UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE DIPARTIMENTO DI MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE...

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UNIVERSITA’ DEL PIEMONTE ORIENTALE DIPARTIMENTO DI MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE

––––––––––S.C.D.U. NEFROLOGIA e TRAPIANTO RENALE

CATTEDRA DI NEFROLOGIAProgetto Trapianti AOU

Direttore: Prof. PIERO STRATTA 

Tel. 0321-3733797; 3733795; 3733148 - Fax 0321-3733138

Annalisa CerusoS. S. v. d. O. PSICOLOGIA CLINICA

Gruppo di Lavoro PSI-Nefro Piemonte

Definiamo stressante ogni evento in cui compare una marcata discrepanza tra le richieste poste all’individuo dall’ambiente e le capacità dell’individuo stesso di farvi fronte.

L’insorgere di sentimenti sgradevoli (ansia, depressione, generico disagio) fa si che l’apparato psichico metta in atto specifici meccanismi di difesa finalizzati a favorire il processo di adattamento.

Ogni malattia può essere considerata come un evento

stressante.

MECCANISMI DI DIFESA

Sentimenti, pensieri o comportamenti tendenzialmente involontari, che sorgono in risposta a percezioni di pericolo per la persona e sono finalizzati, in modo più o meno adattativo, a nascondere o ad alleviare i conflitti o gli agenti stressanti che danno origine ad ansietà o ad angoscia.

DAI MECCANISMI DI DIFESA AL COPING:

Con il termine “coping” o sistema di adattamento si intende una concezione più allargata dei meccanismi di difesa che comprende l’insieme dei meccanismi psichici utilizzati per fronteggiare un evento stressante.

Ovvero, l’utilizzo di strategie impiegate per affrontare situazioni minacciose.

IMPIEGO DI ALCUNE STRATEGIE DI COPING

Tecniche di coping in ordine decrescente per facilità di messa in atto Adattivitàrelativa

Autoaccusa

Evitamento attivo

Ottimismo +

Rassegnazione

Ribellione

Impeto di rabbia

Ricerca del sostegno altrui +

Collaborazione +

Ritiro sociale

Ruminazione

Affrontare il problema +

Accettazione +

Salvare le apparenze

Conforto nel sentimento religioso +

Sfogo affettivo +

Valorizzazione del Sé +

Analisi del problema +

Relativizzazione +

Dare senso alla malattia +

Compensazione +

Interventi pre-trattamento sostitutivo: indicazione di Obiettivi (1)

Sostegno

del paziente

e dei familiari

Cura delle Informazioni e

della comprensione

Indicazioni metodologiche

Interventi psicoterapici

Interventi psicofarmacologici

Situazione di malattia e necessità di trattamento sostitutivo

Natura dei trattamenti sostitutivi

Fattori di rischio

“Post-...” e necessità di terapie

Interventi pre-trattamento sostitutivo: indicazione di Obiettivi (2)

Accertamento delle Motivazioni

alla specifica terapia e delle

Aspettative

-Consapevolezza della morte (più o

meno imminente) senza terapia

sostitutiva ed elaborazione emotiva

di questo lutto

-Desiderio di vita ulteriore

-Necessità di motivazioni personali

-Aspettative «realistiche»

Interventi pre-trattamento sostitutivo: indicazione di Obiettivi (3)

Valutazione psico-

sociale di risorse e

di fattori di rischio

- Aspetti psicopatologici attuali e pregressi

- Stato cognitivo

- Abuso di sostanze attuale o passato

- Compliance attuale e passata

- Risorse emotive e stili di coping

- Qualità del sostegno familiare e presenza di figure di appoggio significative

- Inserimento e sostegno socio-lavorativo

Indicazioni metodologiche

La non compliance – ovvero la tendenza a non seguire le prescrizioni terapeutiche o le indicazioni mediche globali - rappresenta una circostanza probabile.

Diversi fattori possono sottostare a questo problema:

Il paziente può avere difficoltà a mettersi nelle mani del curante __ il paziente può non riconoscere la necessità di assumere farmaci o di sottoporsi ai controlli (poiché ritiene di <<non avere niente>>, ovvero mette in atto la negazione della propria condizione) __ il paziente potrebbe avere la necessità di “mantenere il controllo” della situazione (cioè voler fare di testa propria perché non riesce ad “affidarsi” agli altri, risultando così, poco compliante.In certi casi la non compliance è dovuta a scarsa informazione, altre volte è legata ad un’insoddisfazione più profonda, ovvero ad una tendenza depressiva sottostante.

Patologia grave irreversibile Minaccia di vita Ansia/angoscia/disperazione/rabbia Depressione (reazione di lutto)

Shock emotivo

Stato depressivo moderato Stato depressivo elevato Episodi depressione maggiore Ansia/insonnia/ipocondria/conversione Apatia/deterioramento di personalità

Atti anticonservativi Sintomi transitori di psicosi

Ideazione suicidaria, tendenze suicide (<1% mortalità)

Fase iniziale(primi 3-6 mesi)

Fase di adattamento(6-18 mesi)

In dialisi

“Stress in Dialisi” Reazioni emotive

• Minaccia di vita.• Perdita di una funzione

corporea.• Dipendenza inesorabile e

ripetitiva da ospedale, controlli, farmaci, macchine.

Aspetti fisici penosi e restrizioni (es. dieta).

• Perdita di ruolo (familiare-sociale-professionale).

• Perdita di sessualità.• Perdita di “futuro”.• Deterioramento finanziario.

Angoscia di morte, ansia, insicurezza.

Alterazione dell’immagine corporea. Frustrazione, rabbia,

aggressività. Ipocondria. Vissuti di lutto, depressione. Calo di autostima. Fatalismo, inerzia,

rassegnazione, impotenza, passività.

Offerta di OPPORTUNITA’

di scelta…

del trattamento migliore (o meno peggiore) possibile…

per quella malattia in quella fase clinica

Alcune condizioni affinché l’opportunità sussista

e sia vissuta come tale…

Costruzione di un rapporto di fiducia e maturazione di

una alleanza terapeutica prima del momento della

scelta .

Condivisione all’interno dell’équipe della

rappresentazione dei problemi e delle decisioni cliniche

(e quindi delle “soluzioni”). Informazione al paziente realistica, completa,

accurata, comprensibile e uniforme.

Tutela della SOGGETTIVITA’

▬ partecipazione del paziente (e, con il consenso del pz, della famiglia) alla costruzione della scelta.

▬ informazione neutrale (ossia, senza esercitare pressioni).

▬ rispetto della libertà di scelta e della capacità di autodeterminazione, ma anche di preferenze – valori – rappresentazioni della realtà, caratteristiche di personalità, situazioni esistenziali concrete (familiari, lavorative, ecc).

Il buon esito del trapianto deriva da un processo di adattamento alla nuova condizione; tale processo è correlato a variabili non solo organiche ma anche psicologiche e sociali.

Il paziente trapiantato si trova a dover:

• Ristrutturare la sua vita.• Operare una reintegrazione

dell’immagine corporea.• Convivere con la preoccupazione

del rigetto.• Convivere con il problema della

cronicità rappresentato dalle terapie e dai periodici controlli.

Nell’esperienza del trapianto il ricevente dovrebbe integrare l’organo donato nella propria immagine corporea attraverso una progressiva maturazione.

Possono emergere vissuti di colpa per la morte del donatore inconsciamente desiderata (ciò viene raramente riconosciuto dal paziente), ovvero: <<Sono vivo grazie alla morte di qualcun altro>>.

Questo percorso è influenzato anche dalle fantasie che il soggetto formula sul donatore.[Cioè l’organo trapiantato non è solo una parte corporea, bensì rappresenta la persona da cui proviene (il paziente costruirà molte idee sulla persona del donatore: “forte”, “vitale”, “distruttivo”, “fragile” ecc…)].

Nel trapianto da vivente

Finalità generale dell’intervento psicologico

è garantire che il consenso,

a donare e a ricevere

sia valido,

cioè che non sia alterato da distorsioni psico-patologiche

e che non generi effetti psicopatologici.

Compito dei curanti èaiutare, senza influenzare, pazienti e donatori

a maturare una decisione autonoma,in sintonia con se stessi e con il contesto

familiare.

Esemplificazioni cliniche

Interpretazione distorta di ricadute e di conseguenze risolutive legate alla donazione d’organo.

Analisi delle conseguenze psicologiche della donazione d’organo entro la relazione tra ricevente e donatore.

Motivazioni alla donazione d’organo su base <<pratica, di come la dialisi cambierebbe la vita>> della coppia.

Esemplificazioni cliniche

L’INCIDENZA DI DISTURBI DI CARATTERE

PSICOPATOLOGICO RISULTA COMPLESSIVAMENTE

PIUTTOSTO BASSA.

►Gli episodi depressivi nella fase post-trapianto sono

quasi sempre correlati ad una preesistente

tendenza alla depressione.

►Mentre i disturbi di adattamento sono più frequenti

nel periodo di attesa.

►L’ansia si manifesta quasi sempre controllata da

meccanismi di negazione, razionalizzazione,

rimozione, spostamento.

I DISTURBI DI ADATTAMENTO, D’ANSIA E DEPRESSIVI

CONSIDERATI NEL LORO INSIEME RIGUARDANO IL

13,8% DEI PAZIENTI.

Nel trapianto da vivente l’incidenza di disturbi di carattere psicopatologico risulta sovrapponibile.

tra donatore e ricevente va fatta un’attenta

valutazione psicologica dei soggetti candidati, al

fine di individuare le problematiche preesistenti.

Per evitare disturbi significativi pertinenti alla modificazione della relazione