dimensioni pesa 61 grammi, togliendo il guscio si arriva a circa 53 grammi.Considerando che ci sono 371 milligrammi di colesterolo in media in 100 grammi di uova, significache mediamente consumando due uova si assumono qualcosa come 371 mg di colesterolo.

Dopo decadi di diffidenza contro le uova, poco più di un anno fa scienziati australiani in un trial cli-nico sull'American Journal of Clinical Nutrition le avevano scagionate mostrando che anche man-giando 12 uova a settimana per un anno non aumentava il rischio cardiovascolare.

Il nuovo studio getta in parte nuovi dubbi sul conto delle uova: "il nostro studio mostra che se duepersone adottano la stessa identica dieta e l'unica differenza sta nel consumo di uova, allora puoimisurare direttamente l'effetto delle uova sul rischio cuore" - dichiara Allen. "Abbiamo visto che ilcolesterolo, indipendentemente dalla fonte alimentare (è contenuto anche in carne, burro, etc), siassocia ad aumentato rischio cardiovascolare"; e in particolare che con 3-4 uova a settimana ilrischio cardiovascolare sale del 6% e quello di morte dell'8%. I ricercatori raccomandano di consu-mare uova con moderazione, pur senza escluderle dalla dieta perché fonti di altri nutrienti prezio-si.

Uova, più rischio cuore da colesterolo

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La mela, il frutto che secondo il famosissimo detto popolare, ingerita una volta al giorno dovrebbetogliere il medico di torno, forse non fa così bene come uno si aspetterebbe. Ad affermarlo è ilCodacons in una nota. "Recenti studi - si legge ancora nella nota dell'associazione - hanno verificato come sulle buccedelle mele comunemente in vendita presso i negozi ed i supermercati italiani si trovino tantissimipesticidi (più di 10) utilizzati di frequente. I risultati dimostrano il fatto che in nessun caso vengonosuperati i limiti massimi previsti per legge per la presenza del singolo pesticida, ma la presenza dimolteplici sostanze chimiche può portare al fenomeno del cosiddetto multiresiduo"."Se infatti le singole presenze di pesticidi possono non essere in violazione con la legge - spiega ilCodacons - la sommatoria tra i vari pesticidi presenti può provocare seri problemi all'organismoumano. Il fenomeno necessita di un deciso intervento del Ministero per le politiche agricole, chevada a normare tale aspetto, altrimenti sottovalutato"."Presenteremo - conclude - un esposto in Procura della Repubblica al fine che vengano accertateeventuali violazioni."

Pesticidi su mele rischi per salute

Nel mondo oltre 650 milioni di 'over 18', pari al 13% della popolazione del Pianeta, sono obesi. Sistima che ogni 2 persone obese o sovrappeso ve ne sia una che soffre di malnutrizione). In Italiail dato scende a poco più del 10% della popolazione over 18. L'obesità rappresenta uno dei fattori di rischio per l'insorgenza di alcune malattie non trasmissibili(come per esempio malattie cardiovascolari, problemi respiratori, diabete) che, solo in Italia, sonoresponsabili del 91% dei decessi.E' quanto emerge dai dati analizzati dalla Fondazione Barilla per la Giornata mondiale dellasalute. L'obesità si stima impatti sul sistema economico mondiale per 2 trilioni di dollari (2,8% delPIL mondiale). In Italia solo per le patologie cardiovascolari i costi stimati ammontano a oltre 15miliardi di euro e per la cura del cancro a poco meno di 7 miliardi. A mettere a rischio le nostre vite,però, in un contesto di profonde modificazioni climatiche, non è soltanto il modo in cui consumia-mo il cibo ma anche quello in cui lo produciamo. Il settore agricolo contribuisce per quasi 1/3 alle emissioni di gas serra, ponendo delle problemati-che anche sul futuro. Secondo l'analisi della Fondazione Barilla la produzione di cibo è l'attività del-l'uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (31%), superando il riscaldamento degliedifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%).

Nel mondo il 13% delle persone è obesa

L'85% degli italiani mangia frutta e l'80% verdura almeno una volta al giorno, tra le percentuali piùalte dell'Ue nel consumo quotidiano. E' quanto emerge da dati Eurostat, secondo cui la quota di nostri connazionali che assumono frut-ta giornalmente è la più alta in Europa (85% contro media Ue del 64%). L'Italia è prima per il consumo una volta al giorno (45%), e tra i primi per la voce 'almeno due volteal giorno' (40%, superata solo dal Portogallo).Quattro italiani su cinque, inoltre, mangiano verdure su base quotidiana, superati solo da irlandesie belgi, entrambi all'84%. Secondo il sondaggio Eurostat, in Europa nel 2017 circa una persona su quattro (27%) ha mangia-to frutta almeno due volte al giorno e una proporzione leggermente più ridotta (23%) ha assuntoverdure almeno due volte al giorno, mentre il 36% degli europei non assume frutta e verdura quo-tidianamente.

Italia leader nella Ue per il consumo di frutta e verdura

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Light, leggero, senza zucchero, 30% di grassi in meno… Non sempre ciò che crediamo essere abasso contenuto calorico lo è davvero.

Gallette di risoNon è pane, dunque perfetto nelle diete.Sbagliato, 100 grammi di gallette di risoinfatti forniscono 400 calorie mentre unpanino solo 270. Come se non bastassepoi queste hanno un indice glicemico altis-simo, caratterizzato da un potere saziantedalla breve durata. Quindi a poche ore didistanza dalla fine del pasto il rischio è diavere di nuovo fame, come prima.

Frullati e smoothieAnche i frullati possono diventare delle vere e proprie bombe caloriche degne (addirittura) di ben 4gelati. Tutto dipende non solo dai tipi di frutta che vengono utilizzati, ma anche dall’aggiunta o menodi alcuni ingredienti che possono rendere più succosa la ricetta (latte e zucchero tra tutti) e dallaquantità di frutta utilizzata. Il trucco migliore è quello di appoggiare prima tutti gli ingredienti su unpiatto e calcolare numericamente quanta frutta, latte o zucchero si sta per ingerire.

Barrette energeticheSono spesso considerate ‘miracolose’ per perdere velocemente peso, venendo utilizzate come

sostitutive dei pasti con la ferma convinzione chesiano leggere e ricche di tutte quelle sostanze di cuiha bisogno il tuo corpo. Le barrette proteiche sono unvero concentrato di zuccheri aggiunti e grassi saturi, alpunto da essere poco meno caloriche dei classicisnack a base di cioccolato, mou e caramello. Megliopreferire un quadratino di cioccolato nero fondente.

Alimenti ‘senza grassi’In questo caso bisogna fare molta attenzione alle

parole, poiché possono fare realmente la differenza. Dire infatti che un alimento è ‘senza grassi’non significa affatto che questo sia anche privo di calorie o salutare. Quindi è importante controlla-re sempre la lista degli ingredienti e le sue calorie.

MuesliIl mix di cereali e frutta secca è letale per ilgirovita, soprattutto viste le modalità di cot-tura di noci, nocciole e mandorle: affogatenell’olio, ricoperte di zucchero e poi infor-nate. Una porzione di muesli ha lestessecalorie di ben 5 porzioni di fiocchi di mais.

Miti da sfatare: ecco i 5 falsi cibi light

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Mandorle alleate della nostra salute

Le mandorle sono semi oleosi ricchi di proprietà benefiche. La mandorla, il cui nome scientifico èPrunus dulci, è il seme commestibile del Mandorlo, pianta appartenente alla famiglia delleRosaceae. La pianta è alta all’incirca cinque metri e le mandorle sono racchiuse in un guscio pro-tettivo di natura legnosa.

Originario dell’Asia, il Mandorlo fu poi importato in Sicilia prima e in tutto il Mediterraneo poi daiFenici. Nutrizionisti, dietisti, medici e ricercatori analizzano le proprietà benefiche della frutta seccae in particolare delle mandorle da oltre 30 anni. Una frutto secca che è diventata protagonista nelladieta mediterranea perché "favoriscono un apporto corretto, quali-quantitativo, di nutrienti moltoimportanti come le proteine, i grassi insaturi, le vitamine e il calcio", ha spiegato la dietista AmbraMorelli dell'Associazione Nazionale Dietisti Italiani, che in occasione di 'Spazio Nutrizione', aMilano, ha presentato il suo focus "Il ruolo della frutta secca nella dieta mediterranea" per il consor-zio Almond Board of California (dove si coltiva circa l'80% della produzione mondiale di mandorle).

La dose giornaliera ideale è di "una manciata di mandorle di circa 28g o 23 mandorle", ha spiega-to la dietista. Se è vero che "la frutta secca oleosa è salutare, sulle mandorle sono più numerosi glistudi scientifici che ne evidenziano le proprietà e i benefici per prevenire patologie come il diabete,le malattie cardiovascolari, l'obesità e la gestione del peso, il colesterolo ma anche la correlazionecon le funzioni cognitive" ha chiarito.

Ecco perché si suggerisce questosnack nei momenti in cui ci si sentepiù affamati, tra un pasto e l'altro, oquando si avverte un calo di forze estanchezza: "sono un ottimo spunti-no per ricaricarsi di energia e ricchedi micronutrienti come il magnesio,che aiuta a ridurre la stanchezza e ilsenso di affaticamento; hanno un'al-ta densità nutrizionale ma sono abasso contenuto di zuccheri, sonoprive di colesterolo e ricche di vita-mine E, calcio, potassio".

Ad oggi sono circa 160 gli studi pub-blicati nel mondo relativi ai beneficidelle mandorle, che spaziano dalla salute cardiovascolare al controllo del peso alla longevità; dallasalute cognitiva e il benessere psicofisico alla bellezza. In particolare, per quanto riguarda il cuoree l'apparato circolatorio, l'acido linoleico contenuto nelle mandorle contribuisce al mantenimento dinormali livelli di colesterolo.

"Le ricerche hanno infatti dimostrato che le mandorle possono ridurre i grassi nel sangue, inclusoil colesterolo totale e il colesterolo cattivo LDL", ha chiarito ancora la dott.ssa Morelli.

"Le evidenze scientifiche e il profilo nutrizionale delle mandorle ci dicono che sono un complemen-to smart ad ogni dieta per la salute del cuore". Se mangiate come spuntino "aiutato a tenere sottocontrollo l'appetito, con un conseguente minor apporto calorico a pranzo e a cena". Infine, le piùrecenti aree di ricerca sulle mandorle riguardano la bellezza: "grazie all'alto contenuto di zinco, nia-cina e riboflavina, contribuiscono anche al mantenimento della pelle, mentre il rame aiuta al man-tenimento dei capelli".

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Aggiungere un pizzico di più in sale nei nostri piattisenza temere per la salute? E’ possibile, secondo unostudio pubblicato sul British Medical Journal daesperti della McMaster University (Canada) e dalgruppo Pure (Prospective Urban RuralEpidemiological), condotto su 103.570 persone.

Il team ha valutato in particolare l’associazione fraescrezione urinaria di sodio e potassio, ed eventi car-diovascolari e mortalità, nel contesto delle attuali racco-mandazioni dell’Organizzazione mondiale della sani-tà per l’assunzione giornaliera di salute (<2,0 g disodio,> 3,5 g di potassio) negli adulti.

I risultati ottenuti suggeriscono che l’obiettivo simultaneo di un basso apporto di sodio (<2 g / die)con un’assunzione elevata di potassio (> 3,5 g / die) è estremamente raro e dunque è possibile rac-comandare una assunzione moderata di sodio (3-5 grammi al giorno) insieme a un’assunzione ele-vata di potassio, associata al più basso rischio di mortalità ed eventi cardiovascolari.

In un altro lavoro pubblicato sul Bmj, esperti del Centre for Food Policy della University ofLondon (Gb) chiedono politiche mirate in particolare per regolare l’assunzione di sale quando simangia fuori casa, specialmente nei fast food, con la riformulazione dei prodotti e un’estensionedell’etichettatura nutrizionale.

La svolta del sale: “Un pizzico in più può giovare”

Continua, da parte di The Lancet, la pubblicazione degli studi che certificano quanto il cattivo cibodanneggi la salute a livello globale. Nell’ultimo rapporto del Global Burden of Disease Study lecifre sono scioccanti: il 20% dei decessi dovuti a malattie non trasmissibili nel mondo sarebbedovuto all’alimentazione. Il che, per il 2017, significa 11 milioni di morti.

Nello studio sono stati presi in esame i dati di 195 paesi tra il 1990 e il 2017, relativi a 15 tipi di ali-menti, consumati in quantità più o meno elevate: frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci esemi, latte, fibre, calcio, acidi grassi Omega 3 derivanti dal pesce, acidi grassi polinsaturi, carnirosse e lavorate, bevande zuccherate, acidi grassi trans e sodio. Si è tenuto conto della variabili-tà dei dati del consumo disponibili (non per tutte le categorie se ne sono trovati di attendibili in ogniPaese) e si è determinato che, nonostante la variabilità statistica, il numero maggiore di decessi(più della metà) è associato a regimi alimentari ricchi di sodio, poveri di cereali integrali e frutta.Nel complesso, questo tipo di alimentazione sarebbe stato causa di 10 milioni di decessi per pato-logie cardiovascolari, 913 mila per tumore e 339 mila per diabete nell’intero periodo.

Nessun Paese può essere considerato virtuoso: da nessuna parte il consumo di tutti e 15 gli ali-menti è soddisfacente, e la promozione arriva solo per qualche categoria in ogni zona esaminata.Così, per esempio, nell’Asia centrale si consumano abbastanza verdure, nell’Asia del Pacifico suf-ficienti Omega 3 derivanti dal pesce, nei Caraibi abbastanza legumi e così via. Le carenze piùgravi riguardano genericamente i cereali integrali e le noci (la media mondiale del consumo è parial 12% rispetto alle quantità ottimali, pari a 21 grammi al giorno), mentre gli eccessi peggiori sonole solite bevande zuccherate (49 grammi in media, contro i 3 consigliati), le carni lavorate e il sodio.Non va molto meglio con il latte: il consumo medio è del 16% delle dosi consigliate (71 grammi algiorno contro 435) e lo stesso vale per i cerali integrali, dei quali se ne mangiano meno di un quar-to di quelli auspicabili, mentre si eccede con le carni rosse (in media se ne consuma il doppio) econ il sodio (l’86% in più).

Gli stessi dati si ritrovano seguendo i consumi dal punto di vista geografico: pur con le differenzedovute alle culture alimentari e alla posizione, nessuna area è immune da squilibri, eccessi ecarenze. Lo studio costituisce un’importante fotografia della situazione attuale, una base scientifi-ca per la progettazione di interventi mirati e un monito affinché si faccia di più per migliorare l’ali-mentazione: ovunque.

Una morte su cinque causata dalla cattiva alimentazione

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Segreto della dieta è non viverla come privazione

Il segreto per affrontare bene una dieta? "Nonvederla come una privazione" e "concentrarci nonsu ciò che non possiamo mettere in tavola ma sututto quello che possiamo utilizzare". Questo il giusto approccio all'alimentazione secon-do Heinz Beck, chef tristellato, intervenuto alla pre-sentazione del libro "Diabete & Alimentazione", diAntonio Ceriello e Gabriele Riccardi (Edizioni EDI-MES, 2019) in cui le sue ricette sono affiancate anumeri e consigli utili per affrontare la malattia.

Normalmente la parola 'dieta' è associata a un sen-timento negativo ed è spesso collegata all'idea diimposizione, conteggio delle calorie, privazione deipiaceri. Ma l'etimologia della parola "non significa

'privazione' bensì 'regola'. La vita - spiega il celebre chef - è piena di regole ma se parliamo di quel-le nel campo dell'alimentazione il pensiero va subito a cose che non possiamo mangiare. Però, perognuna di quelle che non possiamo mangiare ce ne sono mille che possiamo utilizzare". Un vero e proprio patrimonio di risorse a cui attingere sono, in primis, le verdure: "ricche di fibre,vitamine, sali minerali e antiossidanti, non dovrebbero mai mancare a tavola, soprattutto se di sta-gione, perché hanno un sapore e proprietà nutrizionali molto maggiori". Del resto, assicura, chiun-que, può creare piatti sani e godibili. Fondamentale è dedicarvi il giusto tempo, senza nasconder-si dietro la sua presunta mancanza.

"Dedicare mezzora in meno a internet e dirottarlo al mangiare bene - spiega - è una cosa che pos-sono fare tutti, o quasi". Ma il tempo, senza fantasia, non basta. "Serve certamente creatività perassociare i cibi fra loro e per suscitare emozioni". Senza dimenticare l'importanza del colore. Dalrosa all'arancio, dal viola al giallo: le portate multicolore "sono un piacere per gli occhi - conclude -e fanno bene alla salute, perché cibi con diversi colori hanno proprietà nutrizionali diverse".

Venti minuti al giorno immersi nella natura è una pillola anti-stress

In caso di stress la 'pillola' giusta consiste in almeno 20minuti al giorno a contatto con la natura in un parco urba-no o ovunque sia possibile stabilire stare nel verde.Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Frontiers inPsychology una simile esperienza è sufficiente a ridurre ilprincipale ormone dello stress, il cortisolo.

"Sapevamo che trascorrere del tempo immerse nella natu-ra ha effetti anti-sterss, ma finora non era noto in quali'dosi' e in che maniera 'assumere' il contatto con la natu-ra", afferma MaryCarol Hunter, della University of Michigan che ha condotto il lavoro. "Il nostrostudio mostra che i risultati maggiori si ottengono trascorrendo da 20 a 30 minuti seduti o passeg-giando in qualsiasi luogo che ci trasmetta il senso di vicinanza alla natura".

La ricerca è stata condotta su un gruppo di volontari che per otto settimane hanno dovuto trascor-rere del tempo in luoghi naturali, come un parco, ma senza fare sport, conversare con amici o svol-gere altre attività che possono già di per sé avere un'influenza sullo stress. Ai volontari è stata misu-rata a più riprese la concentrazione del cortisolo nella saliva. È emerso che l'ormone diminuisce apartire dai 20 minuti trascorsi a contatto con la natura; la concentrazione cala in proporzione altempo trascorso fino a un calo massimo a 30 minuti di immersione nella natura.

"I clinici possono usare i nostri risultati come regola basata sull'evidenza per stabilire come prescri-vere il contatto con la natura" - afferma Hunter. "Il nostro studio fornisce le prime stime di come l'e-sperienza a contatto con la natura impatti sui livelli di stress nel contesto della normale vita quoti-diana".

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ApprofondimentoApprofondimentoa cura di Angelo Micelia cura di Angelo Miceli

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Comunemente noto con il nome volgare di “Orecchione” e con una miriade di nomidialettali che si diversificano da una località all’altra, si riproduce, generalmente informa gregaria, in qualità di fungo parassita-saprofita, su tronchi vivi o morti di varielatifoglie quali pioppo, salice, gelso.Pleurotus ostreatus, specie fungina molto nota e diffusa in tutto il mondo deve la sua notorietàalla versatilità ad essere coltivata e commercializzata su larga scala e, ovviamente, alle caratteri-stiche organolettiche che la rendono una specie prelibata e ricercata per il consumo alimentare. Neipaesi orientali è anche noto ed utilizzato per le sue proprietà medicinali. In Cina viene chiamato“Ping gu” ovvero “Fungo piatto”, con riferimento alla sua conformazione morfologico-strutturalesimilare, appunto, ad un largo cappello appiattito.

Genere Pleurotus (Fr. : Fr.) P. Kumm. 1871Al genere appartengono basidiomi carnosi, di medio-gran-di dimensioni, omogenei (quando cappello e gambo hannoanaloga struttura cellulare risultando strettamente saldatiuno all’altro tanto che la loro separazione non avviene inmaniera netta), caratterizzate da cappello asciutto e gene-ralmente depresso, imbutiforme; lamelle a lungo decorren-ti sul gambo che si presenta, a seconda della specie, sub-centrale o fortemente decentrato, laterale ed in molte spe-cie con crescita fascicolato-connata. Per la colorazionebianco-rosata delle spore in massa, sono ineriti nel gruppodei funghi leucosporei. Tutte le specie appartenenti algenere sono lignicole e tipicamente parassite o saprofite, agenti di carie bianca(1). Le varie specieappartenenti al genere sono considerate, con poche eccezioni, tutte di buona qualità e commesti-bili. Molte specie si prestano con molta versatilità alla coltivazione.

Pleurotus ostreatus (Jacq. : Fr.) P. Kumm. Führ. Pilzk. (Zerbst) : 104 (1871)

Basionimo: Agaricus ostreatus Jacq. 1774

Posizione sistematica: classe Basidiomycetes, ordine Agaricales, famiglia Pleurotaceae, generePleurotus.

Etimologia: Pleurotus dal greco pleuròn = di fianco e otòs = orecchio ovvero con l’orecchio (cap-pello) di fianco con espresso riferimento alla posizione del cappello rispetto al gambo. Ostreatusdal latino ostrea = ostrica per la somiglianza del cappello al guscio di un’ostrica.

Sinonimi principali: Agaricus fuligineus Pers. (1801);Agaricus reticulatus Schumach. (1803); Agaricus revolutusJ. Kickx (1867); Clitocybe ostreata (Jacq.) P. Karst. (1879).

Nomi volgari: Agarico ostreato; Cerrena, Gelone,Orecchione [Bonazzi, 2003].

Nomi dialettali: come ormai nostra abitudine, consideratoche esistono innumerevoli denominazioni dialettali in usonelle varie aree geografiche italiane, riportiamo solo quelleutilizzate nel territorio messinese: Funci di traversa (Alcarali Fusi – Messina) [Bonazzi, 2003]; Ricchiedda (Mottad’Affermo – Messina).

Descrizione macroscopicaCappello generalmente di medio-grandi dimensioni, posi-

zionato lateralmente al gambo con forma di ventaglio (flabelliforme), di orecchio, di conchiglia; ini-zialmente convesso si distende verso la maturità presentando, quasi sempre, una marcata depres-sione verso l’attacco al gambo; orlo a lungo involuto (quando si presenta ripiegato verso l’interno),poi disteso, sottile, a volte fessurato; superficie liscia, glabra, di colore variabile: dal grigio al grigio

Andar per funghi... Pleurotus ostreatus (Jacq.: Fr.) P. Kumm.1871

Pleurotus ostreatus

Foto: Emilio Pini

Pleurotus ostreatus

Foto: Emilio Pini

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ApprofondimentoApprofondimento

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a cura di Angelo Micelia cura di Angelo Miceli

bluastro chiaro, al bruno-grigiastro, a volte con sfumature vio-lacee o riflessi blu-metallico schiarente verso la maturazione,cuticola non facilmente asportabile. Imenoforo costituito dalamelle non molto fitte, a lungo decorrenti, intervallate danumerose lamellule, biforcate ed anastomizzate (quando sonounite tra di loro da pieghe o nervature trasversali) in corrispon-denza del gambo; di colore bianco, bianco-grigiastro, bianco-crema pallido; spore in massa di colore bianco-biancastro,identificative dei funghi leucosporei. Gambo eccentrico, late-rale, corto, a volte assente, spesso cespitoso (quando si pre-senta unito a quello di altri esemplari, formando un grossocespo), ricurvo, irregolarmente cilindraceo, sodo, pieno, biancocon sfumature grigiastre, leggermente pruinoso (quando è rico-perto da un leggero strato farinoso). Carne tenace, consisten-te, elastica, tendente al coriaceo negli esemplari adulti specialmente in prossimità del gambo, dicolore bianco con odore e sapore gradevole negli esemplari giovani, di muffa in quelli maturi.

HabitatCresce in forma singola o anche cespitosa con i cappelli sovrapposti a mensola formanti una tipi-ca cascata, su legno morto o vivo di numerose latifoglie sia nei boschi, sia nei parchi cittadini.

CommestibilitàOttimo commestibile. Preferire sempre esemplari giovani in quanto con l’invecchiamento assumeconsistenza legnosa ed accumula tossine che possono recare leggeri disturbi di natura intestinale[Cazzavillan, 2011].

Specie simili• Pleurotus cornucopiae (Paulet) Rolland (1910)Differisce per la conformazione del cappello che, a maturità,si presenta imbutiforme-ombelicato e per il colore bruno-gial-lastro della superficie.

• Pleurotus pulmonarius (Fr. : Fr.) Quèl. (1872)Molto simile a P. ostreatus tanto per le caratteristiche morfo-cromatiche generali, quanto per l’habitat di crescita, differisceper la colorazione del cappello più chiara, su toni crema-bian-castri e per i caratteri microscopici.

ColtivazioneCome avviene per numerose altre specie fungine a nutrizio-ne saprofitica si presta molto bene alla coltivazione tanto da essere considerata la specie più col-tivata in Italia con una produzione di circa 10.000 tonnellate per anno, lasciando posizionare, lanostra nazione, tra i primi produttori a livello mondiale [Ceccon, 2018].L’ingrediente base per la produzione è un composto formato dal 90% di paglia di frumento arricchi-ta da sostanze azotate e dal 10% di erba medica o, in alternativa, farina di soia, trucioli di mais ourea. Il composto, dopo essere stato sottoposto a varie fasi di lavorazione, lasciato fermentare eriposare, viene confezionato in balle a forma rettangolare dal peso di circa 20-25 kg., avvolte in sac-chi di nylon particolari sui quali vengono praticati dei tagli a croce di circa 5 cm. dai quali verrannofuori, a tempo debito, gli sporofori [Ceccon, 2018].La lavorazione ed in particolare la raccolta del prodotto, deve essere effettuata da personale pro-tetto con apposite mascherine-filtro al fine di evitare l’inspirazione delle basidiospore che possonocausare, come spesso è avvenuto, problemi di irritazione delle vie respiratorie che si manifestanocon tosse e stato febbrile. Tale sindrome viene tipicamente conosciuta come “Mushroom work’slung” [Ceccon, 2018].

***************(1)La carie, o marciume del legno, è una patologia vegetale che causa la progressiva degenerazione deitessuti legnosi di piante vive o del legname in conservazione o in opera. Viene diversificata, generalmente,in carie bianca e carie bruna. La carie bianca é diffusa su numerose specie arboree, sia di latifoglie che di

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Pleurotus ostreatus

Foto: Emilio Pini

Pleurotus ostreatus

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ApprofondimentoApprofondimento a cura di Angelo Micelia cura di Angelo Miceli

conifere e viene causata da specie fungine appartenenti tanto allaclasse dei Basidiomiceti quanto a quella degli Ascomiceti i quali agi-scono eliminando in maniera progressiva la lignina, conferendo, diconseguenza, ai tessuti legnosi attaccati, un aspetto chiaro, bianca-stro. La carie bruna è la conseguenza della progressiva degradazio-ne della cellulosa che deteriorandosi perde di consistenza assumen-do un colore bruno scuro. Le specie fungine che agiscono qualiagenti di carie, bianca o bruna, assumono la denominazione di“parassiti da ferita” in quanto trovano facilità di attecchimento in cor-rispondenza delle ferite del tronco arboreo, nei tagli di potatura, nelleferite provocate da insetti, nelle lesioni traumatiche della corteccia.Normalmente l’attacco invasivo viene realizzato dal micelio che,dopo aver condotto un periodo di vita saprofitario su organi morti

della pianta, riesce a penetrare all’interno della massa legnosa attaccandone le parti vive [Goidànich G.1975].

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Disegni: Giambattista Bertelli per gentile concessione del figlio AldoFoto: Emilio Pini, Angelo Miceli

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Bibliografia di approfondimento• Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, ZottiMirca , 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)• Bonazzi Ulderico, 2003: Dizionario dei nomi volgari e dia-lettali dei funghi in Italia e nel Canton Ticino. A.M.B. FondazioneCentro Studi Micologici, Trento• Cazzavillan Stefania, 2011: Funghi medicinali – Dallatradizione alla scienza. Nuova Ipsa Editore Srl, Palermo• Ceccon Pieremilio, 2018: I funghi coltivati. Terza Parte. Passione Funghi & Tartufi. Aprile 2018 n. 81:32-37. Erredi Grafiche Editoriali, Genova • IF, Index Fungorum database. www.indexfungorum.org (ultima consultazione agosto 2018)• MB, Mycobank database. www.mycobank.org (ultima consultazione agosto 2018)

• Lavorato Carmine, Rotella Maria – 2004: Funghi in Calabria.Guida per il riconoscimento delle specie. Raccolta e commercializ-zazione. Tutela ambientale e sanitaria. Edizioni Pubblisfera . SanGiovanni in Fiore (CS)• Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampaolo, 2004:Atlante fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 1 (seconda ristampa).A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento• Phillips Roger, 1985: Riconoscere i funghi. Istituto GeograficoDe Agostini, Novara

**********Per approfondire le vostre conoscenze micologiche

frequentate la nostra Associazione:“Centro di Cultura Micologica”

presso Dopolavoro Ferroviario Via Reggio Calabria Is.11 Quater – Messinaincontri settimanali mercoledì ore 17,00 – 19,00

con esercitazioni pratiche sul riconoscimento dei funghi dal veroInfo: Enzo Visalli 368676063 – Franco Mondello 3282489544 – Angelo Miceli 3286955460

http://www.micologiamessinese.altervista.org

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Pleurotus ostreatus

Foto: Angelo Miceli

Pleurotu ostreatus

Disegno di Giambattista Bertelli

Pleurotus ostreatus

Foto: Angelo Miceli

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Fa bene o male al cuore? Ci farà ingrassare? Pasqua è alle porte e nelle tavole di milioni di italia-ni non mancherà il tipico uovo al cioccolato. Secondo una ricerca della Cna (Confederazionenazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa), per la scorsa Pasqua è stato stima-to un consumo di circa 15 milioni di uova di Pasqua in Italia, che va ad aggiungersi a un generaleaumento del consumo di cioccolato pro capite, vicino oggi a 13 gr al giorno, poco più di un ciocco-latino. Ebbene, se consumato con moderazione, il cioccolato può avere effetti benefici non solo perl'umore ma anche per la salute. Per fare chiarezza sui mitì del cioccolato, Assosalute(Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica), con l'aiuto diAttilio Giacosa, gastroenterologo, docente all'Università di Pavia, ha stilato un vero/falso per sco-prire i reali benefici del cioccolato per la nostra salute.

Il cioccolato aiuta a vivere più alungo? Vero.Una ricerca dell'Università di Harvard,che ha seguito un campione di 7.841persone di 65 anni per cinque anni, hariscontrato come coloro che mangiava-no cioccolato tre volte al mese vivevanopiù a lungo (36% di rischio di mortalitàin meno) rispetto a quelli che ne faceva-no a meno. E anche per i più golosi chetendevano a esagerare, il vantaggio intermini di rischio di mortalità era comun-que presente, seppur più basso.

Il cioccolato fa male al cuore? Falso.Al contrario, il cioccolato, grazie allapresenza di flavonoidi ad azione antios-sidante riduce l'ossidazione dei grassinel sangue, può aiutare a limitare il danno dei radicali liberi sulle arterie, agendo come protettoredei vasi sanguinei e a beneficio del cuore.

Il cioccolato aiuta a combattere la stanchezza? Vero. Contiene sostanze quali la teobromina epiccole quantità di caffeina, responsabili del senso di 'risvegliò che danno il caffè e il tè. 125 gram-mi di cioccolato darebbero, infatti, tanta caffeina quanto una tazza di caffè. Inoltre, gustare una pic-cola porzione di cioccolato fondente tre volte a settimana, aiuterebbe a ridurre i sintomi della sin-drome da stanchezza cronica, agendo come naturale 'rifornimentò di sostanze anti-stanchezzainclusi alcuni minerali e soprattutto il magnesio e il potassio. Il cioccolato rovina i denti? Falso. Studihanno dimostrato che il consumo regolare di cioccolato non crea particolari problemi ai denti, ameno che non si esageri con quelli eccessivamente zuccheratì.

Il cioccolato è un antidepressivo? Vero. Ricerche accreditano il cioccolato tra gli antidepressivinaturali dal momento che favorisce l'attività della serotonina, un neurotrasmettitore implicato nellagenesi del buon umore. La stessa attività antidepressiva potrebbe spiegare il possibile 'vigorè psi-cofisico che dà il cioccolato. Il cioccolato fa ingrassare? Falso. È stato dimostrato come il cioccola-to, specialmente fondente con un contenuto di cacao superiore al 70%, non solo non faccia ingras-sare ma anzi abbia proprietà benefiche da questo punto di vista. Il cacao è, infatti, ricco di teobro-mina, una sostanza in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e ridurre il senso difame.

Infine, la domanda che divide gli appassionati: Meglio al latte o fondente? Per la salute si con-siglia il consumo di cioccolato fondente poiché quello al latte contiene un maggior quantitativodi zuccheri, proteine e grassi, mentre il fondente ha al suo interno una quantità superiore di sostan-ze benefiche per l'organismo come il magnesio. «Se consumato con moderazione il cioccolato,soprattutto fondente, può essere un alimento alleato della nostra salute», afferma Giacosa.«Attenzione però alle quantità. In caso di eccessi è possibile incorrere in problemi come bruciore eacidità di stomaco, comparsa di afte ed emorroidi». Nel caso in cui l'eccessivo consumo di ciocco-lato, tipico del periodo pasquale, porti all'insorgere di uno o più di questi disturbi, è possibile ricor-rere ai farmaci di automedicazione - riconoscibili grazie alla presenza del bollino rosso che sorridesulla confezione.

Cioccolato, amico del cuore e nemico della stanchezza

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Ricette del meseRicette del mese

Pasta con crema di patate e salsicce

Crostata a strati

Ingredienti per 1 stampo a da 20 cm- 300 gr di farina 00- 100 gr di zucchero- 2 uova- 80 gr di olio di semi- 1 cucchiaino di lievito per dolci- 1 pizzico di sale- 1 buccia di limone grattugiata- 250 gr di marmellata

PreparazioneMettete in una ciotola le uova, l'olio, lo zucche-ro, il sale e mescolate.Aggiungete anche la farina con il lievito e la buc-cia di limone e iniziate a lavorare.Spostate il composto su una spianatoia legger-mente infarinata e lavorate con le mani fino adottenere un panetto omogeneo.Riprendete la frolla e dividetela in 4 panetti.Rivestite lo stampo di carta forno, quindi iniziatea comporre la crostata.Iniziate dal primo strato: stendete il primo panet-to in uno strato abbastanza sottile, circa 4 mm,e copriteci il fondo e parte delle pareti dellostampo.Bucherellate la base con i rebbi di una forchettae ricoprite con poca marmellata, lasciando 1-2cm liberi lungo i bordi.Continuate con il secondo strato: stendeteanche il secondo panetto abbastanza sottile,

bucherellatelo con la forchetta mentre è ancorasulla spianatoia, e aggiungetelo nello stamposopra la marmellata. Alzate e schiacciate legger-mente i bordi, quindi farcite anche questo strato.Procedete nella stessa maniera con il terzopanetto, per creare un altro strato: stendete,bucherellate, unitelo agli altri, farcite con mar-mellata. Per quest'ultimo strato non alzate ibordi.Con l'ultimo panetto, create delle strisce e delledecorazioni e applicatele sulla crostata, quindilasciatela riposare in frigo per almeno 15 minuti.Nel frattempo, accendete il forno in modalitàventilata e portatelo a temperatura a 180°C.Passati i 15 minuti e riscaldato per bene il forno,cuocete per circa 35 minuti o fino a doratura.La crostata a strati è pronta. Fatela raffreddarebene, quindi sformatela delicatamente e servite.

Ingredienti per 4 persone- 320 gr di pasta tipo caserecce- 400 gr di salsicce- 500 gr di patate- 1/2 cipolla- 50 gr di parmigiano grattugiato- 1 cucchiaino di curcuma- 200 ml di brodo vegetale- olio di oliva extravergine- sale- pepe

PreparazioneLavate e pelate le patate e tagliatele a cubettipiuttosto piccoli.Mondate la cipolla e tritatela.Mettete le verdure in una padella con un filo d'o-lio e fatele rosolare per 5-10 minuti.Aggiungete il brodo e fate cuocere a fuocobasso col coperchio finché le patate non inizie-ranno a sfarsi, senza però far asciugare comple-tamente il brodo (in caso dovesse asciugarsitroppo, aggiungete un po' d'acqua). Ci vorrannocirca 20-30 minuti.A fine cottura aggiungete la curcuma.Frullate le patate col brodo rimasto: dovrete otte-nere un composto liscio, omogeneo e cremoso.

Aggiustate di sale e mettete da parte.Eliminate il budello dalle salsicce e sgranateleun po', quindi fatele rosolare in padella con unfilino d'olio.Cuocete la pasta scolandola ben al dente ericordandovi di tenere da parte un po' di acquadi cottura.Aggiungete la pasta alla crema di patate,aggiungendo acqua di cottura se necessario.Unite anche le salsicce e fate insaporite per unminuto, quindi ma Tecate con pepe e parmigia-no.La vostra pasta con crema di patate e salsicce èpronta: impiattate e servitela subito.

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L’Angolo della PoesiaL’Angolo della Poesia

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Pepe fiorito tra medicina e alimentazione

Pepe fiorito, pepe di montagna, huājiāo, sanshō, timur, teppal,pepe del Sichuansono solo alcuni dei nomi comuni con cui è indica-ta la bacca dello Zanthoxylum bungeanum.

È comune l'utilizzo di questa pianta in molte popolazioni, sia dalpunto di vista medico che culinario. Infatti, la pianta viene utilizzata inoriente come rimedio per disturbi digestivi, mal di denti e diarrea,come anestetico e per altri usi tradizionali.Il nome "pepe" deriva dalla somiglianza tra le due bacche, quella delpepe e quella di Z. bungeanum. Ma tra le due bacche, non c'è altracorrelazione.

Tanto per cominciare, a differenza del vero pepe, i semi interni ven-gono scartati e si usano solo i gusci che li contengono. Inoltre, alpepe del Sichuan sono attribuite proprietà lenitive e antipruriginose.Viene suggerita una sua possibile applicazione anche in ambitocosmetico dove, applicato nel contorno occhi, si è mostrato in grado di praticare un effetto "lifting"di oltre il 16% nell'arco di trenta minuti.

L'effetto anestetico è stato investigato in vivo individuando nell'idrossi-α-sanshool, e nell'idrossi-β-sanshool, le molecule responsabili di questa attività. Il meccanismo che soggiace a questa attivitàsembra interessare la i canali del sodio voltaggio dipendenti responsabili della trasmissione sinap-tica.

Ma non sono solo questi i componenti isolati nell'estratto della pianta. Alcaloidi, terpenoidi, flavo-noidi e acidi grassi liberi vanno a costituire gli oltre 130 composti isolate. Tutta questa varietà dimetaboliti consentono alla pianta di essere oggetto di vari rami di ricerca al fine di valutarne gli effet-ti anti-infiammatori, antiossidanti, neuroregolatori e antifungini.

Li e Cao hanno voluto approfondire quest'ultima proprietà, analizzando l'efficacia di due oligochito-sani su culture di Fusarium sambucinum. L'azione fungitossica diretta è in grado di difendere lapianta dall'attacco di questo fungo. Campo di applicazione di questo studio è quello alimentare: ilsambucinum è il principale agente patogeno per le coltivazioni di patate.

Non finisco qui le sue applicazioni in campo agro-alimentare. Il suo sapore particolare, leggermen-te piccante con note finali di limone, lo rende ingrediente cardine di molte miscele di spezie tipichedella cucina orientale: dal Malà cinese al shichimi.

E sempre sull'ambito alimentare si concentrano alcune nuove interessanti proprietà studiate daZhang e Wang. I ricercatori hanno individuato nell'iperoside, un cositutente delle foglie di Z. bun-geanum, importanti effetti antiossidanti. Consci del fatto che nel diabete mellito lo stress ossidativoè un problema che si ripercuote in danni anche epatici, hanno voluto studiare gli effetti ipoglicemiz-zanti e epatoprotettivi di questo composto. Al termine del trattamento con l'estratto, i ratti avevanoridotto l'aumento di peso, la glicemia e l'insulinemia. In aggiunta, si erano ridotti anche i livelli di tri-gliceridi, Ldl e il colesterolo totale. Anche i livelli di Ast e Alt si erano normalizzati.

Il fior di pepe è citato anche nel mondo dello spettacolo. Nel film "Mr. Holmes - Il mistero del casoirrisolto" una composta di questa pianta, rinvenuta in un bosco di Hiroshima, è ritenuta dall'anzia-no Sherlock Holmes un rimedio contro l'amnesia senile.

E forse proprio ispirandosi a questa battuta, Tang e Wang hanno valutato l'efficacia della pianta peril trattamento dell'Alzheimer. N-[2-(3,4-dimethoxyphenyl)ethyl]-3-phenyl-acrylamide o gx-50 è uncosituente dell'estratto della pianta a cui gli studiosi hanno attribuito proprietà anti-Alzheimer.Facendolo assumere a ratti transgenici, si è osservato che la molecola è in grado di attraversare labarriere emato-encefalica e migliorare le capacità cognitive dei ratti. In aggiunta, la molecola haridotto l'accumulo di oligomeri Aβ nella corteccia cerebrale e l'apoptosi neuronale.

Sono solo studi in vivo, che tuttavia lasciano ben sperare in conferme cliniche per questa pianta.

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Oltre a guadagnare in salute, i canadesi potrebbero rispar-miare denaro, se si attenessero alle nuove linee guida sull’a-limentazione, rese note nel 2019. Se infatti si considera unafamiglia media di quattro persone, il risparmio potrebbe esse-re di poco meno di 500 dollari canadesi all’anno (475, per laprecisione). Ma per il momento solo un cittadino su tre lo fa; gli altri si affi-dano ad amici e parenti o alla rete. È un ritratto in chiaroscu-ro quello che emerge dai dati preliminari di uno studio avvia-to dall’Università di Guelph e dalla Dalhousie Universitysull’aspetto economico della dieta media dei canadesi e sulrecepimento delle ultime indicazioni da parte della popolazio-ne.

Da una parte, infatti, i ricercatori, che hanno elaborato quattro diversi piatti medi, due seguendo lelinee guida della versione precedente (del 2007) e due rispettando i dettami dell’ultima, hanno vistocome le nuove linee guida consentirebbero appunto a ogni famiglia di quattro persone di rispar-miare circa il 6,8% della spesa destinata al cibo, pari a 1,30 dollari canadesi al giorno. Il risparmiosarebbe dovuto alla diminuzione del ruolo della carne, rimpiazzata da verdure e altri alimenti menocari, e alla sostituzione del latte (prima consigliato) con l’acqua, anch’essa più economica, per limi-tare l’obesità.

Dall’altra, però, hanno chiesto a un campione di mille persone di diverse età dove prendessero leinformazioni relative al cibo e quanto spesso consultassero la guida ufficiale, e il risultato non èstato molto confortante. Infatti, anche se circa la metà degli intervistati riteneva che le nuove indi-cazioni fossero in linea con le più recenti informazioni sul ruolo dei diversi alimenti e tre quarti sape-va almeno che erano state emanate, meno di un terzo le aveva utilizzate negli ultimi 12 mesi. I peg-giori sono stati i baby boomers, evidentemente più restii a modificare le proprie abitudini: solo il16% le considerava realistiche e la maggior parte di loro si affidava a giornali e libri. Invece i mil-lennials e la generazione Z, meno consapevoli della loro esistenza (solo il 61% le conosceva), siaffidavano per lo più alle celebrities e ai modelli dei social media.

Secondo gli autori questi dati non devono rappresentare una sconfitta, ma solo uno stimolo per tro-vare modi più efficaci per veicolare i messaggi alimentari, soprattutto tra i più giovani, per tutelaremeglio la loro salute anche negli anni a venire e perché si sa che sono più sensibili a temi come ilcibo biologico e la corretta alimentazione. Basta dar loro modo di capire meglio che cosa significa-no, in concreto, questi concetti.

Un’alimentazione sana fa risparmiare

Dal prossimo settembre 1,1 milioni di studenti della città diNew York mangeranno vegetariano tutti i lunedì. Lo ha annunciato il sindaco della Grande Mela Bill DeBlasio, secondo cui il 'meatless monday' "migliorerà la salu-te dei cittadini e ridurrà le emissioni di gas serra".L'iniziativa, partita con un progetto pilota in 15 scuole diBrooklyn lo scorso anno, prevede la sostituzione di tutti i piat-ti a base di carne con alternative vegetariane, e il progettopilota ha dimostrato che la modifica ai menu non comportamaggiori costi e non riduce la partecipazione ai pasti da partedegli studenti, che comunque verranno interpellati prima dellastesura delle ricette definitive. A spingere per il lunedì senza carne è il 'Meatless MondayMovement', una associazione no profit nata dalla Johns Hopkins Bloomberg School of PublicHealth che si prefigge di sostituire il 15% del consumo di carne negli Usa con alternative 'green',e che ha già fatto sì che l'iniziativa sia stata adottata in diverse piccole realtà statunitensi. "Stiamoespandendo i Meatless Monday' a tutte le scuole pubbliche - ha aggiunto De Blasio - per mante-nere i pasti più amici dell'ambiente per le generazioni a venire".

New York, a scuola lunedì senza carne per salute e ambiente

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Le posate d’argento annerite dalcontatto con le uova si devono sfre-gare con una patata cotta avvoltain un panno

Pulite i lavelli in ceramica e inacciaio con una pastetta forma-ta da acqua e bicarbonato disodio e poi sciacquate e asciuga-te accuratamente.

Usa la gomma pane per pulirein casa e levare le macchie.

Mettete una pallina da tennispulita nel cestello della lavatricequando eseguite il lavaggio dellescarpe da ginnastica: si puliran-no perfettamente.

Non tenete il frigorifero e il freezervicino a fonti di calore: in questomodo è possibile consumare menoenergia.

Torta al Nesquik

Ingredienti per uno stampo da 22 cm

3 uova100 gr di zucchero275 gr di farina 00100 ml di olio di semi150 ml di latte125 gr di nesquik1 bustina di lievito per dolci1 pizzico di salezucchero a velo per decorare

Preparazione

Innanzitutto montate per almeno 5-7 minuti leuova con zucchero e sale: dovrete ottenere uncomposto chiaro, gonfio e spumoso.Continuando a montare, aggiungete l'olio a filoe poi iniziate ad unire le polveri setacciate: 2cucchiai di farina e lievito e 1 cucchiaio di nes-quik.Quando avrete aggiunto metà dell polveri,incorporate anche il latte, quindi continuate con3 cucchiai di polveri per volta, come prima, fin-ché non le avrete aggiunte tutte.Versate l'impasto nello stampo rivestito di cartaforno e cuocete per 30 minuti circa in forno sta-tico preriscaldato a 180°C.Fate sempre la prova stecchino prima di sfor-nare.Lasciate raffreddare completamente, quindispolverizzate la torta al Nesquik con lo zucche-ro a velo e servite.

I Consigli della Nonna!

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ApprofondimentoApprofondimento

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a cura dell’ Ing. Davide Caccamoa cura dell’ Ing. Davide Caccamo

Tecnologie Solari Sicilia srl, MessinaTecnologie Solari Sicilia srl, Messina

In un momento come questo in cui la sensibilità al problema dei cambia-menti climatici è elevatissima, un passo necessario per fronteggiare laquestione energetica con cui questi sono connessi, è ripensare i consu-mi energetici nell'edilizia. Vediamo come.NZEB è l'acronimo di Near Zero Energy Building, e significa edificio a quasi zero energia, cioè unedificio di nuova costruzione per il quale sono state effettuate opere di riqualificazione rilevanti, enel quale i consumi energetici sono quasi nulli.

Sono immobili costruiti con gli standard più elevati e con le migliori tecnologie, sia per quan-to riguarda l'involucro edilizio (pareti ed infissi), sia per quanto riguarda gli impianti (riscaldamento,raffrescamento, acqua calda sanitaria), realizzati con l'obiettivo di ridurre i consumi energetici e l'im-patto sull'ambiente, senza nulla togliere al comfort all'interno dell'abitazione, che anzi risulta miglio-rato.

Un'altra caratteristica verso cui puntano gli NZEB è di essere tendenzialmente gas free, cioè tali dasoddisfare tutti i consumi energetici con l'energia elettrica, senza ricorrere al gas metano. Per sod-disfare questo requisito si lascia spazio a soluzioni come fotovoltaico, accumulo, pompe di calore,colonnine di ricarica, che assumono un ruolo chiave nella loro realizzazione.

NZEB obiettivo di interesse comunitario in EuropaGli edifici a quasi zero energia compaiono la prima volta nella Direttiva 2010/31/UE relativa allaprestazione energetica nell'edilizia (EPBD) e dalla Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica/DEE). Sono stati questi i primi strumenti legislativi realizzati per dare una scossa dal punto di vistaenergetico alle abitazioni del Vecchio Continente.

In Europa, infatti, il 36% del totale dei consumi energetici è imputabile alla gestione di tuttoil nostro parco edilizio, perlopiù vecchio ed energeticamente poco efficiente. Una situazione allaquale è diventato necessario dare una risposta decisa e operare una inversione di tendenza versol'efficienza energetica.

In particolare, le misure previste da queste direttive richiedono che a partire dal 31 dicembre 2018tutti gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici devono essere edifici ad ener-gia quasi zero, mentre dal 31 dicembre 2020 la stessa richiesta riguarderà anche tutti gli edi-fici privati di nuova costruzione.

Ulteriore passo avanti nella normativa è stato compiuto con la Direttiva Europea 2018/844 del 30maggio 2018 che ha previsto delle misure adatte ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi perl'energia ed il clima del 2030.Tra le prescrizioni della nuova direttiva:- L'uso delle tecnologie informatiche adoperate ai fini dell'efficienza, del comfort, e della flessibi-lità, nella ristrutturazione degli immobili.- Disposizioni adatte ad accrescere il ruolo dei consumatori, informandoli e proteggendoli dallapovertà energetica e rendendoli partecipi di tutti i meccanismi che riducono costi e consumi all'in-terno delle loro abitazioni- Arrivare a disporre di un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica.- Garantire che le strategie di ristrutturazione a lungo termine diano luogo ai progressi necessariper la trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero, mediante unaumento delle ristrutturazioni profonde.

Per conseguire questi obiettivi si richiede agli Stati Membri di fornire orientamenti chiari e di defi-nire azioni misurabili e mirate. Le misure tese a migliorare la prestazione energetica nell'edilizianon si devono limitare all'involucro dell'edificio, ma devono includere tutti gli elementi pertinenti e isistemi tecnici di un edificio.Un'ulteriore indicazione della direttiva riguarda i mec-canismi finanziari, gli incentivi e la mobilitazione delleistituzioni finanziarie per ristrutturazioni destinate amigliorare l'efficienza energetica degli edifici, chedovrebbero avere un ruolo centrale nelle strategienazionali di ristrutturazione a lungo termine ed essereattivamente promossi dagli Stati membri.

Nel prossimo numero scopriremo Come si realizza un NZEB e con quali tecnologie.

Fotovoltaico Negli NZEB, Gli Edifici a Quasi ZeroEnergia

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ApprofondimentoApprofondimento

a cura di Avv. Giuseppe Freni del Foro di Messinaa cura di Avv. Giuseppe Freni del Foro di Messina

Il venditore non spedisce la merce? Ecco cosa fare.

Gli acquisti effettuati online posso essere insidiosi poiché alle volte ilvenditore sparisce – assieme alla merce, se davvero c’è mai stata... –dopo aver incassato i soldi e l’acquirente si ritrova con un pugno dimosche.Bisogna però distinguere i semplici inadempimenti civilistici (rappresen-tati per esempio dalla mancata consegna della merce da parte del ven-ditore), dalla vera e propria ipotesi di truffa contrattuale ( per esempioquando la condotta dell’agente sia scandita in questa sequenza: manca-ta consegna della merce offerta e successivamente acquistata da terzicon versamento di acconto, nonché successiva non rintracciabilità delvenditore).Nella prima ipotesi vi sono diversi rimedi che si possono proporre.E’ giusto, innanzitutto, precisare che nel settore dell'e-commerce, il consumatore patisce gli effettidi una asimmetria informativa nei confronti del professionista. Per tale ragione, a quest'ultimofanno capo obblighi informativi di particolare importanza, sia nella fase precedente all'acquisto chenella successiva fase dell'inoltro dell'ordine.Per quanto concerne la consegna della merce è il venditore ad esserne responsabile poiché, unadelle obbligazioni fondamentali del venditore, è proprio quella di consegnare la cosa acquistata(art. 1476 cod. civ.)

In particolare, per gli acquisti online, la legge ( si veda l’art. 61 D. lgs. n. 206 del 06.09.2005 -Codice del Consumo) prevede che la merce ordinata debba essere consegnata entro 30 giorni dal-l’acquisto, a meno che il venditore e l’acquirente non abbiano stabilito diversamente.Se entro tale termine il bene non viene consegnato, il venditore è tenuto a informare il consuma-tore ed a rimborsare il consumatore di quanto pagato, oltre al risarcimento del danno a causa delritardo.Tale procedura non è automatica: il consumatore dovrà sollecitare formalmente il venditoremediante una pec o raccomandata con ricevuta di ritorno con la quale dovrà dare un termine entroil quale consegnare la merce. Se alla scadenza di tale termine la merce non è stata ancora ricevuta, si potrà scegliere tra due

opzioni:

– Annullare il contratto, rinunciando così alla consegna in ritardo e chiedendo il rimborso delprezzo e l’eventuale danno causato dalla mancata consegna. A tale scopo, dopo la scadenza,dovrà essere inviata una comunicazione di formale disdetta – Richiedere nuovamente la consegna della merce fermo restando, comunque, il diritto al risar-cimento del danno patito a causa della spedizione tardiva.

Accanto ai profili civili ci potrebbero essere anche dei profili penali, visto che i giudici ritengono chel'inadempimento contrattuale integri la fattispecie del reato di truffa quando sia effetto di un previoproposito fraudolento preordinato a procurarsi un ingiusto profitto tramite un'attività negoziale stru-mentalizzata allo scopo di sorprendere l'altrui buona fede.Infatti, la giurisprudenza di legittimità e di merito, individuano come elementi essenziali del reato ditruffa aggravata sotto il profilo oggettivo:a) una particolare condotta fraudolenta del reo nell'artificio o nel raggiro;b) l'induzione in errore;c) il compimento a seguito di ciò, di un atto di disposizione patrimoniale;d) il conseguimento di un profitto ingiusto con danno per l'offeso.

In questi casi la condotta del finto venditore è qualificabile come truffa in piena regola.Basti considerare che la distanza fisica intercorrente tra venditore e acquirente è l’elemento chepone l’autore della truffa in una posizione di forza e di maggior favore rispetto alla vittima, consen-tendogli di nascondere la sua identità, di non sottoporre il prodotto venduto ad alcun controllo pre-ventivo da parte dell’acquirente e di sottrarsi comodamente alle conseguenze delle proprie azionifraudolente.Ragion per cui, prima di procedere con la denuncia all’autorità giudiziaria, è bene verificare che ilnominativo del venditore ed il nominativo del soggetto in favore del quale viene effettuato il versa-mento coincidano, come è fondamentale scegliere una modalità di pagamento tracciabile oltreche conservare tutte le conversazioni avvenute con il finto venditore.

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Sia negli Emirati Arabi, che in Regno Unito ma anche in Cina,circa 4 consumatori su 10 affermano, secondo le ultime indaginimulti-country di Nomisma, che il nostro cibo e il nostro vino sianoin assoluto i prodotti più rappresentativi del made in Italy, primaancora di moda, auto e arredamento.

Lo evidenzia la ricerca Sol&Agrifood in collaborazione conNomisma presentata al salone dedicato alle produzioni olivico-le e alla birra di qualità in corso a Veronafiere fino al 10 aprile.All'estero, precisa l'analisi, il food&beverage italiano richiamainnanzitutto il concetto di "qualità" per circa un quarto dei consu-matori stranieri, che, pensando al nostro cibo evocano ancheimmagini come "tradizione/cultura", "salute" e "stile".

I prodotti della nostra cultura gastronomica che più attraggono i consumatori stranieri sono pastae olio extravergine di oliva, ovviamente dopo la pizza: non plus ultra del made in Italy per diffusio-ne e notorietà. In generale, nel periodo 2010-2017 l'export dei prodotti italiani Dop e Igp, tra for-maggi salumi ortofrutta e olio extravergine, è cresciuto dell'84%, passando da 1,9 miliardi iniziali ai3,5 miliardi registrati nel 2017. 2121

NewsNewsSelezione e Sintesi a cura della RedazioneSelezione e Sintesi a cura della Redazione

L'estate si avvicina, 6 italiani su 10 ossessionati da sport

Più di sei italiani su 10 (63%) sono osses-sionati dall'attività fisica, la metà (44%)passa oltre 10 ore alla settimana in palestra,altri (25%) dalle 7 alle 10 ore.Nel periodo che precede l'estate il richiamodella palestra diventa più forte. La preoccu-pazione riguarda in particolare due aspetti:non riuscire a bruciare calorie in eccesso(33%) e non rimettersi in forma per la fatidi-ca prova costume (25%).

Emerge da uno studio di Nutrimente, asso-ciazione per la prevenzione, la cura e la

conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, condotto con metodologia WOA (WebOpinion Analysis) attraverso un monitoraggio web su circa 1500 italiani per comprendere il feno-meno dell'ossessione da sport che si registra in questo particolare periodo dell'anno. Secondo l'a-nalisi la dipendenza da attività fisica porta migliaia di sportivi improvvisati a praticare sport in modoerrato e senza risultati, ma soprattutto in modo ossessivo. Una 'patologia' che riguarda a sorpresapiù le donne (48%) degli uomini (37%).Sei frequentatori di palestre su 10 (61%) confessano che rimettersi in forma è il primo dei lorobuoni propositi, oltre quattro su 10 (45%) vogliono guadagnare di più, mentre il 39% vuole farenuove conoscenze. Quasi la metà (46%) ammette di aver esagerato durante l'inverno, mentre peraltri le responsabilità vanno ricercate ancor prima (27%), causa il fatto di non aver ripreso la pale-stra dopo l'estate. Il 22% ammette di non aver mai adottato un regime alimentare corretto. Perquanto riguarda le donne quasi 5 su 10 (48%) desiderano una pancia piatta ed un girovita perfet-to, 3 su 10 (30%) vorrebbero glutei più sodi, mentre il 19% vuole recuperare gambe snelle e affu-solate. Gli uomini desiderano invece addominali scolpiti (41%), braccia e gambe decisamente piùdefinite (22%), e più in generale recuperare la massa muscolare perduta (18%).

"L'ossessione da sport, una sindrome che si concentra sul miglioramento della prestanza sportivacome se il livello fosse quello agonistico porta la persona a cambiare totalmente lo stile di vita, par-tendo soprattutto dall'alimentazione. Il rischio è che si cerchi di controllare la perdita di peso restrin-gendo ancora di più l'alimentazione, con comportamenti scorretti e non sempre sicuri per la salu-te", ha commentato Sara Bertelli, psichiatra dell'Associazione Nutrimente Onlus.

Made in Italy, per 4 stranieri su 10 cibo e vino prodotti top

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ArteArtedi Gaetano La Faucidi Gaetano La Fauci

IL QUADRO

Il quadro visto come oggetto di arredamento trovava posizione nelle casecome complemento ai mobili, ai tappeti, alle tende ed ai soprammobili; lepareti spoglie sembravano vuoti incolmabili se non corredati di quadri, sia purpoveri come stampe di qualunque tipo, bassorilievi in ceramica, con sogget-ti di paesaggi, nature morte, religiosi e quant’altro. Col tempo si diventava più esigenti e selettivi e ci si orientava verso copie pit-toriche, e infine in soggetti artistici e sculture uniche ed originali; magari pen-sando di investire in qualche opera di autore che potesse un giorno diventare di grande valore.Questi elementi erano alla portata di tutti i ceti sociali anche quelli più modesti. Adornarsi di operebelle e originali, quasi a voler dimostrare la propria capacità d’intenditori, era parecchio diffusa. Con l’approssimarsi però della crisi economica, tutto ciò è rimasto una prerogativa solo dei cetisociali più ambienti, quindi il mercato delle opere degli artisti è calato di parecchio, le quotazionistesse sono andate in ribasso. Le possibilità economiche di molti sono scese e l’acquisto di un’o-pera d’arte è diventato sempre meno frequente, orientando i propri acquisti così, più a cose neces-sarie, come l’alimentazione, l’abbigliamento ecc. Oggi è più facile, a parità di costo, preferire la riverniciatura del parafango della propria autovettu-ra piuttosto che all’acquisto di un’opera d’arte di uguali dimensioni di superficie. Gli interni dellecase si sono impoveriti di opere artistiche. Detto ciò, si evidenzia che quanto una casa è più ricca di quadri, tappeti, e soprammobili di pregio,tanto più i suoi possessori sono di un livello più elevato.

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ApprofondimentoApprofondimento

La Green economy passa dall'edilizia, da un nuovo modo di vedereil mondo delle costruzioni: la sostenibilità deve diventare l'obiettivo pri-mario nell'edilizia del futuro.

Lo ha chiarito l'Ance (Associazione nazionale costruttori Edili) nei giorniscorsi, durante un'audizione parlamentare svoltasi presso le commissio-ni della Camera dei deputati. Il nostro Paese è il più significativo respon-sabile, in Europa, delle emissioni di CO2 causate dal comparto abitati-vo: parliamo di 96 milioni di tonnellate di emissioni, pari al 17,5% deltotale europeo.

Per migliorare la situazione il settore edile può intervenire sostanzialmente in tre ambiti:

- Per quanto riguarda il patrimonio edilizioesistente, che oggi è spesso obsoleto e caratterizzato da imponenti consumi ener-getici, oltre che da carenze di tipo funzionale, è necessario intervenirecon un'opera ad ampio raggio basata sullariqualificazione complessiva, che in questimesi è facilitata dagli incentivi statali.- Nella realizzazione delle nuove costruzionibisogna puntare sugli edifici a zero emissio-ni (come peraltro previsto dalla Direttiva2010/31/UE recentemente recepita anchedall'Italia), utilizzando materiali costruttivi a

ridotto impatto ambientale, anche attraverso il riutilizzo dei materiali.- Guardando la città nel suo complesso, attraverso una visione di insieme che abbia il fine ultimodi efficientare i centri urbani nel loro insieme, dal punto di vista energetico e funzionale (Smart city).Per quanto riguarda il patrimonio edilizio esistente, l'Ance ha portato alcune importanti proposte diintervento che, se recepite dal Governo, permetteranno un rapido processo di riqualificazione.- Far diventare stabile la detrazione fiscale del 65% per le riqualificazioni energetiche- Mettere in campo nuove misure di sostegno per chi si impegna nell' efficientamento energeticodegli edifici esistenti, soprattutto laddove esse siano volte a risolvere le situazioni più critiche.- Far partire il terzo ciclo del Fondo rotativo Kyoto, che porti a un più semplice accesso ai fondi stan-ziati per gli interventi energetici.- Mettere in atto campagne di informazione ad ampio raggio sui benefici a cui porta il miglioramen-to dell'efficienza energetica degli edifici.

Per quanto riguarda le nuove costruzioni: Dal 31 dicembre 2020 sarà obbligatorio costruire edi-fici ad emissioni energetiche quasi zero, come previsto dal D.L. n. 63/2013 di recepimento dellaDirettiva 2010/31/UE. Tuttavia in Italia ancora non è presente una normativa che favorisca un pro-cedere in questa direzione. In merito l'Ance propone di:- Promuovere l'utilizzo di materiali provenienti da recupero di rifiuti da costruzione e demolizione,attraverso la messa a punto di sistemi incentivanti.- Promuovere, a livello nazionale, il Green Public Procurement.- Mettere in campo delle agevolazioni che promuovano la riqualificazione e l'aggiornamento profes-sionale degli operatori dell'edilizia, in modo da indirizzarli verso i "green jobs".

Le potenzialità dell'edilizia green secondoAnce

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Curiosità FlashCuriosità Flash

In Giappone hanno inventato un allar-

me antincendio per non udenti, questo

allarme, crea una nebbia aromatizzata

al wasabi in grado di svegliare imme-

diatamente chiunque

L'Etna oltre ad essere il vulcano più alto

d’Europa è anche un vulcano molto anti-

co. Secondo i geologi l’inizio della sua

attività risale ad almeno 500.000 anni

fa, quando l'Homo Sapiens non era anco-

ra apparso sulla Terra all’epoca l’Etna

era un vulcano sottomarino, che si trova-

va in un golfo

I fiori di molte ortensie come ad

esempio l'Hydrangea macrophyl-

la cambiano il proprio colore in

base al pH del suolo. Un suolo

con un pH di 5,5 o inferiore ad

esempio, produrrà ortensie blu,

un pH di 6,5 o superiore genere-

rà ortensie rosa e un suolo con

pH tra 5,5 e 6,5 crescerà ortensie

viola

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Nel deserto del Sahara si svolge una

della maratone più impegnative del

mondo, la Maratona delle Sabbie il cui

percorso si sviluppa per 240 km sul terri-

torio del Sahara marocchino, questa

maratona estrema, dura una settimana

Il fungo che Super Mario mangia, è

l'amanita muscaria che contiene una

sostanza psicoattiva che provoca

micropsia, una condizione per cui gli

oggetti sembrano più piccoli e fa sen-

tire la persona più grande

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Dalla somma di tutti i punti divista non risulta il rilievo dell’og-getto, ma la sua confusione.

Nicolás Gómez Dávila

Soltanto una cosa rendeimpossibile un sogno: la pauradi fallire.

Paulo Coelho

Nessuno incontra ilnostro cammino percaso. E noi non entria-mo nella vita di qual-cuno senza una ragio-ne.

Anonimo

Si sa che il lavoro hasempre addolcito lavita, il fatto è che nona tutti piacciono i dol-ciumi.

Victor Hugo

Era quello il tempo miglioredella mia vita e solo adessoche m’è sfuggito per sempre,solo adesso lo so.

Natalia Ginzburg

C’è una forza motrice più fortedel vapore, dell’elettricità e del-l’energia atomica: la volontà.

Albert Einstein

L’entusiasmo non è altro cheubriachezza morale

George Gordon Byron

Si continuerà a non capire che“nulla rischia di uccidere lademocrazia, quanto un ecces-so di democrazia”

Noberto Bobbio

Imparerai a tue spese che nellungo tragitto della vita incon-trerai tante maschere e pochivolti

Luigi Pirandello

Se chiuderai la porta ad ognierrore, anche la verità prima opoi resterà fuori.

Anonimo

Chi conosce tutte lerisposte, non si è fattotutte le domande.

Confucio

Solo chi rischia di andaretroppo lontano avrà lapossibilità di scoprirequanto lontano si puòandare.

Thomas Stearns Eliot

L’amore è un bellissimo fiore,ma bisogna avere il coraggio diraccoglierlo sull’orlo di un preci-pizio.

Stendhal

EventiEvent i

P i l l o l e d i S a g g e z z a

a cura della Redazionea cura della Redazione

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Partenza col botto in questo aprile appena iniziato, con la XI CongressoNazionale dell’Arci Pesca Fisa di Fiuggi, di cui il nostro Pres. DomenicoSaccà è Vice Presidente Nazionale. Tra la folta delegazione Siciliana,volti noti a tutti gli associati quali Mario Chisari e Carlo Cannarozzo.Numerosi e tutti importanti gli argomenti trattati, e tra tutti basta citare latavola rotonda: “La promozione sociale nella società odierna” moderatadall’ On.le Franco Bordo. Oltre al rinnovo delle cariche istituzionali, si èdata particolare attenzione allo “stato di salute delle nostre acque” semprepiù minacciate dalla plastica e dal materiale inquinante.Temi, che ovviamente con una propria specificità, abbracciano e toccano

argomentazioni da sempre di nostro interesseper il fine associativo e promozionale cheseguiamo nelle varie attività svolte.

Ma tra poco iniziaanche il periodopasquale e quindinon possiamo cheaugurarvi, cari letto-ri, una serenaPasqua da trascor-rere in compagniadei vostri affetti più

cari, festeggiata sempre da prodotti genuini edella trazione culinaria della nostra bella terra.

Buona Pasqua !!!