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Indice.
Introduzione....…………………………………………………………………………………………..5
Alcune nozioni guida………………………………………………………………………………….6
Cap. 1: Nazionalismo e patriottismo in Germania…………….…..7
1.1 Gli inizi……………………………………………………………………………………………...…7
2.1 la Germania appena unificata……………………………………………………………...14
3.1 Prima Guerra Mondiale………………………………………………………………………18
4.1 La caduta dell'Impero: la Germania diventa Repubblica……………………….22
5.1 La Repubblica di Weimar……………………………………………………………………25
6.1 Compare un certo Adolf Hitler…………………………………………………………….27
7.1 La Germania nazista…………………………………………………………………………...34
8.1 La Seconda Guerra Mondiale………………………………………………………………39
9.1 La Soluzione Finale della Questione Ebraica………………………………………..48
10.1 Le sorti della Germania sconfitta……………………………………………………….54
11.1 la Riunificazione della Germania……………………………………………………….64
Cap. 2: Vergangenheitsbewältigung…….…...………….…………….67
1.2 Dopoguerra ad Ovest………………………………………………………………………….67
2.2 Dopoguerra ad Est……………………………………………………………………………...71
3.3 Oggi…………………………………………………………………………………………………...74
4.4 Conclusione……………………………………………………………………………………….78
Bibliografia e Sitografia……………………………………………………………………………80
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Index.
Introduction……………………………………………………………………………………………82
Chap. 1: Nationalism and patriotism in Germany………….……83
1.1 The beginning…………………………………………………………………………………….83
2.1 The unified Germany………………………………………………………………………….85
3.1 The First World War…………………………………………………………………………..87
4.1 The fall of the Empire: Germany becomes a Republic…………………………...90
5.1 There comes a certain Adolf Hitler………………………………………………………92
6.1 Germany during National Socialism…………………………………………………….96
7.1 The Second World War……………………………………………………………………….99
8.1 The Final Solution of the Jewish Question………………………………………….103
9.1 Germany after the Second World War……………………………………………….106
10.1 The German Reunification………………………………………………………………112
Chap. 2: Vergangenheitsbewältigung……….……………………...115
1.2 Postwar in the West………………………………………………………………………....115
2.2 Postwar in the East…………………………………………………………………………..118
3.2 Today………………………………………………………………………………………………119
4.2 Conclusion……………………………………………………………………………………….122
Bibliography and Sitography………………………………………………………………….124
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Inhaltsverzeichnis
Einleitung………………………………………………………...……………………………………126
Kap. 1: Nationalismus und Patriotismus in Deutschland…..127
1.1 Der Beginn einer Nation…………………………………………..………………....…….127
2.1 Das vereinigte Deutschland………………………………………………………………129
3.1 Der Erste Weltkrieg………………………………………………………………………….131
4.1 Der Fall des Kaiserreichs: Deutschland wird eine Republik………………..133
5.1 Da kommt ein gewisser Adolf Hitler………………………………………………….134
6.1 Deutschland im Nationalsozialismus…………………………………………………137
7.1 Der Zweite Weltkrieg………………………………………………………………………..139
8.1 Die Endlösung der Judenfrage…………………………………………………………..142
9.1 Deutschland nach dem Krieg bis zur Wiedervereinigung……………………144
Kap. 2: Die Vergangenheitsbewältigung…………………………..148
1.2 Nach dem Krieg………………………………………………………………………………..148
2.2 Heute……………………………………………………………………………………………….151
3.2 Schlussfolgerungen…………………………………………………………………………..154
Bibliographie und Sitographie………………………………………………………………..155
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INTRODUZIONE
Nella tesi viene mostrato un confronto tra il patriottismo e il
nazionalismo nella Germania di ieri, e in quella di oggi. Si focalizzerà
principalmente sulla storia moderna del paese, partendo dai primi anni del
XIX secolo, era in cui questi valori hanno avuto notevole spicco e in cui hanno
profondamente segnato la storia tedesca, arrivando fino ai nostri giorni,
periodo in cui questi valori si sono affievoliti. Proprio questo sarà il tema
centrale, il repentino cambiamento della popolazione, il confronto tra una
vecchia Germania fortemente nazionalista, e una Germania moderna in cui
questi valori si sono appiattiti nel giro di pochi decenni. Lo scopo di questa
tesi sarà spiegare come la storia abbia giocato un ruolo fondamentale in
questo brusco passaggio, come essa abbia influenzato la società tedesca.
Ho scelto di trattare quest’argomento in seguito alla mia esperienza
Erasmus a Dresda, città sassone della ex Germania dell’Est. Attraverso i
cinque mesi passati in questa città, nei quali ovviamente ho avuto
l’opportunità di entrare in contatto con la gente del posto, ho potuto
riscontrare dal vivo quali effetti ha avuto il passato sulla società del presente.
Il fenomeno ha suscitato in me particolare interesse e curiosità.
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ALCUNE NOZIONI GUIDA
Patria. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi
componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e
tradizioni.
Patriottismo. L’impegno profuso, individuale o di gruppi, su
molteplici piani (politico, militare, intellettuale, ecc.) in nome della patria,
mosso da un sentimento di amore e fedeltà verso essa, per l’affermazione, la
difesa o l’accrescimento dei valori che essa esprime.
Il patriottismo non ha nulla a che vedere con il conservatorismo . È la
devozione a qualcosa che muta, ma che resta misteriosamente sempre lo stesso.
George Orwell.
Nazione. Il complesso delle persone che hanno comunanza di origine,
di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, anche
indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica.
Nazionalismo. Movimento politico e ideologico avente quale
programma l’esaltazione e la difesa della nazione, concepita suprema forma
di unità sociale. Esalta l’idea di nazione come antecedente allo Stato e
trascendente gli individui stessi.
Il nazionalismo è sete di potere frammista ad illusione. Ogni
nazionalista è capace della più atroce disonestà ma è anche — in quanto
consapevole di servire qualcosa di più grande di lui — incrollabilmente certo di
essere nel giusto. George Orwell
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I NAZIONALISMO e PATRIOTTISMO IN
GERMANIA
1.1 Gli inizi
I primi eventi che hanno scaturito una coscienza nazionale nel popolo
tedesco nella storia moderna risalgono agli inizi dell’ 800. Dopo la
dissoluzione del Sacro Romano Impero, fino alla fine di questo secolo, non
esisteva una Germania, bensì una serie di piccole entità locali, ovvero di
piccoli stati, ducati, principati, vescovati,… più o meno grandi, autonomi, che
ricoprivano il suolo dell’odierna Germania. Gli eventi che fecero nascere
questi sentimenti furono le conquiste napoleoniche di buona parte dei
territori tedeschi occidentali. L’invasione e la successiva occupazione da
parte di uno straniero suscitò sdegno e fece muovere gli animi dei cittadini.
Basti pensare al filosofo Johann Fichte. Inizialmente di idee cosmopolite,
secondo le quali la vera patria dei cittadini è lo Stato che in quel momento
regna sul popolo, cambia successivamente idea. Sviluppò un’educazione
nazionale tedesca, celebrando l’amore per la patria, l’eternità della nazione,
ed esaltò la Germania come paese superiore a tutti gli altri. Le nuove idee di
Fichte, ricche di orgoglio e in grado di toccare direttamente gli animi dei
cittadini tedeschi, furono una tra le fonti di forza principali che spinsero la
popolazione verso un nuovo orizzonte. I cittadini di quei piccoli territori
iniziavano a sognare una vera e propria patria, un unico grande Stato che
raccogliesse quelle piccole terre ancora divise, unite solo da un punto di vista
linguistico, etnico, culturale, ma non politico, non in maniera reale e concreta.
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E proprio in seguito all’ondata di questo nuovo spirito che pervase le varie
popolazioni germaniche l’intero popolo teutonico raccolse le armi e cacciò la
Francia, riottenendo l’indipendenza. Ma quest’indipendenza dalla Francia
non bastò ad unificare una serie di piccoli territori da sempre divisi. In
seguito al ridisegnamento dell’Europa sancito dal Congresso di Vienna per
ristabilire di nuovo i confini dei vari stati europei, i diplomatici convocati al
congresso pensarono solo agli interessi dei sovrani, anziché dei vari popoli. I
sovrani di una buona parte degli stati tedeschi preferivano mantenere la
propria indipendenza. I sovrani degli altri stati europei preferivano una
Germania divisa anziché saldamente unita e ben organizzata, soprattutto
l’Austria, alla quale sarebbe stata certamente non gradita la presenza di un
vicino più ricco, forte e ben unito. Anch’essa inoltre puntava ad inglobare
alcuni territori tedeschi nel suo impero.
Il primo passo verso un avvicinamento fra i vari stati fu la Dieta di
Francoforte, dove venne istituita la Confederazione Germanica. L’Impero
Austro-‐Ungarico era quello che aveva maggior influenza e potere nella dieta.
Gli stati erano divisi e indipendenti come prima, ma ci si riuniva per discutere
di interessi comuni, e ovviamente nacque anche la questione di una possibile
unificazione. Ma rimase per lungo tempo inattiva, a causa delle diversità di
interessi e dei continui contrasti, soprattutto fra Prussia e Austria. Il nuovo
sviluppo di industrie, ferrovie, commerci che avvolse tutto il suolo germanico
diede nascita a diversi inconvenienti tra i confini dei vari stati a causa di
questa divisione. L’esigenza di un’unificazione era sempre maggiore.
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La Prussia era in quel momento lo stato tedesco più esteso e più
potente militarmente, per cui predominava su tutti gli altri piccoli territori,
fatta eccezione per l’Austria. Le speranze dei cittadini tedeschi verso
un’unificazione nazionale erano rivolte alla Prussia, poiché l’Austria, oltre ad
essere contraria a questo processo, era solo in parte tedesca, ed era già un
impero ben radicato e strutturato. Ciò contraddiceva quindi il principio di
nazionalità.
I sovrani prussiani avevano sempre ritenuto fondamentale avere un
buon esercito, ben armato e organizzato, per essere pronti a qualsiasi guerra.
Inoltre si dichiaravano per primi servitori dello Stato, pronti alla fatica,
severi, e avevano trasmesso questi valori alla popolazione, che provava
ammirazione per loro. Quindi entrambe le parti avevano il loro ruolo nella
causa comune, la prosperità e la grandezza dello stato. Per questo in Prussia
si può riscontrare un sentimento patriottico che affonda le sue radici già
prima delle guerre napoleoniche, e che poi con esse si è ulteriormente
fortificato. A governare la Prussia era da diversi secoli la dinastia degli
Hohenzollern.
Il re Guglielmo I, da sempre fedele alla Corona, quindi favorevole a
mantenere un governo di tipo monarchico, iniziò ad avere alcuni contrasti
con il parlamento prussiano, che cercava sempre di più di far valere la sua
voce, il quale era quindi a favore di un governo democratico. Per questo nel
1862 il re nominò come presidente del ministero prussiano Otto von
Bismarck, sia perché da sempre si era dimostrato forte sostenitore del potere
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della Corona, sia perché gli sembrava più adatto per portare avanti la sua
politica.
Bismarck divenne infatti presto famoso per quello che realmente era.
Un uomo dal carattere fermo, dominante, e ferreo, alto 1,88 m, robusto, con il
suo tipico sguardo superbo. Non per niente verrà poi ricordato come “Il
cancelliere di ferro”.
Fin da subito, in seguito a diverse sedute nella Dieta di Francoforte,
capì che la Confederazione era ad un punto morto, e non avrebbe portato da
nessuna parte. Ognuno aveva obiettivi diversi, e i contrasti con l’Austria
erano sempre più frequenti. L’unificazione della Germania doveva svolgersi,
secondo Bismarck, per mano della Prussia, l’unico stato abbastanza forte e
affidabile in grado di portare avanti questa causa, e per via bellica, non
burocratica.
Bismarck venne inviato come ambasciatore in Russia e poi in Francia,
dove riuscì ad accattivarsi la simpatia dello zar e di Napoleone III. Si dimostrò
quindi un abile diplomatico, e riuscì ad instaurare buoni rapporti con
entrambe le nazioni, allo scopo di non avere problemi riguardo la formazione
di una Germania unificata.
Tale simpatia però non gli fu concessa dal parlamento prussiano, che
subito mostrò ostilità verso il suo comportamento impulsivo e dominante, e
verso la politica militarista che lui, come il re, stavano perseguendo.
Quest’ostilità fu poi accresciuta dalla decisione di Bismarck di allearsi con
l’Austria nella guerra del 1864 contro la Danimarca. La vittoria austro-‐
prussiana fu decisiva, e ottennero dalla Danimarca diversi territori marittimi.
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Ma Bismarck si servì dell’Austria solo per sconfiggere il nemico
danese, e per avviare poi volutamente ostilità fra le due potenze circa il
controllo dei territori appena conquistati, quindi per porre le basi per una
guerra contro l’Austria. La guerra quindi ebbe luogo, e l’Austria fu
nettamente sconfitta dall’esercito prussiano alla prima battaglia. Dopodiché
Bismarck firmò le trattative di pace con l’Austria, che cedeva tutti i suoi diritti
sui territori presi alla Danimarca, dichiarò sciolta la Confederazione
Germanica, e abbandonò totalmente la questione degli stati tedeschi,
lasciando carta bianca alla Prussia. Da questo momento Bismarck conquista
la fiducia del parlamento e del popolo prussiano. Quegli stati che confidavano
nell’Austria, o comunque in questo dualismo di poteri, per conservare la loro
indipendenza, ormai si ritrovavano impotenti. Con la progressiva espansione
della Prussia in seguito a queste guerre, il suo territorio comprendeva gran
parte del suolo settentrionale tedesco. Quindi i territori circostanti si
trovarono costretti ad unirsi alla Prussia, e venne così fondata la
Confederazione del Nord. Gli stati mantenevano un loro governo locale, con
diritti molto estesi, ma erano subordinati ad un unico Governo Federale, con
sede ovviamente in Prussia. Esso era composto, oltre che dal re e dal
cancelliere, anche dai vari delegati tedeschi.
Rimanevano fuori da questa confederazione solo gli stati del sud,
ovvero Baviera, Baden, Wuerttemberg, Assia, e la città di Darmstadt. Essi
furono persuasi da Bismarck a legarsi militarmente con la neonata
Confederazione, dopo che Napoleone III si era dimostrato interessato a quei
territori. Strinsero poi anche accordi commerciali.
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A questo punto rimaneva solo includere gli stati del sud nella
Confederazione in maniera vera e propria, anche politicamente, non solo con
alleanze e accordi commerciali. Bismarck aveva bisogno di una fonte che
suscitasse passione negli stati del sud, che li trascinasse verso una causa
comune con gli stati del nord, eliminando le avversità locali e gli interessi
egoistici dei sovrani. E come soluzione pensò ad una guerra contro la Francia,
in modo che tutti gli stati si trovassero uniti in uno scopo comune,
esattamente come successe con Napoleone I. Nello stesso momento,
nacquero anche dei contrasti con la Francia a causa di questioni riguardanti
una possibile unione tra la famiglia reale prussiana e il trono di Spagna. La
Francia pretese dalla Prussia che ciò non avvenisse. Malgrado quest’unione
non avvenne, la Prussia fu abbastanza infastidita da queste pretese. Inoltre in
Francia, come precedentemente in Austria, non era ben gradita una Germania
di nuovo in continua espansione, e i ministri spingevano l’imperatore sempre
di più verso una guerra contro la Prussia. Nel 1870 i francesi fecero la loro
prima mossa, e la tanto attesa e premeditata guerra scoppiò. Anche in questa
guerra la Prussia, godendo ormai anche dell’appoggio degli stati confederati e
degli stati del sud, dimostrò di nuovo il suo ardore bellico. In questa guerra
Bismarck si dimostrò veramente brutale, come non lo era mai stato, né con
l’Austria, né con la Danimarca. La Francia venne nettamente sconfitta, e si
concluse con la cattura dell’imperatore. I singoli stati del sud e la
Confederazione Germanica lottarono l’uno al fianco dell’altro, mettendo in
campo il sentimento nazionale che li univa contro il nemico, e questo
risvegliò gli animi degli stati del sud, che sentirono l’esigenza naturale di
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entrare nella Confederazione. Siglati gli ultimi trattati fra gli stati e la
Confederazione, nel 1871 Bismarck finalmente raggiunse il traguardo che si
era preposto dal principio, e che si era preposta la Germania da un secolo, e
venne proclamato l’Impero Tedesco. La Germania adesso era una e una sola.
Strappò alla Francia l’Alsazia-‐Lorena, dichiarandoli territori dell’Impero,
quindi senza annetterli alla nuova Germania. Inutili furono le proteste dei
ministri francesi, che giudicarono il gesto tanto oltraggioso quanto pericoloso
per una futura guerra.
La società tedesca dell’epoca dell’unificazione rimase fortemente
contagiata e colpita dal pensiero di Bismarck, che fu alla base del suo agire
politico: “La forza supera il diritto”, e divenne il pensiero nazionale tedesco.
La forza è intesa sia come forza militare, quindi quella delle armi, e sia come
forza spirituale, quindi ardore, temperamento, coraggio. Il patriottismo che
era sorto durante le guerre napoleoniche raggiunse livelli molto alti dopo
l’unificazione. Finalmente non ci si sentiva più solo tedeschi, finalmente si era
tedeschi. I più insigni pensatori dell’epoca, come il resto della società, in
seguito al successo conseguito nelle guerre napoleoniche, nelle guerre
dell’unificazione, all’unificazione stessa, e a moltissimi altri fattori, esaltarono
la Germania come nazione superiore a tutte le altre. Quest’esaltazione non
partiva solo dall’interno, ma anche dall’esterno. Anche il resto del mondo ora
acclamava la virtù del popolo tedesco, la sua forza militare, i suoi intellettuali,
la rapida ascesa del Partito Socialista, lo sviluppo industriale repentino del
ventennio dopo l’unificazione, ecc…
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2.1 La Germania appena unificata
Nel ventennio successivo all’unificazione in Germania, prima un paese
prevalentemente agricolo, iniziano ad emergere numerose industrie,
fabbriche, aziende, imprese, dando un rapido avvio al capitalismo, quindi
all’ascesa sociale della classe borghese. Da qui ne derivò il parallelo sviluppo
del commercio e dei trasporti. Con la nascita di numerose industrie si formò
anche una classe operaia. Essa però era sottoposta a salari bassissimi e tenori
di vita miseri, a causa delle difficoltà dei grandi capitalisti nel commercio
internazionale. Ciò determinò anche difficoltà nel mercato interno, a causa
dei bassi salari e della disoccupazione.
Dopo aver unificato l’Impero politicamente, Bismarck proseguì
l’unificazione introducendo nuove riforme in qualsiasi ambito:
amministrativo, giudiziario, finanziario, ecc… Introdusse un’unica moneta in
tutta la confederazione, un unico codice penale, un unico sistema postale, e
venne istituita la Banca dell’Impero. Rafforzò ancora di più l’esercito con
delle riforme militari, che diventò ancora più numeroso e forte di come già lo
fosse prima. L’imperatore, che aveva il potere più alto nel parlamento,
rimaneva comunque prussiano, così come il cancelliere, e la Costituzione, che
era stata scritta da Bismarck, aveva solo una facciata pseudo-‐democratica.
Con l’avanzamento della sua politica nel neonato Impero, subito nacquero
rivalità con diverse fazioni politiche.
Inizialmente vi furono acuti contrasti con il partito cattolico, riguardo
l’influenza del papa e del clero sullo stato. Successivamente questi contrasti si
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acquietarono, in vista di una nuova opposizione che stava emergendo, quella
socialista. In quegli anni nacque il Partito Socialista tedesco, come unione di
due partiti già preesistenti, e divenne uno tra i maggiori partiti sulla scena
politica. Il governo Bismarck emanò una serie di leggi antisocialiste
restrittive, che resero più difficile la propaganda e qualsiasi altra attività del
partito. Si innescò un’ardua battaglia tra il partito e il governo, che si concluse
poi con le dimissioni di Bismarck da parte di Guglielmo II, quando questi salì
al trono. All’epoca era molto giovane, era appena salito al trono di un vasto
Impero di cui fin da bambino aveva assistito alle grandi vittorie, e la sua
giovinezza si accompagnava ad un carattere molto vivace e frenetico, che non
riuscì a combinarsi bene con quello ferreo e fiero del cancelliere di ferro. Per
questo l’imperatore dimise il cancelliere. Da quel momento Bismarck uscì
definitivamente dalla scena politica. L’approccio di Guglielmo II
all’impiegabile Partito Socialista fu meno duro e più flessibile. Non rinnovò le
leggi antisocialiste, che erano scadute in quel periodo, e approvò alcune
richieste del partito.
Nel 1872 la Germania si riconciliò con l’Austria, che chiese il suo
appoggio per delle guerre espansionistiche.
Con la lenta ripresa economica e militare della Francia la Germania
iniziò a premeditare una nuova guerra contro di essa, per evitare una sua
nuova crescita economica e militare, ma la Russia si intromise in questa
questione, cercando di intermediare fra i due governi. Questo gesto indispettì
Bismarck, che cambiò quindi atteggiamento verso la Russia. La Russia inoltre,
per timore della crescente potenza militare tedesca, aveva stretto qualche
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accordo bilaterale con la Francia. Approfittando di contrasti diplomatici fra
Russia e Austria strinse un’alleanza austro-‐tedesca contro la Russia. Per
assicurarsi poi una simile coalizione protettiva anche ad occidente sfruttò i
contrasti già esistenti tra Francia e Italia, e includendo l’Italia nell’accordo
siglarono la Triplice Alleanza.
La Germania di Bismarck si espose sul mercato coloniale quando le
altre potenze europee possedevano già diversi territori in Africa. Bismarck si
limitò ad ottenere solo poche colonie, non voleva osteggiare l’Inghilterra e la
Francia, ma le classi dirigenti continuamente chiedevano un’espansione
coloniale. Inoltre Bismarck si servì del colonialismo per incitare i tedeschi
all’ultranazionalismo e alla xenofobia, in modo da rafforzare ancora di più
l’identità nazionale.
Nel 1881 iniziano ad emergere alcuni partiti, di varie fazioni politiche,
che promuovevano idee fortemente nazionaliste, conservatrici, e antisemite.
Le loro idee erano spesso basate sugli antichi valori prussiani, fra i quali
emergono il militarismo e una società monarchica strettamente gerarchica.
La maggior parte erano conservatori, che volevano un ordine naturale delle
cose che rimanesse indisturbato, quindi anche della società, una gerarchia.
Non amavano assistere alla continua emancipazione degli operai, o all’ascesa
sociale della borghesia, e inquadravano l’ebreo come il nemico della nazione.
Vi erano poi anche altre fazioni politiche, che comprendevano anche più
classi sociali, ma tutte spinte da una corrente ultranazionalista e razzista.
Emerso nomi come Deutscher Antisemitenbund (Lega Antisemita Tedesca), e
Antisemitische Volkspartei (Partito Popolare Antisemita). Allo stesso tempo
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lo sviluppo industriale tedesco era ormai arrivato a livelli elevati, anche in
campo tecnologico. Questi nuovi partiti politici quindi iniziarono a sviluppare
idee fortemente colonialiste, la Germania stava diventando troppo stretta per
l’enorme crescita industriale in corso, quindi aveva bisogno di nuovi territori
utili per lo sviluppo di nuove industrie e di quelle già esistenti, per le materie
prime e per le reti commerciali. Inoltre non poteva una nazione come la
Germania non mettersi a confronto con le altre potenze europee. Alcuni
partiti volevano estendere il dominio tedesco anche a livello europeo, con il
pretesto di creare una Mitteleuropa unificando gli altri stati europei, questo
era l’idea del Pangermanesimo. Il nazional-‐liberale Johannes von Miquel
definì la Sammlungspolitik (politica di raccolta), una politica che promuoveva
lo sforzo collettivo di tutti i partiti politici allo sviluppo della nazione, anche
sul piano coloniale. Mentre il progetto politico coloniale espansionistico fu
definito Weltpolitik.
Questa politica di aggressione, razzista, capitalista, e ultranazionalista,
si concretizzò poi con la nascita della Società Coloniale Tedesca, e di una
potentissima flotta navale. In breve tempo la Germania conquistò numerosi e
vasti territori in Africa, espandendo così la sua industria. La sua flotta era
seconda solo all’Inghilterra, e in Africa divenne l’antagonista degli inglesi
come dei francesi. In seguito quindi alla Triplice Alleanza, agli accordi fra le
altre potenze europee, e a questo antagonismo coloniale, si erano creati due
blocchi militari principali di stati in Europa, e la tensione fra essi era così
crescente che stava dando il via al più grande conflitto della storia fino a quel
momento.
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3.1 Prima Guerra Mondiale
Le prime prospettive che nacquero in antecedenza alla guerra erano
ricche di speranza, per diverse classi sociali e partitiche. Per i pangermanisti
e le varie correnti razziste e imperialiste questa guerra era un modo per
estendere il dominio tedesco nelle colonie e nella contemplata Mitteleuropa,
soprattutto quando la Germania si trovò a combattere ad Est sul fronte russo,
inoltre la guerra avrebbe avvicinato ancora di più i tedeschi dei vari Land
federati sotto un’unica nazione. Per la SPD era un modo per partecipare
patriotticamente e appoggiare il governo, per porre fine alle avversità fra
entrambi e ottenere finalmente maggior emancipazione a livello politico.
In seguito all’attentato a Sarajevo, in cui il nazionalista serbo Gavrilo
Princip assassinò l’erede al trono degli Asburgo, l’Austria dichiarò guerra alla
Serbia. Da qui inevitabilmente si scatenarono le armi di tutte le nazioni
coinvolte negli accordi militari stipulati nei decenni precedenti. La Russia
intervenne militarmente contro l’Austria.
La Germania dichiarò guerra alla Russia. Poi, attuando il piano
Schlieffen, attaccò la Francia, ma dovette invadere il Belgio, che aveva accordi
di neutralità e godeva della difesa militare, in caso di neutralità violata,
dell’Inghilterra. Quindi l’Inghilterra si mosse contro la Germania. Il piano
Schlieffen era stato progettato dal generale per un eventuale attacco militare
contro la Francia in vista delle tensioni crescenti, e prevedeva un attacco su
tre fronti diversi, in modo da spiazzare le truppe francesi e inglobarla
lentamente. Ma il piano non venne messo in azione come previsto, e il
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conflitto si protrasse più a lungo di quanto immaginato. Altri paesi europei
poi, ognuno per propri interessi personali, si coalizzarono con l’uno o con
l’altro blocco militare. In poco tempo si scatenò una vorticosa guerra di
logoramento, che sembrava non avere fine. I soldati combattevano dalle
trincee, e vi restavano per interi mesi, le morti si consumavano
quotidianamente, senza che la guerra, nel corso di quei lunghi periodi passati
in trincea, avesse dei sostanziali risvolti. Il 1914 vide l’Intesa come
protagonista delle principali vittorie.
L’economia tedesca non era assolutamente preparata a questo tipo di
guerra, per la produzione bellica, i rifornimenti, ecc… Il governo quindi
sottopose l’intera Germania ad un’irreggimentazione totale. Furono tagliati
nettamente i consumi, le industrie utili per la guerra furono sottoposte a
ritmi di produzione enormi, fu imposta la leva obbligatori a tutti i maschi
adulti, mentre i contadini, sottoposti a piani di semina obbligatori, dovevano
consegnare il loro raccolto allo stato.
Nel 1915 l’esercito tedesco riportò numerose vittorie in Russia. L’Italia
entrò in guerra, ma si schierò al fianco dell’Intesa, perché voleva recuperare
le terre irredente dall’Austria.
In Africa l’Inghilterra strappò alla Germania numerose colonie, la
flotta inglese deteneva ancora il primato mondiale. La Germania così decise
di attaccare tutte le navi avvistate vicino l’Inghilterra o l’Irlanda, di qualsiasi
provenienza.
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Nel 1916 la Germania e l’Austria si ritrovarono accerchiate su due
fronti dalle truppe russe, francesi e italiane. La guerra in trincea di
logoramento proseguiva, e i milioni di morti aumentavano sempre di più.
Nel 1917 gli Stati Uniti intervennero contro la Germania in seguito alla
sua decisione di attaccare qualsiasi nave in prossimità dell’isola britannica.
Nel frattempo, visto l’enorme sforzo bellico a cui i paesi belligeranti
erano stati sottoposti, in diversi stati si manifestarono movimenti
rivoluzionari e scioperi operai. Ognuno dei vari paesi stava realizzando che
era impossibile continuare questa guerra. In seguito alla sua rivoluzione
interna democratico-‐borghese la Russia accettò la pace con la Germania, che
ottenne diversi territori precedentemente russi.
Nel frattempo gli inglesi e gli americani proposero un trattato di pace
in cui l’Europa sarebbe tornata alla situazione prebellica, senza l’annessione
dei territori conquistati durante la guerra. Tale schema era riassunto nei noti
14 punti dell’allora presidente statunitense Wilson. La Germania tentò un
ultimo colpo decisivo contro le truppe anglo-‐francesi, il quale fallì. I tedeschi
si trovarono quindi costretti ad accettare la pace proposta da Wilson.
Alla fine della guerra la popolazione tedesca aveva perso oltre due
milioni di uomini, fra soldati e civili. Il tasso di mortalità fra bambini e anziani
aveva raggiunto livelli agghiaccianti.
La pace venne discussa e poi firmata dai vari paesi coinvolti nel
conflitto a Versailles.
Nel Trattato erano esposti 440 articoli, di carattere essenzialmente
politico e diplomatico, riguardanti diversi questioni a livello mondiale.
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Una fra essi era l’autodeterminazione dei popoli, a causa della quale la
Germania perse tutti i territori precedentemente occupati o annessi
all’impero, che tornarono alla nazione a cui appartenevano precedentemente,
alcuni alla Polonia, altri alla Danimarca, e l’Alsazia-‐Lorena tornò alla Francia.
Le colonie tedesche in Africa vennero divise fra Inghilterra e Francia.
Fu imposto ai tedeschi un debito per le riparazioni di guerra verso la
Francia e le potenze alleate, pari a 132 miliardi di marchi. Il bacino
carbonifero SAAR fu consegnato alla Francia per 15 anni, la quale ottenne
anche la Regione della Ruhr, ricca di giacimenti, in seguito alle difficoltà del
governo tedesco di pagare le riparazioni di guerra. L’esercito tedesco fu
ridotto ad un massimo di 100.000 uomini, ulteriori riduzioni riguardarono
anche gli armamenti. La Germania doveva impegnarsi a consegnare i
criminali di guerra, quindi i principali funzionari dell’esercito e il Kaiser,
riconosciuti come colpevoli delle atrocità subite dalle potenze dell’Intesa.
Le potenze vincitrici accusavano la Germania come fautore del
conflitto, di tutti i disastri correlati, a causa del suo solito desiderio di
egemonia e di potere. Volevano indebolire il paese, al fine di renderlo non
pericoloso e di creare un equilibrio con gli altri stati in Europa, ognuno poi
nutriva interessi economici o vecchi rancori personali.
L’economia tedesca, la popolazione, l’esercito, l’intera nazione, che
ancora portavano i segni di quel conflitto,
in seguito a queste sanzioni collassarono del tutto.
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4.1 La caduta dell’Impero: la Germania
diventa Repubblica
Questa guerra non portò dei radicali mutamenti alla nazione tedesca
solo a livello economico e demografico, bensì, e soprattutto, anche politico. La
guerra non era stata voluta da tutta la Germania, ma solo da coloro che
l’avevano premeditata, e che poi avevano posto le giuste basi, per poi infine
metterla in atto. Mentre un’altra parte della popolazione, soprattutto in
seguito ai tragici svolgimenti del conflitto, ne erano contrari. E fra questi vi
era una parte minoritaria del Partito Socialista tedesco, partito che in
maggioranza aveva però votato a favore dei crediti di guerra. Nel 1914 il
socialista Karl Liebknecht si espresse contrario a questo conflitto, votando
contro i crediti di guerra, e fu seguito in questa campagna pacifista da altri
seguaci. Nel 1915 la guerra aveva già generato malcontento fra la
popolazione, e numerosi operai a Berlino organizzarono scioperi e proteste.
Due anni dopo, quando la guerra aveva già logorato tanto la popolazione
quanto l’economia del paese, Liebknecht e i suoi seguaci abbandonano
definitivamente il partito, per crearne uno nuovo, il Partito Socialdemocratico
Indipendente. Rispetto al Partito Socialista, oltre ad essere pacifista, era
anche di corrente rivoluzionaria, a differenza del primo, di corrente
riformista.
Durante lo svolgimento della guerra, nello stesso anno, accadde
qualcosa di inaspettato a Kiel. Fu ordinato alla flotta tedesca di attaccare gli
inglesi alle loro basi marittime per poi avviare uno scontro in mare aperto. Gli
equipaggi delle navi Helgoland e Thaaüringen, a Wilhelmshafen, per timore di
23
essere letteralmente devastati nello scontro in una guerra ormai persa, si
rifiutarono di obbedire. Gli ammutinati vennero catturati e arrestati e portati
a Kiel. Tuttavia, l’operazione non poté proseguire, poiché il comando non era
più sicuro dell’obbedienza dei suoi equipaggi.
I soldati che avevano preso parte all’ammutinamento furono poi
processati e arrestati.
Gli altri membri della flotta organizzarono delle proteste per rimettere
in libertà i ribelli, poiché avevano salvato la vita a tutta la flotta, evitando quel
terribile scontro, e protestavano inoltre perché finisse questa sanguinosa e
disperata guerra. La rivolta così si estese a tutta la città di Kiel, ne presero
parte anche operai, membri della USPD, sindacati, ecc…
Fu subito inviata una pattuglia militare contro i rivoltosi, che aprì il
fuoco. Alcuni morirono, altri rimasero feriti. Ma anziché fermare le proteste, i
ribelli reagirono con le armi che avevano in dotazione.
Gli ufficiali decisero allora di convocare tutti i militari presenti a Kiel
per un appello generale. Il membro della USPD Karl Artel prese
improvvisamente parola, e invitò i militari a istituire dei consigli
rivoluzionari. Gli ufficiali vennero disarmati dai marinai. I militari furono
trascinati quindi nella rivolta, e crearono i loro consigli, che si fusero poi con
quelli degli operai.
Ciò che era quindi iniziato come un ammutinamento di due navi di
soldati si era ormai convertito in una rivolta, estendendosi a macchia d’olio,
anche ad altre caste sociali oltre a quella dei marinai. Alla fine della guerra
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affiancarono rivendicazioni di tipo sindacale, soprattutto riguardo l’aumento
degli alimenti.
Il governatore di Kiel tentò di fermare la rivolta inviando dei militare
dalla vicina città di Altona. Ma anche in questo caso i militari si aggregarono
alla protesta. Solo l’arrivo del socialdemocratico Gustav Noske, inviato dal
cancelliere, poté stabilizzare parzialmente la situazione. Ma gran parte dei
ribelli si allontanarono da Kiel, diffondendo lo spirito rivoluzionario a tutte le
città in cui passavano, si trasformarono spontaneamente in propagandisti.
Pochi giorni dopo l’inizio della rivolta, gran parte dei territori nord-‐
occidentali erano sotto assedio dai consigli. A Monaco la USPD dichiarò la
Repubblica dei Consigli. Nei giorni dopo la rivoluzione travolse anche la
capitale Berlino, mentre le istituzioni statali iniziavano a collassare.
Il Kaiser Guglielmo II sembrava non essere in grado di reagire alla
rivolta. Decise di accettare la pace proposta da Wilson in modo da
riorganizzare le sue truppe e schiacciare la rivolta a Berlino. Ma si rese poi
conto che non poteva più nemmeno fidarsi delle truppe dei suoi ufficiali,
compresa la Guardia Imperiale, poiché già temeva che i loro soldati non
avrebbero eseguito gli ordini. Di fronte a questa situazione di indecisione, con
la progressiva rivoluzione che stava avanzando, il cancelliere Max von Baden
e il socialdemocratico Friedrich Elbert inviarono ripetute comunicazioni
all’imperatore cercando di spingerlo ad abdicare, per avere il campo libero e
sopprimere la rivolta. Ma il kaiser non sembrava voler rinunciare al suo
trono. Gli esponenti della SPD riuscirono a mobilitare i militari che ancora
non erano stati coinvolti nella protesta, cercando di tenere a bada, quanto più
25
a lungo possibile, Berlino. In quelle stesse ore il cancelliere, senza tener conto
di eventuali comunicati da parte dell’Imperatore, stese di suo pugno un
comunicato stampa in cui annunciava l’abdicazione del Kaiser, e che il potere
centrale dello Stato sarebbe rimasto al cancelliere fino ad un riassetto
dell’ordine statale. Il Kaiser venne considerato un disertore, ciò suscitò molto
sdegnò nelle caste militari e in altre classi sociali, tanto che il Kaiser si rifugiò
nei Paesi Bassi. La Germania non aveva più un Imperatore, dopo molti secoli
di forte tradizione prussiana, gli Hohenzollern avevano terminato il loro
lunghissimo tempo sul trono. Ebert chiese a von Baden di trasferirgli la carica
di cancelliere, questi acconsentì.
Da questo momento il cancelliere aveva il più alto potere nello stato.
Per placare la folla ancora agguerrita, a cui tali notizie ancora non erano
giunte, e per non lasciare un eventuale campo libero alla USPD, il
socialdemocratico Scheidemann proclamò dal balcone del Reichstag la
nascita della libera Repubblica Tedesca.
5.1 La Repubblica di Weimar
Nel 1919 a Weimar venne indetta l’Assemblea Nazionale Costituente,
che doveva scrivere la nuova costituzione e formare il nuovo governo, alla
quale parteciparono le varie fazioni politiche allora attive in Germania, nella
neonata Repubblica. Essa entrò in vigore allo scioglimento dell’Assemblea,
nel 1920. Si cercò di mantenere comunque una monarchia costituzionale
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come quella precedente. I socialdemocratici, soprattutto, sostennero di più
questa corrente, convinti che la monarchia non avrebbe portato lo stato al
collasso. Rimase la carica del cancelliere, che toccò a Scheidemann, mentre il
ruolo di Kaiser fu sostituito da quello di Presidente del Reich, che toccò a
Ebert. Il potere quindi rimase praticamente alla SPD. Nacque in quegli anni il
Partito Comunista (KPD), che voleva una Repubblica sul modello sovietico
russo. Il clima politico era comunque ancora molto teso, ognuno adesso
ambiva ad ottenere successo politico. Per questo i primi anni della
Repubblica furono segnati da violente manifestazioni, rivolte, da parte dei
principali partiti sia di destra che di sinistra, che sfociarono spesso in omicidi,
sia verso la folla, sia verso alcune delle figure politiche più note. Nel 1919,
ancora prima della nuova Costituzione, il Partito Comunista sollevò una
rivolta a Berlino, occupando numerosi edifici. Venne subito stroncata dalle
truppe del nuovo governo, i Freikorps, che spararono sulla folla.
Nello stesso anno una simile rivolta si scatenò anche in Baviera, e
anche qui, sfociò nel sangue.
Oltre all’ambiente politico, anche quello sociale stava passando un
periodo buio. Se la Prima Guerra Mondiale aveva visto un forte calo
dell’intero sistema, le conseguenze di questa guerra, soprattutto con il
Trattato di Versailles, aumentarono la crisi economica in Germania,
estendendosi a quasi tutte le classi sociali. Il popolo tedesco nutriva rabbia
verso i vincitori, che avevano imposto loro pesanti clausole, che avevano
impoverito ancora di più il paese. Nacquero sentimenti di rabbia,
malcontento, rassegnazione e perdita di speranza.
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Nel 1920 le rivoluzioni e gli assassini politici continuavano, sia da
parte dei nazionalisti di destra, sia da parte degli operai. Il governo, ancora
una volta, riuscì a stroncarle entrambe.
6.1 Compare un certo Adolf Hitler
Circa nello stesso periodo, all’interno di uno dei vari partiti politici che
punteggiavano la costellazione partitica tedesca, nonché uno fra i meno
rilevanti e con minor numero di membri e di seggi in Parlamento, il Partito
Operaio Tedesco, fa ingresso Adolf Hitler. Era di origine austriaca, i suoi studi
si erano fermati alle scuole medie, per la sua scarsa attitudine, come veniva
descritto dai suoi docenti, alla disciplina e allo studio. Da giovane tentò di
entrare all’Accademia delle Belle Arti di Vienna, per coronare il sogno più
grande della sua vita, quello di diventare un pittore. Ma non fu ammesso, a
causa della sua mancanza di talento, e dal suo stile scarno e piatto.
Dopo un periodo di miseria e povertà a Vienna, deluso e rancoroso
verso l’Austria, decise di trasferirsi a Monaco, e riuscì ad arruolarsi
nell’esercito tedesco. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, dove si distinse
come soldato, guadagnando la Croce di Ferro.
Hitler iniziò subito a farsi notare all’interno del partito per le sue abili
doti comunicative, intrattenendo discorsi e comizi nelle birrerie di Monaco. Il
suo primo notevole successo avvenne nel 1920 nella birreria Hofbrauhaus,
dove elencò i suoi 25 punti programmatici. Nei suoi discorsi inveiva in
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maniera prorompente contro il governo attuale, incapace di risolvere la crisi,
che ha fatto piegare la Germania alle rovinose clausole del Trattato di
Versailles. La democrazia per lui portava solo disordine e non riusciva a far
smuovere la dura situazione in cui si trovava la Germania. Il paese doveva
essere guidato da un’unica persona, che sia forte e caparbia abbastanza da
risollevarlo. Da qui ne derivava l’odio verso i francesi e le nazioni che hanno
contribuito alla rovina della Germania. Ma secondo Hitler, coloro che invece
contribuivano da sempre alla rovina del mondo, della Germania come di
qualsiasi altra nazione, erano gli ebrei e i bolscevichi. I primi l’élite del
capitalismo mondiale, che non hanno una vera patria, ma si insediano come
germi nelle varie nazioni per poi distruggerle. Mentre i secondi avrebbero
portato la Russia alla rivoluzione e poi alla disfatta, manovrate dai primi per
stravolgere l’ordine mondiale.
Nei suoi discorsi Hitler non cercava di parlare alle menti delle persone,
ma ai loro cuori e alle loro coscienze facendo leva sui loro sentimenti,
approfittando dell’indignazione, la perdita di speranze, la rabbia e il
malcontento da cui erano afflitti. Il partito, nato come movimento pseudo-‐
socialista, iniziò ad assimilare ideologie di destra, catturando l’attenzione di
vari partiti affini. Il partito cambiò nome in Partito Nazionalsocialista dei
lavoratori tedeschi (NSDAP). Con questo nome Hitler puntava ad attrarre,
oltre alle correnti di destra, anche la classe operaia. Inoltre il partito aveva
idee nazionaliste e razziste, ma puntava agli interessi, più o meno, di gran
parte delle classi sociali, anche nei ceti meno agiati, allo scopo di eliminare i
divari sociali, poiché il fine ultimo di tutto il popolo tedesco era la nazione,
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ma anche per raggiungere quanti più seguaci possibili. La sua attenzione, i
suoi messaggi, erano rivolti di volta in volta a un ceto sociale diverso.
Nel 1921 divenne uno tra i principali dirigenti del partito, di cui creò
uno stemma. Una bandiera rossa, con un cerchio bianco, al cui interno vi era
una svastica nera. Un altro dei più alti membri, Ernst Rohm, creò un reparto
paramilitare del partito, le SA, sotto il suo comando. Era costituito da reduci
della Grande Guerra e disoccupati della crisi.
Nel 1922, con la crisi, la povertà, e la disoccupazione che divoravano la
Germania, il governo decise di stampare molte più banconote, per far
circolare più moneta. Alcuni uffici vennero messi in funzione 24/24, e furono
stampate banconote in quantità enorme. Ovviamente ne conseguì una forte
inflazione, che con la continua emissione di banconote senza limite dilagò
nell’iperinflazione. Ormai l’intero paese, dalle classi più alte a quelle più
basse, era sull’orlo del baratro. I marchi perdevano valore ora dopo ora,
mentre continuavano gli omicidi politici e la aspra lotta al potere, soprattutto
dai partiti allora più forti e popolari, quello socialdemocratico, e quello
comunista. Nel 1923 si videro i primi segni di un probabile miglioramento
della situazione in Germania. L’allora cancelliere Stresemann si rivelò un
abile diplomatico, anche con le potenze dell’Intesa, e contribuì ad una piccola
revisione del Trattato di Versailles.
Adolf Hitler tentò un colpo di stato, che rimarrà noto come il Putsch di
Monaco.
Hitler venne arrestato e processato con l’accusa di alto tradimento. Ma
quest’arresto fu un grande vantaggio per lui. Quando dovette difendersi
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durante il processo iniziò a tenere anche lì i suoi discorsi politici, attirando
l’attenzione di tutta la folla, e anche dell’opinione pubblica, accrescendo la
sua fama. Per questo ottenne una pena molto ridotta, di cui scontò solo un
anno. E il periodo in cella gli fu utile per scrivere un libro, il Mein Kampf.
Nel libro esponeva chiaramente tutta la sua politica razzista,
ultranazionalista, e militarista con parole molto chiare ed esplicite, senza
mezzi termini. Sosteneva che l’umanità è divisa in razze, ognuna delle quali
lotta per la sopravvivenza. Per questo riteneva naturale la guerra tra le
persone. La razza ariana, ovvero quella di ceppo nordico-‐germanico, è di gran
lunga quella perfetta, più pura, e superiore a qualsiasi altra. Doveva farsi
valere sulle altre, in particolare in Europa, dove le altre razze l’avevano
schiacciata e piegata. La Germania doveva quindi riscattarsi, e dominare
l’intero continente europeo. Così sarebbe nato un grande Reich con un potere
fortemente centralizzato sulla Germania, destinato a durare mille anni.
Ovviamente lo strumento adatto per questo fine era la guerra.
La sua gerarchia razziale piazzava all’ultimo posto, in fondo a tutti, gli
ebrei, la razza geneticamente più sporca e impura, che non aveva una patria,
ma che insediandosi infidamente nelle altre nazioni, le riduceva alla rovina
per trarne ricchezza e potenza. Appena sopra gli ebrei si trovavano gli slavi.
Non mancavano poi sprezzanti righe contro il comunismo, il capitalismo e la
borghesia. Ma il libro non ottenne molto successo, in pochi lo lessero.
Nel 1924 gli Stati Uniti lanciarono il piano Dawes, con il quale inviano
prestiti alla Germania. Questi prestiti coinvolgevano anche l’economia
britannica. Inoltre terminò l’occupazione della Ruhr. L’economia della
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Germania e il suo benessere sociale tornarono finalmente fiorivano di nuovo,
i cittadini potevano respirare aria nuova. Iniziò il periodo d’oro della
Repubblica di Weimar. In quegli la Germania divenne anche uno tra centri
principali del teatro, del cinema, della musica e dell’arte.
Appena Hitler uscì di prigione, nel 1925, era ormai ben noto a gran
parte della popolazione tedesca. Da quell’esperienza aveva capito che per
arrivare al governo doveva percorrere vie legali, non rivoluzioni o colpi di
stato. Quando uscì si dimostrò ancora più carismatico di quanto lo fosse
prima del carcere, attirando l’ammirazione di folle più numerose di prima.
L’oratoria era decisamente la sua arma vincente, così come la meticolosità
con cui preparava i discorsi, caratterizzati da un tono duro, ma esaltante, da
parole semplici e dirette, che risvegliavano gli animi della popolazione, da
particolari gesti teatrali, che spesso ripeteva.
Ma durante i comizi non mancavano scontri con socialisti o
comunisti, o con altri nuclei ribelli antinazisti, e le SA non avevano mai il
minimo scrupolo a reprimere con le armi qualsiasi movimento fuori posto.
Ma Hitler vuole il potere legalmente, le SA sono troppo rivoluzionarie e
perturbatrici. Così creo un gruppo paramilitare personale, sotto il suo
comando, le SS.
In quegli anni la propaganda nazionalsocialista divenne ancora più
travolgente e ramificata grazie all’ingresso nel partito di Josef Goebbels.
Era molto abile e astuto nell’utilizzo dei media e nell’organizzazione di
raduni e incontri.
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Nel 1929 termina il periodo d’oro della Repubblica. Con il crollo
della borsa di Wall Street, sia gli Stati Uniti e sia i paesi coinvolti nei suoi
affari caddero in disgrazia. La Germania fu tra le prime vittime della crisi, e
la sua situazione economica divenne peggiore di quella in cui era prima.
Dilagano nuovamente a dismisura la disoccupazione di massa, la povertà e
il malcontento.
Le SS continuano ad essere sempre più violente, durante raduni e
manifestazioni naziste, nei confronti degli oppositori, sparando anche sulla
folla, e sembrano quasi incontrollabili, a tal punto che alcuni Land vietano
l’adesione al partito, mentre il governo è sempre costretto ad intervenire
contro le milizie naziste.
La svolta parlamentare dei nazisti fu tra il 1928 e il 1930, quando i
voti a loro favore si moltiplicarono esponenzialmente, diventando il
secondo partito tedesco. Lo scoppio della nuova crisi fu un ulteriore colpo
fatale al popolo tedesco, gran parte della popolazione si affidava ai nazisti
o ai comunisti, i principali partiti estremisti che promettevano un
rovesciamento del governo democratico.
Il partito nazista aveva raggruppato alcuni partiti di destra, e
conquistato il consenso di qualsiasi classe sociale.
Nella sua propaganda il partito nazista aveva chiaramente delineato
le sue teorie razziste e militariste, ma riusciva sempre a farle anteporre
innanzitutto alle idee disfattiste contro il governo attuale, e tutto il suo
sistema istituzionale, all’interesse per il popolo tedesco, per la nazione, al
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di là delle idee politiche. Fu anche questo uno dei vari fattori che contribuì
ad accumulare consenso fra il popolo e ad acquisire sempre più iscritti.
Nel 1932 la disoccupazione era ormai la piaga della Germania.
L’allora cancelliere Brüning si dimostrò piuttosto fragile e incapace. Il
presidente del Reich Hindenburg, un ex militare conservatore di 78 anni,
fervente sostenitore dell’era imperiale prussiana nominò di sua iniziativa
Von Papen.
La democrazia, e i cancellieri in quel momento al potere, erano al
collasso, non riescono a fronteggiare la crisi. Fino all’anno successivo si
seguirono una serie di elezioni in cui i nazisti subirono alti e bassi, pur
mantenendo cifre elevate, e in cui si passò da von Papen a Schleicher. Adolf
Hitler, che era ormai vicino al potere, strinse accordi con von Papen, che
aveva ottimi rapporti amichevoli con Hindenburg, e poi con il Presidente
stesso.
Nel 1933 Hitler venne nominato cancelliere del Reich dal presidente
Hindenburg. Aveva finalmente ottenuto il cancellierato per cui aveva lottato
oltre un decennio. Questo segnerà profondamente le sorti del paese e del
resto del mondo, e verrà per sempre ricordato come uno tra i periodi più bui
della storia tedesca.
Appena diffusa la notizia, l’intero paese esultò. Venne organizzata una
grande parata militare a Berlino, e anche nel resto del paese vi furono grandi
festeggiamenti.
Hitler si sentiva ormai invincibile. Dopo ripetuti fallimenti nella sua
vita, dai tempi della scuola, all’Accademia di Vienna, al suo periodo da
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vagabondo senzatetto, ha assunto ora una tra le due cariche più importanti
del governo tedesco. Si sentì incaricato di una missione, quella di salvare la
Germania. Da quel momento il Mein Kampf divenne il libro più venduto in
Germania, e assunse notorietà anche all’estero.
7.1 La Germania nazista
Nel corso degli ultimi anni il partito godeva anche dell’appoggio
finanziario e per la propaganda da parte dei vertici della società tedesca:
economisti, industrie importanti, militari, junker e aristocrazia. Appena salito
al potere, tramite queste strette collaborazioni, rilanciò improvvisamente
l’economia tedesca, ricreò l’industria e ricostruì in breve tempo un
potentissimo esercito. Nessun’altro era riuscito a farlo, nessuno aveva così
tanto consenso dalle masse ma soprattutto così tanti appoggi su cui contare.
E nessuno aveva il suo carattere testardo, caparbio e determinato. Le sue idee
travolsero sia le masse, sia l’élite tedesca, che seppe servirsi di Hitler per
attuare i suoi piani economici e di espansione capitalista. La società quindi
conobbe di nuovo un periodo prospero grazie al Führer (così era solito farsi
chiamare, e con quest’appellativo divenne noto), la crisi stava sparendo, e i
tedeschi stavano tornando a sorridere.
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Sul piano politico avviò un processo di totale nazificazione della
Germania, che determinerà il collasso della Repubblica e l’instaurazione di
una dittatura. In seguito all’attentato da parte di un anarchico al Reichstag,
che ne causò un incendio, Hitler sfruttò la situazione di allarmismo e
sgomento per far approvare a Hindenburg le Leggi per la Difesa del Popolo
Tedesco, con i quali tutti i diritti civili sono temporaneamente sospesi. Da qui
in poi le SS, le SA, e altre autorità affini possono arrestare chiunque sia
sospetto, senza un regolare processo. Iniziarono a scatenarsi contro ebrei,
comunisti, e socialdemocratici. Molti furono gli arresti, ogni tipo di
propaganda venne ostacolata e boicottata. In seguito venne approvata una
legge che dava al cancelliere pieni poteri legislativi, poteva promulgare leggi,
correggere la costituzione e firmare trattati all’estero senza il consenso o
l’opposizione del parlamento. Quest’approvazione avvenne tramite serie
intimidazioni da parte delle SS e delle SA. Tutti gli altri partiti politici furono
fatti sciogliere, con la forza, o con l’autoconvincimento in vista del crescente
potere nazista, e poi dichiarati illegali. Da questo momento il Partito Nazista
era lo stato.
Promulgò una serie di fitte riforme amministrative e burocratiche che
videro l’espulsione di ebrei e dissidenti politici da tutte le funzioni pubbliche.
Nel giro di tre anni, soprattutto gli ebrei, non poterono più esercitare alcuna
attività come medici, avvocati, insegnanti, e vennero totalmente esclusi dalla
vita pubblica. Il codice penale subì diverse modifiche, i reati punibili con la
pena di morte diventarono da tre a circa una quarantina. Ogni istituzione, e
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ingranaggio della burocrazia, era adesso sotto il controllo nazista, ogni loro
incarico era svolto da cittadini fedeli o non oppositori al nuovo regime.
Queste leggi antisemite vennero poi ulteriormente formalizzate e
incrementate con le Leggi di Norimberga del 1935. Gli ebrei vennero privati
della loro cittadinanza, i matrimoni fra ebrei e ariani erano proibiti, ed era
proibito loro esporre la bandiera del Reich. Molti arresti di ebrei e dissidenti
politici furono poi seguiti dalle deportazioni nei primi campi di
concentramento istituiti all’epoca, adibiti ai lavori forzati. Il primo campo ad
essere aperto fu Dachau, nel 1933, nei pressi di Monaco. Nel 1938, un ebreo
polacco assassinò un ambasciatore tedesco in visita a Parigi. Goebbels
pronunciò un discorso indignato e violento verso il popolo semita, che
scatenò un brutale massacro nella Notte dei Cristalli. SS e civili simpatizzanti
nazisti distrussero le vetrine di negozi appartenenti ad ebrei, incendiarono
sinagoghe. Diversi furono i morti e i feriti. La strage provocò forti danni
all’economia tedesca, per i quali dovettero risarcire gli stessi ebrei. Furono
poi espropriati delle loro aziende e delle loro banche, che vennero cedute ai
cittadini ariani.
Dopo aver smantellato ogni partito, e demolito ogni forma di
associazione comunista o socialdemocratica, il partito nazista si impegnò a
combattere un altro contro-‐potere, che si rivelava altrettanto pericoloso,
quello cattolico.
Hitler si servì dell’appoggio della chiesa luterana, anticattolica e da
sempre simpatizzante per il Führer. Riorganizzò la Chiesa Luterana, che tra
l’altro, non aveva mai avuto una gerarchia e struttura ben definita e salda. La
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proclamò Chiesa del Reich, e con una serie di riforme fu anch’essa nazificata. I
cattolici vennero fortemente perseguitati dalle autorità naziste, molti beni
vennero confiscati alla comunità ecclesiastica tedesca e consegnati allo stato.
La Chiesa si trovò quindi costretta a stringere degli accordi con il cancelliere
tedesco, secondo i quali essa cessava di mostrare opposizione al nuovo
regime, mentre Hitler avrebbe tollerato la professione del cattolicesimo
accanto a quella del luteranesimo.
Ma la grande nazificazione della Germania avvenne sul piano sociale. I
cittadini vennero letteralmente omologati al sistema. Hitler istituì delle
associazioni per i giovani, il futuro del suo Reich millenario, come la Gioventù
Hitleriana e la Lega delle Fanciulle Tedesche. Organizzavano eventi, raduni,
campi estivi, attività sportive, in cui venivano indottrinati al nazismo. Nel
caso dei ragazzi il sistema puntava ad educarli alla prestanza fisica,
considerata molto più importante della preparazione culturale. Nel secondo
caso le fanciulle venivano indottrinate al ruolo materno nella famiglia
tedesca, con relative attività domestiche e omologazione estetica tradizionale
e austera. L’ipnosi nazista travolse i giovani anche a livello scolastico.
Numerosi libri proibiti, di stampo comunista o semita, vennero bruciati. Gli
allievi usarono nuovi libri che parlavano della vita di Hitler, di come fossero
vili gli ebrei, e molto altro ancora. La ginnastica divenne l’attività principale, e
vennero nettamente ridotte le ore di religione, i contenuti di storia
riguardanti altri paesi, e quasi abolita la letteratura, per la sua libertà di
pensiero e per i numerosi autori ebrei.
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Per superare gli esami era fondamentale saper esporre le teorie
scientifiche e biologiche sulla razza ariana, su quella ebrea e quella slava. In
seguito al Decreto contro il Sovraffollamento delle Scuole Tedesche il numero
di bambini e ragazzi non ariani non doveva superare l’1,5%.
Le SS assunsero anche il ruolo di veri e propri soldati armati, come
quelli dell’esercito tradizionale, con il ramo speciale delle Waffen-‐SS.
Venivano addestrate in speciali accademie
L’anziano presidente Hindenburg morì, e l’Esercito, in seguito a
precedenti collaborazioni con Hitler, prestò spontaneamente giuramento al
suo Führer. Da quel momento Hitler esercitò pieno potere sull’esercito, e
assunse, oltre al ruolo di cancelliere, anche quello di Presidente del Reich. Ma
l’esercito non gradiva essere affiancato, nel suo ruolo dalle indisciplinate e
irrequiete SA. Hitler esaudì tale richiesta, e ordinò alle SS di giustiziare i capi
delle SA. Il massacro rimase noto come la Notte dei Lunghi Coltelli, in seguito
alla quale le SA si estinsero lentamente. Tuttavia le SS assunsero il ruolo di
contrappeso con l’esercito, come le precedenti SA, ma erano più composte e
disciplinate, essendo state reclutate direttamente da Hitler, e provenendo da
ceti sociali più elevati.
Questo processo di omologazione totale della popolazione veniva poi
completato con il continuo lavoro di Goebbels, incaricato da Hitler Ministro
della Propaganda del Reich. Oltre ad creare un potente sistema
propagandistico con la radio e il cinema, fondò un’unica agenzia di stampa,
che inglobò quelle già precedenti. Proibì ogni tipo di film sgradito, e
promosse la realizzazione di film esplicitamente antisemiti.
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8.1 La Seconda Guerra Mondiale
Con le varie riforme militari del governo nazista, nelle altre potenze,
come Francia, Inghilterra, e Stati Uniti, si inizia a temere la nuova potenza
tedesca, il cui esercito è di nuovo il primo in Europa, in considerazione anche
dei piani di Hitler, enunciati nella sua propaganda, e delle esperienze passate
con la Germania. Tra le mire espansionistiche naziste rientravano i territori
non appartenenti alla Germania, abitati però da popolazione di razza ariana,
come l’Austria e la regione dei Sudeti della Cecoslovacchia. Nel 1938 erano
già iniziate delle trattative tra Hitler e il cancelliere austriaco Schnuschnigg,
che si vide costretto ad introdurre nel governo membri del partito filonazista
austriaco.
Schnuschnigg però era intenzionato a mantenere l’indipendenza del
suo paese, e lo ribadì in un plebiscito da lui istituito. Hitler a questo punto
mobilitò le sue truppe, che dalla Baviera entrarono in Austria e la
occuparono, mentre il Reichsfuhrer aveva costretto il cancelliere austriaco
alle dimissioni. Dopo l’invasione militare, dichiarò l’Austria come territorio
integralmente annesso al Reich, la folla lo acclamò. Se da un lato era riuscito
ad annettere alla Germania un altro territorio etnicamente germanico,
dall’altro aveva avuto una sorta di ripicca verso quel paese che da giovane lo
aveva umiliato. Spostò poi il suo mirino verso il territorio cecoslovacco dei
Sudeti. Hitler ordinò al capo del partito nazista locale di fare richieste sempre
più crescenti al governo, a tal punto da far scatenare un conflitto. Nel
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frattempo la Cecoslovacchia mobilitò le sue truppe al confine temendo
un’invasione tedesca, ma fu un falso allarme.
Per evitare lo scoppio di una guerra l’Inghilterra indisse un’assemblea
a Monaco, in cui le potenze europee accettarono poi le pretese di Hitler, con
conseguente annessione del territorio in questione alla Germania.
Nel 1939 la Germania firmò il Patto d’Acciaio con l’Italia, finalmente
Hitler, che da tempo ammirava Mussolini e ne prendeva spesso esempio,
strinse un’alleanza con l’Italia fascista. Secondo le regole del trattato, se una
delle due potenze entrava in guerra, sia per aggressione sia per difesa, l’altra
sarebbe intervenuta al suo fianco. Nello stesso anno la Germania firmò il
Patto Molotov-‐Ribbentrop con l’Unione Sovietica, che venne incontro ai
timori e agli interessi di entrambi. Stalin poté assicurarsi che Hitler non
avesse mire espansionistiche verso l’Est sovietico, mentre Hitler non voleva
avere problemi a Est, con un eventuale interferenza sovietica, nel caso avesse
combattuto ad ovest. Si spartirono poi i territori della Polonia e delle
Repubbliche Baltiche.
In vista della minacciosa politica aggressiva di Hitler la Polonia si alleò
subito con Francia e Inghilterra, le quali, temendo sempre di più la potenza
militare e l’insaziabilità della Germania nazista, acconsentirono al patto.
A questo punto Hitler diede avvio alla sua politica coloniale europea,
attaccò il paese a cui di più aveva sempre ambito, la Polonia. Utilizzò la tattica
del Blitzkrieg (guerra lampo) che prevedeva una breve guerra molto rapida,
efficace, ben organizzata, tramite la combinazione di tecnologie belliche,
terrestri e aeree, e specifiche mosse tattiche, senza dare tempo né possibilità
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all’avversario di reagire. La Polonia fu schiacciata dall’efficienza teutonica, e il
resto del mondo ne rimase impressionato.
Venne da sé che l’Inghilterra e la Francia dichiararono guerra alla
Germania, mentre l’URSS, come da accordo nel trattato nazi-‐sovietico, invase
la Polonia orientale. Da quel momento la giovane Repubblica di Polonia cessò
di esistere.
Nel 1940 l’Italia entrò al fianco della Germania, solo dopo aver visto i
suoi successi militari e la sua schiacciante potenza. La Germania preparò la
sua aggressione in Occidente, iniziando con Danimarca e Norvegia. Non ebbe
problemi a spazzare via le truppe nemiche in pochissimi giorni, a tal punto
che le truppe anglo-‐francesi non ebbero nemmeno il tempo di intervenire.
Poi proseguì la sua infrenabile guerra espansionistica, dividendo le truppe in
due blocchi: il primo avrebbe attaccati i Paesi Bassi e il Belgio, mentre il
secondo avrebbe attaccato la Francia in un punto strategico. Il Belgio e i Paesi
Bassi furono immediatamente sconfitti, la resistenza del Belgio durò solo
poche settimane. Stessa sorte toccò al Lussemburgo. La Francia venne colta
alla sprovvista, avendo inviato le sue maggiori forze in ausilio al Belgio, così
venne anch’essa facilmente sconfitta dalle truppe tedesche, che
conquistarono i territori settentrionali. La parte meridionale della Francia
riuscì a salvarsi dalla totale occupazione tedesca instaurando un governo
indipendente filonazista, che soddisfaceva le esigenze della Germania.
Hitler cercò poi di avviare delle trattative con l’Inghilterra. Aveva
sempre nutrito una leggera simpatia per gli inglesi, essendo anch’essi nordici,
ed essendo un potenziale nemico assai forte militarmente. Ma il presidente
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britannico Churchill si rifiutò fermamente di collaborare con il Führer. Questi
quindi preparò il suo attacco all’isola per via aerea. Gli attacchi furono
violentissimi, gli aerei bombardarono diverse città, uccidendo anche migliaia
di civili. Ma l’aviazione inglese disponeva di una forte efficienza e una buona
tecnologia, e riuscì a resistere all’attacco tedesco, le perdite di aeree dei
tedeschi furono elevate. Hitler quindi ritirò le sue truppe. Dopo un periodo di
assoluto dominio, i tedeschi erano stati battuti. Durante quella battaglia il
Giappone firmò un trattato con Italia e Germania, ognuno dei tre stati voleva
assicurarsi un dominio nella sua rispettiva area continentale.
Nel 1941 la Germania invase ed occupò la Grecia, che stava resistendo
all’esercito italiano. Stessa sorte toccò alla Jugoslavia, per timore di sbarchi
inglesi e perché in seguito al colpo di stato all’interno del paese, l’Inghilterra
stava arrivando in loro soccorso.
In quegli anni nacquero delle discordie tra Germania e Unione
Sovietica riguardo la spartizione di alcuni territori rumeni e balcanici, che
inasprirono il Führer.
Il Patto Molotov-‐Ribbentrop era stato in realtà solo un pretesto da
parte dei nazisti per assicurarsi una non interferenza russa durante la loro
espansione in Polonia e in Occidente. Inoltre la Germania aveva bisogno di
rifornimenti, di materie prime e di manodopera, sia per carenze all’interno
del Reich, sia per proseguire la guerra in vista di un futuribile intervento
anglo-‐americano. Fu così che in quell’anno la Germania mise in atto
l’Operazione Barbarossa, già progettata da tempo, il piano per invadere la
Russia, la più grande operazione militare terrestre della storia dell’umanità.
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L’obiettivo era l’espansione coloniale tedesca e l’inginocchiamento della
popolazione slava, razza inferiore, da ridurre in schiavitù e sfruttare nelle
immense campagne ricche di materie prime. Abbattendo Mosca poi la
Germania avrebbe posto fine per sempre all’élite giudaico-‐bolscevica. La
guerra fu quindi concepita come una guerra di annientamento di massa.
Secondo le prospettive di Hitler l’efficienza bellica russa era assai scarsa, così
come la preparazione dell’esercito. Questo bastò per convincerlo che la
guerra sul fronte russo sarebbe durata 4-‐6 settimane. L’esercito tedesco
venne diviso in tre gruppi: uno diretto a Nord, con obiettivo Leningrado, il
più concentrato e offensivo diretto a Mosca, e uno diretto a Sud con obiettivo
Kiev. La guerra fu essenzialmente un bilancio tra l’enorme quantità numerica
ma spesso poco addestrata di soldati, carrarmati e aerei russi, contro un
numero più contenuto ma altamente efficiente ed organizzato delle truppe
tedesche.
L’avanzata tedesca però si protrasse per mesi, l’esercito tedesco
marciava lungo le enormi e sterminate campagne russe, e il maltempo
trasformava i terreni delle campagne in fanghiglia, bloccando soprattutto i
carrarmati. Le truppe al Nord, dopo una lunga avanzata, arrivarono,
esauste e decimate, a Leningrado, dove la resistenza sovietica bloccava
l’assedio totale. Le truppe verso Mosca affrontarono una decisa
controffensiva sovietica, e dopo svariate centinaia di kilometri alcune di
loro a stento riuscirono ad arrivare nei sobborghi Mosca, dove l’esercito di
Stalin li tenne bloccati. Le perdite di soldati e mezzi di trasporto
dell’Armata Rossa però furono assai alte, tuttavia Stalin intervenne
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prontamente con un notevole riarmo. Le truppe a Sud arrivarono a Kiev, e
poi in Crimea, conquistando zone ricche di petrolio, come desiderato da
Hitler. Ma furono costrette, esauste, a fermarsi lì. Nel corso di questa
guerra Hitler aveva licenziato tutti quei generali che inizialmente lo
avevano reso vittorioso contro la Francia.
Le truppe tedesche furono poi costrette a intervenire sul fronte
africano, in aiuto agli italiani, che stavano combattendo una guerra
coloniale contro gli inglesi.
L’Italia perse l’Etiopia, la Somalia britannica, strappata dagli italiani
l’anno prima, ma non la Libia, dove l’Inghilterra subì una sconfitta dalle
truppe naziste.
Gli Stati Uniti di Roosevelt e l’Inghilterra di Churchill firmarono la
Carta Atlantica, con la quale gli americani si impegnavano ad entrare in
guerra al fianco degli inglesi tramite un massiccio finanziamento.
Il Giappone attaccò e distrusse la flotta statunitense nella loro base
militare a Pearl Harbour, stava iniziando la sua guerra per il dominio nel
Pacifico, riportando altre analoghe vittorie.
L’indomani gli Stati Uniti dichiararono guerra al Giappone, e da qui
l’entrata in guerra contro Italia e Germania, e la dichiarazione di guerra
inglese contro il Giappone.
Il 1942 fu l’anno che iniziò a capovolgere le sorti della guerra.
Mentre la nuova Mitteleuropa nazista manteneva il suo dominio, Hitler
non volle arrestare l’avanzata verso la Russia. Le truppe riuscirono a
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conquistare tutta la Crimea e a penetrare nel Caucaso, conquistando
regioni ricche di petrolio.
Ma Hitler voleva annientare lo stato sovietico, e dopo aver fallito
l’assedio di Mosca direzionò le sue truppe verso Stalingrado. Anche qui le
truppe arrivarono in quantità fortemente ridotta, a causa del tragitto
lunghissimo e tortuoso, che anche qui fece impantanare moltissimi carri,
ostacolato dalla forte resistenza sovietica. Le piccole unità rimaste di
accinsero nei pressi della città, dividendosi anche qui in due blocchi, creando
un attacco a tenaglia, da Nord e Sud. Una volta penetrati nei sobborghi
subirono il poderoso contrattacco dei sovietici, che avevano seguito la loro
duplice mossa, creando anche loro una morsa, dopo aver già annientato
senza alcuna difficoltà le deboli truppe degli alleati rumeni e italiani. Le
perdite furono elevate, i mezzi ormai scarseggiavano, e le truppe tedesche
furono costrette alla resa. In questo stesso anno finalmente anche la Russia
decise di allearsi con le truppe anglo-‐americane per una schiacciante
sconfitta contro il nemico nazista che avevano in comune.
Il Giappone estese il suo dominio asiatico sul Pacifico con numerose
vittorie, ma la reazione degli americani si dimostrò efficace, bloccando
l’avanzata giapponese nel Mar dei Coralli.
In Africa le truppe nazi-‐fasciste furono distrutte da quelle inglesi tra
Libia ed Egitto. Stessa disfatta fu riportata anche in Marocco e Algeria contro i
francesi, dopo lo sbarco degli americani.
Nel 1943 Hitler tentò un ultimo tentativo di conquistare la Russia
inviando delle truppe verso Kharkov, Stalin ordinò prontamente un nuovo
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intenso riarmo, che determinò ancora una volta la superiorità numerica
sovietica. L’avanzata tedesca procedette a rilento, con alte perdite di uomini e
carrarmati. Nei mesi successivi si aprì una serie di violente e sanguinose
battaglie, dove migliaia di carrarmati e aerei, lungo le tappe della tortuosa
avanzata tedesca, fecero terra bruciata in un accanito scontro di
annientamento. Hitler dovette poi inviare delle truppe in Italia, inoltre la
guerra in Russia aveva solo falcidiato il suo esercito e distrutto carrarmati e
aerei, l’iniziativa russa venne abbandonata.
Le truppe anglo-‐americane proseguono la loro campagna in Africa,
portando alla resa i nazi-‐fascisti.
Gli americani sbarcarono poi in Sicilia. Da questo momento l’Italia si
fratturò in due. A nord venne fondata la Repubblica Sociale italiana da
Mussolini, che era stato espulso dal governo, arrestato e poi liberato dai
tedeschi, continuando a lottare a fianco della Germania, mentre a Sud il
nuovo governo del re è costretto all’armistizio dagli americani, ciò provocò
sanguinose stragi o deportazioni dei soldati italiani dai tedeschi. I nazisti
occuparono Roma, mentre gli americani salivano verso Napoli. Russia
Inghilterra e Stati Uniti accordano un metodo a tenaglia per annientare la
Germania e porre fine alla guerra, preparando un doppio attacco da nord e da
est.
Nel 1944 le truppe americane sbarcate ad Anzio proseguirono la loro
avanzata, sconfiggendo le linee tedesche, liberando Roma, ma dovettero
arrestarsi fra Firenze e Livorno di fronte alla linea gotica, una linea difensiva
tedesca.
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Le truppe sovietiche riuscirono ad annientare le ultime truppe
tedesche rimaste, aprendosi la strada verso Berlino, e occupando i territori
dell’est precedentemente del Reich. Arrivarono in Polonia.
In Francia le truppe anglo-‐americane sbarcarono in Normandia con
una serie impressionante di bombardamenti e lanci paracadutisti, ma solo
dopo due mesi sfondarono la linea difensiva tedesca disposta in vista
dell’imminente arrivo. Liberarono gran parte della Francia, e arrivarono ad
Aquisgrana.
Nel corso di pochi mesi i tedeschi furono sconfitti anche negli altri
territori occidentali, che vennero liberati.
I tedeschi sferrarono un ultimo colpo decisivo, in cui gli anglo-‐
americani riuscirono, malgrado difficoltà, a resistere. Date le continue perdite
della Germania, alcuni dei suoi alleati, come Romania e Bulgaria, si
schierarono contro il Reich. Ora la Germania era quasi tornata ai suoi confini
prima della guerra, gli era rimasta solo l’Austria, il territorio dei Sudeti e la
Polonia occupata.
Il 1945 segnò la fine del conflitto.
Le truppe sovietiche e anglo-‐americane penetrarono e invasero
totalmente la Germania, da vari punti. Bombardarono senza scrupoli diverse
città, radendole quasi al suolo, anche per fronteggiare la resistenza tedesca.
Svariate migliaia di civili tedeschi morirono.
In quegli estenuanti giorni per Hitler, egli tentò in tutti i modi, dal
bunker nel quale si era rifugiato, di riparare almeno in parte i disastri sempre
più imminenti, imponendo la leva obbligatoria ai 15 anni di età. Ovviamente
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non ne ricavò nulla se non la morte prematura di migliaia di giovani. Mentre
le truppe alleate avanzavano sempre di più in Germania, dichiarò quindi che
nulla era più rimasto da fare, che il popolo tedesco, non essendo stato in
grado di affrontare il nemico ad Est, nonostante le sue buone direttive,
meritava, suo malgrado, quella sorte, e il 30 aprile si suicidò nel suo bunker.
Quando l’Armata Rossa arrivò a Berlino, dopo che bagni di sangue già
scorrevano sul suolo tedesco, il suo successore Karl Doenitz firmò la resa
della Germania.
In Italia gli americani sfondarono la linea gotica e constrinsero alla
resa, anche qui, le truppe nazifasciste. Mussolini venne fucilato dai partigiani.
Gli americani bloccarono l’avanzata giapponese strappandogli gran
parte delle sue nuove conquiste. Anche in Giappone i bombardamenti furono
spietati, il culmine venne raggiunto dal successore di Roosevelt, Truman, che
con una bomba atomica su Hiroshima, e un’altra su Nagasaki, nonostante il
Giappone fosse già allo stremo, uccise un numero enorme di civili, anche a
causa delle nubi tossiche. Il Giappone firmò la sua resa.
9.1 La Soluzione Finale della Questione
Ebraica
Fin dall’ascesa al potere, Hitler e i suoi collaboratori parlarono di una
“Soluzione” per la “Questione Ebraica”. Il problema degli ebrei all’interno
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della Germania, e poi del suo futuro vasto impero, era quindi un problema
concreto per il Führer, la cui preoccupazione d’altronde era già stata resa
nota molto prima del suo cancellierato.
In seguito alle Leggi di Norimberga migliaia di ebrei fuggirono
all’estero per l’annichilimento sociale in cui erano costretti a vivere.
Successivamente il governo attuò progetti di emigrazione forzata degli ebrei
dalla Germania. Nel corso dei primi anni del cancellierato di Hitler la
Germania venne evacuata da diverse migliaia di ebrei. Altri progetti con altre
mete di immigrazione poi si susseguirono, ma presentarono troppe difficoltà
di vario tipo. Con la progressiva espansione del Reich il numero di ebrei
aumentò in maniera esponenziale, e il governo capì che bisognava prendere
direzioni del tutto diverse.
Si pensò ad una zona nel Governatorato Generale, territorio polacco
occupato ma non annesso, la Riserva Ebraica, che avrebbe ospitato tutti gli
ebrei del Reich e polacchi, in modo da isolarli dal resto della popolazione e
controllarli, anche in vista di una soluzione futura. Vennero quindi costruiti
dei ghetti nelle principali città della zona, in cui molti ebrei vennero insediati
forzatamente. Divennero presto sovraffollati, le condizioni di vita erano dure,
con carenze alimentari, mediche, e si sviluppò la microcriminalità. Il
trasporto fu ricco di problemi organizzativi ed economici, e il capo del
Governatorato si oppose fortemente a questo arrivo continuo e massiccio di
ebrei, avendone già molti prima delle deportazioni. Il progetto venne così
abbandonato, mentre Hitler premeva sempre di più per una soluzione
definitiva. Con l’invasione dei territori sovietici il numero di ebrei aumentava
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a dismisura. Da qui la soluzione per la questione ebraica assunse una
prospettiva radicalmente diversa.
Le SS crearono una speciale divisione, gli Einsatzgruppen, che
dovevano seguire le truppe tedesche durante l’avanzata in oriente, incaricati
di uccidere massivamente tutti gli ebrei e comunisti che incontravano
durante il cammino, e di sfruttare i sentimenti nazionalistici e antisemiti
locali per coinvolgere la popolazione. Vennero inviate nei paesi baltici, in
Ucraina e in Bielorussia. Gli Einsatzgruppen si scatenarono con degli omicidi
di massa incontrollati. Alcuni reparti, soprattutto nelle città, giustiziavano le
loro vittime pubblicamente, altri, nelle campagne, trascinavano le vittime,
denudate, nei boschi, per poi fargli scavare una grande fossa, farli distendere
all’interno e fucilarli. Centinaia di migliaia di vittime finirono sotto la spietata
brutalità degli Einsatzgruppen, di rilievo fu anche il contributo dei
nazionalisti locali.
I ghetti delle città appena conquistate vennero incendiati o fatti
esplodere, i superstiti poi, come nelle campagne, dovevano scavare una
grande fossa per poi esservi fucilati all’interno. Nello stesso periodo i nazisti
usarono, oltre alle armi da fuoco, anche degli autocarri muniti di camera a
gas.
Nel frattempo, fra gli alti comandi del partito, e dei vari reparti delle SS
aveva già iniziato a trapelare un’idea di re-‐insediamento degli ebrei verso
l’Est.
Nello stesso anno, 1941, le pressioni verso una definitiva soluzione
finale della questione ebraica furono sempre più frequenti.
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Nel frattempo continuarono le deportazioni di ebrei tedeschi,
austriaci, e della Cecoslovacchia occupata verso i ghetti dell’Est. La definitiva
Soluzione Finale fu schematizzata nella Conferenza di Wannsee del 1942,
presso la villa di Adolf Eichmann, membro delle SS, esperto degli affari
ebraici, e fu tenuta dal comandante della SD (reparto SS simile alla Gestapo)
Reinhard Heydrich. I suoi progetti consistevano nella deportazione di tutti gli
ebrei d’Europa in campi di lavoro coatto, in cui i più utili avrebbero lavorato
fino alla morte, mentre i non adatti al lavoro sarebbero stati immediatamente
eliminati. Ribadì il vasto potere che avrebbero avuto le SS.
Alcuni mesi dopo combinarono il precedente metodo di esecuzione di
massa delle Einsatzgruppen con il nuovo progetto. Vennero aperti nuovi
campi di internamento nelle zone dell’Est, in territori scarsamente popolati,
in modo che nessuno vedesse, e iniziarono i primi convogli ferroviari di ebrei.
Gradualmente vennero avviati ai campi tutti gli ebrei d’Europa, partendo da
quelli dell’Est, per poi estendere gli arresti e le deportazioni al resto dei
territori occupati. Gli ebrei venivano prelevati dalle loro case, o nei ghetti in
cui erano stati insediati, per poi essere avviati in dei treni per trasporto di
merci o bestiame nei campi. Il viaggio durava solitamente intere settimane, i
vagoni erano pieni oltre il limite fisico disponibile. A causa delle condizioni
malsane in cui viaggiavano, molti morivano durante il tragitto. Durante questi
viaggi la Germania si avvalse della sua capillare rete ferroviaria che si
estendeva lungo tutte le zone occupate, soprattutto ad Est. Una volta arrivati
nei campi, venivano depredati dei loro averi, che venivano poi venduti o
donati a cittadini ariani, la loro testa veniva rasata a zero, ed erano costretti a
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indossare un’uniforme a strisce bianche e azzurre. Appena dopo l’arrivo
venivano selezionati: i non adatti al lavoro finivano nelle camere a gas,
costituite da finte docce dalle quali usciva del gas, mentre i più robusti e
adatti al lavoro venivano avviati ai lavori forzati fino alla loro morte.
Inizialmente utilizzarono il monossido di carbonio, ma lo Zyklon B risultò
essere più immediato e letale. Molta manodopera fu sfruttata per l’industria
tedesca, soprattutto bellica. Gli internati spesso morivano in poco tempo a
causa delle dure condizioni di lavoro, di malattie, e malnutrizione. Le SS non
avevano alcuna considerazione di loro in quanto persone, erano solo
incaricati di farli lavorare, e poi avviarli alla morte. Le regole che vigevano nel
campo erano estremamente ferree e rigide, bastava poco per ricevere
punizioni corporali o essere giustiziati. Non mancarono poi abusi di potere e
sadismo da parte delle SS. In altre parole, i nazisti avevano creato delle
gigantesche industrie in cui gli ebrei lavoravano per il Reich e allo stesso
tempo venivano eliminati. Ma in questo sterminio programmato non furono
coinvolti solo gli ebrei, bensì tutti coloro che per motivi razziali, politici o
comportamentali non erano integrabili nella società ariana. La società del
nuovo Reich, secondo Hitler, doveva essere composta da cittadini di razza
ariana, fedeli al nazismo e che si comportassero da ariani, ovvero che
seguissero delle regole morali precise all’interno della società. Vennero
quindi internate anche altre categorie di persone, ed ognuna di esse aveva un
simbolo diverso sull’uniforme, e veniva trattata in maniera diversa. Tali
raggruppamenti sociali erano:
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♦ dissidenti politici (comunisti, socialisti,
partigiani,...),
♦ criminali comuni
♦ asociali (coloro che avevano comportamento
anti-‐sociale, ovvero che non contribuivano allo sviluppo
della società e della nazione: vagabondi, prostitute,
alcolizzati…)
♦ omosessuali (poiché dalla sessualità deviata, e
poiché non procreavano altri ariani per la continuazione
della razza)
♦ zingari, considerati fra le razze più impure e
contaminate, senza una patria, e dal comportamento
alquanto indisciplinato e anti-‐sociale
♦ testimoni di Geova (rifiutavano di adorare il
Fuhrer e di arruolarsi)
♦ apolidi (coloro senza cittadinanza)
♦ prigionieri di guerra
♦ malati mentali e fisici
Hitler, e i fautori dello sterminio della Conferenza di Wannsee,
consideravano l’eccidio come una missione storica, necessaria per la
sopravvivenza del popolo tedesco. Nel 1944 le truppe russe scoprirono il
primo campo, quello di Majdanek. In seguito a ciò e alla progressiva
capitolazione dei tedeschi, Himmler (capo delle SS) ordinò la distruzione di
Auschwitz, il più grande campo di internamento, e di smantellare via
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discorrendo anche gli altri campi. I prigionieri sarebbero poi stati portati in
Germania, i malati e i deboli furono uccisi sul posto. Ma i russi anticiparono la
mossa arrivando ad Auschwitz e liberando il campo e parte dei prigionieri.
Alcuni deportati venivano trasportati sui treni, altri dovevano muoversi a
piedi per centinaia di kilometri, durante i quali molti morirono per le
estenuanti condizioni.
Alla fine della guerra tutti i campi furono liberati dalle truppe russe e
anglo-‐americane.
10.1 Le sorti della Germania sconfitta
Già nel 1943 gli Stati Uniti, la Russia e l’Inghilterra, uniti dall’obiettivo
comune di abbattere la Germania, iniziarono a pensare alle future sorti di
questa, considerata pericolosa per l’equilibrio europeo e mondiale, e causa di
entrambi i conflitti mondiali, e del resto del mondo. Si incontrarono a Jalta,
dove iniziarono le prime trattative, che furono poi ultimate due anni dopo
nella Conferenza di Potsdam.
Stabilirono l’elevata cifra che la Germania doveva risarcire alle
potenze vincitrici per le riparazioni di guerra, che avrebbe pagato tramite
l’occupazione delle tre potenze, e della Francia, di 4 sfere d’influenza. Venne
poi smilitarizzata e divisa quindi in quattro zone, dove ogni rispettivo paese
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assunse il governo. Lo smembramento del territorio in 4 zone sarebbe stato
temporaneo fino alla formazione di un nuovo governo.
Istituirono il Consiglio di Controllo Alleato, in cui le 4 potenze si
riunivano per discutere questioni riguardanti l’intera nazione.
In seguito al riassetto politico dei confini della Germania, tutti i
tedeschi residenti in zone ormai non più germaniche dovevano essere espulsi
ed insediati in Germania. Milioni di profughi tedeschi affrontarono
lunghissimi viaggi tortuosi, durante i quali oltre il 10% morì. Anche Berlino
venne divisa in quattro zono d’occupazione, all’interno dell’area occupata
dall’Unione Sovietica.
A causa di esigenze economiche e commerciali, Stati Uniti e Inghilterra
decisero di fondere le loro zone d’occupazione. Gli Stati Uniti volevano inoltre
reintegrare la Germania nel mercato mondiale. La Francia inizialmente volle
tenersi ben stretto il suo territorio, la regione Saar, ricca di giacimenti
minerari, e voleva annetterla al suo paese. Solo poco più tardi anche la
Francia unì la Saar ai territori degli alleati.
La Germania era quindi divisa in due settori, uno occidentale,
occupato dagli alleati, e uno orientale, occupato dall’URSS.
Gli Stati Uniti progettarono il piano Marshall, per una ricostruzione
economica della Germania distrutta dalla guerra, così da reintrodurla nel
mercato estero, e prevedeva una serie di riforme capitaliste. All’URSS queste
riforme non piacquero affatto, e si oppose al piano. La riforma non fu attuata
sul lato orientale.
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Iniziavano ad innescarsi una serie di contrasti fra le potenze dei due
blocchi, che negli anni diedero vita a una crescente tensione non solo fra essi,
ma fra i loro paesi satelliti, comprese le future nuove Germanie. Lentamente
ognuno iniziò ad amministrare la sua sezione separatamente, e l’acuirsi dei
problemi fra le potenze porterà ad una guerra mai combattuta militarmente,
ma segnata dal terrore che potrebbe esserlo e combattuta politicamente,
tramite provvedimenti, mosse e contromosse, spionaggio, pattugliamento. La
questione tedesca su un suo nuovo assetto politico quindi passò in secondo
piano.
Nel blocco occidentale le tre potenze vararono poi una riforma
monetaria, da cui ne scaturì un deflusso di moneta verso Est. Questo portò la
sezione orientale all’inflazione, quindi anche lì venne attuata una riforma
monetaria. Questo ovviamente non giovò ai rapporti già precari fra i due
blocchi.
I sovietici si ritirarono dal corpo governativo a 4 di Berlino ed
effettuarono la prima offensiva agli alleati, il Blocco di Berlino. Sbarrarono
tutte le vie terrestri da Berlino Ovest e Germania dell’Ovest, a cui gli alleati
reagirono con il Ponte Aereo per Berlino, un continuo rifornimento via aria
verso Berlino Ovest. Solo dopo 11 mesi i sovietici annullarono il blocco
terrestre.
Riaffiorarono molte aggregazioni politiche soppresse durante il
nazismo. Le potenze occupanti autorizzarono l’aggregazione e la rinascita
solo di alcuni partiti.
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Situazione ad Ovest.
Ad Ovest gli alleati consentirono la nascita del Partito Comunista, del
Partito Socialdemocratico, dell’Unione Democristiana, dell’Unione Cristiano-‐
Bavarese. Nacquero poi il Partito del Centro e il Partito Democratico Tedesco.
In seguito all’inasprimento dei rapporti alleati con i sovietici, incentivarono la
nascita di uno stato nel loro territorio, che fosse il più possibile vicino alle
potenze alleate. Incaricarono quindi i presidenti locali di scrivere una
costituzione. Venne chiamata Legge Fondamentale, per sottolinearne il
carattere provvisorio, e venne approvata dalle autorità alleate. Nel 1949
nasceva la Repubblica Federale Tedesca, con potere fortemente centralizzato
sul parlamento, che aveva il compito però di eleggere un cancelliere. Il
Presidente aveva un ruolo poco più che simbolico. Il primo governo eletto fu
quello di Konrad Adenauer, dell’Unione Democristiana. Per quasi tutta la sua
esistenza, la Repubblica sarà essenzialmente governata da questa fazione
politica. Formato un nuovo stato, liberale, democratico, vicino alle loro
esigenze, gli alleati cedettero la loro sovranità alla RFT, mantenendo però
alcuni poteri nel suo governo, lasciando le loro truppe all’interno del
territorio, e vietando il riarmo del nuovo paese. La RFT intraprese numerose
collaborazioni e associazioni con gli altri paesi occidentali, fra cui l’adesione
al Patto Atlantico, dal quale nacque la NATO, un’alleanza militare difensiva in
un eventuale guerra con i rivali sovietici.
In seguito poi alla Guerra di Corea, la RFT poté entrare nell’Unione
Europea Occidentale. Fu consentito il riarmo, ma il suo esercito era in
comune con quello degli altri membri, che limitavano anche le sue
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dimensioni. La Germania dell’Ovest mantenne un economia liberista e
capitalista, era ricca di risorse minerarie, le sue industrie molto sviluppate. La
capitale era Bonn. Il governo considerava tedeschi i cittadini di tutto il suolo
tedesco, senza applicare distinzione fra Est e Ovest.
Situazione ad Est.
Le autorità sovietiche incentivarono la rinascita del Partito Comunista
e del Partito Socialdemocratico. Si sviluppò anche il Centro, e altre fazioni
cattoliche e liberali. Tutti i partiti erano comunque a favore di una Germania
giusta sul piano sociale e dei diritti. Nacque poi il Partito dei Contadini
Tedeschi, l’Unione Cristiano-‐Democratica, il Partito Liberal-‐Democratico, e il
Partito Nazionaldemocratico, costituito dai ceti medi nazionalisti e
conservatori, di cui molti ex membri del Partito Nazionalsocialista ed ex
ufficiali della Wehrmacht che non subirono nessuna accusa.
In reazione alla neonata RFT anche i cittadini dell’Est, e il governo
sovietico, vollero creare un loro stato.
Il governo sovietico forzò il Partito Comunista a unirsi al Partito
Socialdemocratico, e nacque così il Partito Unificato Socialista (SED). Nel
1946 vi furono delle elezioni per la ricostituzione dei Laender, e la SED si
rivelò leader indiscusso. Si insediò il Consiglio Popolare, incaricato di scrivere
una costituzione sotto la direzione sovietica. Nel 1949 venne proclamata la
Repubblica Democratica Tedesca. Le elezioni vennero controllate e gestite
dalla SED, che vinse nuovamente.
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L’URSS riconobbe la Repubblica Democratica Tedesca, cedendole la
sua sovranità, ma lasciando le truppe sovietiche stanziate nel territorio.
Anche qui inoltre non fu consentito un riarmo del paese. Come prevenzione
alla NATO, la RDT e le altre nazioni orientali aderirono al Patto di Varsavia,
che sanciva l’unità difensiva in caso di un attacco da Occidente, dati i rapporti
sempre più aspri tra le potenze orientali e quelle occidentali.
La nuova Repubblica si rivelò essenzialmente uno stato monopartitico,
centralizzato e socialista. La SED detenne il potere per tutta l’esistenza del
paese. Essa dominava la scena politica, il governo, nonostante fosse
affiancata, nei ruoli amministrativi, anche dagli altri partiti. Tutti insieme
formarono il Fronte Nazionale, guidato dalla SED. Gli altri partiti ebbero il
compito di radunare le classi borghesi e contadini attorno al progetto politico
operaio della SED. I Laender vennero aboliti e sostituiti da Bezirke,
dipendenti dal potere centrale. Il ramo dell’agricoltura e dell’industria ebbero
un notevole sviluppo, così come il sistema dei trasporti. La RDT si rivelò
essere il paese
socialista più ricco e industrializzato. Il diritto e il dovere di lavoro era
sancito per legge, lo stato provvedeva a creare posti di lavoro per la
popolazione, il salario era piuttosto uguale per tutti i lavoratori, le differenze
tra lavoratori di diverse professioni erano minime. Il sistema scolastico e
sanitario era gratuito per tutti, e in molti casi, a seconda del contesto, alcune
famiglie potevano godere di sussidi statali. Gli affitti degli appartamenti
erano molto economici, accessibili a chiunque. Tuttavia l’intero sistema
presentava delle incrinature. Gli appartamenti spesso avevano bagni e docce
60
in comune nello stesso piano, e in generale il tenore di vita dei cittadini era
molto e il debito con l’URSS per le riparazioni di guerra e per la ricostruzione
era assai più elevato, rispetto ai tedeschi occidentali. Alla fine degli anni 60 lo
stato cercò di porre rimedio, ma non seppe modernizzare l’economia alle
reali esigenze dei cittadini, e ci fu una forte crisi dei beni di consumo e delle
industrie. A differenza della RFT, la RDT creò una propria cittadinanza, quella
tedesco-‐orientale. Di conseguenza anche i tedeschi dell’ovest erano stranieri,
e chiunque entrasse nel paese aveva bisogno di un visto di transito. Il
controllo dello stato sulla popolazione era molto rigido. Nonostante la
costituzione contenesse principi di libertà di parola, di stampa e di qualsiasi
espressione,
questi dovevano essere esaminati dallo stato. Il nuovo codice penale
comprendeva una serie di leggi che puniva chiunque svolgesse propaganda
anti-‐stato,
dalla letteratura, al cinema, dalla radio alla televisione, dalla musica
all’arte, ecc…Quindi non erano ammessi libri, filmati, canzoni, ecc…che
mostrassero come lo stile di vita all’Ovest fosse migliore, che criticavano il
sistema socialista o che mostravano il desiderio di migliorarlo, e le sentenze
venivano inflitte anche a chi distribuisse qualsiasi tipo di materiale
proveniente dall’ovest, o chi diffondesse ad ovest informazioni sulla RDT. I
giornalisti dovevano essere approvati e assunti dal governo.
Il tutto veniva giustificato con la protezione del comunismo, gli
interessi nazionali, e ogni contenuto, o ogni azione, che rientrava negli
elementi sopra citati veniva definito come simpatizzante al fascismo, o
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pericolo per lo stato. Le condanne potevano essere una multa, l’arresto, la
detenzione domiciliare, o l’esilio in altri paesi del Patto di Varsavia.
La fuga di massa dal socialismo: la divisione delle due Germanie.
Sin dai primi anni della loro nascita, a causa del netto divario
economico e sociale fra le due repubbliche tedesche, si manifestò un costante
flusso migratorio di massa da Est a Ovest. Una repubblica socialista come la
RDT, basata essenzialmente sul lavoro di massa della popolazione, stava
perdendo sempre più professionisti e buoni lavoratori. Il confine tra le due
Germanie era già stato sigillato nel 1945 dalle potenze vincitrici, ed era
costantemente pattugliato da militari della NATO e del Patto di Varsavia,
anche a causa degli sviluppi negativi dei loro rapporti. Ma in seguito alla fuga
di massa dei tedesco-‐orientali, la DDR nei primi anni 50 vietò definitivamente
l’espatrio e fortificò il confine attraverso un rafforzamento militare, campi
minati, torri di controllo, introdusse il reato di Fuga dalla Repubblica nel
codice penale. L’espatrio era consentito solo verso paesi membri del Patto di
Varsavia. La giustificazione di tale regime era la protezione dello stato da spie
ed eversori e da eventuali attacchi dall’Occidente. La pena era l’arresto e, se
necessario, la fucilazione sul posto del reato. Fino alla sua destituzione,
migliaia di vittime morirono nel tentativo di fuga, di qualsiasi età, mentre in
altri casi vi furono tentativi di fuga con esito positivo. I cittadini di entrambe
le frontiere furono costrette ad un regime di vita assai ferreo e condizioni
dure, soprattutto nel lato Est, che generarono degrado economico e sociale.
62
L’intero confine venne totalmente disboscato, e le case in prossimità della
linea abbattute, creando la Zona Vietata. I cittadini lavoravano in orari del
giorno stabiliti, costantemente sotto controllo dei militari, la notte vigeva il
coprifuoco, e la loro libertà di movimento era assai limitata.
Berlino
Mentre il resto della Germania, formalmente, non era più occupata,
l’occupazione di Berlino rimase comunemente condivisa dalle 4 potenze, e
serviva un comune accordo di tutti e 4 per abbandonare l’occupazione. Ma in
seguito all’inasprirsi dei rapporti fra la potenza capitalista e quella
comunista, quest’ultima dichiarò Berlino Est occupata dai sovietici. Gli alleati
non accettarono tale presa di posizione, e continuarono a pattugliare il lato
Est della città, stessa cosa fecero i sovietici con il lato Ovest.
Secondo gli alleati e i tedeschi occidentali Berlino Ovest era parte
integrante della RFT, un ulteriore stato federale, sotto parziale giurisdizione
degli alleati, mentre secondo gli orientali e i sovietici era semplicemente una
terza entità statale. Stessa cosa valse per Berlino Est. Viaggiare da Berlino
Ovest al resto della Germania dell’Ovest, essendo circondata dal territorio
socialista, divenne pertanto assai difficile, in molti casi vietato. Per i tedeschi
orientali la cittadinanza di un berlinese dell’Ovest come tedesco occidentale
non era valida.
Dopo la fortificazione del confine, molti tedeschi orientali cercavano
comunque di scappare verso Ovest tramite Berlino, in cui il confine non era
63
ancora stato fortificato. Inoltre la maggior parte degli episodi di fuga si
manifestò a Berlino, dove i rapporti stroncati con le famiglie, con gli amici,
con il lavoro, furono più frequenti. Così la Germania dell’Est nel 1961 fece
costruire un’analoga fortificazione all’interno di Berlino, che separava il lato
Est da Ovest, e chiudeva del tutto il lato Ovest isolandolo dal resto della
Germania dell’Est. Nel corso degli anni venne poi ulteriormente fortificato e
perfezionato, i rigidi metodi di controllo, con pattuglie militari, torri di
guardia, campi minati, erano gli stessi usati nel confine nazionale. Si trattava
di due muri paralleli, in mezzo alle quali scorreva la striscia della morte,
ugualmente controllata con militari, mine, torri…Anche in questo caso il
motivo apparente era una protezione antifascista da Occidente, stesse erano
anche le regole di espatrio del confine DDR-‐RDT.
Per i media il Muro di Berlino divenne simbolo di tirannia, ancora oggi
è fresco il ricordo dei tedeschi ex cittadini orientali (ma anche occidentali)
delle condizioni di vita draconiane in cui dovevano vivere, del loro sguardo
rivolto verso Ovest, dei rapporti con i loro cari stroncati da un muro, delle
centinaia di vittime morte nel tentativo disperato di vivere nella Germania
più ricca e libera.
64
11.1 La riunificazione della Germania
Verso gli anni 70 si iniziò a intravedere un miglioramento nei rapporti
tra le due Germanie, grazie
al cancelliere occidentale Willy Brandt, che con una serie di trattative
con le nazioni del Patto di Varsavia, inclusa Germania dell’Est, avviò la sua
Ostpolitik (Ost = est, Politik = politica).
Nel 1989 accadde qualcosa di inaspettato. In seguito alle direttive
riformiste del leader sovietico Michail Gorbačëv , l’Ungheria aprì le frontiere
verso l’Austria. Questo scatenò l’esodo di migliaia di tedeschi orientali che si
diressero verso Ovest. All’annuncio che non era possibile ai cittadini non
ungheresi attraversare il confine dall’Ungheria, i profughi manifestarono in
massa davanti le ambasciate della RFT nelle capitali orientali. Quindi il
governo consentì finalmente la migrazione verso Ovest, ma solo passando
per il confine interno tedesco. Le manifestazioni di massa a questo punto
travolsero l’intera Germania dell’Est, che rivendicava una democratizzazione
dell’opprimente governo totalitario socialista. Il leader della SED si dimise, e
il suo successore fu Ergon Krenz che concesse definitivamente ai tedeschi il
libero accesso verso l’Ovest. Il flusso a senso unico fu ancora più intenso, e
vennero accolti dai loro “connazionali” con gioia. Nelle settimane successive i
cittadini spontaneamente iniziarono ad abbattere il muro. La SED e il Fronte
Nazionale, in seguito alle dimissioni del cancelliere, della fuga di iscritti dal
partito, e dal generale insuccesso, fu messa in crisi. Tuttavia sia il nuovo
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governo orientale, sia i cittadini, volevano solo democratizzare il governo
socialista, ma non abolirlo del tutto, né contemplavano una riunificazione.
Ma la crisi economica nella RDT stava dilagando, soprattutto per la
fuga dei lavoratori e professionisti, e per il trasferimento di capitali, da Est a
Ovest.
Il cancelliere occidentale Helmut Kohl, proseguendo la Ostpolitik,
sollecitò entrambi i governi tedeschi ad un piano per un’unificazione
monetaria. Il governo orientale Modrow propose a Gorbačëv un piano
costituito da confederazione monetaria provvisoria, seguita da riunificazione,
con la promessa di neutralità da NATO e dal Patto di Varsavia della nuova
Germania. Il leader sovietico approvò. La Germania dell’Est adottò lo stesso
marco della Germania dell’Ovest.
Nel 1990 vi furono le prime ed ultime elezioni libere nella RDT, dove
la SED aveva perso il suo monopolio politico, da cui emerse un governo con il
compito di porre fine allo stato stesso. Il nuovo governo approvò le trattative
per l’unificazione monetaria e sociale delle due Germanie.
Nello stesso anno la Germania dell’Est negoziò le trattative con la
Germania dell’Ovest, le potenze occidentali e l’Unione Sovietica per la
riunificazione. Le 4 potenze cedettero i pieni diritti di sovranità alle due
Germanie, compresa Berlino, la Germania doveva limitare secondo una cifra
prestabilita le sue truppe, ed avrebbe rinunciato a qualsiasi arma nucleare,
biologica e chimica. Sarebbe stata membro della NATO, a patto che le sue
truppe non avrebbero messo piede nella vecchia Germania dell’Est. La
Germania venne riunificata ufficialmente il 3 ottobre 1990, sotto il nome di
66
Repubblica Federale di Germania (Bundesrepublik Deutschland). Difatti si
trattò, anziché di un’unificazione, dell’annessione dei 5 Laender orientali
(fino a quel momento della RDT) alla RFT. La capitale era Berlino, le leggi e la
costituzione rimasero le stesse dell’ex Germania dell’Ovest. Un mese più tardi
vi furono le prime elezioni libere di tutta la Germania dopo il 1933, che
videro come nuovo cancelliere Helmut Kohl.
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II VERGANGENHEITSBEWÄLTIGUNG
Il termine Vergangenheitsbewältigung può essere tradotto in italiano
con “superamento del passato”, e si riferisce appunto a quel processo tramite
il quale i tedeschi hanno elaborato l’esperienza nazista, implicando una serie
di fattori come la loro reazione in seguito alla scoperta di quanto avvenuto
durante quegli anni, lo sviluppo di domande personali e collettive riguardo
come potesse essere successo, o lo sviluppo di un senso di colpa collettiva.
È evidente che durante gli ultimi decenni c’è stato un impegno da
parte della Germania nel riflettere sugli avvenimenti di cui lei stessa è stata
responsabile, lo dimostrano per esempio i diversi nomi attribuiti allo stesso
fenomeno, come Aufarbeitung (elaborazione) o Erinnerungskultur (cultura
della memoria). La rielaborazione del passato ebbe luogo in Germania subito
dopo la guerra, avviata dalle potenze occupanti, con lo scopo di denazificare
l’intero paese, dalla popolazione alla struttura statale. Ognuna delle due
Germanie lo elaborò in maniera diversa.
1.2 Dopoguerra ad Ovest
Gli alleati rimossero l’intero apparato burocratico e amministrativo
nazista, da cui furono espulsi tutti i funzionari ex membri del partito o
seguaci nazisti.
Dopo la liberazione dei campi di concentramento le truppe americane
costrinsero gli abitanti tedeschi delle cittadine circostanti a recarsi nei campi,
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per mostrare loro cosa avvenisse all’interno, e in alcuni casi, li costrinsero
persino a riesumare i corpi delle vittime. Attraverso manifesti, riviste, filmati,
in tutta la Germania dell’Ovest i governi alleati avviarono un’intensa
propaganda antinazista, in cui denunciavano esplicitamente i crimini
perpetrati durante il regime, e incolpavano il popolo tedesco come
responsabile di tali avvenimenti. Lo scopo era quello di far crescere fra i
tedeschi un senso di colpa collettivo. Diversi manifesti, appesi per le strade di
tutte le città tedesche occidentali, raffiguravano le vicende avvenute nei
campi ed erano accompagnate da frasi come “Tu sei colpevole di questo!”
oppure “Queste atrocità sono colpa tua!” Diversi membri importanti del
partito nazista, delle SS, e di autorità affini, coinvolti nel genocidio nazista,
venne catturate e incriminate in una serie di processi che ebbero luogo a
Norimberga. Il più noto è stato presieduto da un Tribunale Militare
Internazionale, e vi parteciparono, oltre agli Stati Uniti, anche l’Inghilterra, la
Francia e l’Unione Sovietica. Alcuni vennero arrestati, altri giustiziati.
La reazione dei tedeschi alla scoperta dei campi fu lo shock.
In base a quanto riportato durante alcune interviste degli Alleati ai
civili tedeschi, alcuni non sapevano affatto dell’esistenza dei campi di
concentramento. Altri ne erano a conoscenza, in alcuni casi perché
conoscevano persone che vi erano state internate, ma credevano che le
persone deportate sarebbero state reintegrate nella società, e che erano
costrette ai lavori forzati, senza immaginare il reale scopo omicida. Altri
ancora credevano che solo gli oppositori politici, o coloro sospettati di
tramare contro lo stato, erano internati nei campi. Solo una piccola parte
69
della popolazione era veramente a conoscenza dei campi, delle persone che vi
erano all’interno, e dei reali crimini perpetrati durante la loro esistenza.
I fautori dello sterminio, in particolar modo i partecipanti della
Conferenza di Wannsee, furono molto accurati nel tenere l’operazione in
assoluta segretezza. Inoltre, durante le comunicazioni interne utilizzavano
spesso eufemismi o termini molto vaghi rispetto a quello che realmente
significavano, come “evacuazione” o “reinsediamento ad Est” o “lavorare
all’Est per il Reich”. Per questo, nei casi in cui, nonostante l’assoluta
segretezza del programma, era trapelata qualche voce tra la popolazione, la
gente non aveva idea della reale consistenza di quel “reinsediamento”. I
campi furono costruiti quasi tutti in Est Europa, di meno in Germania o in
altri paesi sotto il controllo nazista, e in entrambi i casi erano molto lontani
dai luoghi abitati.
Tuttavia durante i primissimi anni del dopoguerra, nonostante la
campagna di denazificazione e lo shock della popolazione, si preferì restare in
silenzio. La gente non aveva voglia di ricordare, come se non volesse
realmente affrontare la realtà, e diventare cosciente del suo ruolo in tali
episodi. L’argomento divenne un tabu. In generale, i tedeschi occidentali
condannavano le atrocità commesse dai nazisti, ma ne presero le distanze,
non svilupparono un senso di colpa collettiva, ma cercarono un pretesto per
giustificarsi. Il motivo per il quale i nazisti erano saliti al potere era secondo
loro la debolezza della democrazia durante la Repubblica di Weimar.
L’attenzione maggiore fu rivolta alle vittime tedesche della guerra,
come persone rimaste invalide, o donne vedove, o i profughi cacciati dai
70
territori ex tedeschi. L’attenzione verso gli ebrei o altre categorie
perseguitate fu pressoché minoritaria.
Inoltre, con l’inizio della guerra fredda, gli Alleati abbandonarono la
campagna di denazificazione, e fra i tedeschi, impegnati nella restaurazione
del loro paese, la questione passò in secondo piano.
Negli anni 50 però la neonata Germania dell’Ovest si caricò
dell’eredità e della continuità del popolo tedesco, e si impegnò a pagare
cospicue somme di denaro come riparazioni alle vittime ebree del nazismo, e
ridare loro alcuni beni confiscati durante il regime. La maggior parte del
denaro finì in Israele, mentre un’altra buona parte ad ebrei rimasti in Europa.
Altre vittime, come oppositori politici, est europei, zingari, ecc… non
ricevettero mai nessun indennizzo dalla Germania dell’Ovest. Ma alla fine del
decennio fu eletto cancelliere Konrad Adenauer, che era intenzionato a
fermare la campagna di denazificazione. Numerosi ex membri delle SS e altri
ex funzionari nazisti sotto arresto furono rilasciati, e dichiarati reintegrati
nella società.
Molti di loro ottennero buoni lavori e un ottima posizione sociale.
La prima vera svolta verso uno sviluppo collettivo di senso di colpa, o
di riflessione si ebbe negli anni 60. In quel periodo ebbero luogo altri
processi, come quello di Francoforte, in cui la maggior parte degli imputati,
all’epoca della guerra, aveva prestato servizio nel tristemente noto campo di
concentramento di Auschwitz, o il processo ad Adolf Eichmann, catturato in
Argentina dai servizi segreti israeliani, processato in Israele e poi condannato
a morte per impiccagione. Questi avvenimenti furono come un eco nelle
71
orecchie dei tedeschi, risvegliarono fra i giovani quei sentimenti che i loro
genitori avevano cercato di ignorare nell’immediato dopoguerra. Era infatti la
seconda generazione del vecchio Terzo Reich. Nacquero movimenti
studenteschi e giovanili, che risollevarono la questione.
Questi movimenti poi si ampliarono nel 1968, condannavano
pubblicamente ogni tipo di atrocità commessa nella Germania nazista, e
dichiaravano tutto il popolo tedesco responsabile di tali crimini. Chiedevano
ai loro genitori come avessero fatto a permettere che tutto ciò avvenisse,
senza reagire né prima né durante il periodo nazista, addirittura
appoggiando le ideologie propugnate dal regime.
Durante gli anni 70 e 80 questo fenomeno si ampliò ancora di più fra i
cittadini tedeschi occidentali. Tutti oramai avevano risollevato la questione,
dedicarono maggior attenzione alle vittime dei campi, e svilupparono un
notevole senso di colpa collettiva. Numerose opere teatrali, film, libri, alcuni
dei quali provenienti anche dall’estero, che narravano le vicende avvenute
nei campi di concentramento ebbero un immediato successo.
2.2 Dopoguerra ad Est:
Anche l’Unione Sovietica rimosse l’intero apparato
burocratico e amministrativo nazista. Catturò poi migliaia di
persone che erano legate al nazismo, portandoli in specifici
campi in Unione Sovietica. Spesso vennero deportati in
seguito ad un processo sommario, o senza processo. Il
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processo di Vergangenheitsbewältigung in Germania dell’Est
fu del tutto diverso.
Anche la RDT condannò ciò che aveva commesso la Germania nazista,
e anch’essa cercò una giustificazione, che fu la repressa rivoluzione
comunista, la quale avrebbe evitato l’ascesa al potere di Hitler. Negli anni 40
la SED sostenne le comunità ebraiche della Germania orientale, per esempio
con sussidi economici per coloro che volevano emigrare in Inghilterra o negli
Stati Uniti, o per preservare alcuni memoriali costruiti per le vittime del
nazismo. Nonostante si fosse dimostrato inizialmente contrario, il governo
decise nel 1949 di varare una legge per la restituzione agli ebrei
sopravvissuti di gran parte dei beni di cui erano stati confiscati durante il
nazismo.
Tuttavia la Germania dell’Est si dichiarò uno stato socialista e
antifascista, motivo per cui non aveva niente a che fare con i crimini
commessi dalla Germania nazista. Responsabile di questi crimini era l’élite
nazista che era al governo in quel momento, e che dopo la fine della guerra
era fuggita verso ovest, essenzialmente composta da Junker, il resto
dell’aristocrazia tedesca, e la classe militare. Di conseguenza la RDT, così
come l’Unione Sovietica, non avviò nessuna campagna di sensibilizzazione
nel suo territorio.
Le principali vittime dei nazisti erano i comunisti, i partigiani, o altri
oppositori politici, molti dei quali vennero deportati nei campi. Avevano
lottato contro il regime, mentre gli ebrei furono semplicemente delle vittime
passive. Dunque lo stato prestò commemorò principalmente le vittime della
73
resistenza, o le vittime dell’Est Europa, la considerazione verso gli ebrei
occupò solo un piccolo spazio.
Secondo la RDT l’antisemitismo venne strumentalizzato dai nazisti per
l’accanita lotta contro il comunismo.
Durante la Guerra Fredda la RDT accusò spesso la RFT di continuare
una politica fascista, soprattutto quando, durante il governo Adenauer, molti
ex nazisti occuparono ranghi importanti della società tedesca occidentale.
Durante tutta la sua esistenza la RDT non riconobbe mai Israele come
vero e proprio stato e non pagò ma alcuna riparazione alle vittime ebree,
bensì solo alle vittime della resistenza antinazista e, in generale, alle vittime
dell’Europa orientale.
Nonostante ciò, alcune persone in Germania dell’Est sollevarono la
questione della colpa collettiva dei tedeschi, come alcuni scrittori, che
criticavano i tedeschi e la socialdemocrazia dell’epoca pre-‐nazista per non
aver fatto nulla, e anche alcune organizzazione antifasciste.
Altri sentirono il bisogno di educare il popolo all’antifascismo, e lo
esortarono all’autocritica attraverso libri di storia, o i mass media. Molti
funzionari della stampa comunisti pubblicarono articoli riguardo un senso
autocritico collettivo. In generale, apparte questi piccoli sforzi, la SED mise a
tacere ogni critica ai tedeschi.
74
3.2 Oggi:
Dopo la riunificazione tedesca l’intera Germania ebbe
l’opportunità, per la prima volta, di confrontarsi con il
passato. La Germania di oggi si trova nell’epoca della terza
generazione del dopoguerra. La Vergangenheitsbewältigung,
che iniziò a svilupparsi massivamente negli anni 60, si è
protratta nel corso dei decenni e ha portato sempre più
tedeschi alla riflessione, diventando parte integrante della
cultura tedesca e continuo argomento di dibattiti. Ma come
ha influito il passato della Germania sulla società tedesca di
oggi?
Quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale è
semplicemente il risultato di un lungo processo già iniziato nel secolo
precedente. Nel XIX secolo i tedeschi, che ancora una nazione senza stato,
svilupparono un sentimento nazionale, amavano la loro patria e il loro
popolo e sognavano un paese in cui tutti potessero sentirsi tedeschi, anziché
solo prussiani, o bavaresi.
In seguito ai successi militari di Bismarck questa coscienza nazionale
si trasformò poi in esaltazione della patria, in vero e proprio orgoglio,
nonostante alcuni, tra cui Fichte, avevano già introdotto questi concetti in
epoca napoleonica. I tedeschi capirono che insieme potevano costruire grandi
cose, la prima fra queste l’avevano già costruita, una patria.
75
Ciò fu accompagnato ad un notevole e rapido sviluppo industriale, che
accrebbe ancora di più l’orgoglio nazionale tedesco, portando i tedeschi a
desiderare sempre di più per il loro paese.
In base alle definizioni riportate a pag.1 si potrebbe definire una sorta
di linea di demarcazione oltre la quale si passa dal patriottismo al
nazionalismo. Questa sottile linea venne oltrepassata dai tedeschi più o meno
in questo periodo, nel prospero e glorioso periodo post-‐unificazione.
Già a ridosso del XX secolo emersero concetti come l’espansione della
supremazia tedesca in Europa e persino in Africa, la Germania come nazione
superiore alle altre, e l’odio verso gli ebrei, inquadrati come nemici dello
stato e del popolo.
Per questo tali concetti non erano affatto nuovi quando venne
pubblicato il Mein Kampf. Essi si concretizzarono poi in legge, in azione, e in
convinzione comune nazionale quando salì al potere Hitler, che non era
nient’altro che un erede di tutti quei partiti politici o quegli intellettuali che
avevano esposto tali ideali almeno 50 anni prima.
In questo periodo si assiste al culmine più totale dell’orgoglio
nazionalista tedesco, ultima tappa del crescente sentimento nazionale. Ed è
proprio da questo punto che l’orgoglio nazionale collettivo dei tedeschi, dopo
un secolo di ascesa, cambia repentinamente direzione con una brusca
discesa.
In seguito alla scoperta di quanto avvenuto nella Germania del Terzo
Reich, e in seguito poi alle ondate giovanili di denuncia sociale degli anni 60,
quasi ogni spiraglio di sentimento nazionale è stato soppresso.
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È ciò che si può evincere osservando le tabelle nella pagina seguente,
che mostrano i risultati di due sondaggi condotti dal World Values Survey.
La domanda era “Quanto sei orgoglioso di essere (nazionalità)?”, con
valori che vanno da 1 (non orgoglioso) a 4 (molto orgoglioso)
Primo sondaggio (1990-‐1992) Secondo sondaggio (1995-‐1997)
Come indicato sopra le tabelle, entrambi i sondaggi sono stati condotti
dopo la riunificazione, quindi nella terza generazione del dopoguerra. In
entrambi i sondaggi la Germania ha il punteggio più basso, persino più basso
Paese Punteggio
Stati Uniti 3,72 Sudafrica 3,55 Canada 3,53 Slovenia 3,46 Spagna 3,28
Danimarca 3,27 Italia 3,25
Svezia 3,22 Francia 3,18
Finlandia 3,17 Belgio 3,07
Paesi Bassi 2,93 Germania 2,75
media 3,26
Paese Punteggio Venezuela 3,92 Stati Uniti 3,72 Sudafrica 3,73 Perù 3,68 Turchia 3,64 Polonia 3,55 Australia 3,54 Spagna 3,40 Cile 3,38 Finlandia 3,29 Argentina 3,29 Svezia 3,13 Moldavia 2,98 Giappone 2,85 Russia 2,69 Svizzera 2,59 Lituania 2,47 Lettonia 2,10 Germania 1,37 media 3,12
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della media totale. Da ciò si può constatare quindi che la Germania oggi non è
un paese orgoglioso.
Il livello di patriottismo in Germania ha raggiunto, in meno di un
secolo, due punti estremi, oscillando da un livello altissimo ad un livello
molto basso.
Un altro indicatore significativo di questo fenomeno è l’inno nazionale,
simbolo per definizione di orgoglio patriottico di ogni paese del mondo.
Il testo dell’inno nazionale tedesco, “Das Lied der Deutschen” (il canto
dei tedeschi), fu scritto durante l’epoca di Bismarck dall’autore tedesco
August Heinrich Hoffman. La melodia invece venne scritta dal compositore
austriaco Franz Joseph Hayden prima del XIX secolo.
La prima strofa, che recita “Germania, Germania al di sopra di tutto, al
di sopra di tutto nel mondo” significava che l’unità nazionale doveva essere il
primo pensiero di tutti i tedeschi, riferendosi al periodo in cui i tedeschi
stavano lottando per un’unificazione. Tuttavia la Germania adottò quest’inno
solo nel 1922. Quando Hitler salì al potere, nel 1933, l’inno tedesco era
costituito solo dalla prima strofa dell’inno originale, seguita dal testo di una
canzone delle SA. Hitler reinterpretò totalmente il significato delle prime
righe, adattandole alle sue idee di supremazia tedesca. Nel 1945 gli Alleati,
durante la denazificazione, censurarono l’intero inno. Nel 1952 consentirono
alla Repubblica Federale Tedesca di adottare il brano come inno nazionale,
ma imposero loro di adottare solo la terza strofa, proprio per via del
contenuto delle prime due, il cui significato venne cambiato in epoca nazista.
Oggi l’inno nazionale tedesco è costituito solo dalla terza strofa.
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« Deutschland, Deutschland über alles, « Germania, Germania, al di sopra di tutto über alles in der Welt, al di sopra di tutto nel mondo, wenn es stets zum Schutz und Trutze purché per protezione e difesa brüderlich zusammenhält. si riunisca fraternamente. Von der Maas bis an die Memel, , Dalla Mosa fino al Nemunas von der Etsch bis an den Belt: dall'Adige fino al Belt: Deutschland, Deutschland über alles, Germania, Germania, al di sopra di tutto über alles in der Welt.! al di sopra di tutto nel mondo. Deutsche Frauen, deutsche Treue, Donne tedesche, fedeltà tedesca, deutscher Wein und deutscher Sang vino tedesco e canto tedesco, sollen in der Welt behalten devono mantenere nel mondo ihren alten schönen Klang. il loro antico, bel suono. Uns zu edler Tat begeistern Che ci ispirino a nobili azioni unser ganzes Leben lang lungo tutta la nostra vita Deutsche Frauen, deutsche Treue, Donne tedesche, fedeltà tedesca, deutscher Wein und deutscher Sang. vino tedesco e canto tedesco. Einigkeit und Recht und Freiheit Unità, giustizia e libertà für das deutsche Vaterland! per la patria tedesca! Danach lasst uns alle streben, Aspiriamo orsù a questo, brüderlich mit Herz und Hand! fraternamente col cuore e con la mano! Einigkeit und Recht und Freiheit Unità, giustizia e libertà sind des Glückes Unterpfand. sono la garanzia della felicità. Blüh im Glanze dieses Glückes, Fiorisci nel fulgore di questa gioia, blühe deutsches Vaterland. » fiorisci, patria tedesca! »
4.2 Conclusione
I tedeschi, in qualità di popolo e nazione, sono per certo responsabili
per quello che hanno commesso in passato, e lo saranno per sempre. Il
passato non può essere eliminato, né dimenticato.
Ma il esso non serve solo come lezione per il futuro, per evitare che
simili avvenimenti accadano nuovamente, bensì anche come strumento di
unità di un popolo, quella che i tedeschi chiamano Volksgemeinschaft,
contemplata dal popolo tedesco sia prima che durante l’unità nazionale.
Bismarck cercò di sviluppare l’unità nazionale attraverso la guerra contro un
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nemico comune, Hitler cercò di raggiungerla attraverso un’identità razziale. I
tedeschi di oggi possono raggiungerla attraverso un’esperienza comune, che
hanno vissuto insieme, che hanno elaborato, e che stanno tutt’ora elaborando
insieme, senza che quest’esperienza sopprima l’unità del popolo, il loro
orgoglio, e l’amore per il loro paese. Al contrario, deve rendere il popolo più
maturo e consapevole di ciò che è stato e di ciò che è oggi.
Per questo ogni popolo ha il diritto e il dovere di amare sia il proprio
paese, in quanto culla della sua cultura, della sua lingua, della sua identità,
delle sue tradizioni, della sua storia…e sia tutti gli altri paesi, che
analogamente alla patria sono altre culle di altre culture, lingue, identità,
tradizioni, storie... Sia la nostra patria e sia gli altri paesi contribuiscono
all’armoniosa molteplicità e alla varietà del nostro pianeta.
80
Bibliografia
Profili N.48. Bismarck. Pietro Orsi-‐ A.F FORMIGGINI EDITORE DI ROMA Discorsi alla nazione tedesca. Johann Gottlieb Fichte Da Ottone di Sassonia ad Angela Merkel. Società, istituzioni, poteri nello spazio germanofono dall’anno Mille ad oggi. Bruno Mantelli La Repubblica di Weimar. Gunther Mai Mein Kampf. Adolf Hitler Se questo è un uomo. Primo Levi Storia della Germania nazista Le tre Germanie. Est, Ovest e Berlino. Michael Gehler Ritorno a Berlino. Lilli Gruber, Paolo Borella Il rifiuto di un’eredità difficile. La Repubblica Democratica Tedesca, gli ebrei e lo stato di Israele. Sara Lorenzini German reaction to Nazi atrocities, tratto da The American Journal of Sociology, vol. 52 n°2, The University of Chicago Press
Sitografia
http://www.treccani.it/vocabolario/patria/
http://www.treccani.it/enciclopedia/patriottismo_(Dizionario-‐di-‐Storia)/
http://www.treccani.it/enciclopedia/nazione/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazionalismo_(Dizionario-‐di-‐Storia)/ http://www.itinerarigrandeguerra.it/Le-‐Condizioni-‐Di-‐Vita-‐Dentro-‐La-‐Trincea
81
http://www.homolaicus.com/ http://www.massimilianocarocci.net/wp-‐content/uploads/2013/04/Seconda-‐Guerra-‐Mondiale.pdf http://www.studenti.it/seconda-‐guerra-‐mondiale-‐cronologia-‐battaglie-‐protagonisti.html http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=436
82
INTRODUCTION
This thesis shows a comparison between Germany’s patriotism and
nationalism in the past and in the present. It mainly focuses on the Modern
history of the country. It starts from the first years of the 19th century, when
these values developed significantly and left a mark on the German history,
and goes on until the current days, in which these values have grown dim.
This is exactly the main topic, the sudden change of the population, the
comparison between an old deeply nationalist Germany, and a modern
Germany where these values have been suppressed in few decades. This
thesis explains how history played a fundamental role in this swift change,
how it influenced the German population.
I have chosen to deal with this topic after my Erasmus experience in
Dresden, Saxon former East German city. Through spending five months in
the city, where I had the opportunity to get in touch with local people, I could
observe in person consequences of the past on the current society.
This phenomenon raised my interest and curiosity.
83
I NATIONALISM AND PATRIOTISM IN GERMANY
1.1 The beginning
A national consciousness in Germany in Modern history arose in the
first years of the nineteenth century. In that period Germany was just divided
into little independent states, and no one was thinking about a national
unification. But when Napoleon conquered the western German lands the
spirit of Germans was suddenly roused. Some intellectuals of that time, such
as Johann Fichte, developed a national education. He started to celebrate
devotion for the homeland, the eternity of the nation, and glorified Germany
as the master country above other ones. Ideals of Fichte and of other
intellectuals came over the German population. All Germans gathered and
they sent together the French enemy away. Western lands became
independent again. So Germans started to dream about a unified nation. But
in the Congress of Vienna, where European powers outlined European states
borders, diplomats only took care of the personal concerns of kings. Most of
local kings wanted to remain independent, and other European kings
preferred a divided Germany instead of a unified Germany. The first step for
a possible unification was the institution of the Frankfurt Parliament, where
all German countries, including Austria, joined together in the German
Confederation. All countries were independent as before, but they met to talk
about common interests. But there were always too many contrasts among
the participating countries, especially between Austria and Prussia, the two
main powers on the German area. The Austrian-‐Hungarian Empire was made
84
also by non-‐German countries, so this contradicted the nationality principles,
and it mostly did not agree with a German unification. That is why German
populations turned their hope to Prussia. Prussia was grounded on a strong
military tradition, its army was one of most powerful in Europe. Both the
king and the population had patriotic ideals, based on the common
development on the nation. The king Wilhelm I Hohenzollern elected Otto
von Bismarck as German chancellor. After some sessions in the Frankfurt
Parliament Bismarck realized that it would lead to nowhere. Prussia had to
lead the unification, since it was the only strong and capable country for this
mission, and not through diplomatic sessions, but with weapons.
His first move was to ally with Austria, to gain some Danish maritime
territories in a war against Denmark. The Austro-‐German soldiers defeated
the Danish army, and they divided with each other the territories. But
Bismarck had already foreseen some contrasts with Austria about division of
the lands. So Prussia declared war to Austria, which was defeated by the
Prussian army in the very first battle. Austria left all former Danish
territories to Germany, as well as the question of the unification and declared
the German Confederation to be dissolved. All other lands in Germany were
astonished for the unstoppable Prussian power. They founded the
North German Confederation. Every member kept its local power, but all of
them were subordinated to a federal parliament in Prussia. France started to
fear the growing power of Prussia and an eventual German unification. In
that period Prussia had some conflicts with France due to diplomatic matters.
Bismarck thought about using a war against France gathering all German
85
states as a common purpose to arouse the patriotic spirit of all Germans. In
1870 France attacked the Confederation, which was supported by the armies
of the southern lands. In this war Bismarck was more brutal than in any
other war. Also in this war Germany showed its military power and
destroyed the French army. Southern lands fought together with the
Confederation against a common enemy, thus stimulating their patriotic
spirit. So they felt a natural need to join the Confederation. After signing the
last treaties, in 1871 the German Empire was declared, with Wilhelm I as
Emperor. The German Empire took from France the territory of Alsace-‐
Lorraine, without annexing it to the Empire. Germans were now united not
only culturally and linguistically, but concretely in one nation.
The German society of that period was totally touched by the
successful battle and unification, by Bismarck’s political and military actions,
and by his obstinacy and impetus. Lots of intellectuals started to glorify
Germany. Also the rest of world noticed Germany’s greatness, its political and
military success, its further industrial development, or the birth and
emancipation of the Socialist Party.
2.1 The unified Germany
After its unification connection between German territories was much
easier, and many railways were built, thus improving transportation and
86
trade. Lots of industries, firms and factories stood out, and Germany turned
into a capitalistic country. A middle capitalist class emerged, their industries
developed more and more, extending their business also abroad. Also a
working class started to take shape. But after some successful years German
industries had a period of crisis. So industrial producers hardly exploited the
working class, reduced their salaries, their living standard decreased, lots of
workers became unemployed. Bismarck carried on unification with some
bureaucratic, administrative, military, financial and legal reforms. He firstly
had some hard contrasts with the catholic party (Centre Party) concerning
political influence of the Pope and the Catholic Church. These contrasts
ended when a major political opponent came up, the newborn and rising
Socialist Party (SPD). Both parts roundly fought against each other. This
conflict came to an end when the new emperor Wilhelm II ascended the
throne, and forced Bismarck to resign. At the same time Germany reconciled
with Austria. Russia had some diplomatic contrasts with Austria, Bismarck
was able to exploit these contrasts, and to ally with Austria against Russia,
after Russia had intervened in some questions concerning Germany and
France. Moreover both Russia and France were fearing the new growing
power of Germany, reason why they allied with each other. Bismarck
included Italy in their alliance to ensure a military support on the German
west side, by exploiting contrasts between Italy and France.
In the last twenty years of the 19th century some new right-‐wing
parties were founded. These parties had conservative, ultranationalist, racist,
and anti-‐Semitic ideas. Some of them supported old Prussian traditions and
87
society, grounded on militarism and a straightly hierarchical society. Some
others thought Germany was the ideal nation to unify Europe in one only
Mitteleuropa (Middle/Central Europe) under German supremacy. Other
parties wanted to expand German supremacy in Africa, thus creating a
Mittelafrika (Middle/Central Africa), considering Central Africa as ideal and
strategic area. Some parties pointed out the Jew as the enemy of the nation.
There were already political parties called German Anti-‐Semitic League or
Anti-‐Semitic Popular Party. Bismarck had already approached a colonial
policy, and used it to reinforce common national identity, but he only
conquered some few African lands. But after these new tendencies came out,
Germany founded the German Colonial Society and set a very strong fleet up.
So Germany expanded its colonies, becoming a hard competitor of England
and France. This increased the already growing hostilities between Germany
and France, and all these matters led European nations to divide into two
different military blocs, the Triple Entente (England, France, Russia) and the
Triple Alliance (Germany, Austria, Italy).
3.1 The First World War
Expectations of this war were good in Germany. For a lot of right-‐wing
parties Germany would expand its supremacy in the contemplated
Mitteleuropa and Mittelafrika, Moreover the war would further unify all
German citizens. For the Socialist Party this was the occasion to take
88
patriotically part in the war, thus supporting the government. After the
assassination of the Austrian prince Franz Ferdinand by the Serbian
nationalist Gavrilo Princip in Sarajevo Austria declared war on Serbia. Russia
intervened against Austria, aiming at getting a political control on Serbia.
From this moment on all nations involved in the treaties previously
signed waged war with their allies. Germany declared war on Russia. Then it
invaded France with the Schlieffen Plan, which consisted in attacking France
on three different fronts, so as to wrongfoot French troops. But it was not
properly put into practice, so the conflict lasted longer than expected. But it
had to invade Belgium, which was protected by England, so England declared
war to Germany. The war turned swiftly into a hard war of attrition. Soldiers
were fighting from foxholes, remaining there for many months. Many people
died every day, without the war having significant changes. By 1914 the
Triple Entente mainly won. German economy was not prepared at all for such
an endless bloody war, the government subjected the population to a hard
regimentation. In 1915 German troops won several times in Russia. Italy
intervened, but waged war with the Entente, because it wanted to get
unredeemed lands back from Austria. England had still the world’s most
powerful fleet. It defeated Germany in Africa and obtained a lot of German
colonies. In 1916 Germany and Austria were surrounded on two fronts by
Russian, French and Italian troops, while more and more millions of people
were dying. In 1917 the U.S.A. waged war against Germany, after Germany
decided to attack every ship close to England. In several warring countries a
lot of revolutions and laboring strikes were taking place, due to the extreme
89
conditions people were living in. Every country realized it was impossible to
go on with this war. After its domestic bourgeois democratic revolution
Russia had to agree to a peace with Germany, which obtained lots of
territories. Germany tried one last brutal attack against French-‐British
troops, but it failed. In 1918 Germany had to agree to the peace treaty
proposed by the American president Wilson. At the end of the war Germany
had lost over two million people, both soldiers and civilians. Death rate
among old and young people had reached dreadful levels.
The peace treaty was discussed and signed in Versailles. Other
European powers blamed Germany for having provoked the war, for all
related disasters, due to its usual supremacy wish. They aimed at weakening
it so as to make it harmless and to create a balance in Europe. Then everyone
harbored personal interests or old grudges. Germany lost all territories
previously conquered. They were given to Poland, to Denmark, and Alsace-‐
Lorraine to France. German colonies in Africa were divided between England
and France. Germany had to pay 132 billion marks of war reparations to
France and its allied countries. France occupied the German Territory of the
Saar Basin. Later, since Germany could not regularly pay its reparations,
France also occupied the Ruhr Region. The German army was restricted to
100.000 men. German economy and population, still suffering the after
effects of the war, definitely collapsed owing to these sanctions.
90
4.1 The fall of the Empire: Germany becomes a Republic
Some members of the Socialist Party, among which Karl Liebknecht
were against the war. In 1915 lots of workers in Berlin organized protests
and strikes against the bad living conditions due to the war. Two years later
Karl Liebknecht and his followers split from the party and founded the
Independent Social Democratic Party (USPD). They had pacifist and
revolutionary ideals, whereas the original SPD was reformist, so in favor of
the state and institutions. In the same year a rebellion in Kiel took place. The
German fleet was ordered to attack the British one at their naval bases, then
to trigger an offshore battle. The crew of the Helgoland and Thüringen ships
refused to obey, aware that they would be devastated by the powerful British
power in a war which was expected to be lost. Mutinied sailors were
captured and taken to Kiel. They were then tried and kept under arrest. Other
members of the fleet rose up to release the rebels, since they had saved their
life by avoiding that mortal conflict, and to put an end to that bloody and
desperate war. The insurrection spread across the whole city of Kiel.
Workers, USPD members, trade unions also joined the protest. Some soldiers
were sent there to crush the revolt, and opened fire. Rebels also reacted with
fire. Some people died, others were wounded. Military officers called all
troops for a general appeal. But a USPD member suddenly took the floor, and
called upon all soldiers to set revolutionary councils up. So they did, and
blended their councils with the workers ones. At the end of the war they also
91
started to protest about other issues, such as salary increase. The governor of
Kiel sent some troops from the city of Altona. But also in this case the troops
joined the revolt, which was turning into a real revolution. Only the social
democrat Noske, sent by the chancellor, could partially calm down the rebels.
But most of them went away from Kiel and spread the revolution to other
cities, reaching, after some days, Berlin.
The Emperor Wilhelm II seemed not to be able to react to the
revolution. He could no more trust his Imperial Guard nor his officers,
because they feared their soldiers would not obey. The chancellor Max von
Baden and the social democrat Friedrich Ebert repeatedly asked the Emperor
to resign, so as to have free rein to crush the revolution. But he refused. The
SPD mobilized those troops who had not been involved in the revolution, to
control the rebels in Berlin. In the same hours the chancellor, without caring
about any communication from the Emperor, announced by himself that the
Emperor had resigned, and that the chancellor would keep being in charge up
to the time of a new political order.
The Emperor was considered a defector, so he ran way to the
Netherlands. Ebert transferred his charge to von Baden. The SPD then
declared from the balcony of the Reichstag, the German federal parliament,
the birth of the free German Republic.
In 1919 the main German political parties gathered in Weimar
National Constituent Assembly, to write a new constitution. They left the
same previous political structure, so a constitutional monarchy with a
chancellor, but the Emperor was replaced with a President
92
(Reichspräsident). In these years the Communist Party (KPD) was founded. It
was in favor of a soviet Republic like Russia.
The political climate was tense. Everyone yearned for the power, and
not all social and political classes were satisfied with the new republic. The
main left and right-‐wing parties organized violent demonstrations and
revolts which often ended up with bloody conflicts against political rivals or
against Freikorps, the new paramilitary organization of the Weimar Republic.
Also the social climate was going through hard times. Disasters of the First
World War and the severe clauses imposed by the Treaty of Versailles let the
crisis overflow in all social classes. The German people harbored anger for
the winning nations who cast Germany into poverty.
5.1 There comes a certain Adolf Hitler
Among the several German parties there was the German Workers’
Party. It was not very known, and had only a few members and few seats in
the Parliament. In 1920 Adolf Hitler joined the party. He originally came from
Austria. He stopped studying during his junior high school years, according to
his teachers, he was not inclined for discipline and for study. His dream was
93
to study in the Academy of Fine Arts Vienna, but he did not even succeed in
accessing. After living as a homeless in the Austrian capital he moved to
Munich. He joined the German army in the First World War, stood out as
soldier and received an Iron Cross. After joining the party Hitler started to
catch the attention of other party members and of the public opinion for his
particular communicative skills in his speeches in Munich’s alehouses. He
blamed the government because it was unable to overcome the crisis and led
Germany to give in to the Treaty of Versailles. Democracy only caused chaos
and could not turn the situation around. Germany had to be led by one only
person, who was strong and charismatic enough to restore the country. He
also blamed France and other nations for having ruined Germany. But
according to him, people who have always been ruining Germany and the
rest of the world were Jews and Bolsheviks. Jews advocated worldwide
capitalism, they had never had a homeland, but have always been settling
germs in other populations in order to destroy them. Bolsheviks led Russia to
a revolution and then to its political collapse, caused only chaos and were
manipulated by Jews to upset the global order.
Hitler did not talk to the minds of people, he tried to talk to their
hearts and their consciousness, by exploiting Germans’ indignation,
hopelessness, anger and dissatisfaction. The party started to take up far-‐right
ideas and changed its name to National Socialist German Workers’ Party
(short form: Nazi Party). This peculiar name aimed at attracting people from
all social classes, including both right-‐wing factions and the working class,
because its ultimate goal was national unity, but also to get as more followers
94
as possible. Hitler’s speeches and party slogans addressed every time a
different social class. In 1921 he became one of the main party managers.
Another important member, Ernst Rohm, set up a party paramilitary force,
the SA, which were under his direct control.
In 1922 the economic crisis and unemployment were more and more
increasing, so the government began massively to print more banknotes, thus
causing inflation. German economy was on the edge of the abyss, whereas the
bitter fight for the power and political assassinations were going on.
In 1923 the first improvements started to be seen. The chancellor
Stresemann turned out to be a skillful diplomat, and discussed with war
winner nations to revise some clauses of the Treaty of Versailles.
Adolf Hitler attempted a coup in Munich, but it did not succeed and
Hitler was arrested. Even during his trial he used his great communicative
skills and held political speeches, catching the attention of the whole
courtroom and of the public opinion, thus getting the minimum sentence, of
which he served only one year. Throughout his detention he wrote his own
book, the Mein Kampf (My Battle). Here he clearly explained his whole
political ideas and plans. He asserted humankind is divided into races, each
race fighting to survive, so he considered war as a natural process. The Aryan
race, i.e. of Nordic-‐German ancestry, is the most perfect and purest race, and
it is superior to all other races. Aryans had to take revenge on other nations
which had bent them, and were the ideal race to create a unified and strong
Europe under their supremacy, through war.
95
In his racial straight hierarchy Jews were at the last place. They were
the genetically dirtiest and most impure race. Slightly better than the Jews
there were the Slavs. He also scorned capitalism, communism and
bourgeoisie. But only few people read the book. In 1924 the United States
launched the Dawes Plan, so German economy and social wellness finally
grew again, the Golden Age of the Weimar Republic began. In those years
Germany became the main European focus of theater, cinema, music and art.
When Hitler was released in 1925 he was more famous than previously. He
understood that he had to take the power legally, in prison he had improved
his communicative abilities. He kept holding speeches and doing propaganda,
and persuaded more and more people. His oratory was his winning feature.
He meticulously prepared his speeches, he used simple and direct words,
with a hard but rousing and glorifying tone, and was used to repeat quite
theatrical gestures. But conflicts between the SA and anti-‐nazi factions often
occurred during his meetings. SA were for Hitler too undisciplined,
aggressive and chaotic. So Hitler created a personal paramilitary force, the
SS, which were directly under his control. His propaganda became more
effective when Joseph Goebbels joined the party. He was really able to use
mass media and to organize meetings and public events.
In 1929 the Golden Age of the Weimar Republic suddenly came to an
end due to the Wall Street crisis. The American economy collapsed, and so
did, in a chain reaction, the economy of nations involved in American credits,
especially the German one. Population entered a crisis again, even worse
than the previous one. From now on lots of people started to rely on the Nazi
96
or on the Communist Party. This was an advantage for the NSDAP, whose
votes suddenly increased in the Parliament between 1928 and 1930. In 1932
unemployment and poverty were the plague of Germany. In those years the
government was not able to face the crisis. After 1932 other several elections
took place, where Nazis got ups and downs. Hitler was very capable to
establish some strategic agreements with former chancellors, then with
Hindenburg, the Reich’s President. In 1933 Hindenburg named Adolf Hitler
chancellor of Germany. As soon as the new chancellor was announced, people
from all over Germany exulted and celebrated the event, whereas in Berlin
there was a military parade, and the Mein Kampf became very famous.
6.1 Germany during National Socialism
Hitler was already supported by the capitalistic and military German
élite, such as economists, big industries, aristocracy. They exploited his
position to put into practice their own economic and plans, and achieved
their personal interests. In this way Hitler could suddenly restore the
German economy, industries, society and rearmed the German army, so as to
make it more and more powerful. The population started to live in
prosperous conditions.
97
He started a process of total nazification. He promoted a law, agreed
upon by Hindenburg, which temporarily suspended civil rights. So the SS, the
SA and other similar forces could arrest whomever they thought to be
suspect without a fair trial. They flared up into a wave of violence against
Jews and Communists, and arrested lots of them. Then another law was
passed, which gave Hitler full authority over every law or political decision,
with or without consent of the Parliament. All other parties were dissolved
and then declared illegal. Germany became a single-‐party country. Then he
launched a series of bureaucratic and administrative reforms which expelled
Jews and political opponents from every important field of society. Within 3
years, they could not work anymore as doctors, lawyers, teachers, etc…
These jobs were replaced by people supporting the Nazi regime. Every
state structure was under the state control.
The political code was reformed, crimes punishable with death
penalty went from 3 to around 40.
In 1935 the Nuremberg laws entered into force, which undid Jews’
German citizenship, forbade marriages between Arians and non-‐Arians, and
forbade Jews from exhibiting the Reich’s flag. In these years some political
opponents, among which there were a few Jews, were deported to the first
concentration camps, planned for forced labor. The first one, Dachau, was
opened in 1933, it was close to Munich.
In 1938 the Crystal Night took place. Some SS and Nazi supporters
devastated several Jewish shop windows, and set fire to lots of synagogues,
lots of people died or were beaten. Jews themselves had to pay for the
98
damages, lots of their companies and banks were confiscated and given to
Arian citizens.
During his regime Hitler had to face a political opposition which had a
great influence on the state, and which had already emerged during
Bismarck’s chancellorship, the Catholic Church.
Hitler had always been supported by the Lutheran Church. It was
Nazified too, and named Church of the Reich. Catholics were persecuted by
the Nazi regime. The Pope was obliged to accept some agreements with
Hitler. He would stop taking position against him, and Hitler would stop
persecuting Catholics tolerate Catholicism as religion in Germany.
But the real nazification of the whole of Germany occurred on the
population, citizens were literally conformed to the system.
Hitler founded some organizations for German young people, the
Hitlerjugend (Hitler Youth) for boys and the Bund Deutscher Mädel (League
of German girls) for girls. They planned lots programs, such as public events,
meetings, summer camps, where young people were trained and educated to
the Nazi ideals and to the role men and women should have in the Nazi
German society. Pupils used new books at school dealing with Hitler’s life,
Jews’ cruelty, etc… and gymnastics became the main activity. Religion and
subjects dealing with other countries were restricted, and literature was
almost abolished, because of its usual freedom of thought and the several
Jewish authors. During exams pupils had to able to explain scientific and
biological theories on the Aryan race, and on the Jewish and the Slavic one.
99
After the Reichspresident Hindenburg died the German army, because
of some previous collaborations with Hitler, took the oath to the Führer.
Hitler also became Reichspresident.
The German army started to reject to divide its work with the chaotich
and undisciplined SA. Hitler agreed with it and ordered the SS to put SA
officers to death. In the Night of the long knives, also known as the Röhm-‐
Putsch, they murdered violently all main SA officers, the SA then died out.
7.1 The Second World War
After the military reforms of Hitler, the German army was the most
powerful one in Europe again. The first purpose of Hitler’s foreign policy was
to unify all territories inhabited by German communities.
In 1938 Austria and the Czechoslovakain territory of Sudetes were
annexed to Germany.
In 1939 Germany signed with fascist Italy the Pact of Steel. According
to the Treaty each of both nations would wage war with the other one, both
in aggression wars and in defensive wars. Germany then signed with Russia
the Molotov-‐Ribbentrop Pact, which was a non-‐aggression pact. They also
100
agreed to split Poland up into two parts. Poland, which was fearing Hitler’s
threatening aggressive policy, allied with England and France.
In the same year Germany invaded Poland and easily defeated its
army after few days. England and France did not even have the time to
intervene, they only waged war against Germany. The rest of the world was
astonished.
In 1940 Italy waged war with Germany. Germany also invaded
Norway, Denmark, Belgium, Luxembourg, and the Netherlands, with same
ease and speed. France was invaded too. French northern territories were
occupied by Germany, whereas in the southern ones a collaborationist
French government was grounded, which satisfied German requests.
Hitler tried to negotiate with England a non-‐aggression and to split
Europe up with it, but the British prime minister Churchill firmly refused. So
Hitler attacked England by air. The German Luftwaffe (Air Force) bombed
several British cities, and killed thousands of civilians. But the British Air
Force was very powerful, and had a better war technology. Germany lost a
huge amount of men and airplanes, and had to retreat. In the same year Japan
joined the alliance between Germany and Italy.
In 1941 Hitler had some contrasts with Stalin about division of some
Romanian and Balkan territories. Moreover, Germany was lacking provisions,
raw materials, and workmanship. So he planned an attack on Russia, named
Operation Barbarossa, the biggest land military operation ever. The aim of
this war was to enslave the Slavic population, to force them to work in the
immense Russian lands, full of raw materials, in order to increase the Reich’s
101
power and richness, and to overthrow the Jewish-‐Bolshevik elite. The
German army split into 3 groups. The first one directed to Leningrad, the
second one to Moscow and the third one to Kiev. The three military divisions
set off, and had serious hard times during their way. The immense Russian
steppes seemed to have no end, and due to the bad weather land often turned
into ooze, thus arresting and damaging several tanks.
The first division arrived to Leningrad and the second one to
Moscow’s suburbs after losing lots of men and tanks, and they faced a hard
Soviet resistance. The third one occupied Kiev, and then extended to Crimea,
a region full of crude oil. Germany waged war in Africa with the Italians
against England, where they had their ups and downs. The USA allied with
England signing the Atlantic Charter and waged war against Japan, so all
allied nations waged war against one another.
In 1942 the southern division of the Operation Barbarossa conquered
the whole of Crimea and a part of Caucasus, getting some more regions full of
crude oil. Hitler planned a new operation aiming at Stalingrad. German
troops faced the same difficulties of the previous year, and arrived to the city
after losing a huge amount of men and tanks. When they were around the city
the soviet army brutally reacted to the attack, and German troops
capitulated. Russia then allied with England and the USA. German-‐Italian
troops in Africa were defeated firstly by England, then by France, after
Americans landed.
In 1943 Hitler attempted for the last time to conquer Russia by
sending German troops toward Kharkov. Stalin promptly rearmed his troops.
102
Germans, as in the previous times, lost several men and tanks on their way
due to bad weather conditions. In the following months Germany lost
thousands of soldiers, tanks, and airplanes in a series of brutal and bloody
battles. Moreover Hitler had to intervene in Italy, so he definitely gave up the
Russian occupation.
Anglo-‐American troops led Germans to surrender in Africa, then they
landed in Sicily. Italy’s state split, North Italy maintained a Fascist
government, collaborating with Hitler, South Italy created another
government, collaborating with the USA. Americans arrived to Naples, Rome
was occupied by Germans.
England, the USA, and Russia planned a two-‐pronged invasion in
Germany, in order to put definitively an end to the war and to the
unstoppable German aggressive expansion.
In 1944 the USA landed in Anzio and moved on defeating Germans,
freed Rome, but stopped in front of the Gothic Line, a German defensive line
in Tuscany. The Russian army defeated the last German troops, and set off to
Berlin, while getting back all Eastern territories previously conquered by
Germany. They arrived to Poland. American troops landed in Normandy
(France) and brutally bombed German troops. After two months they freed
France and all other Central European lands, arriving to Aachen.
In 1945 both Anglo-‐American troops and soviet troops invaded
Germany. They violently bombed several German cities, most of them were
razed to the ground, millions of civilians died. Hitler hid in a bunker in Berlin,
he tried as more as possible to save what had remained of Germany. He sent
103
many young people to the war, most of whom died. He realized Germany lost
the war and committed suicide. The Russian Army arrived to Berlin, and Karl
Dönitz, Hitler’s successor, signed Germany’s capitulation.
8.1 The Final Solution of the Jewish Question
Before he came into power, Hitler had already stated his serious
worry for Jews in Germany in his speeches and in his Mein Kampf. When the
Nuremberg Laws entered into force thousands of Jews emigrated abroad, due
to the draconian social condition the had to live in. Soon after that, the
government launched a forced emigration plan, through which other
thousands of Jews were evacuated from Germany and sent to Palestine. But
results did not satisfy the German government. Then other forced emigration
plans were projected, but they raised several problems. When the Reich
gradually expanded in Europe, the number of Jews increased more and more.
The government thought about a specific area in the General Government (a
polish occupied territory not annexed to the Reich), called the Jewish
Reservation, where they would settle Jews, so as to isolate them from the rest
of the population and to control them while waiting for a further solution.
New ghettos in the main cities of the area were built, where lots of Jews were
104
forcedly settled. Overcrowding, a huge lack of food and healthcare, and petty
crime were ordinary in these ghettos, Jews’ living conditions were hard.
Transportation was full of organization and economic problems, and the
General Government control body complained about the huge amount of
Jews who daily arrived because of space problems. The plan was given up,
The Reich’s was expanding more and more, and so was the number of Jews
under the Reich’s control. The perspective of a final solution radically
changed. The SS created a special unit, the Einsatzgruppen. They were
charged to follow the German army during the Operation Barbarossa, and to
kill massively every single Jew and communist they found on their way. The
Einsatzgruppen brutally murdered hundreds of thousands of people,
including children and women. Contribution of local nationalists also was
significant. Some units executed their victims in front of other local
inhabitants. Other units, especially in the countryside, dragged their victims
into forests, after stripping them, and forced them to dig big mass graves, in
which they were thrown and shot. In addition to fire weapons, special
camions provided with gas chambers were used. Meanwhile, the government
kept asking for a total definitive solution. So all most important members of
the SS and of the several government office gathered in 1942 in the Wannsee
Conference. The conference was mainly held by Reinhard Heydrich (one of
the SS commanders), who explained to the other conference participants his
plans, which were soon put into practice. All Jews from all Third Reich’s
occupied countries were taken from their houses, or from the ghettos they
had been settled in, to designated train stations, then to be brought to
105
concentration camps. They were travelling into overcrowded wagons for
goods or cattle transportation for several weeks, some of them died along the
route due to the unhealthy conditions of the travel. After arriving to the
camps, all their belongings were taken and then sent to the Reich and
distributed among the population, their hair was shaved off and they had to
wear a blue-‐white striped uniform. Then they underwent the selection:
people not able to work were soon sent to the gas chambers, the others were
sent to the forced labor to death. Prisoners often died after a quite short time,
due to the hard labor conditions, illnesses and malnutrition. So Nazis created
very big factories where Jews worked intensively for Germany and were at
the same time exterminated. Rules of the camps were extremely strict, it was
very easy to receive corporal punishments or to be executed. Power abuses
and sadistic acts were also frequent.
This mass murder project also included all other people who, for
racial, political or behavioral reasons were not “suitable” to the Aryan
society. According to Hitler, German society had to be Aryan, genetically
pure, and had to live like a real Aryan, with a morally good and respectable
lifestyle. The mass extermination also involved: political opponents
(communists, socialists, partisans…), ordinary criminals, asocials (those who
acted against the society, or who did not work or produce for the nation, such
as tramps, beggars, prostitutes, alcohol or drug addicts…), homosexuals
(because of their perverse instinct and because they did not procreate new
Aryans), gypsies (one of the most contaminated races, without a homeland,
and with undisciplined and asocial behavior), Jehovah’s witnesses (they
106
refused to glorify the Führer and to enlist), stateless people (Spanish
republicans, sometimes gypsies, sometimes immigrants), war prisoners,
mentally or physically impaired people.
9.1 Germany after the Second World War
The USA, Russia and England planned how to deal with Germany after
its defeat in the Yalta and then in the Potsdam Conference. It was stated that
Germany was dangerous for the world balance and constant cause of violent
conflicts. They established the huge amount of war reparations Germany had
to pay to the USA, Russia, England and France. The winner powers would be
paid by occupying the German territory, which was split into four occupation
zones, until the creation by the four powers of a new government in
Germany. Berlin also was divided into four zones. The whole of Germany
was then demilitarized, their borders were outlined again, lots of territories
were given back to their former owners, and Austria became independent
again. All Germans living in these territories had to be expelled and settled in
Germany. Millions of German refugees were then expelled and resettled, their
travel was straining and more than 10% of them died.
107
The western powers joined their zones because of economic and
commercial issues. The USA launched the Marshall Plan, in order to restore
Germany’s economy, totally devastated after the war. The plan called for
some capitalistic reforms, Russia did not agree at all and refused to put the
plan into practice. From now on a series of contrasts started to raise between
western occupying countries and Russia. Both of them gradually started to
manage separately their occupied areas, these conflicts led them to a hard
tension which culminated with the Cold War, a war which was not physically
fought, but through several measurements, restrictions, espionage,
preventing patrol, and a constant risk of a real war. So issues concerning a
new German political order were gradually forgotten.
In the western zone a new monetary reform was launched, after
which lots of money started to flow to the East. This caused an inflation in the
eastern zone, reason why Russia launched a monetary reform in its zone too.
Soviets did not appreciate this, reason why they took the offensive
and started the Berlin Blockade. They blocked every terrestrial access from
West Germany to the sector of Berlin. The Allies organized the Berlin Airlift,
to carry constantly supplies to west Berliners by airplanes. Only after 11
months the Soviets called off the blockade.
Situation in the West: The 3 powers allowed the creation of the
Communist Party, the Social Democratic Party, the Christian Democratic
Union, and the Christian Social Union in Bavaria. Then the Center Party and
the Democratic Party also were founded again. Because of the increasing
108
tension with Soviets, they favored the creation of a state within their
territory. Local presidents wrote a constitution, called the Basic Law, which
was approved by the Western Allies. In 1949 the Federal Republic of
Germany (FRG) was declared. The Parliament had the main power, but had to
elect a chancellor. President’s role was almost symbolic. In the first elections
Konrad Adenauer, of the Christian Democratic Union, won. The Republic was
ruled almost all time from this party. Western Allies left their sovereignty to
the new-‐born Republic, but kept part of power and their troops in the area,
and forbade the rearm of the state. The FRG joined several organizations and
collaborations with other western nations, such as the North Atlantic Pact,
where the NATO was then founded, a defensive alliance for a possible war
against soviets.
In the Korean War the FRG was allowed to rearm, but its army was in
common with the ones of other NATO’s members and limited. West Germany
was a liberal, democratic and capitalistic country, its industries developed
very rapidly, also because of FRG’s several mineral sources. The capital was
Bonn. The government considered all Germans as German citizens, without
distinguishing East and West Germans.
Situation in the East: Soviet authorities solicited the creation of the
Communist Party and of the Social Democratic Party. The Center Party, and
the Christian Democratic Union also raised again, as well as other liberal
factions. All parties were in favor of a socially fair state, with equal rights for
everyone. New parties were founded, such as the Democratic Farmers’ Party,
109
the Liberal Democratic Party, and the National Democratic Party, made of
nationalist and conservative middle classes, including former members of the
NSDAP who did not receive any prosecution. East Germans also wanted to
create their own country. The soviet government forced the Communist
Party and the Social Democratic Party to join together, thus creating Socialist
Unity Party of Germany (SED). The Popular Council was instituted, in order
to write a constitution under Soviet’s supervision. In 1949 the German
Democratic Republic (GDR) was declared, ruled by the SED, which won the
elections. Russia left its sovereignty to the new-‐born Republic, but kept its
troops in the area, and did not allow the country to rearm. Eastern countries,
including the GDR, also signed an alliance, the Warsaw Pact, to react to the
western NATO.
The GDR was basically a single-‐party and socialist state, from now on
the SED remained in power, it was the strongest party in East Germany. All
parties together formed the National front, leaded by the SED, other parties
only had some administrative roles. Länder were abolished and substituted
by Bezirke, which depended on the central power. Industries, agriculture and
transportation developed a lot, the GDR was the richest and most
industrialized socialist state. Labor was a legal obligation, the state provided
for a workplace for all citizens, salaries were almost equal for all people.
Education and healthcare were free for everyone, and in some cases families
could enjoy government subsidies and benefits. Rents were affordable for
everyone. However, this system had lots of disadvantages. Apartments often
had common bathrooms and showers, life standard was lower than in the
110
FRG, and the debt for the war reparations and to restore the country was
much higher than the FRG’s one. At the end of the 60s the situation became
worse, the state plunged into crisis.
The GDR established its own Eastern German citizenship, so Western
Germans were foreigners. State control on the population was very strict,
although the constitution was grounded on principles of freedom of speech,
press and any other kind of expression. According to the Political Code, the
state prosecuted whomever promoted propaganda against the state,
including literature, cinema, radio, television, art and any other kind of
media. For example it forbade every book, movie, song, etc… that showed
how the western life style was better, that criticized the socialist system or
expressed the wish to improve it, and it was forbidden to spread and to use
every kind of material coming from the West, or to spread in the West
information about the GDR. These actions were considered as fascist and
dangerous for the state. Journalists had to be selected by the state. All of this
was justified as a protection of communism and national interests. Those
who committed the above mentioned crimes could get a fine, be arrested, put
under house arrest, exiled to another country of the Warsaw Pact.
Mass escape from Socialism: division of the two Germanies: Due
to the huge economic and social gap between the two German Republics,
thousands of people migrated from East to West Germany. The GDR was
losing more and more workers and skillful professionals. In the 50s the GDR
111
reinforced the border with soldiers, minefields, control towers, and
introduced in the Penal Code the crime of Desertion from the Republic..
Deserters could be arrested or, if necessary, killed on the spot. Thousands of
people died, but lots of other attempts to go over the border were successful.
Citizens of both sides had to live under strict and hard conditions, especially
on the East side.
Berlin: Differently from the rest of Germany, Berlin was still fully
occupied by the 4 powers, and they needed a common agreement to leave the
city free. But this was not possible, due to the Cold War.
According to the FRG West Berlin was a federal land of West Germany
but under control of Allies, but the GDR considered it just as a third entity. So
East Germans did not consider a West Berlin citizenship as a West German
citizenship. That is why it was hard to travel from West Berlin to the rest of
West Germany. After the border was fortified, lots of East Germans
attempted to escape to the West through Berlin, which still had no fortified
border. So East Germany built in 1961 the Berlin Wall which separated the
East from the West side, and totally isolated the West side from the rest of
Germany. The hard and strict methods were the same as the ones used at the
national border. Also in this case it was justified with a anti-‐fascist protection
from the West. For mass media the Berlin Wall became a symbol of
oppression. Still nowadays former GDR’s citizens’ memory of the wall is
fresh, as well as the restrictions they had to live under, their look toward the
112
West, their relationships broken by a wall, and the hundreds of victims killed
while trying to escape to the richest and freest Germany.
10.1 The German Reunification
In the 70s the relationship between West and East Germany slightly
improved thanks to the western chancellor Willy Brandt. He started his
Ostpolitik (East policy) through some agreements with the GDR and the
other eastern nations. In 1989 something unexpected happened. As a result
of the reformist legislation of the soviet leader Michail Gorbačëv, Hungary
opened its borders with Austria. Thousands of East Germans migrated to the
West going through Hungary. It was announced that only Hungarian citizens
were allowed to cross the Hungarian-‐Austrian border, and East Germans
started massively to protest in front of GFR’s embassies in the eastern
capitals. So the government finally allowed to migrate to the West, but only
by crossing the German internal border. Mass demonstrations spread all over
East Germany, whose inhabitants laid claim to a more democratic
government. The leader of the SED resigned, and hiss successor Ergon Krenz
allowed his citizens free access to the West. The flow of East Germans was
113
even more intensive, and they were joyfully greeted by their fellow
countrymen. In the following weeks East Germans spontaneously started to
demolish the wall. The SED and the National Front were collapsing. But
economic crisis was increasing in the GDR, especially after even more
workers had migrated to the West, and lots of other people transferred their
capitals to the West.
The western chancellor Helmut Kohl attempted to convince both
German governments to a monetary unification. The eastern government
Modrow proposed to Gorbačëv a plan consisting of a provisory monetary
confederation, followed by a reunification, promising neutrality of the new
Germany from the NATO and from the Pact of Warsaw. The soviet leader
approved. East Germany adopted the same currency of West Germany. In
1990 the first and last free elections of the GDR took place, after the SED had
lost its power, and a new government was elected, which was tasked with the
dissolution of the state itself. In the same year East Germany signed some
agreements with West Germany, the western powers and the Soviet Union
for the reunification. All 4 powers left their full sovereignty to both Republics,
including Berlin. Germany had to limit its army according to a specific
number and to refuse any kind of nuclear, biological and chemical weapon. It
could be member of the NATO, provided that NATO’s troops would not
accessed to the territory of former East Germany. Germany was officially
reunified on 3rd October 1990. It was not a real unification, but the
annexation of the 5 eastern Länder to the Federal Republic of Germany. The
capital was Berlin, laws and the constitution remained the same as the
114
former West Germany. One year later the first free elections of the whole of
Germany, since 1933, took place, the new chancellor of Germany was Helmut
Kohl.
115
II VERGANGENHEITSBEWÄLTIGUNG
The German term “Vergangenheitsbewältigung” can be translated with
“process to overcome the past”. It refers to the process of dealing with the
past, referring to National Socialism, and to the reaction of the Germans to
what happened in that time. It took place soon after the Second World War,
when Germany was occupied by the 4 winner powers, which engaged with a
process of denazification. It is still nowadays part of the German culture and
topic of debates.
1.2 Postwar in the West
The western Allies removed the whole Nazi bureaucratic and
administrative apparatus, all former NSDAP members or followers were
expelled. After they discovered concentration camps and set free all
prisoners, American troops forced Germans to visit them. In some cases they
were obliged to dig up bodies of dead victims. The western Allies launched an
intensive propaganda in order to get a common feeling of guilt across citizens
through manifestos, reviews, or cinema. Lots of former SS, SA, NDSAP
members and other relevant responsible people were prosecuted in several
trials in Nuremberg. The most famous one was held by the International
Military Tribunal, where all 4 winner powers participated.
116
When they found out the whole truth about concentration camps,
most of German people were shocked. According to some interviews, some of
them did not know about the existence of concentration camps. Some others
knew about them, sometimes because they knew people who were there, or
because they had heard something about it, but they thought that people in
these camps were reintegrated in the society, or were submitted to forced
labor, others thought that only political opponents, or people suspected to
want to subvert the state power, were deported to concentration camps. Only
very few of them knew, what really happened inside. The whole program of
extermination took place in a very hidden way, lots of concentration camps
were far from inhabited places, and far from Germany too. Nazis were very
meticulous to keep secret what was planned there, and all times they had to
communicate with each other, they used code words or euphemisms, such as
“resettlement”, “to work for the Reich”, “to go and work in the East”. But in
general, in spite of the shock, most of people did not want to talk about it, the
issue became a taboo. The FRG condemned what happened in the Nazi times,
but did not develop any feeling of guilty or responsibility. They looked for a
justification, and found it in the weakness of the Weimar Republic, which led
to the Nazi dictatorship. Most of the collective attention was, moreover,
dedicated to German war victims, such as widowed people, war invalids,
refugees from former German territories, and less attention to victims of
concentration camps.
When the Cold War began, as well as the restore of the Republic, the
issue of a collective responsibility became less important.
117
In the 50s West Germany took the responsibility to represent
Germany’s legacy and continuity, and put effort into paying reparations to
the Jewish victims of Nazi Germany, or to their families. Most of the money
was sent to Jews living in Israel, another part to other survivor who kept
living in Europe. Other victims (or their relatives), such as political
opponents, gypsies, homosexuals…did not receive any compensation. But in
the same decade several former members of SS, SA, or similar forces, were
released and reintegrated in the society and found good work places and
social positions.
In the 60s Other important former Nazis were put on trial, such as
Adolf Eichmann, who was tried in Israel and sentenced to death by hanging.
This was like an echo in Germans’ ears, which drew the attention again.
These people were the second post war generation. New youth and student
movements for memory were created. These movements grew in 1968, they
openly condemned all crimes perpetrated during National Socialism and
declared all Germans responsible for those crimes. They asked their parents
how they could allow all this to happen. During the 70s and 80s the attention
to the past spread even more all over the West German society, along with
exemplary collective self-‐critic. A huge amount of cinematic and theatrical
works dealt with this topic, also coming from abroad.
118
2.2 Postwar in the East:
The Soviet Union also removed every trace of the former Nazi
bureaucratic and administrative apparatus, and took thousands of people
who were connected to National Socialism to specific camps in the Soviet
Union. The GDR also condemned what Germany in the Nazi regime had done,
and found the justification of the past in the repressed communist revolution,
which would have prevented Hitler from coming into power. In the 40s the
SED supported Jews in East Germany, for example with economic subsidies
for those who wanted to emigrate to England or to the USA, or to preserve
some memorials. Although the government at first did not agree, in 1949 it
put into effect a law to allow survived Jews to get again most of things they
were legally plundered during Nazism.
But East Germany declared itself a Socialist anti-‐fascist Republic,
reason why it had nothing to do with Nazi Germany. People responsible for
Nazi crimes were the little Nazi élite who was in charge in that period, and
who is now in the West, essentially made by the Junkers, other aristocrats
and the military class. So the GDR, as well as the Soviet Union, did not start
any campaign of awareness.
Main victims of the Nazi regime were communists, partisans and
other political opponents, many of whom were deported to the concentration
camps. They had fought against the regime, whereas Jews did nothing, they
were just passive victims. So the main attention was dedicated to the victims
of the resistance, consideration of Jewish victims occupied only a little space
in East Germany. According to the GDR, anti-‐semitism was only exploited by
119
Nazis for the fight against communists. During the Cold War the GDR often
blamed the FRG for keeping a fascist policy, especially when lots of former
Nazis got a respectable place in the society and a good job.
For the whole time East Germany did not pay any reparation to the
Jewish victims, but only to the victims of the resistance and, in general, of the
eastern countries.
In spite of this, some people in East Germany raised the issue of a
collective guilt, such as some writers, as well as some anti-‐fascist
organizations. Other inhabitants felt the obligation to educate people to anti-‐
fascism, by writing history books, which exhort to a self-‐comparison with the
past, or by using other media. Lots of communist press functionaries
published articles about a national self-‐critic.
In general, apart from these efforts, the SED let every national self-‐
critic be silent.
3.2 Today:
After Germany reunified, the whole country had, for the first time, the
possibility to face the past. We are living now among the third postwar
generation. The Vergangenheitsbewältigung which started massively to grow
in the 60s has developed all over the years and brought more and more
Germans to a self reflection, becoming integral part of German culture and
120
still of current events. But how has the past of Germany influenced the
current society?
What happened during the Second World War is just the result of a
long process which had started lots of decades earlier. In the 19th century
Germans developed a national feeling, they started to love their homeland
and their people and to dream about a state where all Germans just could feel
Germans, instead of Prussians, or Bavarians. This national consciousness
turned into real proud and exaltation after the German military successes
during the unification. Germans realized how strongt they could be together,
they did something glorious: they unified a country. This happened almost
together with a very fast industrial development, and led Germans to feel
special, they realized their endless potential, and to wish for their country
more and more. Expansion of German supremacy in Europe, as well as a
strong hate for Jews, were not something new in Germany when Mein Kampf
was published. All these ideas, already existing among several parties or
intellectuals became law when one of these people, heir of old ideals on a
German Mitteleuropa, or on the hate for Jews, came into power. This was the
most culminating point of German nationalist proud.
But exactly from this specific point German collective proud suddenly
fell down. After finding out what Germany did during National Socialism,
almost every trace of national proud was annihilated. This can be noticed in
following the surveys conducted by World Values Survey. The question was
“How proud are you to be (nationality)?”. Values are included between 1(not
proud) and 4 (very proud).
121
First survey (1990-‐1992)
Second survey (1995-‐1997)
In both surveys Germany’s score is the lowest one, even lower than
the average, thus pointing out that Germany today is not a proud country.
German level of patriotism has reached, in less than one century, two
extreme points, oscillating from “very high” to “very low”.
Another significant marker of this process is the national anthem. The
text of the German national anthem, “Lied der Deutschen” (Song of Germans),
was written during the Bismarck times. The first verse “Germany, Germany
above everything, above everything in the world” meant that national unity
had to be the first worry of every German, referring to the period when
Germans were struggling to unify their country. However, Germany adopted
this anthem only in 1922. When Hitler came into power, he totally
Country Score Venezuela 3.92 USA 3.72 South Africa 3.73 Peru 3.68 Turkey 3.64 Poland 3.55 Australia 3.54 Spain 3.40 Chile 3.38 Finland 3.29 Argentina 3.29 Sweden 3.13 Moldova 2.98 Japan 2.85 Russia 2.69 Switzerland 2.59 Lithuania 2.47 Latvia 2.10 Germany 1.37 Average 3.12
Country Score USA 3.72 South Africa 3.55 Canada 3.53 Slovenia 3.46 Spain 3.28 Denmark 3.27 Italy 3.25 Sweden 3.22 France 3.18 Finland 3.17 Belgium 3.07 Netherlands 2.93 Germany 2.75 Average 3.26
122
reinterpreted the meaning of the verse, by conforming it to its ideals of
German supremacy. In 1945 the Allies banned the whole song. In 1952 the
Allies allowed the FRG to adopt only the third verse, exactly because of the
content of the previous two ones, whose meaning was changed in the Nazi
times. Nowadays only the third verse is the official anthem of Germany.
« Deutschland, Deutschland über alles, Germany, Germany above everything, über alles in der Welt, Above everything in the world wenn es stets zum Schutz und Trutze when, for protection and defense brüderlich zusammenhält. It always stands brotherly together Von der Maas bis an die Memel, From the Meuse to the Nemen, von der Etsch bis an den Belt: From the Adige to the Belt,
Deutschland, Deutschland über alles, Germany, Germany above everything, über alles in der Welt. Above everything in the world!
Deutsche Frauen, deutsche Treue, German women, German loyalty, deutscher Wein und deutscher Sang German wine and German song
sollen in der Welt behalten Shall retain in the world ihren alten schönen Klang. Their old beautiful chime
Uns zu edler Tat begeistern And inspire us to noble deeds unser ganzes Leben lang During all of our life,
Deutsche Frauen, deutsche Treue, German women, German loyalty deutscher Wein und deutscher Sang. German wine and German song
Einigkeit und Recht und Freiheit Unity and justice and freedom für das deutsche Vaterland! For the German fatherland! Danach lasst uns alle streben, Towards these let us all strive brüderlich mit Herz und Hand! Brotherly with heart and hand! Einigkeit und Recht und Freiheit Unity and justice and freedom sind des Glückes Unterpfand. Are the foundation of happiness;
Blüh im Glanze dieses Glückes, Flourish in the radiance of this happiness, blühe deutsches Vaterland. » Flourish, German fatherland!
4.2 Conclusion
Germans, as whole people and nation, are for sure still responsible for
what they did in the past, and they will always be responsible for that. The
past cannot be canceled out, nor forgotten. However, it must not only be a
lesson for the future, in order to prevent similar episodes, but also as an
123
instrument for the people’s community, called by Germans
Volksgemeinschaft, which they had been dreaming about during and after the
unification time. Bismarck tried to achieve a people’s community through the
war against a common enemy, Hitler tried to achieve it through a racial
identity. Germans today can achieve it through a common experience,
without this experience suppressing their people’s community, their proud
and their love of their country. On the contrary, this experience should make
a people wiser and aware of what it was and what it is.
Therefore every people has the right and the duty to love its country,
homeland of its culture, language, identity, traditions, history…and all other
countries, which are, in the same way, homelands of other cultures,
languages, identities, traditions, history. Both our country and all other
country contribute to the harmonious and balanced diversity of the world.
124
Bibliography
Profili N.48. Bismarck. Pietro Orsi-‐ A.F FORMIGGINI EDITORE DI ROMA Discorsi alla nazione tedesca. Johann Gottlieb Fichte Da Ottone di Sassonia ad Angela Merkel. Società, istituzioni, poteri nello spazio germanofono dall’anno Mille ad oggi. Bruno Mantelli La Repubblica di Weimar. Gunther Mai Mein Kampf. Adolf Hitler Se questo è un uomo. Primo Levi Storia della Germania nazista Le tre Germanie. Est, Ovest e Berlino. Michael Gehler Ritorno a Berlino. Lilli Gruber, Paolo Borella Il rifiuto di un’eredità difficile. La Repubblica Democratica Tedesca, gli ebrei e lo stato di Israele. Sara Lorenzini German reaction to Nazi atrocities, tratto da The American Journal of Sociology, vol. 52 n°2, The University of Chicago Press
Sitography
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http://www.treccani.it/enciclopedia/patriottismo_(Dizionario-‐di-‐Storia)/
http://www.treccani.it/enciclopedia/nazione/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazionalismo_(Dizionario-‐di-‐Storia)/ http://www.itinerarigrandeguerra.it/Le-‐Condizioni-‐Di-‐Vita-‐Dentro-‐La-‐Trincea
125
http://www.homolaicus.com/ http://www.massimilianocarocci.net/wp-‐content/uploads/2013/04/Seconda-‐Guerra-‐Mondiale.pdf http://www.studenti.it/seconda-‐guerra-‐mondiale-‐cronologia-‐battaglie-‐protagonisti.html http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=436
126
EINLEITUNG
Diese Diplomarbeit befasst sich mit Patriotismus und Nationalismus
in Deutschland gestern und heute. Sie behandelt die jüngste Geschichte der
Bundesrepublik, ausgehend vom Beginn des 19. Jahrhunderts, in dem diese
Werte besonders Anklang gefunden und die deutsche Geschichte tief
gezeichnet haben, bis in unsere Zeit, in der diese Werte verebbt sind. Das
wird genau das Hauptthema dieser Abhandlung sein, der plötzliche Wandel
in der Bevölkerung, der Vergleich zwischen einem alten und sehr
nationalistischen Deutschland und einem modernen Deutschland, wo diese
Werte jedoch nur noch vereinzelt vorhanden sind. Ziel dieser Arbeit ist es, zu
erklären, wie die Geschichte in diesem schroffen Übergang eine Grundrolle
gespielt hat, wie sehr sie die deutsche Gesellschaft beeinflusst hat.
Ich habe dieses Thema nach meiner Erasmuserfahrung in Dresden,
der Hauptstadt des neuen Bundeslandes Sachsen, ausgewählt. Fünf Monate
habe ich in dieser geschichtsträchtigen Stadt verbracht, und konnte so mit
der lokalen Bevölkerung in Verbindung treten. Dabei konnte ich feststellen,
welche Auswirkungen die Vergangenheit auf die Gegenwart hat. Dieses
Phänomen hat mein Interesse und meine Neugier besonders geweckt.
127
I NATIONALISMUS UND PATRIOTISMUS IN DEUTSCHLAND
1.1 Der Beginn einer Nation
Das erste deutsche nationale Bewusstsein in der Neueren Geschichte
geht auf den Anfang vom neunzehnten Jahrhundert zurück. Damals gab es
kein Deutschland. Die heutige Nation bestand aus kleinen unabhängigen
Staaten, und niemand dachte an eine Vereinigung. Aber die Eroberungen
Napoleons rüttelten die Seelen der Deutschen wach. Die Invasion von einem
fremden Feind verursachte die Empörung der Bevölkerung. Einige Denker
dieser Zeit, wie Johann Fichte, entwickelten Gefühle von nationalem Stolz.
Fichte verehrte die Liebe für das Vaterland, die Ewigkeit der Nation, und
rühmte Deutschland als das Herrenvolk in der Welt. Von diesem
patriotischen Geist durchdrungen, und von dem gemeinsamen Wunsch
verbunden, den einfallenden Feind zu verjagen, ergriffen zahlreiche deutsche
Bevölkerungen die Waffen und verjagten den französischen Feind. Der
Begriff einer einzigen deutschen Nation hatte sich schon verbreitet. Aber auf
dem Wiener Kongress 1815 wurde Deutschland so gelassen, wie es vor dem
Kongress war. Der erste Versuch einer Annäherung zwischen den deutschen
Ländern war die Frankfurter Nationalversammlung, wo die Länder den
Deutschen Bund gründeten. Die Länder trafen sich, um über gemeinsame
Interessen zu diskutieren. Aber das führte zu keinem konkreten Ergebnis
wegen den verschiedenen Interessen und wegen der ständigen
Unstimmigkeiten zwischen den zwei Hauptmächten, die auf dem deutschen
Boden herrschten: Preussen und Österreich-‐Ungarn. Österreich-‐Ungarn
128
bestand auch aus nicht-‐deutschen Ländern, deshalb war das nur teilweise
deutsch. Es war gegen die Bildung eines starken und reichen Deutschlands,
und sein Ziel war auch, einige Länder in sein Reich einzubeziehen. Deshalb
vertrauten die Deutschen auf Preussen.
Preussen war überwiegend ein militaristisches Land, mit einer sehr
starken Armee. Sowohl die Bevölkerung als auch die Regierung hatten
patriotische Werte, auf der die kollektiven Entwicklung der Nation gegründet
war. Wegen Unstimmigkeiten mit dem Parlament ernannte der preussische
Kaiser, Wilhelm I. von Hohenzollern, Otto von Bismarck zum Kanzler.
Bismarck hatte einen eisernen und strengen Charakter. Er verstand, dass
Deutschland von Preussen vereinigt werden müsse, da es das stärkste Land
für diese Mission war, und darüber hinaus auch noch mit den Waffen, da
Diplomatie nirgendwohin geführt hätte.
1864 erklärte Bismarck Dänemark den Krieg, nachdem er sich mit
Österreich verbunden hatte. Dänemark wurde schnell geschlagen, und
musste manche von seinen Seegebieten an Deutschland und Österreich
abgeben. Sofort kamen Streitigkeiten zwischen Deutschland und Österreich
über die Teilung dieser Gebieten auf. Bismarck nutzte die Situation aus, um
Österreich den Krieg zu erklären. Österreich verlor schon im ersten Kampf.
Es überliess Deutschland alle seine dänischen Gebiete, deklarierte die
Nationalversammlung als aufgelöst, und verließ definitiv die Frage der
Vereinigung. Die Länder, die Preussen umgaben, waren von dessen Macht
beeindruckt, und gründeten mit Preussen den Norddeutschen Bund. Die
südlichen Länder waren die einzigen noch unabhängig. Frankreich begann
129
Angst vor der zunehmenden preussischen Macht zu haben, ausserdem gab es
diplomatische Streitigkeiten zwischen den beiden Regierungen. Bismarck
wollte einen Krieg gegen Frankreich ausnutzen, um die südlichen Länder in
einem gemeinsamen Krieg hineinzuziehen, um ihr nationales Bewusstsein
wieder wachzurufen.
Frankreich erklärte dem Norddeutschen Bund den Krieg, der Bund
wurde vom Süden unterstützt. In diesem Krieg war Bismarck brutaler als in
anderen Kriegen. Frankreich wurde geschlagen. Nachdem sie neben
Bismarck gekämpft haben, fühlten die südlichen Länder das natürlichen
Bestreben, sich mit den nördlichen Teilen zu verbinden. Alle Länder
vereinigten sich 1871, und so wurde das Deutsche Kaiserreich proklamiert.
Bismarck nahm von Frankreich Elsass-‐Lothringen an, aber ohne das Gebiet
mit dem Kaiserreich zu verbinden.
2.1 Das vereinigte Deutschland
Endlich konnten alle Deutschen sich jetzt als Bürger von einem
einzigen Staat fühlen. Die damalige Gesellschaft war von der militarischen
und patriotischen Hitze Bismarcks angesteckt. Deutschland wurde noch
mehr als in der Napoleonszeit gerühmt. Auch der Rest der Welt bewunderte
Deutschland für seinen Erfolg und für andere Gründe, wie seine schnelle
industrielle Entwicklung. Viele Industrien, Firmen, Fabriken entstanden aus
130
dem Nichts. Deutschland, früher ein Agrarland, wurde immer mehr zu einem
kapitalistisches Land. Aber nach einigen Jahren hatten die grossen Industrien
Probleme mit dem Ausfuhrmarkt. Das verursachte eine Krise auch im
Inneren des Landes. Mit Kapitalismus entstand eine Arbeiterklasse, die dann
die Sozialistische Arbeiterpartei Deutschlands (SPD) gründete. Bismarck
musste gegen viele politischen Gegner kämpfen. Zuerst hatte er starke
Konflikte mit der Deutschen Zentrumspartei, aber noch stärker waren sie
gegen die aufstrebende Sozialistische Partei. Als Wilhelm II. an die Macht
kam, zwang er Bismarck zum Rücktritt. Wegen diplomatischen
Unstimmigkeiten und Konflikten teilten sich die europäischen Länder
langsam in zwei militarische Koalitionen. Deutschland verbündete sich mit
Österreich und Italien (Dreibund), und Frankreich mit Russland und England
(Triple Entente). In der deutschen Politik wurden mittlerweile auch
Rechtsparteien gegründet. Diese Parteien hatten ultranationalistische,
rassistische, konservative, antisemitische Ideen. Manche Parteien wollten die
alte preussische Welt erhalten, wie Militarismus und eine sehr hierarchische
Gesellschaft. Andere Parteien dachten, dass Deutschland ganzes Europa
vereinigen und dann beherrschen müsse, und andere wollten die deutsche
Macht auch auf die neuen afrikanischen Kolonien ausbreiten. Das wurde
Weltpolitik genannt. Andere hielten den Juden als den Feind der Nation.
Parteien wie der Deutsche Antisemitenbund, oder die Antisemitische
Volkspartei tauchten auf. Infolge des Kolonialplans dieser Parteien wurde der
Deutsche Kolonialverein gegründet, und die Kaiserliche Marine aufgebaut.
131
Deutschland kolonisierte viele afrikanischen Gebiete, und wurde ein starker
Konkurrent von England und Frankreich.
3.1 Der Erste Weltkrieg
1914 ermordete der serbische Nationalist Gavrilo Princip in Sarajevo
den Thronerben des Habsburgerreich. Österreich erklärte Serbien den Krieg.
Russland trat in den Krieg ein, um Serbien zu schützen. Es wollte die
Herrschaft in Serbien an sich reißen. Deshalb griff Deutschland Russland an,
und von hier ab traten alle andere Mächte mit in den Krieg, die in den zwei
militarischen Koalitionen hineingezogen waren. Deutschland fiel in
Frankreich ein. Andere Länder verbündeten sich mit der einen oder anderen
militarischen Koalition. Der Krieg wurde zum Blutbad, ein reiner
Abnutzungskrieg. Die Soldaten mussten in den Schützengraben viele Monate
lang bleiben, die ständigen Angriffe sahen ewig aus. In diesem Jahr gewann
die Entente an Boden. Die deutsche Wirtschaft war gar nicht für solchen
Krieg bereit. Die Bevölkerung musste unter einer strengen Reglementierung
leben. Hunger und Armut stellten die Deutschen auf eine harte Probe.
1915 trat Italien gegen Deutschland in den Krieg ein, um die Länder
in Österreich zu erobern. Deutschland gewann zwar gegen Russland, aber
verlor gegen England viele Kolonien in Afrika.
132
1916 fanden sich Deutschland und Österreich von 2 Fronten
umzingelt. Der Krieg in den Schützengräben dezimierte die Bevölkerung der
kriegführenden Länder.
1917 traten die USA in den Krieg gegen Deutschland ein. In allen
kriegführenden Ländern gab es Arbeiteraufstände wegen der intensiven und
übertriebenen Anstrengung, der sie wegen dem Krieg unterzogen wurden.
Russland, das gerade eine innere Revolution erlebte, musste den
Frieden mit Deutschland akzeptieren, derentwegen Russland Gebiete verlor.
Deutschland griff die britisch-‐französischen Truppen mit einem letzten
Versuch an, der aber misslang. 1918 musste es dann kapitulieren. Die USA
schlugen eine Friedensverhandlung für Europa vor, deren Ziel es war,
Deutschland zu schwächen, da es für den Hauptschuldigen des Weltkrieges
gehalten wurde. Deutschland verlor alle Gebiete, die im Krieg erobert
wurden, neben den dänischen auch Elsass-‐Lothringen und die afrikanischen
Kolonien. Es musste auch Reparationen an die Siegermächte zahlen, und die
Kosten waren enorm hoch. Die deutsche Armee dürfte in Zukunft nicht mehr
als 100.000 Soldaten umfassen. Wegen der Schwierigkeiten bei der Zahlung
der Reparationskosten besetzte Frankreich das Ruhrgebiet, das reich an
Mineralvorkommen war.
133
4.1 Der Fall des Kaiserreichs: Deutschland wird eine
Republik
Ein Teil der SPD stimmte seit dem Anfang gegen den Krieg. Wegen des
Kriegs und all seiner Auswirkungen auf die Bevölkerung trennte sich dieser
Teil von der Partei. Sie gründeten die Unabhängige Sozialdemokratische
Partei (USPD). Diese war zwar pazifistisch, aber revolutionär. Während des
Krieges weigerten sich einige Matrosen, den Befehl auszuführen, die sehr
starke britische Kriegsmarine anzugreifen. Die Meuterer wurden nach Kiel
gebracht und dort festgenommen. Die andere Matrosen protestierten, um sie
freizulassen, und um dem blutigen Krieg ein Ende zu setzen. Der Protest
verbreitete sich in der ganzen Stadt. Den Soldaten wurde befohlen, auf die
Rebellen zu schiessen, sie reagierten gleichermassen mit dem Feuer. Die
Offiziere riefen alle Soldaten zur Ordnung, aber plötzlich begann ein
Mitglieder der USPD die Soldaten anzuregen, an der Revolte teilzunehmen.
Die Gründe der Revolte waren auch die Gehaltserhöhung und andere
Gewerkschaftsforderungen. Soldaten und Arbeiter gründeten ihren
Revolutionsrat. Dann erschien plötzlich der Sozialdemokrat Koske, um
zwischen den Rebellen und der Regierung zu vermitteln. Er hielt zeitweilig
die Revolution an, aber die Rebellen verbreiteten die Revolution im ganzen
Land. Sie kamen auch in Berlin an. Kaiser Wilhelm II. fühlte sich vor der
unaufhaltsamen Revolution machtlos, er konnte auch nicht seiner
Kaiserlichen Garde vertrauen. Dafür ersuchten der Kanzler von Baden und
der Sozialdemokrat Friedrich Ebert den Kaiser zum Rücktritt, sodass sie die
Revolution unterdrücken konnten. Die SPD mobilisierte die noch folgsamen
134
Truppen in Berlin gegen die Rebellen. Der Kanzler teilte dann freiwillig mit,
dass der Kaiser abgetreten sei, und dass die Macht zeitweise dem Kanzler
übertragen sei. Der Kaiser wurde als fahnenflüchtig von seinen Bürgern
bezeichnet, er musste deshalb in die Niederlande flüchten. Vom Balkon des
Reichtags gab von Baden den Anfang der Deutschen Republik bekannt. Alle
deutschen Parteien trafen sich in Weimar, um die neue Verfassung zu
schreiben, die 1920 erlassen wurde. Die Macht lag in den Händen der SPD.
Aber der Kontext, in dem die Republik gegründet wurde, war nicht
vollkommen. In dieser Zeit wurde auch die Kommunistische Partei (KPD)
gegründet. Jede politische Fraktion strebte nach der Macht, und nicht alle
waren mit der neuen Republik zufrieden. Politische Demonstrationen waren
sehr häufig, oft auch gewaltsam und blutig, und häufig gab es auch politisch
motivierte Morde. Die Wirtschaftslage war gleichfalls schlimm. Die
Bevölkerung litt unter den harten Klauseln von den Versailler Verträgen und
den Katastrophen vom Ersten Weltkrieg. Wut gegen die Gewinner,
Unzufriedenheit und Resignation waren jetzt die weit verbreiteten Gefühle.
5.1 Da kommt ein gewisser Adolf Hitler
Eine von vielen Parteien in der deutschen Republik war die Deutsche
Arbeiterpartei. Sie hatte wenige Mitglieder, und war nicht so bekannt. 1920
trat Adolf Hitler in die Partei ein. Er stammte aus Österreich. Er wurde von
der Akademie der bildenden Künste Wien abgelehnt, deswegen verbrachte er
135
seine Zeit in Wien als Obdachloser. Dann zog er nach München um. Er nahm
an den Ersten Weltkrieg in der deutschen Armee teil, und bekam das Eiserne
Kreuz verliehen. Durch seine Reden in den Bierstuben Münchens wurde er
bekannt. Er sprach über die derzeitige Regierung, die unfähig war,
Deutschland wiederaufzubauen, weil Demokratie nur zum Chaos führte, und
Deutschland an einem toten Punkt liess. Nach Hitlers Ansicht musste
Deutschland von einem einzigen starken und charismatischen Menschen
geführt werden, der die Situation voranbringen müsse. Er verschmähte den
Versailler Vertrag, die Französen und die andere Unterzeichner, die Juden
und die Bolschewiken für bestimmte Gründe, die er in seinem Buch
detailliert erklärte. Er nutzte den Kummer und die Hoffnungslosigkeit der
Deutschen aus, indem er ihr Bewusstsein wachrüttelte. Die Partei wurde in
Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei umbenannt. Als eine Partei
mit pseudo-‐sozialistischen Ideen geboren, folgte sie langsam neuen Idealen.
Sowohl der zweideutige Name als auch die verschiedenen Reden von Hitler
zielten darauf, so viele Personen wie möglich anzuziehen. Hitler hatte viel
Erfolg in der Partei, er konnte immer mehr Menschen zu sich ziehen. Ein
anderes bedeutendes Mitglied der Partei, Ernst Röhm, gründete die SA, eine
paramilitärische Abteilung der Partei. 1922 verstärkte die Regierung den
Druck von Banknoten, das führte sofort zur Inflation. Das verschlimmerte
noch mehr die Situation, während die politischen Morde und der strenge
Kampf um die Macht weitergingen, vor allem von der SPD und der KPD. 1923
sah man eine leichte Verbesserung dank kleinen Veränderungen des
Versailler Vertrags. Hitler versuchte einen Staatsstreich, aber wurde
136
festgenommen. Sogar in seinem Verfahren stellte er sich als ein tüchtiger
Redner heraus, dafür bekam er die Mindeststrafe, aber verbrachte nur ein
Jahr im Gefängnis. Dort schrieb er sein Buch “ Mein Kampf“ , wo er alle seine
politischen Ideen und Pläne, auf nationalistischen, rassistischen,
militaristischen und kriegstreibenden Begriffen gegründet, eingehend
erklärte. Im Buch steht, dass die Menschlichkeit in Rassen geteilt ist, und jede
kämpft, um zu überleben. Die genetisch reinste und wertvollste Rasse ist die
arische, d.h. die Rasse aus nordisch-‐germanischem Abstammung. Sie muss
sich an den übrigen Europäern dafür rächen, wie sie Deutschland
unterdrückten. Er wollte auch ein reiches und starkes Europa gründen, von
den Ariern beherrscht. Die minderwertigste Rasse der Welt sei die jüdische,
das Symbol des Weltkapitalismus, die niemals ein Vaterland gehabt habe,
aber die sich wie ein Keim in die andere Rassen ansiedelte, um sie zu
zerstören. Knapp über die Juden standen die Slawen. Gleicher Hass galt den
Bolschewiken, die Internationalisten waren und Russland zur Niederlage
brachten. 1924 wurde die deutsche Wirtschaft dank dem amerikanischen
Dawes-‐Plan besser. Die Besetzung vom Ruhrgebiet war fertig. 1925 wurde
Hitler aus der Haft in Landsberg entlassen. Sein Buch hatte nicht so viel
Erfolg, aber seine Haft machte ihm bekannt. Er ging weiter mit seiner
politischen Propaganda, mit seinen wirksamen Reden. Er benutzte oft eine
ungestüme Sprache, mit fast theatralischen Bewegungen. Aber die SA wurde
immer gewaltiger und brutaler während ihrer Auseinandersetzung mit den
Sozialisten und den Kommunisten. Sie waren zu undiszipliniert und sorgten
oft für überflüssiges Aufsehen. Deshalb gründete Hitler seine eigene
137
paramilitärische Abteilung, die SS. Die nationalsozialistische Propaganda
wurde geschliffener und effizienter, als Joseph Goebbels, der zukünftige
Propaganda-‐Minister, in die Partei eintrat.
1929 gingen die sogenannten Goldene Zwanziger zu Ende wegen der
Wall-‐Street-‐Krise. Die amerikanische Wirtschaft, und die von den Ländern,
die mit den USA wirtschaftlich verbunden waren, erlitten einen
Zusammenbruch, darunter auch Deutschland. Die meisten Leuten vertrauten
auf die Kommunisten oder auf die Nationalsozialisten. Genau 1930 hatten
diese eine parlamentarische Wende, indem sie ihre Stimmen vermehrten.
1932 erfasste die Krise die Bevölkerung, es gab eine konzentrierte Serie von
ständigen Rücktritten und neuen Wahlen, mit Höhen und Tiefen für Hitler,
aber kein Kanzler konnte die Situation bewältigen. Hitler konnte in dieser
Phase Absprachen mit einigen ex-‐Kanzlern und mit dem Reichspräsidenten
Hindenburg treffen. 1933 ernannte Hindenburg Adolf Hitler zum Kanzler. Er
wurde von der Bevölkerung bejubelt, ganz Deutschland feierte den neuen
Regierungschef.
6.1 Deutschland im Nationalsozialismus
Hitler hatte sich schon vor seiner Machtübernahme mit der
militärischen und kapitalistischen deutschen Elite in Verbindung gesetzt. Sie
nutzten seine wichtige politische Position aus, um ihre persönlichen Ziele zu
erreichen, während Hitler plötzlich die deutsche Wirtschaft wieder
138
ankurbelte. Das Volk vertraute dem Führer (so nannte sich Hitler) immer
mehr, alle lasen Mein Kampf. Die effiziente Propaganda von Goebbels trug
auch dazu bei. Hitler verabschiedete ein Gesetz, mittels dessen er zeitweise
die bürgerlichen Rechte aussetzte. So war den SS, SA und ähnlichen
Behörden erlaubt, jeden Verdächtigen ohne regelmässiges Verfahren
festzunehmen. Das verursachte eine Welle von Gewalt gegen Juden,
Kommunisten und Sozialisten. Viele politischen Gegner wurden nach Dachau
deportiert, das erste Arbeitslager der Nationalsozialisten . Ein anderes Gesetz
übertrug dem Kanzler die vollen Gesetzgebungsbefugnisse. Er konnte dann
jedes Gesetz verabschieden oder zurücknehmen, ohne sich mit dem
Parlament zu beraten. Er erklärte jede andere Partei illegal. Das
Strafgesetzbuch wurde reformiert, die Todesstrafe wurde auf mehrere
Straftaten ausgedehnt. 1935 wurden die Nürnberger Gesetze verabschiedet.
Sie schlossen die Juden aus den wichtigsten Berufssektoren aus, nahmen ihre
deutsche Staatsbürgerschaft zurück, und verboten die Hochzeiten zwischen
Juden und Ariern. Jeder Bereichen des öffentlichen Lebens stand unter
Aufsicht des Staates. Infolge der Ermordung des deutschen Botschafters in
Frankreich durch einen Juden, brachen die SS und viele NS-‐Fanatiker los: Sie
zerstörten die Schaufenster von jüdischen Läden, zündeten Synagogen an.
Diese ging als die Reichs-‐Kristallnacht in die Geschichte ein. Viele Menschen
wurden verletzt oder getötet.
Während seines Regimes musste Hitler auch der katholischen
Opposition entgegentreten. Er nutzte die Sympathie der lutheranischen
Kirche aus, die er durch Reformen nazifizierte, und nannte sie Reichskirche.
139
Die Katholiken wurden von der Regierung verfolgt. Die katholische Kirche
entschied, sich nicht mehr zu widersetzen, sodass Katholiken im Reich
toleriert wurden. Die echte Nazifizierung war aber die des Volkes. Hitler
gründete Jugendorganisationen, die die deutschen Jungen und Mädchen an
den Nationalsozialismus gewöhnen mussten, durch Versammlungen,
Aktivitäten, Ferienlager... Hauptunterrichtsthemen in der Schule wurden die
Geschichte Deutschlands, das Leben des Führers, die biologischen Theorien
über die arische Rasse, die jüdische und die slawische. Leibesübung hatte
eine wichtige Rolle. Nachdem Hindenburg gestorben war, übernahm Hitler
die direkte Kontrolle der Armee und die Rolle des Reichspräsidenten. Aber
die Soldaten wollten nicht mehr neben der undisziplinierten und ruhelosen
SA arbeiten. Deshalb befahl Hitler der SS, die SA-‐Offiziere zu töten. Das ist
bekannt als der sogenannte Röhm-‐Putsch.
7.1 Der Zweite Weltkrieg
Die anderen europäische Mächte begannen, vor den
Expansionsplänen von Hitler und seiner Nachrüstung Angst zu haben. Hitlers
erstes Ziel war, alle Menschen mit deutschen Blut mit Deutschland zu
vereinigen. 1938 schickte er seine Truppen nach Österreich und besetzte das
Land. Österreich wurde Deutschland annektiert, die begeisterte Bevölkerung
140
bejubelte den neuen Kanzler. Im gleichen Jahr wurde auch das
tschechoslowakische Sudetengebiet annektiert.
Polen unterschrieb einen Schutzvertrag mit Frankreich und England
wegen seiner Befürchtungen vor einem deutschen Einfall.
1939 schlossen Hitler und Mussolini den Stahlpakt: im Kriegsfall eines
der beiden Länder, wäre das andere sofort zu Hilfe in den Krieg eingetreten.
Mit Russland schloss Deutschland den deutsch-‐sowjetischen
Nichtangriffspakt, durch den beide Staaten sich Polen verteilten. Im gleichen
Jahr griff Deutschland Polen an. Die polnische Armee wurde schnellstens
geschlagen. Ganzes Europa war von der deutschen militärischen Stärke
beeindruckt. Frankreich und England hatten auch keine Zeit gehabt, um
Polen rechtzeitig zu helfen. 1940 eroberte Hitler gleichermassen schnell eine
grossen Teil Mitteleuropas: Dänemark, Norwegen, die Niederlande, Belgien,
Luxemburg und Nordfrankreich, während Südfrankreich eine neue
Regierung erhielt und zum Kollaborateur Deutschlands wurde. Hitler
versuchte, einen friedlichen Kompromiss mit England zu finden. England
lehnte die Vorschläge des Führers ab. Deshalb griff Hitler England auf dem
Luftweg an, indem er viele Städte bombardierte und viele Einwohner tötete.
Aber die starke britische Luftwaffe zwang die Deutschen zum Rückzug. 1941
nahm Deutschland auch Griechenland und Jugoslawen ein. Hitler und Stalin
hatten diplomatische Unstimmigkeiten über die Eroberung mancher Gebiete.
Ausserdem verstand Hitler, dass der Krieg länger als erwartet dauern hätte,
und hatte Angst vor einem amerikanischen Eintritt. So fiel er in Russland ein.
Sein Ziel war auch, die bolschewikische Elite zu zerstören, die endlosen
141
Rohstoffen Russlands zu erobern und die slawische Bevölkerung zu
versklaven. Wegen der riesig weiten und grossen russischen Steppen,
misslangen die Einnahme Moskaus und Leningrads. Die Truppen konnten
kaum Kiev und den Balkan erobern. Die USA traten in den Krieg gegen Japan
ein.
1942 eroberte Hitler die Krim, den Kaukasus, wo wichtige
Erdölvorkommen waren. Auch die Einnahme Stalingrads misslang. Die
deutschen Truppen kamen dann in Afrika den Italienern zu Hilfe, aber nach
kurzen Siegen wurden sie zuerst von England und dann von den französisch-‐
amerikanischen Truppen geschlagen. 1943 misslang auch der letzte
Einfallversuch in Russland, der mit blutigen und stürmischen Luft-‐ und
Bodenkämpfen endete. In Afrika mussten die Deutschen vor den
Amerikanern kapitulieren. Die USA, England und Russland planten
zusammen einen Zangenangriff gegen Deutschland, um dem Krieg definitiv
ein Ende zu setzen.
1944 landeten die USA in Italien, und gingen gegen die Deutschen bis
zur Gotenstellung vor, eine deutsche Schutzlinie in der Toskana. Die Russen
bahnten sich ihren Weg nach Berlin, und kamen in Polen an. Die USA
landeten auch in der Normandie, bezwangen die deutschen Truppen und
befreiten ganz Mitteleuropa. 1945 durchbrachen die USA und Russland die
deutschen Grenzen, und radierten ganze Städte aus (Dresden, Hamburg,
Leipzig u.v.a.). Hitler flüchtete sich in seinem Bunker unter der
Reichskanzelei und versuchte nach Kräften das Unrettbare zu retten. Dann
realisierte er die Niederlage des Reichs und nahm sich das Leben. Die
142
russischen Truppen drangen bis nach Berlin vor; Deutschland musste
kapitulieren.
8.1 Die Endlösung der Judenfrage
Wie schon gesagt, waren die Juden in Deutschland eine von Hitlers
Hauptsorgen. Mit den Nürnbergern Gesetze wurden sie aus den wichtigsten
Bereichen des deutschen öffentlichen Lebens ausgeschlossen. Viele Juden
wanderten wegen dem kritischen Sozialzustand, in dem sie leben mussten,
aus. Die Regierung verwirklichte dann einen Plan für die
Zwangsauswanderung aller Juden nach Palästina, wodurch viele andere
Juden, diesmal nicht spontan, aus Deutschland auswandern mussten. Andere
Zwangsauswanderungspläne wurden dann erdacht, mit weiteren
Auswanderungszielen. Aber Organisationsprobleme verhinderten ihre
effektive Verwirklichung. Als Deutschland neue Gebiete eroberte, vermehrte
sich die Anzahl der Juden auf deutschem Boden . Das Dritte Reich dachte an
einen Lebensraum im polnischen besetzten Gebiet, das Judenreservat, wo
alle Juden Europas angesiedelt würden. Zu diesem Zweck wurden viele
Ghettos in den grössten Städten gebaut, wohin Juden aus dem ganzen Reich
zwangsumgesiedelt wurden. Die Juden fanden sich zwischen den Mauern
dieser Ghettos zu Tausenden zusammengepfercht. Die Lebensbedingungen
waren menschenunwürdig; schnell traten Unterernährung, Armut,
Kriminalität, u.s.w. ein. Die Nazis wussten nicht mehr, wohin sie alle anderen
143
Juden zwangsumsiedeln sollten, deshalb entschieden sie, sie zu beseitigen.
Während des Vormarsches nach Osten wurden die Soldaten von den
Einsatzgruppen flankiert, eine besondere SS-‐Abteilung, die jeden Juden oder
Kommunisten, den sie trafen, töten musste. Viele Juden und Kommunisten
wurden festgenommen, auf das Land gebracht, und in Massengräbern, die
von ihnen selbst gegraben wurden, und dort dann massenweise erschossen.
Viele andere wurden mit besonderen Gaswagen umgebracht. Trotz der
besseren Resultate stieg die Zahl von Juden immer mehr an. Die Regierung
wollte nun eine definitive und wirksamere Gesamtlösung. Diese wurde im
Jahre 1942 auf der berüchtigten Wannseekonferenz unter Vorsitz von SS-‐
Obersturmbannführer Adolf Eichmann und SS-‐Obergruppenführer Reinhard
Heydrich geplant. Die Juden würden festgenommen, und aus dem ganzen
Reich zu Arbeitslagern gebracht und konzentriert werden, wo sie bis zum
Tode gearbeitet hätten. Neue Arbeitslager wurden geöffnet. Die Juden
wurden in Vieh-‐ oder Güterwagen deportiert, viele von ihnen starben
während der Fahrt.
Als sie in diese Konzentrationslager ankamen, wurde ihnen ihre ganze
Habe genommen, und sie mussten eine weiss-‐blau gestreifte Uniform
anziehen. Die arbeitstauglichsten wurden zur Zwangsarbeit geführt, solang,
bis ihr Körper ihnen das erlaubte, die Arbeitsuntauglichen wurden sofort zu
den Gaskammern geführt. Die Arbeitsbedingungen waren brutal, die
Lagerordnung streng und eisern. Man brauchte nicht viel, um auf der Stelle
getötet zu werden, oder um Körperstrafen zu erleiden. Häufig waren auch
Machtmissbrauch und Sadismus. Sie waren da nicht als menschliche
144
Gefangene, sondern einfach als Arbeitskraft, die bis zum Tod ausgenutzt
wurde. Das einzige Ziel der SS war, dass sie am strengsten arbeiteten und
dann getötet wurden. In die Konzentrationslager wurden auch ausser den
Juden andere Menschen gebracht, die aus Rassen-‐ oder ideologischen
Gründen verfolgt wurden.
9.1 Deutschland nach dem Krieg bis zur
Wiedervereinigung
Nach der Kapitulation Deutschlands diskutierten die vier
Siegermächte (Russland, die USA, England und Frankreich) in der Jalta-‐ und
dann in der Potsdamer Konferenz über das Schicksal des Lands. Sie setzten
fest, dass Deutschland als gefährliches und machtstrebendes Land, ständiger
Grund von schrecklichen und blutigen Konflikten, entmilitarisiert und in vier
Besetzungszonen geteilt werden sollte, bis zur Bildung einer neuen
Regierung. Berlin wurde aber gemeinsam von allen vier Mächten besetzt.
Jede Besetzungszone hätte dann an die jeweilige Besatzungsmacht
Kriegsreparationen bezahlt. Einige deutschen Gebiete wurden Dänemark,
Polen und der Tschechien Republik überlassen, und Österreich wurde wieder
unabhängig. Alle Deutschen, die in diesen Gebieten lebten, wurden daraus
ausgeschlossen und nach Deutschland zwangsumgesiedelt. Die langen und
ermüdenden Märsche dorthin töteten viele Menschen. Wegen
Handelsbedürfnissen verbanden die USA, England und Frankreich ihre
145
Besetzungszonen. Von hier ab, auch wegen anderer Massnahmen, entstanden
heftige Konflikte zwischen der UdSSR und den westlichen Mächten. So
entstand der Kalte Krieg . Jeder Staat verwaltete getrennt seine Zone. Nach
einem bedeutenden Wirtschaftsaufschwung durch die USA gründeten die
Westdeutschen die Bundesrepublik Deutschland. Das hatte eine
demokratische, parlamentarische Regierung, anfangs von der Christlich
Demokratischen Union Deutschlands (CDU) geführt und eine kapitalistische
Freihandelswirtschaft. Die drei besitzenden Länder übertrugen ihre
Souveränität der neuen Republik, aber liessen ihre Truppen im Gebiet
bestehen und überwachten die neuentstandene Bundeswehr. Im Osten regte
die Wiedergründung der Kommunistischen und der Sozialistischen Partei an,
und zwang sie, sich zu verbinden. Die neue Partei hiess Sozialistische
Einheitspartei Deutschlands (SED). Sie gründeten dann die Deutsche
Demokratische Republik (DDR), ein zentralisierter sozialistischer
Einparteienstaat (die andere Parteien wurden von der SED koordiniert). Die
UdSSR übertrug auch ihre Souveränität der DDR, und liess ihre Truppen im
Gebiet stationiert. Die sozialistische Regierung der DDR bot Vor-‐ und
Nachteile: einen Arbeitsplatz für alle, sehr billige Mieten, fast gleiche Löhne
für alle und kostenlose Erziehung und Gesundheitswesen, aber auch einen
niedrigen Liebensstandard, mit strenger Staatskontrolle über die
Meinungsfreiheit der Bevölkerung. Das Strafgesetzbuch verbot jede Art von
Propaganda oder persönlichem Ausdruck (Musik, Literatur, Kino...), die die
sozialistische Regierung kritisierte, die zu einer Verbesserung anregte, die
über die Bundesrepublik Deutschland als einen besseren Ort sprach, und
146
jedes Produkt aus dem Westen zu verbreiten oder zu benutzen. Deswegen
wanderten viele Ostdeutsche in den ersten Jahren der Republik nach Westen
aus. Aber mit dieser Massenflucht verlor die DDR viele gute Arbeitskräfte.
Deshalb baute sie eine Grenze zwischen den beiden Republiken auf, mit
Soldaten, Minen, Kontrolltürmen befestigt, deren Durchgang mit dem
Gefängnis oder der Erschiessung bestraft wurde.
In Berlin wurde eine Mauer aufgebaut, die die westliche Zone von dem
Rest Deutschland gänzlich isolierte. Tausende waren die Opfer, die getötet
oder festgenommen wurden, aber viele waren auch die, die die Grenze
überschreiten konnten.
1989 öffnete Ungarn seine österreichische Grenze, und viele tausende
Ostdeutschen flüchteten dadurch in die Bundesrepublik Deutschland. Die
sozialistische Regierung verkündete, dass nur ungarische Bürger die Grenze
überschreiten könnten. Ostdeutschen erwiderten mit Massenprotesten, die
Regierung musste ihnen daraufhin gezwungenermassen erlauben, den
Eisernen Vorhang zu passieren. Die Flucht nach dem Westen ging weiter, die
Auswanderer rissen und zerkleinerten die Mauer freiwillig ab. Sie wurden
von den Westdeutschen fröhlich empfangen, und haben zusammen gefeiert.
Infolge der harten Wirtschaftskrise der DDR, führte die Regierung Modrow
eine Währungseinigung mit der Bundesrepublik Deutschland ein.
Wegen der vorjährigen Massenprotesten hatte die SED 1990 ihre
politische Macht verloren. Dafür waren die Wahlen erstmals in der DDR frei,
wo eine neue Regierung gewählt wurde, die den Staat selbst auflösen sollte.
Die DDR unterzeichnete dann Abkommen mit der Bundesrepoublik, den
147
westlichen Mächten und der UdSSR, über eine Vereinigung der beiden
deutschen Staaten. Die vier Mächte übertrugen der neuen Bundesrepublik
und Berlin ihre volle Souveränität, das neue Deutschland musste seine Armee
beschränken, und auf jede atomarer, biologische, und chemische Waffe
verzichten. Am 3. Oktober gliederte die Bundesrepublik Deutschland die fünf
Bundes-‐Länder der DDR ein. Deutschland war wieder eins und vereint.
148
II DIE VERGANGENHEITSBEWÄLTIGUNG
1.2 Nach dem Krieg
Das, was im Zweiten Weltkrieg passierte, ist einfach der Resultat von den
vorherigen Vorfällen. Ein Beweis davon sind auch die mehreren
Bezeichnungen, mit denen dieser Prozess genannt wurde, nicht nur
Vergangenheitsbewältigung, sondern auch Aufarbeitung oder
Erinnerungskultur.
Im Westen: Sie wurde von den USA in Westdeutschland begonnen, mit
ihrem geplanten Entnazifizierungsprogramm, das sofort nach dem Krieg
eingeführt wurde. Viele deutschen Bürger wurden von den amerikanischen
Truppen in die Konzentrationslager gebracht, damit sie das sahen, was darin
passiert war. Das wurde auch von einer starken und intensiven Propaganda
gezeigt, deren Ziel es war, ein gemeinsames Schuldgefühl unter den
Deutschen zu verbreiten. Der Staat auch wurde entnazifiziert: alle
bürokratischen und Verwaltungsapparate wurden reformiert, alle NSDAP-‐
Mitglieder oder Anhänger wurden ausgeschlossen. Viele der wichtigsten
Kriegsverbrecher wurden vor Gericht gestellt, abgeurteilt, inhaftiert oder
hingerichtet. Die deutsche Bevölkerung war darüber schockiert. Trotzdem
mochten sie lieber darüber nicht sprechen, das wurde zu einem Tabu. Als der
Kalte Krieg begann, konzentrierten sich die USA darauf, und die Deutschen
auf den Wiederaufbau des Lands. Die Schuldfrage trat in den Hintergrund.
149
In den 50er Jahren ernannte sich die Bundesrepublik zum Vertreter des
gesamten deutschen Volks und zum Verantwortlichen der NS-‐
Kriegsverbrechen, indem sie sich vornahm, eine Wiedergutmachung an die
jüdischen Opfern von dem NS-‐Regime zu bezahlen. Die meisten lebten in
Israel, andere noch in Europa. Eine Wiedergutmachung wurde von der
Bundesrepublik niemals an andere Opfer bezahlt. Andere Prozesse gegen NS-‐
Verbrecher wurden eingeführt.
Aber mit Konrad Adenauer wurde der Entnazifizierungsprozess zu Ende
gebracht, indem viele ehemalige SS-‐Mitglieder oder bedeutende NS-‐
Persönlichkeiten freigelassen wurden, und dann auch noch gute
Arbeitsstellen in Politik und Wirtschaft fanden.
Eine erste wirkliche und gemeinsame Bewusstseinsbildung gab es in den
60er Jahren. Die deutsche Bevölkerung musste aufhorchen, als neue Prozesse
gegen wichtige Persönlichkeiten des Dritten Reiches eingeführt waren. Am
wichtigsten war der gegen Adolf Eichmann, der von dem israelischen
Geheimdienst in Südamerika gefasst, und dann in Israel vor Gericht gestellt
und zum Tode verurteilt wurde. Das war die Generation der Söhne des Nazi-‐
Deutschlands, die nicht still wie ihre Eltern blieben. Jugendbewegungen für
die Erinnerung wurden gegründet, und die Schuldfrage wieder geöffnet.
1968 hatten sich diese Bewegungen vermehrt. Sie fragten ihre Eltern, warum
sie das, was in der NS-‐Zeit passierte, erlaubten, ohne nichts zu tun. Sie
verurteilten jeden NS-‐Verbrechen, und trugen als Deutsche die
Verantwortung dafür.
150
In den 70en und 80en Jahren widmete die Gesellschaft noch mehr
Aufmerksamkeit für jene Zeiten, was im Nationalsozialismus passierte. Viele
Bücher, Filme und Theaterwerke handelten von dem Schrecken der
Konzentrationslager. Eine beispiellose Selbstkritik herrschte in
Westdeutschland.
Im Osten: Ostdeutschland wurde von der UdSSR entnazifiziert, indem sie alle
Persönlichkeiten, die mit dem Nationalsozialismus verbunden waren, in
besondere Lager brachte. Die DDR erklärte sich für einen antifaschistischen
sozialistischen Staat, der nicht damit verbunden war, was in den NS-‐Zeiten
passierte. Sie hat immer die Bundesrepublik (damals noch West-‐
Deutschland) beschuldigt, ein faschistischer Staat zu sein.
Sie erklärte sich dann für unschuldig, dafür entwickelte sich kein
gemeinsames Schuldgefühl. Das einzige Gedenken war an die Opfer des
Widerstands gegen Hitler, oder an alle Kommunisten und Sozialisten, die
verfolgt wurden. Die DDR behauptete, dass Antisemitismus vom
Nationalsozialismus zum Mittel verwendet worden sei wurde, um gegen den
Kommunismus zu kämpfen.
Bis zu ihrer Auflösung hat die DDR keine Wiedergutmachung an jüdische
oder andere Opfer der NS-‐Lager bezahlt, sondern nur den polnischen und
anderen sowjetischen Opfern.
151
2.2 Heute
Von den 90en Jahren ab wurde das Thema der
Vergangenheitsbewältigung immer häufiger in der dritten Generation der
Deutschen der Nachkriegszeit, und ist heute ein Teil der deutschen Kultur,
und noch ein Grund der Debatte.
Aber wie hat die Vergangenheit Deutschlands die heutige Gesellschaft
beeinflusst?
Wie schon erklärt, war Deutschland vom 19. Jahrhundert ab ein sehr stolzes
Land. Das, was im Zweiten Weltkrieg passierte, ist einfach der Resultat eines
Prozesses, der schon seit langer Zeit gestartet hatte. Als die Deutschen diese
Volksgemeinschaft bekamen, von dem sie immer geträumt hatten, konnten
sie ihren eigenen nationalen Stolz finden. Die Vereinigung von Bismarck, von
grossen militärischen Erfolgen und einer gemeinsamen patriotischen
Verwicklung kenngezeichnet, wurde dicht von einer bedeutenden
technologischen und industriellen Entwicklung gefolgt.
Schon während des Kaiserreichs sprach man über ein Mitteleuropa unter der
deutschen Oberherrschaft, über Deutschland als Herrenland. Alle diese
Gefühle und Ideen gipfelten in der NS-‐Zeit. Das Volk war nicht mehr nur
zufrieden damit und stolz auf sein Land, sondern es gab einen echten Kult der
Nation und der Rasse. Aber genau von diesem Gipfel stürzte der nationaler
Stolz plötzlich herab. Nach der Entdeckung dessen, was die NS-‐Regierung
getan hatte, und nach den Vorfällen in den 60er Jahren, die dazu beitrugen,
ein gemeinsames Schuld-‐ und Schamgefühl wieder wachzurufen, wurde fast
jede Spur von nationalem Stolz vernichtet.
152
Das kann man in den folgenden zwei Tabellen merken, die eine
Meinungsumfrage zeigen, die von World Values Survey durchgeführt worden
ist. Die Frage war: „Bist du stolz auf deine Nationalität?“ Die Werte: 1=nicht
stolz 4=sehr stolz. Die Frage wurde zufällig der Bevölkerung der betroffenen
Länder gestellt.
Erste Umfrage (1990-‐1992) Zweite Umfrage (1995-‐1997)
Wie man sehen kann, wurden die zwei Umfragen nach der
Wiedervereinigung, also mit der Befragung der dritten
Nachkriegsgeneration durchgeführt. In beiden Tabellen ist die deutsche
Punktzahl am niedrigsten. Sie ist auch niedriger als die
Durchschnittspunktzahl. Das heisst, dass Deutschland heute nicht ein stolzes
Land ist. In weniger als einem Jahrhundert hat das Patriotismus-‐Niveau in
Deutschland zwei extreme Punkte erreicht, vom höchsten zum niedrigsten.
Land Punktzahl USA 3,72 Südafrika 3,55 Kanada 3,53 Slowenien 3,46 Spanien 3,28 Dänemark 3,27 Italien 3,25 Schweden 3,22 Frankreich 3,18 Finnland 3,17 Belgien 3,07 Niederländer 2,93 Deutschland 2,75 Mittelwert 3,26
Land Punktzahl Venezuela 3,92 USA 3,72 Südafrika 3,73 Peru 3,68 Türkei 3,64 Polen 3,55 Australien 3,54 Spanien 3,40 Chile 3,38 Finnland 3,29 Argentinien 3,29 Schweden 3,13 Moldawien 2,98 Japan 2,85 Russland 2,69 Schweiz 2,59 Litauen 2,47 Lettland 2,10 Deutschland 1,37 Mittelwert 3,12
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Die Erfahrung der nationalsozialistischen Vergangenheit hat das Bewusstsein
der Deutschen zutiefst geprägt.
Eine andere wichtige Betrachtung betrifft die Nationalhymne, patriotisches
Sinnbild jedes Staates der Welt.
Der Text der deutschen Nationalhymne wurde schon in der Bismarck-‐Zeit
komponiert. Die erste Strophe „Deutschland, Deutschland über alles...“ hiess,
dass die Nationaleinheit die erste Sorge von jedem sein müsse. Deutschland
wendete jedoch nur 1922 diese Hymne mit dem Text an. Die Bedeutung der
ersten Strophe wurde von Hitler wieder eingeführt wegen seiner Weltpolitik.
1952 zwangen die USA die Bundesrepublik, nur die dritte Strophe
anzunehmen, genau wegen dem Inhalt der ersten Strophe, die unter Hitler
missverstanden und deren Bedeutung geändert wurde. Heute ist die dritte
Strophe die offizielle Hymne.
« Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt, wenn es stets zum Schutz und Trutze brüderlich zusammenhält. Von der Maas bis an die Memel, von der Etsch bis an den Belt: Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt.
Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang sollen in der Welt behalten ihren alten schönen Klang. Uns zu edler Tat begeistern unser ganzes Leben lang Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang.
Einigkeit und Recht und Freiheit für das deutsche Vaterland! Danach lasst uns alle streben, brüderlich mit Herz und Hand! Einigkeit und Recht und Freiheit sind des Glückes Unterpfand. Blüh im Glanze dieses Glückes, blühe deutsches Vaterland.
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3.2 Schlussfolgerungen
Die Verantwortung der Deutschen, in ihrer Eigenschaft als Volk,
dafür, was in der Vergangenheit passiert, bleibt bestimmt noch heute
erhalten und wird es auch immer bleiben. Die Vergangenheit kann nicht
gelöscht werden, aber kann nicht nur als Hinweis für die Zukunft, sondern
auch als Mittel für eine Volksgemeinschaft dienen. Gerade jene
Volksgemeinschaft, die Bismarck durch den Krieg, und Hitler durch eine
Rassenidentität gründen wollten, kann man durch eine gemeinsame
Erfahrung gründen. Die Vergangenheit soll dann das Volk reifer und darüber
bewusst machen, was es war und was es heute ist, aber nicht den Stolz und
Geist einer Gemeinschaft unterdrücken. Deshalb hat jedes Volk das Recht und
die Pflicht, sowohl sein eigenes Land, Heimat seiner Kultur, Sprache,
Identität, Traditionen, Geschichte... zu lieben, als auch alle andere Länder,
gleichermassen Heimat anderer Kulturen, Sprachen, Identitäten, Traditionen,
Geschichte, usw, die, zusammen mit der eigenen Heimat, zur Vielfalt und
Verschiedenartigkeit unserer Welt beitragen.
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Bibliografie
Profili N.48. Bismarck. Pietro Orsi-‐ A.F FORMIGGINI EDITORE DI ROMA Discorsi alla nazione tedesca. Johann Gottlieb Fichte Da Ottone di Sassonia ad Angela Merkel. Società, istituzioni, poteri nello spazio germanofono dall’anno Mille ad oggi. Bruno Mantelli La Repubblica di Weimar. Gunther Mai Mein Kampf. Adolf Hitler Se questo è un uomo. Primo Levi Storia della Germania nazista Le tre Germanie. Est, Ovest e Berlino. Michael Gehler Ritorno a Berlino. Lilli Gruber, Paolo Borella Il rifiuto di un’eredità difficile. La Repubblica Democratica Tedesca, gli ebrei e lo stato di Israele. Sara Lorenzini German reaction to Nazi atrocities, tratto da The American Journal of Sociology, vol. 52 n°2, The University of Chicago Press
Seitenverzeichnis
http://www.treccani.it/vocabolario/patria/
http://www.treccani.it/enciclopedia/patriottismo_(Dizionario-‐di-‐Storia)/
http://www.treccani.it/enciclopedia/nazione/ http://www.treccani.it/enciclopedia/nazionalismo_(Dizionario-‐di-‐Storia)/ http://www.itinerarigrandeguerra.it/Le-‐Condizioni-‐Di-‐Vita-‐Dentro-‐La-‐Trincea http://www.homolaicus.com/ http://www.massimilianocarocci.net/wp-‐content/uploads/2013/04/Seconda-‐Guerra-‐Mondiale.pdf