[BRESCIA - I] GDB 10/SPECIALI/SPECIALI-01

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DOMENICA12GIUGNO 2011 Brescia avvenimenti FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL FESTIVAL TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE TURBINE D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI D’EMOZIONI TURBINE D’EMOZIONI E ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO ROMANTICISMO E ROMANTICISMO La48.a edizione della rassegna pianistica internazionale si chiude con un lusinghiero successo e guarda al futuro Direttore responsabile: Giacomo Scanzi L e forti emozioni dell’ascolto del- le Sinfonie di Mahler e l’eccellen- za della scuola pianistica russa sono al centro dei commenti a caldo sulla 48esima edizione del Festival che ancora una volta ha ottenuto il più vivo successo. Ne parliamo con il mae- stro Pier Carlo Orizio, direttore artistico della rassegna. Il Festival di quest’anno, con gli omaggi a Liszt e Mahler, ha ospitato straordina- rie serate sinfoniche. Qual è stato l’ap- puntamento più significativo? In generale sono molto soddisfatto, ma se devo indicare un concerto su tutti, il mio pensiero corre alla serata inaugura- le. All’eccellenza di questo concerto han- no contribuito tanti elementi che difficil- mente si trovano riuniti. Anzitutto un’ot- tima orchestra, quella della Radio Svede- se, che ha dato una prova perfino supe- riore alle attese. Poi, un direttore straor- dinario, Daniel Harding, sulla buona strada per diventare il miglior direttore mahleriano dei prossimi anni. Infine la musica di Mahler: la Nona Sinfonia, una composizione che prima d’ora non era mai stata eseguita a Brescia e che sarà molto difficile poter riascoltare al Gran- de nel breve o medio termine. continua a pagina II PIER CARLO ORIZIO Forti d’un avvio trionfale con Mahler di Marco Bizzarini

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DOMENICA12GIUGNO2011

Bresciaavvenimenti

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Direttore responsabile: Giacomo Scanzi

Le forti emozioni dell’ascolto del-leSinfoniediMahler e l’eccellen-za della scuola pianistica russasono al centro dei commenti a

caldo sulla 48esima edizione del Festivalche ancora una volta ha ottenuto il piùvivo successo. Ne parliamo con il mae-stro Pier Carlo Orizio, direttore artisticodella rassegna.Il Festival di quest’anno, con gli omaggia Liszt e Mahler, ha ospitato straordina-rie serate sinfoniche. Qual è stato l’ap-puntamento più significativo?In generale sono molto soddisfatto, mase devo indicare un concerto su tutti, ilmio pensiero corre alla serata inaugura-le. All’eccellenzadi questoconcerto han-no contribuito tanti elementiche difficil-mentesi trovano riuniti. Anzitutto un’ot-tima orchestra, quella della Radio Svede-se, che ha dato una prova perfino supe-riore alle attese. Poi, un direttore straor-dinario, Daniel Harding, sulla buonastrada per diventare il miglior direttoremahleriano dei prossimi anni. Infine lamusica di Mahler: la Nona Sinfonia, unacomposizione che prima d’ora non eramai stata eseguita a Brescia e che saràmolto difficile poter riascoltare al Gran-de nel breve o medio termine. continua a pagina II

PIER CARLO ORIZIO

Forti d’un avviotrionfalecon Mahlerdi Marco Bizzarini

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Che cosa ammira di que-sto capolavoro?È una musica enorme-mente complessa, estre-

ma anche nelle proporzioni, basatasudue tempi lenti. Anche se è diffici-le coglierne il principio formale,l’ascoltatore rimane profondamen-te coinvolto. I secondi di silenziochehannoaccompagnatolafinedel-l’Adagioconclusivo sonostatisecon-di di musica. Un trionfo della poeti-ca di Mahler.Sul versante pianistico il Festivalha reso onore a Liszt nel bicentena-rio della nascita. Qual è il bilanciofinale?Di solito il Festival non segue la mo-da dei centenari, ma quest’anno ab-biamo fatto un’eccezione. Liszt se lomeritava perché non è un composi-tore unanimemente riconosciutodai musicisti e dal pubblico. D’altraparte alcuni dei più grandi pianistidel Novecento, pur non avendo fa-ma di «specialisti lisztiani», hanno

creduto fortemente nel valore dellesue musiche. Penso ad Arrau, Kem-pff e Brendel. Avevano fama di esse-re soprattutto grandi interpreti diBeethoven ma ci hanno lasciato an-che meravigliose interpretazioni diLiszt.Pensa che lo stesso principio valgaancheper i pianisti dei nostrigiorni?

Neabbiamo avuto proprioquest’an-no una conferma con Boris Berezo-vsky, che a mio parere ha raggiungola punta più straordinaria nell’ese-cuzione lisztiana. Nonostante la suafama sia legata soprattutto all’iper-virtuosismo, Berezovsky è anche uneccellente interprete beethovenia-no: ha un grande senso della formae dell’equilibrio.Berezovsky è russo, come Volodos,Sokolov e Olga Kern. Sembra che ipianisti russi abbiano davvero unamarcia in più in questo momen-to…È un dato oggettivo. Ma io vorrei ag-giungere che subito dopo la scuolarussa (ammesso che si possa parlaredi un’unica scuola) si sta mettendoin luce quella italiana. Quest’annoabbiamo sentito tre pianisti italiani- Giuseppe Andaloro, Federico Col-li, Enrico Pace - e hanno fatto tuttiuna bellissima figura. Spiace che lacarriera internazionale di alcuni ec-cellenti pianisti italiani risulti inqualche modo sottodimensionatarispettoalle loro effettive potenziali-tà; bisognerebbe riflettere su questofatto. Il Festival sta facendo il possi-bileper superare infondati pregiudi-zi e far sì che i migliori pianisti italia-ni siano riconosciuti come merita-no.Può fornire alcune anticipazionisul tema del Festival dell’anno pros-simo?Stiamopensandodidedicareil Festi-val del 2012 alla musica di JohannesBrahms. Vorremmo mettere in evi-denzaaspetti meno battuti nell’ope-radiquestograndissimocomposito-

re. Penso soprattutto al repertoriocameristico, perché il Brahms da ca-mera non solo non è inferiore alBrahms sinfonista, ma spesso è su-periore.Saràun tema rigorosamentemono-grafico o sfaccettato?Posso garantire che l’anno prossi-mo ci sarà spazio per voci diverse.

Lamusica di Brahms saràmolto pre-sente, ma troveranno spazio pureesecuzionidi musicadel nostro tem-po. Credo che la presenza della mu-sica contemporanea sia fondamen-tale per il futuro non solo del Festi-val ma dell’ intera attività concerti-stica in generale.

Marco Bizzarini

OGGI AL GRANDE, A CHIUSURA DELLA RASSEGNA, É PROTAGONISTA UN MUSICISTA AMATISSIMO

Il congedo con Grigory Sokolov, il «Dostojevsky del pianoforte»

Avvicinare i giovani allamusica classica e far ri-scoprire questo patri-monio anche agli an-

ziani rientra fra le priorità cultu-rali del Comune di Brescia.«Vorrei che tutti i cittadini - spie-ga il sindaco Adriano Paroli -avessero l’occasione di apprezza-re la grande musica. È chiaro chela musica dei grandi autori, al dilà dell’immediata bellezza d’im-patto, richiede, come tutte le for-me d’arte complesse, la fatica diun’applicazione. Ma è una faticapremiante, che vale la pena di es-serefatta. E credo che questa espe-rienza vada estesa il più possibi-le».Pensa in particolare alle nuovegenerazioni?«Certamente. Come si è visto inquesti ultimi mesi, la Fondazio-

ne del Teatro Grande punta sulfatto che il teatro debba aprirsi aigiovani proponendo, per esem-pio, spettacoli a prezzi agevolati,o dando la possibilità di assisterealle prove di un concerto, come èavvenuto nell’apprezzato Proget-to Giovani del Festival Pianisti-co.Ma il mio pensiero va anche aquelle persone anziane che han-nocostruitolacittà,che hanno af-frontato il dopoguerra lavoran-do, spesso con molti figli e ben po-chi aiuti.Molte di queste persone non sonomai entrate nel teatro Grande enon hanno mai assistito ad unconcerto del Festival. Vorrei cheriuscissimo a coinvolgerli perchésarebbe ingiusto non riconoscereai nostri anziani questa possibili-tà». m. biz

«Il Festival pianistico -dichiara il presiden-te della Provincia diBrescia, Daniele Mol-

gora - è probabilmente la manife-stazione di più alto livello sul no-stro territorio.È un’iniziativa che si svolge da 48anni e per la quale stiamo giàpensando ai festeggiamenti perla cinquantesima edizione. Cre-diamo nella qualità del Festival eper questo motivo abbiamo au-mentato il nostro sostegno. Suuna cosa, però, credo si debba an-cora lavorare: ed è una maggiordivulgazione a livello provincia-le. Far conoscere al territorio bre-sciano ciò che viene proposto alteatro Grande è uno dei nostriobiettivi».In che modo e attraverso qualistrategie intende raggiungere

l’obiettivo?«Per esempio,coinvol-gendo le associazioni musicali eculturali sul territorio. Ma, oltrea questo, stiamo curando un pro-gramma specifico nelle scuole su-periori di nostra competenza,per diffondere la conoscenza del-la musica classica. Lo facciamoattraverso la Brescia Orchestrache quest’anno ha felicemente de-buttato al Festival: si tratta diuna compagine fortemente lega-ta al territorio, composta da pro-fessori e da giovani talenti bre-sciani. Quando la Brescia Orche-stra tiene i suoi concerti, vienesempre realizzata una matinéenelle scuole. Come Provincia e at-traverso la Fondazione "BresciaEventi" stiamo cercando di co-struire un grande progetto attor-no alla musica classica». m. biz.

Daniel Harding, che il 2 maggio, per la serata inaugurale del Festival, ha diretto la Swedish Radio Symphony Orchestra nella Nona Sinfonia di Mahler, mai eseguita prima a Brescia (ph. Roberto Mora)

Adriano Paroli

«Coinvolgere tutte le età»

Daniele Molgora

«Un progetto sul territorio»

Il pianista Grigory Sokolov

«Per il 2012, il Brahms da camerae la musica del nostro tempo»I progetti del direttore artistico Orizio, che fa il punto sulla scuola pianistica:«I russi hanno una marcia in più, ma l’Italia cresce e merita visibilità»

� Da anni Grigory Sokolov èospite fisso, attesissimo del Festi-vallacui48.aedizionesichiudeog-gi, 12 giugno, nel giorno in cui Ar-turo Benedetti Michelangeli, 16anni fa, ci lasciò. Pochissimi altripianisti, oltre a Sokolov, sono de-gni di ricordare il grande maestrobresciano, la sua lezione di sovra-

naclasse artistica, di rigore e umil-tàassolutaneiriguardi dellamusi-ca. Quando ha avuto nel 2008 ilPremio Michelangeli, il «Do-stojevsky del pianoforte», l’avevaidealmentegiàmeritatoperl’ecce-zionalità del modo di suonare e lelibere scelte. Sokolov non va con-trocorrente, semplicemente stu-

dia,suona,interpretaciò che ama.Adora Bach su tutti, le Partite inparticolare (e stasera al Grandeamplia il raggio col «Concerto Ita-liano»), e nei récital impone notepreziose, come Couperin, o lo sti-lizzato Byrd. Rivisita il baroccoconestremostile.2011:bicentena-rio di Liszt, sogno d’ogni pianista,

ma Sokolov pare ignorarlo. E ri-prende parte del programma ap-profondito nel 2010 anniversariodi Schumann. Forse perché loama di più o perché gli si confan-no opere come Humoreske che ècome un mosaico da ricostruire. ALiszt,chissà, sidedicherànel 2012.O nei bis, di cui è generoso... f. c.

II DOMENICA 12 GIUGNO 2011 GIORNALE DI BRESCIABresciaavvenimenti

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FRA I PROTAGONISTI

Brillano Berezovsky,l’ascetico Schiff,l’intimista Lupu,la rivelazione Colli

Pianisti russi insuperabili, italianiin bella evidenza, gli attesi ritor-ni di András Schiff e di RaduLupu, la rivelazione di promet-

tenti «new entries».Sottoil profilodell’interpretazione piani-stica la 48.ma edizione del Festival è sta-ta varia e appagante. Ripercorreremo letappe più significative dei récital solisti-ci.Olga Kern, affascinante ed elegantissimavirtuosa della tastiera, quest’anno unicapianista della rassegna ha impostato ilsuo récital su un ideale corpo a corpo fraLiszt e Rachmaninov, due maestri chesul pianoforte potevano fare tutto ciòchevolevano,estendendo aldi làdell’im-maginabile le possibilità dello strumen-to e la tecnica di chi lo suona. La Kern,più che in Liszt, si è distinta per la sor-prendente naturalezza con cui ha affron-tato la Sonata op. 36 e gli «Etudes-Table-aux» del suo connazionale Rachmani-nov.Concerti svincolati dal tema lisztiano so-no stati proposti dall’ungherese AndrásSchiff, uno dei pianisti più importanti alivello mondiale, e dal giovane concitta-dino Federico Colli, classe 1988, que-st’anno distintosi come vincitore delConcorso internazionale Mozart di Sali-sburgo. Per una singolare coincidenza,entrambi i solisti hanno eseguito, fra l’al-tro, brani di Mozart e Beethoven. In que-sto confronto a distanza ravvicinata nonsolo Colli ha ottimamente figurato, maha anche creato attorno a sé un clima divero entusiasmo.Se due anni fa Schiff fu protagonista diun indimenticabile concerto con l’inte-graledelle Suites francesi di Bach, inque-st’occasione l’interprete ungherese si èimpegnato in una sfida ancor più diffici-le: dedicare un intero récital alla formadellevariazioni. Eraun programma som-mamente impegnativo, e Schiff, anzichédiminuire la distanza tra il pubblico equeste opere «per addetti ai lavori», sipuò dire che abbia scelto la via oppostadi un ascetismo senza compromessi edell’astrazione musicale.Sulla stessa lunghezza d’onda, almenoin parte, il grande pianista Radu Lupuche ha affrontato musiche di Schumanncon una lettura intimista, tutta giocatasulle sonorità più delicate ed eteree, nel-la voluta assenza della drammaticità deicontrasti. Ma con la Sonata di Schubertl’interprete rumeno ha dimostrato anco-ra una volta di essere ai vertici su scalaplanetaria: con l’esecuzione dell’Andan-te e dello Scherzo abbiamo udito qualco-sa di unico, da ascrivere tra i momentiindimenticabili del Festival.Sul fronte Liszt i récital solistici hanno vi-sto dapprima l’apprezzato cimento del-l’italiano Giuseppe Andaloro, pianistadotato di un tocco eccellente, e poi unvero e proprio trionfo con gli eccelsi Bo-ris Berezovsky e Arcadi Volodos.In particolare, Berezovsky può essereconsideratolarivelazione diquestoFesti-val: nel suo concerto del 2 giugno il con-certista russo ha avuto un approccio allaserata molto particolare, nel segno diuna grande libertà, tanto da cambiare al-l’ultimo minuto alcuni dei brani in pro-gramma. Abbandonati i sei Lieder diSchubert trascritti da Liszt, sono stati in-seriti ilproibitivo secondo quaderno del-le brahmsiane Variazioni su tema di Pa-ganini, il terzo Scherzo di Chopin e «LaValse» di Ravel. Non si può immaginareunprogramma con unpiù elevato coeffi-ciente di difficoltà tecnica, a maggior ra-gione se incastonato tra il «Mefisto Val-zer» e sei Studi trascendentali di Liszt.Già sapevamo che queste imprese da at-leta della tastiera erano alla portata delvirtuosismo superiore di Berezovsky, maciò che ha impressionato è stata la suacapacità di entrare in comunicazione colpubblico,di emozionare con scelte inter-pretativead alto rischio,di tenereuncon-certo appassionante dall’inizio alla fine.

Marco Bizzarini

UnaparatadiOrchestre sinfoni-cheedisolisti,maancheun’ar-ticolataseriedi iniziativerivol-te ai giovani, il Premio a Uto

Ughi. Tutto questo è stato il 48˚ Festival,chedal 2 maggio ha tenutoi fari accesi sulTeatro Grande per 40 giorni, fino ad oggi,16˚anniversario della scomparsa di Artu-ro Benedetti Michelangeli, celebrato dalrécital dell’impareggiabile Grigory Soko-lov. La coincidenza con il bicentenariodalla nascita di Liszt e il centenario dallamorte di Mahler, centrati con il titolo «Lamusica dell’avvenire», ha permessol’ascolto di opere straordinarie, per lequali ci si deve prenotare per tempo neimaggiori teatri italiani o esteri. È il casodelle Sinfonie di Mahler, di cui a Bresciasono state eseguite la IX, la I e la IV (a Ber-gamo anche la V), dei due Concerti perpianoforte e Totentanz di Liszt. L’ambitosinfonico si è allargato con la propostadelle due prime Sinfonie, del Concertoper violino di Beethoven e della Quinta diCiaikovsky. Sul piano dei récital solisticiinvece, oltre a Liszt (per il quale sono statiinvitati pianisti virtuosi, in grado di soste-nerne le mostruose esigenze tecniche) siè sentito un po’ di tutto, da Bach a Bartók,a Rachmaninov.Il bilancio del Festival è positivo, data lasua impostazione che puntava a dueobiettiviprincipali daraggiungere, esplo-randoli tramite gli antecedenti (Schubertper Liszt, Liszt stesso per Mahler) e i con-seguenti (Bartók e i successivi ungheresi,il Rachmaninov degli «Etudes-Table-aux»). Il tutto, naturalmente, sotto l’aladel genio di Beethoven in qualsiasi modosimanifesti,dalleprimeSinfonieaglieter-ni enigmi delle Variazioni su un valzer diDiabelli. In un simile contesto - e sonoconsiderazionidipuro carattereestetico-musicale - ogni volta che Schumann hafattolasuacomparsaneiprogrammièap-parso meravigliosamente fuori dal coro,solitario, unico. Come Chopin, capitatocome per caso in un récital con il terzoScherzo e tre Valzer, e capace di far ripen-sarealprocessodellamusicaperl’avveni-re.È stato un Festival romantico: suono e

timbro che realizzano le intenzioniespresse(nonsolo con i«programmi»macon precise indicazioni relative ad ognistrumento) da parte di quei grandi, e noncosì lontani da noi nel tempo, che furonoLiszt e Mahler. Timbro caratteristico, taleda far rivivere le emozioni di una vita, lasua vita - chiedeva Mahler a chi eseguissela IX Sinfonia. Che ha inaugurato il Festi-val con la Swedish Radio Symphony Or-chestra diretta da Daniel Harding, un’or-chestra fantastica, compatta, dal suonosmaglianteeguidata da un musicistagio-vane che, magari un po’ compassato al-l’inizio,siè«scaldato»durantel’esecuzio-ne ed ha offerto la serata per noi più im-portante di tutte. Seguita da quella del-l’OrchestradiBudapestconilsuomusica-lissimodirettore IvánFischer,chesiacco-sta al mistero dell’arte con freschezza econtagia i suoi giovani, che sembravanoamare la vita, non illudersi, nell’eseguirela Quinta di Ciaikowsky. Sensazioni. Co-s’èla musica senon la realizzazioneemo-tiva, dell’attimo che passa subito? Nonpossiamo pensare ad altro, ripassandoquestesere al Grande,che all’attacco del-la Sonata di Schubert da parte di RaduLupu. L’anima che vola e finalmente tro-vaspazio,nelsuono,nell’intenzionesubi-to espressa da una specie di domanda in-finita... L’altro più bel concerto del Festi-val, un momento senza pari.Con la Prima di Mahler la TchaikovskySymphony si è scossa, come la Czech Na-tional Orchestra nella Quarta di Mahler.Dalcantosuola BresciaOrchestraerafre-mente al punto giusto nella Seconda diBeethoven. I pianisti solisti nelle opere diLiszt con orchestra, austere e frenetiche,forseperchétroppo concentratisullatec-nica o per l’assieme, non hanno dato ilmeglio delle loro possibilità sonore edespressive. Troppo tesi, pur con esiti di-versi,Romanovsky,Pace,Lazic, probabil-mente non riuscivano a pensare alla mu-sica, che nelle mani e nel pensiero di Be-nedettiMichelangeliodiRichterdiventa-va un prodigio. E il Grande è ancora unteatro che dal palcoscenico appare enor-me...

Fulvia Conter

Berezovsky ha conquistato il pubblico inserendo all’ultimo momento brani di Brahms, Chopin e Ravel irti di difficoltà (foto dell’inserto, tranne a pag. II, di Reporter)

Liszt e Mahler,note vitaliAttorno ai due compositori si è sviluppatoun avvincente cartellone romantico

Radu Lupu e, sotto, Iván Fischer alla guida dell’Orchestradi Budapest

GIORNALE DIBRESCIA DOMENICA 12 GIUGNO 2011 IIIBresciaavvenimenti

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«La musica ha conquistatosoprattutto i più piccoli»Uto Ughi traccia un bilancio molto positivo del «Progetto Giovani»Pier Carlo Orizio: «Vorrei ripetere l’iniziativa anche l’anno prossimo»

Una delle novità che hanno ca-ratterizzato il 48˚Festival pia-nistico è stata la speciale ini-ziativa «Uto Ughi Progetto

Giovani». Il celebre violinista, quest’an-noinsignito del Premio Michelangeli isti-tuito dalla Fondazione Cab, si dice parti-

colarmente soddisfatto dell’esperienzacon i 4.800 allievi delle scuole di Brescia(22 tra elementari, medie e superiori) eBergamo, che hanno partecipato: «An-che a Roma organizzo da anni una rasse-gna musicale per le nuove generazioni,ma debbo dire che l’iniziativa brescianaèstata assai piacevole. Sottolineol’impe-gno dei musicisti che mi hanno accom-pagnato, dall’Orchestra del Festival alpianista Enrico Pompili. Tutti hanno da-to il meglio; è stato emozionante».Cosapuò dire dell’attenzionee dell’inte-resse dei ragazzi?Ho trovato ammirevoli soprattutto i piùgiovani: quelli delle elementari e medie.E qual è stato il momento più bello?Quando abbiamo eseguito le QuattroStagionidi Vivaldi.Penso che queste mu-siche descrittive siano le più immediateed efficaci per suscitare interessenei gio-vanissimi, un’ideale punto d’incontrotra le arti: musica, poesia e pittura. Uncapolavoro come il Concerto per violinodi Beethoven richiede invece un ascoltopiù consapevole e maturo, più impegna-tivo.I ragazzi le hanno rivolto qualche do-manda inattesa?

In molti casi erano domande semplicima significative. Fra l’altro mi hannochiesto se ogni volta che si interpreta unpezzo lo si interpreta allo stesso modo.Potrebbe sembrare una domanda inge-nua,ma è moltoprofonda, perchéil com-pito dell’interprete consiste proprio nelcercare ogni volta qualcosa di nuovo,che non è mai la stessa cosa. Mi è stataformulata in un modo così spontaneo,che denotava una curiosità sincera.Ripeterebbe questa esperienza?Moltovolentieri. Sono sempredisponibi-le a queste operazioni culturali.Anche il direttore artistico Pier Carlo Ori-zio condivide l’entusiasmo del maestroUghi:«Ho avutoun’impressione talmen-te positiva - spiega il musicista concitta-dino - che vorrei replicare l’iniziativa an-che l’anno prossimo. Credo che molti ra-gazzi abbiano scoperto per la prima vol-ta un ampio repertorio che va dalle "Sta-gioni" di Vivaldi alla Quarta Sinfonia diMahler. Abbiamo cercato un approccionon troppo didascalico. Non erano verelezioni-concerto, il nostro intento era difar capire che esiste un’altra musica ri-spettoaquella che iragazziascoltano sul-l’iPod, una musica che va goduta soprat-tutto dal vivo, non in solitudine ma inun’occasione sociale. È un ascolto diver-so,bello anche perché si sta assieme. An-dare al cinema con gli amici è più appa-gante che guardare un film alla televisio-ne, e questo al di là dell’aspetto tecnico.C’è anche il fascino del luogo. La musicad’arte, spesso, si fa in luoghi bellissimi ecarichi di storia: teatri, chiese, e così via.Anche gli auditorium moderni, di cuipurtroppo in Italia esistono pochi esem-pi, sono di per sé delle opere d’arte, sonocasse armoniche. Come un violino Stra-divari». m. biz.

OMAGGIOALLACARRIERA

Il28 maggio2011 alFestival, il ma-estroUtoUghi haricevutol’XIPre-mioArturoBenedettiMichelange-li, voluto dalla Fondazione CAB. IlComitato del Premio era formatodalsindacodiBrescia,AdrianoPa-roli; dal presidente della Fonda-zione Cab, Alberto Folonari; dalsegretario della stessa Fondazio-neAgostinoMantovani, edalmae-stro Agostino Orizio. Il premio ri-servato ad artisti affermati, rendeonore a chi si è posto ai vertici del-la carriera musicale, a livelli an-che internazionali. La consegna èavvenuta al teatro Grande, al con-certoin memoriadellevittimedel-la Strage di piazza Loggia.

LAMOTIVAZIONE

Questa la motivazione ufficialedel Premio: «Erede delle miglioritradizioni violinistiche europee eunodei più grandi violinisti italia-ni di ogni tempo, Uto Ughi ha ildono d’instaurare col pubblicounrapportodifascinazioneirresi-stibile.Ideatore dispeciali iniziati-veconcertistiche per igiovani,ap-passionato divulgatore musicalein trasmissioni televisive e radio-foniche, Ughi sa trasmettere an-che alle nuove generazioni l’amo-re per i tesori musicali del passa-to,intesicome unpatrimonio fon-damentale cui gli uomini del ter-zo millennio non possono e nondebbono rinunciare. Ineguaglia-bile maestro del suono violinisti-codeclinatonellesuemille sfuma-ture, dall’eleganza apollinea alloslancio dionisiaco, artista che co-nosce il coraggio della sincerità,anche a costo di andare controcorrente, Uto Ughi è da molti an-ni un carismatico protagonistadella vita concertistica italiana einternazionale, un esempio di de-dizione assoluta all’arte musicaleche ogni volta si estrinseca in unaperfetta comunicazione conl’ascoltatore».

«Mi hanno fatto domande sincereIl momento più bello? Con Vivaldi»

Premio Michelangeli

In alto: Uto Ughi fra i ragazzi. Sotto: in prova col maestro Orizio

[email protected]

Lamusica ringrazia ...

Comune e Provinciadi Brescia

Comune e Provinciadi Bergamo

Soggetto riconosciutodi rilevanza regionale da

Ministero per i Benie le Attività Culturali

Liszt e Mahler.La musica dell’avvenireBrescia Teatro Grande 2maggio | 12 giugno 2011

2maggio / 7 giugno 5 maggio 8 maggio

11 maggio 13 maggio 17 maggio

20 maggio 24 maggio 28 maggio

2 giugno 5 giugno 12 giugno

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IV DOMENICA 12 GIUGNO 2011 GIORNALE DI BRESCIABresciaavvenimenti