Costruire e gestire il consenso tra vecchi e nuovi media...infrastrutture a forte impatto...

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Costruire e gestire il consenso tra vecchi e nuovi media STEFANO MARIA CIANCIOTTA

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Costruire e gestire il consenso tra vecchi

e nuovi media

STEFANO MARIA CIANCIOTTA

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Presentare le strategie di Comunicazione e di Relazioni

Pubbliche più efficaci per costruire e governare il consenso a

livello territoriale, con una particolare attenzione alle azioni per

prevenire il dissenso.

Fornire gli strumenti di analisi e pianificazione di una strategia

di comunicazione adeguata al contesto amministrativo e

politico.

Fornire le tecniche e gli strumenti necessari a supportare

l’azione comunicativa dell’amministrazione sul territorio.

Fornire specifiche competenze in relazione alle attività di

comunicazione di crisi.

Gli obiettivi dell’intervento formativo

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I tre attori principali della sfera pubblica: sistema politico, opinione pubblica e media e le dinamiche di reciproca influenza tra di essi.

Costruire e governare il consenso a livello territoriale: il ruolo strategico delle attività di Comunicazione, Informazione e Relazioni pubbliche.

Analisi e prevenzione del dissenso: mappatura degli stakeholders, individuazione dei soggetti alleati e contrari all’amministrazione, monitoraggio e realizzazione della rassegna stampa.

Strategia di comunicazione, pianificazione e scelta degli strumenti più appropriati, dalla fase preventiva alla comunicazione di crisi.

Le azioni per prevenire il dissenso: media monitoring, spindoctoring sui social media.

La comunicazione di crisi.

I contenuti dell’intervento formativo

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L’insediamento di nuovi impianti di produzione, la costruzione di infrastrutture a forte impatto ambientale, la gestione di un periodo di forte recessione, costituiscono per un’amministrazione (al pari di una azienda) fenomeni complessi, che possono generare manifestazioni di dissenso, sostenute da comitati di cittadini o associazioni ambientaliste, o addirittura promosse da esponenti del mondo politico.

E’ quindi determinante per l’azienda individuare le strategie di Comunicazione e di Relazioni Pubbliche adatte a costruire e consolidare in profondità la reputazione dell’amministrazione - gestendo efficacemente le impasse e prevenendo la crisi - nonché ad agire con tempestività e massimo presidio nella fase acuta della crisi.

La situazione di crisi va prevenuta

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Le variabili da monitorare sono diverse: per ciascuna di esse è

possibile definire un percorso di lettura che coinvolga a vario titolo

tutti gli stakeholders.

E’ necessario pertanto verificare quale è il ruolo strategico delle

attività di Comunicazione, Informazione e Relazioni Pubbliche nella

gestione di fenomeni così complessi, per definire e implementare una

strategia di costruzione del consenso, prevenzione del dissenso e

gestione efficace della crisi.

Costruire una strategia appropriata

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La realizzazione di progetti industriali di portata rilevante e infrastrutture

con importanti impatti sul territorio (impianti energetici o ambientali,

infrastrutture, interventi immobiliari, commerciali ecc.) sono sempre più

spesso motivo di dissenso nelle popolazioni interessate per il c.d. effetto

Nimby.

Lo scontro tra proponenti (tra cui talvolta istituzioni) e comunità locali

(talvolta insieme a istituzioni di altro colore politico rispetto ai proponenti)

assurge a volte a livelli ideologici che vanno oltre le legittime istanze dei

cittadini (a protezione di ambiente, turismo ecc.).

Le cause del dissenso

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Il termine Nimby (acronino di Not in my back Yard – Non nel mio cortile)

nasce per descrivere il fenomeno del rifiuto delle comunità locali verso

nuove infrastrutture, impianti o mutamenti sociali in un determinato

territorio (ad es. le reazioni della popolazione alla costruzione della Tav in

Piemonte o alla realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti in

Campania)

Che cosa è il Nimby

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Mancanza di azioni di informazione

Assoluta mancanza di trasparenza e di dialogo nelle decisioni

versus i cittadini

Scarsa propensione delle imprese private e delle amministrazioni pubbliche a comunicare e a costruire momenti ed occasioni di partecipazione

Nel 2004 nasce il Nimby Forum per monitorare

le contestazioni sui media locali e nazionali

Quali sono le cause

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NIMBY FORUM

Secondo i risultati 2012 del progetto NIMBY FORUM, in Italia sono

331 le infrastrutture e gli impianti oggetto di contestazioni

Fonte: Nimby Forum - Progetto di ricerca nato nel 2004 sulle contestazioni territoriali/ambientali

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

190 171

193

264 283

320 331

Impianti contestati

62,5%

12 elettrodotti

Accettazione pubblica delle infrastrutture TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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Principali commenti riportati sui media

AMMINIS.

PUBBLICHE LOCALI

39,4 %

COMITATI CITTADINI 24,3 %

ASSOCIAZIONI

AMBIENTALISTE

7,8 %

IMPRESE 6,9 %

ENTI PUBBLICI 2,9 %

ASSOCIAZIONI DI

CATEGORIA

2,7 %

Gli attori

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I edizione II edizione III edizione

Totale articoli censiti

2.760 4.020 4.116

Articoli al mese (media) 251 309 343

Articoli giorno (media) 8 10 11 Massimo numero articoli

giorno 45 66 46

Totale impianti contestati 190 171 193

Nuovi impianti contestati - 90 105

Cosa scrivono i media

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In Francia dialogano Amministrazioni e stakeholders per arrivare ad un progetto condiviso

L’esperienza di Autostrade per l’Italia con gli Osservatori Ambientali

I RAB (Residential Advisory Board – Consiglio Consultivo Locale) di Ferrara e Raibano con il Gruppo Hera

L’esperienza di Terna

Attivando processi di comunicazione e partecipazione

soggetti antagonisti diventano collaborativi

Buone pratiche crescono

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Le relazioni con i media (locali e nazionali) rappresentano una delle aree di

maggiore rilevanza per l’accreditamento di un progetto su un territorio.

Le diverse circostanze possono consigliare l’opportunità di tenere un profilo

basso o, al contrario, di dare massima evidenza a determinate notizie.

E’ auspicabile il coinvolgimento di attori terzi opinion leader (a livello di

tematiche ambientali, mediche, occupazionali ecc.) che possano fare da

endorser del progetto, la comunicazione di dati rassicuranti e delle ricadute

positive, la presentazione di case-history simili ecc.

Da evitare, invece, eventi mediatici che possano prestare il fianco a iniziative e

interventi polemici delle parti avverse, in grado di catalizzare l’attenzione dei

media e i titoli dei giornali.

Media Relations

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Mirano a dare visibilità e valorizzare la reputazione di amministrazioni, progetti,

attraverso il miglioramento delle relazioni con pubblici strategici (c.d. stakeholder),

quali le altre istituzioni, media, comunità locale, investitori e comunità finanziaria con i

quali si intessono relazioni più o meno dirette.

La realizzazione di progetti industriali di portata rilevante rende opportuno lo sviluppo

– a seconda delle problematiche, spesso prevedibili - di attività di relazioni pubbliche

quali:

Community relations e gestione del consenso

Public affairs, relazioni istituzionali e lobbying

Corporate social responsibility

Crises management

Media relations

Le Relazioni Pubbliche

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Per favorire la valorizzazione della reputazione di un’amministrazione è opportuno lo sviluppo di attività di relazione con il territorio e la comunità.

In particolare si rendono necessarie in presenza di imprese o di progetti imprenditoriali che abbiano un impatto rilevante su un territorio (ad es. impianti industriali, centrali elettriche da fonti tradizionali e rinnovabili, centri commerciali, discariche, centri di raccolta e trattamento di rifiuti ecc.) al fine di creare e gestire il consenso o, quantomeno, circoscrivere il dissenso.

In questi casi vanno sviluppate attività di relazione con il territorio quali:

mappatura degli stakeholder del territorio (alleati, neutrali e ostili), mappatura di istanze e criticità

individuazione di alleanze e azioni da sviluppare per coinvolgere i diversi stakeholder al fine di prevenire o minimizzare il dissenso e/o generare consenso attorno al progetto

realizzazione di strumenti e materiali utili (dossier di stabilimento, position paper, Q&A, fact sheet ecc.)

individuazione e sviluppo di attività di compensazione ambientale e di RSI da sviluppare

Le Relazioni con il territorio

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Comunicato Presentazione del

Piano Strategico 14 febbraio 2011

Terna Spa – Concertare con il territorio

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Messaggero +30%

Repubblica +28%

Corriere della Sera +15%

Milano Finanza +17% Corriere Economia +33%

Panorama +33%

Espresso +7%

INDAGINE CITY “DEMOSKOPEA 2011” (Indagine annuale che misura la percezione delle informazioni che l’azienda trasmette ai media)

Relazioni con la stampa → Sesto posto assoluto, su 48 aziende, e quarto tra le energetiche

Familiarità dei giornalisti con le aziende → Sesto posto assoluto e terza tra le energetiche

Terna best improver +4% (vs 2010)

Rapporti con la stampa → Tempestività nel fornire informazioni, autorevolezza dei manager

Favourability

Articoli positivi +221%

Articoli critici -46%

Articoli sul territorio

820

Comunicati Stampa

32

Indice di Favourability

69 (vs 12 1H-2011)

7200 Contatti stampa

100 Incontri one-to-one con giornalisti

30 Convegni (supporto Vertice/Direzioni)

EAV

€ 21.983.100

Uscite stampa

3.092 +8% vs 1H-2011

I risultati dell’Ufficio Stampa 1H12

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Sito di servizio per operatori elettrici, tripartizione rigida “comparti stagni”

NO integrazione/trasversalità dei contenuti

NO dialogo con altri canali web

NO dialogo con gli stakeholder

2005: 500 pagine html

2007: 1300 pagine html (ita-ing)

www.terna.it ieri: sito di servizio

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Portale aperto per tutti coloro che

cercano informazioni sul mondo elettrico.

I risultati lo dimostrano con un forte

incremento di visibilità:

Risultati

1 milione di pagine visualizzate

in più nel 2011 rispetto al 2010

dal 1 gennaio al 30 settembre 2012:

3.345.534 pagine visualizzate

Visite al sito

+ 50% rispetto al 2010

media visite al giorno raddoppiate

da 2.200 a 4.400

2011: 2000 pagine html (bilingue ita-ing)

www.terna.it – oggi: hub di comunicazione

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1. OSSERVATORIO “COSTI DEL NON FARE”

Realizzare infrastrutture ha un costo. Ma non realizzarle costa molto di più!

Ammontano a 474 miliardi di euro i “Costi del Non Fare” le infrastrutture di cui il paese

ha bisogno dal 2012 al 2027, sondo l’ultimo rapporto dell’osservatorio su “i costi del non

fare”. Il rapporto evidenzia che sono oltre 110 miliardi i costi del non fare nel settore

energia; maggiori i costi dell’inerzia nel settore dei trasporti dove il costo a carico della

collettività, a causa della mancata realizzazione di autostrade e ferrovie, è di 230 miliardi.

Solo nel triennio 2009-2011, l’Italia ha pagato 24 miliardi di euro a causa dell’inerzia: la

mancata realizzazione di infrastrutture importanti nei settori energia, rifiuti, autostrade,

ferrovie e idrico è costata, come tassa “occulta”, 130 euro l’anno a ogni cittadino.

In controtendenza il settore energetico: le realizzazioni di impianti

di produzione ed elettrodotti hanno compensato l'immobilismo

dei rigassificatori, generando benefici per oltre 6 miliardi Fonte: OSSERVATORIO COSTI DEL NON FARE - L'Osservatorio valuta gli impatti economici, sociali e ambientali dei ritardi nelle

infrastrutturazioni strategiche in Italia. La metodologia, sviluppata dai ricercatori di Agici, si basa sulla Cost-Benefit Analysis. L’attenzione si

concentra sui progetti infrastrutturali relativi ai settori dell'energia, dei rifiuti, della viabilità stradale e ferroviaria e dell'idrico.

Accettazione pubblica delle infrastrutture Un problema generale

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Quello dell’accettazione pubblica delle opere infrastrutturali è un problema che, oltre

all’Italia, riguarda tutta Europa, come già aveva evidenziato l’allora Ucte nel 2008

quando fu varato il 1°Piano di sviluppo della rete elettrica europea.

Successivamente, Entso_E è tornata sul problema con un Position Paper dedicato

(2010)

ENTSO-E POSITION PAPER ON PERMITTING PROCEDURES

FOR ELECTRICITY TRANSMISSION INFRASTRUCTURE

The development of electricity infrastructure is of crucial national and European importance. Yet, many electricity infrastructure projects face severe obstacles during the authorization phase. The complexity, duration and ineffectiveness of some authorization procedures are the main reasons for delays in completing

high-priority electricity infrastructure projects across Europe. It is not uncommon that such projects take 5-10 years to pass the hurdle of authorization procedures required by national law. Some projects can be completely paralyzed for a longer time and, in some cases, have to be abandoned

by the TSO’s. It is usually a mixture of inappropriate legal frameworks for authorization procedures, opposition from local groups, and administrative practice relating

to the conduct of these authorization procedures, which constitute the main obstacles for their timely and effective completion. One of the reasons for the long duration is

the lack of understanding of the benefits that such infrastructure brings to local communities.

Electricity infrastructure projects are neither considered as being necessary

nor are their benefits understood by the general public

Reasons why people object: doubts about the necessity for the project, visual/environmental impact, health effects,

property devaluation, belief alternative solutions are able to avoid the need for a new line

Accettazione pubblica delle infrastrutture Un problema europeo

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Accettazione pubblica delle infrastrutture di trasmissione: il problema

La crescita del Paese è un obiettivo strettamente legato alla sviluppo della Rete di

Trasmissione Nazionale (RTN),

ma

dal momento in cui nasce l’esigenza elettrica di un nuovo elettrodotto della RTN al

momento in cui questo entra in servizio trascorre un tempo molto lungo, che va

mediamente da 7 a 10 anni.

Questo fenomeno è dovuto ad un insieme di fattori:

• accresciuta sensibilità ambientale • complessità delle procedure burocratiche • riforma del Titolo V della Costituzione • deficit culturale di senso civico e prevalenza dell’interesse particolare su quello generale

In Italia

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Il fenomeno – Complessità delle procedure

burocratiche

Nell’intervallo di tempo che intercorre tra l’inserimento di un’opera nel PdS e l’entrata in servizio della stessa sono

individuabili 4 fasi principali:

I.valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano di Sviluppo (PdS) (oltre 1 anno);

• elaborazione del PdS e del Rapporto Ambientale (RA) da parte di Terna;

• valutazione del PdS e del RA da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e del

Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) per l’adozione del parere VAS;

• approvazione del PdS da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), tenuto conto del parere VAS;

• monitoraggio degli impatti ambientali derivanti dall’attuazione del PdS.

II.concertazione delle singole opere (23 anni);

processo di concertazione a livello regionale, funzionale alla localizzazione di massima dei singoli interventi previsti nel PdS

attraverso la condivisione di corridoi preferenziali e fasce di fattibilità, secondo un criterio di individuazione di

porzioni di territorio via via più ristrette. Tale processo prevede la condivisione con interlocutori istituzionali quali: le Regioni, le

Province, i Comuni, gli Enti Parco, etc. Gli esiti della concertazione regionale vengono quindi riportati all’interno del RA.

III.iter autorizzativo (34 anni per le opere principali, 1-2 anni per le altre);

• istanza

• Istruttoria: la legge prevede un termine massimo di 180 o 120 giorno dall’avvio del procedimento: mai rispettato

Numero medio di permessi/pareri per l’ottenimento di un’autorizzazione: 50

Numero di soggetti che si devono esprimere: 50 (in alcuni casi anche 80-100)

IV.realizzazione (12 anni).

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• Attualmente il Titolo V della Costituzione, a seguito della riforma del 2001,

prevede per l’energia un regime di competenza concorrente fra Stato e Regioni

• L’Intesa regionale per l’autorizzazione di opere di interesse nazionale, che

deve essere esplicita, è divenuta obbligatoria e vincolante

• nonostante l’intesa venga rilasciata successivamente alla conclusione della VIA e i

tempi varino da Regione a Regione, mediamente l’emanazione del

provvedimento impiega 350 giorni;

• le Regioni a volte introducono nell’intesa prescrizioni di carattere tecnico-

ambientale che non sono state ricomprese nell’ambito del decreto VIA o perché

pervenute oltre i tempi massimi del relativo procedimento o perché non ritenute

ammissibili dal MATTM.

di fatto le Regioni hanno un potere di veto sulla realizzazione di infrastrutture strategiche per il Paese

Il fenomeno – Riforma Titolo V della

costituzione

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Le conseguenze

*

“Udine Ovest - Redipuglia”

In autorizzazione da fine 2008

In attesa del decreto finale di

autorizzazione

“Colunga - Calenzano”

In autorizzazione da metà 2009

Ora in istruttoria alla

Commissione VIA Ministero

dell’Ambiente

“Laino - Altomonte”

in autorizzazione da gennaio

2010

Ora in istruttoria VIA regione

Calabria

“Rete Arezzo”

In autorizzazione da febbraio

2010

in istruttoria alla

Commissione VIA del

Ministero dell’Ambiente

“Montecorvino - Avellino”

In autorizzazione da aprile

2010

Ora in istruttoria presso

Commissione VIA nazionale

Mattm

“Paternò - Pantano - Priolo”

In autorizzazione da ottobre 2010

Ora in istruttoria VIA nazionale presso

Mattm

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0,3 0,3

0,6

0,80,9

1,2 1,2

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

(dati in miliardi €)

2012

Nel biennio 2010-2011 gli investimenti annui sono stati quasi 5 volte superiori a

quelli del 2005, anno della separazione dall’ex monopolista

Dal 2005 ad oggi:

Crescita media annua degli investimenti del 30%

circa 2.400 km di nuove linee oltre 70 nuove stazioni elettriche

circa 700 km di vecchi elettrodotti dismessi

Oltre 6 miliardi di investimenti realizzati negli ultimi anni

0,8*

* al 30 settembre 2012

~1,2 forecast

Risultati/1: l’accelerazione degli investimenti

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Italia – Montenegro

Sorgente – Rizziconi

Italia – Francia

(Piossasco - Grand Ile)

Piossasco-Venaus-

Villarodin

Trino –

Lacchiarella Razionalizzazione Veneto (Dolo – Camin)

S.Barbara – Tavernuzze -

Casellina

PST di Villanova

Foggia – Benevento

Foggia Ampliamento + PST

SE Avellino Nord e raccordi

Reattore S.Sofia

SE Scandale

ampliamento 150 kV

SE Stornara e raccordi

SE Aliano e raccordi

SE Brindisi Sud

Reattore Feroleto

SE Castellaneta

e raccordi

Razionalizzazione 220 kV città di Torino

Riassetto rete area metropolitana di

Roma

Nuova SE 220 kV Musocco

Con avvio cantiere linea “Foggia-

Benevento”, raggiunta quota 3

miliardi

di euro di opere in realizzazione: oltre 150 cantieri in tutta Italia

1.200 km di nuova rete

850 km di vecchie linee

dismesse

60 nuove stazioni

750 ditte coinvolte

oltre 4.000 persone al lavoro

minor costo sul sistema elettrico

~ 340 M.ni €/anno

Risultati/2: cantieri aperti

Accettazione pubblica delle infrastrutture di

trasmissione: l’approccio di Terna

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TOT 9,3 mld €

TOT 4 mld €

Riduzione costi

dispacciamento

2009-2011

Minor costo 6

principali opere da

entrata esercizio a

oggi

Minor costo 6

principali opere su

resto vita utile

1,4 mld €

2,6 mld €

5,1 mld €

4,2 mld €

Minor costo 6

principali future

opere

BENEFICI GENERATI

BENEFICI FUTURI

Risultati/3: i benefici per il sistema

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Dialogo con le Istituzioni locali per la concreta ricerca di soluzioni che consentano di

preservare la ricchezza e la potenzialità del patrimonio ambientale e culturale del territorio

nel quale si collocano le esigenze di sviluppo del sistema di trasmissione dell’energia

elettrica

Integrazione dei vincoli ambientali e paesaggistici nella pianificazione della rete,

tenendo conto delle esigenze locali tramite contatto diretto con Regioni e altre Istituzioni

locali interessate da ipotesi di intervento di sviluppo della rete elettrica

Confronto preventivo: applicazione della VAS quale strumento di per la localizzazione di

nuovi elettrodotti, al fine di consentire l’effettiva tutela dell’ambiente e del territorio,

facilitando nel contempo l’iter autorizzativo degli interventi pianificati

Trasparenza, Partecipazione, Comunicazione

favoriscono l’accettazione pubblica delle opere e riducono gli effetti della “sindrome Nimby”

La VAS come strumento di concertazione con gli Enti Locali

Lo sviluppo sostenibile della rete elettrica TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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Comunicazione sul territorio

Presidio e ascolto

Progetti di comunicazione integrata

Eventi

Concertazione

Partecipazione ad associazioni in Italia e in Europa (Italia

Decide, Nimby Forum, I costi del non fare, Entso_E, RGI, ecc)

Comunicazione tematica (VAS, sostenibilità, cantieri)

La comunicazione è un driver fondamentale per la “cattura” del

consenso:

non basta saper fare, bisogna anche far sapere

Comunicazione

L’approccio di Terna

TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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online: marzo 2011

35.785 pagine visualizzate

Sito Cantieri Ministero Infrastrutture online: maggio 2012

TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

Comunicazione web: il sito “Cantieri Terna per l’Italia”

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In Friuli Venezia Giulia Terna ha previsto la realizzazione di un nuovo elettrodotto a 380 kV

tra le stazioni di Udine Ovest e Redipuglia.

Scopo dell’opera, potenziare la rete elettrica della regione, ormai obsoleta e poco magliata: le

due linee a 380kV, entrate in funzione nel 1972 e nel 1983, sono oggi incapaci di soddisfare in

sicurezza il fabbisogno elettrico del FVG, più che raddoppiato negli ultimi 40 anni.

Nel 2006 Terna ha avviato ufficialmente con la Regione FVG il processo di concertazione,

coinvolgendo tutti i Comuni interessati dall’opera, per definire insieme il percorso della nuova

linea elettrica. Il confronto con la Regione e i Comuni ha portato, dopo circa 70 incontri, alla

sigla di un Protocollo d’Intesa nel luglio del 2007, poi incluso nell’Atto di Intesa siglato

dalla Regione Friuli Venezia Giulia con Terna nel febbraio 2008. Alla fine del 2008 Terna ha

inoltrato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di autorizzazione e messa in

esercizio della linea 380kV Udine Ovest- Redipuglia così come condivisa nel Protocollo con i

Comuni e nell’Atto di Intesa con la Regione FVG. A gennaio del 2009 è stata avviata la

Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera, che si è conclusa a luglio 2011 con

l’emissione del decreto VIA con prescrizioni. A settembre 2012 è stata convocata la

Conferenza dei Servizi, a valle della quale è prevista l’Intesa da parte della Regione e

successivamente il decreto finale di autorizzazione.

Nonostante 70 incontri con gli EE.LL., dopo aver presentato l’istanza di autorizzazione

della linea Terna ha assistito al divampare di controversie e polemiche.

Case study: il “Progetto Friuli” TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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Terna ha perciò attivato un presidio costante di relazione e comunicazione sul territorio, e al

contempo ha avviato un piano di veicolazione di contenuti corretti ai media, che si è

realizzato anche nella metodica smentita di ogni falsa affermazione da parte del Comitato

per la Vita del Friuli Rurale.

In pochi mesi il presidio territoriale, sottolineato dall’abituale presenza ai convegni e agli

incontri pubblici sui temi energetici e ambientali, è stato acquisito come un dato di fatto:

giornalisti, politici e stakeholders economici hanno superato l’idea di un soggetto proponente

“romano e perciò distante”, in favore di interlocutore presente e accessibile.

Da agosto 2010, per sei mesi, Terna ha avviato una campagna informativa sul territorio,

tramite affissioni statiche e dinamiche nei territori coinvolti: oltre 200mila abitanti sono stati

informati sull’intervento e sui suoi benefici: la sicurezza contro il rischio di disservizi, 600

megawatt di energia in più per imprese e famiglie, 60 milioni di euro di risparmio in

bolletta, 12mila tonnellate in meno di CO2, lo smantellamento di oltre 110 km di

vecchie linee e 400 tralicci a fronte di 40 km di nuova rete, per il 95% del tracciato in

aperta campagna con distanze dai centri abitati di gran lunga superiori a quanto previsto

dalla legge.

Case study: il “Progetto Friuli”

TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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Case study: il “progetto Friuli”. Le immagini della campagna informativa

TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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A fine campagna sono state commissionate a ISPO (prof. Renato

Mannheimer) due indagini per verificare le opinioni dei friulani

sull’intervento: sono stati intervistati mille residenti nei 32 Comuni

interessati dal progetto (nuova linea e smantellamenti) e 84 opinion

leader (industriali, amministratori, giornalisti, …), per valutare

rispettivamente il mood della popolazione e degli stakeholder riguardo al

progetto, e il grado di effettività della campagna informativa di Terna.

Il 29 aprile 2011 sono stati presentati a Udine i risultati delle indagini:

si sono espressi con favore sia il campione “popolazione” (7 su 10) sia il

campione “stakeholder” (8 su 10).

Case study: il “progetto Friuli”. Le indagini Ispo sulla campagna informativa

TERAMO, 13 DICEMBRE 2012

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Il dissenso e la disinformazione

Il dissenso sui media

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Il no sui Media

Il dissenso e la disinformazione

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Il consenso e l'informazione Comunicare per informare la città

Reputation e Crisis Management

STEFANO MARIA CIANCIOTTA

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Il consenso e l'informazione

I risultati dell’attività di Media Relations

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Il fattore sorpresa

Non si dispone delle informazioni necessarie (spesso

neanche di quelle indispensabili)

La mancanza di tempo acuita dalla progressione delle

pressioni esterne ed interne nonché dalla necessità di

gestire

emergenze continue

La “sospensione” del giudizio degli “alleati” (partner,

sponsors ecc.)

Lo “scollamento” organizzativo con perdita di controllo

dell’apparato

Caratteristiche più frequenti di una crisi

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Prime voci in ambienti circoscritti

Lettere ai giornali

Prime manifestazioni di interesse da parte delle

associazioni dei consumatori e di altri gruppi

organizzati

“Brevi” su mass-media locali

Aumento delle e-mail di contestazione

Lo sviluppo della crisi

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Le agenzie stampa ed i media cominciano a

chiedere informazioni con frequenza crescente

I sindacati interni chiedono di essere informati

Le filiali segnalano l’esplodere di aree di crisi

localizzate

Alcuni esponenti pubblici rilasciano dichiarazioni

Lo sviluppo della crisi: la vigilia

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Agenzie e quotidiani imperversano

Dichiarazioni a pioggia di politici e personaggi

pubblici

I mass media assediano vertici istituzionali ed

ufficio stampa aziendale

L’opinione pubblica si divide in “colpevolisti”(la

maggioranza) ed “innocentisti”

L’esplosione della crisi

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Istituzioni, politici e sindacalisti intervengono in veste

ufficiale

Notiziari Radio e TV citano la crisi nei titoli di testa

Servizi sui periodici e nelle “strisce satiriche”

I sindacati interni ed il personale sono in fermento

L’apice della crisi

Reputation e Crisis Management

STEFANO MARIA CIANCIOTTA

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Nel corso della vita amministrativa o durante un percorso di accreditamento di un progetto imprenditoriale possono verificarsi eventi negativi, amplificati dalla ribalta mediatica, in grado di minare la reputazione dell’Amministrazione.

Istanze sul fronte ambientale, occupazionale, finanziario, giudiziario o a causa di eventi accidentali sono in grado di trasformarsi in vere e proprie crisi e di incidere profondamente su aziende e progetti se non gestiti con professionalità.

Analisi

Vulnerabilità (analisi e valutazione dei rischi)

Scenari (mappa gravità/probabilità, sviluppo potenziali scenari)

Interlocutori (individuare le posizioni - favorevoli/contrarie/neutrali - nei confronti delle issues aziendali)

Definizione strategia e attività di comunicazione

Individuare messaggi chiave e attività di comunicazione ad hoc per ogni interlocutore

Manuale di crisi (procedure e strumenti di comunicazione, key message, position paper, Q&A ecc.)

Intervento nel dibattito Esprimere direttamente o indirettamente la posizione aziendale (media relations, white

e position paper) Ampliare le relazioni con terze parti favorevoli, svuotare gli argomenti degli ostili,

portare i neutrali su posizioni favorevoli (coalition building, community relations ecc.)

Crisis management

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In genere, i modelli di crisis management si basano

sulle varie fasi di sviluppo di una crisi:

1. Previsione

2. Programmazione

3. Comunicazione e gestione

4. Valutazione dei risultati

I modelli

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Per identificare gli spazi di vulnerabilità di

un’organizzazione, i primi passi da compiere sono:

il monitoraggio dei segnali premonitori (dell’ambiente

interno ed esterno) (aumenta il feedback che

l’organizzazione riceve da parte dei suoi pubblici)

L’analisi e valutazione dei possibili rischi (consente di

definire una scala di priorità delle crisi più probabili)

Previsione della crisi

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Mappatura dei rischi: individuare tutti gli aspetti legati:

all’organizzazione e al contesto che possono generare crisi

Creazione matrice rischio/danno, probabilità gravità: ad

ogni rischio individuato, attribuire probabilità di

accadimento e livello di gravità del danno atteso

Individuazione, per ciascun rischio rilevante, di:

1. Scenario

2. Pubblici coinvolti

3. Organizzazione

4. Strategia

5. messaggi e Iniziative

Analisi dei rischi

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La fase di programmazione è costituita dalla predisposizione

da parte dell’organizzazione di un piano specifico per ogni

crisi prevista, a cui è stato associato un certo livello di rischio.

In particolare, è necessario definire:

Il Team di gestione della crisi

Il Piano di comunicazione della crisi

Scegliere un portavoce aziendale

La programmazione

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Il Team manager (il vertice istituzionale)

Responsabile Comunicazione

Capo Ufficio Stampa

Responsabile Risorse Umane

Responsabile Ufficio legale

Responsabile Sicurezza

Responsabili dei settori colpiti dall’evento (variabili)

Eventuali Consulenti

Il crisis team

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L’ulteriore passaggio che caratterizza la fase di programmazione è la

predisposizione, all’interno dei più generali piani di intervento, di specifici piani

di comunicazione correlati ai singoli eventi possibili.

In particolare, la redazione del piano in un momento precedente al manifestarsi

di una crisi permette all’Ammnistrazione di elaborare il documento con maggior

cura e di non trovarsi impreparata di fronte all’evento critico.

PERCHE’

La comunicazione di crisi può essere definita come

quell’area dell’attività di comunicazione il cui

obiettivo primario è la gestione e il controllo degli

effetti di una situazione d’emergenza

sull’organizzazione

Il piano di comunicazione

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Un buon piano è quello che permette all’Amministrazione

di veicolare messaggi chiari e trasparenti a tutti i suoi

pubblici, interni e esterni, attraverso i canali più diretti e i

linguaggi più appropriati

Saranno le circostanze specifiche a dover indicare la

strategia migliore da adottare

L’attività di auditing deve essere portata avanti per tutta la

durata della crisi, per tenere sempre aggiornato il quadro di

riferimento

Comunicazione e gestione

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Decidere gestione locale/nazionale

Priorità

Portavoce/i (chi parla e quando)

Messaggi

Tono/atteggiamento

Tempi

Canali (solo tramite la stampa o acquistare anche degli

spazi pubblicitari a pagamento?)

Strategia

Reputation e Crisis Management

STEFANO MARIA CIANCIOTTA

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Esprimete partecipazione e coinvolgimento

Prendete tempo: non dite quello che non sapete, dite quando

fornirete maggiori informazioni (e rispettate l’impegno!)

Identificate al massimo tre concetti chiave

Ricollegatevi ai messaggi chiave ad ogni occasione

Non siate generici (cifre, date, percentuali)

Siate credibili (portate prove a conferma)

Siate chiari (non date niente per scontato)

Usate paragoni, aneddoti ed esempi concreti

Cercate terze parti autorevoli a supporto (ma non coinvolgetele senza

averle informate)

I messaggi

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Assicurarsi che la strategia e il piano di azione siano condivise da tutti i vertici

Raccogliere informazioni il più velocemente possibile

Cercare alleanze

Agire in modo coordinato e coerente

Tenere informato il call center e il front line del tono e dell’atteggiamento

Monitorare le uscite sui media e rettificare le affermazioni non corrette

Utilizzare scientificamente gli spazi acquistati sui media

Valutare con attenzione i tempi

Fare rispettare le procedure stabilite

Le iniziative da assumere

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Riuscire a gestire la comunicazione è rassicurante per il pubblico interno ed esterno: se si sa come comunicare la crisi, si sa anche come gestirla

La capacità di assumere iniziative tempestive e mirate è fondamentale per l’impatto sui media

I “segnali deboli” vanno analizzati e mai sottovalutati

La crisi stressa la capacità di comunicazione interna ed esterna di qualunque organizzazione

La crisi: riflessioni per la comunicazione La comunicazione è un fattore decisivo per la gestione di una crisi

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Una crisi richiede il coinvolgimento di tutte le articolazioni della

comunicazione:

Sicuramente stressa le capacità di risposta:

della comunicazione organizzativa

delle relazioni pubbliche

dell’Ufficio stampa

può inoltre coinvolgere o avere ripercussioni su:

Sponsorizzazioni e promozioni

Portali Intranet

Investor Relations

Le articolazione sulla organizzazione

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Offrire informazioni aggiornate e attendibili attraverso i

canali istituzionali: ma anche attraverso… canali non

convenzionali

Dichiarazioni ufficiali e Comunicati stampa

Conferenze stampa

Portali Internet e Intranet

Monitoraggio della rete (blog, siti internet, forum)

Relazione con comunità dei consumatori

Comunicazione mirata agli influencer (coloro che

influenzano le opinioni del proprio gruppo di riferimento)

Gli strumenti per la gestione della crisi

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Non fare del dialogo con i dipendenti ed i loro

rappresentanti dei propri dipendenti, una priorità

Dire bugie

Ritenere che i mass media non se ne occuperanno

Nascondere fatti rilevanti o esporli in maniera

ambigua

Fornire informazioni in maniera non coordinata

Perdere il controllo delle emozioni

Individuare un capro espiatorio

Gli errori da evitare

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Intempestività (troppo presto, troppo tardi)

Tono troppo sotto

Tono troppo difensivo

Tono troppo aggressivo

Tono tecnico di “rifugio” (burocratico, giuridico,

finanziario, comunque settoriale)

Gli errori da evitare con i media

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Gli errori con i media

Questa non è una crisi

Per il momento non possiamo dire nulla

Quello che si dice da altre parti non ci interessa

L’Amministrazione è occupata con altre priorità

No comment (protratto)

Ma che cosa volete da noi? (Aggressivo)

Insistere nel negare la responsabilità

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Stefano Maria Cianciotta Facoltà di Scienze della Comunicazione

Università degli Studi di Teramo

mob. 339 1221291

mail: [email protected]

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