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Da oggi Terra! abbraccia una nuova sfida: combattere il caporalato con la musica. Nasce così l’Orchestra dei braccianti, un nuovo progetto che riunisce musicisti, lavoratori agricoli e migranti di varie nazionalità uniti dal forte legame con la terra. In questi anni abbiamo promosso ricerche e campagne sui temi dell’agricoltura e delle filiere alimentari per denunciare le cause dello sfruttamento del lavoro nei campi e l’insostenibilità di un’industria che troppo spesso produce povertà, segregazione e diseguaglianza. Con l’Orchestra dei braccianti vogliamo dare voce a chi subisce gli impatti sociali di un sistema iniquo, a chi vive nei ghetti, a chi si batte per i diritti dei lavoratori della terra. L’Orchestra dei braccianti è sostenuta dal Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo S.p.A. e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, quale partner del progetto “Voci Migranti“. L’evento di lancio ha ottenuto inoltre la partnership del Comune di Cerignola e della Flai-Cgil. I MUSICISTI Joshua Ojomon Nigeria Voce, tastiera Adams Gambia Voce, freestyle Yussif Bamba Ghana Voce, video Ndongo Gambia Voce, percussioni Marzouk Meriji Tunisia Voce, flauti percussioni Luca Cioffi Italia Percussioni Poppi Alaudipuria India Voce, percussioni Daniele Iacovelli Italia Batteria Sergio Dileo Italia Sassofono, ciaramella Charles Ferris U.S.A Tromba Sergio Caputo Italia Violino Giulia Anita Bari Italia Violino Alessandro Nosenzo Italia Voce, chitarra Omar Zreg Libia Voce, chitarra Sandro Joyeux Francia Voce, chitarra Salvatore Villani Italia Voce, chitarra Alberto Camporeale Italia Banjo Emanuele Brignola Italia Basso

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Da oggi Terra! abbraccia una nuova sfida: combattere il caporalato con la musica. Nasce così l’Orchestra dei braccianti, un nuovo progetto che riunisce musicisti, lavoratori agricoli e migranti di varie nazionalità uniti dal forte legame con la terra. In questi anni abbiamo promosso ricerche e campagne sui temi dell’agricoltura e delle filiere alimentari per denunciare le cause dello sfruttamento del lavoro nei campi e l’insostenibilità di un’industria che troppo spesso produce povertà, segregazione e diseguaglianza. Con l’Orchestra dei braccianti vogliamo dare voce a chi subisce gli impatti sociali di un sistema iniquo, a chi vive nei ghetti, a chi si batte per i diritti dei lavoratori della terra. L’Orchestra dei braccianti è sostenuta dal Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo S.p.A. e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, quale partner del progetto “Voci Migranti“. L’evento di lancio ha ottenuto inoltre la partnership del Comune di Cerignola e della Flai-Cgil.

I MUSICISTI

Joshua Ojomon Nigeria

Voce, tastiera

Adams Gambia

Voce, freestyle

Yussif Bamba Ghana

Voce, video

Ndongo Gambia

Voce, percussioni

Marzouk

Meriji Tunisia

Voce, flauti percussioni

Luca Cioffi Italia

Percussioni

Poppi

Alaudipuria India Voce,

percussioni

Daniele Iacovelli

Italia Batteria

Sergio Dileo Italia

Sassofono, ciaramella

Charles Ferris U.S.A

Tromba

Sergio Caputo Italia

Violino

Giulia Anita

Bari Italia

Violino

Alessandro

Nosenzo Italia

Voce, chitarra

Omar Zreg Libia

Voce, chitarra

Sandro Joyeux Francia

Voce, chitarra

Salvatore

Villani Italia

Voce, chitarra

Alberto

Camporeale Italia Banjo

Emanuele Brignola

Italia Basso

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I BRANI

Ninna ninnë ninnë ninna nannò Registrazione originale. Puglia, Irchio, 1954 Nenia per far addormentare i bambini, un genere musicale-poetico di primaria importanza per la trasmissione dei saperi tra madre e figlio. La cantatrice – Maria Michela Coccia - è ritratta di fronte alla sua abitazione, una ‘Pagghjarë’, capanno fatto di paglia e canne. Il viso della donna, di appena cinquant’anni, è macilento, probabilmente a causa della malaria. Registrazione originale eseguita in località Irchio, sulle sponde del Lago di Varano, il 23 agosto 1954 da Alan Lomax e Diego Carpitella. Scura Maje Canto popolare abruzzese, 1700 circa “Scura Maje” – ovvero povera me - è un canto popolare abruzzese di origine medievale di cui si ha una prima testimonianza a fine ‘700 grazie ad un libro di poemi dialettali a opera di Romualdo Parente, poeta di Scanno, riportata alla luce da un’edizione di Giorgio Morelli. Il brano, derivante da un lamento funebre di cui conserva la maggior parte del testo, descrive il dolore di una donna divenuta vedova e costretta da sola a crescere i figli. La canzone fa parte della colonna sonora del Film d’amore e d’anarchia di Lina Wertmuller del 1973. Cicerenella Canto popolare napoletano, 1700 circa Cicerenella è un’antica e lunga filastrocca napoletana. Siamo nel 1700, nel periodo dell’Opera Buffa che mette in scena situazioni di vita quotidiana con riferimenti velati a fatti politici contemporanei o questioni amorose. La protagonista è Cicerenella – ovvero piccolo cece - una giovane donna “buona e bella” descritta nelle attività quotidiane che solitamente si svolgevano nelle case più semplici e povere: ci sono gatti, il cavallo e il calesse, i galli, le galline e i cortili illuminati dalle lanterne. Con qualche riferimento, forse malizioso, alle avventure di Cicerenella. Su questo motivo di ballava la tarantella. Lu soprastandë Matteo Salvatore, 1968 Lu soprastandë – ovvero il sorvegliante – è una canzone scritta da Matteo Salvatore (1925-2005), il più grande folksinger della provincia di Foggia, con la quale nel 1969 partecipa all’ottava edizione del Cantagiro. Il testo racconta della difficile condizione di vita dei braccianti del Tavoliere delle Puglie tra le due guerre mondiali che lavoravano dall’alba fino al tramonto senza potersi dissetare. Sotto lo sguardo vigile del sorvegliante, il guardiano dei latifondisti che oggi chiameremmo ‘caporale’, il lavoro della mietitura era come una catena di montaggio senza sosta. “Il bracciante tagliava il grano, lo passava ad ragazzino che, a sua volta, lo dava ad altri ragazzini che facevano i fasci per fare i covoni”, racconta Matteo Salvatore. “Finito il lavoro, ci sentivamo tristi”. Ascoltandolo, Italo Calvino disse: “Questa per me è l’unica fonte di cultura popolare nel mondo e nel suo genere. Noi dobbiamo ancora inventare le parole che dice Matteo Salvatore”. Viaggio Brano folkloristico della Libia Brano in lingua araba proposto da Omar Zreg, chitarrista dell’Orchestra di origine libica. “Il tema principale della canzone è la nostalgia di casa. Quello che canto, è la voce del migrante lontano. Mi hanno detto che ascoltando questa canzone hanno visto il deserto, le onde di sabbia e un uomo, un uomo che viaggia dondolando su un cammello. Non ha acqua. Ed è proprio l’assenza di acqua che lo spinge a partire”. Africa Joshua Ojomon (2017) Brano originale composto da Joshua Ojomon, voce nigeriana dell’Orchestra. “L’ispirazione di questa canzone mi è venuta quando ero in Libia, in prigione, ma sono riuscito a scriverlo solo quando sono arrivato in Italia. In momenti cosi difficili capisci che non è importante dove andiamo perché nel nostro cuore e nella nostra memoria, la casa, la famiglia, la nostra terra di origine saranno sempre i

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                                                   punti di riferimento, lì, dove siamo cresciuti. Forse non è importante nemmeno quanto rimarremo in giro per il mondo perché, quando chiuderemo gli occhi, torneremo tutti ad essere parte di un’unica grande madre terra”. Kingston Sandro Joyeux (2012) Kingston fa parte dell’album di debutto dell’artista italo-parigino Sandro Joyeux uscito nel 2012 e prodotto dall’etichetta Mr.Few. “La canzone racconta quanto il nostro destino sia legato al luogo dove nasciamo. Anzi, direi che è quasi predeterminato: sarei potuto nascere a Bogotà e sniffare la colla a cinque anni o sarei potuto nascere nelle Filippine e aver realizzato le scarpe che porti. Ho pensato fosse una canzone importante da eseguire con l’Orchestra dei Braccianti perché i temi che tratta sono strettamente connessi alle dinamiche di esclusione vissute dai lavoratori stranieri. A volte pare venga considerato normale che un lavoratore straniero viva in una baracca, che questo sia un suo destino ineluttabile”. Il videoclip del brano - diretto da Fabio Luongo e girato in collaborazione con gli studenti del corso ''Visual and Innovation Design e Arte Cinematografica'' della RUFA (Rome University of Fine Arts) – vede protagonisti alcuni giovanissimi alunni della scuola elementare Pisacane di Roma. Ndigat Ndongo (2018) Brano originale composto da Ndongo e cantato in wolof, una delle lingue nazionali del Senegal ma parlata anche in Gambia e Mauritania. Ed è proprio il Gambia il paese d’origine del musicista, una piccola nazione dell’Africa Occidentale al confine con il Senegal e con una stretta striscia costiera sull’Atlantico. “Ndunigat è colui che ruba le cose altrui. Non il semplice ladro, ma colui che ruba le idee, i pensieri. La canzone parla di uno di questi, di un ragazzo che ruba le parole di una canzone e ne fa una sua, diventando ricco a spese degli altri. Una persona “piccola”, che deve crescere e da agnello diventare pecora”. Mama Adams&Ndongo (2018) Brano originale composto da Ndongo e Adams e cantato in inglese, wolof e mandinka, lingua parlata in Gambia, Guinea-Bissau e Senegal. Mama racconta la relazione universale tra madre e figlio. “L’amore e l’accoglienza di una madre ti segue sempre. Anche se vai molto lontano, non lo sarà mai abbastanza: ti raggiungerà ovunque. Per noi che siamo cosi lontani da casa è ancor più forte e importante, forse, riconoscere il sacrificio che queste donne hanno fatto ogni giorno per noi”. Gidhe da mahaul Poppi Alaudipuria (2018) Gidhe da mahaul – ovvero Il tempo di ballare – è un brano originale composto da Poppi, musicista indiano, nel 2018. “La canzone parla di una festa, quindi di un momento di celebrazione importante per la comunità indiana perché raccordo tra tutte le persone. Durante la festa mi invitano a cantare. Io salgo sul palco e le ragazze iniziano a ballare. Una di queste mi colpisce perché balla molto bene. Io la guardo, lei mi guarda. E alla fine ci innamoriamo. Anzi, lei si innamora di me anche se ho la pelle più scura, dico nella canzone. Questa donna bellissima è oggi mia moglie. E questo canto lo dedico a tutte le donne.” Falee Kelem Brano folkloristico del Ghana Breve litania del Ghana. “È una sorta di pregheria che viene fatta quando qualcuno parte per mare, una canzone di protezione per chi sta lasciando il paese e forse non tornerà più. Il mare lo sta portando via. Lui, il figlio di qualcuno. Il mare lo sta portando via.” La canzone è eseguita da Yussuf Bamba, proveniente dal Ghana, la cui voce sarà alternata a quella di altri artisti dell’Orchestra, trasformando il brano in una preghiera corale.

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LE STORIE

Joshua Ojomon / Nigeria Voce, tastiera

Nato in Nigeria nel 1993, inizia giovanissimo a cantare e a scrivere canzoni, imparando da solo a suonare il pianoforte. "Lo sappiamo, non è facile fare il musicista. La mia famiglia non voleva ma io avevo un motivo troppo profondo". Arriva in Italia nel 2017, passando dalla Libia. "La vita in Nigera non è stata facile per me. Ho la pelle bianca, pensavano fossi diverso. Qui vorrei studiare, fare una scuola di musica e di lingua italiana. Per il momento ho lavorato in campagna, alla raccolta dell'uva e dei meloni. Stiamo cercando di sistemare la nostra vita, non è cosi facile. Ma quando sento la musica mi batte il cuore".

Yussif Bamba / Ghana Voce, video

Inizia a cantare giovanissimo, suonando con gli amici pentole e oggetti trovati per strada. Crescendo si avvicina alla musica R&B e reggae, lavorando come cantante, ma anche come videomaker e speaker radiofonico. Il suo appartamento a Foggia è un vero e proprio studio di registrazione dove chiunque può affacciarsi e incidere una canzone. “Vision with ambition” il suo motto, l’ha stampato anche sulle t-shirt della squadra di calcio Real Mezzanone F.C. che ha contribuito a creare. Arrivato in Italia 10 anni fa e accolto proprio nel CARA di Borgo Mezzanone, oggi fa il mediatore culturale supportando i braccianti presenti nell’insediamento. “La musica ti dà la forza per lavorare. Quando fai il pescatore, canti e tiri su le reti. Lo stesso vale per il lavoro in campagna. O per affrontare la notte e non avere paura.”

Ndongo / Ghana

Voce e percussioni Africa subsahariana

Cantante e percussionista gambiano, Ndongo è arrivato in Italia nel 2016. "Mi hanno accolto al Cara di Borgo Mezzanone. Ma finita l’accoglienza non sapevo dove andare e mi sono spostato nel ghetto, proprio accanto a Cara". In Gambia aveva un gruppo con cui suonava musica tradizionale, una passione coltivata anche in famiglia: "Mia madre era una musicista. Le era ed è la mia ispirazione, anche ora che non c’è più. La musica sopravvive ad ogni cosa".

Adams/ Gambia Voce, freestyle

Dal ‘Senegambia’ - parte della famiglia è del Senegal, parte del Gambia - decide di avventurarsi nel mondo della musica sette anni fa. “Mi piace la musica perchè continuo a credere che attraverso questa si possa cambiare il mondo”. Arriva in Italia due anni fa e finisce al ghetto di Borgo Mezzanone. “E’ il posto che riconosco come casa, l’unico da quando sono arrivato in Italia”.

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Marzouk Meriji / Tunisia Voce, percussioni nord africane, flauti

Cantautore e polistrumentista tunisino, da più di vent’anni vive a Napoli collaborando con musicisti quali Jamese Senese, 99 Posse e tanti altri. "La musica, la natura, l'agricoltura, il cibo. Non puoi parlare dell'uno, senza guardare all'altro. Fanno parte della nostra vita da sempre". Da circa dieci anni, Marzouk sostiene i piccoli contadini della sua città, Tebourba: "Erano costretti a coltivare a basso costo grani industriali, che hanno un impatto grave sulla salute della terra, dei consumatori e degli stessi agricoltori. Abbiamo proposto loro di produrre grani antichi, biologici, naturali. E di farne il vero cous cous". Ne è nato il marchio Amazir e un presidio Slow Food, proprio a Tebourba.

Luca Cioffi / Italia Percussioni indiane e sudamericane

Inizia da adolescente a studiare musica cubana, per poi aprirsi alle sonorità mediorientali. Ha vissuto in Grecia e in India, dove approfondisce lo studio delle percussioni tradizionali. Da alcuni anni vive a Bacoli, vicino a Napoli. Qui, oltre al musicista, fa il contadino: “Ho sempre desiderato sapere cosa mangio e quello che mangio cerco oggi di produrlo con le mie mani.” Una piccola casa bianca che ti fa credere di essere in Grecia, il mare all’orizzonte e la campagna davanti. “Stare in mezzo alla terra mi ha fatto ritrovare un pezzo di me che mi mancava, un pezzo fondamentale per crescere e avere un nuovo legame con gli strumenti che suono.”

Poppi Alaudipuria / India Voce e percussioni indiane

Nasce nel 1987 in India, iniziando in gioventù a dedicarsi al canto e alle percussioni. Nel 2012 affronta un lungo viaggio per arrivare in Italia, in cerca di una vita migliore. Oggi lavora come addetto al magazzino in un’impresa agricola. "Quando torno in India, ogni paio d'anni, continuo a ricevere inviti per suonare in pubblico, ma qui in Italia è stato più difficile. Ho scritto qualche canzone per altri, ma ora ho deciso di farlo per me e ho registrato un brano in uno studio di Foggia. Sono felice di suonare con l'Orchestra dei braccianti, sono tutti molto bravi e facciamo della buona musica".

Daniele Iacovelli / Italia Batteria

Nasce nel lontano febbraio del 1977 e cresce a Cagnano Varano, un piccolo paese del Gargano ai piedi del promontorio. Studia economia dell'ambiente a Foggia e inizia a dedicarsi alla musica con un gruppo hard rock e heavy metal. Dopo essersi occupato di educazione ambientale nel Parco Nazionale del Gargano con una cooperativa di forestazione, inizia a frequentare la camera del lavoro di Cagnano Varano, incontrando lavoratori e lavoratrici impiegati in agricoltura. Dall'aprile 2016 è segretario generale della Flai Cgil della Capitanata. E tutt'oggi suona in varie formazioni blues, rock e progressive.

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Sergio Dileo / Italia Sassofono e flauti tradizionali

Polistrumentista lucano, si specializza nello studio del basso, collaborando con importanti musicisti quali Daniele Sepe. Passa quindi al sax, di cui presto diviene un virtuoso, e allo studio di strumenti a fiato della tradizione popolare italiana, dell’est Europa e dell’asia minore. Originario di Venosa, nel nord della Basilicata, da anni promuove attività in supporto dei braccianti stranieri residenti nei numerosi insediamenti informali presenti nella zona. A preso parte agli innumerevoli Antischiavitour promossi da Sandro Joyeux nei ghetti e nel 2011 ha prodotto Là-bas, uno dei primi videoclip girati nel ghetto di Boreano.

Charles Ferris / U.S.A Tromba

Trombettista ed etnomusicologo americano, si traferisce in Italia per studiare la contaminazione tra musica e lotte operaie nell’area napoletana. E a Napoli poi ci rimarrà quasi un decennio. Il suo approccio alla tromba è costellato di elementi di tradizioni musicali diverse, specialmente quelle della diaspora africana e dell’est Europa. “La musica è una pratica che coinvolge tutto il corpo, richiede una presenza mentale, fisica e la partecipazione diretta della nostra sfera emotiva. Ci dà il senso di chi siamo, della nostra appartenenza. Come il cibo che viene dalla terra”.

Sergio Caputo / Italia Violino e strumenti tradizionali

Violinista ligure di formazione classica. Appassionato di improvvisazione e composizione, approfondisce negli anni lo studio della musica tradizionale e della world music, spostandosi in giro per il mondo, dall’Europa, al sud America, all’Africa. “Ho trovato sempre qualcosa da imparare e sono rimasto sempre meravigliato dalla ricchezza culturale che ci circonda”. A collaborato con artisti quali De Gregori, Subsonica, John Turturro, YoYo Mundi. E anche con gli alberi della sua campagna, producendo olio, olive taggiasche in salamoia secondo l’antica ricetta ligure e specializzandosi nella realizzazione di muretti a secco.

Giulia Anita Bari / Italia Violino

Violinista veneziana e project manager di Terra. Per anni ha coordinato attività di tutela legale e sanitaria rivolte ai braccianti stranieri negli insediamenti informali di Calabria, Lazio, Basilicata e Puglia promuovendo, insieme a molti artisti dell'Orchestra, il "Fuori dal ghetto Tour", affinché le rivendicazioni dei braccianti, attraverso la musica, uscissero dai ghetti. Per Terra coordina lo sviluppo del progetto "IN CAMPO!Senza caporale" e la costruzione dell’Orchestra dei Braccianti.

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Alessandro Nosenzo / Italia

Voce, chitarra

Cantautore e compositore di Pescara, Nosenzo cresce nel cuore della comunità rom di Rancitelli. “Ho letto molte storie sulle origini del mio cognome. Quella che preferisco è ‘senza terra’, intesa non solo come mancanza di un bene primario, com’è la terra per i contadini, ma anche la necessità che sia la Terra la nostra casa, senza nazioni, senza confini”. Animatore musicale di molti "Fuori dal ghetto Tour", Nosenzo ha condiviso il palco con Tonino Carotone, Daniele Silvestri, Bandabardò, Africa Unite, Ziggy Marley, Junior Kelly ed è il coordinatore artistico dell'Orchestra dei Braccianti!

Omar Zreg / Libia Voce, chitarra

Arrivato la prima in Italia per una vacanza con i genitori su una nave da crociera, torna otto anni fa e si stabilisce a Foggia. “Sono cavaliere, anzi, un cavaliere del Gargano. In Libia, prima della guerra, mi occupavo di dressage. Poi me ne sono dovuto andare.” Suona il sassofono, la chitarra e fa parte nell'orchestra Sociale Skart Dynamic dell’Associazione di Promozione Sociale “Jaco” di Foggia. “La musica è come il cibo, come l'aria. È energia buona. Un bel ricordo della Libia? Mio padre che ascolta i dischi di Elvis Presley.”

Sandro Joyeux / Francia Voce, chitarra

Giovanissimo entra nel Coro della Radio Nazionale Francese ma a sedici anni, trascinato dalla vita di strada, abbandona la scuola e inizia a suonare la chitarra. Ramingo tra l’Europa e l’Africa, coinvolge musicisti come Baba Sissoko, Awa Ly, Pape Kanoute, Madya Diebate, Piero Monterisi, Adriano Bono, Roberto Angelini, Ilaria Graziano. Dal 2011 promuove l’Antischiavitour, un viaggio musicale in giro per le campagne d’Italia a sostegno dei migranti: dal Gran Ghetto di Foggia alla tendopoli di Rosarno fino a Saluzzo. Con Giulia Anita Bari e molti musicisti dell'Orchestra, è uno dei promotori del “Fuori dal Ghetto Tour” realizzato a Borgo Mezzanone, San Ferdinando, Rosarno, Venosa.

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Salvatore ‘Xalik’ Villani / Italia Voce, chitarra battente

Musicista ed etnomusicologo di Rignano Garganico, tra i maggiori esecutori di chitarra battente. Durante l’infanzia e l’adolescenza è stato prima servo pastore e contadino con suo padre e successivamente bracciante a giornata, apprendendo i canti di lavoro e di protesta dei contadini del Tavoliere. L’incontro nel ‘79 con Matteo Salvatore e in seguito con le Cantatrici di Ischitella è stato fondamentale per una più profonda conoscenza dei canti legati al mondo bracciantile. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche sul folklore (libri, articoli, CD, documentari) e dello spettacolo “La vera storia di Bella Ciao.

Alberto Camporeale / Italia Banjo

Inizia a suonare la chitarra in alcune band rock e punk di Cerignola, per avvicinarsi poi a sonorità legate al mondo folk e country attraverso lo studio del banjo. Specializzatosi all’università in sviluppo sostenibile e fortemente legato a tematiche quali la tutela dell’ambiente e la promozione dell’agricoltura sociale. È infatti volontario della cooperativa Altereco di Cerignola che, sorta in un bene confiscato ad un clan locale, promuove attività di inclusione sociale di giovani italiani e stranieri attraverso il lavoro della terra. Altereco è anche partner di Terra nel progetto “IN CAMPO!Senza caporale”.

Emanuele Brignola / Italia Basso

Nato e cresciuto e Roma, inizia suonare da giovanissimo l’organetto Bontempi e la chitarra per poi dedicarsi allo studio del basso “per colpa di Bob Marley e dei Police”. Ha suonato con i grandi nomi della scena italiana: dai Tiromancino a Daniele Silvestri, Cristina Donà, Alex Britti, Max Gazzé, Niccolò Fabi.“Da casa mia si sente solo il suono della campagna, si prende il cibo dai contadini e si vede lontano. Senza cemento, senza i rumori della città”.