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GIORGIO CATTANI

CONFINI LONTANI

GIORGIO CATTANICONFINI LONTANIBenevento - Palazzo TerragnoliTorrecuso (Bn) - Centro Art’s Events

24 Aprile - 5 Giugno 2010

Cura eventoTommaso De Maria

Direzione scientificaFerdinando Creta

CoordinamentoTonino De Maria

TestiLuigi MautaAda Patrizia FiorilloSalvatore Fuschetto

AllestimentoLuigi Bucciano

RingraziamentiAniello Cimitile - Presidente Provincia di BeneventoCarlo Falato - Assessore Cultura Provincia di BeneventoPierina Martinelli - Dirigente Cultura Provincia di Benevento

Si ringraziano altresìPaola e Andrea Abbamonte, Roberta e Arturo Cancrini, Alessandra Cavoto, Cosimo Cairella, Gennaro De Filippo, Grazia Maria De Maria, Tommaso Antonio De Maria, Manuela De Noia, Amalia De Sena e Giulio Mambrini, Silvia Di Dio, Sarah Festa, Immacolata Goglia, Margherita Goglia, Maria Izzo, Imma Maio, Massimo Marchetti, Gianfranco Matarazzo, Umberto Meola, Antonio Mercurio, Marialaura Moretti

ART’S EVENTSCENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA

PROVINCIA DI BENEVENTOAssessorato alla Cultura

«La mia arte ha due anime, quella pittorica, più istintiva, e quella installativa, più razionale. Infatti per me Achille (Bonito Oliva) ha sempre parlato di “Transavanguardia fredda”». (G. Cattani)

Pur essendo uno tra gli interpreti più stimolanti della Transavanguardia, Giorgio Cattani è riuscito a sviluppare un suo personale discorso artistico mai ripetitivo, mai limitato da ciò che è stato, mai distillato sotto medesima luce, ma possedendo sempre uguale profondità visiva ed imprimendo un’energia compositiva mai passeggera.Un’eclettica produzione artistica, dall’istallazione alla video scultura, dal ritorno alla pittura e al disegno, caratterizzano l’effetto della sua immaginazione, nella quale sembra che l’idea venga plasmata, raffreddata e ribattuta mille volte sul bordo del pensiero, un attimo prima che la forgiatura disegni l’immagine pensata.La passione lo porta ad oltrepassare “la conformazione statica della pittura e della scultura”, ad essere ponte che unisce saldamente due mondi, i due campi dell’arte, due regine di un mondo simile ma non uguale, che animano Cattani nel profondo e lo portano a sperimentare e giocare sapientemente sull’immediatezza di un’immagine passeggera ed ingannatrice di stabilità.Convinto sostenitore delle infinite varianti che può avere una visione, dietro il suo sfrenato eclettismo si cela sempre un artista capace di cantare fuori dal coro, usufruendo di materiali eterogenei, sempre giocando ad equilibrare la sua riservatezza con il coraggio di riuscire ad affacciarsi verso nuovi confini pittorici, seppur lontani.

Ferdinando Creta

Confini lontani

La compunzione dei sentimenti, il voler sorvolare l’ennesima ricorrenza stilistica fatta di fisionomie definite e perpetue che perseverano in epidemiche cassettature, il volersi avvicinare, a palmo di mano, verso orizzonti inesplorati, tutto ciò spinge l’artista a non rimanere più in attesa negli angoli di una più vasta percezione visiva, volgendosi, con la stesura di un’opera, verso un faticoso percorso, lontano da accluse tendenze intellettualistiche.Velocemente si avverte l’obbligo di dover lasciare ai soli alberi le radicate certezze, il movimento diviene un valore per voler dare completezza al cumulo di immagini infrante e, tra un obbligo di memoria e un’ istinto di desiderio, comprendere che il cielo ritratto è offuscato dalle passioni e che vi è stupore di come tratti rabbiosi brillino, stracciando nubi, dando un grado di irrealtà a visioni dove spiritualità e forza mortale sembrano (con)fondersi.La rivelazione di corpi luminosi, non più agghindati da unzioni puritane, attira il sospetto che ci sia ancora molto di non svelato, con animo illuso e precipitoso si ripercorrono le possibili combinazioni visive, stupendosi, anche, di come alberi in fiore riescano ad accigliarsi come spettri.Persino ciò che si riteneva fossero segnali di Luce salvifica, se visti come soli oggetti di possesso, appaiono solo riflessi, echi, ruggiti leonini di una Fede fin ora assopita, anche lei in attesa di essere liberata dalla gabbia della logicità terrena.Il suono dei passi è scandito da rade parole che l’udito percepisce come un’eco

di consolidato sospetto di quanto la fisica abbia reale timore delle emozioni: era lei, ipocrita luce che confondeva la lontananza con la vicinanza, facendo illudere che il confine fosse davvero ad un palmo di mano.L’unico modo per fuggire da tutto ciò è nella forza di sollevare la mente, intraprendere un’ascesa per riuscire a vedere lontano, prendere quota mentre il corpo è ancora a terra e presenta leggerezza solo nel disegno, pur sempre vita, movimento, bagliore.Tra un gesto esasperato ed uno spontaneo si percepisce un alito di pace, un’ampia modulazione ritmica rimanda la scena visiva in sequenze che non sono più legate alla memoria, all’ordine naturale delle cose ma all’alternanza di iconografie salde, di frammenti di sogni regolati dal solo respiro.Il panorama è vasto e la stessa corrente che trascina il vedere è uno scorrere armonico, come se fossimo biglie che ruotando, elegantemente, scivoliamo dal tavolo nel ricordo di un lontano incontro, come una musica discosta, nella cadenza di una linea riconosce una danza.La profondità visiva di Cattani diventa così un fluire e un refluire tra momenti di solitudine scomposta e di fede mai addomesticata, tra continue ricerche di larghe zone cromatiche ed avvicinamenti imprevisti di spiragli di puri, dove i volti si svincolano, quali Il pensatore ed Il maestro, dall’inflessibile bagaglio razionalistico.Le immagini infrante acquistano completezza, i corpi sensualmente distesi, i volti in lontananza e le figure femminili, sinottiche e dannate, acquistano passione.

Tra un Oriente contornato da sabbia e da corpi non definiti, così rapidi da doverli rendere subito ricordo-solco su una pagina d’agenda, prima che non resti di loro nessuna traccia, e un Occidente di stanze e linee rigide che tendono ad imprigionare il danzare del tempo che gioca, l’uomo è soggiogato da ciò che vede ed ostinato apprende appieno l’esistenza di un confine lontano.L’orgoglio umano spinge a continuare il tragitto, ma arretra di fronte agli ostacoli della ciarpame ragione: appare una minaccia, un tormento che conduce una figura tetra, senza più forze, in un mondo dove non c’è più ricerca di nulla, ma solo dannazione, si intravede sangue fluente riversarsi in nitide, precise ferite.L’immenso bagaglio emozionale e visivo che Cattani genera nello spettatore viene all’istante percepito anche dai particolari: dalla capacità di dare un senso di rifluire continuo, come l’acqua in un’otre, dalla sfericità dei suoi elementi, dalle poche parabole che si scompongono e si ricompongono in figure con la totale assenza di luce, con solo drappi di oltremare scuro ed una croce in lontananza, simbolo di misericordia e di perdono.Tutti questi opposti sono uniti da ondate tumultuose di foglie, di fiori e di acqua di mare, di fiamme folgoranti e di volti eterei misti ad esistenze dimenticate, in questo altomare l’uomo non è altro che un’altalena che ondeggia tra il palpito delle ere danzanti nei suoi occhi e nel suo sangue.Alla fine di questo viaticum la fisica, per avere il controllo dell’accaduto, è riuscita a spiccare il volo. L’uomo sa che con lei sarà sempre una gara, stavolta, però, lui era il Cielo.

Luigi Mauta

Nella Nebbia d e l l ’ o g g i i c o N t o r N i d e f i N i s c o N o l e f o r m e e i c o N t e N u t i

Ave, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

Cerco di te, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010 Solo, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

Giardino perso, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010 Oasi, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

Guardo d’amore, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

i graNdi viaggi si percorroNo sempre seNza a c q u i s t a r e i l b i g l i e t t o d i r i t o r N o

Lungo il fiume, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010 Grande viaggio, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

D’orizzonte, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010 Torno al sole, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

Là verso il cielo perso, tecnica mista e collage su tela, cm 80 × 120, 2010

Il poeta, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

g e s t o a r t i g i a N a l e

Mito, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010 Di forza, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

L’altra storia, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

Jesus tuo, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010Jesus mio, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

L’angelo tuo, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2010 Il pensatore, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2010

Il maestro, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2010 Il viandante, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2010

Gioco lontano, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2009

Tra, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2009

p e r c o r r e r e s t r a d e c h e altri cercaNo di caNcellare coN l’ovvietà baNale d e l q u i e o r a

Altomare, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2008

i l v e l o a p p o g g i a t o sul tempo del v i v e r e è u N e l e m e N t o d i luce a veNire

Lontano incontro, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2009

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1) Ave tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

2) Cameriere lascia stare tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2010

3) Desertico tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

4) Casa persa tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

5) Aspetto tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

6) Sogno o pensiero tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

7) Senza titolo tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

8) Va tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

9) Senza titolo tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

10) Lontano tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

11) Viaggiatore solo tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

12) Cantore tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008 Là tra la luna, tecnica mista su tela, cm 20 × 20, 2008

Sopra il cielo, tecnica mista su tela, cm 20 × 20, 2008

Gioco perso, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2010

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13) Notte di stelle tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

14) Città sola tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

15) Il sognatore tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

16) Le pagine del pensiero tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

17) Fiore solo tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

18) Lungo viaggio tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

19) Il giardino rinato tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

20) Penso solo tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

21) Oltreluce tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

22) Di te tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

23) Fiore perso tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

24) Città sola tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009 Savonarola, tecnica mista su tela, cm 20 × 20, 2009

Angelo mio I, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010 Angelo mio II, tecnica mista e collage su tela, cm 120 × 80, 2010

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25) Alla luna tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

26) Paura ma tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

27) Ti aspetto tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

28) Senza titolo tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009

29) Solitario tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2008

30) Cerco te tecnica mista su tela, cm 24 × 18, 2009 Concerto, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2009

Frammenti di tempo Ferrara, città dal tempo che scorre fermo. Da oltre dieci anni continuo ad avere questa sensazione quando mi soffermo a guardarla, a volte fin dalle prime ore del giorno, quando la nebbia avvolge i contorni delle cose e le dilata. Un velo più o meno fitto che poi, leggero, dirada lasciando la luce prendere il suo posto; una luce diafana che si posa sui profili come un ‘velluto’ grigio, sfocando le tinte delle architetture e della natura, azzerando i contrasti, livellando gli sbalzi dei mattoni, appiattendo i merletti della pietra, modellando il verde dei giardini. È un’atmosfera rarefatta che induce allo stimmung dechirichiano, vale a dire al senso di un tempo sospeso che si acuisce all’imbrunire quando il giorno cede alla sera, sdoppiando i corpi nella sagoma delle ombre.Con questo senso di astrazione varco la soglia della casa-studio di Giorgio Cattani, ferrarese doc, diviso tra le prospettive abusate di questa città e il desiderio di varcarle per confini lontani.“I grandi viaggi si percorrono sempre - mi dice subito - senza acquistare il biglietto di ritorno”. Non lo so. Soprattutto, non lo so, dal mio punto di vista, tanto meno da quello letterario se penso a quanto afferma Pessoa.Guardo Cattani, i suoi modi gentili. Lo guardo nel suo gusto ricercato un po’ dandy, un po’ bohémien. Guardo i suoi quadri, quelli che uno dopo l’altro mi mostra. Certo il nomadismo non solo geografico gli appartiene, un nomadismo che attraversa le culture a partire dalla propria nella quale, però, sembra sempre far ritorno. Si perché l’artista guidato da una curiosità innata che lo

ha portato irrequietemente in giro per il mondo ad assommare esperienze ha conservato, forse inconfessatamente, il senso di un legame con le origini che assume valore proprio perché travolto da un turbine immaginativo che cerca aria e respiro nella necessità del confronto, nel gusto delle contaminazioni, nell’urto delle contraddizioni. Insomma non cedere al lusso della pausa eppure di questa pausa lasciare affiorare i segni, questo mi sembra il nodo sul quale Cattani si arrovella. Osservare infatti le sue pagine è un po’ come sporgere la testa fuori dal finestrino di un treno in corsa quando tutto si confonde, si accavalla, ma poi c’è il tempo della frenata, la possibilità dell’ancoraggio, lo squarcio in quell’amalgama di materie che Cattani assimila alla nebbia. “Nella nebbia dell’oggi - precisa - i contorni definiscono le forme e i contenuti”. C’è un aspetto che mi sollecita mentre lo ascolto; un dato che, a scorrere le opere impaginate per questa mostra, riassumerei nell’espressione ‘poetica del frammento’. L’artista vi insiste ormai da qualche anno anche se, in fondo, credo che il lavorare sulla traccia, nel carattere di reperto, di brandello, di lacerto, di orma, gli sia un po’ sempre appartenuta. Fin da quando la relazione stabilita con il mondo avveniva attraverso la fluida narratività del monitor, con la sola eccezione di quel momento di ricerca maggiormente affidato, verso la fine degli anni Ottanta, all’irruenza cromatica di materie addensate e graffiate secondo una libertà compositiva prossima, nel rumore del colore e dei segni, ad affermare più che ad evocare. Una scelta progettuale che si riscontra sia nell’inclinazione alla pratica installativa (penso tra le ultime alla messa in scena nella ferrarese Galleria del Carbone del 2008 o a quella presso la Rocca

di Cento del 2009), sia nella singolarità della pagina pittorica ove emerge con una ragionata convinzione l’idea di raccontare per imput, per segnali che sembrano essere lanciati perché il viaggio continui. Un viaggio che per lui è “percorrere strade che altri cercano di cancellare con l’ovvietà banale del qui e ora”. Se c’è una cosa che questi dipinti di Cattani suggeriscono è difatti quella di proiettarsi oltre ogni soglia di certezza, di approdo, di finitezza. È una sensazione che l’artista mette in moto puntando sulla qualità della pittura, sulle pratiche sciamatiche o le alchimie che essa sottende. Un primo impatto lo si deve al colore utilizzato in una gamma di tinte tenui, smorzate nelle tonalità che non s’impongono, ma tuttavia non appiattiscono, animate ora di una vaporosità quasi gassosa, ora di una patina che ovatta. È in questo spazio del sensibile che Cattani agisce lasciando dunque all’artificio della pittura, recuperato, mi spiega, col piacere del “gesto artigianale”, di aprire squarci sul tempo-spazio dell’uomo. Lo guida in ciò un intenso lavoro di ricognizione nella realtà che lo porta a scavare fuori e dentro di sé alla ricerca di una cronaca che si fa pagina di una nuova storia. Uno spazio del racconto per il quale si serve di materie diverse giocando sul valore del segno, sulla capziosità dell’assemblaggio, sul motivo dell’inserto fotografico ingrandito, sul gusto delle associazioni incongrue, sul senso di un enigmatico straniamento. Come icone decontestualizzate dalla propria storia, dal proprio spazio originario, ecco allora che volti di Cristi noti alla tradizione artistica o a quella religiosa, ovali di manierate madonne, profili di angeli ribelli, prendono posto nei suoi dipinti allo stesso modo di come vi albergano sfocate tracce di simboli affioranti dalle

profondità dei suoi sentimenti, archetipi di una nostalgia sulla quale sembra alitare la leggerezza di depisisiane atmosfere. Sono parvenze di plastiche figure evocate sul crinale della sparizione, attraverso le quali l’artista introduce il tempo della memoria, della passione, dello smarrimento che si fa speranza e, quindi, attesa. Certo Cattani ha chiara la consapevolezza di camminare ai limiti di un baratro, sa anche, però, che “il velo appoggiato sul tempo del vivere è un elemento di luce a venire”. In questa luce insinua il suo sguardo alla ricerca di una via di uscita contro la vuota transitorietà dell’oggi. Nell’agitato mare di pigmenti ossidati, cammina dunque sui contorni, ancorandosi ai bordi di forme svuotate, riguadagnando orizzonti dentro la circolarità di una storia che si ripete. È curioso, ma pare di sentire Jean-Paul Sartre quando nel suo viaggio veneziano si imbatte nelle tele del Tintoretto. “In queste preoccupazioni propriamente pittoriche - annota il filosofo in quelle pagine di diario del 1952 pubblicate postume - scopro l’inquietudine dell’artista, ancora artigiano, fornitore di borghesi che sono essi pure tenuti fuori dalla politica; l’uomo che assiste impotente al crollo del mondo che lo circonda e che è il suo mondo. Così Tintoretto, pittore di borghesi, riflette la crisi economica e religiosa di un mondo agitato su cui non può nulla; riflette l’angoscia della passività e dell’ignoranza, e il presentimento di cataclismi cosmici che sono avventure dell’umanità”.

Ada Patrizia Fiorillo

Altro da tetecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2008

Ti guardo ancoratecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2008

Sognando le stelletecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2008

In mezzo al cielotecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2008

Sognatoretecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2008

Passeggiata tra le stelletecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2009

Attesa, tecnica mista su tela, cm 20 × 25, 2008

Temporale, tecnica mista su tela, cm 100 × 80, 2009

Sogno, tecnica mista su tela, cm 18 × 24, 2009

Osservando le opere di Giorgio Cat-tani può capitare che gli occhi si spin-gano verso un presunto senso logico e concettuale, fin nelle fibre della tela.Capita che poi, messa da parte la comune accezione di ragione che di tutto pretende di decifrare la natura, si venga colpiti dall’essenzialità del se-gno, dal suo equilibrio vitale, al di là di un significato pre-imposto, da fluide evanescenze o dalla forza di intense tonalità di colore. L’artista sperimenta, inventa, diver-sifica i supporti e i soggetti della sua arte, proseguendo il suo cammino in

maniera autonoma ed originale. Le opere di Giorgio Cattani indagano il legame abissale tra segno e il suo si-gnificato, descrivono una poetica che prosciuga la classica figurazione che troppo spesso tutto aveva da mostra-re e poco da significare, in favore del segno. Il segno è lingua naturalmente compresa dall’intuizione, da for-me di conoscenza non artificiali ma

Caserta, Palazzo Reale“Segni, Colori, Trasparenze”, 1997

immediatamente fluenti verso l’incon-scio, dove il significante si rivela nelle sue multiformi apparizioni. Ecco, dunque, il valore della ricerca che fa del tratto e della figurazione es-senziale i custodi di un messaggio che lo spettatore coglie silenziosamente, non frontierato da ardite e titaniche figurazioni concettuali. Questo messaggio ha un suo carattere, un’anima che lo pervade, un intimi-smo poetico, lieve e segreto.L’arte di Cattani racconta la vita e vivendo si racconta nella sfera emo-tiva, nella dimensione del ricordo e dell’affetto, della visione e dell’utopia.

Esprimendo il contingente Cattani usa l’alfabeto dell’universalità cognitiva.La sua arte dialoga con l’animo, in maniera silente, e fa ricordare le paro-le di Leonardo da Vinci: “La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede”.

Salvatore Fuschetto

Caserta, Palazzo Reale, “Segni, Colori, Trasparenze”, 1997Giorgio Cattani con Achille Bonito Oliva e Ferdinando Creta

Caserta, Palazzo Reale“Segni, Colori, Trasparenze”, 1997

GiorGio Cattani

Nato a Ferrara nel 1947.Vive e lavora tra Ferrara e Milano.

Mostre personaLi

1981 Reggio Emilia - Galleria Minima Bologna - Centro Mascarella

1984 Roma - Galleria Nuovo Carpine Milano - Galleria Vinciana1985 Milano - Galleria Schubert Graz - H. + W. Lang Galerie, “Dolce color d’orientale zaffiro”1986 Roma - Studio Bocchi, “Atempora”1988 Milano - Galleria Fac Simile, “Stretto Attorno” New York - Bleeker Gallery, “Waiting Room”1989 Ravenna - Loggetta Lombardesca, “Per un Museo” Ferrara - Cafè des Artistes, “C’era Mare” Siena - Convento dell’Osservanza, “Aida”1990 Palma di Maiorca - Galleria Ferran-Cano, “Tierra Prometida” Barcellona - Galleria Ferran-Cano Roma - Studio Bocchi Alessandria - Galleria Vigato, “Silente Maniera” Milano - Studio Lattuada1991 Bilbao - Galleria Windsor Milano - Studio Lattuada Genova - Galleria Galliani, “Pareti sull’orlo”1992 Roma - Galleria Ennio Borzi, “Divieto d’affissione” Basel - Galleria Triebold, “PostKarte”1993 Palma di Maiorca - Galleria Ferran-Cano1994 Ferrara - Padiglione d’Arte Contemporanea, “Le lettighe dello spazio e del tempo” Piran - Obalne Galerie, “Circuito” Pescara - Galleria Cesare Manzo, “Fiaba” Palma di Maiorca - Galleria Ferran-Cano, “Confini”1995 Barcellona - Galleria Ferran-Cano1996 Torrecuso (Bn) - Galleria Art’s Events, “Fabula”1997 Alessandria - Galleria Vigato Torrecuso (Bn) - Galleria Art’s Events, “Tempo intimo” Bolzano - Galleria Leonardo1999 Bonn - Galerie Pudelko

Milano - Studio Lattuada, “Di terra persa” Torrecuso (Bn) - Galleria Art’s Events, “Africa” Caserta - Palazzo Reale, “Africa” Ferrara - Castello del Verginee, “Di terra persa” Ferrara - Galleria Tortora, “Lontani”2000 Roma - Studio Bocchi, “Di Viaggio”2001 New York, Pescepalla Gallery, “Muro d’opera” Ferrara - Museo Civico Casa dell’Ariosto, “Altrove” Strasburg, “Percorsi Mobili”2002 Catania - Lido Araman, “Il sole e la luna” Ajaccio - Galerie ArKane, “Per altri venti” Milano - Studio Lattuada, “Diario di bordo” Genova - Studio B2, “Mare perso” Torrecuso (Bn) - Galleria Art’s Events, “Oremus”2003 Palermo - Galleria Franca Prati, “Terre”2004 Madrid - Arte y Naturalezza, “Quattro”2005 Ferrara - Istituto di cultura “Casa Giorgio Cini”, “Tracce perse” Nurnberg - Kreis Galerie, “Verlorene Spuren”2007 Wien - Ina Golub Galerie, “Lungo la strada del dove”2008 Ferrara - Galleria del Carbone, “Lavori in corso”2009 Cento (Fe) - Rocca, “L’altra metà del mare”2010 Torrecuso (Bn), Galleria Art’s Events, “Confini lontani” Benevento, Palazzo Terragnoli, “Confini lontani”

Mostre CoLLettive

1981 Ferrara - Sala Polivalente1982 Ferrara - Palazzo dei Diamanti Bilbao - “Arter 82”1983 Torino - Promotrice Belle Arti1984 Ferrara - Palazzo dei Diamanti Montagnana - Castello di S. Zeno, “Dolce color d’oriental zaffiro”1985 Parigi - Grand Palais Ferrara - “La Villa del Seminario - atelier e opere” Bonn - “Video 85” Colonia - II Biennale Internazionale “Video CD ’85” Ferrara - Padiglione d’Arte Contemporanea1986 Bologna - Galleria d’Arte Moderna, “Install-video-side” Den Haag - Geemente Museum, “Malatempora” Kassel - Documenta 8, “Metropolitan Trace”

Bari - Convento S. Scolastica, “Artronica” Bonn - “Videonale 86” Linz - “Art Electronica” Mantova - Palazzo Ducale, “Eleonora” Torino - Castello di Rivara, “Equinozio d’estate” Ferrara - Padiglione d’Arte Contemporanea, “Retta via” Ferrara - Castello Estense, “Officina Ottanta” Ferrara - Ex Calzaturificio Zenith, “Rapido Fine”1987 Cento (Fe) - Auditorium di S. Lorenzo, “Goethe a Cento” Ferrara - Padiglione d’Arte Contemporanea, “Video Set”1988 Prato - Museo L. Pecci, “Spazi ‘88” Graz - Neue Galerie, XXIII Internazionale d’Arte, “Malarwochen” Graz - Galerie H. + W. Lang, “Zwei” Genova - Studio Ghiglione, “4 x 2 - Duetti d’artista”1989 Roma - Galleria Cleto Polcina, “Ritratto di un nome: A.B.O.” Roma - Galleria Sprovieri, “Ritratto di un nome: A.B.O.” Genova - Museo di S. Agostino, “Aspre pianure, dolci vette” Milano - Primo piano Gallery, “Gioco di forza” Volterra - Pinacoteca Comunale, “Spostamenti progressivi dell’Arte” Graz - Akademie, “Primarbidhauerei” Graz - Neue Galerie Kunstlerhaus, “Trigon 89 - Aktuelle“ Faenza - Padiglione d’Arte Contemporanea, “10 anni d’Arte Europea”1990 Catania - “Stazioni” Alessandria - Galleria Vigato, “7 poeti per 7 artisti” Palermo - Goethe Institute, Biblioteca Comunale, “Totalnovo” Parigi - Centre Culturel de Montrouge San Marino - Museo d’Arte Contemporanea, “Novantesimo” Lione - Museo d’Arte Contemporanea Rimini - Palazzo Gambalunga, Galleria dell’Immagine Madrid - Arco 90 International Contemporary Art Fair Dusseldorf - Forum, Galleria Cleto Polcina Firenze - Fortezza da Basso, Studio Bocchi Varese - Monate, “Artelago”1991 Madrid - Arco, Galleria Cleto Polcina Madrid - Arco, Galleria Ferran-Cano Alessandria - Galleria Galliani, “6 ipotesi anni Novanta” Pescara - Fuori uso, “Scuola d’obbligo” Gibellina - “Paesaggio con rovina” Prato - Museo d’Arte Contemporanea L. Pecci, “La Collezione 1988-1990” Spoleto - Fonti del Clitunno, “Arie” Chicago - International art Fair, Galleria Ferran-Cano

Basilea - Kunstmesse 91, Galleria Ferran-Cano Erice - La Salernitana, “De Europa” Milano - Bottega dei Vasai, “Terra Terra”1992 Atene - Museo d’Arte Contemporanea, “De Europa” Cagliari - Museo d’Arte Contemporanea, “Artel” Malta - La Valletta, Museo Civico “Omfalos” Thassos - Symposium Sculture Spoleto - Ex Carceri, “Le memorie del Bianco”1993 Termoli - Galleria Civica d’Arte Moderna, “Thalatta, thalatta” Alessandria - Galleria Galliani, “Pareti sull’orlo” Spoleto - S. Scolastica, “Stracci” Pescara - Fuori Uso, “A prescindere” Venezia - XLV Biennale di Venezia, “Aperto ‘93” Madrid - Pabellon de Cristal, “Arco 93 - Feria de Arte Contemporaneo”1994 Chicago - Art Fair, Galleria Ferran-Cano Ravenna - Pinacoteca Comunale, “Collezione Contemporanea” Klagenfurt - Europa Haus1995 Pescara - Fuori Uso, “Caravanserraglio” Erice - La Salernitana, “Nutrimenti dell’Arte” Chicago - Art Fair, Galleria Ferran-Cano Roma - Palazzo delle Esposizioni, “Electronic Caffè”1996 Milano - XIX Triennale, “Identità, differenze” Chicago - Bianca Pilat Gallery Penne (Pe) - Palazzo Comunale, “Tempi ultimi” Taipei (Taiwan) - Chan Kat Shek Memorial Hall, “Italian Contemporary Prints”1997 Caserta - Palazzo Reale, “Segni, Colori, Trasparenze”1999 Ferrara - Giardini Sonori, “Percorsi Mobili” Montagnana - Castel S. Zeno, “Arena”2000 Torrecuso (Bn) - Galleria Art’s Events, “Proposta 5”2001 Vitualno (Bn) - Chiesa SS. Trinità, “Alba Spirituale” Ferrara - Palazzo dei Diamanti, “L’arte elettronica”2002 Castelmola - Ex Palazzo Comunale, “Le carte” Ravello (Sa) - Ravello Arte Contemporanea2003 Ferrara - Biblioteca Comunale, “Premio Niccolini”2004 Nurnberg - Art Concepì Gallery, “Infektion” Sassari - Palazzo della Frumentaria, “Venature”2008 Graz - Neue Galerie, “Viaggio in Italia” Milano - Palazzo Litta2009 Ferrara - Istituto Dosso Dossi, “Generazioni” Roma - Chiostro del Bramante, “A. Bartolo” Pescara - Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, “Cento artisti per l’Aquila”

Finito di stampare nel mese di aprile 2010 PIESSE Grafica & Stampa

FOGLIANISE (BN)