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Anno XIX - N° 275 31 Ottobre 2014 Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale è al vaglio del Consiglio regionale la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale” Come cambia la sanità sarda Tra le principali novità, l’istituzione di una Asl regionale di emergenza e urgenza e la ridefinizione territoriale delle vecchie Asl. Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita Via Roma P.zza Matteotti CARBONIA ALL’INTERNO del Sulcis Iglesiente del Sulcis Iglesiente AUTOFFICINA AUTOFFICINA CARBONIA CARBONIA di Diana Donatello InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 su tutte le auto loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] + chilometri - salati Via Nazionale - Zona PIP 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64324 www.laiautomobili.com Via Roma, 51 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64943 www.laiautomobili.com CONCESSIONARIA E SERVICE PANETTERIA - SALUMERIA - FORMAGGI - DOLCI Via Nuoro, 32 - CARBONIA - 0781 674337 NOSTRA PRODUZIONE L a sanità sarda cambia. è in corso, in Consi- glio regionale, l’esame della proposta di legge n. 71/A contenente “norme ur- genti per la riforma del sistema sanitario regionale”, primo firmatario Pietro Cocco, capo- gruppo del PD. Le novità con- tenute nel testo hanno acceso un aspro confronto tra le forze politiche e i gruppi consiliari, in particolare sull’istituzione di una Asl regionale di emergenza e urgenza e sulla ridefinizione territoriale delle vecchie Asl. La posta in gioco è molto ele- vata, come sempre accade quan- do si parla di sanità, considerato che questa assorbe ben il 60% dei pagamenti della Regione. La proposta, per ridurre il di- savanzo della spesa regionale sanitaria, mira ad una “revisione dei confini territoriali, nel caso delle aziende sanitarie locali, o del numero dei posti letto, an- che tramite accorpamenti di quelle ospedaliere” e introduce nell’ordinamento regionale “le sedi principali di organizzazio- ne territoriale di degenza extra ospedaliera, le case della salute e gli ospedali di comunità”. è prevista, inoltre, l’istituzione del- l’ospedale di comunità (OsCo) “presidio di raccordo funziona- le tra l’ospedale per acuti e i servizi territoriali”. Sul futuro numero delle Asl, nella maggioranza di centrosi- nistra, non c’è ancora l’accordo. L’ipotesi più accreditata è una riduzione a quattro, una per pro- vincia (in questo caso “salte- rebbero” le Asl delle quattro pro- vince cancellate dal referendum), ma c’è chi spinge per 5 o 6 e, al momento del voto, potrebbero esserci sorprese. Tra qualche giorno, comun- que, la legge verrà approvata. L’auspicio è che, alla fine, le no- vità portino ad una crescita del- la qualità del servizio sanitario pubblico per i sardi. Giampaolo Cirronis Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoro Renato Soru è il nuovo n° 1 del PD Pagina 3 Alla napoletana Flo il 7° Premio Parodi Pagina 9 Pagina 2 VBA/Olimpia e Volley Iglesias in B1 Pagina 11 Il Comune di Carbonia informa Pagina 7 Nasce a Carbonia la fabbrica del cinema Pagina 10 L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mare Pagina 8 La Monteponi è in testa alla classifica Pagina 11 L’ospedale Brotzu di Cagliari. Altri punti vendita: Via Sardegna, 7 - Via Santa Caterina, 44 Via della Vittoria, 105 - Mercato Civico Box n° 62 IL NUMERO 275 1-12:IL NUMERO 181 4/9 04/11/14 00.44 Pagina 2

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Anno XIX - N° 275 31 Ottobre 2014Q u i n d i c i n a l e d i I n f o r m a z i o n e P o l i t i c a , E c o n o m i c a e S o c i a l e

è al vaglio del Consiglio regionale la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”

Come cambia la sanità sardaTra le principali novità, l’istituzione di una Asl regionale di emergenza e urgenza e la ridefinizione territoriale delle vecchie Asl.

Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita

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CARBONIA

ALL’INTERNO

del Sulcis Iglesientedel Sulcis Iglesiente

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CARBONIACARBONIAdi Diana Donatello

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La sanità sarda cambia.è in corso, in Consi-glio regionale, l’esamedella proposta di legge

n. 71/A contenente “norme ur-genti per la riforma del sistemasanitario regionale”, primofirmatario Pietro Cocco, capo-gruppo del PD. Le novità con-tenute nel testo hanno accesoun aspro confronto tra le forzepolitiche e i gruppi consiliari,in particolare sull’istituzione diuna Asl regionale di emergenzae urgenza e sulla ridefinizioneterritoriale delle vecchie Asl.

La posta in gioco è molto ele-vata, come sempre accade quan-do si parla di sanità, consideratoche questa assorbe ben il 60%dei pagamenti della Regione.

La proposta, per ridurre il di-savanzo della spesa regionalesanitaria, mira ad una “revisionedei confini territoriali, nel casodelle aziende sanitarie locali, odel numero dei posti letto, an-che tramite accorpamenti diquelle ospedaliere” e introducenell’ordinamento regionale “lesedi principali di organizzazio-ne territoriale di degenza extraospedaliera, le case della salutee gli ospedali di comunità”. èprevista, inoltre, l’istituzione del-l’ospedale di comunità (OsCo)“presidio di raccordo funziona-le tra l’ospedale per acuti e iservizi territoriali”.

Sul futuro numero delle Asl,nella maggioranza di centrosi-nistra, non c’è ancora l’accordo.L’ipotesi più accreditata è unariduzione a quattro, una per pro-vincia (in questo caso “salte-rebbero” le Asl delle quattro pro-vince cancellate dal referendum),ma c’è chi spinge per 5 o 6 e, almomento del voto, potrebberoesserci sorprese.

Tra qualche giorno, comun-que, la legge verrà approvata.L’auspicio è che, alla fine, le no-vità portino ad una crescita del-la qualità del servizio sanitariopubblico per i sardi.

Giampaolo Cirronis

Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoro Renato Soru è il nuovo n° 1 del PD

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Alla napoletana Flo il 7° Premio Parodi

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Il Comune di Carbonia informa

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Nasce a Carbonia la fabbrica del cinema

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L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mare

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La Monteponi è in testa alla classifica

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L’ospedale Brotzu di Cagliari.

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IL NUMERO 275 1-12:IL NUMERO 181 4/9 04/11/14 00.44 Pagina 2

2 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

La drammatica crisi matura-ta nel tessuto socio-econo-mico, con la perdita di mi-gliaia di posti di lavoro, sta

creando una situazione molto deli-cata in tutto Italia e in modo parti-colare nelle regioni più a rischio, trale quali c’è la Sardegna. Tra impreseche chiudono perché non più com-petitive sul mercato ed altre che, percercare di resistere, riducono drasti-camente i livelli occupativi e punta-no su contratti “più leggeri”, sonodiverse migliaia i posti di lavoro giàpersi ed altrettanti quelli a rischio.Per contro, non si intravvedono, nelbreve e medio termine, opportunitàin grado di assicurare il reimpiego diuna parte significativa dei lavoratoriche sono già stati o stanno per essereespulsi dal ciclo produttivo.

Il dibattito politico, negli ultimimesi, è stato caratterizzato dalle ini-ziative del presidente del Consiglio,Matteo Renzi, in particolare l’aboli-zione dell’articolo 18, dalla propostadi anticipazione del TFR in busta pa-ga e dalle considerazioni sulla scom-parsa del “posto fisso”. I contenutie i toni delle proposte del presidentedel Consiglio hanno trovato la fermaopposizione della CGIL di SusannaCamusso e Maurizio Landini e tra leparti si è scatenato uno scontro sen-za precedenti tra la più grande orga-nizzazione sindacale italiana ed unGoverno di “Centrosinistra”.

Matteo Renzi ha detto che biso-gna abituarsi all’idea che il “posto

fisso” non c’è più ed occorre creare,iniziando con la riduzione dell’IRAPa carico delle imprese, le condizioniperché chi perde il lavoro possa tro-varne uno alternativo in breve tem-po, usufruendo nella fase transitoriadi un’adeguata tutela con il ricorsoagli ammortizzatori sociali.

I buoni propositi, in Sardegna, si

scontrano con una situazione dram-matica che, oltre a quella del postofisso, ha registrato anche la scompar-sa del lavoro. Nel solo polo industria-le di Portovesme, negli ultimi anni,sono alcune migliaia i posti di lavo-ro andati persi e non rimpiazzati connuove opportunità ed almeno altret-tanti quelli cancellati nel terziario. Nonpassa giorno che non chiudano atti-

vità commerciali ed artigianali, tantoche molti non hanno potuto usufruireneppure dei benefici della fiscalitàdi vantaggio, perché ormai allo stre-mo delle forze, si sono arresi.

Il Sulcis Iglesiente è l’area (or-mai ex Provincia) della Sardegna do-ve si registra la maggiore concen-trazione di lavoratori in cassa inte-

grazione o in mobilità. Eurallumina,Alcoa, ex Rockwool, ex Ila (oggiPort.Al), sono solo la punta di un ice-berg che rischia di travolgere il ter-ritorio. La situazione all’Igea è di-ventata esplosiva con l’occupazionedei lavoratori, da 5 mesi senza sti-pendio e privi di garanzie per il futuro.

Il Sulcis Iglesiente oggi paga glierrori compiuti dalla politica negli ul-

timi 30 anni, con lo sperpero di in-genti risorse pubbliche in iniziativefallimentari e, per uscire dalla crisi,purtroppo, ci vorranno anni.

Anche la cultura dell’assistenzia-lismo fine a se stesso ha creato dannienormi, con una mentalità sbagliatache non sarà facile superare.

è giusto, come sostengono da me-

si sia il premier Matteo Renzi sia ilgovernatore della Sardegna France-sco Pigliaru, che quando una fabbricanon riesce più a stare sul mercato eproduce continue perdite, debba es-sere chiusa, ma per creare valide al-ternative occorrono risorse ingenti(che oggi non ci sono e vanno repe-rite soprattutto con “robusti” tagli de-gli sprechi e della spesa), progetti seri

e tempi medio lunghi. Bisogna esse-re realisti e riconoscere che gli spaziper assicurare il reinserimento di tut-ti i lavoratori espulsi dal ciclo pro-duttivo e per occupare quanti il la-voro non lo hanno mai avuto, non cisono e difficilmente ci saranno a bre-ve e medio termine. Per questo, van-no rafforzati gli ammortizzatori so-

ciali, con l’impiego in lavori di pub-blica utilità negli enti locali. In questomodo si migliorerebbe sensibilmenteil decoro dei centri urbani e si garanti-rebbe la giusta dignità ai lavoratori.

Oggi più che mai si avverte l’im-portanza di un rilancio della forma-zione professionale, per la riconver-sione dei lavoratori che hanno persol’occupazione e per la preparazione

verso nuove attività di inoccupati egiovani che hanno concluso gli studi.

Troppo spesso, anche nel recen-te passato, si è trascurata la forma-zione professionale, con conseguenzedisastrose sia per le imprese sia peri lavoratori. E si è prodotto anche ungrave spreco di risorse con l’adozionedi strumenti come i contributi “deminimis”, concessi con modalità im-provvisate e assai discutibili. Sareb-be interessante fare un censimento deicontributi concessi dalle varie ammi-nistrazioni locali per l’avvio di nuoveiniziative commerciali e artigianali,con una verifica di quelle che ancoraoperano e di quelle già “morte”. Quan-do un’attività finanziata con un con-tributo a fondo perduto chiude nelbreve periodo, crea un danno sia al-l’ente pubblico erogatore, sia ai gio-vani aspiranti imprenditori che si ri-trovano disoccupati, con debiti neiconfronti dell’erario (spesso ignoranoche i contributi a fondo perduto con-corrono a fare reddito nell’anno in cuivengono incassati e sono soggetti atassazione ordinaria che può esserespalmata da un minimo di 2 eserciziad un massimo di 5) e problemi peri garanti (spesso sono i genitori) dellaparte dell’investimento non copertadal fondo perduto.

La creazione di nuova impresanon è facile e va incoraggiata e so-stenuta solo se accompagnata da unaadeguata preparazione culturale eprofessionale.

Giampaolo Cirronis

La drammatica crisi maturata nel tessuto socio-economico sta creando una situazione molto delicata anche in Sardegna

Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoroIl vero problema è costituito dalla mancanza di politiche capaci, nel breve e medio periodo, di creare sviluppo e occupazione.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il segretario generale della CGIL Susanna Camusso.

Quattro giorni prima delpronunciamento del Tarche ha accolto la richiestadi sospensiva del ministe-

ro della Difesa sulla delibera regio-nale che estende le prescrizioni re-gionali antincendio ai poligoni mili-tari, il nuovo incendio sviluppatosinel poligono di Teulada ha riacceso lepolemiche e provocato una forte pre-sa di posizione di Daniele Serra, sin-daco di Teulada.

«Nel pomeriggio di lunedì 6 ot-tobre - dice Daniele Serra - ho avu-to una segnalazione di un cittadinoche aveva avvistato del fumo in di-rezione di Capo Teulada. Ho volu-to seguire personalmente la vicen-da e mi sono recato lungo la stradalitoranea Teulada-Chia. E da lì, ef-fettivamente, si poteva osservare l’in-cendio in corso nella zona della pe-nisola interdetta con ampie colon-ne di fumo, quasi certamente cau-sato dalle attività addestrative chelo hanno innescato tra i cespugli ele stoppie ancora secche. Erano in

corso le operazioni di spegnimentocon un elicottero.»

«Al di la del caso specifico - ag-giunge il sindaco di Teulada - vor-rei ricordare che questa amministra-

zione (insieme al Consiglio comu-nale di Teulada) si è espressa piùvolte ribadendo la necessità di piùattenzione sulle attività all’interno

di quelle aree che, vorrei ricordare,sono aree SIC e quindi ad alta va-lenza ambientale. Si è chiesto inol-tre un allungamento del periodo disospensione estiva delle esercita-zioni. Questi incidenti non fanno al-tro che rafforzare la necessità di ri-vedere in maniera significativa i pe-riodi addestrativi che non possonoprescindere dalle regole e dalle pro-cedure di sicurezza antincendio vi-genti nel resto dell’isola nonché dal-le condizioni climatiche contingen-ti. è assolutamente anacronistico eparadossale che a un comune citta-dino in questo periodo sia giusta-mente vietato di fare un barbecue incampagna e, contemporaneamente,siano permesse attività addestrati-ve impattanti che scatenano inci-denti come quello di lunedì 6 otto-bre. Non è più ammissibile - con-clude il sindaco di Teulada - che al-l’interno del territorio dello statoitaliano ci siano delle zone dove leregole e il buonsenso valgono me-no che nel resto d’Italia.»

Nuove polemiche dopo l’incendio sviluppatosi a Teulada

D. Serra: «Le regole devono valere per tutti»

Daniele Serra, sindaco di Teulada.

Renato Cammarata, delega-to Cocer - Esercito, ha scrit-to una lettera aperta al pre-sidente della Giunta regio-

nale, Francesco Pigliaru.«Le azioni intraprese nei confron-

ti del Poligono di Capo Teulada -ha scritto Renato Cammarata al go-vernatore - stanno creando le pre-messe per una ulteriore e più pesan-te penalizzazione del popolo sardo.Infatti, ove si dovesse arrivare a ren-dere inutilizzabile tale poligono, laDifesa sarebbe costretta a rivederela propria presenza sulla nostraamata isola ed in particolare diver-rebbe inevitabile la chiusura della“Brigata Sassari” o il suo ridislo-camento sul continente. Ciò signifi-cherebbe che circa 5.000 sardi e lerelative famiglie, nonché le loro bu-ste paga dovrebbero iniziare un eso-do colmo di sacrifici personali e fa-migliari, nonché un danno non tra-scurabile per l’economia della no-stra terra. Di conseguenza, con ilcuore in mano chiediamo di ferma-re ogni iniziativa volta a chiudere ilpoligono di Capo Teulada e di porrein essere ogni iniziativa utile a faci-litare la presenza e la vita della no-stra unità dell’Esercito sull’isola.Ove non fossimo ascoltati - ha ag-giunto il delegato Cocer-Esercito -ci batteremo con ogni mezzo affin-ché alle prossime elezioni i partiti chehanno concorso a pugnalare allaschiena la propria terra, vengano so-noramente puniti nella cabina elet-torale. è impensabile che, a seguitodelle performance di un politico, amezzo stampa e su social-network,si sia creato un clima di malesseree preoccupazione, nel personale mi-litare.

Attacchi, talvolta indiscriminatisulla figura e sull’operato dei citta-dini in divisa, additati sempre più co-me responsabili o essi stessi fonte diogni tipo di inquinamento, si è pianpiano alimentata una situazione ditensione con la popolazione localeche si ripercuote sulla serenità fami-gliare dei soldati impiegati pressola caserma “S. Pisano” di Teulada(CA) e relativo poligono militare.»

«Il personale militare suddetto -ha sottolineato ancora Renato Cam-marata -, ha rappresentato una for-te apprensione per la tutela e l’in-certezza del proprio futuro lavora-tivo, tutto ciò, motivato da un bom-bardamento mediatico inneggiantea totali chiusure dei poligoni mili-tari e riduzioni della presenza deimilitari stessi nella Regione Sarde-gna; parlando di essi solo con il ter-mine “militari” quasi a considerarliun’entità astratta non delle personefisiche che in questa terra di Sarde-gna, vivono, lavorano e crescono ipropri figli tenendo alto anche il no-me della stessa isola, spesso espor-

tando in contesti internazionali quel-le qualità tipiche del popolo Sardo,tali riduzioni sortirebbero a un im-poverimento ulteriore del tessutoeconomico e sociale del territorio.»

«Oggi il poligono militare di Ca-po Teulada, risulta essere la primarealtà economica del Sulcis, dovesono impiegati permanentemente cir-ca 900/1.000 unità (ovviamente conrelative famiglie) e periodicamente

il numero cresce in maniera espo-nenziale con la turnazione dei re-parti in addestramento durante iperiodi di attività del poligono stes-so, per non considerare l’indotto di-retto ed indiretto ad esso legato (ser-vizi, mense, pulizie, manutenzioni,approvvigionamenti ed altro) nel so-lo ultimo anno si sono stipulati con-tratti con 170 ditte del Sulcis Igle-siente per un ammontare di circa 20milioni di euro. Queste cifre per ilsolo Poligono di Teulada - ha con-cluso il delegato Cocer-Esercito -senza includere quello che è per laRegione in termini di economia “ve-ra”, l’intera “Brigata Sassari”.»

Lettera aperta di un militare al governatore della Sardegna

«Oggi il poligono militare di Teuladaè la prima realtà economica del Sulcis»

I bersaglieri del 3° Reggimento della Brigata Sassari di Teulada.

Il Tar della Sardegna ha accoltola richiesta di sospensiva delministero della Difesa sulladelibera della Giunta regionale

n. 36/14 del 16 settembre 2014,«con la quale sono state integratele prescrizioni regionali antincen-dio approvate con la deliberazionen. 14/41 del 18 aprile 2014 con l’art.16 bis ed è stato dato mandato alCorpo Forestale e di Vigilanza Am-bientale, nelle more della predispo-sizione da parte delle Forze Armatedel Piano Antincendi, di rafforzare lavigilanza sulle aree contermini ai po-ligoni militari, in modo da garantireun pronto intervento qualora le cir-costanze lo richiedessero».

Il Tar ha ritenuto che «da un pri-mo esame della controversia nonappare priva di fondamento la cen-sura con cui si contesta la possibi-lità di un intervento unilaterale del-la Regione Sardegna in materia diesercitazioni militari» e «ritenuto cheil ministero della Difesa ha eviden-ziato i gravissimi danni di natura

operativa ed economica che deri-verebbero dall’esecuzione della de-libera impugnata nella parte in cui,prevedendo la sospensione delle at-tività terrestri ed aeree nel periodo

in cui vige lo stato di elevato perico-lo di incendio boschivo, di fatto di-spone la sospensione delle eserci-tazioni in corso; considerato che, nelcorso dell’audizione informale del-le parti, è stato precisato da parte dei

rappresentanti del ministero della Di-fesa che sono stati apprestati mezziidonei per far fronte prontamentead eventuali pericoli di incendio»,ha accolto «la domanda di misura

cautelare monocratica e, per l’effet-to, sospende il provvedimento impu-gnato nella parte di cui in motivazio-ne» ed ha fissato per la trattazione col-legiale la camera di consiglio del 5novembre 2014.

Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva del Ministero

«La Regione non può fermare le esercitazioni»

Il poligono militare di Teulada.

La Provincia del Sulcis IglesienteQuindicinale di informazione politica, economica e sociale

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3La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

L’europarlamentare RenatoSoru, 57 anni, è stato elettonuovo segretario regionale delPD con 19.895 voti (51,20%).

Le primarie hanno espresso un risulta-to prevedibile, come prevedibile era ilnotevole calo di affluenza nei seggiallestiti nelle 8 province sarde.

Considerata la grande alleanza chesosteneva l’ex governatore, è rilevanteil risultato raggiunto dal senatore Igna-zio Angioni, 47 anni, con 14.266 voti(36,72%). Ha ottenuto 4.693 voti(12,08%), infine, Thomas Castangia,il candidato più giovane (39 anni).

Con Renato Soru sono stati eletti83 delegati all’assemblea regionale,con Ignazio Angioni 58, con ThomasCastangia 19.

Nel Sulcis Iglesiente, la vittoriadi Renato Soru è stata più ampia ri-spetto al dato regionale, con 1.314 vo-ti su 2.201 votanti, per una percen-tuale del 59,7; Ignazio Angioni s’èattestato a 687 voti, il 31,21%; ThomasCastangia a 200 voti, il 9,09%. Que-sti i delegati eletti nell’Assemblea re-gionale: lista Soru - Rita Caboni, Va-lentina Cuccu, Maria Cristina Garau,Marinella Grosso, Giacomo Guada-gnini, Emanuele Madeddu ed EnzoPisanu; lista Angioni - Ignazio Atzo-ri, Gino Cadeddu, Elisabetta Fois edAlessandra Murgia; lista Castangia -Sara Marroccu.

Il dato di Cagliari città, viceversa,è molto vicino a quello regionale. Re-nato Soru ha ottenuto 1.274 voti su2.441 votanti, il 52,19%; Ignazio An-gioni 890 voti, il 36,36%; Thomas Ca-stangia 277 voti, l’11,35%.

Le operazioni di voto delle pri-marie del PD hanno fatto emergereancora una volta la singolarità di unregolamento che, prevedendo la par-tecipazione al voto delle elettrici e de-gli elettori che dichiarino di ricono-scersi nella proposta politica del par-tito, di sostenerlo alle elezioni ed ac-cettino di essere registrate nell’albo

pubblico delle elettrici e degli eletto-ri, alla prova dei fatti registra la pre-senza nei seggi, accolti senza obiezio-ne alcuna, di cittadini “chiaramen-te” appartenenti ad altre aree politi-che ed “esplicitamente” ad altri par-titi. Il caso più clamoroso è emerso aOlbia, dove ha votato il deputato Set-timo Nizzi, ex sindaco ed oggi uno deicoordinatori regionali di Forza Italia.

Con l’elezione a segretario regio-nale, Renato Soru ritorna un protago-nista di primissimo piano della politicain Sardegna, ruolo che ricoprirà ancheda europarlamentare, sulla falsariga diquanto avviene in campo nazionale,

dove il premier Matteo Renzi, è anchesegretario nazionale del PD.

Ora sarà interessante verificare iriflessi dell’elezione di Renato Soru su-gli assetti della Giunta Pigliaru. Mol-ti ipotizzano, a breve, un rimpasto inGiunta, con l’ingresso di alcuni uo-mini “vicini” al neo segretario. Comesi ricorderà, Francesco Pigliaru iniziòla sua esperienza politica nel 2004, co-me assessore della Programmazionedella Giunta Soru, dalla quale si dimisein contrasto con l’allora governatore,nell’ottobre 2006.

Nel Sulcis Iglesiente, dove è ma-turata una candidatura unitaria per lasegretaria provinciale, quella di Da-niele Reginali, consigliere comunaledi Iglesias, ci sono state polemichesulle modalità di elezione del segre-tario del circolo di Carbonia.

«Una parte del gruppo dirigentedel partito ha appreso solo dalla stam-pa della convocazione di alcune riu-nioni propedeutiche e della presenzadi un elenco di papabili alla segrete-ria - ha detto Luisa Poggi, consiglierecomunale ed ex assessore della Giun-ta Cherchi -. Riteniamo che se si tieneveramente all’unità del partito, co-me è stato dichiarato in varie occa-sioni, sia doveroso coinvolgere tutti,convocandoli alle riunioni. Al di là deinomi, sui quali non esprimiamo giu-dizi, avremmo voluto conoscere an-che i temi affrontati, perché il nostroterritorio ha bisogno che i partiti af-frontino e cerchino di risolvere i pro-blemi e non si occupino solo di no-mine.»

La replica di Marco Murru, nuo-vo segretario del Circolo PD di Car-bonia, non s’è fatta attendere.

«Niente e nessuno ha vietato (edanche volendo farlo, in modo folleed antidemocratico, non ci sarebbe-ro strumenti per farlo) la presenta-zione di liste che concorressero, nel-l’ambito dei Congressi appena cele-brati, alla composizione degli orga-nismi dirigenti del Partito - ha dichia-rato Marco Murru -. La critica inter-na è sempre attuabile ed esprimibile,come del resto avvenuto a più ripresenel corso di questi ultimi anni, ma visono luoghi deputati a ciò e, con ilmassimo rispetto della stampa e dellavoro fondamentale che i giornalistisvolgono per la società, le pagine deigiornali non rientrano tra questi, so-prattutto per dichiarazioni al vetriolo,che sarebbe meglio esternare in sededi partito, gruppo e maggioranza.»

Giampaolo Cirronis

Il 26 ottobre le elezioni primarie hanno consegnato la segreteria regionale del primo partito all’ex governatore della Sardegna

Renato Soru è il nuovo n° 1 del Partito DemocraticoAnche nell’Isola si è registrato un consistente calo di partecipazione e sono affiorate profonde divisioni tra le diverse anime del partito.

Il caso Port.Al è stato al centrodell’incontro svoltosi il 29 ot-tobre all’assessorato dell’Indu-stria. Dopo il fallimento del-

l’ex Ila, lo stabilimento è stato ac-quisito dal gruppo di Ninetto Deriucon un investimento che fin qui haraggiunto i 7 milioni di euro (neidue anni e mezzo trascorsi dallaacquisizione, sono stati spesi unmilione e mezzo di euro per le solemanutenzioni).

L’azienda è ancora in attesa del-la firma di un decreto della Giun-ta regionale per il via libera all’in-stallazione di un mini parco eoli-co. Tre le pale richieste, due quel-le concesse, in prima battuta, insede di conferenza di servizi, maresta un ostacolo da superare, unanorma legislativa che vieta la rea-lizzazione di nuovi impianti a me-no di tre km dal mare, per supera-re la quale, visto lo stato in cui sitrova l’area industriale, ormai com-promessa dalla presenza delle in-dustrie e del vasto parco eolico del-l’Enel, è necessario un provvedi-mento della Giunta regionale.

Ricordiamo che il gruppo De-riu, già oggi ha 350 dipendenti inservizio, 160 sono quelli prossimial rientro con il rilancio produttivodella Port.Al e 120 quelli previstidal progetto del centro termale Co-quaddus. Senza le pale eoliche lafabbrica non potrebbe riaprire, inquanto il costo dell’energia gra-verebbe in misura eccessiva sullaproduzione e non si capisce pro-prio perché i tempi autorizzativi

debbano essere tanto lunghi, con ilrischio di compromettere l’interoprogetto e il ricollocamento di 160lavoratori diretti ed almeno di uncentinaio indiretti.

All’incontro del 29 ottobre,svoltosi nella sala riunioni al 4°piano del Palazzo di Viale Trento,hanno partecipato l’assessore del-l’Industria, Maria Grazia Piras, le

organizzazioni sindacali, le RSAe l’azienda.

«Dopo un rapido riepilogo delcaso aziendale e la condivisioneche il principale problema risiedenell’elevato costo di approvvigio-namento dell’energia, i presentisono giunti ad un accordo cosìschematizzabile:

• l’assessore dell’Industria si

impegna a:- verificare con gli uffici tecni-

co-amministrativi dell’assessora-to, lo stato dell’iter autorizzativo ele possibili evoluzioni del caso inesame;

- verificare presso il Mise lapercorribilità di soluzioni sul co-sto dell’energia compatibili conle esigenze dell’azienda Port.Al,

del mercato nazionale e del piùampio mercato comunitario;

• coinvolgere nel percorso au-torizzativo la Giunta regionale eil presidente della Regione;

• riconvocare i presenti entroil giorno 14 novembre 2014, conla presenza dell’assessorato del-l’Industria e della Presidenza del-la Regione Sardegna.»

Il caso è stato al centro dell’incontro svoltosi il 29/10 in Viale Trento

Port.Al, nuovo appello alla Regione

Renato Soru.

La Commissione europea hachiuso la procedura d’in-dagine sul caso Carbosul-cis, sentenziando che la Mi-

niera può usufruire ancora di un so-stegno pubblico finalizzato alla suadismissione, come previsto dalle nor-me europee (decisione 787/2010/UE)per accompagnare la graduale ces-sazione della produzione, con “tu-tela ambientale, ricerca ed innova-zione tecnologica, riqualificazionedel personale”.

Ora, come nel più grottesco sche-ma pirandelliano fioccano le di-chiarazioni entusiastiche dell’A.U.(in coro con vari ex assessori e poli-tici), il quale come il “Gengè del-l’Uno, Nessuno e Centomila”, pro-vando ad estraniarsi da se stesso, par-la di “un risultato positivo per unnuovo corso”, anziché della graveresponsabilità di quella classe poli-tica, della quale egli stesso è direttaemanazione, che ha impedito la pos-sibilità concreta di valorizzazionedell’unica risorsa energetica nazio-nale.

Non si illuda, quelle “masche-re”, così come nel romanzo, reste-ranno tali. La realtà, che rimarrà nel-la storia, è che “Lorsignori” hannoportato la Miniera, e quello che rap-presenta nel territorio, al disastro to-tale: da una parte per l’incapacità, laspecifica incompetenza e la super-ficialità (certificate anche dal Con-siglio regionale); e dall’altra morti-ficando chi ha operato nelle galleriecome nella ricerca di soluzioni tec-nologiche che avrebbero permessoben altra opportunità e sorte allaCarbosulcis.

Il tutto condito dal peggior eser-cizio clientelare del potere e senzaalcuna remora nei riguardi del pa-trimonio umano, professionale, tec-nologico, operativo e culturale, ver-so il quale è in atto anche il peggiorsciacallaggio industriale. è, infatti,di questi giorni, la notizia della de-cisione di Carbosulcis per la cessio-

ne, per qualche spicciolo, a Sotacar-bo (della quale è presidente il D.G.della Carbosulcis), del Lavoro e del-l’attività di ricerca costati impegnoe circa 5 milioni di euro. Situazio-ne, se ce ne fosse bisogno, che evi-denzia ancora più chiaramente ilconflitto di interessi di chi, nel tem-po, avrebbe dovuto gestire le com-petenze tecniche e professionali del-la Carbosulcis, miranti ad attuareRICERCA E INNOVAZIONE afavore della miniera e della propriaproduzione, mentre invece ne ha eli-minato attività e reparti.

Come è decisamente gattopar-diano quanto dicono vada aperta-

mente affermando l’A.U. rispetto al-la sua sicurezza di restare alla guidadi Carbosulcis: per la sua vicinanzaall’attuale assessore dell’Industria eper il suo sostegno verso il deputa-to europeo e candidato alla leaders-hip del PD sardo.

Infine, a conferma dell’assenzadi gestione industriale, a favore diquella politica e clientelare, con lamoltiplicazione della comunicazio-ne interna ed esterna all’azienda,sulla disponibilità di milioni di europer buonuscite e incentivazioni al-

l’esodo, sui quali avrebbe ampia ge-stione e discrezionalità.

Noi continuiamo a pensare chesia perlomeno paradossale che i re-sponsabili del disastro gestionaledella realtà produttiva (ed emana-zione del Governo regionale peg-giore e deleterio della Storia del-l’Autonomia della Sardegna), pos-sano essere anche i gestori della fa-se, che deve accompagnare la So-cietà alla dismissione, attraverso lelinee fondamentali della ricerca, ri-conversione, riqualificazione e rioc-cupazione!

Da marzo proponiamo questoquesito alla Regione nella sua qua-

lità di Azionista Unico, che ha sem-pre spostato la risposta all’esito del-la determinazione della Commis-sione europea. Ora che è arrivatavorremmo vedere l’atteso nuovo cor-so di gestione, di competenza, di se-rietà, passione e moralità per evita-re che si passi dalla commedia almelodramma, e che al conclamatodanno si aggiunga altra beffa!

Roberto PudduSegretario Generale

della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente

La posizione della CGIL sul futuro della miniera di Monte Sinni

Carbosulcis, l’aspettativa della nuova fase

La miniera di Nuraxi Figus.

Ninetto Deriu.

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4 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

Fatta eccezione perIglesias, che comegià visto compren-deva una gran par-

te degli abitanti del Sulcis,anche se oltre la metà di es-si viveva dispersa nei sal-ti e veniva in città, al mas-simo, una volta all’anno,poche erano le ville e pochi

gli abitatori stabili.I pochi villaggi erano pressoché isolati tra di

loro e dalla città d’Iglesias. Non vi erano stradecarrabili se non quella che univa il capoluogodi provincia, Iglesias, a Cagliari. La strada realeche l’avrebbe congiunta con Sant’Antioco e ilsuo porto sarebbe stata costruita solo nel 1860.I sentieri, percorribili a piedi o a dorso di ca-valcature, in inverno si trasformavano in tor-renti. Come descritto nei documenti, il Vescovostesso faceva le sue visite pastorali nella tardaprimavera e ancora con qualche difficoltà, erasufficiente un acquazzone perché si gonfias-sero i fiumiciattoli rendendone impossibile ilguado. Per coprire, a cavallo, la distanza daIglesias a Sant’Antioco, con il tempo clemen-te, erano necessarie sei ore; a piedi o con uncarro a buoi, unico mezzo di trasporto possi-bile di derrate o merci di ogni tipo, i tempi siallungavano fino ad un giorno e mezzo. Quattroore buone a cavallo, erano necessarie per muo-versi da Villamassargia a Serbariu, come ripor-tato appunto nei verbali delle Cause Criminalidella Reale Udienza, relativi all’inchiesta perl’omicidio di un bracciante nel salto di Serbariu,nel furriadroxiu Musteddinu; ancora nel 1850, algiudice mandamentale e al suo segretario, perraggiungere a cavallo il luogo del delitto, interritorio di Serbariu occorsero quattro ore dicavallo. Un giorno intero, di buon passo a ca-vallo, in condizioni climatiche favorevoli, eranecessario per arrivare da Iglesias a Teulada,la villa più lontana della diocesi.

All’inizio di Giugno poi, ogni traffico siarrestava per il timore dell’intemperie, la ma-laria, che imperversava in quelle contrade. Imalcapitati, che fossero obbligati a muoversiper il proprio uffizio, erano certi di scontare latemerarietà con le febbri malariche procuratedalla puntura della zanzara anofele che proli-ferava nelle maremme ed acquitrini che siestendevano dal salto di Coderra, fin versoPalmas, la costa e le colline. I funzionari piemon-tesi che venivano trasferiti in Sardegna, spessoper punizione, si ammalavano di malaria e, sop-portando peggio dei nativi, l’assalto del Plasmo-dium malariae, la gran parte di essi moriva.

Anche per queste ragioni la crescita demo-grafica era bassa e desolate le campagne.

Nella relazione attribuita al Vicario Gene-rale, la villa di Carloforte, fondata nel 1737 dauna colonia di pegliesi di Tabarka è l’unico in-sediamento, a parte Iglesias, ad essere defini-to Città (sic).

Vengono poi citate le Ville di Teulada, Do-musnovas, Villamassargia e Musei, le popola-zioni di Sant’Antioco e di Portoscuso.

I dati presenti nei documenti in esame, per-mettono di disegnare una mappa dello statodel ripopolamento del Sulcis nella prima metàdel ‘700. Relativamente a Sant’Antioco, è pos-sibile confrontare diverse fonti, di natura siaecclesiastica che laica.

L’Intendente Generale di Sardegna, Fran-cesco Cordara, Conte di Calamandrana, coa-diuvato dal maggiore Bressone, esperto di ar-chitettura militare, da un Regio Misuratore e daaltri collaboratori aveva fatto, personalmenteun’ispezione della penisola sulcitana, rilevan-do e facendo rilevare tutta una serie di dati cheverranno poi riportati nella successiva relazio-ne datata 1755, tutti raccolti in un voluminosofaldone, custodito nell’Archivio di Stato di To-rino, denominato Sardegna Feudi, Sant’Antio-co-Iglesias, da confrontare con le informazioni,relative agli anni 1761-1764 contenute nel co-dice, inedito, riguardante la diocesi di Iglesias.

L’isola o penisola di Sant’Antioco contavanel 1754 trecentodue abitanti stabili, per lo piùaffittuari o famigli di nobili e cavalieri di Igle-sias i quali possedevano nell’isola del Santo,terreni e case, nelle quali abitavano contadini epastori, per tutto l’arco dell’anno «in società conpadroni iglesienti, altri il suo, altri l’altrui be-stiame pascendo, col vantaggio delle dette abi-tazioni, senza spesa d’affitto, ma con la condi-zione di lasciarle in tempo della Festa». Era,con ogni probabilità, ritenuto utile al prestigiosociale aver casa nell’isola dove, in occasionedella festa, si ritrovavano le persone più illustridel regno, talvolta lo stesso Viceré e l’Arcive-scovo di Cagliari.

Nell’isola erano allevate 500 vacche, 2.000capre e 600 pecore e, a detta dell’agrimenso-re, di cui ci è stato tramandato il nome, Filip-po Griseri, il terreno seminativo poteva esserraddoppiato e dare quindi sostentamento ad unapiù numerosa popolazione.

Gli 800 olivastri contati, potevano esser tuttiinnestati ad olivi, così da dare una produzionedi olio più che dignitosa; sfortunatamente nonv’era legname atto alla costruzione di case;questo poteva però essere preso nei territori di

Iglesias, Villamassargia, Santadi, Piscinas o Teu-lada, tutti ad un giorno e mezzo di strada conil carro a buoi, anche perché le strade erano,come già detto, praticamente inesistenti. Percontro, erano abbondanti le pietre calcaree perla preparazione della calcina.

Nell’anno in cui venne stesa la relazione lecase abitate erano 49, i casolari e gli edifici comestalle o magazzini 10, le capanne sparse per lacampagna e nelle vicinanze dell’abitato 23,mentre 63 erano sparse nelle campagne; inoltre,caso unico nel Sulcis, vi erano 116 grotte, re-sti di antichi ipogei; venivano occupate, in oc-casione della festa del Santo, dai pellegrini chevi trovavano ospitalità, o dai proprietari igle-

sienti che le utilizzavano per la stessa occasione.Due sole di queste spelonche erano abitatestabilmente per tutto l’anno.

La maggioranza delle costruzioni erano rag-gruppate intorno alla chiesa del Santo, sullaparte alta della collinetta nota come sa guardiade su pisu. Appena più in basso, dove ora c’è lapiazzetta che ne ricorda il nome, vi era la chieset-ta, ormai cadente, di Santa Rosa, la madre di An-tioco secondo un’antica tradizione popolare, giàinterdetta dall’arcivescovo monsignor Fallet-ti, ed utilizzata per la sepoltura dei defunti.

L’edificio più grande e di maggior valore,fatta eccezione per la chiesa, tra quelli esistenti,era di proprietà della città d’Iglesias e valutatointorno alle 3.650 lire piemontesi. Veniva uti-lizzato per ospitarvi persone illustri e i rappre-sentanti del comune che colà si recavano in oc-casione delle feste del Santo. Era una costru-zione a due piani che, oltre alle diverse came-re, era sede, nel piano terreno, della prigionedel villaggio perché, nonostante il vescovo viesercitasse i diritti baronali, l’ordine pubblicoera assicurato, da sempre, dal Capitano di Giu-stizia di Iglesias che, in quegli anni era Don

Agostino Salazar. La casa era composta di duepiani, al piano superiore camere cinque consternito (Pavimento - in forma dialettale piemon-tese) di mattoni e calcina, muraglie di terra epietre, imboccate (intonacate) alle sue due facce,in calcina, il coperto pendicio a due parti (il tettoinclinato a due spioventi) et il piano di terracomposto di camere tre ed una prigione; avu-to riguardo al buono stato si trova detta casa,si è stimata in Lire Piem. 3650.

I principali edifici del piccolo abitato eranodi proprietà di nobili iglesienti o di religiosi diun certo prestigio.

Avevano casa in ottimo stato, nell’isola diSant’Antico i Reverendi padri Gesuiti, com-posta di sei stanze e il tetto a due pendenze, conun bel giardino e un porticato chiuso da unparapetto in muratura. La casa era abitazione,per tutto il corso dell’anno di Sebastian Bulle-gas che vi dimorava con la sua famiglia.

I PP. Conventuali di San Francesco di Iglesiaspossedevano una casa, non accanto alla chie-sa, ma in regione Canai, oltre a terre aratorie.

Don Nicola Salazar, arcidiacono della cat-tedrale e seconda dignità del capitolo posse-deva una casa. Il M. R. Don Michele Pes, ar-ciprete e Vicario Capitolare, era proprietario diterre aratorie.

Il capitolo di Iglesias possedeva una casa

che ospitava il curato, Francesco Pintus il quale,a sua volta, era proprietario di due capanne ecinquanta pecore in regione pispisia. La casadel Capitolo era un edificio a due piani, appe-na discosto dalla chiesa, utilizzato dai canonicinelle ricorrenze festive, con cinque stanze alpiano terra e tre a quello superiore, più alcunebotteghe che venivano utilizzate da mercanti,nel corso della festa.

Il Capitolo possedeva altre due piccole ca-se, a due piani di recente costruzione, una adestra e l’altra a sinistra della chiesa, con il pia-no terra aperto a porticato per fungere da bot-teghe in occasione della festa.

Anche l’eremitano, che custodiva la chiesaper il resto dell’anno, possedeva una capannae terre aratorie.

Vi erano poi le case del nobili iglesienti, tutteabitate da affittuari, mezzadri o servitori che lecustodivano per conto dei proprietari. Avevanodei possedimenti: Il nobile don Fadda, DonnaMatia de Espinosa, don Pietro Usay, don Ema-nuele Angioy, don Gavino Salazar, capitano digiustizia di Iglesias e con giurisdizione a San-t’Antioco per le cause criminali e ordine pub-blico, quasi il fatto di possedere casa nell’isoladel Santo Patrono costituisse una sorta di statussymbol, un irrinunciabile punto di prestigio.

Tutte queste costruzioni servivano da abi-tazione per le 300 persone che vi vivevanostabilmente, pur con qualche disagio, per tuttol’anno.

L’economia, era da considerarsi di pura sus-sistenza, prova ne sia che la gran parte di quan-to necessario all’alimentazione e ai consumiprimari, proveniva dai prodotti del luogo.

L’olio era quello chiamato Ollu de Stincu,ovvero prodotto dalle bacche del lentischio,abbondante nella macchia dell’isola. Il pane,prodotto dalle farine di frumento locale, è l’u-nico alimento di cui hanno una certa abbon-danza, vien consumato con qualche pezzo diformaggio. Assai rara la carne sulla mensa de-gli abitanti, come frutta, qualche dattero e mirtoselvatico. Talmente misera era la vita di queivillici che poche erano le coppie che poteva-no sposarsi, non essendo in grado di garantirela sussistenza alla famiglia.

Per di più, nonostante da qualche anno fossepresente un cappellano nominato e pagato dalCapitolo, gli abitanti erano costretti, per spo-sarsi a recarsi ad Iglesias, perché il curato delVillaggio poteva amministrare solo i sacramentidel battesimo e dell’Estrema Unzione.

Nel quarto dei quinque libri, quello dei mor-ti, sono riportate, oltre all’annotazione del de-cesso, l’autorizzazione che il Vicario Generaledava al cappellano, di seppellire il defunto nellachiesetta di santa Rosa, ormai destinata a quel-l’unico scopo.

Spostarsi in città, come già visto non era unoscherzo. Anche le puerpere per partorire do-vevano andare presso i parenti ad Iglesias, af-frontando il viaggio disagevole anche nella brut-ta stagione e talvolta, si può immaginare, in si-tuazioni di estrema urgenza.

La lana era filata dalle bestie allevate dai re-sidenti e ogni donna filava e tesseva la lanagrezza che costituiva il tessuto con il quale con-fezionare gli indumenti per tutta la famiglia.

Nel 1756, nella parte “battesimi” dei quin-que libri della novella comunità, furono regi-strate le prime tre nascite e altre 277 nei quin-dici anni successivi. Il primo matrimonio fucelebrato solo nel 1761. A partire da quella da-ta, osservando il luogo di provenienza deglisposi, notiamo che in maggioranza provenivanoda Iglesias, ma vi era anche chi veniva da Vil-lacidro, Fluminimaggiore, Portoscuso, Teula-da, Villa Speciosa e Cagliari. I morti, tra glianni 1756 e 1770 furono 111, ma non possiamosapere quanti erano originari di Sant’Antioco, inquanto, per 63 di essi, non è specificato il luogodi origine, ma essendoci tra questi ben 47 bam-bini, è probabile fossero nati nell’isola.

Dai dati in nostro possesso, possiamo con-cludere che il numero di residenti crescesserapidamente se, dopo appena due lustri, nellevisite pastorali, si riportavano circa 500 abitanti.Dopo circa un secolo, nel 1844, Sant’Antioco,nonostante l’ultima incursione dei barbareschisi fosse verificata nel 1815, con la cattura di 158antiochensi, era ormai divenuto un grosso vil-laggio, con 2.610 abitanti, protetto da un fortecon guarnigione e artiglierie, in grado di rin-tuzzare ulteriori incursioni e quindi capace dicostituire un polo di attrazione per nuovi abitatori.

Portoscuso era costituito, nel 1762, da pochecase, raggruppate intorno alla chiesa di SantaMaria d’Itria, in prossimità della tonnara SuPranu. Gli abitanti erano così pochi che veni-vano conteggiati tra quelli della parrocchia diSanta Chiara di Iglesias: il numero crescevasensibilmente nella stagione delle tonnare. Perquanto riguarda l’amministrazione religiosa,la chiesa di Portoscuso dipendeva da quella diSant’Andrea di Gonnesa, il cui beneficiato ri-scuoteva i diritti di sepoltura.

Il Duca di San Pietro, feudatario dell’isolaomonima, per suo privilegio provvedeva allanomina e alla retribuzione sia del parroco diCarloforte, sia a quella del cappellano di Puer-to Escus, come riportato nella relazione del Vi-

sitator, arcidiacono Diego Salazar: Tambien enla Isla desan Pedro esta la Iglesia Parroqle, en laque està el V.o parroquial oara administar… unotra en Puerto Escus, donde hay un cappellanque sierve para celebrar… y amboslos nombray ly paga el Illmo Duque de San Pedro…

Era usuale che, i villaggi delle tonnare, conle casette per i tonnarotti e l’abitazione padro-nale, fossero dotate di una chiesa per la cele-brazione della messa quando, in periodo di mat-tanza, si animavano con decine di presenze.Così anche la tonnara di Porto Palla, (PortoPaglia, all’estremità meridionale della spiag-gia di Funtana Mare) di proprietà di don Ste-fano Brunengo, conte di Monteleone, aveva

la sua chiesa e il suo cappellano. Carloforte che, pur essendo stato fondato nel

1737, appena 25 anni prima, contava di giàoltre mille abitanti, tutti poveri ma laboriosi,seguivano con assiduità le funzioni religiose,anche se, le loro donne, erano ritenute, un po-co troppo libere nei costumi. E però probabi-le che questo giudizio fosse eccessivamente“burocratico”, provocato dal fatto che le gio-vani copie che si aggiungevano alla colonia,provenienti da Tabarca, non avevano spesso,formalizzata la loro unione, in quanto nell’i-solotto tunisino non era presente un parroco,il vincolo veniva però formalizzato non appe-na era data loro la possibilità.

Il resto della popolazione che popolava i saltidel Sulcis, era dispersa in piccoli e piccolissimiagglomerati di capanne, intorno alle antichechiese che erano sopravvissute al trascorrere deisecoli. Tratalias, nonostante la bella cattedraleRomanica era deserta, Masainas era poco più cheun furriadroxiu, così pure Perdaxius con le duechiesette di San Giacomo e San Leonardo.

In queste chiese rurali, non si tenevano rego-lari funzioni religiose; si celebrava la messa,

una volta all’anno, per la festa del Patrono titola-re e, per l’occasione, si teneva anche una fieranella quale, i cussorgiali avevano la possibilitàdi approvvigionarsi di qualche suppellettile efare anche qualche piccola spesa voluttuaria,oltre naturalmente a mondarsi, come prescritto,dei peccati commessi nei lunghi intervalli tem-porali tra una ricorrenza religiosa e l’altra.

Sappiamo dalla relazione del Vicario Capito-lare che tali feste erano attese e frequentatissimedai popolani come dai sacerdoti poveri che ap-profittavano di quelle occasioni per mangiare conabbondanza e compensare così i giorni di magra.

Unica Villa, di quel territorio desolato che erail Sulcis in quegli anni, Teulada, situata all’e-stremo sud della diocesi a qualche chilometrodal mare, con i suoi più di 2000 abitanti, era al-lora feudo di uno dei rami della famiglia San-just, un’antica casata di origini iberiche, venutain Sardegna al seguito dell’infante Alfonso diAragona, con l’armata di conquista dell’Isola.

Sembra dal codice cartaceo relativo allevisite pastorali, che, nel territorio di Teuladaoperassero diversi facinorosi, tanto che il feu-datario, per tenerli in soggezione, vi dimorasseper buona parte dell’anno, abitando nel palaz-zo baronale che ancora esiste e sul cui porto-ne principale è visibile lo stemma gentilizio:«Un monte con tre cime sul quale splende, in

un cielo azzurro, un sole d’oro, sormontato daun elmo d’acciaio ornato da pennacchi».

è invece scomparsa l’epigrafe, citata neldocumento della visita pastorale che, nel 1764,ornava il frontone della chiesa parrocchiale,sotto l’invocazione della Beata Maria del Mon-te Carmelo, di Sant’Antonio di Padova e diSant’Antioco che così recitava: «Hanc eccle-siam parroquialem mandavit suis expensis,Don Antonio Catalan huius baroniae Dominus,hac baro anno 1680». Don Antonio Catalanera membro di una famiglia di mercanti diorigine provenzale e ottenne il cavalierato e lanobiltà nel 1678. La famiglia si estinse nel corsodel XVIII secolo; feudo e titolo si trasferirono,per matrimonio ai Sanjust.

L’epigrafe, presente nel 1762, è oggi scom-parsa; forse nel corso dei diversi rifacimenti acui la chiesa venne sottoposta negli ultimi 250anni, nei quali mutò anche l’orientamento dellafacciata, fu ricoperta da uno strato di intonacoo rimossa dalla parete in cui era stata murata.

Nel resto del territorio sulcitano, gli abi-tanti erano pochi e distribuiti in un’area vastae semiselvaggia. Scomparse le antiche ville me-dioevali, restavano al loro posto pochi ruderie qualche chiesa che i pastori che stazionava-no in quei luoghi, per curare il bestiame ovinoo bovino, frequentavano, almeno saltuaria-mente come unico riferimento e punto di rife-rimento, un embrione di aggregazione socialeche, nel secolo successivo si sarebbe evolutoper dar evita ai primi boddeus, i quali si trasfor-meranno, nella seconda metà del XIX secolonei nuovi comuni.

Così Piscinas, sede anticamente di termeromane, aveva già poche casupole raggruppa-te intorno alla chiesa, i cui pochi abitanti pasco-lavano vacche, pecore e capre.

Gibba, poche casupole di fango, con pocaterra coltivata intorno.

Masainas, nel territorio del marchesato diVilla Sidro e Palmas, ma sottoposta alla regiagiurisdizione e considerata porto reale per lasua vicinanza a Porto Buttis, con numerose sor-genti di buona acqua e territori che potevanoessere seminati.

Santadi, l’antica Sant’Agata, feudo della mi-tra (del vescovo sulcitan/eccelesiense), sotto-posto però alla giurisdizione del capitano digiustizia di Iglesias. Vi si allevava numerosobestiame; pochi i terreni coltivati rispetto a quel-li incolti, nonostante la dovizia di acque.

Intorno alla chiesa di San Nicola si stavaconsolidando un primo embrione di villaggio,cosa dimostrata anche dal fatto che colà avevasede il primo e, per il momento, unico cappella-no con cura d’anime di tutto quel vasto territoriodella scomparsa curatoria giudicale. Si dice-va, nella relazione attribuita al Vicario, che…hay otras tres iglesias de tantes destructas, sinhaver senal enteiado… una en el salto de San-tadi... non specifica di che chiesa si trattasse,ma è assai probabile fosse quella antica dedi-cata a Sant’Agata, da cui derivò, in seguito ilnome stesso della villa, dato che, in quegli an-ni, era usata dal cappellano la chiesa di SanNicola. I resti della chiesa di Sant’Agata sor-gevano in quella parte di paese oggi nota comeSantadi Basso presso la riva sinistra del rioMannu. Come riporta, la professoressa Pinnanel suo libro su Santadi, Nuxis e Villa Peruccio:«Completamente distrutta, si trova in area pri-vata. Agli inizi del secolo (XX), furono distruttii resti dei muri e i materiali usati dai proprie-tari del terreno per costruirsi una casa. Pres-so la casa erano i resti di un convento e un cimi-tero. Le tombe furono utilizzate per abbeverareil bestiame. Lapidi e pietre tombali buttate frale siepi o utilizzate dalle donne per lavare i pan-ni al fiume».

Le rendite della chiesa parrocchiale, eranodi pertinenza del vescovo, così come quelle diTrattalias, dove si trovava e si trova tutt’ora,la bella chiesa romanica di Santa Maria utiliz-zata, per qualche tempo, quale cattedra vesco-vile dei Presuli Sulcitani prima che la sede fos-se trasferita ad Iglesias.

La relazione del Vicerè, prosegue citandole antiche ville medioevali, completamentespopolate di Villa Peruccio e Tuluj, da temposcomparse, nonostante a Tuluj vi fosse statauna basilica, dedicata al culto di San Giorgio, dicui si era persa ogni traccia. I due territori era-no, in quegli anni, contesi tra due nobili igle-siente, don Francesco Otger e don Antonio deLuna, i quali ritenevano entrambi di essere ti-tolari del dominio.

Tutti questi luoghi erano, purtroppo, afflit-ti dalla malaria, di cui si ignoravano le causema che colpiva, donne, uomini e bambini con lastessa perniciosità, con febbri alte e intermitten-ti che fiaccavano le forze finanche alla morte.

Di seguito, vengono citati, alcuni territori,come ad esempio il salto di Oridda, ricchi diacque e boschi, in grado di dare sostentamen-to ad una numerosa popolazione, ma che ri-manevano deserti, in parte per la distanza dal-la città di Iglesias ma, soprattutto, a causa del-l’ostilità degli abitanti di Arbus e per il peri-colo costante di grassazioni e rapine, assai fre-quenti nei luoghi isolati.

(continua) - Giuseppe Mura

I dati presenti nei documenti esaminati permettono di disegnare una mappa dello stato del ripopolamento del Sulcis

I villaggi del Sulcis nella metà del ‘700L’isola o penisola di Sant’Antioco, nel 1754 contava 302 abitanti stabii, per lo più affittuari o famigli di nobili e cavalieri di Iglesias.

La relazione del Conte di Calamandrana. Stemma nobiliare della famiglia Sanjust.

Faldone custodito nell’Archivio Storico di Torino. Comunicazione del Vicario Generale.

Giuseppe Mura.

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5La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

èpassato quasi un anno dallachiusura del ponte sulla stra-da provinciale n° 2 che por-ta all’ingresso di Carbonia.

Il 21 novembre 2013, in seguito alleforti piogge che si abbatterono sul-l’Isola, un grosso pezzo di cementoarmato si staccò da una parete dellastruttura, provocando gravi pericoliper gli automobilisti. La Provincia diCarbonia Iglesias, con apposita ordi-nanza, stabilì immediatamente la chiu-sura della SP2 tra i chilometri 53.700e 54.500, fino al ripristino totale del-la sicurezza. Ma da allora le cose nonsono cambiate, e ancora adesso i mi-gliaia di automobilisti che quotidia-namente transitano su quel tratto distrada sono costretti a un’autentica gin-cana tra le vie di campagna che col-legano Genna Corriga alla frazione diBarbusi.

Tanti i disagi, soprattutto per gliautisti dei mezzi pesanti, costretti adestreggiarsi in mezzo a curve e stradestrette che mai prima d’ora avevanodovuto sopportare un traffico tanto in-tenso. Ma nel corso dell’estate si so-no registrati anche numerosi casi diautovetture terminate fuori dalla car-reggiata a causa dell’illuminazione pre-caria e dell’asfalto reso viscido dalleprime piogge.

Non un bel biglietto da visita, in-somma, per la città di Carbonia. Lasituazione però è diventata insosteni-bile in particolar modo per i residentidella zona, ovvero gli abitanti di Gen-na Corriga e Seddargia, in tutto circaduecento famiglie pressoché dimen-ticate dalle amministrazioni. Da quasiun anno a questa parte, chi da Car-bonia si reca nei centri urbani dell’e-strema periferia è costretto ad allun-gare il percorso di circa quattro chi-lometri, con notevoli aggravi nelle spe-se per il carburante.

«Non è più possibile tollerare que-sta situazione - sottolinea con fermez-za Carlo Concas, abitante nella bor-gata di Genna Corriga - siamo consa-pevoli delle difficoltà economiche conle quali gli amministratori devono con-frontarsi, ma dopo undici mesi di at-tesa esigiamo che la viabilità vengamigliorata».

Una, in particolare, la richiesta:

«Ripensare il sistema della circola-zione, tenendo presenti anche le ne-cessità dei residenti, e non solo quel-le di chi proviene da fuori città».

Per venire incontro alle esigenze

di tutti, in fondo, potrebbe bastare po-co: «La realizzazione di una rotatoriaprovvisoria e il ripristino del doppiosenso di marcia sulla strada paralle-la alla SP2. Una soluzione che cre-diamo possa accontentare sia chi tran-sita verso Carbonia, che gli abitanti

del posto, in attesa del ripristino com-pleto del ponte di Barbusi».

Sul fronte burocratico, intanto, simuove ben poco. L’ente provinciale,già nei primi mesi del 2014, aveva

presentato una formale richiesta difinanziamento all’Amministrazioneregionale, la quale aveva tuttavia de-clinato a causa delle gravi situazionifinanziarie in cui versavano (e conti-

nuano a versare) gli altri contesti ter-ritoriali. Il 14 marzo la Gestione Com-missariale della ex Provincia di Car-bonia Iglesias aveva invece approva-to il Conto Consuntivo della gestio-ne 2013, liberando le necessarie ri-sorse per l’affidamento dell’incarico

di progettazione. Da allora, però, nes-suna novità sostanziale, e sulla SP2 idisagi continuano a essere all’ordinedel giorno.

Roberto Rubiu

è passato quasi un anno dalla chiusura del ponte sulla strada provinciale n° 2, gravemente lesionato dalle forti piogge

Disagi infiniti sulla SP 2 all’altezza di BarbusiIl 14 marzo la Gestione commissariale dell’ex Provincia ha stanziato le risorse ma i tempi burocratici sono lunghissimi.

Si è parlato di turismo attivoalcune settimane fa, nei lo-cali dell’ex Esmas di SanGiovanni Suergiu, in un in-

contro dibattito sulle iniziative del-l’assessorato regionale ai Lavori pub-blici per la costituzione di una reteintegrata di piste ciclabili e percor-si escursionistici, ai quali sono statiinvitati gli operatori del turismo at-tivo, imprese e privati cittadini che sioccupano di cicloturismo, ippovie,escursionismo e turismo sportivo.

Hanno partecipato diversi ope-ratori del settore, che hanno offertoi dati del turismo attivo nel Sulcis,mettendo in evidenza criticità e pun-ti di forza. è stata anche l’occasio-ne per ribadire alcune posizioni delPartito dei Sardi sulle questioni cheriguardano il territorio, partendo dal-l’emergenza occupazionale e dallanecessità di un deciso cambiamentodi governance che rilanci il Sulcis ecrei nuove prospettive di sviluppo elavoro per i cittadini, oltre che sulleattività del Partito in Giunta e inConsiglio regionale.

Dopo la presentazione di LucaSarriu, coordinatore provinciale delPartito dei Sardi, Sabrina Sabiu hasvolto una dettagliata relazione sto-rica sul territorio e sulle potenzialitàdello stesso nel campo del turismo

attivo. Sono seguiti diversi interven-ti, tra i quali quello di Marco Anto-nio Piras, sindaco di Tratalias, cheha sollecitato l’approvazione di unanorma per la regolamentazione del-la pesca sportiva nei laghi, poten-zialmente molto importante per unturismo di nicchia in grado di pro-

durre reddito; Giampiero Pinna, pre-sidente dell’associazione Pozzo Sellae della Consulta delle associazionidel Parco Geominerario, che si è sof-fermato sulle opportunità offertedall’escursionismo e sul progetto delCammino di Santa Barbara; Marco

Orrù, responsabile dell’associazioneKite Sardegna, che ha sottolineato lanecessità di creare le condizioni perfavorire la scelta del Sulcis da partedegli appassionati di questa disciplina,per lo svolgimento della stessa, crean-do opportunità per i giorni in cui lecondizioni meteorologiche, per la

mancanza di vento, non consentonole uscite in mare.

Hanno concluso il dibattito, gliinterventi del consigliere regionaleAugusto Cherchi e del coordinato-re regionale del Partito dei Sardi,Franciscu Sedda.

Il Partito dei sardi ha organizzato un convegno nei locali ex Emas

Turismo attivo per il Sulcis Iglesiente

Il convegno svoltosi nei locali ex Esmas di San Giovanni Suergiu.

Ottavia Salidu, la più lon-geva nonnina di Sant’An-tioco e del Sulcis, nata il12 ottobre 1909, ha com-

piuto 105 anni. A festeggiarla, nellasua casa di piazza Parrocchia, i suoitre figli, di cui due risiedono a San-t’Antioco, sei nipoti e due pronipo-ti, insieme ai parenti e conoscenti chele hanno fatto visita per tutta la gior-nata.

Nonna Ottavia vive da sola, èarzilla e ancora autosufficiente. So-lo da qualche anno, i figli le hannoaffiancato una badante che le facompagnia e alla quale vuole benecome ad una figlia. Sempre lucida econ una memoria di ferro, OttaviaSalidu, prima di tagliare la torta sul-la quale spiccava il numero 105, haricordato, tra tanti fiori e regali, mo-menti importanti della sua vita.

Nonna Ottavia da oltre un seco-lo, infatti, è testimone e memoria

storica dei tanti avvenimenti succe-dutesi in città. Ricorda ancora per-sino le poesie imparate a scuola che

ha iniziato a frequentare nel periododella grande guerra. Ama racconta-re quando, ancora giovinetta, si re-cava nella campagna del padre ap-pena fuori città, per innaffiare l’or-to e raccogliere la frutta. «C’era ditutto - ricorda - aranci, mele e li-moni».

Tra i suoi ricordi più belli, la vi-ta vissuta col marito Nicolino, chel’ha lasciata vedova trent’anni fa, iviaggi fatti dopo l’ultima guerra. èstata a Torino, Roma e due volte inAlgeria, dove si è recata a trovare ilfiglio Mario che lavorava nel paesedel nord Africa.

«è una gioia che sia ancora connoi - dice il figlio Mario - speriamopossa continuare ancora per moltianni.»

Tito Siddi

www.tentazionidellapenna.com

Ottavia Salidu ha raggiunto un altro straordinario traguardo

Il 105° compleanno tra figli, nipoti e pronipoti

Ottavia Salidu.

Gianluigi Rubiu, capogrup-po dell’Udc in Consiglioregionale, lancia l’allarmesul futuro dell’Arst, l’a-

zienda isolana che conta oltre 2.500dipendenti. L’esponente centrista hapresentato un’interrogazione urgenteall’assessore dei trasporti, MassimoDeiana, sulla situazione della società.

«Si tratta di un’importante risor-

sa pubblica per la nostra Isola -denuncia Rubiu - che gestisce la qua-si totalità delle autolinee extraurba-ne, il trasporto urbano su gomma inalcuni Comuni, oltre alla rete ferro-viaria a scartamento ridotto, i ser-vizi di metrotranvia di Cagliari eSassari. Non si dimentichi il TreninoVerde che opera in ambito turisticocon il collegamento tra diversi centri

di interesse ambientale e culturale.Ebbene, da un incontro tenutosi trai sindacati e i vertici dell’azienda re-gionale di trasporto, sarebbe scatu-rito fuori un quadro allarmante chedesta grande preoccupazione perle prospettive dell’azienda. Di fatto,ai rappresentanti dei lavoratori so-no state confermate, le indiscrezioni,addirittura in peggio, sulla dramma-

tica situazione finanziaria dell’azien-da che, in meno di un anno - tra no-vembre 2013 e settembre 2014 - è pas-sata da un credito vantato nei confron-ti della Regione di 70 milioni di euro al-l’attuale di oltre 90 milioni di euro».

Gianluigi Rubiu mette in guar-dia la Giunta Pigliaru. «Non è con-cepibile assistere al decadimento diquesta azienda senza che si faccia

nulla - sottolinea il capogruppo del-l’Udc -. Non è inoltre ammissibile ilforte ritardo nell’erogazione dei con-tributi in conto esercizio. Non ba-sta. Sembra assurdo che non venga-no assegnate le risorse necessarie pergli investimenti su infrastrutture emateriale rotabile».

L’appello di Gianluigu Rubiu èchiaro: «L’Arst è una delle aziende

modello in Sardegna. Si potenzi il suoruolo, soprattutto nelle zone più a ri-schio. Il Sulcis Iglesiente, ad esempio,avrebbe necessità di un incrementodi tratte per la zona di Cagliari edell’area vasta, visto che una largafetta di studenti frequenta l’ateneo delcapoluogo e un grande numero dilavoratori pendolari usufruisconodel servizio».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, lancia l’allarme

«Il futuro dell’Arst è fortemente a rischio»

Il consigliere regionale Gianluigi Rubiu. Gli autobus Arst del servizio urbano di Carbonia, Iglesias e Carloforte.

Venerdì 17 ottobre la Giuntacomunale di Carbonia haapprovato un’importantedelibera per l’adeguamen-

to dell’impianto di trattamento deirifiuti, in prossimità della discaricadi Sa Terredda.

«Con quest’ultimo intervento -spiega Franco Manca, assessore del-l’Ambiente del comune di Carbonia -l’impianto, utilizzato per il tratta-mento dei rifiuti indifferenziati, sa-rà impiegato anche per la trasfor-mazione dei rifiuti organici in com-post di qualità. L’intervento sarà

finanziato con circa 2 milioni di eu-ro stanziati dalla Regione e con unaquota di cofinanziamento comuna-le di circa 230.000 euro, per un to-tale di 2.311.700 euro.»

«Grazie a questo nuovo interven-to - conclude Franco Manca - dairifiuti si riuscirà a ottenere un pro-dotto che potrà essere utilizzato nelsettore agricolo, come concime.»

Nella stessa riunione, la Giuntacomunale di Carbonia ha approvatoil progetto preliminare per i lavoridi completamento del centro di rac-colta dei rifiuti urbani (area PIP -

Piano di Insediamenti Produttivi).I lavori prevedono l’ampliamento

dell’ecocentro esistente, con la rea-lizzazione di un’area che comprendeuna rampa per permettere ai mezzidi raccolta di scaricare i rifiuti al-l’interno degli scarrabili (conteni-tori dei rifiuti). Alla fine dei lavori diampliamento, lungo il perimetro ditutta l’area, saranno piantate essen-ze e piante aromatiche, che caratte-rizzeranno l’insieme dell’ecocentrocomunale. è prevista anche la rea-lizzazione di una tettoia per ripara-re alcune tipologie di rifiuti (vernici,

televisori, etc.) dall’esposizione agliagenti atmosferici.

L’intervento, finanziato dalla Re-gione Sardegna, rientra nella con-venzione stipulata tra Ati Ifras S.p.A.e l’Amministrazione regionale, cheincarica l’Ati Ifras di realizzare gliecocentri per i Comuni appartenen-ti all’ambito territoriale del ParcoGeominerario Storico ed Ambien-tale della Sardegna.

Questo nuovo intervento è fina-lizzato a migliorare l’efficienza deiservizi destinati a tutta la cittadi-nanza.

La Giunta comunale di Carbonia ha approvato due progetti per l’adeguamento dell’impianto di Sa Terredda e per l’ampliamento dell’ecocentro

Nuovi investimenti per ottimizzare il servizio di smaltimento dei rifiuti

L’impianto di trattamento di Sa Terredda.

Il tratto di strada chiuso al traffico il 21 novembre 2013. Foto di Fabio Murru.

Una panoramica di Barbusi da Monte Sirai.

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7La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

Monte Sirai è un Parco Ar-cheologico di eccellenza che in-clude un grande comprensorio ar-cheologico esteso per l’intero al-topiano, nel quale si concentra-no decine di siti sorti dal IV mil-lennio a.C. fino all’ultimo perio-do dell’età punica; fra i principalicitiamo quattro gruppi di Domusde Janas, tre nuraghi monotorreeretti sulle pendici dell’altopia-no, gli abitati afferenti alle variefasi di insediamento del pianoro,dal villaggio eneolitico di culturaMonte Claro fino ai nuclei abi-tativi di neopunica, e ai tratti distrada di accesso all’altopiano.

L’impronta più marcata diMonte Sirai è tuttavia quella da-ta dalla presenza prima dei feni-ci e poi dai cartaginesi, che scel-sero il rilievo per la sua posizionestrategica, dato che dominava ilpasso compreso fra il tronco me-ridionale e quello settentrionaledella Via Sulcitana (da Sulky aKarali) e anche l’accesso ai sen-tieri che conducevano ai giaci-menti minerari attraverso il Flu-mentepido.

Fondato verso la metà del-l’VIII sec. a. C., l’insediamentofenicio crebbe nell’ultimo quartodel secolo successivo. Nel 520a.C. (circa) venne distrutto daiCartaginesi e poi ricostruito nelcorso del V secolo, mentre l’ul-tima pianificazione urbanisticarisale a un momento poco ante-cedente alla prima guerra punica(264-241 a. C.). Durante i primisecoli della dominazione roma-na della Sardegna, dal 238 a.C.,Monte Sirai rimase un centro pu-nico. I nuovi centri romani, in-fatti, si trovano a valle, intorno alpianoro e nell’area dell’attualecittà di Carbonia.

Il percorso consigliato co-mincia con l’abitato alto, chiu-so sul lato settentrionale da for-tificazioni; attraverso la portaNord si accede all’unico spaziopubblico, una piccola piazza do-minata dal tempio di Ashtart,dalla quale si dipartono tre stra-de parallele e quattro grandi iso-lati; la maggior parte delle abi-tazioni ha una planimetria a va-ni affiancati, come la casa “dellucernario di talco” (fine VIIsec. a.C. - II sec. a.C.), mentre lecase a corte sono una minoran-za destinata forse ad un gruppodi famiglie dominanti: la co-siddetta “casa Fantar”, adesempio, è molto vicina al tem-pio. Gli scavi più recenti hannoscoperto che, nell’estremità me-ridionale, un nucleo dell’abitato

fu rioccupato in età tardo antica(V-VI d.C.). Verso Nord, all’e-sterno, si incontra la prima dellenecropoli, quella fenicia, un’am-pia area di tombe a incinerazio-ne scavate nella roccia tufacea onella terra, coperte da lastrine dipietra. Delle aree funerarie dietà punica si possono visitare: lanecropoli ipogeica, di particolarerichiamo per le tombe familiarisotterranee; l’adiacente necropo-li infantile (sepolture in anfora)

e, infine, un’area funeraria sco-perta di recente, composta di tom-be singole in fossa. A Nord-Ovestdelle necropoli, su un altro rilievosorge il tofet, santuario dei bam-bini morti prima di essere inte-grati nella comunità dei vivi, fon-dato intorno al 360 a.C. [Testodi Carla Perra]

ServiziIl Parco garantisce numerosi

servizi attraverso un complessodi edifici che comprende un for-nito bookshop e una sala mostree convegni, con vista sul magni-fico panorama.

Nel Parco, con prenotazione,è possibile prendere parte ad iti-

nerari di archeo-trekking, archeo-logico-naturalistici e a diverse at-tività didattiche e di animazione,con le case e le botteghe punicheche prendono vita grazie a scalpel-lini, muratori e vasai, che mostra-no il proprio lavoro ai visitatori,con vestiti e strumenti dell’epoca.

E-mail: [email protected]

Dove si trovaCarbonia, Strada Statale 126

Sulcitana - località Sirai

Informazioni e prenotazioniCell. 3205718454Tel. Museo Archeologico 0781

63512 E-mail: museoguidemed@

alice.itTel. 0781 64040 (Cooperativa

Mediterranea) - Fax 178279 8302Orari di apertura Orario invernale (1 ottobre -

31 marzo): da mercoledì a do-menica, dalle 10.00 alle 15.00.Lunedì e martedì aperto su pre-notazione.

Orario estivo (1 aprile - 30settembre): da martedì a dome-nica, dalle 10.00 alle 19.00.

Chiuso i lunedì non festivi.

Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia, comunicazione istituzionale nel rispetto del principio della trasparenza

Il Comune di Carbonia informa

Foto G. Alvito - Teravista, proprietà Ifras, su concessione MiBACT.

Parco Archeologico di Monte Sirai

Museo del Carbone - Cen-tro Italiano della Cultura delCarbone

Grande Miniera di Serba-riu - 09013 Carbonia

ContattiUffici: Tel. 0781 670591 -

Biglietteria: Tel. 0781 62727 E-mail: prenotazioni@mu

seodelcarbone.it; [email protected]

Sito internet: www.museo-delcarbone.it

Orari di aperturaOrario invernale (dal 21 set-

tembre al 20 giugno): dal mar-tedì alla domenica, dalle ore10.00 alle ore 18.00. Chiusura:lunedì non festivi, Natale e Ca-podanno. La biglietteria chiu-de alle 17.00.

Orario estivo (dal 21 giugnoal 20 settembre): tutti i giorni,dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Labiglietteria chiude alle 18.00.

Museo Archeologico VillaSulcis - Via Campania snc;Parco Villa Sulcis - 09013Carbonia

Informazioni e prenotazioniBiglietteria 0781 63512E-mail: museoguidemed@

alice.it e [email protected] Direzione: telefono e fax

0781 665037 E-mail: direzionemusei@

comune.carbonia.ca.it; [email protected]

Orari di aperturaOrario invernale (dal 1 otto-

bre al 31 marzo): dal mercole-

dì alla domenica dalle 10.00 alle15.00 (lunedì e martedì apertosu prenotazione).

Orario estivo (dal 1 aprile al30 settembre): dal martedì al-la domenica dalle 10.00 alle

14.00 e dalle ore 15.00 alle19.00. Chiusura: i lunedì nonfestivi.

Il Parco Urbano “Sa Grut-ta” si trova nella zona di Can-nas di sotto a Carbonia. In-gresso da via Alghero.

Contatti e informazioniTel. 0781 63512 (Museo Ar-

cheologico)E-mail: museoguidemed@

alice.it Tel. 0781 64040 (Cooperativa

Mediterranea)E-mail: [email protected];

[email protected]: visite guidate.Orari di aperturaOrario invernale (dal 1 ot-

tobre al 31 marzo): tutti i gior-ni dalle 8.00 alle 16.00. Visiteguidate su prenotazione attra-

verso il Museo archeologico(Tel. 0781 63512).

Orario estivo (dal 1 aprileal 30 settembre): tutti i giorni,

dalle ore 8.00 alle 20.00. Visi-te guidate dal mercoledì alla

domenica, dalle ore 10.00 alleore 15.00.

Altri musei a Carbonia

Parco Urbano "Sa Grutta"con Necropoli Ipogeica di Cannas di Sotto

Museo PAS - PaleoAm-bienti Sulcitani E.A. Martel

Il Museo paleontologico diCarbonia ha la sua nuova sedenella Grande Miniera di Ser-bariu, nei locali della ex-offi-cina.

Venne costituito e gestito apartire dal 1972 dal Gruppo Ri-cerche Speleologiche “E. A.Martel”, all’interno della pre-cedente sede in via Campania.Nel 1997 fu rilevato dal Comu-ne di Carbonia nell’ambito diun progetto finalizzato alla va-lorizzazione dei beni culturalie ambientali della Città.

Il Museo presenta una ric-ca mostra di reperti fossili checonsentono un’escursione neltempo attraverso le ere geolo-giche alla scoperta dell’evolu-zione della vita sulla Terra, conparticolare riguardo alle vi-cende del Sud ovest della Sar-degna.

Cattura l’attenzione, di gran-di e bambini, la riproduzione,a dimensioni naturali, dello sche-letro di un Tyrannosaurus rexadulto.

Il Museo Paleoambienti Sul-citani E.A. Martel offre alle scuo-le la possibilità di parteciparea diversi laboratori didattici, du-rante i quali gli studenti pos-sono avere un’esperienza pra-tica di paleontologia.

Dove si trovaPAS - PaleoAmbienti Sulci-

tani E.A. Martelpresso Grande Miniera di

Serbariu - 09013 Carbonia Contatti e informazioniTelefono: 0781 662199 E-mail: museoguidemed@

alice.it; [email protected]: direzione@pas

martel.it

Sito internet: www.pasmartel.it

Orari di aperturaOrario invernale (dal 1 otto-

bre al 30 marzo): dal martedì alladomenica, dalle 10.00 alle 18.00.

Chiuso i lunedì non festivi. Orario estivo (dal 1 aprile al

30 settembre): dal martedì alladomenica, dalle 10.00 alle 14.00e dalle 15.00 alle 19.00. Chiusoi lunedì non festivi.

Museo PASPaleoambienti Sulcitani E.A. Martel

Ricostruzione Tyrannosaurus rex adulto.

La lampisteria della Grande Miniera di Serbariu.

Passeggiata coperta del Parco Urbano “Sa Grutta”.

Esposizione del Museo PAS Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel.

L’ingresso del Laboratorio di restauro del Museo Archeologico Villa Sulcis.

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Il 7 settembre si è svolta la dodi-cesima edizione di “Sant’Antio-co abbraccia il mare”, organiz-zata dall’associazione che ha pre-

so il nome dallo stesso evento, natol’8 settembre 2002.

Nel 2001 l’artista Gianni Salidu,venne contattato da un gruppo di som-mozzatori per realizzare una sculturadedicata ai caduti in mare, da posizio-nare sott’aqua. Nello stesso anno, vennetastata la resistenza della pietra che poiavrebbe dato vita all’opera richiesta.

Finalmente arrivò il giorno fatidi-co, la scultura era pronta e Gianni eraemozionatissimo... la sua creatura “Unasirena che abbraccia un delfino” sa-rebbe diventata parte dei tesori del ma-re... in virtù di tutti coloro che proprionel mare avevano perso la vita.

La scultura da quel giorno si trovain una grotta sotto l’isola della Vac-ca, a Sant’Antioco, a 12 metri di pro-fondità, in una secca che è stata poidenominata “Secca Salidu”.

Dall’anno successivo, ogni primadomenica di settembre, a parte qual-che anno in cui è stato fatto alla fine delmese di luglio, si ripete un rito com-memorativo dedicato ai caduti in ma-re, una corona di alloro viene buttata inmare per poi essere posizionata daisommozzatori ai piedi della sirena.

Gianni Salidu, purtroppo, il 22 no-vembre 2009 è venuto a mancare,

ma l’associazione, di cui era presiden-te onorario, ha voluto continuare aportare avanti la manifestazione comequando lui era in vita.

Anche quest’anno, si è svolta lacommemorazione che ha toccato ilcuore dei sempre più numerosi par-tecipanti. L’appuntamento era al por-ticciolo di Sant’Antioco, dove la coro-na d’alloro, con un banner con la fotodell’artista mentre scolpisce uno deisuoi innumerevoli capolavori, era atte-sa dagli uomini della Guardia Costiera

e della Finanza, dai Carabinieri e da-gli uomini della Forestale di San-t’Antioco, dai sommozzatori di San-t’Antioco, Calasetta e Carloforte edai sommozzatori dei Carabinieri diCagliari, oltre che da tutte le altre per-sone affezionate alla manifestazione.La corona è stata portata, a piedi, allamotobarca Mariposa, con l’accompa-gnamento della Banda Musicale Giu-seppe Verdi di Sant’Antioco, è stataaccolta a bordo dal comandante Gio-vanni Serrenti e, mentre il sacerdotedava la sua benedizione, tutte le bar-che hanno suonato in segno di saluto.Dopo la benedizione, le motobarchedel comandante Giovanni Serrenti edel comandante Franco Maxia hannofatto salire tutte le persone che lo de-sideravano e, seguite da altre barcheaddobbate a festa, hanno raggiunto l’i-sola della Vacca.

Una volta arrivati sul posto, il fi-glio dell’artista, Massimiliano ed ilsuo figlioletto Federico, di soli 7 an-ni, hanno adagiato la corona sull’ac-qua con lo stesso amore e la stessaemozione che provava Gianni Sali-du quando, sino a poco prima di am-malarsi, se ne occupava in prima per-sona. Una semplice corona d’alloroe tanti fiori, dono dei partecipanti allacerimonia, in pochi attimi hanno tra-sformato il mare in uno specchio diprofumati colori. I sommozzatori han-

no poi rimosso la vecchia corona eposizionato la nuova, rinnovando cosìancora una volta, il ricordo dei tanticaduti in mare e dello stesso artistache nel 2001 aveva accolto con entu-siasmo e realizzato con orgoglio lasua “Sirena”. Alla fine della cerimo-nia, tutti i partecipanti si sono recatiin località Su Pranu, presso il “Giar-dino dell’arte” dove da allora si tro-va il laboratorio di Gianni Salidu, adattenderli un buffet ed una mostra deicapolavori dell’artista scomparso.

L’appuntamento è per la prima do-menica di settembre del 2015, quan-do sicuramente non mancherà l’emo-zione, ma i più curiosi potranno am-mirare il suo presepe che, in occasio-ne delle feste natalizie, verrà espostopresso il Museo archeologico di San-t’Antioco.

Nadia Pische

Da 12 anni la prima domenica di settembre si svolge a Sant’Antioco l’evento creato dall’artista antiochense Gianni Salidu

L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mareDopo la scomparsa dell’artista, la manifestazione vive grazie all’impegno dell’associazione “Sant’Antioco abbraccia il mare”.

La scultura dedicata ai caduti del mare.

Lanciarsi nel vuoto con un pa-racadute da un elicottero aquasi 87 anni! è la straor-dinaria emozione vissuta il

21 settembre scorso e ripetuta dopoun mese, da Ginoli Rinaldo, ex otti-co di Carbonia da anni in pensione,appassionato di volo e di paracadu-tismo.

«Coltivavo da anni il desiderio dilanciarmi con il paracadute - rac-conta Ginoli Rinaldo - e, grazie aSkydive Sardegna, un’associazionesportiva che opera a Serdiana, so-no riuscito a soddisfarlo. E l’emo-zione è stata tanto grande che, a bre-ve, condizioni meteorologiche per-mettendo, la ripeterò.»

«è un’esperienza straordinaria- aggiunge Ginoli Rinaldo - che con-

siglio a tutti, indipendentemente dal-l’età. Una volta lasciato l’elicottero,a quota 4.000 metri, sospesi nel vuo-to, imbragato in tandem con un istrut-tore, alla velocità di 200 km/h per 1minuto in caduta libera, quando siapre il paracadute, ti sembra di es-sere il padrone del mondo. è unagioia che dura cinque minuti, asso-

lutamente impagabile.»Una volta arrivato al suolo, Gi-

noli Rinaldo è stato accolto con en-tusiasmo dai giovani che frequentanoil centro di Serdiana, che ha salutatocon un “arrivederci a presto”.

Rientrato a casa, a Carbonia, si èsottoposto ad una visita medica cheha confermato le sue eccellenti con-dizioni fisiche, con una pressionearteriosa di 70/130.

«Il medico mi ha detto che, se mela sentivo, ho fatto bene a fare que-sta esperienza. Credo che nella vitasia sempre importante fare ciò cheti rende vivo e felice, a maggior ra-gione ad un’età non più giovane co-me la mia. Per ragioni economiche,puoi fare tante rinunce, ma ritengonon si debba rinunciare ad una espe-

rienza simile che, con una modicaspesa - conclude Ginoli Rinaldo -, tiripaga con un’immensa gioia.»

Skydive Sardegna è un’associa-zione sportiva senza fini di lucro,affiliata M.S.P. Italia, nata nel 2002,per diffondere la pratica del paraca-dutismo in Sardegna. Oggi è l’unicaassociazione in attività in Sardegna,costituita interamente da paracadu-tisti sardi.

Singolare impresa per un appassionato di volo e paracadutismo

Ginoli Rinaldo, lanciarsi nel vuoto a 87 anni

Ginoli Rinaldo. Uno dei momenti più emozionanti del primo dei due lanci di Ginoli Rinaldo.

Sono in corso, a Iglesias, leiniziative inserite nel ca-lendario dell’Ottobrata Igle-siente, cartellone di eventi

che si inserisce nel solco della tra-dizione legata ai festeggiamenti inonore della Madonna del BuonCammino. Numerosi gli appunta-menti che verranno proposti finoal 30 novembre, in tutta la città,nei diversi settori di cultura, spet-tacolo e sport.

Novembre 6 novembre - Cul-tura: Scuola civica di Storia, Fran-cesca Romana Casula, Marco Vacca:“L’abito tradizionale di Iglesias: sto-ria e sua diffusione nel territorio”,ore 19.00, Sala Lepori.

Dal 7 al 9 novembre - 45° Fe-stival Internazionale di cinemato-grafia “Villa di Chiesa” a cura delCine Club Iglesias. Dalle ore 17.00.Centro culturale, Via Cattaneo.

Teatro: “Il lavoro mobilita”, tap-pa del Festival di filosofia, a curadella Cernita Teatro, ore 21.00 Tea-tro Electra. Platea € 7,00, logge €4,00.

Cultura: “Cella n°21, il lungocammino verso la dignità”, pre-sentazione del libro di Bainzu Pi-liu, a cura dell’associazione cultu-rale Prospettive, ore 16.30 Sala R.Branca.

8 novembre - Cultura: “SantaBarbara di Nicomedia, Storia, leg-genda e devozione dall’Oriente aBurano”, presentazione del librodel prof. Paolo Molin, ore 9.30 Cen-tro culturale Via Cattaneo.

Musica: “Dr. Hyde & Mr. Je-kyll” Prima assoluta musical. Pro-duzione Ente concerti Città di Igle-sias, attori dell’International OperaAcademy accompagnati da un en-semble dal vivo, ore 20.30. Platea€ 5,00, logge € 3,00.

9 novembre - Musica: XVI Fe-stival Internazionale di musica dacamera, “Recital a quattro mani”Carles Lama e Sofia Cabruja, pia-noforte a quattro mani. A cura del-l’associazione culturale Anton Stad-ler, ore 20.00, Teatro Electra. Pla-tea € 6,00, logge € 4,00.

14 novembre - Teatro: “SorellaCara”. A cura della compagnia“Quinte Emotive”, ore 20.30, TeatroElectra. Platea € 7,00, logge € 4,00.

15 novembre - Musica: “S’In-nu de sa Natzione: Fortza Paris”,testo di Mario Puddu, musica diMariano Garau. Presentazione, ore18.00, Centro culturale.

Musica: “Italo Aresti Orche-stra. Dal Jazz al Pop”. Spettacolomusicale, produzione Ente concer-ti. Voci della Scuola di canto di Ri-ta Sannia, ore 20.30, Teatro Electra.Platea € 5,00, logge € 3,00.

16 novembre - Sport: Trekkinge Climbing Day, Mini enduras. Acura dell’associazione Verde Azzur-ro Pan di Zucchero. Dalle ore 11.00alle 15.00, Porto Flavia, Castellodell’Iride.

Musica: XVI Festival Interna-zionale di Musica da Camera: “Re-cital a quattro mani” Carles Lamae Sofia Cabruja, pianoforte. A cu-ra dell’associazione culturale AntonStadler, ore 20.00, Teatro Electra.Platea € 6,00, logge € 4,00.

21 novembre - Cultura: “Petalidi Cuore”, racconti e poesie pre-sentazione del libro di AlessandraPorru, a cura dell’associazione Pro-spettive, ore 17.30 Sala R. Branca.

22 novembre - Musica: “Comeun film” Spettacolo musicale acura dell’Ente concerti Città di Igle-sias. Tre voci soliste dell’Internatio-nal Opera Academy di Iglesias ac-compagnate da violino, pianoforte

e percussioni, ore 20.30, TeatroElectra. Platea € 5,00 logge € 3,00.

23 novembre - Musica: XVIFestival internazionale di musicada Camera: “Un viaggio danzanteattraverso l’Europa” Sergio Mar-chegiani e Marco Schiavo piano-forte a quattro mani. A cura dellaassociazione culturale Anton Stad-ler, Teatro Electra, ore 20.00, Tea-tro Electra. Platea € 6,00, logge €4,00.

27 novembre - Cultura: Scuolacivica di Storia. Alessandra Secci:“La lingua scritta delle donne diIglesias durante la seconda guer-ra mondiale”, ore 19.00, Biblio-teca comunale.

28 novembre - Cultura: Giorna-te tecniche iglesienti. “La metal-lurgia del piombo in Sardegna” acura del perito industriale minera-rio Dario Sanna, a cura dell’asso-ciazione periti, ore 18,00, Museodell’Arte mineraria, Via Roma.

30 novembre - Musica: XVI Fe-stival internazionale di musica dacamera: “Antologia di capolavoricameristici” Alberto Maria Ruta,violino e Antonello Cannavale, pia-noforte, ore 20.00, a cura dell’as-sociazione culturale Anton Stadler,Teatro Electra. Platea € 6,00, log-ge € 4,00.

Dal 7 al 16 novembre. Mostrapersonale di Valeria Finazzi: “Vo-lavo sugli aquiloni”, Sala espositivaRemo Branca. Piazza Municipio.Vernissage sabato 7, alle ore 18.00.

15/16/17 novembre. XXI Mo-stra Micologica, a cura della ProLoco. Primo piano centro cultura-le. Via Cattaneo. Inaugurazione ve-nerdì 15, ore 18.30.

“Sa Festa Manna” in onore dellaMadonna del Buon Cammino. Co-lori, sapori e tradizioni di Iglesias.

Sono in corso le iniziative dell’Ottobrata iglesiente 2014

Altri 30 giorni di cultura, spettacolo e sport

Quando Antonella Serrenti e Susanna Tros-sero mi hanno chiesto di recensire su “LaProvincia del Sulcis Iglesiente” il loro li-bro, ho pensato di avere qualche difficoltà a

non scrivere delle banalità su un prodotto conosciutoin Italia e nel mondo, non soltanto da sardi e connazio-nali: chi ha visto o sentito parlare di questo alimentoprimario eccellente, non può che apprezzarlo. Purtrop-po, però, oggi la maggior parte di noi soltanto sa che:

• è fatto di grano duro; • viene infornato due volte (bis-cotto);• dura anche dei mesi senza perdere gusto e qualità; • serviva ai pastori durante le lunghe assenze da casa; • che il centro prevalente di produzione è ancora in

Barbagia e nella zona ai piedi del Gennargentu. Viceversa, Antonella e Susanna Trossero (il libro

è scritto a quattro mani) hanno voluto rendere noti algrande pubblico, tanti aspetti tipici della sua lavora-zione e produzione, partendo dall’origine per quantooggi conosciuto. Ecco qui di seguito i tratti distintividel loro lavoro:

• le notizie sulla fermentazione naturale “su fra-mentu”, oggi ancora usata in alcune località. Una pertutte, tratta dalla Biblioteca Università di Cagliari, au-tore A. Carcangiu - 1989 - dove si legge «questo tipodi fermentazione naturale ha le seguenti caratteristi-che: fermentazione più lunga, maggiore metabolizza-zione, produzione di anidride carbonica più lenta egraduale, maggiore produzione di sostanze aromatiche.L’unico vantaggio del lievito di birra, omologato eutilizzato in tutto il mondo per prodotti da forno, è lamaggiore rapidità del processo».

E ancora:• Le interviste ad alcune donne ultraottantenni che ne

hanno praticato la lavorazione sin dall’adolescenza.Tutte vive e vere: Ziza, Lena, Franceschina, Regina.Traggo qui una sintesi di una tra le tante descrizioni:«Uno stanzone dove sono sedute a un tavolo sei settedonne affiancate. Talvolta, una bambina, appena di-scosta e con un suo tavolino. Stanno in ordine crescen-te di età. La più giovane inizia a lavorare l’impastoche passa alla vicina e così via sino alla più anzianache è anche la più esperta».

Parte quindi il lavoro al forno, descritto minuzio-samente. «La bambina viene ammessa come premioal suo interessamento e controllata dalle donne affin-ché diventi esperta a sua volta.»

• Anche Valeria, sebbene cinquantenne, ha fornitoimportanti testimonianze.

Troviamo ancora, nel libro, usi e costumi connes-si al pane carasau, riferiti all’adolescenza delle inter-vistate (vita dei pastori, del soldato alla prima guerramondiale, del bandito, ecc.)

Voglio ricordare anche Pietro Sanna, nostro con-cittadino, anche lui intervistato: studioso soprattutto delterritorio del Sulcis Iglesiente, dei suoi usi, della suapopolazione a partire dal Medioevo. Ha dato un con-tributo importante, connesso in qualche modo al panecarasau.

Mi preme altresì riferire di un nutrito numero diantiche ricette, alcune arcinote; altre tramandate per

via orale: tutte, utilizzando un protagonista indiscusso:il pane carasau.

Il libro è attualmente distribuito su tutto il territo-rio nazionale dalla Mondadori e dalla Feltrinelli. InSardegna, oltre a “La voce del Sarrabus” il cui diret-tore Michele Garbato, ha scritto una bellissima re-censione. Tra il 26 settembre e il 25 ottobre scorsi, illibro è stato presentato, nell’ordine a Capoterra, Car-bonia (Biblioteca comunale), Sant’Antioco, Muravera,Carloforte. Il 24 ottobre è stato presentato da Rai Due,nella Eat Parade.

Susanna Trossero è nata a Cagliari e vive a Roma.Antonella Serrenti è nata a Sant’Antioco e vive a

Carbonia. Mario Bazzoni

Il libro di Susanna Trossero e Antonella Serrenti sul pane carasau

Storie e ricette di un’antica tradizione isolana

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La prima di copertina. La quarta di copertina.

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9La Provincia del Sulcis Iglesiente.Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

Flo, al secolo Floriana Cangia-no, con “Olor a lluna”, incatalano, ha vinto la settimaedizione del Premio Andrea

Parodi, la cui serata conclusiva si èsvolta all’Auditorium comunale diCagliari, in Piazza Dettori, pieno inogni ordine di posti. è stata una sera-ta di grande festa, nel ricordo di ungrandissimo indimenticabile artista,presentata, come le prime due, da Gian-maurizio Foderaro, giornalista di Ra-dioRai, e da Ottavio Nieddu.

Napoletana, Flo è stata anche pre-miata per la musica e l’arrangiamento.I siciliani Tamuna si sono aggiudicati ilpremio della critica e quello per lamiglior interpretazione, il veneto LeoMiglioranza quello per il testo. Duericonoscimenti peculiari del PremioParodi, quello dei bambini e quellodei concorrenti, sono andati rispetti-vamente a Serena Finatti ed ex ae-quoa Amemanera, Serena Finatti e Flo.Alessio Bondì si è invece aggiudicatola Targa SIAE e il Premio “Tre giorniin studio” (con Marty Jane Robertson,Michele Palmas e Antonio Ferraro).

Il Premio Andrea Parodi è orga-nizzato dalla Fondazione Andrea Pa-rodi, sostenuta dalla Regione Autono-ma della Sardegna e dalla Provinciadi Sassari. La manifestazione è rea-lizzata in stretta collaborazione conRockhaus Blustudio e SCS di Otta-vio Nieddu e grazie al patrocinio e alcontributo del comune di Cagliari, deipartecipanti aderenti e degli sponsor.Si avvale inoltre del patrocinio dellaSIAE, i media partner sono Videolina,Sardegna 1, Roxy Bar Tv, Radiolina,Radio Popolare, Unica Radio.

Dieci i finalisti del concorso, tuttidi alto livello: Amemanera (con il bra-no brano Sensa la luna, piemontese),

Alessio Bondì (Rimmilu ru’ voti, sici-liano), Flo (Olor a lluna, catalano),Lou di Franco (Bentu, sardo), SerenaFinatti (Bes di Diu, friulano), Leo Mi-glioranza (Ndemo xente, veneto), Ta-muna (Ciuscia, siciliano), Tramas (Sci-da!, sardo), Elisabetta Usai & ErgotProject (Le miel de vie, sardo-france-se), Lino Volpe (So’ stat’ io, napoleta-no). I concorrenti si sono esibiti davan-ti a una giuria tecnica, composta daaddetti ai lavori, autori, musicisti, poe-ti, scrittori e cantautori; e a una giuria

critica, composta interamente da gior-nalisti, italiani e stranieri.

Il premio consiste in una sommain denaro erogata a copertura di tuttii costi di masterclass, eventuale ac-quisto o noleggio di strumenti musi-cali, corsi e quant’altro il vincitore sce-glierà per la propria crescita artisticae musicale, per un importo massimodi 2.500 euro. Un ulteriore premio èla realizzazione professionale del vi-deoclip del brano in concorso, a spese

della Fondazione Andrea Parodi. Inol-tre, verrà offerta al vincitore la op-portunità di esibirsi alle edizioni 2015del Premio Andrea Parodi, dell’“Eu-ropean jazz expo” di Cagliari, diFolkest del Friuli e del Negro Festi-val di Pertosa (SA), che sono partnerdella manifestazione, insieme a Pre-mio Bianca d’Aponte e Federazionedegli Autori.

Oltre al premio principale ne sonostati attribuiti altri, andati ai diversifinalisti, dall’ottimo gruppo siciliano

Tamuna che ha trascinato all’entusia-smo il pubblico dell’Auditorium, alveneto Leo Miglioranza, dal piemon-tese Amemanera al siciliano AlessioBondì e alla friulana Serena Finatti.

Dopo l’esibizione dei dieci finali-sti, è stato assegnato il Premio Albod’oro 2014 al Cuncordu ‘e su Rosa-riu (coro della Confraternita del Ro-sario) di Santu Lussurgiu, un quadrodi Mariano Chelo, consegnato, comeil premio alla vincitrice del Premio,

da Valentina Casalena, moglie di An-drea Parodi, in entrambi i casi visi-bilmente emozionata. Tutti gli ospiti,così come tutti i concorrenti, nelle pri-me due serate hanno interpretato an-che un brano di Andrea Parodi.

La manifestazione si è tenuta inprossimità dell’8° anniversario dellascomparsa di Andrea Parodi (17 ot-tobre 2006), un grande artista passa-to dal pop d’autore con i Tazenda, a unpercorso solistico di grande valore erielaborazione delle radici, grazie alquale è diventato un riferimento in-ternazionale della world music, col-laborando fra l’altro con artisti comeAl Di Meola e Noa. Il Museo multi-mediale a lui dedicato è aperto a Vil-lanova Monteleone (SS) tutti i giornitranne il lunedì, a Sa Domo Manna.

Gli ospiti, come sempre, erano dialtissimo livello, a partire dalla can-tante libanese Abeer Nehme, una delleprotagoniste della world music con-temporanea, una sorta di diva nel mon-do arabo, anche come attrice, che hainterpretato diversi brani, tra i qualila straordinaria “No potho reposare”che ha contribuito a far conoscere edapprezzare Andrea Parodi in tutto ilmondo. Dal Piemonte è arrivato ilgiovanissimo Duo Bottasso, compo-sto dai fratelli Nicolò al violino e Si-mone all’organetto, che in un branohanno accompagnato Abeer Nehme.

La serata finale è stata conclusa dauna jam session, sollecitata dai duepresentatori, nella quale quasi tutti iconcorrenti, Abeer Nehme, il DuoBottasso ed Elena Ledda, hanno in-trerpretato la splendida Sienda, can-zone d’amore portata al successo daAndrea Parodi, e dall’esibizione del-la vincitrice Flo, con un brano dellostesso Andrea Parodi.

Grande successo, all’Auditorium comunale di Cagliari, per il Festival organizzato per ricordare il grande artista sardo

Alla napoletana Flo il 7° Premio Andrea ParodiPremiati anche i siciliani Tamuna, il veneto Leo Miglioranza, il piemontese Amemanera, il siciliano Alessio Bondi e la friulana Serena Finatti.

La premiazione della vincitrice del 7° Premio Andrea Parodi.

Il sindaco di Carbonia. Giu-seppe Casti, ha unito in matri-monio, il 1° ottobre, due gio-vani cinesi nel suggestivo sce-

nario di Monte Sirai.Zhan Ying Long, nato a Ca-

gliari il 1° febbraio 2014, residen-te a Cagliari, e Jin Yinyue, nata a

Zhejiang il 26 aprile 2014, residen-te a Sestu, hanno scelto Carboniaper coronare il loro sogno di matri-monio e sono stati assistiti da unasplendida giornata di sole di inizioautunno. Dopo la cerimonia, svol-tasi in presenza di circa 250 perso-ne, tra parenti e amici (che hannocreato anche un importante ritornoeconomico per la città, sia imme-

diato sia futuro in chiave turistica),la festa si è trasferita nel vicino Mu-seo Ristorante Tanit, dove si è svoltoil pranzo nuziale.

Il sindaco, Giuseppe Casti, haringraziato i giovani sposi per averscelto Carbonia per il loro matri-monio e loro hanno sottolineato che

sicuramente non dimenticherannomai questo giorno, anche per lo splen-dido luogo che li ha ospitati.

A Carbonia è presente, come intutti i principali comuni della Sar-degna, Cagliari compresa, una va-sta comunità cinese che opera pre-valentemente nei settori del com-mercio e della ristorazione.

G.P.C.

Due giovani cinesi sposi a Monte Sirai

Un sì che viene da lontano

Gian Franco Cau è nato evive a Portoscuso. Arti-sticamente nasce comepittore, le sue opere spa-

ziano dal naturalismo al realismoe si trovano in numerose collezio-ni private ed Enti pubblici.

Nell'ambito della sua carrieraespositiva ha ricevuto, a Genova,nel 1992 il premio “La caravellad’argento” e a Roma, nel 1995 la“Targa colosseum” e nel 2000 il“Timbro d’autore”.

Da oltre quindici anni, svolgecorsi privati di disegno e di pittura,dove insegna le tecniche dei mae-stri del ‘500.

Lo scorso anno ha pubblicato lasua prima fatica letteraria, “L’ar-cheologo inglese”, un romanzo am-bientato in Sardegna, una terra ric-ca di bellezze naturali, lasciate ineredità dai popoli che precedente-mente l’hanno abitata, luoghi che perle descrizioni minuziose ed accura-te vien voglia di andare a visitare.

La trama ha un contenuto ab-bastanza attuale che invita a nume-rose riflessioni e che si conclude inun modo imprevisto...

La storia narra come, anche inetà matura, si possa riuscire a vi-

vere l’emozione di un sentimentopuro e complesso come l’amore...

Lui, un archeologo inglese chesi trova in Sardegna per lavoro,single per scelta, vista la vita checondusse il suo stesso padre, sem-

pre in giro per il mondo e lontanodagli affetti familiari. Lei un’inse-gnante, un matrimonio fallito allespalle, separata e madre di due ra-gazze adolescenti, ormai certa dinon far più riuscire a far battere il

suo cuore per amore.Il libro veicola dei veri e propri

messaggi... la povertà di una vitapriva di affetti, quella di lui; la pau-ra di sbagliare ancora e quindi laimportanza di rivalutare una secon-da possibilità, quella di lei; così co-me la riscoperta di se stessa comedonna capace di desiderare ed es-sere desiderata, senza però tralascia-re di essere una madre.

“L’archeologo inglese”, Giam-paolo Cirronis editore, è stato pre-sentato a Portoscuso, Pula, Iglesias,Barumini ed il 10 ottobre anche aCarbonia, presso la biblioteca co-munale.

La serata si è svolta in un’atmo-sfera molto piacevole, il pubblicoha rivolto diverse domande all’au-tore che ha risposto amabilmente,soddisfando appieno tutte le curio-sità dei presenti. Per concludere unbrindisi di augurio affinché questasua prima opera letteraria non restiunica.

Appuntamento quindi alla suaprossima mostra o alla presenta-zione del suo nuovo libro a cui l’au-tore, secondo alcune indiscrezioni,starebbe già lavorando...

Nadia Pische

I progetti di Gian Franco Cau, autore di “L’archeologo inglese”

Viaggio continuo tra pittura e libri

Dopo le numerose vicissi-tudini e i tanti cavilli bu-rocratici che hanno fattoda contorno, pare che per

l’Ostello della Gioventù, ubicato nelLungomare Cristoforo Colombo, aSant’Antioco, sia vicina la tanto at-tesa soluzione. Dopo la seduta delConsiglio comunale svoltasi lascorsa settimana, nella quale questatematica era tra i punti all’ordinedel giorno, è emersa una manife-stazione di interesse di una coope-rativa di Capoterra, dichiaratasi di-sponibile a farsi carico dell’interoprogetto. La cooperativa sarebbe di-sposta a fare un investimento note-vole. Sul piatto ci sono 280mila eu-ro, necessari per portare a conclu-sione i lavori di ristrutturazione del-l’edificio, con il successivo impe-gno relativo alla gestione della strut-tura, dietro il pagamento di un ca-none di 8mila euro annui al comu-ne di Sant’Antioco.

«Siamo orgogliosi di aver rag-giunto questo obiettivo - commen-ta Massimo Melis, vicesindaco delcomune di Sant’Antioco -. Cre-diamo che la priorità principale siaquella di rendere fruibile la strut-

tura alla cittadinanza e ai turisti.Tale progetto porterà, dunque, nu-merosi vantaggi, tra i quali un ri-torno occupazionale diretto ed in-diretto per la collettività antio-chense.»

La vicenda dell’Ostello dellaGioventù, eterna incompiuta delterritorio sulcitano, dura da oramaivent’anni. Dopo innumerevoli in-teressamenti da parte di Enti e Coo-perative andati in fumo, pare si sia

giunti all’epilogo di questa tormen-tata vicenda. La cautela è d’obbligo,ma nel frattempo questo è il puntodella situazione.

Gli abitanti antiochensi atten-dono fiduciosi, nella speranza che

il territorio riprenda a fiorire dinuove imprese e strutture, nono-stante la situazione non facile allaquale si è costretti a far fronte daanni.

Riccardo Sanna

A Sant’antioco raggiunto l’accordo per l’apertura della struttura

Rinascerà l’ostello della gioventù

La copertina del libro. L’Ostello della Gioventù di Sant’Antioco.

Parte dalla Sardegna la fortevoglia di cambiamento edi aggregazione tra i rap-presentanti dei diabetici di

tutte le Regioni d’Italia. Dalla pri-ma conferenza nazionale dei presi-denti di federazioni e coordina-menti delle associazioni dei pa-zienti diabetici che si è svolta alcu-ne settimane fa all’Hotel Setar diQuartu Sant’Elena, è emersa laprecisa volontà di dare vita a rap-porti di collaborazione tra le rap-presentanze regionali affinché sipossano instaurare una serie ditavoli di lavoro per stabilire le li-nee programmatiche di comporta-

mento per affrontare i vari proble-mi che affliggono i diabetici ita-liani.

La salvaguardia dell’autocon-trollo, la scuola, il lavoro, la diver-sità di trattamento che esiste inogni Regione verso i diabetici maanche la mancanza di un organi-smo di valutazione scientifica na-zionale degli strumenti utilizzatiper l’autocontrollo, i costi dell’as-sistenza, diversi da Regione a Re-gione.

L’evento, organizzato a porte chiu-se dalla fand del Sulcis per contodel coordinamento della Sardegna, èservito ad evidenziare le problema-

tiche della diabetologia, per le qua-li, i partecipanti hanno stabilito diincontrarsi nuovamente per porre lebasi di un’azione congiunta che pun-ta a salvaguardare i diritti dei dia-betici.

L’importanza della Conferenzascaturisce dal fatto che la parteci-pazione dei presidenti segna unacollaborazione interassociativache supera l’appartenenza alle sin-gole sigle, con spirito di collabora-zione, per il bene dei diabetici ditutta italia, quattro milioni e mez-zo di persone affette da questa pa-tologia.

M.P.

Parte dalla Sardegna la voglia di cambiamento e di aggregazione

Una strategia comune per tutti i diabetici

c/o Conad, via della Rinascita, 46

Tel. 0781 800226 - 333 6212240 - SANT’ANTIOCO

Perder peso mangiando in modo sano e gustoso

I giovani sposi Zhan Ying Long e Jin Yinyue.

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10 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

Alla vigi-lia del-l’inau-g u r a -

zione del XXXVCircuito TeatraleRegionale Sardopresso il TeatroMassimo di Ca-gliari, il CeDac

sceglie uno slogan emblematico, perconnotare il proprio cartellone. “Giùla maschera” è il motto che incita ariconoscere il teatro «come luogo del-la verità, in cui avviene lo smaschera-mento, lo svelamento. Menzogna e ipo-crisia son diffusi e generalizzati nellavita quotidiana, spesso siamo portatia costruirci un’identità fittizia, mentrein scena, nella finzione, ci si può per-mettere il lusso di essere veri».

Ma “Giù la maschera” anche co-me invito, non troppo velato, nei con-fronti delle istituzioni, poiché rendanonote le reali intenzioni e le linee poli-tiche che regoleranno lo spettacolo inSardegna. Valeria Ciabattoni, direttoreartistico del CeDac, ha parlato in que-sti termini nel corso della conferenzaStampa, tenutasi il 22 ottobre, pressola sede dell’assessorato regionale del-la Pubblica istruzione, beni culturali,informazione, spettacolo e sport a Ca-gliari, in presenza dell’assessore Clau-dia Firino. Quest’ultima ha però ras-sicurato tutti dicendo di non possedereaffatto una maschera e di sentirsi one-sta per come, lei ed i colleghi, stannoprocedendo in questo difficile cam-mino, al fianco degli operatori del set-tore, con i quali è continuamente in attoil dialogo.

Antonio Cabiddu, presidente delCeDac ha aggiunto e sottolineato chel’attività del Circuito teatrale regiona-le sardo (Ctrs) resta un “patrimoniocomune da difendere e proteggere”.Il presidente ha invitato gli enti loca-li ad una partecipazione più convintaoltre ad un opportuno adeguamentodelle regole regionali al progetto diriforma del Mibact, il quale chiede unminimo di sessanta recite in tre anni diprogrammazione. «I tagli lineari subi-ti in questi ultimi anni - ha aggiunto Ca-biddu - ci hanno purtroppo costretto aduna riduzione progressiva del numero

di recite. Aggiungendo a ciò i limiti im-posti dall’insularità e del ridotto nu-mero di abitanti, il Ctrs corre il rischiodi non possedere i parametri miniminecessari per avere il contributo mi-nisteriale». Con difficoltà non indiffe-renti sono stati inseriti in programmanove titoli e 50 recite dal 19 novem-bre al 26 aprile; nel complesso, il cir-cuito interesserà 17 località (si spera-sono ancora in corso le trattative nellesedi “satellite” fra cui Carbonia ed Igle-sias n.d.r) per un totale di 148 recite,che vedranno il CeDac diffondere, conimpegno e convinzione, la cultura tea-trale in Sardegna. Cosa dire di questocartellone? Ricco e ben strutturato, of-fre la possibilità di vedere in scena attori

di spessore, spaziando dai classici alteatro contemporaneo, con un occhiodi riguardo verso la ricerca dramma-turgica. Per ora allego il programma ca-gliaritano, sperando di conoscere pre-sto quelli inerenti il Teatro Centrale diCarbonia ed il Teatro Electra di Igle-sias, ancora in fase di elaborazione.

Ecco gli spettacoli nello specifico,come da comunicato stampa a cura diA. Brotzu. A dare il la a “La GrandeProsa al Teatro Massimo”/ “Giù laMaschera” - da mercoledì 19 a dome-nica 23 novembre 2014 - sarà lo stra-vagante “Beatles Submarine”: lo spet-tacolo concerto del Teatro dell’Archi-volto, con testo e regia di Giorgio Gal-lione, intreccia aneddoti e canzoni, iracconti surreali di John Lennon e iversi di Paul McCartney, le avanguardie

pop e le filastrocche di Lewis Carrollcon la psichedelia. La leggenda dei FabFour e l’inesauribile beatlesmania ri-vivono sul palcoscenico, in un coin-volgente divertissement in cui le doticanore e affabulatrici di Neri Marcorès’intrecciano alle stravaganze deiquattro maestri della Banda Osiris.

La stagione proseguirà dal 10 al14 dicembre 2014 con “Re Lear” diWilliam Shakespeare, per la regia diMichele Placido e Francesco Manetti.Il capolavoro del Bardo inglese inda-ga il senso dell’esistenza, il conflitto tral’amore e il dovere, il potere e l’uma-na fragilità, e l’eterna lotta tra il bene ilmale: protagonista sulla scena, Placi-do incarna il sovrano che sceglie diabdicare, rinunciando al trono, per ri-tornare alla condizione di uomo tra gliuomini. Sarà poi la volta - dal 14 al 18gennaio 2015 - dell’“Enrico IV” diLuigi Pirandello, con la regia di Fran-co Branciaroli, anche protagonista sot-to i riflettori, insieme ad un’ottima enumerosa compagnia. Fulcro del dram-ma è il tema della follia: imprigionatoper una crudele beffa del destino neipanni dell’imperatore tedesco, il pro-tagonista ha consumato la sua giovi-nezza in quella stravagante fissazio-ne, mentre la vita intorno a lui ha con-tinuato il suo corso, finché un subita-neo risveglio lo ha riportato alla real-tà. Riflettori puntati - dal 28 gennaioal 1 febbraio 2015 - su “L'Origine delMondo/ ritratto di un interno”: vinci-tore di tre Premi Ubu, tra cui quelloper la ricerca drammaturgica, lo spet-tacolo scritto e diretto da Lucia Cala-maro e interpretato da Daria Deflorian,Federica Santoro e Daniela Pipernoracconta un rapporto madre-figlia, in-torno a cui ruota una costellazione fa-miliare, in un paesaggio domestico cheassume tratti surreali e quasi iperrea-listi. Spazio poi - dal 4 all'8 febbraio2015 - a “Prima del Silenzio” di Giu-seppe Patroni Griffi, che vede prota-gonista - in un’intensa e convincenteprova d’attore - un artista come LeoGullotta accanto a Eugenio Franceschi-ni, in un allestimento multimediale, im-preziosito da video e musica. La pièce -scritta per Romolo Valli nel 1979 -indaga la condizione dell’intellettualecontemporaneo, davanti al dilemma

della scrittura e specialmente della poe-sia. Il senso della vita e l’imprevedi-bilità del cuore sono al centro de “Laserata”, inedita pièce teatrale scritta ediretta da Sergio Rubini, in cartellonedal 18 al 22 febbraio 2015: nel cast,oltre allo stesso Rubini, anche FabrizioBentivoglio, alle prese con la tramasottile degli affetti, per una riflessionesui legami d’amore e d’amicizia. Ladialettica dei sentimenti, le convenzionisociali ma anche la gestione della ca-sa, dei figli e del denaro affiorano traconfessioni e lacrime, progetti e aspet-tative di futuro, e alla fine di una nottebianca arriverà, per tutti i personaggi,il momento dei bilanci e delle scelte,non senza sorprese. S’intitola “Pensoche un sogno così...” lo spettacolo scrit-to (con Vittorio Moroni) e interpreta-to da Giuseppe Fiorello, in cartellonedal 4 all’8 marzo 2015: un viaggionell'Italia e nella Sicilia del secondoNovecento, tra i ricordi d’infanzia e ilfascino delle canzoni di Domenico Mo-dugno, che hanno disegnato la colon-na sonora di un’epoca. Una sorta didiario privato, con le impressioni e lesensazioni di un bambino, poi adole-scente e giovane uomo del Sud, trasogni e speranze, buffi incontri, storiedivertenti e amare, e incredibili av-venture che affiorano dalla memoria,in una sinfonia di volti e voci, colori esuoni. La ricerca della verità - impli-cita in quel “Giù la maschera” che ètitolo e tema della Stagione 2014-15 -riaffiora prepotentemente con “Novan-tadue - Falcone e Borsellino, vent’annidopo” di Claudio Fava, al Teatro Mas-simo di Cagliari dal 18 al 22 marzo2015: la pièce riprende il filo della sto-ria da quei giorni di isolamento forzatosull’Isola de L’Asinara, durante i quali idue magistrati completarono l’atto diaccusa per il maxi processo contro lamafia. Un momento cruciale per la lottacontro la criminalità organizzata, cheavrebbe reagito con violenza alla finedell’impunità: è il preludio alla sta-gione cruenta delle bombe, le stragi diCapaci e di via d’Amelio, le minacce egli omicidi di uomini politici, gli at-tentati a Firenze e a Milano e quello -fallito - allo Stadio Olimpico di Ro-ma. Nato in occasione dell’anniversa-rio delle stragi, lo spettacolo ritorna in

scena in un nuovo allestimento, conattori come Filippo Dini (Premio Hy-strio Anct 2014) e Max Mazzotta (En-rico Fiabeschi in “Paz!”) diretti daMarcello Cotugno. Chiuderà in bel-lezza il cartellone de “La Grande Pro-sa al teatro Massimo” di Cagliari -dal 22 al 26 aprile 2015 - uno dei ca-pisaldi della drammaturgia del Nove-cento, “Morte di un commesso viag-giatore” di Arthur Miller, con la regiadi Elio De Capitani, anche protagoni-sta sulla scena, insieme ad un’ottimae competente compagnia. Una trage-dia americana che riflette il fallimen-to del “sogno”: il protagonista, WillyLoman, dopo aver inseguito per tuttala vita il miraggio del successo, trac-

cia l’amaro bilancio di quel che gli re-sta.Tra delusioni e rinunce, tra le am-bizioni e le speranze riposte nei figli,e l’ingannevole immagine di se stes-so, cede ad un ultimo sussulto d’or-goglio che gli impedisce di cambiarelavoro, precipitandolo nell'inevitabilesconfitta. I protagonisti de “La Gran-de Prosa al Teatro Massimo”/ Giù laMaschera” incontreranno il pubblicoper “Oltre il Sipario/ gli attori rac-contano”, il ciclo di appuntamenti inprogramma tra la MEM/Mediateca delMediterraneo e il Cinema Odissea diCagliari che, in occasione degli spet-tacoli, porta il dibattito sui temi tratta-ti - e quindi metaforicamente l'azioneteatrale - in varie location cittadine,con il coinvolgimento di appassiona-ti e curiosi.

A corollario della stagione di pro-sa del CeDAC al Teatro Massimo diCagliari, si rinnova l’appuntamento conla rassegna “Schermi & Sipari” alCinema Odissea di Cagliari organiz-zata in collaborazione con la coopera-tiva Spazio 2001: cinque film “a te-ma” - dallo psichedelico “Yellow Sub-marine” di George Dunning, musicald’animazione dedicato ai Fab Four, al-lo storico “Re Lear” di Peter Brook;dall’“Enrico IV” di Marco Bellocchio,a “Giovanni Falcone” di Giuseppe Fer-rara alla trasposizione cinematografi-ca de “Morte di un commesso viag-giatore” firmata da Volker Schlöndorff.La stagione 2014-15 de “La GrandeProsa al Teatro Massimo”/ Giù la Ma-schera” è organizzata dal con il con-tributo e il patrocinio del MiBACT/ministero dei Beni e delle attività cul-turali e del Turismo, dell’assessoratodella Pubblica istruzione, beni cultu-rali, informazione, spettacolo e sporte dell’assessorato del Turismo, arti-gianato e commercio della RegioneAutonoma della Sardegna, dell’asses-sorato della Cultura, Pubblica istruzio-ne, sport, spettacolo e politiche giova-nili del comune di Cagliari.

“La Grande Prosa al Teatro Mas-simo” è sostenuta inoltre dalla Fon-dazione Banco di Sardegna, con ilprezioso apporto di Sardinia Ferries.La stagione si avvale di preziose col-laborazioni come quella con Spazio2001 per la rassegna e gli incontri alCinema Odissea di Cagliari, con laMEM/Mediateca del Mediterraneosempre per “Oltre la scena”. Si rin-nova anche la convenzione con l’ER-SU, con riduzioni speciali per gli stu-denti universitari, oltre agli abbona-menti speciali per le scuole. Infine, lasinergia con l’Istituto per ciechi “Mau-rizio Falqui” ha l’obiettivo di rende-re tale servizio culturale più accessi-bile anche per i non vedenti riservan-do loro sconti particolari, ma sopra-tutto realizzando una piccola brochu-re del programma teatrale tradotto inBraille ed un’applicazione audio perpc e smartphone.

Per info: [email protected].

Cinzia [email protected]

CeDAC ha presentato la stagione di prosa 2014/2015 che sarà in programma presso il teatro Massimo di Cagliari

“Giù la maschera”, il teatro come luogo di veritàTra i protagonisti delle performances in cartellone: Branciaroli, Placido, Gullotta, Beppe Fiorello, Marcorè e De Capitani.

L’assessore regionale Claudia Firino. Antonio Cabiddu, presidente CeDAC.

Cinzia Crobu.

Grande successo, a Carbo-nia, per il 7° Mediterra-neo Film Festival, orga-nizzato dal Centro Servi-

zi Culturali di Carbonia Iglesias edalla Cineteca Sarda della SocietàUmanitaria, in collaborazione conil Comune di Carbonia e la Regio-ne Sardegna, sotto la direzione arti-stica di Stefano Obino.

Sono stati più di 1.800 gli spet-tatori intervenuti nelle 6 serate (dalmercoledì 8 a domenica 12 ottobrecon l’anteprima del 4 ottobre) al Tea-tro centrale, a cui si sommano i cir-ca 500 ragazzi delle scuole cittadineche hanno partecipato alla quintaedizione del concorso CINEMA/-LAVORO/MIGRAZIONE. Questinumeri testimoniano il gradimento cheil Festival ha registrato tra i tanticittadini di Carbonia e del territorio.

Il cartellone, che ha offerto aglispettatori la possibilità di osservare,da diversi punti di vista, tematichedi grande attualità come la migra-zione, il lavoro e le lotte sociali, haportato a Carbonia, tra gli altri: l’at-trice Claudia Gerini e la regista Ma-rina Spada per il film “Il mio Do-mani”; l’attore Libero De Rienzo,protagonista di “Smetto quando vo-glio”; il regista Antonio Auguglia-ro e Alaa Bjermi e Mc Manar pro-tagonisti del film evento “Io sto conla sposa”; l’attore Francesco Panno-fino e il regista Felice Farina con ilfilm “Patria”; il regista BonifacioAngius e gli attori Stefano Deffenu eNoemi Medas per il film “Perfidia”,il montatore del grande FrançoisTruffaut, Yann Dedet; i registi ira-niani Arash e Arman Riahi con il filmdocumentario Everyday Rebellion;Ivano Marescotti e Angelo Pasquini,

componenti della giuria tecnica delconcorso CINEMA/LAVORO/-MIGRAZIONE e la Band musica-le “Calibro 35” per il concerto difine Festival.

Sono stati molto apprezzati an-che i documentari e le fiction in con-corso, in particolare: “Destinationde Dieu” di Andrea Gadaletta Cal-darola (premiato dalla giuria tecni-ca per la sezione documentari e dal-la giuria dei circoli del cinema);“Zacharie ya no vive aqui” di Al-berto Segre e “Beep” di Antonello

Murgia (premiati a pari merito dal-la giuria tecnica per la sezione fic-tion); “Va Pensiero. Storie Ambulan-ti” di Dagmawi Yimer (premiato dal-la giuria dei ragazzi).

Durante la settima edizione delFestival sono state consegnate dalcomune di Carbonia, alla SocietàUmanitaria, le chiavi della palazzinadell’ex Direzione mineraria dellaGrande Miniera di Serbariu, avvian-do così il progetto “ExDi Memoriein movimento - La Fabbrica del Ci-nema”.

Il nuovo progetto permetterà direndere visitabile la sede dell’'exDirezione Mineraria, che diventerà“museo di sé stessa” e luogo lega-to alle arti audiovisive e cinemato-grafiche, anche con la creazione diveri e propri percorsi multimedialiinterni alla struttura e di uno spazioculturale, artistico, scientifico e di-dattico di grande rilievo socio-cul-turale e turistico.

La cerimonia di consegna dellechiavi è stata completata da un breveincontro, nel corso del quale sono

stati presentati i punti più significa-tivi del progetto.

«La settima edizione del Medi-terraneo Film Festival - hanno det-to Giuseppe Casti, sindaco di Car-bonia, e l’assessore della Cultura,Loriana Pitzalis - ha dimostrato quan-to sia importante scommettere sugliavvenimenti a carattere culturale,che permettono non soltanto di farassistere il pubblico ad eventi di in-discutibile livello, ma anche di co-noscere ed apprezzare la città di Car-bonia.»

Il Mediterraneo Film Festival sulcitano continua a crescere

6 giornate di cinema di qualità

Dal 2 al 7 ottobre ha avutoluogo la nona edizione delFestival di letteratura perragazzi “Tuttestorie” che

ha registrato un’ampia partecipa-zione, oltre le migliori aspettative.L’evento quest’anno era dedicatoal tema della “Sorpresa”, da qui iltitolo “Racconti, visioni e libri darestare a bocca aperta”.

La biblioteca Centro Sistema diCarbonia ha accolto 80 classi, piùdi 1.200 alunni provenienti dallescuole primarie e secondarie di pri-mo grado della città, dalle frazioni eda vari comuni che fanno parte delSistema Bibliotecario Interurbanodel Sulcis, confermando una profi-cua collaborazione che si rinnovae cresce negli anni, suscitando unnumero sempre maggiore di ade-sioni. Nella biblioteca di Gonnesa,nella stessa settimana, si sono reca-ti gli alunni delle scuole locali, conun numero di 400 partecipanti.

Nella splendida cornice delParco di Villa Sulcis, tra girandolecolorate e gazebi ricchi di “attra-zioni culturali”, si sono svolti con-temporaneamente vari laboratori;nella zona giochi Mirko, un sorpren-dente personaggio, ha intrattenutocon la giocoleria e la fisica del gio-co, grandi e piccini, stupendoli e di-vertendoli allo stesso tempo; all’in-terno del museo, è stato possibile fa-re un salto nel passato, recandosi al“Mercato romano”, mentre all’in-terno della biblioteca si sono svoltigli incontri con gli autori.

Un’“offerta” degna di plauso,che ha regalato esperienze signifi-cative agli organizzatori, ripagan-doli del grande impegno e ai parte-cipanti che sono andati via soddi-sfatti e divertiti.

Da quattro anni a questa parte,si è avuto il decentramento delle at-tività presso la biblioteca di Carbo-nia, che è diventata capofila, ospi-tando le scuole dei comuni di Car-loforte, Giba, Masainas, Perdaxius,Piscinas, Portoscuso, San GiovanniSuergiu, Santadi, Tratalias, Villamas-sargia e Villaperuccio.

Tra gli scrittori ed animatori in-tervenuti a dar vita agli incontri:Chiara Carminati e Giovanna Pez-zetta, Carlo Carzan, Gek Tessaro,Francesco D’Adamo, Silvia Vec-chini e Antonio Vincenti, GiorgioScaramuzzino e Elena Kedros, tut-ti conosciuti a livello nazionale.

Ma se il Festival, nel suo insie-me, è stato un successo, grande con-ferma sono stati anche i ragazzi delliceo scientifico Amaldi di Carbo-nia che, per il secondo anno con-secutivo, coordinati dalla loro pro-fessoressa di storia dell’arte, Bar-bara Cappella, hanno contribuito al-la riuscita dell’evento.

I giovani liceali hanno gestito conentusiasmo “contagioso” il labo-ratorio creativo “Rompiamo lescatole”, dove i bambini sono statiguidati attraverso un percorso cheli stimolava verso un lavoro indi-viduale ma anche collettivo. Divisiin più gruppi, ciascuno ha ricevutoun foglietto riportante alcune parole:un oggetto, un animale, un verbo eun luogo.

«Il loro compito consisteva neldisegnare una storia che legasseinsieme tali parole per poi raccon-tarla a noi, giovani operatori rom-piscatole, sotto lo sguardo vigiledelle loro insegnanti», spiega Mar-ta, una delle tante ragazze che han-no preso parte attivamente al Fe-stival.

«è stato un incontro generazio-nale molto costruttivo, attraverso ilquale abbiamo avuto modo di met-terci in gioco e relazionarci con ipiù piccoli - afferma Francesca -hanno saputo stupirci con la loroingenuità e i loro fantasiosi elabo-rati, ci hanno fatto sorridere e han-no suscitato in noi tanta tenerezza.Sono stati loro i veri protagonisti.»

Tanti i ragazzi che hanno aderi-to al progetto e, con pazienza, han-no trascorso le loro mattinate fra lerisate cristalline dei bambini: Mar-ta Fuligni, Francesca Gallina, Ali-ce Locci, Giulia Esu, Carlotta Cos-su, Mara Salis, Daniele Ricciardi,Mattia Fais, Sara Lisci, Ilaria Can-delargiu, Giulia Coni, Marco Mat-tana, Simone Pisu, Giorgia VaccaValentina Cani, Giacomo Balloccu,Giulia Dessì, Eleonora Cosa, Giu-lia Matteu.

E, per quanto sia stato faticosotenere a bada le piccole pesti, glistudenti non hanno dubbi e si di-chiarano particolarmente arricchitidall’esperienza. Intanto, hanno giàassicurato orgogliosamente la loropartecipazione per il Festival Tut-testorie 2015.

Questo grande successo, ponel’accento sull’importanza di valo-rizzare la promozione della lettu-ra... ben vengano quindi tutte que-ste iniziative, in cui le forze dellevarie istituzioni si fondono, per darvita ad un’offerta formativa semprepiù ampia e completa, in grado disoddisfare le crescenti richieste daparte delle scuole.

Appuntamento al 2015 quindi...per la decima edizione del Festi-val... sicuramente ci attendono nuo-ve incredibili avventure!

Nadia Pische

Si è conclusa il 7 ottobre la nona edizione del Festival di letteratura

Tuttestorie, una formula che piace

Claudia Gerini. Giuseppe Casti consegna le chiavi.

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11La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

Continua la corsa vittoriosa della squadra di Vittorio Corsini, neopromossa, ora in testa alla classifica in Promozione regionale

La Monteponi vola e sogna una nuova promozioneDopo il 5 a 1 subito nel derby, il tecnico del Carbonia Maurizio Ollargiu si è dimesso; l’Atletico Narcao è in difficoltà in coda alla classifica.

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La Monteponi è un rullocompressore nel primo scor-cio del campionato di Pro-mozione regionale. Neppu-

re l’aria del derby ritrovato con il Car-bonia ha creato problemi alla squadradi Vittorio Corsini, passata trionfal-mente al “Carlo Zoboli” con l’am-pio punteggio di 5 a 1! In questo mo-mento tra le due squadre c’è un di-vario netto che emerge anche dallaclassifica che da una parte vede i ros-soblù al comando con 19 punti in 7partite e tre punti di vantaggio sullacoppia Siliqua-Ferrini, entrambevittoriose in trasferta, rispettivamentea San Vito per 2 a 1 e a Elmas con laFrassinetti, per 3 a 0. Ha perso con-tatto dalla seconda posizione, inve-ce, la Kosmoto Monastir, fermata incasa dal Girasole sull’1 a 1.

Intorno alla Monteponi c’è un nuo-vo entusiasmo che sta contagiandotutta la città che attende il suo ritorno

a casa, nel rinnovato stadio Monte-poni, dopo un lungo esilio a Sant’An-

tioco durato per tutto il vittorioso cam-pionato di Prima categoria e pro-

trattosi finora in questo avvio di sta-gione. La data per l’inaugurazione delcampo in erba naturale deve essereancora fissata (in un primo momen-to era stato previsto il 13 novembreper l’amichevole con il Cagliari diZdenek Zeman, ma è probabile loslittamento di alcune settimane).

La squadra sta dimostrando di es-sere competitiva anche in Promozio-ne e promette di lottare fino alla fineper un nuovo salto di categoria che, secentrato, riporterebbe il calcio igle-siente, dopo tanti anni, al vertice nelSulcis Iglesiente.

Il Carbonia, da parte sua, dovràreagire subito al pesante ko, perchéla classifica comincia a farsi preoc-cupante, e manca ancora la vittoriadopo sette giornate di campionato(5 pareggi e 2 sconfitte), ma dovràfarlo senza il suo tecnico MaurizioOllargiu che al termine del derby harassegnato le dimissioni. La società

guidata dal presidente Renato Gi-ganti dovrà decidere se respingerle,

rinnovando la fiducia, o accettarle equindi scegliere un sostituto.

La prima del mese di novembre èstata una domenica da dimenticareanche per l’Atletico Narcao, scon-fitto di misura ad Arbus per 1 a 0 epenultimo in classifica con due solipunti. La squadra appare in difficol-tà e senza qualche inserimento diqualità, probabilmente dovrà fatica-re non poco per raggiungere il tra-guardo della salvezza per il terzo an-no consecutivo.

Nel girone B del campionato diPrima categoria, continua la marciain vetta alla classifica del Senorbì,impostosi per 4 a 1 ad Escalaplano,inseguito ora a 4 lunghezze dal San-t’Antioco, vittorioso di misura nelderby casalingo con il Tratalias per1 a 0. Cresce il Carloforte, terzo con13 punti dopo la nuova vittoria sullaLibertas Barumini per 2 a 0, insie-me alla Villacidrese, bloccata sullo0 a 0 dalla Fermassenti di GianniMaricca.

Pari senza goal, infine, per l’I-glesias con il Seui Arcueri, mentre

il Gonnesa ha perso ancora, 4 a 1 aVillanovatulo.

Vittorio Corsini (Monteponi). Foto F. Murru. Marco Foti (Monteponi). Foto F. Murru. Maurizio Ollargiu (Carbonia). Foto F. Murru.

Bello e sfortunato esordio,per la VBA/Olimpia San-t’Antioco, nel nuovo cam-pionato di B1 di volley ma-

schile. Al Palasport di Sant’Antio-co, la squadra di Adrian Pablo Pa-squali è stata battuta 3 a 2 dall’Em-ma Villas Chiusi, una delle forma-zioni più accreditate per la promo-zione in A2, dopo oltre due ore emezza di durissima battaglia.

La squadra lagunare, completa-mente rinnovata rispetto alla passatastagione, ha tenuto testa fino in fon-do ai più quotati avversari, arren-dendosi solo sul 16 a 14 del tie-break.

A Segrate ci si aspettava una cre-scita ed un risultato positivo, vicever-sa sul campo è maturata una seccasconfitta per 3-1 (25-19, 25-21, 22-25

e 25-19). La squadra ha faticato mol-to in avvio, cedendo i primi due set

abbastanza nettamente 25 a 19 e 25a 21, riuscendo ad entrare in partita

nel terzo set, vinto 25 a 22. A quelpunto la reazione della squadra dicasa è stata autoritaria e per i lagu-nari non c’è stato niente da fa-re: 25a 19 e 3 a 0 finale.

L’avvio di stagione è stato amaro,come ampiamente previsto, per ilVolley Iglesias di Mario Basciu, an-data incontro a due pesantissimi kosul campo del Volley Lupi Santa Cro-ce (25 a 9, 25 a 12, 25 a 11) e in ca-sa con il Parella Torino: 14-25, 17-25, 15-25. Il roster pare inadeguatoalla categoria e la società cercherà dicompletarlo ma la stagione, al mo-mento, si prospetta tutta in salita.

Dopo la prima pausa stagionale,la VBA/Olimpia ospiterà il Sant’An-na Tomcar Torino, mentre il VolleyIglesias giocherà a Mondovì.

Le due squadre sulcitane hanno iniziato il nuovo torneo di B1

VBA/Olimpia e Volley Iglesias, c’è tanto da fare

Un attacco vincente di Sarpong.

Iprimi due illusori successi ave-vano fatto presagire un torneodi vertice, a braccetto con San-t’Orsola Sassari ed Accademia

Sestu nella lotta per un posto neiplayoff che portano alla Serie B.Ma da quel momento in poi, si èspenta la luce, e il Calasetta Basket,con quattro battute d’arresto conse-cutive, è scivolato al terz’ultimo po-sto in classifica nel Girone L delcampionato di Serie C, davanti sol-tanto ai fanalini di coda Elmas eTorres.

Difficile analizzare i perché di uncalo così repentino dei tabarchini,che sulla carta rimangono una dellemigliori formazioni del torneo. Inestate, infatti, la dirigenza ha messopesantemente mano al roster che pu-re aveva brillato nello scorso torneodi DNC, nel tentativo di renderlo piùprofondo e completo. Tre soltanto leconferme: il capitano Maurizio Fon-tana, il giovanissimo play StefanoMassidda e l’ala marchigiana An-drea Morresi. Per il resto, tantissimenovità, a partire dal coach AndreaMasini, che ha preso il posto diEdoardo Peretti, ora nello staff delCus Cagliari (A1 femminile). Clas-se 1959, il tecnico di San GiovanniValdarno ha maturato importanti espe-rienze soprattutto da giocatore, ve-stendo la maglia della Stella Azzur-

ra Roma in Serie A nel corso deglianni ‘80. Assieme a lui sono arriva-ti il playmaker Fabio Aralossi; laguardia siciliana Ernesto Savarese;l’ala-pivot Giampaolo De Caris, pro-veniente da Veroli; il centro argen-tino Yael Barreiro e l’esterno caglia-ritano Stefano Santona. In più, il

dirigente Mario Fontana è riuscito aportare a casa Fabio Cau e AlbertoDeliperi, due ragazzi molto interes-santi formati dal florido settore gio-vanile della Scuola Basket Carbonia.

Le prime due settimane di cam-pionato hanno portato risultati con-fortanti: all’esordio, nell’Opening Daydi Quartu, Calasetta ha battuto net-

tamente l’Elmas per 80-66, grazieanche ai 27 punti di Morresi. A Sas-sari contro la Torres è arrivato il bis(76-84). Poi il crollo: prima lo stopnel big match contro la Sipal Gen-neruxi (81-72, vani i 25 punti diBarreiro), quindi le sconfitte piutto-sto nette contro le prime della clas-se Su Stentu e Tavoni (vittoriose,rispettivamente, per 63-74 e 108-80)e, infine, il doloroso ko interno con-tro l’Esperia (61-69), che ha di fattosancito l’inizio della crisi.

Tante le nubi che ora si adden-sano sul futuro del sodalizio giallo-blù. Il campionato è ancora lunghis-simo (sono previsti due gironi diandata e altrettanti di ritorno), ma ladistanza dal primo posto - l’unicoche garantisce l’accesso agli spareg-gi promozione contro le squadre del-la penisola - è già troppo grande perpoter essere colmata. E allora unaannata partita con tante ambizioni,potrebbe essere già naufragata dopoappena un mese e mezzo, al puntoche, secondo alcuni rumors, nonsono esclusi dei ridimensionamentiin corso d’opera. Chissà se coachMasini, e assieme a lui la truppa di“forestieri” arrivati con tanto entu-siasmo qualche mese fa, chiuderan-no la stagione sull’isola di San-t’Antioco.

Roberto Rubiu

Le prime due vittorie avevano illuso la squadra isolana

Per il Calasetta Basket si è spenta la luce

Maurizio Fontana. Foto G.L. Zuddas.

Se n’è andato, all’età di 77 anni,Renzo Cappellaro, centra-vanti del Cagliari dal 1963 al1966 e tecnico di diverse

squadre, tra le quali il Carbonia, cheguidò per due stagioni in serie D(1980/81) e in serie C2 (1984/85).

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937,iniziò a giocare al calcio nelle gio-vanili del Lanerossi Vicenza, con laquale vinse il prestigioso Torneo diViareggio per due anni consecutivi,nel 1954 e 1955, aggiudicandosi an-che la classifica dei marcatori (con-serva quel primato, raggiunto qualcheanno fa dall’attuale centravanti dellaNazionale, Ciro Immobile). Giunsealla prima squadra nel campionato diserie A 1957/58 e in cinque stagionicollezionò 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’e-state del 1961 per vestire la magliagrigia dell’Alessandria, con la qualevinse la classifica dei cannonieri del

campionato di serie B, con 21 reti (36presenze). L’anno successivo passòal Lecco, poi al Cagliari, nell’estatedel 1963. Con la maglia rossoblù, alprimo anno, conquistò una storicapromozione in Serie A, realizzando 9reti. Dopo due stagioni in serie A (intre campionati, collezionò 63 presen-ze e 16 reti), ritornò in serie B con ilGenoa, per poi passare al Potenza.Appese le scarpette al chiodo quan-do era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allena-tore, nella giovanili della Samboni-facese e dello Schio, ma è in Sarde-gna che riuscì a togliersi le migliorisoddisfazioni. Il debutto alla Nuore-se (1974/75), poi a Latina (1975/76),ancora a Nuoro (1978/79), QuartuSant’Elena (1979/80), quindi a Carbo-nia, in serie D, nella stagione 1980/81,presidente Elvio Verniani. Fu quello,nella prima parte, il miglior campio-nato della sua carriera. Era il Carbo-

nia di Adriano Novellini, Giampao-lo Zaccheddu, Guido Accardi, Flo-riano e Marco Congiu, Aldo Scopa,Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Mar-co Manconi e Mondo Mameli, Pie-rino Aresu, Roberto Sequi, MarcoFenu, Luciano Gambula, Rino Pian-ta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Cor-da, Egidio Cossu, il compianto San-dro Piras, Mauro Virdis e Walter Lin-diri, che nel catino di Bacu Abis, dovegiocava per l’indisponibilità dellostadio comunale, per l’intero gironed’andata (cinque vittorie consecuti-ve all’inizio) e la prima giornata delritorno, incantò tutti, dominando let-teralmente il campionato. Chiuse ilgirone d’andata in testa alla classifi-ca con 28 punti (13 vittorie, 2 pareg-gi e 2 sconfitte). La prima sconfittaa Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980,riscattata con una bella vittoria nelderby interno con l’Iglesias, 3 a 1,con un’impresa este in sei giornate:

1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acque-dotto di Sassari contro la Torres, bat-tuta 1 a 0 con uno splendido goal diMarco Congiu e con la Romulea, alritorno allo stadio Comunale, 1 a 0;la sconfitta di Velletri, 2 a 1 e le vit-torie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta diAdriano Novellini) e sull’Angelana, 3a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu aquel punto che la squadra cominciòa balbettare e, giornata dopo giorna-ta, a perdere terreno rispetto alle prin-cipali concorrenti, Frosinone e Tor-res, che era riuscita a fermare rispet-tivamente con un pari ed una vittoriasui loro campi, nel corso del gironed’andata. Renzo Cappellaro non riu-scì a capacitarsi dell’involuzione del-la sua creatura ed il girone di ritornosi tramutò in un’autentica sofferenzaper i tanti tifosi che si erano esaltatiper quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pa-reggi e ben 8 sconfitte, per comples-sivi 13 punti ed il quarto posto finale,

alle spalle delle promosse Torres eFrosinone e del Terracina.

La grande delusione lasciò il se-gno e la società l’anno successivo affi-dò la guida della squadra a CheccoFele, che con la conferma dei mi-gliori giocatori e gli inserimenti diPietro Pillosu, Gianni Tronci, SergioBodano, Riccardo Erriu e LeopoldoPardini, riuscì a scrivere una dellepagine più belle della storia calcisticadel Carbonia, centrando la promo-zione in C2, nella primavera 1982.

L’esperienza di Renzo Cappella-ro alla guida del Carbonia ricomin-ciò due anni più tardi, in C2, presi-dente Benigno Atzori. Dopo un buonavvio (2 a 0 a Montevarchi con goaldi Fabrizio Rizzola e Giovanni Leonee pari interno con la Massese, 2 a 2,con goal di Giovanni Leone e Flo-riano Congiu) e tre vittorie interneconsecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 al-l’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo;

alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal diLuca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torrescon goal di Giuseppe Innella), la squa-dra iniziò a balbettare e nell’ultimoscorcio di stagione, con una classificaallarmante, i dirigenti decisero di eso-nerare Renzo Cappellaro e di affida-re la squadra a Ugo Corda. Il cam-bio sortì l’effetto desiderato, il grup-po reagì e riuscì a centrare il traguar-do della salvezza con 29 punti, graziealla miglior classifica avulsa rispettoallo Spezia, alla Vogherese e, soprat-tutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Im-peria, che finirono in Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro,di fatto, si concluse lì, perché nellestagioni successive il tecnico vicen-tino si dedicò alla cura dei giovani.Lascia un bellissimo ricordo tra quan-ti hanno avuto modo di conoscerloed apprezzarlo, sia per le qualità tec-niche sia per quelle umane.

Giampaolo Cirronis

In Sardegna è stato giocatore del Cagliari e tecnico del Carbonia

Se n’è andato, a 77 anni, Renzo Cappellaro

Renzo Cappellaro. Il Carbonia protagonista del campionato di serie D 1980/81.

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12 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014

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