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Luna Luna Periodico dell'associazione "la Luna". Sede in Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) - Italy. Autorizzazione tribunale di Modena numero 1414 del 13/11/1997 l a Periodico indipendente di Palagano e dintorni nuova nuova Agosto 2015 Anno XVIII Numero 46 www.luna-nuova.it ll Parlamento ha approvato la riforma in materia di enti locali prevedendo anche una nuova disciplina in materia di unione e fusione di comuni intesa come unione sostanziale di due o più comuni sotto il profilo politico ed amministrativo. Intervista ai sindaci di Palagano e Frassinoro. L'UNIONE FA LA FORZA ?

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LunaLunaPeriodico dell'associazione "la Luna". Sede in Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) - Italy. Autorizzazione tribunale di Modena numero 1414 del 13/11/1997

laPer i od i co ind i pendente d i Pa l agano e d in torn i

nuovanuovaAgosto 2015 • Anno XVIII • Numero 46

www.luna-nuova.it

ll Parlamento ha approvato la riforma in materia di enti locali prevedendo anche unanuova disciplina in materia di unione e fusione di comuni intesa come unione

sostanziale di due o più comuni sotto il profilo politico ed amministrativo.Intervista ai sindaci di Palagano e Frassinoro.

L'UNIONEFA LA FORZA?

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Terza pagina

Fatti & Misfatti

Volontariato& solidarietà

Associazionela Luna

Alto Voltaggio

SPECIALE

Scrivo irregolare

Val Dragone

Scrivi alla Luna

Poesia

Passaparola

Ultima

Gentili lettrici e gentili lettori de la Luna

Notizie da Palagano e dintorni.EXPONIAMO - Secondo Palio dell'asinello spaventapasseri" • LaPalaganeide tra letteratura e cultura popolare • Fontana del ciclista aMontemolino • 71° anniversario della strage • Frassinoro patrimonio MABUnesco • Giovani alla conquista della Rocca • 200.000 persone in una solapiazza • Settant'anni fa

S.C.I.L.L.A. 1985-2015: 30 anni. Uomini tra gli uomini. Una goccianel mare degli aiuti necessariSeconda festa del grano. Dal chicco di grano alla pagnotta

Teatro comunale.Cerchiamo foto di una volta.

Collectin' Sparks.Raccogliendo scintille

L'unione fa la forza?Intervista ai sindaci di Palagano e Frassinoro sulla riforma degli enti locali

Un uomo senza sangue muore, no?

Mamma ritornerò presto.Vicende di guerra tra una promessa disattesa ed una lettera mairecapitata.Un nonno giramondo.Le miniere della Valle del Dragone.

Posta.

La Ballata della Valle.

Se il gioco diventa un problema.Ictus, risparmia tempo, guadagna vita.

Riflessioni.

RedazioneDavide Bettuzzi,

Francesco Dignatici, Daniele Fratti

Martina Galvani,Milena Linari,

Gabriele Monti.

CollaboratoriIrene Bartolai, Tiziano Braglia,

Patrizia Dignatici, Gianluca Giannini,Aldo Magnoni,

Tommaso Paperini,Mattia Perini,Bruno Ricchi.

Tiratura: 300 copie

la Luna nuovaAttualità, cultura, tradizioni, solidarietà. Periodico indipendente di Palagano e dintorni

Direttore responsabile: Giuseppe CervettoAssociazione La Luna. Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO). Tel.: 0536/961621 - Fax: 0536/970576

www.luna-nuova.it - e-mail: [email protected]. 46 - Anno XVIII - Agosto 2015. Fondato come "la Luna nel Pozzo" (13 numeri dal 1993 al 1996)

Aut. Tribunale di Modena num. 1414 del 13/11/1997

la Luna nuova viene inviata a tutti i soci e sostenitori dell'Associazione la Luna.La quota associativa minima annuale è di 2O Euro e può essere versata sul nostro

conto corrente bancario o direttamente ai soci autorizzati:Nadia Marasti: ditta Edilart Marasti - Via XXIII Dicembre, 35 - Palagano Tel. 0536 961521

Ricchi Bruno: INA-Assitalia - Via XXIII Dicembre 8 - Tel. 0536 961266

Associazione "la Luna"Conto corrente bancario num. 100016 presso il Banco Popolare - Agenzia di Palagano

Codice IBAN: IT24 Y 05034 66871 000000100016Info: [email protected] - www.luna-nuova.it

Chiuso in redazione il 10/08/2015

Stampato in proprio

Disegno di copertinadi Alessandra Abbati

Som

mar

io

Gentili lettrici e gentili lettoride la Luna,

ringraziamo tutti voi per il sostegno dimostrato negli anni.Attraverso la vostra adesione e collaborazione rendete possibilile attività dell’associazione culturale e contribuite alla buona riuscitadel giornale.

Da molto tempo non avete nostre notizie, ma non vi abbiamodimenticato e abbiamo continuato a lavorare!

In questi ultimi mesi diversi fattori hanno rallentato la realizzazionedel primo numero del 2015: non tutte le scadenze di consegnasono state rispettate e, soprattutto, si sono verificati grossiproblemi tecnici, legati agli strumenti informatici necessari perterminare il giornale.

Vi scriviamo quindi per rendervi partecipi e per scusarci.A tale proposito, la redazione s’impegna a compensare questodisguido prorogando la sottoscrizione in corso per un ulterioreanno.

Fiduciosi nella vostra comprensione, cogliamo l’occasione perinvitarvi a partecipare sempre più attivamente ad ogni attività.

Ogni contributo è gradito e, chiunque voglia, può sempre scrivereai nostri indirizzi:

la Luna nuovaVia Palazzo Pierotti, 4/a -- 41046 Palagano (MO)[email protected]

Seguiteci anche su internet:www.luna-nuova.itwww.laluna-nuova.blogspot.it

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La redazione

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Notizie da Palagano e dintorni

Grande successo del "Palio dell'asinello spaventapasseri"organizzato dagli abitanti di Lama di Monchio, quest'anno allaseconda edizione.Vincente è stata l'idea di coinvolgere anche gli abitanti dei paesivicini, che hanno aderito con entusiasmo.In poco tempo sono comparse decine di spaventapasseri,fantocci, creazioni fantasiose che hanno ornato strade, piazze eaie da Saltino a Boccassuolo.Il 19 luglio una commissione giudicante ha visionato tutte lecreazioni e decretato i vincitori.L'esposizione continua fin quando le condizioni climatiche e iltrascorrere del tempo lo permetteranno.Un consiglio? Un bel giro turistico da Saltino a Boccassuolopassando per Monchio, Lama di Monchio, Costrignano, Susano,Savoniero e Palagano.E... occhi aperti! (db)

NIAMOSecondo Paliodell'ASINELLO SPAVENTAPASSERI

Secondo Palio dell'asinellospaventapasseri.I primi tre classificati.

3°2°

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Notizie da Palagano e dintorni

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Notizie da Palagano e dintorni

La tesi di Erika Baschieri, intito-lata “La Palaganeide: tra lettera-tura e cultura popolare”, indaga eanalizza quel poemetto “dedica-to” al nostro «bel paese» e ai suoi «cer-velli fini», scritto da Gaetano Nizzi(1873-1917) tra la fine del ‘800 ed i pri-mi ‘900. Non solo ne mostra la strut-tura e i contenuti, ma tenta anche unconfronto tematico con la celebre operatassoniana, La Secchia rapita; utiliz-za infine il lascito letterario di Nizzi peruna ricostruzione storico-culturale delcontesto in cui il testo si sviluppa.L’allora giovane parroco di Rotari - pic-cola frazione nei pressi di Fiumalbo -descrive le vicende dei palaganesi, at-tingendo alle storie di paese nonchéalla propria fantasia. In sei canti, checompaiono periodicamente sul giornalePierpaolo, narra dell’ingenuità di queimontanari-eroi che cercano a Livornol’intelletto e decidono di fabbricarsi lagrande luna che desiderano. Stravol-gendo il genere epico e cavalleresco,Tanino mostra una combriccola di“astuti” paesani che accompagnano illettore in una serie di vicissitudini esventure; caricature o maschere di “ti-pici” personaggi di paese, che vengo-

no dipinti con goliardia benevola. Lasolennità della narrazione epica vieneabbassata attraverso particolari grot-teschi o fuori luogo. Ma non c’è alcundisprezzo nell’utilizzo di elementi vo-

lutamente esagerati e carnevaleschi,piuttosto la comicità si trasforma inuna modalità di riflessione su temati-che di notevole profondità, come la vita,la condizione umana e la morte. Vie-ne dato ampio spazio ad elementi con-creti e materiali - ad esempio riferimen-ti a particolari corporei e alle sue fun-zioni più sconvenienti - che abbassa-no il tono del racconto, ma che soloapparentemente mancano di rispettoalla dimensione più alta dello spiritoumano. Facendo riferimento alle ope-re e alla poetica di Rabelais, Erika nota

La PALAGANEIDEtra letteratura e cultura popolare

diMa

rtina G

alvani

Ancora una volta un lavoro di ricercamosso dall’interesse per la storiae la cultura del nostro Appennino

"Canto gli eroi di un suolo modenese,Lustro e decoro dei villaggi alpini,

Di cui la fama fino agli astri ascese,E guadagnò d'Averno anche i confini.

Palagano si chiama il bel paese;Patria di geni e di cervelli fini,

Che s'illustrar con clamorosi fatti,E il nome ambito meritar di matti."

Tanino NizziGaetano Nizzi (Tanino) nacque a Dogana Nuova di Fiumalbo l'8giugno 1873. Seguì gli studi nel locale seminario fino a divenirvisacerdote. Fu prima cappellano in diverse parrocchie, quindi par-roco di Rotari. Gli ultimi anni della sua vita furono molto amari.Temperamento esuberante e dinamico mal si adattava alla con-suetudine ed ebbe contrasti che lo costrinsero ad allontanarsidalla montagna. Morì a Roma il 14 gennaio 1917 a soli 44 anni.Oltre alla "Palaganeide" scrisse liriche di ottima fattura.

ErikaBaschieri.Ha discussouna tesi dilaurea sullaPalaganeide

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Notizie da Palagano e dintorni

infatti come l’utilizzo di immagini ma-teriali ineriscano ad un determinatostile letterario; questo tipo di linguag-gio permette di conquistare una piùampia confidenza con la natura uma-na e con il mondo, partendo dal bas-so. In linea con tale specifica modali-tà di indagare l’uomo e il reale, il focusdel lavoro si sposta su uno degli epi-sodi più conosciuti del poemetto, de-scritto nel primo canto: la perdita del-la testa del saggio Barba Gianni che,alla ricerca del giudizio con alcuni com-pari, si cala in pendio scosceso e vie-ne decapitato da un lupo.Anche in questo caso il particolare

macabro è un modo di esorcizzare,attraverso il riso, la paura suscitatadalla difficoltà di comprendere l’esi-stenza e la morte.Nizzi impiega poi molti elementi signi-ficativi, ampliamente utilizzati nellastoria della letteratura: l’asino, simbo-lo antico di umiltà e docilità, ma an-che di stupidità e mancanza di intel-letto, presente già nella Bibbia e poiripreso da Apuleio, Collodi e dai fratelliGrimm; la luna, tradizionalmente sim-bolo di follia, del cambiamento, maanche della femminilità e infine il temadel viaggio e della ricerca, “filo rosso”che lega i diversi episodi tra di loro.

Il lavoro di Erika prosegue con un ap-profondimento storico-culturale delcontesto in cui l’opera fu scritta e siconclude con un’indagine su ciò cherimane di questi racconti, non solonella bibliografia esistente, ma anchenella vita del nostro paese. Dalla tradi-zionale Festa dei Matti - che si riferi-sce goliardicamente all’immagine cheTanino creò degli eroici palaganesi - alperiodo di scherzi ideati dalla combric-cola della S.E.G.A. che si sono sus-seguiti negli anni novanta, dando cosìtestimonianza dell’astuzia leggendariaereditata, in qualche modo, da BarbaGianni, Marietta, Bortolino e dai suoi.

Chi si è trovato a percorrere la provinciale per Lama Mocogno, avrà certamente notato un tubo che dal muro checosteggia la strada a Montemolino, da tempo immemorabile, eroga acqua tutto l’anno. E’ sempre stato ristoro perviandanti, ma soprattutto per i ciclisti che, con grande comodità, potevano riempire le loro borracce, senza neppurescendere dalla bicicletta.Ora, da una brillante idea di Afro Lami, è stata realizzata la “Fontana del ciclista” leggermente spostata rispetto allaprecedente posizione, ora all’angolo del parcheggio, per cui chi si ferma non costituisce pericolo per il traffico.Alla realizzazione hanno partecipato il gruppo ciclisti e numerosi simpatizzanti, ma in particolare, meritano unringraziamento speciale i “maestri muratori”: Ugo Cinqui, Onorato Bertugli, Ido Calicetti, Dino Rossi e Renzo Sas-satelli che hanno realizzato l’opera muraria in maniera del tutto gratuita. Infine si vuole ringraziare l’Amministrazionecomunale per aver fornito il materiale necessario.La fontana è “impreziosita” da una pietra scolpita da Afro che rappresenta in forma stilizzata un ciclista impegnatoun una discesa mozzafiato. L’inaugurazione è avvenuta il 2 agosto. (gm)

MONTEMOLINO"FONTANA DEL CICILISTA"

2 agosto 2015:inaugurazione della"Fontana del ciclista".

Nella foto, a sedere(da destra in senso antiorario):Ugo Cinqui, Dino Rossi,Ido Calicetti, Afro Lami.

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Notizie da Palagano e dintorni

Anche quest'anno diversi sono stati imomenti dedicati al ricordo della stra-ge di Monchio, Costrignano, Susanoe Savoniero.Il giorno 18 marzo Armando Tincani,che all'epoca della strage aveva seianni e mezzo ha portato la sua testi-monianza agli alunni della Scuola Pri-maria di Monchio: suo padre, accorsoin aiuto di un vicino di casa a cui erastata incendiata la stalla, venne ucci-so con un colpo di rivoltella alla fronte,davanti al figlio.Trasmettere il ricordo e la memoria èun compito dei testimoni e di quantihanno vissuto il dramma; ascoltare letestimonianze, ricavarne una riflessio-

ne sui temi della convivenza pacifica edella tolleranza è un compito dellascuola; impostare la propria azionepolitica e le proprie scelte affinchè que-sti orrori non si ripetano è compito dellaclasse politica.Ecco perchè erano presenti a scuolaanche il sindaco Fabio Braglia e l'as-sessore Pamela Barbati che in un se-condo momento si sono recati al mo-numento nel parco di Monchio per unomaggio alle vittime della strage.Venerdì 20 si è svolta la via Crucis dellaStrage a Monchio all'aperto: in ognistazione sono stati letti testi che ri-cordavano i principali avvenimenti del-la strage in un'atmosfera densa di com-

mozione, ma anche di fede nella con-divisione della preghiera per la pace.Il giorno successivo a Costrignano c'èstata la camminata sui luoghi dellastrage.Alla partenza Ferruccio Pigoni ha rac-contato alcuni momenti di quel 18marzo e della morte di suo padre. Ilgruppo di escursionisti, guidati da Ro-berto Tincani, è quindi partita per unacamminata che ha toccato diversi luo-ghi significativi dell'eccidio.Alla sera, nel teatro di Palagano è statoproiettato il film documentario “La brez-za degli angeli” di Stefano Ballini, allapresenza dell'autore.La "Brezza degli Angeli" è una meta-

71mo18 marzo 2015

ANNIVERSARIO DELLA STRAGE diPat

rizia

Dignat

ici

Trasmettere il ricordo e la memoriaè un compito dei testimoni e diquanti hanno vissuto il dramma;ascoltare le testimonianze,ricavarne una riflessione sui temidella convivenza pacifica e dellatolleranza è un compito dellascuola; impostare la propria azionepolitica e le proprie scelte affinchèquesti orrori non si ripetano ècompito della classe politica.

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Notizie da Palagano e dintorni

fora: è la storia di un bambino nato nel1924 a Greve in Chianti e morto di tifonel 1927, che oggi a settanta anni daallora, attraverso la brezza che soffia,racconta al suo unico fratellino rima-sto in vita ormai settantenne, alcunestorie di bambini morti nell'anno peg-giore del secolo scorso: il 1944.La storia parte da Greve in Chianti e sisnoda attraverso Monchio, Valluccio-le di Stia, Sant'Anna di Stazzema,Padule di Fucecchio, Vinca e Marza-botto.Il giorno 22 si è infine tenuta aCostrignano la commemorazione uffi-ciale del 71° anniversario alla presen-za di molte autorità, tra le quali il pre-sidente della regione Emilia RomagnaStefano Bonacini e il Ministro dell'Am-biente Gianluca Galletti.Numerosi i gonfaloni e gli stendardi dicomuni, della provincia, di associazio-ni, ma soprattutto numerosi i residentidel territorio, nonostante le condizioniclimatiche non favorevoli.Durante la Messa, i bambini dellaScuola Primaria hanno cantato la can-zone della strage e hanno fatto donoalle autorità di una loro creazione del-l'Albero della Pace, accompagnata daqueste parole: "Noi bambini di questipaesi siamo bambini fortunati: nonconosciamo la guerra, non conoscia-mo la fame, possiamo stare all'ariaaperta a giocare in sicurezza, senza

paura, non siamo costretti alavorare per aiutare le nostrefamiglie, andiamo a scuola, sia-mo circondati da persone checi amano. Sappiamo pero' chenon è sempre stato così. Sap-piamo, attraverso i racconti deinostri nonni e le testimonianzedi alcuni anziani che qui laguerra ha portato via tante viteinnocenti, sappiamo che ungiorno qui si è scatenato l'in-fernoNel parco di Monchio sono statipiantati 136 alberi, ognuno deiquali ricorda una vittima del 18marzo. In quel parco noi andia-mo spesso a giocare e per noiquello è un luogo di pace e glialberi sono un segno di vita.Gli alberi, soprattutto per noiche abitiamo in montagna, cisono sempre attorno rendendol'ambiente in cui viviamo piùbello e l'aria più pulita. sugli al-beri ci arrampichiamo e sotto gli alberici riposiamo. Ecco perché abbiamodeciso di farvi dono del nostro Alberodella Pace che abbiamo dipinto anchesul muro del cortile della scuola. E' unalbero con radici profonde, ma conrami che si alzano verso il cielo.Le sue radici partono dalla terra cheha visto la strage, ma i suoi rami so-gnano un futuro di pace specialmente

per tutti quei bambini che vivono neipaesi ancora in guerra, anche pocolontano da qui".A causa della pioggia, non è stato pos-sibile realizzare il murales previsto sulmuro che dalla piazza di Monchio por-ta verso Santa Giulia, ma i ragazzi delCollettivo FX di Reggio Emilia, i sonoimpegnati a realizzarlo appena la sta-gione sarà più favorevole.

Il comune di Frassinoro ha ricevuto, nel mese di giu-gno, il prestigioso riconoscimento di riserva dell’Une-sco.In particolare è stato insignito dal comitato interna-zionale di Parigi del programma MAB. MAB è l’acro-nimo di "Man and the biosphere", e vuole premiarel’equilibrio tra ecosistema e biodiversità da un lato eutilizzo sostenibile delle risorse da parte dell’uomodall’altro. Tali requisiti sono stati riscontrati a Frassi-noro e nell’Appennino tosco-emiliano che rientranoadesso tra i 13 siti MAB dell’Unesco esistenti in Ita-lia, e nei 631 presenti al mondo. ll nuovo sito MAB sisviluppa complessivamente per 223.000 ettari e con-ta 1.300 abitanti. (df)

FRASSINORO PATRIMONIO MAB UNESCO

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Dopo essersi consolidata sul territorioappenninico con eventi quali “Super-gulp” e “Gulp Arte”, facendo dell’attivi-smo giovanile e dell’organizzazione diattività artistico-culturali il proprio ca-vallo di battaglia, una nuova sfida at-tende l’Associazione Culturale“Rock’s” di Montefiorino.Il progetto “Giovani alla conquista del-la Rocca”, elaborato meticolosamen-te dai ragazzi dell’associazione, sipone come obiettivo la gestione e lapromozione del nuovo “Museo dellaRepubblica Partigiana di Montefiorinoe della Resistenza Italiana”, oltre chela valorizzazione, mediante organizza-zione di eventi culturali, degli spazidella Rocca Medioevale.In una situazione di crisi occupazio-nale, come quella attuale, finalmente igiovani della montagna intendono met-tersi in gioco come nel momento sim-bolo di riconquistata libertà e demo-crazia chiamato “resistenza”; gli stes-si giovani che intendono proporsi perriconquistare e rinnovare il senso diquel periodo storico e riaffermare ilconcetto di cittadinanza attiva, pro-muovendo un sistema virtuoso di rela-zioni sociali  e culturali, una vera rivin-cita per riaffermare la fiducia in se stes-

si, per chi si è visto privatodella propria professionalità oper chi, pur di trovarla, si cre-deva costretto a trasferirsi incontesti professionalmentepiù attraenti.L’Associazione CulturaleRock's, presente sul territo-rio dal 2005, vuole dimostra-re con questa attività che lenuove generazioni, grazie alloro forte senso di apparte-nenza, possono promuoveree gestire un bene culturale,quale la Rocca di Montefiori-no di cui si intendono valoriz-zare gli spazi, attraverso re-lazioni specifiche e azionispeciali.Questo obiettivo non si sareb-be mai potuto concretizzaresenza la disponibilità e la si-nergica collaborazione del-l’amministrazione comunaledi Montefiorino, di Lapam eCNA a cui si è aggiunto il fi-nanziamento proveniente dal-la vincita del bando “Giovaniper il territorio” promosso dal-l’Istituto Beni Culturali dell’Emilia Ro-magna.  Credere nei propri valori territoriali saràil vero punto di forza che ci permetteràdi coinvolgere i vari soggetti che ope-

rano nel territorio al fine di creare unarete di interazioni per dimostrare chesi è in grado di organizzarsi in modocredibile, omogeneo e innovativo.Sono stati coinvolti, tramite un bando,

GIOVANI ALLA CONQUISTA DELLA

Notizie da Palagano e dintornidi

Gianlu

ca Gia

nnini

La Rocca di Montefiorino è una podero-sa fortezza che domina le valli dei tor-renti Dolo e Dragone. In passato fu soli-do baluardo dei Montecuccoli. Ospita ilMuseo della Repubblica Partigiana dedi-cato alla "Repubblica di Montefiorino".Su uno sperone roccioso che domina levalli dei torrenti Dolo e Dragone, la roc-ca sorse probabilmente su una posta-zione dei Liguri e poi dei Romani; si svi-luppò attorno al mastio, costruito nel1170 da Bernardo Montecuccolifeudatario dell’Abate di Frassinoro, a di-fesa delle terre soggette all’Abbazia.Baluardo dei Montecuccoli, presidio suipercorsi medievali dei pellegrini, nel 1426passò agli Este.In anni recenti, nel 1944, fu il simbolodel la Repubblica Partigiana diMontefiorino, prima zona libera del NordItalia.Vi si accede dall’imponente Porta reale;sulla destra, un rilievo raffigura S. Mi-chele, l’arcangelo guerriero a cui eradedicata la cappella castellana.Si articola su un poderoso quadrilateroattorno al cortile, con tre lati porticatiaperti in logge.Nel lato ovest emerge il mastio, recen-temente restaurato; alla sua base, delXII sec., è stata ritrovata la più anticacisterna per l’acqua piovana della roc-ca. E’ sede del Comune e del Museo dellaResistenza.

ROCCA

11la LUNA nuova - Agosto 2015

adolescenti e giovani adulti fino ai 35anni (studenti, disoccupati, disabili esoggetti di marginalità sociale) per fa-vorire una gestione empatica di un beneche appartiene alla nostra storia vera.Il loro piano di lavoro coinvolgerà le in-discutibili peculiarità del nostro terri-torio appenninico e le svariate poten-zialità turistiche (raramente sfruttate):l’aspetto naturalistico, artigianale eartistico, sportivo e gastronomico.L’obiettivo del progetto è quello di por-tare i giovani a credere nelle potenzia-lità del proprio territorio per arrivare allariqualificazione culturale di una ricchez-za che appartiene alla propria storia,mediante la valorizzazione degli spazidella rocca medievale di Montefiorinoche permette di introdurre anche te-matiche di discussione più attuali (ilruolo della donna attraverso la rifles-sione sul personaggio storico di Mati-lde di Canossa e il tema della libertàattraverso il ricordo delle vicende par-tigiane, mediante l’inaugurazione delnuovo allestimento del museo Repub-blica di Montefiorino e Resistenza Ita-liana, avvenuta il 18 aprile).L’aspetto fondamentale del progettoriguarda le potenzialità legate all’oc-cupazione giovanile pur intesa nell’am-bito no profit.Si intende formare una generazione digiovani che grazie alla presa di co-scienza della propria storia possamettersi in gioco e raggiungere la pro-pria crescita personale e professiona-le in ambit culturale o turistico.L’attività di gestione e promozione delbene culturale affronta gli aspetti dellacultura in modo trasversale coinvolgen-do, tramite un’operazione creativa einnovativa, una utenza di maggior re-spiro grazie a collaborazioni tra enti,

Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza italianaVia Rocca, 1 - 41045 Montefiorino (MO)Tel. +39 0536 962815/962811 - Fax +39 0536 [email protected] - www.resistenzamontefiorino.itOrariAprile-giugno, week end e feste infrasettimanali: 10-13 / 15-18Luglio-agosto, tutti i giorni: 10-13 / 16-19Settembre-dicembre, week end e feste infrasettimanali: 10-13 / 15-18

associazioni locali e provinciali, conl’obiettivo di giungere a una sinergianazionale e internazionale.L’intervento prevede, tramite azioni/fun-zioni trasversali rispetto le due temati-che storiche, di rendere speciale e di-namica la vitalità della rocca di Mon-tefiorino: ospitare reading letterari,musicali e cinematografici, performan-ce teatrali, simposi di arte figurativa.Queste attività consentiranno di atti-vare aperture straordinarie soprattuttonotturne, un approccio trasversale etotale al bene culturale; tramite per-formance di "Video Art" già collaudatesi intende elaborare l’aspetto creativo/figurativo della storia, per trasmetteresignificati narrativi fortemente empati-ci. Altro aspetto innovativo sarà resopossibile dalla confidenza dei giovanicon le tecnologie informatiche e multi-mediali.Insomma una vera e propria “boccatad’ossigeno” per il turismo e la culturadell’Appennino, una valorizzazionedelle nostre peculiarità storico/territo-riali che fonda solide basi su idee in-

Notizie da Palagano e dintorni

novative e la grande voglia di mettersiin gioco da parte di giovani motivati adimostrare il proprio amore nei confron-ti dei luoghi in cui sono cresciuti. Fi-nalmente l’occasione di rendere par-tecipe il mondo della “grande bellez-za” che ogni giorno abbiamo sotto gliocchi e che, troppo spesso, si tendea dare per scontata.

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SCUOLA

Un record straordinario che nemmenoil primo giorno dell’EXPO è riuscito asuperare.Una motivazione, un’etica comune ciha spinti, tutti e 200.000, ad unire lenostre voci in un immenso urlo di ri-bellione; provenienti da diverse città,diverse regioni e diversi Stati, ma tuttiin grado di far valere il proprio diritto aduna vita sana e serena, lontana daquella “bestia” che da anni pone le sueradici nella paura e nel dolore di inno-centi: la mafia.Credo che nessuno sia in grado diimmaginare 200.000 persone che at-traversano le vie di Bologna e nemme-no di individuare fra quella distesa infi-nita di gente un piccolo gruppo di gio-vani studenti: ebbene sì, noi eravamolì a parlare, cantare e urlare insieme apersone mai viste.Proprio in quel 21 marzo a Bologna,vestiti con magliette arancioni a mez-

ze maniche, rappresentavamo l’Istitu-to di Istruzione Superiore A.F. Formig-gini e la sua succursale nuova di zec-ca a Palagano. Pochi ma di valore:dopotutto con le gocce si forma il mare.Abbiamo camminato per qualche orafra le larghe, ma troppo strette, vie diBologna, come un enorme fiume colo-rato: bandiere, manifesti, striscioni,magliette di ogni colore e con frasi,nozioni o provocazioni (anche piutto-sto dirette) impresse con l’inchiostro.Una vera e propria sfilata con i coloridella pace.Un chiaro e forte messaggio alle ma-fie di qualsiasi genere: “Siamo stan-chi di subire e tacere”.200.000 persone (non mi stancheròmai di dirlo) hanno aderito alla manife-stazione organizzata da Libera per direstop a tutte le forme di violenza e agliattentati alla pace ed alla libertà, masoprattutto per ricordare e far rivivere

nella propria mente una lista intermi-nabile di nomi… i nomi delle vittimedirette ed indirette delle mafie e dellestragi di innocenti (come quelle di Bo-logna).Così, arrivati nella piazza più grandedella città, siamo stati accolti nellagrande foce a delta del nostro fiumecolorato.Ci aspettavano nomi, nomi e ancoranomi, che come melodie si diffonde-vano a tono chiaro e pacato nelle no-stre menti e risuonavano per le viotto-le di Bologna. Troppi nomi, per troppopoco. Vite di avvocati, giudici, sinda-ci, parroci, studenti, bambini stronca-te solo per aver compiuto il propriodovere.Una situazione commovente che è riu-scita a lasciare un segno nel cuore ditutti i presenti; noi, in particolare, ri-cordavamo il nome e il volto di unapovera ragazza di nome Rita Atria,

200.000PERSONEIN UNASOLAPIAZZA

Per far valere ilproprio diritto ad una

vita sana e serena,lontana da quella

“bestia” che da annipone le sue radicinella paura e nel

dolore di innocenti:la mafia.

Tanti i ragazzi delliceo Formiggini, dicui è parte anche illiceo di Palagano,al corteo organizzatoda Libera a Bolognail 21 marzo.

di Ma

ttia Pe

rini

13la LUNA nuova - Agosto 2015

SCUOLA

collaboratrice di giustizia a soli 16 annie morta suicida dopo la scomparsadella sua figura di riferimento, il giudi-ce Borsellino.Proprio lei, sfigurata e quasi tenutaanonima perfino dopo la sua morte(e non perdonata dalla madre peressere stata collaboratrice di giusti-zia), abbiamo deciso di rendere sim-bolo del nostro gruppo, imprimendoil suo nome e il suo volto sulla nostramaglietta arancione.Alla fine abbiamo ascoltato le forti ecommoventi parole del fondatore del-l’associazione Libera, Don Luigi Ciot-ti. “Chi non vuole una legge sulla cor-ruzione - ha detto don Ciotti dal palco- fa un favore ai mafiosi, la corruzioneè la più grave minaccia per la demo-crazia. Purtroppo sento parlare di as-surde prudenze e di un valzer di pres-sioni e ipocrisie. Ma la corruzione èl'avamposto delle mafie, sono due fac-ce della stessa medaglia".Così noi, dal nostro piccolo spazietto,abbiamo udito il suo messaggio di pacee di ribellione, le sue forti provocazionialle organizzazioni mafiose, la suaesortazione al coraggio e alla lotta allapaura che (secondo le sue parole) è,insieme alla corruzione, l’arma piùpotente della criminalità organizzata.E, un applauso dopo l’altro, ci ha la-sciato quel messaggio con il compitodi diffonderlo, come la coltre di pallon-cini bianchi che sono stati liberati nel-l’azzurro cielo bolognese.Ora non ci rimane altro che il ricordodi quella bellissima esperienza, le ri-flessioni a cui ci ha portato e il doveredi operare incondizionatamente persradicare l’albero secco della paura edella corruzione piantato dai mafiosi.Nel piccolo della nostra classe di Pa-lagano abbiamo notato quanto, nono-stante le diversità spazio-temporali didiversi personaggi storici, molte “regoleetiche e morali” siano simili se nonuguali; a noi rimane il compito di se-guirle, ricordarle e tramandarle, proprioaderendo a queste manifestazioni chespaventano i mafiosi e i terroristi.Non mi resta altro che terminare ripor-tando le parole di un mio “compaesa-no” che ha vissuto una realtà diversa

da quella mafiosa, ma ha trasmesso,in molti di noi, principi riconoscibili inquesta manifestazione del primo gior-no di primavera: ”Pensa, parla, agisci

per la Verità, la Giustizia, la Libertà ela Pace a favore di questa nostra po-vera società moderna” (Don SanteBartolai).

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le ma-fie" è nata il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitarela società civile nella lotta alle mafie e promuovere lega-lità e giustizia.Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorial-mente impegnate per costruire sinergie politico-culturalie organizzative capaci di diffondere la cultura della lega-lità. La legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle ma-fie, l'educazione alla legalità democratica, l'impegno con-tro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i pro-getti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sonoalcuni dei concreti impegni di Libera.Libera è riconosciuta come associazione di promozionesociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008è stata inserita dall'Eurispes tra le eccellenze italiane.Nel 2012 è stata inserita dalla rivista The Global Journal

nella classifica delle cento miglioriOng del mondo: è l'unica orga-nizzazione italiana di "commu-nity empowerment" che figuri inquesta lista, la prima dedicata al-l'universo del no-profit.

web: www.libera.it

Don Luigi Ciotti.Fondatore e presidentedi Libera

14 la LUNA nuova - Agosto 2015

SCUOLA

Settant’anni fa succedeva più o meno questo, qualcosa che andavaal di là della guerra in sé, quando migliaia di persone morirono per-chè troppo spaventate per fuggire, troppo fiere per andarsene o trop-po coraggiose per lasciare da sole anime innocenti. E per riscattarcida tutto quello che i nostri predecessori hanno vissuto sulla loropelle, possiamo solo ricordare e sperare di non dimenticare.Le stragi naziste avvenute nell’Appennino tosco-emiliano lungo laLinea Gotica furono, e sono ancora, uno strappo nell’anima dellepopolazioni che hanno visto e sentito parlare dei loro cari morti ingiu-stamente per mano delle truppe tedesche. Noi dobbiamo qualcosa aloro, perchè hanno avuto il coraggio di difendere le loro famiglie omorire con esse.Tutto ciò che possiamo fare è non dimenticare ciò che è successoe, in questo contesto, la scuola superiore di Palagano ha iniziato unprogetto didattico per tenere viva la memoria delle stragi che hannocolpito le nostre montagne, in particolare quella a noi più vicina del18 marzo 1944. A partire dalla storia dei nostri luoghi che già cono-scevamo, abbiamo potuto vedere come la violenza di quegli anniabbia insanguinato altre comunità del nostro Appennino; per farequesto ci ha aiutato Davide Venturelli, un ragazzo di Pavullo che haricostruito gli avvenimenti della strage di Monte Sole (Bologna) visticon gli occhi di Teresina Bortolucci, una maestra elementare origi-naria di Camatta. Ella fu trasferita a Gardelletta, nei pressi di Vado,nel 1944 e coraggiosamente scelse di restare a fianco dei suoi alun-ni, anche quando i nazisti erano alle por-te. Morì nell’oratorio di Cerpiano il 29 set-tembre 1944, insieme ad altre 43 perso-

Casaglia,Cimitero

SETTANT’ANNI FANon è solo una questione di numeri. Che sia stato ucciso uncivile, due civili o cento civili poco importa, ciò che ha rilevanzaè che, in ogni caso, sono stati commessi un omicidio,due omicidi o cento omicidi di troppo

di Tom

maso

Paperin

i

15la LUNA nuova - Agosto 2015

“Dobbiamo imparare adaccogliere le altre persone,

uguali o diverse da noi,e non dobbiamo rifiutare o

respingere tutto ciò che èdiverso da noi”

Gabriele“Noi possiamofare di meglio!”

Anja

“Non so se la nostragenerazione sarebberiuscita a sopravvive-re...”

Samuele

“In ogni disgrazia che ci col-pisce dobbiamo sempre ri-trovare quella forza, quel-l’istinto per ripartire più fortidi prima”

Maddalena

“Ricordare per me significa

qualcosa di profondo.

Significa non dimenticare le

centinaia di famiglie che

hanno perso la vita da

innocenti, significa non

ricadere nell’errore di usare

la violenza e l’odio. E tu

cosa farai? Ripeterai tutto

questo?”Martina

SCUOLA

Nel corso del progetto, i ragazzi hannovisto il film di Giorgio Diritti

“L’uomo che verrà”, che narra i tragicieventi dell’eccidio di Monte Sole.

Queste sono alcune delle loro riflessioni.

ne.Dopo un incontro formativo a scuola,che ci ha permesso una prima cono-scenza e contestualizzazione degli av-venimenti, il 30 aprile scorso abbiamoeffettuato una visita nei luoghi dell’ec-cidio di Monte Sole, potendo consta-tare con i nostri occhi, grazie alle te-stimonianze del Parco storico, la gra-vità dei fatti accaduti alle popolazionidel nostro territorio.Sono infatti rimasti i ruderi delle chie-se, delle case e degli edifici che sonostati il rifugio di molti civili, prima diessere distrutti.Il cimitero di Casaglia è forse il luogoche racconta meglio la strage: i pro-iettili ancora conficcati nel muro, lelapidi commemorative, i resti dell’ora-torio del campo santo, sono prove tan-gibili della crudeltà della razza uma-na, una razza che non si è fatta scru-polo di uccidere un centinaio di perso-ne nel sacro luogo di sepoltura dei loro

parenti e amici.“Hitler disse: dobbiamo essere crude-li, dobbiamo esserlo con tranquillacoscienza, dobbiamo distruggere tec-nicamente, scientificamente”.Queste parole, riportate su una lapide

commemorativa al di fuori del cimite-ro, rappresentano ciò che non puòessere giustificato, un gesto, quellocompiuto dai nazisti, che non può piùessere ripetuto, per dare un senso allanostra storia e al nostro futuro.

“Ancora oggi mi chiedoche cosa ha portato delle persone normali afare tutto quello”

Alberto

“L’uomo che verrà siamo

noi.

Noi siamo il futuro e mai

dovremo ripetere tutto ciò”.

Gaia

“L’uomo che verrà è colui

che si rende conto che la

guerra è sempre sbagliata”

Letizia

16 la LUNA nuova - Agosto 2015

24 dicembre 1981: l’idea di una perso-nale esperienza missionaria.1982: inizia l’epidemia del "Mal d’Afri-ca", che dalla parrocchia di Boccas-suolo si estende nel comune di Pala-gano e dintorni.Spontaneamente, imprevedibilmentetutto ha inizio.Da una tragedia la generosità.Solidarietà tra uomini.15 gennaio 1985: nasce l’associazio-ne S.C.I.L.L.A..Difficile ricostruire oggi, con precisio-ne, tutta l’attività dell’associazione,soprattutto dei primi anni. All’inizio,semplicemente, si cercava di rispon-dere alle richieste, progettare, racco-gliere fondi, inviare volontari, lavorare...senza pensare di tenere un archivio conprogetti, interventi, fotografie, docu-menti.Ora abbiamo tentato di rimediare: car-te ritrovate a Casa papa Giovanni (pri-

ma sede dell’associazione), incontricon volontari e missionari, altri docu-menti in ordine sparso...Insperatamente c'è abbastanza mate-riale per ricostruire il cammino dell’as-sociazione, per ritrovare avvenimenti di-menticati, per dimostrare che tutti pos-siamo "guardare lontano e ascoltare ilgrido degli altri popoli".Da qui l’idea di stampare un libro, pro-babilmente incompleto. Forse manca-no alcuni interventi o progetti; forseanche nomi di volontari.Ma almeno 67 progetti, 112 interventie 91 volontari che sono andati in terrelontane e povere per lavorare e portarela solidarietà di tutti noi sono docu-mentati; e tutto si è svolto anche gra-zie all’impegno di molti collaboratori esostenitori in Italia, di cui non ricordia-mo tutti i nomi. E si riscoprono espe-rienze, avventure, difficoltà, soddisfa-zioni vissute da volontari laici in luoghi

VOLONTARIATO&SOLIDARIETÀ

L’associazione S.C.I.L.L.A. celebra quest’anno 30 anni di vita. Anche questa, come tante altreassociazioni presenti sul nostro territorio, è espressione di una comunità che si ritrova unita di

fronte ad un problema; quante volte è stato detto della generosità della nostra gente nel prestarsi intutti gli ambiti del volontariato! Ebbene, S.C.I.L.L.A. è un'alta espressione di questo aspetto: quando

una persona decide di lasciare la propria famiglia, il lavoro, gli amici per dedicare una parte dellapropria vita agli altri, lontani, sconosciuti, “estranei”, è allora che si realizza uno degli aspetti della

persona che più la nobilitano. Senza dimenticare, e chi scrive queste righe ne è testimone, chequeste esperienze arricchiscono in una maniera incredibile chi le vive, aprendo orizzonti altrimenti

sconosciuti, facendo toccare con mano realtà fino a quel momento solamente immaginate.

di Ga

briele

Mont

i

associazione

S.C.I.L.L.A.

UOMINI TRA GLI UOMINIUna goccia nel mare degli aiuti necessari

CIAO PADRE ANTONIO. GRAZIE DI TUTTOA giornale già chiuso apprendiamo della morte di padre An-tonio Capitanio avvenuta il 7 agosto 2015 a Bologna, all'etàdi 81 anni. Nel 1973 fu nominato parroco di Boccassuolo,incarico che mantenne per oltre 20 anni. Nel 1985 fondòl'associazione S.C.I.L.L.A. con la quale ha sempre mante-nuto strettissimi rapporti. Ora il meritato riposo dopo unavita tutta dedicata al lavoro e all'impegno per gli altri.

17la LUNA nuova - Agosto 2015

VOLONTARIATO&SOLIDARIETÀ

nè scontati nè semplici (soprattutto nei primi anni); esperienze che la-sciano il segno, cariche di un significato che va oltre il progetto realizza-to; testimonianze che coinvolgono chi è rimasto in Italia e che spingono acontinuare. Non è autocelebrazione, inutile, dannosa e stupida, ma sem-plice e vera testimonianza per affermare che chiunque può fare qualcosadi utile per gli altri e che tutto questo, alla fine, porta a progredire nel"nostro personale cammino di uomini".Solidarietà che si concretizza: "Una goccia nel gran mare degli aiuti ne-cessari".

In occasione del trentennale di fondazionedell'associazione è stato stampato "S.C.I.L.L.A. - Il

grande libro": storia e progetti dal gruppomissionario ai giorni nostri. Il ricavato della

vendita sarà utilizzato per finanziare il progetto dialfabetizzazione "Scuola di Alfa Kpara" in Benin.

Info: www.associazionescilla.it

Tradizione e solidarietà a Palagano. Il primo fine settimana di agosto si è svolta la secondaedizione della "Festa del grano".Il grano seminato nell'autunno scorso nel terreno messo a disposizione dalla parrocchia,mietuto in covoni in luglio e impilato nella tradizionale "medda" è stato battuto utilizzando unamacchina "da battere" d'epoca. Il grano riposto in sacchi di juta, a dorso di muli, è statotrasportato nell'area dell'oratorio di S. Chiara dove è stato pulito utilizzando una vecchia mon-

di Da

vide B

ettuzz

i

18 la LUNA nuova - Agosto 2015

VOLONTARIATO&SOLIDARIETÀ

datrice, quindi macinato con un muli-no a pietra. Infine si è proceduto allapanificazione.Dal chicco di grano alla pagnotta.Pranzo, cene e serate danzanti han-no completato la festa.Nonostante il tempo inclemente abbiatentato di rovinare la festa sabato 1agosto la manifestazione ha avutoun'eccellente riuscita grazie soprattut-to alle decine di persone che hannodedicato tempo e impegno, senza ri-sparmiare fatica, ed al pubblico cheha partecipato numeroso.Congratulazioni quindi agli organizza-tori e a tutti coloro che che hanno col-laborato a qualsiasi titolo e che hannopermesso di raccogliere una sommadi denaro da devolvere all'A.V.A.P. diPalagano per l'acquisto di materiale perla nuova autoambulanza e all'associa-zione S.C.I.L.L.A. per il sostegno deiprogetti di solidarietà internazionale.Al momento della pubblicazione diquesto numero de la Luna nuova nonsono disponibili ancora i dati econo-mici definitivi che verranno prontamentediffusi con manifesti cartacei e pubbli-cati sul nostro sito www.luna-nuova.it.Ricordiamo che il ricavato della primaFesta del grano, svoltasi l'anno scor-so, è stato utilizzato per l'acquisto diun motoscafo per le missioni dellesuore francescane di Palagano in Pa-raguay.Sul sito dell'associazione S.C.I.L.L.A.sono pubblicati bilancio, immagini e re-lazioni riguardo al progetto "Un moto-scafo per Puerto Pinasco".

19la LUNA nuova - Agosto 2015

L'associazione "la Luna", a seguito della con-venzione stipulata con l'amministrazione delcomune di Palagano, ha assunto a partire dal2015 la gestione del Teatro Comunale "Ing.Ignazio Ranucci".Il 15 luglio 2015 si è tenuto il primo evento del-la stagione estiva, intitolato "Ideologia delGender: ricadute su famiglia, scuola e società"; organizzato dalla parrocchia di Palagano e dall'associazione "laLuna", in collaborazione con il comune di Palagano. L'incontro, corredato da un pubblico numerosissimo, ha visto lapresentazione della discussa teoria del "gender", in relazione all'evoluzione normativa italiana inerente l'educazionescolastica. Il tema - materia attualissima di discussione nel panorama mediatico contemporaneo - è stato introdottodal dott. Giuseppe Grana e dall’ing. Giovanni Lazzaretti, che hanno analizzato questa importante questione dalpunto di vista antropologico. I relatori hanno presentato un excursus storico e medico moderati dal dott. StefanoChiapponi del Centro Culturale Cattolico IL FARO di Modena.Il secondo evento, organizzato direttamente dall'Associazione "la Luna", è in programma per il 31 agosto 2015,sempre presso Teatro Comunale di Palagano. In quest’occasione si esibirà la compagnia modenese dei “Poetineranti”,diretta da Roberto Roganti. Gli artisti proporranno uno spettacolo alternativo ed eclettico: poesia e lettura di raccontia più voci si alterneranno sul palco!

Informazione, cultura, solidarietàda Palagano e dintorni Associazione la Luna

TEATROTEATROcomunale

Contatti, informazioni, prenotazioni,consultazione del calendario degli eventi inprogramma nel Teatro comunale di Palagano

web: www.luna-nuova.itmail: [email protected]: 334 1537548

CERCHIAMO FOTO DI UNA VOLTAE' in corso la stesura di un libro fotografico con l'obiettivo di docu-mentare usi, costumi, tradizioni, modi di vivere di una volta nel nostrocomune. L'idea è nata in seguito al recupero di numerose foto anti-che, utilizzate anni fa nell'allestimento di una mostra fotografica aPalagano.SE QUALCUNO FOSSE IN POSSESSO DI FOTOGRAFIE "ANTICHE", CHEPOTREBBERO ESSERE UTILIZZATE NELLA STESURA DEL LIBRO E IN-TENDESSE METTERLE A DISPOSIZIONE, PUO' CONTATTARE SILVANOBRAGLIA (0536/961404) O LA NOSTRA REDAZIONE ([email protected] - Tel. 0536 961621 - 339 3959487).Le fotografie verranno digitalizzate e prontamente riconsegnate alproprietario senza subire alcun danno.

20 la LUNA nuova - Agosto 2015

ROCK CITY

I peccati di gioventùsono indimenticabili.Diventano composti

ritornanti, cicatrici an-cora più profonde, per tutti quelli chehanno scelto di derubricare le piccolee grandi emozioni giovanili in diari, let-tere d'amore, scritti a penna su fogli di

A L T OV O L T A G G I O

Nei fondali talvolta dimenticati della nostraprima giovinezza si nascondono sempre deisegreti. A volte sono mostri, a volte sono piccoli,grandi tesori. Qualcuno ha il coraggio e la volontàdi riaprire il cassetto, soffiare la polvere e guardaredritto in faccia alla propria storia ed al proprio “io”, partendodalla primavera della nostra vita, dalla stagione in cui nella nostraanima in tormento vengono gettati i semi del nostro essere.Michele Fiorenzi, sostenuto dalla sua anima musicale, il fratelloNicola, riapre il cassetto e soffia la polvere. Si trova una band edinsieme ad essa dà un nuovo vestito e una nuova forma sonora allesue inquietudini giovanili. Il risultato sono un gruppo rock, un discoed un nome unico per entrambi: Collectin’ Sparks.

Rubrica musicale della Luna

Collectin’ SparksRACCOGLIENDO SCINTILLE

Collectin’ Sparksblock notes, canzoni che mai hannovisto la luce. Alla messa in piazzaodierna di ogni sentimento e ogni tri-bolazione, che relega ogni ricordo ascomparire nell'evanescenza continua-ta dei post sui social network, quellerigorose e personali archiviazioni era-no degli atti un po' autolesionistici e

splendidamente poetici.Poche volte si ha il coraggio di guar-darsi indietro. La maturità spesso im-plica una serie di autocensure al sen-timento puro del tempo e non va d'ac-cordo con la spericolata passione gio-vanile.Chi ha avuto questo coraggio è Michele

di Tiz

iano B

raglia

NEWS da

PALAGANOROCK CITY

21la LUNA nuova - Agosto 2015

Fiorenzi, "leader" e fondatore del pro-getto Collectin' Sparks e del discoche prende il nome della band o vice-versa. Il primo disco dei Collectin'Sparks nasce proprio dalla riproposi-zione e di alcune canzoni ancora ine-dite, scritte da Fiorenzi durante gli anniottanta e novanta (d'altronde parliamodi un artista maturo, con un percorsolive pluriennale, principalmente comeinterprete di canzoni rock nei club diModena e dintorni). Il disco è davverogustoso. E fin dalle prime note del bra-no iniziale Morning Trees sono evi-denti i richiami ai Grant Lee Buffaloe ad alcune ballads dei REM, dove lastrofa dalle tinte dark si apre a un ri-tornello vivace e più catchy.Il secondo brano Back to the Sea èanche uno dei più riusciti. Un quattro-quarti dove la voce di Fiorenzi e la chi-tarra dell'ottimo Francesco Dignatici lafanno da padrone e dove il ritmo e lamelodia vengono costantemente ri-messi in gioco, anche in maniera bru-sca. Il risultato è invece una splendidaepica rock, che sfugge dall'essere pro-lissa per essere solo di grande impat-to sonoro.E se Changes scava davvero nelle pro-fondità dell'animo di Fiorenzi, con unpiano che rende la ballata ancora piùstruggente, Sweet Thing riaccendel'animo rock del disco con un suonopieno e un cantato eccezionale chericorda un po' il Mark Lanegan degliScreeming Trees.Dead Woods on The Fire, se possi-bile, fa aumentare i giri. Un suono de-ciso e coinvolgente, che accompagnal'ascoltatore verso un ritornello effica-

ce e definitivo. Un brano magistra-le che risente dell'esperienza livedi Fiorenzi e quindi nasce percoinvolgere il pubblico in un cli-max sonoro classico e quasi"americano".I brani successivi Second HandLove Man e Rainy Day scorronopiacevoli come il fumo di una si-garetta dopo una birra ghiaccia-ta.Con Drive torniamo dalle parti deiGrant Lee Buffalo, ispiratorinemmeno troppo nascosti di que-sto promettente disco d'esordio.La chiusura del disco è affidataall'onirica June, l'ultima struggen-te ballad di un disco che, attra-verso la semplicità, riesce a stu-pire.Detesto i track by track e l'anali-si di ogni canzone risulta quasilimitante per un disco da assaporaretutto d'un fiato e che parte da un pro-getto più corposo rispetto a i dettaglidei singoli brani. Ascoltandolo per laprima volta avrei voluto dire ai Collec-tin' Sparks una frase semplice: "Que-sto è il disco rock che vogliamo ascol-tare nel 2015"; non me ne vogliano lemajors, i Mumford&Sons, iColdplay, i Guns e i Litfibache son tornati assieme giàda mo'.E pazienza se manca il pez-zo che strizza l'occhio al pop,

COLLECTIN’ SPARKSLA BANDPeriodo di attività: dal 2011Formazione: Michele Fiorenzi (voce e chitarra), Nicola Fiorenzi (piano e tastiere),Francesco Dignatici (chitarra e cori), Andrea Albicini (basso), Giammarco Agazzotti (batteria)

Il DISCOGeneri: Rock, Rock Progressivo, Folk Rock, New Wave, GrungePeriodo di composizione dei brani: 1986 - 1995Pubblicazione: dicembre 2014Tracce: Morning trees - Back to the sea – Changes - Sweet Thing - Dead woods on the fire - Second handlove man - Rainy day (in suburbs) – Drive - Peter and Ann – June – The End (ghost track)Dove trovarlo: I-Tunes, Amazon, Google Play, Tim Music (download); Spotify, Deezer (streaming).Ordinabile per mail a "[email protected]" o tramite pagina Facebook.

La copertina del discoCollectin’ Sparks

Locandina di un "live" deiCollectin’ Sparks

quello che anche in radio funziona, unbrano che avrebbe reso questo discopronto per tutte le orecchie e tutte leetà. Ma noi che abbiamo la radice im-mersa nella palude della storia delrock, apprezziamo e ringraziamo. Undisco che è una piacevole e attesaora di religione.

A L T OVOLTAGGIO

22 la LUNA nuova - Agosto 2015

SPECIALE

Il Parlamento ha approvato, nel corso del 2014, la legge n. 56 che introduce un'ampiariforma in materia di enti locali, prevedendo l'istituzione delle città metropolitane, laridefinizione del sistema delle province ed una nuova disciplina in materia di unione efusione di comuni.La fusione, secondo la normativa italiana, è l'unione sostanziale di due o piùcomuni, sotto il profilo politico ed amministrativo.La disciplina di riferimento è data dal Testo Unico degli Enti Locali, approvato con decretolegislativo n. 267 del 18 agosto 2000. In accordo a quanto riportato negli art. 117 e133 della Costituzione della Repubblica Italiana le procedure di fusione devono esseredeliberate dalla Regione, a seguito di referendum tra le popolazioni interessate, secondole leggi regionali vigenti.Questo istituto ha condotto a 26 fusioni nel 2014 e già 6 nel 2015, con una previsione

L'UNIONEFA LA FORZA?

23la LUNA nuova - Agosto 2015

per il 2016 di notevole incremento.Nel territorio modenese la discussione si è attivata pubblicamente con dibattiti a diversilivelli.In particolare, la CNA di Modena ha organizzato un incontro intitolato “Fusioni, dal direal fare”, con la partecipazione di diversi amministratori locali.Il punto focale è stato la presentazione dell’esempio più vicino, quello del Comune diValsamoggia in provincia di Bologna, nato poco più di un anno fa dalla fusione di cinqueComuni - Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savino - dopoun referendum e un percorso partecipativo durato oltre due anni.Il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, ha dichiarato, come riportato da ModenaToday, “Ora siamo una comunità di 30.000 abitanti, il quarto comune della provinciabolognese, possiamo contare su risparmi di 2,7 milioni di euro all’anno, su contributiregionali e nazionali di quasi 2 milioni all’anno per dieci anni, dall’esclusione per cinqueanni dal patto di stabilità, dalla priorità nei diversi bandi per incentivi e finanziamenti.Provvidenze che ci hanno permesso di estendere i servizi anziché ridurli, di program-mare investimenti e addirittura di ridurre le imposte: TASI, Irpef e persino la tassa suipassi carrai”.Il punto focale, principale preoccupazione dei cittadini, riguarda una possibile riduzionedei servizi comunali. Nel caso di Valsamoggia i servizi sono stati conservati, unifor-mando i regolamenti e potenziando gli uffici.Anche il Presidente della Regione Stefano Bonacini ha dichiarato che si attende unariduzione nel numero di comuni emiliano-romagnoli da 341 a 300 nell’arco della pro-pria legislatura.Ma quali sono le prospettive in questo senso nella Provincia di Modena?A Modena 19 comuni su 47 hanno meno di 5.000 abitanti; la discussione è iniziata e lafusione più probabile è quella dei Comuni di Cavezzo, San Prospero e Medolla.Nell’area montana è stato il sindaco di Polinago, Giandomenico Tomei, a introdurrel’argomento, proponendo l’unione di Polinago, Lama Mocogno, Pavullo e Serramazzo-ni, con la creazione di un distretto da 30.000 abitanti. Ma i casi analoghi sono moltepli-ci, come ad esempio Riolunato, Fiumalbo e Pievepelago da un lato e Sestola, Fanano eMontecreto dall’altro.Come associazione “la Luna”, col fine di anticipare una discussione di sicura attualitànel prossimo futuro, abbiamo deciso di affrontare questa tematica proponendo alcunedomande ai sindaci del nostro ambito territoriale (Frassinoro, Palagano, Montefiori-no). Hanno risposto Fabio Braglia (sindaco di Palagano) e Elio Pierazzi (sindaco diFrassinoro).

SPECIALEL'UNIONE FA LA FORZA ?

24 la LUNA nuova - Agosto 2015

Il governo, attraverso il ddl 1212,cerca di incentivare la fusione deicomuni al di sotto dei 3000 abitan-ti anche mediante agevolazioni dinatura economica.Sulla base di queste disposizionie sull’esempio di esperienze già inessere, come la realtà di Valsa-moggia (BO), ritiene percorribilequesta strada per il nostro territo-rio?Esiste già un dibattito a livello del-le amministrazioni coinvolte?Non solo il ddl Del Rio, ma anche lalegge regionale 21 del 2012 regola-menta ed obbliga i territori ad aggre-garsi e collaborare in forme più stretteattraverso Unioni dei Comuni e/o fu-sioni. Ricordo che proprio in ottempe-ranza di questa legge, che prevedeval’obbligo di formare un’unione unica perdistretto sanitario (scelto dalla regio-ne Emilia Romagna come ambito otti-male) per svolgere in forma associatale funzioni principali, il Comune di Pa-lagano è entrato assieme agli altri co-muni dell’appennino Modena Ovestnell’Unione dei comuni del distretto diSassuolo chiamata “Unione del Di-stretto Ceramico“ formando all’internodi essa, previsto dalla stessa legge, ilsub-ambito montano “Valli Dolo Dra-gone” gestendo all’interno di esso lefunzioni riguardanti i soli comuni diFrassinoro, Montefiorino e Palagano.Tutti questi obblighi e cambiamentinormativi hanno portato le amministra-zioni a rivoluzionare completamente ilproprio modo di lavorare, gli uffici, ruoli

e mansioni dei dipendenti; elementinon di poco conto se consideriamotutta la burocrazia prevista, l’impossi-bilità di sostituire il personale dismes-so e le oramai pochissime risorse adisposizione dei comuni.Questa Unione, che ci vede impegnatiin un lavoro settimanale costante edarticolato sia a livello amministrativoche di uffici e personale, interessaquattro funzioni fondamentali obbliga-torie con convenzioni approvate nel2014 (servizi sociali, sportello unico perle attività produttive S.U.A.P, serviziinformatici S.I.A. e protezione civile)ed altre due obbligatorie per il 2015(polizia municipale e un’altra ancorada definire).Un altro obbligo normativo è quello ri-guardante la stazione unica appaltan-te e centrale unica di committenza cheha scadenza a settembre 2015 e pre-vede che i comuni debbano gestire tuttigli appalti, affidamenti, incarichi edacquisti in forma associata tramitequesto organo da costituirsi obbliga-toriamente all’interno dell’unione o adun livello più ampio (province o areevaste).Se poi consideriamo che proprio inquesti giorni il governo regionale stavarando un nuovo decreto per regola-mentare la gestione territoriale a se-guito del superamento delle provincee che proprio l’amministrazione dell’E-R prevede di arrivare entro fine manda-to a ridurre i comuni a 300 credo chenon ci si sbagli a dire che per i nostrienti sotto i 3000 abitanti presto arrive-

rà l’obbligo di fondersi in comuni piùgrandi.Per il momento questo obbligo riguar-da, come citavo sopra, esclusivamen-te le unioni di comuni mentre si lasciaancora ai singoli enti la possibilità discelta per quanto riguarda le fusioni.Per i comuni di montagna sotto i 3000abitanti e per quelli di pianura sotto i5000 c’è la scadenza a dicembre 2015con obbligo di gestire in forma asso-ciata tutte le funzioni con altri comunisuperando il limite minimo di 5000abitanti.Ho voluto fare questa prefazione mol-to in sintesi rispetto quello che è statoil lungo e duro lavoro messo in campofino ad oggi per fare capire meglio lasituazione in essere e come ci si èarrivati.Per rispondere più precisamente allavostra domanda: è vero che oggi sonoprevisti incentivi (determinati in baseal numero degli abitanti ) per le fusionisia dal governo che dalla regioni e que-sti vengono garantiti e vincolati per di-verse annualità come anche per i pri-mi anni la possibilità per il nuovo enteche si viene a creare di rimanere fuoridal patto di stabilità con tutto ciò chefino ad oggi per noi ha comportato.E’ anche vero che siamo soggetti ognianno a tagli pesanti sui trasferimentida parte del governo (quest’anno peresempio il comune di Palagano haavuto un taglio di 150.000 euro e pareche possano arrivarne degli altri).Il nostro territorio montano è un terri-torio complesso, i nostri comuni han-

Intervista aFABIO BRAGLIA(sindaco di Palagano)

Io credo che oggi gli unici a poter decidere siano i cittadiniattraverso un referendum e che non debba essere una

decisione presa dall’alto. Il compito di noi amministratori èquello di fornire loro informazioni il più precise possibile in

merito avviando uno studio di fattibilità.

SPECIALEL'UNIONE FA LA FORZA ?

25la LUNA nuova - Agosto 2015

no pochi abitanti ed un estensione ter-ritoriale molto grande dove già tutti iservizi sono risicati e molte cose ven-gono fatte dal volontariato.Le perplessità e preoccupazioni chesono emerse sono di diverso tipo, seda un lato attirano le risorse in più chegli enti sovraordinati metterebbero incampo dall’altro il pensare di unire 3 o4 comuni simili con le stesse proble-matiche potrebbe comportare di ac-centuare di più le stesse, che in unprimo momento vi si potrebbe far fron-te, in parte, con queste nuove risorse,ma poi?Altra preoccupazione uscita è quellariguardante la sede unica del munici-pio, i punti di accesso e consultazio-ne e le distanze per i cittadini che nedevono fruire. Il comune nasce peressere nel territorio il punto di riferi-mento per i cittadini che vi abitano equesto dovrebbe essere, nel limite delpossibile, il più comodo possibile so-prattutto per le categorie più disagia-te, ovviamente nell’ipotesi di una fusio-ne di più comuni il municipio dovrebbeessere unico quindi qualcuno dovreb-be rinunciare ad averlo nel proprio ter-ritorio di appartenenza vedendoselospostato più lontano. Si è parlato del-l’ipotesi di lasciare dei presidi territo-riali con accesso ai servizi principali(anagrafe, cup, urbanistica) ma conqueste restrizioni che ogni anno arri-vano sul personale e sui tetti di spe-sa, quando i dipendenti responsabilidi questi sportelli andranno in pensio-ne come si potrà sostituirli? Il presidioquindi come potrà rimanere in piedi?Si è preso in esame anche il fatto cheoggi essendo nell’era informatica tantifruiscono dei servizi direttamente dacasa ma dobbiamo anche pensare chela popolazione che abita nei nostricomuni è prevalentemente anziana.Insomma i problemi e gli interrogativisono molti e ci si sta pensando da tem-po a come rispondervi. Di sicuro sia-mo coscienti del fatto che quello cheoggi ci viene presentata come una pro-posta contornata dalla possibilità diavere qualche vantaggio economicodomani potrebbe esserci imposta per

esigenze normative come obbligo conscadenze ben precise e forse senzacontributi.Più volte ci siamo recati assieme adaltri sindaci in Regione per capire benel’iter procedurale.Io credo che oggi gli unici a poter de-cidere siano i cittadini attraverso unreferendum e che non debba essereuna decisione presa dall’alto. Il com-pito di noi amministratori è quello difornire loro informazioni il più precisepossibile in merito avviando uno stu-dio di fattibilità.Valsamoggia è uno dei pochissimiesempi, sarebbe bello avere un lororeport di almeno 5 anni per capiremeglio ma non è possibile. Nel reg-giano lo scorso anno i comuni di Toa-no e Villa Minozzo hanno avviato l’iterma si sono dovuti fermare a seguitodel referendum dove hanno vinto i no.Sicuramente in montagna dove l’attac-camento al proprio territorio di appar-tenenza è molto forte ed identificativo,dove gli spostamenti sono più difficiliper la complessità del territorio, dovesi hanno piccole frazioni anche distantitra loro ma ancora vive e che presidia-no il territorio facendo anche preven-zione al dissesto (tramite agricolturae forestazione) questo è e sarà untema difficile da trattare ed occorrerà,come ho scritto prima, nel migliore deimodi in modo che i cittadini possanodecidere al meglio ma va affrontato edanche abbastanza in fretta.

Quali crede che possano essere ivantaggi e gli svantaggi di un’ope-razione del genere?Vantaggi ne vedo pochi…Vantaggiosa potrebbe essere una fu-sione di comuni grandi di pianura tra iquali è difficile segnare dei confini edove le amministrazioni e gli uffici sonotalmente articolati che unire vorrebbedire ottimizzare di molto risorse e co-sti (esempio Sassuolo, Fiorano e Ma-ranello) e dove poco cambierebbe l’ubi-cazione del municipio per il numeroelevato di abitanti, per l’accessibilitàdella rete viaria e per la presenza deiservizi urbani ad ogni orario .

Per noi montanari i vantaggi potrebbe-ro essere nei “non ulteriori svantaggi”,mi spiego, ogni anno abbiamo sem-pre più tagli di fondi dal governo, severamente arrivassero più risorse que-sto ci potrebbe permettere di fare qual-che manutenzione stradale in più.Mettere insieme quel poco di perso-nale che già abbiamo per costituireuffici potenziati andando a dismetterei tuttofare ma dando ad ognuno com-piti bene precisi qualificando di più iservizi. Se per i primi anni si può rima-nere al di fuori del patto di stabilità sipotrebbe intervenire facendo eventualiinvestimenti anche sul personale, cer-cando le figure professionali mancanti(un comandante di polizia municipale,un ingegnere per i lavori pubblici ed ur-banistica, un legale...) .Gli svantaggi potrebbero essere il ri-schio di non riuscire nel tempo a man-tenere i presidi territoriali, di arrivareper obblighi di legge a chiudere poliscolastici e quindi ad aumentare mol-to i costi dei trasporti. Vedere morirequelle che oggi sono le frazioni per-ché frazioni diventerebbero i comuniperdenti la sede del municipio conconseguente rischio di spopolamentoperché i servizi potrebbero raggrupparsipiu vicino alla sede centrale del nuovoente (penso ai servizi postali, alle ban-che, ma anche alle attività private comenegozi, ecc...) .Oggi per ogni comune abbiamo un’am-ministrazione composta per lo più davolontari che si danno da fare per ilbene comune ma che alla comunitànon costano praticamente niente mache anche loro presiedono il territoriodopo se ne avrebbero molti meno...

Nell’ipotesi di una fusione dei treComuni, avrebbe ancora un sensol’esistenza di organi sovracomuna-li, come la Comunità Montana el’Unione dei Comuni, anche allaluce dell’eliminazione delle Pro-vince?La Comunità Montana non esiste piùda tempo fu sostituita dall’Unione deicomuni Valli Dolo Dragone e Secchia(composta da Frassinoro, Montefiori-

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no, Palagano e Prignano che poi qual-che anno fa venne fuori e si unì a quel-la del distretto). Oggi per il distrettosanitario di Sassuolo definito dalla re-gione Emilia Romagna ambito ottima-le si ha un unione di otto comuni (Sas-suolo, Formigine, Fiorano, Maranello,Prignano, Palagano, Frassinoro eMontefiorino ) ma anche con il supe-ramento delle province nel nuovo de-creto questa obbligatoriamente rima-ne ed acquisirà diverse funzioni dalleprovince stesse, altre passeranno allaRegione altre rimarranno di competen-za alle cosiddette Aree Vaste che sa-ranno enti territoriali risultanti dall’unio-ne di piu province ma con compiti limi-tati e senza costi (forse…).Nell’ipotesi di una fusione a 4 il nuovocomune che si verrebbe a formare do-vrebbe comunque per legge entrare inunione per svolgere le funzioni obbli-gatorie con gli altri enti e nel nostrocaso rimarremmo comunque il comu-ne con meno abitanti e con più proble-matiche rispetto gli altri componentiperò con un unico rappresentante al-l’interno della giunta (oggi siamo in 4su 8 della montagna, dove ognunodegli 8 sindaci in giunta vota con lostesso peso).

L’obiettivo della legge è l’ottimiz-zazione dei costi. In quest’ottica è

possibile mantenere la stessa ca-pillarità del presidio pubblico al-l’interno delle singole unità terri-toriali?A mio avviso se vi fossero forti convin-zioni e decisioni da parte delle varieamministrazioni, regolamenti e statu-ti ben definiti e poi rispettati direi di sì.Come però ho affermato nelle risposteprecedenti credo che il rischio possaavvenire nel lungo periodo quando ilpersonale oggi in essere verrà a man-care e non si potrà sostituire. Se cipensiamo è quello che poi è succes-so negli anni nei nostri singoli comu-ni.In passato ogni frazione aveva il suopresidio scolastico, il suo ufficio po-stale il proprio rappresentante all’in-terno del consiglio comunale poi aseguito dello spopolamento pian pia-no si è arrivati a centralizzare tutto suicentri maggiori cercando di ottimizza-re e se da un lato ora vi sono servizipiù potenziati dall’altro le periferie siimpoveriscono sempre di più. Questoè un po’ il problema della montagna .

Prevede una resistenza particola-re da parte di alcuni cittadini adun’ipotesi di riassetto di questotipo?Ci possono essere difficoltà dovu-te alla paura del cambiamento o,

addirittura, a forme di campanili-smo?Sì, prevedo molte resistenze , da noisoprattutto e credo che in diversi casisiano anche comprensibili. Nel nostrocomune sono ancora in vita personeche hanno vissuto la scissione dalcomune di Montefiorino e la nascitadel nostro facendo anche sacrifici percostruirne la nuova identità territoria-le.E la risposta è sempre sì anche allaseconda domanda, vi sono e sarannodifficoltà dovute sia alla paura del cam-biamento sia per forme di campanili-smo (questo poi è un termine che fi-nendo per –ismo viene definito comenegativo ma in montagna i campanilispesso sono stati anche motivo dellasopravvivenza di una comunità).Spero che in queste mie risposte nonabbia dato l’impressione di esserecontrario a progetti di fusione o aggre-gazione perché non è così credo soloche se qualcosa deve cambiare, e devesuccedere, venga fatto per gradi e dav-vero nell’interesse del territorio e deicittadini e soprattutto che non riguardisolo gli enti locali, oramai ridotti all’ossoda anni, ma anche e prima di tutto ailivelli piu alti dove i risparmi e le otti-mizzazioni sarebbero maggiori conbenefici di ricaduta piu positivi per tuttinoi .

Leggi regionaliStatuto della Regione Emilia-Romagna (L.r.13/2005) • Norme in materia di riordino terri-toriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni (L.r. 24/1996 Titolo III) • Testo unico in materia di iniziativa popolaree referendum (L.r. 34/99 come modificata dalla l.r. 8/2008 come modificata dalle Misure per il riordino territoriale, l'autoriformadell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni L.r. 10/2008) • Misure per assicurare il governo territoriale dellefunzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza (L.r. 21/2012)

Riferimenti nella normativa nazionale ai contributi statali per le fusioniTesto unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (Dlgs 267/2000 - art. 15 "Modifiche territoriali, fusione ed istituzionedi Comuni") • Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini(DL 95/2012 ‘Spending review’, art. 20 Disposizioni per favorire la fusione di comuni e razionalizzazione dell'esercizio dellefunzioni comunali) • Regolamento concernente i criteri di riparto dei fondi erariali destinati al finanziamento delle proceduredi fusione tra i comuni e l'esercizio associato di funzioni comunali (DM Ministero dell'Interno 1 settembre 2000 n.318) •Modalità e termini per il riparto dei contributi spettanti, a decorrere dall'anno 2013, ai comuni scaturenti da procedure difusione realizzate negli anni 2012 e successivi (Ministero dell'Interno - Decreto 10 ottobre 2012) • Modalità e termini perl'attribuzione, a decorrere dall'anno 2014, dei contributi spettanti ai comuni istituiti a seguito di procedure di fusione (Ministerodell'Interno – Decreto 11 giugno 2014)

RIFERIMENTI NORMATIVI

SPECIALE L'UNIONE FA LA FORZA ?

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Il governo, attraverso il ddl 1212,cerca di incentivare la fusione deicomuni al di sotto dei 3000 abitan-ti anche mediante agevolazioni dinatura economica.Sulla base di queste disposizionie sull’esempio di esperienze già inessere, come la realtà di Valsa-moggia (BO), ritiene percorribilequesta strada per il nostro territo-rio?Esiste già un dibattito a livello del-le amministrazioni coinvolte?Non occorre essere chiusi su nulla, manell’osservare come è gestita la chiu-sura delle province e le conseguenzeche ciò ha prodotto, una seria valuta-zione della questione in oggetto va si-curamente fatta.Proviamo ad immaginare un territoriomontano vasto, con dei servizi com-plessi da curare (spalature, personeanziane, scuole…) e un polo istituzio-nale lontano.Oggi se non sbaglio le frazioni già sisentono abbandonate dagli esistenticapoluoghi, non è difficile immaginarecome si sentirebbero nel caso la fu-sione si concretizzasse.Il dibattito a livello locale esiste giàancorchè molto aleatorio

Quali crede che possano essere ivantaggi e gli svantaggi di un’ope-razione del genere?Se organizzata bene, la fusione porte-rebbe i vantaggi seguenti: risorsemesse a disposizione anche se limi-tate nel tempo, e la possibilità di fareragionamenti di programmazione su

tutto il territorio coinvolto.Gli svantaggi: la inesorabile fine deiterritori più marginali, compresi gli at-tuali capoluoghi.L’allontanamento sempre maggioredella gente dalle istituzioni, con unconseguente distacco del mondo isti-tuzionale dalla reale vita delle personenon può produrre nulla di positivo. Stia-mo assistendo comunque alla fine diun’epoca.

Nell’ipotesi di una fusione dei treComuni, avrebbe ancora un sensol’esistenza di organi sovracomuna-li, come la Comunità Montana el’Unione dei Comuni, anche allaluce dell’eliminazione delle Pro-vince?Una unione dei comuni come quellaipotizzata da voi resta sempre una re-altà numericamente insignificante, ol-tre ad essere per le zone rurali un ri-schio per l’ambiente.La Comunità Montana non esiste più.L’unione dei comuni per quanto riguar-da i servizi e le strategie di territoriopotrebbe essere la strada giusta seben programmata.

L’obiettivo della legge è l’ottimiz-zazione dei costi.In quest’ottica è possibile mante-nere la stessa capillarità del presi-dio pubblico all’interno delle sin-gole unità territoriali?Credo di non dire una novità afferman-do che vi è un’antipolitica (giustificata)che porta a fare delle considerazionimolto qualunquistiche, e questo lo

pagheremo come Comunità, sia in ter-mini economici che di impoverimentocon la scomparsa dell’uomo da tutti iterritori lontani dai centri cittadini.

Prevede una resistenza particola-re da parte di alcuni cittadini adun’ipotesi di riassetto di questotipo?Ci possono essere difficoltà dovu-te alla paura del cambiamento o,addirittura, a forme di campanili-smo?Magari!Significherebbe che la gente ha unapercezione meno qualunquista del pro-prio territorio. Purtroppo, quando siparla di eliminare delle seggiole di “po-litici” nessuno si oppone, come se soloquesto fosse la fonte dei nostri proble-mi.Personalmente non credo di avere pa-ura dei cambiamenti, ma questo pro-getto non mi sembra positivo per i ter-ritori montani. Non per campanilismoo staticità ma perché, come già detto,la salvaguardia dell’ambiente comedella propria cultura, necessità dellapresenza dell’uomo sul territorio.Più si allontanano le istituzioni dallepersone meno le problematiche ven-gono trattate. Più si allontanano lepersone dalle istituzioni, meno la gen-te si impegna per il proprio territorio.Meno un territorio è attraente, più siimpoverisce e si spopola.Non credo sia una cosa buona quan-do vediamo la partecipazione alle scel-te ed alla gestione della cosa pubbli-ca crollare.

Intervista aELIO PIERAZZI(sindaco di Frassinoro)

Più si allontanano le istituzioni dalle persone meno leproblematiche vengono trattate.

Più si allontanano le persone dalle istituzioni,meno la gente si impegna per il proprio territorio.

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Senza criteri nè regole...Creare con le parole e raccontare l’irregolare.Dedicato a chi vuole leggere racconti brevi o storieassurde. Trame create per dare forma a un’idea, per trovare unsignificato anche ai pensieri dall’apparente mancanza di senso…

Inviatei vostri scritti a

[email protected] irregolare

UN UOMO SENZA SANGUE MUORE, NO?

Come spesso accadeva, mi ritrovavo quasi frastornato,in silenzio, ad osservare il tramonto, seduto su quellavecchia panchina arrugginita. Tra sogni e balzi nella real-tà non comprendevo se il sole fosse alla sua nascita oalla sua morte. Non comprendevo se io ero alla mia na-scita o alla mia morte.

Dondolavo lentamente i piedi nel vuoto. Se qualcunoavesse potuto essere lì con me in quel momento avrebbecertamente detto che ero tranquillo ed esprimevo sere-nità. Ne sono convinto. Chi non associa il cadenzato don-dolare dei piedi nel vuoto a una sensazione di gioia?

Abbozzavo un sorriso ironico, forse un po’ falso; strin-gevo il bordo della panchina, mentre mi divertivo a sten-dere i gomiti di entrambe le braccia facendo leva sui pal-mi delle mani, per vedere quanto potessi estenderli. Misentivo soddisfatto.Sì.

Se qualcuno avesse potuto essere lì, avrebbe certamen-

diEnesLjesnjanin

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Scrivo irregolare

te detto che ero soddisfatto. La mia espressione era ine-quivocabile.

Sentii proprio allora uno sfrido accarezzarmi l’orecchiodestro. Rimasi fermo. Avevo paura di girarmi. Magariera stato solo uno scherzo del vento.

Dopo pochi attimi successe nuovamente, ma questa voltami si accapponò la pelle.

Pareva quasi che qualcuno avesse graffiato con le un-ghie su di uno specchio proprio di fianco al mio orec-chio.Era certamente qualcuno che lottava. C’era una guerrain atto. Lo specchio era andato in frantumi. Io mi sentivorabbrividire. In sottofondo pareva emergere un lamentodi un adulto.Era un lamento acido, a voce bassa, un po’ rosso a dir laverità, sebbene se avessi dovuto descriverlo a terzi l’avreicertamente descritto come grigio.

Qualche istante dopo, il silenzio. Non una mosca volare.L’unico rumore che in realtà mi creava piacere era l’in-calzante muoversi dei miei piedi.

Passò un istante in cui mi sentii al sicuro. Esatto: un istan-te. L’istante dopo sentii una mano appoggiarsi sulla miaspalla destra.Non mi voltai.Ma la pressione non pareva essere tanto energica, nonc’era di che avere paura.

Al mio orecchio fu sussurrato qualcosa. Era una voceanimalesca, quasi roca. Non badai molto alle parole, ri-cordo solo che un attimo dopo ero al suolo. Scaraven-tato.

Sapevo che non avrei dovuto permettergli di lasciarmi lamano sulla spalla.

Tentai di rialzarmi, ma mi colpì all’addome con un calcioprima, e con una ginocchiata poi.

Non ero in grado di parlare, né tanto meno di rialzarmi.

Il colpo successivo mi fu sferrato al volto.Ero inerme.

Mi risvegliai con una mano sulla spalla. Era la stessa manoche si era appoggiata a me qualche tempo prima. Feciper allontanarla immediatamente, ma ancor prima di po-terla sfiorare fui colpito al volto dalla mano stessa.

Era la fine. Non riuscivo a reagire. Restavo a terra san-guinante.

Un uomo senza sangue muore , no?

No.Un uomo che crea castelli illusori composti da mura dipensieri e da portoni senza chiave muore.

Un uomo muore quando per paura di perdere tutto ciòche ha avuto fino a quel momento, decide di non saltare,decide di guardare il cielo a braccia conserte, decideche il buio della propria ombra sia il posto più sicuro incui stare, decide di fermarsi.Un uomo muore quando decide che il meglio ci sia giàstato, e quando a decidere per lui sono gli altri.

Un uomo non muore quando viene colpito al volto. Muo-re quando viene colpito alle gambe. Muore quando vie-ne colpito alle ginocchia. Muore quando anziché alzarsidecide di stare seduto.

Muore quando arriva a non desiderare. Muore quandoè ossessionato dal giudizio degli altri, ma non di quelloche lui ha di se stesso. Muore quando, tra cento volti,sceglie di guardarne uno solo. Muore quando sceglie dinon scegliere.Muore quando ha gli occhi sbarrati e le labbra asciutte.Muore quando preferisce l’artificio alla natura. Muorequando preferisce la certezza all’incertezza.

Io continuavo a dondolare i mei piedi sulla panchina conaria soddisfatta.

L’uomo non è immortale, ma è in grado di sopravviverealla morte.

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diAld

o Magn

oni

Ricerche, documenti e ricordiVal Dragonee DIN TORNI

MAMMARITORNERÒPRESTO

Per la morte, nel 1944, dell’Internatomilitare italiano Aldo Galanti di Caso-la, i documenti fino ad ora raccolti per-mettono di aggiungere l’ennesimo tas-sello alle brutalità subite dai prigionie-ri nei campi di sterminio tedeschi non-ché dai loro familiari, sovente ignaridella sorte del loro congiunto. Brutali-tà sicuramente aggravate da atteggia-menti spesso al limite del cinismo, siada parte delle Autorità fasciste italia-ne durante il conflitto, sia dalle Autori-tà democratiche nei periodi a questosuccessivi.La ricerca storica iniziata nel 2009 efinalizzata inizialmente all’eventualeindividuazione del luogo di sepolturain Germania, ha fornito risultati purtrop-

Vicende di guerra tra una promessa disattesaed una lettera mai recapitata

po tardivi per i genitori di Aldo Galanti,nonni materni di chi scrive, che mori-rono negli anni ’70 nella convinzioneche il proprio figlio fosse, come si sen-tiva dire spesso in casa, “disperso inGermania”. Era ed è invece sepoltonel cimitero Italiano d’Onore a Fran-coforte sul Meno insieme ad altri 4.787“dimenticati di Stato” come li definì giu-stamente l’amico Roberto Zamboni.Le Autorità italiane preposte avevanosemplicemente omesso di darne ladovuta comunicazione alla famiglia.Forse il timore che i congiunti preten-dessero la restituzione delle salme,venendo a conoscenza del luogo disepoltura, fece calare l’oblio sulla que-stione e mise in ogni caso al riparo le

casse – ma solo quelle economiche– dello Stato Italiano che con la Leggen. 204 del 9/1/1951 all’art.4 secondocomma, freddamente recitava: “Le sal-me definitivamente sistemate a curadel Commissariato Generale non po-tranno essere più concesse ai con-giunti”. Non importò che il fiorentinoDanilo Cardini, compagno di sventuradi Aldo Galanti e deceduto alcuni mesidopo di lui, implorasse con una stra-ziante lettera la fidanzata, scrivendo“… Valentina, se dopo la guerra è pos-sibile riavere le salme dei prigionieri,fai ogni sforzo, ma non farmi dormirefra gente straniera, almeno avrò il con-forto di una lacrima e di un fiore.”Una analisi documentale sui non po-

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Ricerche, documentie ricordi

SAN PEL-LEGRINOIN ALPETRA LEG-GENDAE STORIA

Ultima lettera di Aldo Galanti ai parenti(24 gennaio 1944)

chi documenti rinvenuti portò poi allaluce nuovi tristi particolari: alla cattu-ra avvenuta dopo l’8 settembre del1943, seguì l’internamento nel triste-mente famoso Stammlager VI D diDortmund, preludio di morte certa perchi come Galanti venne obbligato al-l’arruolamento nonostante fosse giàammalato di brucellosi o, come si di-ceva allora, febbri maltesi.La corrispondenza con la famiglia haevidenziato come le rassicurazioni in-viate distintamente più volte sia ai ge-nitori sia ai fratelli, altro non eranoche pietose bugie ben lungi dalla tri-ste realtà fatta di fame, lavori disu-mani, freddo e torture. L’ultima di que-ste lettere reca la data 24 gennaio1944.Dopo quella cartolina calò il grandebuio tra quello sfortunato prigionieroventiduenne e la propria famiglia cheseppe soltanto sei anni più tardi dellamorte del figlio e mai fu loro comuni-cata l’esistenza del luogo di sepoltura.Forse con un poco di umanità tutto

questo si sarebbe potuto evitare.Tra i documenti si scopre infatti che ilComune di Montefiorino in data 9 set-tembre 1944 ebbe notizia del deces-so di Galanti Aldo avvenuto in data 20febbraio 1944 alle ore 8 nell’infermeriadel campo di Dortmund. In questo attovi fu un richiamo, poi non osservato, di“trasmettere con le dovute cautele la

notizia ai famiglia-

ri”.La data del decesso risulta anche nel-la documentazione degli archivi nazi-sti sul verbale redatto in data 18 no-vembre 1944.L’ 11 aprile 1945 l’ufficiale d’anagrafedel Comune di Montefiorino, trascris-se l’atto di morte a seguito della notaricevuta dal Ministero degli Affari Esteriil 17 febbraio di quell’anno, riportando

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integralmente la nota stilata dal Comi-tato Internazionale della Croce Rossa.Anche su questo documento si ripor-tò in modo non veritiero che “venne in-formata la famiglia a mezzo del preteassistente”.Solo attraverso un ormai inaspettatotelegramma giunto alla mamma EmmaGigli ed al papà Michele Galanti, at-traverso i Carabinieri in data 14 giu-gno 1949, il Ministero della Difesa co-munica testualmente che il loro figlio“è deceduto il 22 febbraio 1944 in Ger-mania per malattia. COMUNICAZIONERITARDATA PER DISGUIDO POSTA-LE. Si prega di darne comunicazionealla famiglia residente a Montefiorino,esprimendo le più sentite condoglian-ze del Sig. Ministro”. Sic!Anche il Comune di Montefiorino alcu-ni giorni dopo, il 21 giugno 1949, con-fermò il “disguido postale” di ben cin-que anni nella tardiva comunicazione,ma senza comunicare altri particolaricome il luogo di sepoltura che era in-vece ben noto al Ministero.La ricerca avrebbe potuto quindi a que-sto punto considerarsi conclusa maun dubbio, su quella che poteva esse-re stata la causa di morte, ancora nonlo permetteva: malattia in senso ge-nerico come scritto dal Ministero, en-terocolite come scritto nei documenti

del Comune di Montefiorino, o qualco-sa di diverso si nascondeva dietro quel-la mancata indicazione sull’atto dimorte stilato dalle S.S., che si limita-rono a dichiarare soltanto che eramorto nell’infermeria?Si riparte quindi con uno studio sullevicende all’interno dello Stammlager VID di Dortmund attraverso l’incrociodelle corrispondenze ritrovate e le te-stimonianze note raccolte nel dopo-guerra tra i prigionieri sopravvissuti. Uncolpo di fortuna conduce chi scrive inun piccolo paese, Centallo, nel Cune-ese in Piemonte. Si apprende che lìvisse un sacerdote, don GiuseppeBarbero, che fu cappellano militareprigioniero proprio nello Stammlager VID e che assistette spiritualmente gliultimi istanti di vita di circa 500 prigio-nieri che morirono nei primi mesi del1944. Solo circa 500 perché poi, dal-l’autunno alla fine del conflitto, il nu-mero giornaliero di morti crebbe inmodo esponenziale rendendo impos-sibile anche la sepoltura individuale.Subito dopo il rientro della guerra, inoccasione del Natale 1945, il sacer-dote pubblicò un libro dal titolo “La cro-ce tra i reticolati – Vicende di prigio-nia”. Vi si descrissero l’infermerie di

Dortmund, le mortalità spaventose lìavvenute, come morivano i prigionierie con quale cadenza giornaliera.Scrisse: “Leggo nel mio diario: 22-23marzo: 8 morti in questi due giorni. 25marzo: vado al cimitero per le sepoltu-re. 20 sepolture in questa settimana.Oggi 4 morti. 29 marzo: oggi 5 sepol-ture. 3 aprile: oggi al cimitero 11 se-polture. 5 aprile: oggi 3 moribondi con-temporaneamente; corro dall’uno all’al-tro”. Quel prete era riuscito a salvare ildiario di prigionia!Questo, in versione originale, mi ven-ne gentilmente messo a disposizioneinsieme al restante archivio di don Giu-seppe Barbero e questa è la sinteticaconclusione:Il quinto prigioniero deceduto nelloStammlager VI D di Dortmund era pro-prio Aldo Galanti, che ora sappiamoavere avuto un conforto spirituale negliultimi istanti della sua breve vita. DonBarbero scrisse però erroneamentecome luogo di nascita “Montegiorda-no” anziché “Montefiorino” e questoimpedì, ultimo atto di una storia vera-mente sfortunata, la comunicazione diquesta sua lettera ai genitori: “Da va-rie fonti avrete già saputo la disgraziatoccatavi. In questo tributo di sanguee di sofferenza che tutta l’umanità hadovuto pagare, e quanto sangue ho vi-sto scorrere nei Balcani, in Grecia, inGermania ed in Italia, il Signore neiDon Giuseppe Barbero

Pagina del diario di don GiuseppeBarbero dove viene indicata la data di

morte di Galanti Aldo

e DIN TORNIVal Dragone

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suoi inperscrutabili disegni anche a voidomanda di accompagnare Lui e tan-te vittime innocenti nella via del Calva-rio e del dolore. Ma questo dolore, que-ste lacrime di sangue, il Cuore di Gesùle cambierà in torrenti di benedizioni emeriti se a lui le confidate. Per varimotivi non vi scrissi prima:a) mi fu proibito dal comando tedesco,dicendomi che toccava a loro dare d’uf-ficio la comunicazione.b) Non mi erano dati i moduli su cuipotevo scrivere, essendo prigioniero.c) Pensando che il tempo avesse leni-to il dolore non avrei avuto il coraggiodi scrivervi subito, se pur l’avessi po-tuto.Insieme con vostro figlio, più di 500 ita-liani ho visto morire nell’infame infer-meria per i prigionieri a Dortmund. I

5° deceduto del mese di febbraioGALANTI ALDO (Montefiorino), il 20/02/1944 per enterite

16° deceduto del mese di marzoMORANDI GUIDO (Formigine) il 07/03/1944 per TBC

19° deceduto del mese di marzoRIGHETTI CARLO (Formigine) il 10/03/1944 per edema

22° deceduto del mese di marzoANDERLINI VALENTINO (Campogalliano) il 10/03/1944 per de-perimento organico

32° deceduto del mese di marzoGAVIOLI BRUNO (Cortile - Carpi) il 14/03/1944 causa di morte non indicata

52° deceduto del mese di marzoCASOLARI SAVINO (Prignano) il 25/03/1944 per Enterocolite

8° deceduto del mese di aprileOLEGGI VASCO (Portile – Modena) il 04/04/1944 per TBC e sfinimento

5° deceduto del mese di ottobreMEZZADRI NATALE (Zocca) il 10/10/1944 per TBC

medici, che gli hanno prestato tutte lecure possibili hanno fatto la diagnosidi enterite perché era loro proibito scri-vere la vera diagnosi “morto per fame”come tutti 500, ed altre migliaia.Morì vostro figlio il giorno 20 febbraio1944 ed è sepolto nel cimitero princi-pale di Dortmund campo Hauph Feld10, n° di tomba 49. La sua morte ras-segnata, dopo aver ricevuto tutti i Sa-cramenti, mi ha commosso intensa-mente, e sarà certo per voi di grandeconsolazione.Per chi, in una un po’ ingenua igno-ranza, domandasse cosa ne abbiamofatto degli oggetti del loro congiuntorispondo: 1) in reiterate perquisizioniprima di arrivare in Grecia ed in Ger-mania stessa, ci furono tolti oggetti divalore, vestiario e soprattutto denari.

Lo studio del manoscritto di don Barberoha evidenziato come altri modenesi furo-no assistiti negli ultimi istanti della loro vitaed è credibile pensare che i loro famiglia-ri non abbiano mai avuto, al pari di quellidi Aldo Galanti, le dovute informazioni.

Ricerche, documenti e ricordi

2) Chi ne aveva ancora li vendeva perun po’ di pane per non morire di fame.3) Alla morte di ogni prigioniero, il co-mando tedesco requisiva gli oggettipersonali dicendo che provvedevanoloro ad inviarlo alla famiglia. 4) Se aloro rimaneva qualche capo di arredopersonale, lo si distribuiva agli altri Ita-liani mezzi ignudi, e tutti stracciati. Diquanto vi scrivo potete interrogare qua-lunque prigioniero tornato in Italia.Per il vostro congiunto e per gli altriitaliani spirati, celebrai quasi tutte lemie Messe in circa due anni di prigio-nia. Continuiamo a ricordare il vostrocongiunto e domando la carità di unavostra preghiera e presento le mie sa-cerdotali, vivissime condoglianze e cor-diali saluti.Don Giuseppe Barbero”.

34 la LUNA nuova - Agosto 2015

Ricerche, documenti e ricordi

Tra la fine del 1800 ed inizio del 1900per molti, che di solito andavano a la-vorare lontano da casa solo nei mesiinvernali, iniziò un periodo di migrazio-ni di alcuni anni; per gli Stati Uniti disolito quattro.Da Frassinoro e dintorni erano già par-titi alcuni amici e conoscenti di miononno, Tommaso Torri del Sasso,quando nel 1906, ci fu, da parte loro,richiesta di nuovi emigranti.Ne partirono parecchi, tra questi miononno, il famoso "stregone della Ca-nalaccia" e molti da S. Anna: pochianni prima il paese era stato distruttoda una frana e il bisogno di soldi perricostruire case, stalle e per lavorare icampi era un forte incentivo a partire.Naturalmente esistevano alcuni vinco-li: il posto di lavoro già sicuro, soldi intasca per le prime necessità, il viag-gio dal porto alla destinazione, sicu-rezza di alloggio, buona salute (infattioccoreva un certificato medico).Si partiva dal porto di Le Havre nel nord

della Francia con arrivo a New York, aEllis Island; su quest'isola i migrantitrascorrevano la quarantena, venivanovisitati, controllati e registrati in ognidettaglio, molti dei quali storpiati, spe-cialmente nei cognomi e nei paesi diprovenienza. Era difficile tradurre esat-tamente dal dialetto all'italiano, quindial francese ed infine all'inglese.Mio nonno è registrato come "TomasTorri di Montefilino, di anni 24, biondocon occhi azzurri, sa leggere e scrive-re e far di conto, con soldi in tasca".Avrebbe alloggiato dall'amico BattistaM. a Des Moines Towa e lavorato nel-la miniera di carbone.Non so come abbia raggiunto Le Ha-vre, se da Genova via mare o da Mila-no-Torino in treno.Le navi che facevano la spola eranodue: la "Loraine" e la "Touraine", unavolta al mese una andava ed una tor-nava; il viaggio durava circa sette/die-ci giorni e venivano imbarcate millepersone ogni volta.

Un particolare buffo: tutti dicevano cheerano partiti dal porto "delle cavre" cosìio non ho capito, per molti anni, dovefosse questo porto.Mi mancano molte notizie su questoperiodo americano, avevo un po' disoggezione di mio nonno e lui era ta-citurno e non si confidava tanto.Una volta mi disse che, avendo dimi-stichezza con gli animali, lo misero acondurre i cavalli da traino per i vagon-cini che uscivano dalla miniera carichidi carbone: così per lui furono meno leore trascorse all'interno della miniera.Nei giorni di festa ci si trovava con gliamici (alcuni di Cargedolo) e cantava-no il "Maggio"; poiché mio nonno eracarino, biondo, occhi azzurri e bellavoce, interpretava soprattutto Pia deTolomei, però senza tagliare i baffi (aiquei tempi sarebbe stato quasi un di-sonore). Il nonno tornò nel 1910 e coni soldi guadagnati, nel 1912, costruìuna casa bella e grande, comprò al-cuni campi ed infine si sposò. Nel 1914

"Tomas Torri di Montefilino, di anni 24, biondo con occhi azzurri,sa leggere e scrivere e far di conto, con soldi in tasca...";

Avrebbe lavorato nella miniera di carbone...di

Irene

Bartol

ai

UN NONNOGIRAMONDO

Val Dragonee DIN TORNI

UN NONNOGIRAMONDO

35la LUNA nuova - Agosto 2015

Il porto di Ellis Island ha accolto più di 12 milioni di aspiranti cittadini statunitensi (prima della sua aperturaaltri 8 milioni transitarono per il Castle Garden Immigration Depot di Manhattan), che all'arrivo dovevanoesibire i documenti di viaggio con le informazioni della nave che li aveva portati a New York. I Medici delServizio Immigrazione controllavano rapidamente ciascun migrante, contrassegnando sulla schiena con ungesso, quelli che dovevano essere sottoposti ad un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute.Chi superava questo primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei Registri, dove erano attesi daispettori che registravano nome, luogo di nascita, stato civile, luogo di destinazione, disponibilità di denaro,professione e precedenti penali. Ricevevano alla fine il permesso di sbarcare e venivano accompagnati almolo del traghetto per Manhattan. I "marchiati" venivano inviati in un'altra stanza per controlli più approfondi-ti. Secondo il vademecum destinato ai nuovi venuti, "i vecchi, i deformi, i ciechi, i sordomuti e tutti coloro chesoffrono di malattie contagiose, aberrazioni mentali e qualsiasi altra infermità sono inesorabilmente esclusidal suolo americano". Tuttavia risulta che solo il due percento degli immigranti siano stati respinti. Per iritenuti non idonei, c'era l'immediato reimbarco sulla stessa nave che li aveva portati negli Stati Uniti, laquale, in base alla legislazione americana, aveva l'obbligo di riportarli al porto di provenienza.Il picco più alto si ebbe nel 1907 con 1.004.756 persone approdate.Dal 1917 modifiche alle norme d'ingresso limitarono i flussi immigratori. Venne introdotto il test dell'alfabeti-smo e dal 1924 vennero approvate le quote d'ingresso: 17.000 dall'Irlanda, 7.500 dal Regno Unito, 7.400

dall'Italia e 2.700 dalla Russia. La depressione del1929 ridusse ulteriormente il numero degli immigrati,dai 241.700 del 1930 ai 97.000 del 1931 e 35.000 nel1932. Contemporaneamente Ellis Island diventò an-che un centro di detenzione per i rimpatri forzati: dis-sidenti politici, anarchici, senza denaro e senza lavo-ro vennero obbligati a tornare al loro paese d'origine.Gli espulsi a forza dagli Stati Uniti furono 62.000 nel1931, 103.000 l'anno successivo e 127.000 nel 1933.Durante la seconda guerra mondiale vi furono dete-nuti cittadini giapponesi, italiani e tedeschi e il 12novembre 1954 il Servizio Immigrazione lo chiusedefinitivamente, spostando i propri uffici a Manhat-tan. Dopo una parziale ristrutturazione negli anni ot-tanta, dal 1990 ospita il Museo dell'Immigrazione.

nacque la prima figlia. Nel 1915 du-rante la "Grande guerra" lo mandaro-no sulla costa dalmata dove contras-

se il colera, ma un suo amico di Pala-gano di nome Celso, correndo il rischiodi fucilazione uscì dal cordone sanita-

rio e fece incetta limoni e costrinse miononno a mangiarne a chili. Mio nonnoguarì e tornò a casa sano e salvo.

Ricerche, documenti e ricordi

ELLIS ISLAND

36 la LUNA nuova - Agosto 2015

e DIN TORNI

Val Dragone

Nei pressi di Palagano, immerse in una natura selvag-gia e suggestiva, si possono raggiungere le “Minieredi Rame”, dislocate all’interno della Zona Poggio Bian-co Dragone.Le miniere sono articolate tra gli imponenti depositi dirocce ofiolitiche che affiorano in molte zone dell’Ap-pennino modenese e reggiano, ricche nella Valle delDragone, di minerali calcopiriti nei quali si cercò nel pas-sato, fino al 1849, la presenza dell’oro.Si tratta di giacimenti nati e sfruttati fin dai tempi remoti:gli Etruschi, maestri della tecnica mineraria, potrebberoavervi per primi posto mano, trovando forse il prezioso mi-nerale. Ne dà testimonianza lo stesso nome locale "Pala-gano" che sembra derivi dalla voce pre-latina “palàga” si-gnificante appunto “pepita d’oro”.

Progetto realizzato dall’amministrazione comunale di Palagano che prevede interventi chesi prefiggono di tutelare e promuovere forme di fruizione turistica e naturalistica

compatibile e interventi di educazione ambientale, attraverso un’azione integrata per ilrecupero di delicate strutture in cui trovano protezione specie faunistiche minacciate eattività di sensibilizzazione e comunicazione rivolta ai giovani e alla popolazione locale.

LE MINIERE DI

RAME

L’area è ubicata nel medio Appennino modenese, in unazona situata a sud-ovest del centro abitato di Palagano,nei pressi della località denominata Toggiano, posta ad unaquota di circa 630 metri di altitudine, situata quasi alla basedel versante nord di Poggio Bianco Dragone, caratterizza-ta da una fitta vegetazione boschiva di querceti misti, conrimboschimenti di conifere e castagneti.Il percorso ha inizio da questo punto e si sviluppa attraver-

LE MINIEREDELLA VALLE DEL DRAGONE

LE MINIEREDELLA VALLE DEL DRAGONE

37la LUNA nuova - Agosto 2015

so prati e, dopo poche centinaia di metri, si immette nelbosco attraversando il Fosso di Carpineti dove il pontepedonale costruito consentirà l’attraversamento del corsod’acqua.Poi il sentiero inizia a salire per raggiungere una zona pia-neggiante dove è stata realizzata l’area pic-nic con tavoli,panche, cestini e tetto in legno.

LA MINIERA DI

TOGGIANO

La Miniera di Toggiano, così denominata per la vici-nanza con l’omonimo centro abitato, è orientata indirezione ovest-est, presenta una pianta a “T” ed èformata da una galleria centrale, della lunghezza dicirca 24 metri, che si biforca in due rami ortogonalialla galleria di accesso, uno verso norddella lunghezza di circa 2 metri e l’altro verso suddella lunghezza di circa 8 metri. Nel comprensorio deiCinghi, oltre a questa miniera, sono state localizzatealtre 11 gallerie caratterizzate da uno sviluppo variabi-

Da qui il sentiero devia bruscamente verso sud per rag-giungere dopo poche centinaia di metri l’ingresso della “Mi-niera di Toggiano”.Il percorso didattico è volto alla valorizzazione e tutela delterritorio, in modo da non creare disturbo alla flora e faunapresenti e senza arrecare inconvenienti dovuti dall’ecces-sivo e disordinato afflusso di turisti o visitatori.

Di notevole rilevanza la fauna che dimora all’internodella miniera, la Dolichopoda insetto privo di ali,con gli arti e le antenne particolarmente sviluppateper migliorare la percezione tattile in un ambientecompletamente privo di luce. Questa specie appar-tiene all’ordine degli Ortotteri come i grilli e le ca-vallette, ma a differenza di questi si sono adattatialla vita cavernicola.Altri abitanti rari sono la Rana Temporaria e ilTritone Alpestre.

le, passando daipochi metri di alcune agli oltre 700 di quella più estesa.Pur essendo di entità minore in termini di sviluppo rispetto allealtre, presenta tutte le principali caratteristiche dell’attività mi-neraria svoltasi nel tempo. Il portale d’ingresso è ancora integroed all’interno è ben visibile la presenza di rame; inoltre, possonoessere rilevate consistenti formazioni di carbonato di calcio conaccenni di formazioni stalattitiche. Sul fondo della miniera è pre-sente un “pozzo” con acqua cristallina, all’interno del quale sonoancora presenti e ben visibili le travi di contenimento.All’interno la miniera si presenta in buono stato, la roccia checostituisce la volta e le pareti della galleria si presentano com-patte e prive di sistemi di fratture particolari. Non sono staterilevate zone nelle quali sia possibile un distacco spontaneo dirocce, blocchi o ammassi di roccia.

Ricerche, documenti e ricordi

La miniera può essere visitata soloaccompagnati da personale autorizzato,

muniti di dispositivi di sicurezza e indeterminati periodi dell’anno.

www.comune.palagano.mo.itTel. 0536/970911

38 la LUNA nuova - Agosto 2015

Scrivi

alla La Luna nuova esce 3-4 volte l'anno percui alcune lettere spedite alla redazione

potrebbero attendere periodi lunghiprima della loro pubblicazione,

perdendo la loro "attualità".Per ovviare a questo problema tutte

le lettere ricevute verranno subitopubblicate sul nostro BLOG

(www.luna-nuova.it) dove potrannoanche essere argomento di discussione.Chiaramente verranno anche pubblicate

sul primo numero de la Luna nuovache andrà in stampa.

Luna

La Luna nuovaVia Palazzo Pierotti 4/a, 41046 Palagano (MO)

Fax: 0536 970576 - Tel.: 0536 961621e-mail: [email protected]

Non si pubblicano lettere anonime

SCUOLA PRIMARIA

Cara Luna,avrei bisogno di alcuni chiarimenti per sapere checosa sta succedendo...Non sono impazzita e so che questa lettera solle-verà un polverone da paura, ma quando è ora èora!Argomento: scuola primaria.Come ben sappiamo nel nostro territorio sono fun-zionanti due scuole: la principale, quella di Palagano,divisa per ogni classe, e quella di Monchio, con lepluriclassi. Pare però che dal prossimo anno, an-che a Palagano, mancheranno bambini per raggiun-gere il numero sufficiente che possa evitare lepluriclassi.A questo punto chiedo: verranno presi provvedi-menti da chi di dovere o ci troveremo con duescuole pluriclasse?

Prima di scaldarvi provate a riflettere su alcuni punti:1) Quanto costa a noi cittadini mantenere due mez-ze scuole? 2) E' meglio pensare all'apprendimento dei nostrifigli o intestardirci su inutili e dannosi campanilismi?Si predica tanto la solidarietà e la collaborazione,ma quando si toccano certi argomenti tutte le bel-le prediche sfumano in dannose polemiche.Bisogna pensare che tutti vorremmo tutto: negozi,scuole, impianti sportivi ecc..., ma la realtà è chenon sempre si può avere tutto. Anzi, il più dellevolte si è costretti a rinunciare a dei servizi fonda-mentali, come già successo (uffici postali, scuole,uffici sanitari, ecc...).Se poi aggiungiamo anche le difficoltà finanziariesia pubbliche che delle famiglie, dovute alla crisi,dobbiamo valutare seriamente a cosa bisogna ri-nunciare per far si che tutti possiamo permetterciuna vita serena e pagare le tasse, non come aMontecarlo, ma come in un comune di montagnacon tutte le sue difficoltà!Mi aspetto una reazione da parte di qualcuno chesicuramente porterà alle solite ed inutili polemiche,ma ripeto: sono la prima a dire e a capire che ognicosa tolta è un servizio in meno per tutti, ma pen-so anche che quando le poche risorse vengono

39la LUNA nuova - Agosto 2015

utilizzate non per l'interesse comune, ma per te-stardaggine diventano uno spreco e un danno pertutti i cittadini.

Una mamma(che preferisce rimanere anonima)

Questa lettera per i motivi riportati in terzapagina viene pubblicata sul giornale con mol-to ritardo.Tuttavia, ricevuta nel mese di maggio, è statasubito pubbicata sul nostro Blog dove ha pro-vocato un ampio ed interessante dibattito.Invitiamo i lettori interessati ad accedere alblog all'indirizzo www.luna-nuova.it oppure awww.laluna-nuova.blogspot.it.

PINI E CIPRESSI DEL CIMITERO DI ROVOLO

Egregio direttore,sarei oltremodo felice, se volesse pubblicare sulvostro periodico il messaggio che segue.Quattro alberi, pini e cipressi, piantati nel cimiterodi Rovolo una trentina di anni fa, per abbellire l’ulti-ma dimora della persone nate e vissute in questafrazione di Frassinoro, sono stati “brutalmente”tagliati e ridotti a tronco, senza nessun avviso allacittadinanza.Quindi uno “scempio” e un sopruso perpetrato adanno del territorio, per una presunta giustifica-zione da parte di “qualcuno”, perché: le radici dan-neggiano le tombe sistemate al di sopra della stes-se.Non siamo qui a recriminare sulla decisione presa“arbitrariamente” dagli uffici competenti, perchéormai gli alberi non ci sono più (le radici invecesono rimaste intatte), ma ciò che è accaduto devefar riflettere “tutti”: amministratori pubblici, citta-dini, tutta la comunità, affinché non si abbia più aripetere uno “scempio” del genere senza renderepartecipe la cittadinanza.Siamo tutti responsabili davanti alla Legge Divinadel nostro comportamento, dello stile di vita e delrispetto della personalità umana. Non ci devonoessere “divisionismo”, arroganza, presa di potere,ma “collaborazione” tra singoli cittadini, ammini-stratori locali e istituzioni in generale, per una se-

rena convivenza tra tutti gli elementi della Crea-zione, secondo i principi dettati dal Buon Dio equindi universali. Rispetto per tutte le Creature deivari regni della Natura.Gli alberi, oltretutto, ci regalano la “vita”, sono deitrasmutatori di Energia Libera del Cosmo: difattiassorbono i raggi solari attraverso le foglie dellaloro chioma che trasformano in “gioiosa presenza”a chi si sofferma sotto di loro.Non a caso si dice: “Albero della vita”.

P.S.Gli alberi hanno 80 anni.Vicino era stato sepolto, nel giugno del 1944, uncerto sergente maggiore Valter Diambri, di anni 24,sacrificatosi per la libertà della Patria, ucciso aMontemolino di Palagano.Così si è offesa anche la memoria.

Francesco Discienza

ERNESTO TOSI

Caro amico, mi manchi…quanto mi manchi!Quando mi hanno detto: "E’morto Ernesto Tosi", mi hainvaso una grande malin-conia.Il mio pensiero è corso al-l’amico fedele, alle nostre

confidenze. Di te io mi fidavo ciecamente, e tu dime sapevi parecchie cose, come pochi altri.Dove sei?Certamente resterai per sempre nella mia mente,ma un giorno anch’io me ne andrò. Vorrò, comun-que, ritrovarti perché troppe cose ho ancora daconfidarti.Nel frattempo, quando passerò dalle tue parti, ab-basserò la voce, mi muoverò con circospezione pernon far rumore, perché tu possa riposare in pacenella luce, fino al giorno della tua resurrezione daimorti.Sarai spesso nei miei pensieri. Ti ricorderò, Ernesto!

Ugo Beneventi

40 la LUNA nuova - Agosto 2015

UNA ESPERIENZA STRAORDINARIA

Per rendere più attendibile la sua testimonianza, diun tale si dice: era un filosofo; di un tal’altro: erauno scultore; di un altro ancora: era un grandeletterato.Di me nulla si può dire di tutto ciò.Io sono solamente un “morituro”.Mi chiamo Ugo Beneventi. Sono nato nella Valle delDragone (Montefiorino), la bellezza di ottantadueanni or sono; come si nota, non sono un ragazzi-no. Ormai, per dar spazio ai miei orizzonti terrenidevo volgermi indietro. Durante il percorso dellamia esistenza due sono stati gli appuntamenti con“sora nostra morte corporale”, come diceva Fran-cesco D’Assisi. Il primo fu il 18 marzo 1944, davantiad una mitragliatrice nazi-fascista, a Costrignano,assieme ad altre sedici persone, ma sono passatiormai più di settant’anni ed è rimasto solamente ilricordo del terrore del momento.Il secondo, invece, è recente (maggio 2014) ed haarricchito la mia anima di una esperienza nuova,molto più profonda. Un arresto cardiaco mi ha por-tato ad un passo dalla morte, (ospedale di Sassuolo)posteggiandomi in quella terra di mezzo che nonriesci bene a definire.Premetto che sono testimone di una esperienzache ho sempre preso sottogamba, quando la sen-tivo raccontare, invece è capitata anche a me eperciò la racconto, per quello che vale. Nel miocoma, che è durato ore, mi sono visto rinchiuso inuno sgabuzzino, caratterizzato da una sola porticinadi ferro dipinta di arancione (come fosse minio),contro la quale appoggiavo, come incollato, l’orec-chio sinistro. Ascoltavo con grande attenzione, im-pegnato al massimo, ma non ho sentito provenirealcun rumore né voce; calma assoluta, dentro edintorno a me. Ero tranquillo e rilassato e dicevo,tra me e me, "Coraggio! Tra un minuto sono di là".Ricordo benissimo che parlavo in prima persona edero ansioso di passare dall’altra parte, dove avreitrovato, pensavo, la soluzione a tutti i miei proble-mi. Ne ero consapevole.Visto che ero ad un passo dalla soluzione “finale”,e ragionavo su questo, desideravo ormai oltrepas-sare quella porticina, quando, invece, con un sob-balzo, mi sono ritrovato, quasi con disappunto, trale braccia del mio rianimatore. Solo allora ho ripre-so coscienza ed ho sentito il calore di una manoche mi sfilava un tubo dalla bocca. Ricordo chiara-mente di avere esclamato: "Dio onnipotente, aiu-

tami!". Ero rientrato nel vecchio e “doloroso” mon-do dei vivi. Fu allora che il medico uscì per annun-ciare a mia figlia: "Il suo papà è fuori pericolo".Ho ripreso il mio fardello e la mia vita e, nonostan-te tutto, ringrazio chi si è prodigato per mantener-mi nell’al di qua, perché la vita è il più bel dono cheDio ci possa fare. Mentre tutto intorno a me sistava svolgendo quel cerimoniale che chiamiamo“tragedia della morte”, io stavo, serenamente, inattesa di attraversare la famosa porticina arancioneche è, invece, rimasta ermeticamente chiusa.Fino a quando?A nessuno è dato sapere.

Ugo Beneventi

WWW. JW.ORG

www.jw.org è l’unico sito ufficiale a livello mon-diale dei Testimoni di Geova. E’ il primo per numerodi lingue (circa 320, con oltre 220.000 pagine) edè completamente gratuito, come tutte le attivitàdei Testimoni, comprese quelle a livello locale. Ilsito rende disponibile la Bibbia in 120 lingue e let-teratura biblica in oltre 700 parlate.Si possono vedere e scaricare cartoni animati cheinsegnano importanti lezioni ai bambini e filmati pergiovani, genitori e coppie di sposi. Milioni di perso-ne leggono regolarmente i testi e scaricano i vi-deo, compresi filmati di episodi biblici attualizzati ealtri riguardanti le varie attività dei Testimoni diGeova.Tutti possono visitare il sito per avere risposte adomande o curiosità sui Testimoni.I Testimoni stanno usando www.jw.org per ap-profondire lo studio della Bibbia personalmente, infamiglia e nelle loro due adunanze settimanali te-nute a Palagano in via Provinciale Nord 12/c. Que-ste riunioni, l’opera di evangelizzazione nelle casee con espositori al mercato domenicale, sono tut-te attività di volontariato gratuito e senza impegniper chi desidera usufruirne.In queste occasioni rendono disponibile il collega-mento al sito www.jw.org, che si rivela molto uti-le anche per facilitare i contatti con persone dilingue diverse.

Romano Salaroli

41la LUNA nuova - Agosto 2015

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ValledellaBallata27a

PARTE

Nato a Casola di MontefiorinoDon Fulvio, Sacerdote a Costrignanonon disdegnò il dialetto col latinoper un tratto gioviale ed “alla mano”i famigliari tutti ebbe vicinocome novello buon samaritanodel casato Fontana ebbe cognomedi Santa Margherita “buon timone”!

Fontana don Fulvio(1921-2013)Nato a Casola di Montefiorino il10 luglio 1921, famiglia di agri-coltori, ma il padre era muratore;tre sorelle: Teresa, Emilia e AnnaNarcisa.Frequenta le elementari a Caso-la, quindi frequenta il seminariodi Fiumalbo poi quello di Modena.Da seminarista, durante un ra-strellamento dei tedeschi, fu fattoprigioniero in località Prada diCasola poi fu trasferito a Polina-go, Pavullo, Farneta e Sassuoloperché, per un precedente ac-cordo di S. E. l’Arcivescovo diModena, chi portava l’abito tala-re veniva riportato in seminario aModena.Continuati gli studi il 26 maggio1946 venne ordinato sacerdoteunitamente ad altri dodici giova-ni seminaristi.Fu cappellano a San Cesario perun breve periodo, quindi fu a

Gombola, con la sorella, perdue anni poi ancora cappel-lano a Vitriola e nel 1951prese possesso della parroc-chia di S. Margherita inCostrignano.Fino alla fine degli anni cin-quanta usava la biciclettapoi la moto Guzzi per i pro-pri spostamenti; negli annisessanta acquistò la primautilitaria.Nel 1954 fu tra i fondatoridella Cooperativa Caseariadi Costrignano. Sempre inquel periodo promosse lacostruzione dello stradellodel Monte di Costrignano efavorì il nascere di una co-operativa di maglieria e cucito cheebbe sede presso la canonica diCostrignano ed occupò anche ol-tre venti ragazze.Don Fulvio, insomma, ha sempreprofuso il massimo impegno perla crescita sociale, morale ed eco-

nomica di Costrignano, speciequando si trattava di ottenerequalche lembo di terra per stra-de ed opere pubbliche.L’Arcivescovo Mons. Foresti hadefinito don Fulvio “uomo mite,sereno e di grande fede”.

42 la LUNA nuova - Agosto 2015

43la LUNA nuova - Agosto 2015

E' UNA CAMPAGNA PROMOSSA DARegione Emilia Romagna

CON LA COLLABORAZIONE DIAzienda USL di Parma, Azienda USL di Piacenza, Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, Azienda USL di Modena

INFO: [email protected]

SINTOMI DELL'ICTUS

Perdita di forza al braccio a alla gamba

Difficoltà a parlare o a comprendere

Bocca stortaIntorpidimento di una parte del corpo

Difficoltà a vedere in una partedel campo visivo

Cefalea intensa e insolitaVertigini intense con perdita dell'equilibrio

Al manifestarsi deiprimi sintomi dell'ictus

CHIAMA IMMEDIATAMENTE IL118

Puoi guarire completamenteImpara quali sono i sintomi

e parlane con amicie famigliari

riflessioni

"Cento volte al giornomi capita di pensare che la mia vita,quella interiore e quella pubblica,

dipende dal lavoro di altre persone,vive e scomparse,

e mi dico che devo impegnarmia restituire quanto ho ricevuto

e ancora ricevo"

Albert Einstein(1879-1955)