Umana mente summer school

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UMANA MENTE SUMMER SCHOOL

WEBINAIR

Grautità e intermediazione filantropica

Relatore: Bernardino Casadei Segretario Generale Assifero

11 SETTEMBRE 2012

L’intermediazione filantropica

Un ente, di norma una fondazione avente

caratteristiche onlus, mette a disposizione la

propria infrastruttura a tutti coloro che

vogliono usufruire dei vantaggi di una propria

fondazione e quindi sfruttare al meglio le

potenzialità della filantropia istituzionale, ma

non vogliono o non possono costituirne una.

I vantaggi

• Sicurezza

• Semplicità

• Flessibilità

• Economicità ed efficacia

La sicurezza • Grazie alle norme che disciplinano la donazione modale, il donatore e chi ne ha

interesse possono costringere l’intermediario a rispettarne i vincoli;

• L’intermediario garantisce per sempre, anche se le finalità non sono più possibili, il

perseguimento degli obiettivi e il rispetto della volontà del donatore, altrimenti

tradirebbe la propria missione e metterebbe a rischio le propria crescita;

• Grazie ad un sistema contabile appositamente sviluppato è garantita una completa

tracciabilità di ogni operazione riguardante l’utilizzo delle donazioni che viene

periodicamente rendicontato al donatore;

• Tutte le informazioni sulle donazioni e il loro utilizzo, che il donatore non considera

riservate, sono pubblicate su internet, garantendo un completo controllo sociale;

• L’intermediario raccoglie la rendicontazione delle iniziative sostenute e verifica che

le risorse siano state utilizzate esclusivamente per quanto stabilito;

• Il donatore è protetto dallo schermo dell’intermediario nei confronti di qualsiasi

contestazione che il fisco dovesse sollevare circa l’utilizzo delle somme donate;

• L’intermediario non ha alcun rischio imprenditoriale e quindi non ci sono potenziali

creditori che possano far valere diritti sui patrimoni che gestisce.

La semplicità

• Se la donazione è di modica entità, si può creare il fondo per semplice

scrittura privata, altrimenti per atto pubblico o testamento;

• Non è necessario predisporre statuti o ottenere riconoscimenti,

basta che l’intermediario accetti la donazione per essere operativi;

• Non c’è la necessità di costituire e gestire organi, quali consiglio,

assemblea, revisori;

• La gestione amministrativa, come ad esempio la contabilità e il

bilancio, è totalmente in capo all’intermediario;

• Tutte le incombenze collegate alle erogazioni, salvo quelle che il

donatore vuole gestire direttamente, sono a carico

dell’intermediario;

• Un’unica donazione può essere utilizzata per finanziare una

pluralità di progetti, semplificando la gestione amministrativa e

dichiarazione dei redditi.

La flessibilità Il donante può donare ad un progetto, ad un fondo già esistente o costituirne uno nuovo stabilendo:

• il nome;

• le finalità filantropiche;

• la durata (indefinita, definita, perpetua);

• come, cosa e quando donare;

• il ruolo che desidera avere nella vita del fondo;

• i soggetti che possono contribuire al fondo;

• la destinazione delle donazioni (disponibilità, patrimonio, riserve);

• come devono essere erogate le disponibilità;

• la presenza, la composizione e il ruolo di eventuali comitati;

• come deve essere investito l’eventuale patrimonio;

• quali informazioni devono essere rese pubbliche;

• come gestire eventuali modifiche negli scopi e nelle modalità operative;

e anche sperimentare la filantropia istituzionale con risorse limitate.

L’economicità e l’efficacia • Le donazioni non sono imponibili e i di donanti godono dei maggiori benefici fiscali

vigenti (deduzione sino al 10% del reddito con un massimale di €70.000 o, per le

imprese, sino al 2% del reddito senza massimale);

• Attraverso questa intermediazione, anche le donazioni fatte per progetti di utilità

sociale realizzati da enti non profit che non sono onlus, quali, ad esempio, le

parrocchie, sono deducibili;

• È possibile dissociare il momento della donazione e del conseguente beneficio

fiscale, da quello in cui vengono finanziati i progetti;

• L’intermediario facilita le relazioni con altri donatori e può raccogliere donazioni

dalla collettività per sostenere i progetti scelti dal donatore;

• L’intermediario non ha progetti propri e quindi conflitti d’interesse, essa mette a

disposizione la propria conoscenza delle non profit, come dei bisogni e delle

potenzialità che è possibile valorizzare, per da aiutare il donatore ad individuare le

erogazioni che meglio rispondono alle sue esigenze;

• Massimizzazione benefici d’immagine o totale anonimato;

• Il donatore può usufruire di economie di scala nella gestione;

• Sfruttando la presenza di una struttura già esistente, i costi sono definiti a priori e

particolarmente contenuti.

La nuova definizione di beneficenza Il comma 2bis dell’art. 10 della legge sulle onlus stabilisce:

“Si considera attività di beneficenza, ai sensi del comma 1, lettera a), numero 3), anche la concessione di erogazioni gratuite in denaro con utilizzo di somme provenienti dalla gestione patrimoniale o da donazioni appositamente raccolte, a favore di enti senza scopo di lucro che operano prevalentemente nei settori di cui al medesimo comma 1, lettera a), per la realizzazione diretta di progetti di utilità sociale”.

Un’opportunità per il nonprofit

• Massimizzare i benefici fiscali per i propri

donatori;

• Offrire loro maggiori garanzie;

• Gestire donazioni complesse;

• Garantirsi l’intangibilità del proprio

patrimonio;

• Promuovere il dono.

I benefici fiscali

• Possibilità di offrire ai propri donatori i

vantaggi della più dai meno versi, anche

quando l’ente non potrebbe:

– Benché onlus non tiene la propria contabilità

con la partita doppia;

– Non si è iscritto nel registro in quanto non

svolge esclusivamente attività onlus;

– Gestisce progetti d’utilità sociale, ma non

persegue finalità di solidarietà sociale.

Le garanzie per i donatori

• Dotarsi di un mallevatore che esamina l’utilità

sociale dell’intervento e si fa garante dello stesso;

• Offrire al donante un garante che controlla che le

risorse verranno utilizzate solo per il progetto da

lui scelto superando i naturali conflitti d’interesse;

• Mettergli a disposizione una rendicontazione

verificata da personale specializzato;

• Garantirgli che la donazione è senz’altro

deducibile ai fini fiscali.

I vantaggi gestionali

• Semplificazione nella gestione di donazioni

consistenti o di fondi patrimoniali, anche

quanto l’ente:

– Ha un capitale di valore limitato;

– Non ha le competenze richieste per la gestione

patrimoniale;

– Non è in grado di offrire le garanzie che i

potenziali donatori potrebbero richiedere.

La tutela del proprio patrimonio

• Garantirsi che qualunque cosa succeda il

patrimonio accumulato verrà sempre

destinato al perseguimento della propria

mission:

– L’ente non profit ha comunque un rischio

imprenditoriale;

– A volte la struttura gestionale è fragile.

La promozione del dono

• Aiutare i propri donatori a vivere

pienamente l’esperienza del dono

usufruendo, anche con risorse ridotte, dei

vantaggi della filantropia istituzionale;

• Permettere loro di perseguire pienamente i

loro valori ed ideali, anche quando non si

identificano totalmente con quelli dell’ente

non profit.

Le condizioni

• Essere senza scopo di lucro;

• Operare principalmente nei settori: – assistenza sociale e socio-sanitaria; assistenza sanitaria;

beneficenza; istruzione; formazione; sport dilettantistico; tutela,

promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e

storico; tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente;

promozione della cultura e dell'arte; tutela dei diritti civili; ricerca

scientifica di particolare interesse sociale;

• Gestire direttamente progetti d’utilità

sociale.

Le modalità operative

• Individuare un intermediario filantropico che sia onlus e

abbia fra le sue finalità la beneficenza;

• Costituire al suo interno uno o più fondi destinati a:

– La raccolta di donazioni per finanziare uno specifico progetto;

– La raccolta di donazioni per finanziare progetti da definire;

– La gestione di un patrimonio indisponibile o di riserve;

• Chiedere ai donatori di fare delle donazione modali alla

fondazione specificando che esse dovranno servire per quel

progetto d’utilità sociale o destinate a quel fondo;

• Richiedere all’intermediario il trasferimento delle risorse

specificandone la loro destinazione;

• Rendicontare l’uso delle risorse ricevute.

Le opportunità presenti in Italia

• Il Comitato per il dono che opera a livello

nazionale (www.perildono.it);

• Le fondazioni di comunità:

– ce ne sono una trentina soprattutto nell’Italia del Nord,

ma si stanno diffondendo anche in altri territori;

– enti generalisti esperti della loro comunità;

• Altre fondazioni con competenze settoriali:

– esempio Fondazione Paideia per l’infanzia;

• Vita Giving Europe per le donazioni

transfrontaliere in Europa.