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Happy Goals © 2017 Fabio Zancanella © 2017 Botalla Editore Tutti i diritti riservati ISBN: 9788897794370 Grafica e impaginazione: Marlene Zancanella per BAtterfly Strategy. www.batterflystrategy.it Stampato nel mese di giugno 2017 da Tipolitografia Botalla, Gaglianico (BI)

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Happy Goals

© 2017 Fabio Zancanella

© 2017 Botalla Editore

Tutti i diritti riservati

ISBN: 9788897794370

Grafica e impaginazione:

Marlene Zancanella per BAtterfly Strategy.

www.batterflystrategy.it

Stampato nel mese di giugno 2017

da Tipolitografia Botalla, Gaglianico (BI)

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FABIO ZANCANELLA

HAPPY GOALS

CREARE E TRASFORMARE OBIETTIVI

IN RISULTATI CONCRETI E FELICI

BOTALLA EDITORE

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STAI CERCANDO LA

PREFAZIONE?

NON C’È QUI C’È SOLO

AZIONE!

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TI DIRÒ LA VERITÀ,

NON UNA BUGIA.

IL BUGIARDINO

DIVENTA VERITINO!

CONSULTALO PRIMA DI

UTILIZZARE IL LIBRO.

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STRA TEGY

COMPOSIZIONE

Pagine di carta bianca che attendono il tuo inchiostro vero, il tuo sogno, la tua vita. Pa-

gine che accolgono la materia su cui magne-

tizzare le tue parole e i tuoi pensieri, cristal- lizzandoli. Pagine per imparare a volare ogni giorno, scrivendo le tue azioni e correzioni.

PRINCIPIO ATTIVO

Metametodo BAtterfly Strategy, il succo del- la mia esperienza trasformata.

ECCIPIENTI

Pazienza - Tenacia - Perseveranza - Ripeti- zione. Metodo Ottovolante. Tanta dose di amore per sé e per il prossimo.

FORMA E CONTENUTO

Formato A5, 180 pagine di carta magica su cui tutto può avvenire.

PRECAUZIONE D’IMPIEGO

Divieto d’uso se qualcuno ti parla, se non ti sei prima connesso con te stesso. L’uso con sufficienza ti renderà una persona sufficien-

te, tienine conto. Non innamorarti della tec-

nica, ricordati lo scopo più alto. Tu vali più del libro. Tu sei il progetto più importante della tua vita.

INTERAZIONI

Non si sono osservate anomalie con nessu-

na interazione, compresi farmaci come an-

siolitici e antidepressivi. A volte può creare disturbi alla vista, basta che vai da un buon oculista, servono gli occhiali, questo avviene in interazione con la luce troppo bassa e a volte anche troppo alta, trova la luce giusta e vivi con lei.

TITOLARE AUTORIZZAZIONE AMMISSIO-

NE IN COMMERCIO

Focus On s.a.s. di Fabio Zancanella & co. Via Santa Croce, 4 - 20122 Milano

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

Aiuta l’auto-osservazione - l’autocorrezione permette di fare il rimontaggio di ciò che non ha funzionato nella tua giornata per- mettendo di mettere in memoria un ricordo utile e potenziante. Strumento di stesura de-

gli obiettivi per seguirli fino alla conclusione. Saluto al sole: chi ringrazi appena ti svegli? Cosa scrivi? Ricorda che se scrivi tutto quel- lo che succede sei un cronista, se succede tutto quello che scrivi sei un visionario. Nel caso uno sei nella causa ed effetto, nel caso due sei l’effetto che crea la causa. Saluto alla luna: chi ringrazi la sera prima di andare a dormire? Persone? Esperienze? Cose? L’uso quotidiano aumenta l’autostima, la fiducia e il desiderio ardente.

CONTROINDICAZIONI

Potresti raggiungere gli obiettivi e cresce-

re, migliorare. Diventare addirittura felice. Questo potrebbe metterti a disagio, senso di vertigine che è paura di volare non tan-

to di cadere. Potrebbe subentrare la paura dei mediocri, la paura di realizzare i propri obiettivi, perché ti porterebbero fuori dal- la mediocrità. Paura di venire emarginato, abbandonato perché non pensi più medio-

cremente. Insomma, si può soffrire di mal d’aria. Solitamente passa dopo che hai cam-

biato le tue abitudini, luoghi e persone che frequenti, ma anche libri che leggi e televi- sione che non guardi. Se i sintomi dovessero persistere prenditi una giornata di riposo, se anche così non passa, chiama subito il tuo mentore o coach di volo.

CATEGORIA

Navigatori di volo virtuali e reali. Oplà un sal- to nella luce della consapevolezza.

HAPPY GOALS

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COME TRASFORMARE

I TUOI OBIETTIVI IN

RISULTATI

OTTOVOLANTE

Ottovolante è una tecnica BAtterfly strategy.

BAtterfly è una strategia di liberazione dell’uomo;

sia per il suo essere, sia per il suo fare.

Per l’essere, la tecnica è l’Oplà; per il fare, la tecnica è l’Ottovolante.

Quante volte hai sentito dire “ho un sogno nel cassetto”?

Hai dei sogni nel cassetto?

Scoprirai, seguendo questo diario, che nel cassetto ci sei tu, non i sogni.

Nel cassetto si sta comodi anche se stretti.

Il cassetto è luogo ideale per chi ha convinzioni depotenzianti, limiti e

preferisce non osare. Il limite del cassetto diventa la tua NO FLY ZONE.

La cassettiera dove vive la grande parte dell’umanità.

Un modo diverso per ricordare la stessa intenzione, del ben più famoso

Pinocchio di Collodi.

Non ti preoccupare, non stai leggendo di un ennesimo sapiente illumina-

to, ma di un uomo che ha vissuto nel cassetto, così tanto da averlo rotto

per obesità. Una scintilla di luce mi ha risvegliato dalla densità di psicofar-

maci e dalle catene della nullità per mancanza di valori.

Ho compreso qualcosa di utile e sono certo potrà esserlo anche per te.

I valori spesso non sono nostri, così i sogni, le scelte della nostra vita.

Ti guiderò io in questo diario e so che sentirai la voglia di essere sempre

il meglio che puoi. Il sogno è la visione, il fine ultimo. Il sogno si crea.

Ho capito come portarlo a terra creando un obiettivo che si trasformi in un

risultato concreto. Il risultato non deve solo essere uguale all’obiettivo, ma

gli effetti, una volta raggiunto, devono essere benèfici per te e per gli altri.

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Se consegui, come succedeva a me, un obiettivo e come effetto ti trovi

obeso e la famiglia a pezzi, cosa dici, è un bel risultato?

Succede quando si entra in stupida coerenza con l’obiettivo.

Mentre agisci devi calibrare cosa succede, sentire che sei sul sentiero giu-

sto, sia di trasformazione dell’obiettivo sia di benessere per te e gli altri.

Il sogno è il fine ultimo: per alcuni può essere la ricchezza, la felicità, l’a-

more, la serenità, la pace, la soddisfazione nella vita, poter viaggiare ecc.

Qualitativo e connesso all’eterno.

Invece l’obiettivo è un numero e un’unità di tempo.

Quantizzato nella sua descrizione e nella sua materia ma rivestito di forma

dall’energia eterna del sogno.

Qualcuno di autorevole come Walt Disney diceva che «la differenza tra un

obiettivo e un sogno è la data».

Se hai il sogno di viaggiare e visitare tutto il mondo, allora ogni anno ti dai

degli obiettivi concreti e li trasformi in viaggio con la pianificazione e valuti

i mezzi per trasformarlo. Ottovolante è un mezzo per aiutarti a de-finire il

viaggio, a definire l’obiettivo, a guidarti fino alla trasformazione in

risultato; coerente con il tuo fine ultimo, anzi, nutrito dal tuo fine ultimo,

illuminato e rivestito da esso.

Ottovolante è una tecnica di BAtterfly strategy.

BAtterfly è volutamente scritto con la A e non con la U come dovrebbe.

Non è un errore, la “A” rafforza il principio di battersi per le proprie visioni

e i propri sogni. Ho applicato con successo migliaia di volte e con migliaia

di persone la tecnica Ottovolante e la strategia BAtterfly.

La strategia è basata sulla mia esperienza di vita, da migliaia di ore di

formazione, soprattutto agendo e rialzandomi ogni volta che cadevo e

affrontando le tante paure che volevano limitare i miei sogni.

Molto di quello che troverai, come ti spiegherò in questo diario, è anche

rafforzato da evidenze scientifiche.

FUNZIONA? SE TU LO VUOI DAVVERO, SÌ!

SHAKE YOU!

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I CINQUE STRUMENTI DI VOLO

Da 10 anni sono appassionato ricercatore di diversi studi di psicologia,

antropologia e neurologia applicati ai comportamenti umani: sia nella fase

di trasformazione di obiettivi in risultati, sia come verifica di schemi fissi

d’azione che influenzano le scelte; in particolare nel commercio e nelle

transazioni del denaro. Il mondo da esplorare è vasto, per questo avendo

ancora tanta strada da fare mi sono trovato a leggere centinaia di libri,

seguire decine di corsi residenziali sul tema e fare sessioni di coaching con

i massimi esperti della materia.

L’aula più grande, per me, resta sempre e comunque la strada.

L’ “amica” nel cui grembo passo più tempo, dove imparo peripatetica-

mente1. Dico io, la conoscenza salverà la bellezza.

La strada per me è il nuovo liceo.

Ogni giorno mi cimento con passione, per scoprire le dinamiche econo-

miche, nei diversi contesti. Ho lavorato e lavoro per grandi gruppi, nel

ruolo di “mistery man”, alla scoperta di ciò che avviene e si percepisce

nei contesti, tra i quali:

• Luoghi di transazione commerciale, negozi, supermercati

e filiali di banche.

• La strada. Parlare di contesti diversi, in luogo decontestualizzato come

la strada, è un potente strumento di comprensione rispetto agli schemi

fissi di azione, e dei pregiudizi delle persone. L’azione di trasformazione

degli obiettivi in risultati concreti, quelli che ti fanno sentire di valere di

più. Parlando di banche sul tram, nei bar, ai giardini, senti e scopri cose

diverse rispetto a ciò che dicono in filiale.

Tutto questo mi ha insegnato alcune “leggi” fondamentali,

utili al “settaggio” degli obiettivi:

1 – Peripateticamente deriva da peripato: esso corrispondeva ai colonnati del gin-

nasio di Atene, dove si ergeva il santuario dedicato ad Apollo (Dio del sole) Licio.

Lì nacque la scuola del famoso filosofo Aristotele, e in onore a ciò ancora oggi ci

sono scuole con il nome di liceo. Peripatetico perciò va inteso come l’atto di cam-

minare intorno al colonnato, in direzione del sapere.

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1) IL CONTESTO CREA IL TESTO

Il testo attiva una chiamata all’azione o all’attenzione.

Tuttavia serve un contesto utile per ogni testo, al fine di poter ottenere

una risposta funzionale.

Esempio: tornadi in Wisconsin.

Quando la sirena suona, attiva la chiamata alla popolazione per una eser-

citazione, al fine di allenare le persone all’evacuazione in caso di calamità.

Cosa succede se il contesto è soleggiato e piacevole?

Cosa succede quando è nuvoloso e freschino?

Cosa succede se ci sono temporali in corso?

La sirena (testo) non cambia ma, il comportamento, l’attenzione e l’azione

delle persone cambiano a seconda del contesto.

In un contesto soleggiato circa il 10% agisce al suono della sirena.

In un contesto nuvoloso poco più del 40% agisce al suono della sirena.

In un contesto temporale oltre l’80% corre a fare la prova di evacuazione.

Il contesto ha creato la condizione funzionale del testo.

Questo esempio ci porta a capire: la sirena va fatta suonare nel contesto

ideale, al fine che il suo suono comunicativo sia funzionale all’obiettivo!

Nell’Ottovolante al punto 2 si creano le condizioni per un contesto ideale

al testo che hai scritto al punto 1 (scoprirai nel capitolo Ottovolante).

Tu crei le condizioni della vittoria, io posso dirti come fare, il tutto basato

su ciò che ho visto succedere migliaia di volte.

Se l’obiettivo non si veste da sogno, ma da bi-sogno, è probabile che la

percentuale di trasformazione sia al massimo del 40% o, peggio dico io,

nella maggioranza dei casi addirittura solo il 10%. Proprio come nel caso

della sirena per esercitarsi nelle situazioni di evacuazione per calamità.

Queste evidenze sono patrimonio da anni nel mondo della comunicazio-

ne, del marketing e delle vendite: il campo di azione del mio lavoro prin-

cipale. Ho compreso anche quanto fossero utili per “settare” gli obiettivi

dei venditori e del team. Ho compreso l’importanza di queste evidenze

scientifiche per rendere più forte e seducente l’azione, in ordine al conse-

guimento dei risultati.

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2) LA QUANTITA' DEFINISCE LA QUALITA'

Altro aspetto, che scoprirai anche durante i passi dell’Ottovolante, è il

principio per il quale la quantità definisce la qualità. Prima di Galileo Gali-

lei il mondo veniva definito principalmente in modalità qualitativa, filoso-

fica, astratta. Il mondo della scienza capovolge tutto a favore della quan-

tità; la misurazione oggettiva dei fenomeni.

Il solito Einstein, seguìto da altri scienziati, comprende che la quantità

aiuta a definire la qualità.

La quantità di ossigeno nella tua stanza, mentre stai leggendo questo

testo, definisce la qualità della tua respirazione.

Nella comunicazione e nelle vendite i princìpi di testo-contesto e quanti-

tà-qualità sono fondamentali per il successo e la realizzazione dei propri

obiettivi. Quanto colore serve, quanto tono di colore serve per rendere la

comunicazione chiara, “attivante” e persuasiva?

Quanto suono serve per creare una love experience? Sullo stesso adagio

ho compreso, dopo tanto sangue versato, un mio limite: scrivevo trop-

po, perché avevo fretta. La quantità eccessiva di parole rendeva debole

la qualità del mio messaggio. Quante parole servono per descrivere un

obiettivo prima che diventi fumoso o striminzito?

Ci vuole tempo per usare la giusta quantità di parole, per essere chiari,

focalizzati sugli obiettivi. Quando la qualità dell’esperienza è buona non

guardi la quantità che la sta rendendo tale.

Non tutte le qualità hanno misure precise ma...

Prova a immaginare quelle volte che stai bene in giro per la città o nel tuo

paese e non ti preoccupi della temperatura o dell’umidità.

Se invece sudi e tremi, cerchi risposte quantitative di temperatura e umi-

dità per giustificare la poca qualità della tua esperienza.

Hai mai notato quando in certe cene, riunioni o visioni di film, la gente è

serena e dice: «Il tempo passa in fretta, il tempo vola»?

Oppure quando ti accorgi, dal loro guardare insistentemente l’orologio,

che avvertono la situazione come disagevole e noiosa, quindi la percezio-

ne di un “tempo che non passa mai”?

Se farai fatica, sarai nello sforzo.

Verifica bene, c’è qualcosa che non va; il viaggio è una prova di forza non

di sforzo. Nella forza c’è la fatica gioiosa, nell’altra quella lamentosa.

Un esempio che mi capita ogni tanto: Che giornata! Sono stanco, non ce

la faccio più, un caldo o un freddo bestiale.

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Quello che ha forza dice “sono stanco ma contento, sta venendo un lavo-

ro eccellente, adesso mi godo una bella cena”.

Voltaire, un giorno, scrisse alla fine di una lunga lettera rivolta a una per-

sona cara:

«Scusa amico mio se sono stato lungo,

non avevo tempo per essere breve».

CONCLUDO COSÌ QUESTA PAGINA:

Mi piace definire questo duetto qualità e quantità, come due amici inter-

dipendenti. Con le mie figlie gioco e li chiamo Sig. Quale e Sig. Quanto.

Questi due amici vivono nel contesto e quindi anche il loro testo è condi-

zionato dal contesto. Questo è espresso, nel contesto crea il testo.

Ascolta mentre agisci nell’obiettivo e dici Quanto e Quale o quando te

lo senti dire. Il Sig. Quanto focalizza la quantità e il Sig. Quale la qualità:

l’equilibrio ti rende felice al di là dei soliti schemi di profitto.

Amo vedere come molte cose inutili hanno creato un mondo migliore di

quelle definite utili. Non separare mai questi due amici, sono interdipen-

denti come lo sono l’emisfero destro e sinistro del cervello.

Quale gelato vuoi?

Quello cioccolato e fragola!

Quanto nei vuoi?

Due palline.

Quelle due palline sono il Sig. Quanto che esprime una quantità che sod-

disfa la Qualità della tua esperienza fragola e cioccolato.

Cosa dici Fabio!

Ne prenderei 4 palline se avessi i soldi!

Ecco il Sig. Quale si lamenta con il Sig. Quanto che condiziona le palline

per mancanza di soldi.

I temi qualità e quantità sono stati talmente ben sviluppati dai filosofi e

dagli scienziati che io mi sono limitato a descrivere il tema solo come te-

sto, nel contesto degli obiettivi.

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3) IMPEGNO E COERENZA

Uno degli studiosi che ammiro di più è Robert Cialdini, psicologo nel cam-

po della psicologia sociale presso l’Università dell’Arizona.

La sua vita mi entusiasma. Ha lavorato 20 anni in incognito a favore di

scoperte scientifiche, ha rivestito diversi ruoli in più aziende, in più città

americane e in più aree merceologiche, con l’intenzione di osservare e

comprendere i bias cognitivi (schemi fissi e automatici di azione) utilizzati

nella persuasione etica e in quella negativamente manipolatoria.

Il suo libro “Le armi della persuasione” è una vera bibbia in questo campo.

Scoprì quando i pensieri veloci, automatici e fissi sono funzionali, quando

sono contro di noi, chi si approfitta di questo nostro agire, quasi fossimo

comandati da un bottone, come la maggior parte delle risposte istintive

del mondo animale. Il mondo animale è istintivo, risponde al 100% agli

stimoli (testo) nel suo contesto. L’uomo, dallo studio di Robert Cialdini, ha

comportamenti simili anche se di natura psicologica. Reagiamo in auto-

matico in molti casi e situazioni: il dato è almeno nel 75% delle volte.

Il suo libro è una bibbia per chi vuole comprendere i 7 schemi fissi di azio-

ne universali, per aiutarci a essere più persuasivi, eticamente.

Rispetto agli obiettivi la sua ricerca torna utile per quanto sto per scrivere.

Le persone tendono a essere fedeli a ciò che scrivono, ci sono ricerche al

riguardo molto interessanti. Se gli obiettivi sono scritti e pubblici trovano

molta più forza, si attiva in noi una grande motivazione per trasformarli.

Vogliamo essere coerenti, spesso anche stupidamente, e come diceva

Ralph Waldo Emerson: «La stupida coerenza è lo spauracchio delle menti

deboli». Stupida coerenza, non la coerenza.

Significa che a volte sentiamo l’attivazione della manipolazione, ma re-

stiamo fedeli stupidamente anche quando il corpo, molto intelligente, ci

suona il campanello d’allarme; ci fa sentire di essere in gabbia.

Hai presente quel peso allo stomaco? È amico e ci sta dicendo che c’è

qualcosa che non va.

Coerenza, invece, significa essere di parola; uno schema fisso di reazione

molto radicato in noi, nelle culture di quasi tutte le parti del mondo.

Noi siamo più di parola e resilienti all’obiettivo, se lo imprimiamo su carta.

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L’AMPLIFICATORE DI COERENZA

Ogni giorno scrivi l’obiettivo in 3 righe sul diario.

Ripetere giova, come diceva il motto latino repetita iuvant.

Quando serve un po’ di benzina si rilegge e si scrive anche il punto due

dell’Ottovolante che farai più avanti. Il punto due ti deve emozionare.

Cambia qualcosa finché sei emozionato.

Scoprirai come, nella descrizione dei punti.

Per renderlo più potente va dichiarato in pubblico.

Decidi tu a chi leggere il tuo obiettivo.

Per esperienza, leggilo solo a chi sai essere senza dubbio tuo alleato nel

viaggio di trasformazione. Tante persone nella mia vita hanno remato con-

tro i miei obiettivi, per invidia. Io non capivo e pagavo lo scotto.

Sai qual è la cosa più da gufo che ho osservato negli anni? Quando ti di-

cono o scrivono: “ti auguro il successo per questo tuo obiettivo”.

Se aggiungono “ti auguro di cuore” alzano l’indice di invidia e negatività.

Se aggiungono “te lo meriti” allora fai un rito di purificazione dell’obietti-

vo. Scherzo… ma non del tutto.

Al mondo dirai il risultato, non l’obiettivo.

Cialdini ci aiuta con una ricerca utile allo scopo.

A tre gruppi omogenei di giovani universitari venne dato un obiettivo,

uguale per tutti.

Il gruppo A non scrisse l’obiettivo.

Il gruppo B lo scrisse privatamente.

Il gruppo C lo scrisse e lo dichiarò pubblicamente.

Volete sapere qual è la percentuale di trasformazione dell’obiettivo dei

tre gruppi?

Nel gruppo A, il 14% trasformò l’obiettivo.

Nel gruppo B, con mia grande sorpresa, si ebbe lo stesso risultato del

gruppo A.

Nel gruppo C, l’86% riuscì a trasformare l’obiettivo in risultato.

Più del 600% degli altri 2 gruppi.

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IL MIO ESEMPIO REALE

Ho studiato per motivi personali il fenomeno del sovrappeso.

Sono stato obeso. Lo studio consisteva nel capire in quale modo potevo

ottenere l’obiettivo di raggiungere il peso ideale. Attenzione, non mi so-

stituisco ai nutrizionisti, non mi sostituisco alle diete sane, c’è già molto

traffico di proposte dietologiche sul mercato. Alcune a mio parere sono

pericolose: lo dico perché molti amici si avvicinano a me dicendomi di

essere dimagriti; quello che vedo davanti, invece, è un uomo deperito.

Vincere l’obesità è stato il migliore Ottovolante della mia vita.

Uscito dall’ospedale di Piancavallo (provincia sita nel Verbano), dove ho

visto persone perdere la vita piuttosto che perdere peso, ero determinato

a non tornarci più. Dietro al peso ci sono spesso complicazioni psicologi-

che importanti. Frequentemente il cibo è una ricompensa a qualcosa che

ci manca nella vita, a volte è mancanza di gioco, sesso con amore, affetto,

comprensione, sicurezza e riconoscenza. A me mancava affetto e spesso

ho vissuto questa mancanza, dovuta a un fatto semplice: non ero capace

di dare affetto e così non lo ricevevo.

Voglio esporvi come ha funzionato per me l’Ottovolante, prendendo a

esempio il succitato cammino di dolore, tramutatosi poi in puro amore,

tanto per me quanto per gli altri.

Scrivevo tutti i giorni il mio obiettivo, “voglio pesare al massimo 79 kg” e

tante altre cose che imparerai nel fare Ottovolante.

A parte esserci riuscito, oggi mentre scrivo sono passati 18 anni dall’uscita

dell’ospedale. Certo, non sono un figurino, ma 20 kg meno di quel giorno.

Oltre a ripetere la frase, a scriverla, la dichiarai a mia mamma Gemma.

Lo dissi con solennità. Mi abbracciò e la pancia ora non c’è quasi più.

A mio parere, i dietologi dovrebbero far scrivere l’obiettivo di peso ai loro

pazienti e farlo dichiarare alla persone a cui tengono maggiormente.

Poi se volessero, potrebbero far leggere e usare la tecnica Ottovolante.

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4) L’ALA SINISTRA DELLA CONOSCENZA, L’ALA DESTRA DELLA PASSIONE.

«La passione non è cieca è visionaria» (Stendhal)

L’ala sinistra è la conoscenza, la direzione.

Ottovolante ti supporta nella direzione e nella conoscenza.

Comprenderai che muoversi è diverso da procedere: sul cavallo a dondo-

lo ti muovi, ma non avanzi. Per volare non basta la sola ala sinistra.

Per trasformare gli obiettivi in risultati, dovrai spiegare anche l’ala della

passione, l’ala destra. L’ala destra è la benzina, il fuoco sacro che spinge il

tuo cuore oltre gli ostacoli che incontrerai nel tuo viaggio.

Questo aspetto è così importante perché anche se seguirai con conoscen-

za la giusta direzione, ti troverai comunque ad affrontare ostacoli.

Quando li incroci sul tuo cammino, commetti errori, devi dire no o ricevi

no; se non c’è il fuoco sacro della passione, con una probabilità più alta

dell’80%, il tuo obiettivo (o sogno) lo metterai nel cassetto.

Se invece sentirai e seguirai la fiamma divina ti rialzerai, e riprenderai il

cammino più forte di prima; andrai a prenderti ciò che è tuo di diritto.

5) GRATITUDINE

Essere grato: un passaggio meraviglioso, per me il primo passo della gior-

nata. Con il piede destro che scende dal letto è “GRA”, il secondo con il

sinistro è ZIE. Ormai avete compreso che ho delle stranezze.

Certo, pensare di essere strani dicendo grazie e normali essendo incazzati

fa in un certo senso… molto senso. Ormai diamo per scontato di avere un

letto, di avere un pavimento dove appoggiare i piedi, di avere il riscalda-

mento, l’aria fresca. Di avere l’acqua per lavarsi, per bere, ...

In molte parti del mondo l’acqua è oro azzurro e spesso fonte di malattie.

Spesso non diciamo grazie al fatto che abbiamo i vestiti, che indossiamo

le scarpe e che qualcuno ha pensato che faremo la colazione.

Non diciamo nemmeno grazie di avere progetti di creazione.

Tanto la gran parte del mondo ha solo progetti di sopravvivenza.

Un giorno scrissi in un sito (www.globalrichlist.com) e lessi che con le en-

trate che ricevevo, ero il 7.076.745 uomo più ricco al mondo su oltre 7

miliardi. “Sì, ma io vivo in un Paese dove…”.

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Cercavo scuse per non essere felice. Ora a me non succede “quasi più”.

Quando mi sveglio sento la bellezza di esserci.

Comprendo di essere qui per imparare come uomo pensante e che posso

essere in equivalenza di pensiero come quello del creatore.

Non solo creatura ma creatore del mio destino. Caspita! Non vale la pena una volta capito questo di bere qualcosa di

spiritoso? In fondo, i più grandi uomini spirituali sono spiritosi.

Ah, siamo al mondo solo per imparare che siamo creatori?

Non solo, anche per capire che un creatore può solo amare, siamo qui per

capire il valore dell’amare. Come si fa ad amare?

Imparando a dire grazie, grazie, grazie, grazie, per ogni istante, istantane-

amente. La bella notizia è che solo con un bel po’ di esercizio “spintaneo”

diventa spontaneo, fino a diventare automatico.

Automatico come ogni gesto automatico della vita: guidare, pedalare,

camminare, telefonare. Ad avere l’automatismo del grazie si diventa del-

le… grazie. Grazie letto che mi hai accolto, grazie pavimento, grazie: ac-

qua, spazzolino, dentifricio, doccia, scarpe, colazione, ascensore.

L’ascensore non c’è mai stato, come la lavatrice, la lavastoviglie, il ferro da

stiro, il phon. Insomma dai, la tecnologia che offendiamo spesso dicendo

“quando non c’era, c’era più verità, si stava meglio!”.

Forse, ma è anche vero che c’erano più donne ammalate, schiavizzate,

che come le mondine rischiavano la morte per una tazza di riso.

Non solo loro… Che dire?

Hai un obiettivo, sei unito al sole del fuoco ardente interiore, allora perché

non iniziare dicendo “grazie di avere un obiettivo”, un sogno da realizza-

re. Dì anche grazie perché, una volta realizzato, sarai più felice e, di riman-

do, lo sarà anche il mondo intorno a te.

Se non succede non stai sognando un mondo migliore per tutti ma stai bi-

sognando un mondo migliore solo per te.

GRAZIE

GRAZIE

GRAZIE

Comprenderai che la riconoscenza è un valore di gratitudine che si dà agli

altri, e non da attendere come bisogno o da vivere alla stregua di vittime

depresse per la sua mancanza. Quando sei grato agli altri e sei ricono-

scente con loro sentirai di essere anche riconosciuto.

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I DUE OSTACOLI DI VOLO

PIÙ FREQUENTI

1) FAIL: acronimo di First Attempt In Learning

Il primo errore è apprendimento, il secondo no.

«Chi non ha mai commesso errori

non ha mai tentato qualcosa di nuovo».

(Einstein)

Il mio obiettivo resta sempre “errare ma correggere”, e ci sono progressi-

vamente più vicino. Questo conta.

Nella mia vita di errori ne ho commessi molti, anzi aggiungo, sono stati

quelli che mi hanno impedito di trasformare i miei sogni e i miei obiettivi in

risultati. Non voglio succeda anche a te.

Un imprenditore un giorno mi disse: «Sono triste non tanto per i dati

aziendali, che sono buoni, sono triste perché la mia organizzazione fa gli

stessi errori dello scorso anno! Fabio, quando le aziende migliorano han-

no problemi nuovi, non gli stessi!». Indimenticabile lezione!

Ricorda! FAIL è imparare, ripetere il FAIL è rimandare.

Non mollare mai!

«Il primo errore si chiama apprendimento,

lo stesso ripetuto si chiama stupidità».

Così, mi pare, Einstein definisse il vantaggio di errare per migliorare, men-

tre la ripetizione dello stesso errore rappresenta stupidità e, in questo, il

mio cliente è allineato al famoso scienziato.

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2) I NO

Ci sono due tipi di no: un no che ricevi e un no che dovresti dire.

NO significa “Nuova Opportunità”, non dimenticartelo: spesso il NO ci

frena e mette in moto interferenze emotive che, come nel FAIL, non ti fa-

ranno andare avanti. Molti gettano la spugna davanti ai NO; tu non potrai

più farlo. NO è una nuova opportunità d’ora in poi, vero?

Spesso quel no è una prova della tua fiducia (ala destra): verifica quanto

credi a ciò che hai progettato.

Ricordati sempre:

“L’uomo misura il tempo, ma il tempo misura l’uomo”.

Quando i NO saranno trasformati in opportunità ti sentirai forte.

VOGLIO RACCONTARTI DUE STORIE IN CUI I NO NON HANNO

OSTACOLATO IL RAGGIUNGIMENTO DI UN SOGNO:

Le storie di Sylvester Stallone e Walt Disney.

Stallone per circa 1300 volte, si è sentito dire NO prima di ottenere la par-

te in un film. Dopo tanti no aveva chiarito anche perché glielo dicevano,

“non hai la faccia giusta, la voce giusta, sembri un tonto”.

Allora, scrive lui stesso la sceneggiatura di Rocky e va dai produttori con-

vinto, ma riceve ancora molti NO; un giorno gli offrono 10.000 dollari per

la sceneggiatura, alla condizione che lui però non facesse l’attore nel film.

Dice NO: il suo sogno è incorruttibile, non si negozia.

Ha chiarito e deciso: l’azione può cambiare, ma non barattando l’effetto

atteso. Ha la convinzione e crea le condizioni per il successo, non permet-

te, come per molte persone, alle condizioni di creare le nostre convinzioni.

Stallone insiste, sapete come è andata? È diventato miliardario e ha dovu-

to trasformare i no in nuove opportunità.

La storia di Walt Disney: venne licenziato per mancanza di immaginazione,

ma lui non ci ha creduto! Inventa e progetta il parco di divertimenti di Or-

lando; chiedeva finanziamenti. “Lei è matto, non si sono mai fatti pagare i

giochi, non inizierà certo lei”. NO, 343 no: 343 Nuove Opportunità e alla

fine giunge all’accordo; il suo sogno è ancora vivo, non solo a Orlando.

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A proposito di visione: quando si presentò il lavoro finito, Orlando era in

festa. Lui non era lì: era morto tempo prima. Il giornalista in festa dice al

figlio di Walt Disney: «Peccato suo padre non possa essere qui a veder-

lo!». «Mi spiace contraddirla», dice il figlio di Disney, «siamo qui a vederlo

perché lui lo aveva già visto milioni di volte nella sua mente, anche se

qualcuno diceva che era carente nell’immaginazione».

NO: PROVA DELL’UMANA DEBOLEZZA

NO vale sempre come Nuova Opportunità.

Opportunità di uscire dalla nostra debolezza.

Quante volte il mio stomaco e il mio corpo hanno urlato NO: non fare

quella cosa, non andare con quella persona, non firmare quell’accordo,

non accettare quelle condizioni. Invece la debolezza attiva i nostri pro-

grammi, misti di paura, dubbio, colpa e stupida coerenza.

Spesso la coerenza è un grande valore, ma a volte è sciocca; è quella che

ci rende coerenti al debole dentro di noi, a non ascoltare il corpo che parla

forte e chiaro. Noi spesso non sentiamo forte e chiaro però.

La mente, mente, ecco perché si chiama così; il corpo non mente e non

dimentica. Ogni volta avevo una nuova opportunità, ma cedevo scioc-

camente e debolmente. Serve essere onesti con se stessi, con la vita e

con la nostra missione. Così recita un proverbio arabo: «Onesto è colui

che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità (sogno-obiettivo).

Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero

(obiettivo-sogno)».

Attenzione, se non dirai NO quando serve, ti troverai a girare intorno al

rondò del sogno creando un vortice centripeto che ti avvita al passato;

solo la forza e la consapevolezza potranno vincere, con la forza centrifuga

dell’amore che svita ogni debolezza divenendo sempre più forti e prota-

gonisti del viaggio verso i risultati.

Quando cambi frequenze, cambi per forza frequentazioni.

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DEVI SAPERE...

Stai per partire!

Un’ultima istruzione d’USO.

Nel percorso Ottovolante comprenderai le tue aree di miglioramento,

i tuoi talenti e punti di forza.

L’auto-ascolto e l’auto-osservazione faranno la differenza.

Oltre mille persone hanno lavorato con me nel “settaggio” di obiettivi e

quello che ha sempre fatto la differenza, è l’USO.

USO è acronimo di:

U = under-confidence, in italiano bassa autostima.

S = self-confidence, in italiano auto-consapevolezza.

O = over-confidence, in italiano sovrastima di sé.

La bassa autostima si riferisce al tuo essere, non al tuo fare.

Il tuo fare si relaziona con la fiducia nelle tue capacità, nelle tue conoscen-

ze e competenze. L’autostima si relaziona invece con le tue convinzioni,

credenze e i tuoi veri valori. Molto spesso quest’ultime sono opinioni al-

trui, messaggi dell’ambiente in cui vivi, a cui hai finito per credere, e non

solo, sono diventati modelli identificativi.

Si possono seguire diverse strade per rientrare nel flusso dell’equilibrio

dell’auto-consapevolezza. Ai punti 5, 6 e 7 della metodologia capirai

come. La sovrastima invece ha anche a che fare con credenze che alcuni

chiamano positive, traducibili secondo la condizione del sentirsi il miglio-

re: insomma, quello che fa le cose con facilità. Pensieri che mettono ec-

cesso di fiducia nell’agire senza più tenere conto della consapevolezza in

ciò che fai. Spesso in questa situazione succedono gravi incidenti.

Un giorno organizzai con i miei soci un incontro con il comandante delle

Frecce Tricolori, la sua sentenza in quel giorno fu: “il massimo rischio di un

pilota è andare in over-confidence”.

ATTENZIONE: il lavoro centrale dell’essere, secondo la mia esperienza,

è quello di stare nel centro di noi stessi, nell’equilibrio della S, al centro

della parola USO: equilibrio. Un delicato equilibrio, quello della S, tra la

U e la O. Un equilibrio per nulla semplice da attuare: labile, fragile, come

vetro appena soffiato. Eppure così vigoroso e robusto.

Fragile e indispensabile, determinante nell’allontanarci dagli estremi peri-

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A

colosi di eccesso (O) e difetto (U). Equilibrio dinamico e mai statico, come

l’amore, “questo folle turbamento che colpisce mendicanti e re”.

Vivere consapevolmente, accettarsi integralmente, osservandosi per com-

prendere se stiamo in uno stato U oppure O, e portarsi in stato di S, di au-

toconsapevolezza. Il più pericoloso è quello della O, parlano pochi dell’o-

ver-confidence e molti di under-confidence. Perché l’over è pericoloso.

Perché vivi bene, sei gasato, ti senti invincibile ma a quel punto; sbagli

rigore, sbagli i colpi più facili. Succede perché hai perso l’equilibrio, la tua

auto-consapevolezza. Essere in stato di self confidence, consapevolezza,

presenza e responsabilità di se stessi.

Lo schema riportato non è matematico, non segue le logiche cartesiane

ma l’irragionevole agire della mente nella realizzazione di certi obietti-

vi. Spesso il nostro essere vede più difficile o più facile di quello che è

veramente un azione o un compito da fare per raggiungere l’obiettivo,

uscendo così dal flusso di gioia di un Happy Goal. Ogni volta che hai un

obiettivo disegna lo schema per assicurarti di mantenerti nel flusso!

SKILL DELL’ESSERE

FACILE O DIFFICILE

La stima di sé incide su ciò che pensiamo

rispetto a ciò che dobbiamo fare

SK

ILL D

EL F

AR

E

CO

MPET

EN

ZA

E C

ON

OSC

EN

ZA

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L’esempio che trovate dimostra la relazione tra fare ed essere rispetto

alla gestione del denaro. Ipotizziamo una competenza oggettiva di 4.

Se le tue convinzioni e credenze (essere) lo “vedono” difficile (7) vivi lo

stato “U” (under-confidence), mentre se lo “vedono” troppo semplice (1)

vivi lo stato “O” (over-confidence). Lavora sulle tue credenze e convin-

zioni e entra nel flusso dell’essere; lo stato “S” (self-confidence).

ESEMPIO CONCRETO

GESTIONE DEL DENARO

(ci vuole competenza 4)

OVER-CONFIDENCE

SELF-CONFIDENCE

UNDER-CONFIDENCE

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Compreso questo schema va presa in forte considerazione la differenza

tra efficienza ed efficacia e la forza della loro unione, della loro integrità.

Efficace è colui che raggiunge l’obiettivo.

Per esempio: voler andare nella città preferita.

È già un risultato arrivare, in quanto in molti casi gli obiettivi si risolvono

con un nulla di fatto, tanto parlare e niente goal.

Le parole sono un suono i fatti un tuono, nel mondo del fare.

Efficiente è colui che gestisce l’energia del denaro, del tempo, delle emo-

zioni, in modo da giungere con efficacia all’obiettivo. E questo unito all’ef-

ficienza, che per me significa BE HAPPY.

Aver gestito il tempo, il denaro e le emozioni in modo ideale.

Io stesso ho detto più volte di aver raggiunto grandi obiettivi: sono sem-

pre stato ritenuto una persona efficace; nessuno però mi ha insegnato a

essere efficiente. L’unione di questi aspetti è fondamentale.

Efficace è agire come un termostato finché non si guasta.

Se l’obiettivo di un termostato è raggiungere 21 °C di temperatura in un

ambiente, agisce e lo realizza indipendentemente dal fatto che in casa

qualcuno alzi la voce, il telefono suoni, i bambini urlino, i cani abbaino e ci

sia più o meno freddo, ecc. Insomma, a prescindere da agenti disturbanti.

Il termostato trasforma, va in omeostasi a qualunque condizione del con-

testo. È un servomeccanismo senza emozioni, senza valori rispetto a tem-

po, denaro e altre persone. Noi non siamo un robot.

Immagina di avere lo stesso obiettivo di raggiungere 21 °C di temperatura

in un ambiente ma utilizzando camino e legna.

Immagina nel contesto succedano le situazioni di cui sopra: qualcuno alza

la voce, giungono notizie al telefono ecc. Arriverai a 21 °C prima o poi, se

non ti arrendi. Sarai efficace se non ti arrendi. Ma sarai stato probabilmen-

te poco efficiente, solo perché non alleni il tuo “essere a essere” resiliente

rispetto a ciò che succede intorno a te.

Resilire = far rimbalzare.

Seneca diceva: «Non è un problema venire o meno colpiti da un even-

to». Essere vulnerabili o meno consiste nel sapere resilire. Consiste nel far

rimbalzare l’evento dopo essere stati colpiti attraverso un’abile gestione

di sé. Non conta, concludendo, il fatto di venire toccati o meno da un

evento. Se gestisci con resilienza arrivi a 21 °C con felicità e benessere per

tutto l’ambiente, altrimenti o non arrivi o se ci arrivi sarai probabilmente

molto nervoso perché avrai consumato tempo, vita e denaro.

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Riassumendo, lavora su te stesso per reagire in maniera consona,

perti- nente ed efficace a qualsiasi stimolazione esterna

destabilizzante.

Osserva le tue credenze e convinzioni depotenzianti e trasformale a

tuo favore.

HAPPY GOAL: guarda sotto come lo puoi immaginare…

INEFFICACE E INEFFICIENTE

ORA ENTRA IN AZIONE!

EFFICACE

EFFICACE EFFICIENTE

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Spero che dopo questo primo Capitolo di Happy Goals stai già cominciando a trasformare i tuoi obiettivi in risultati concreti e felici.

Ora sei pronto per accedere alla versione integrale di Happy Goals. Potrai quindi scoprire il metodo di BAtterfy Strategy dedicato alla stesura degli obiettivi per seguirli fino alla conclusione. La tecnica BAtterfly ti aiuterà nell'auto-osservazione, accompagnandoti nel viaggio per essere consapevoli dei tuoi limiti e valori. Inoltre potrai capire e mettere in pratica la tecnica Oplà (che agisce nella sfera dell’essere) e dell’Ottovolante (che agisce in quella del fare). Grazie a Oplà sarai consapevole dei tuoi valori, capirai di valere e prenderai coscienza che vale la pena di battersi (BAtterfy) per i propri sogni e obiettivi.

Una volta consapevole dei tuoi VALORI, puoi VOLARE, perché sai di VALERE.

E che viaggio sarebbe senza musica? Non a caso gli 8 punti di un obiettivo di volo saranno accompagnati dalla musica (MP8), ingrediente fondamentale per rendere memorabili alcuni momenti della vita.

8 Passi e 8 Canzoni che diventeranno la memoria del tuo obbiettivo.

Pronto a spiccare il volo?