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Comunità Cristiana Maggio 2014
TUTTO DIPENDE DALLA LUCE
Il cuore di un innamorato è sempre attratto, affascinato, illuminato, reso vivo, pulsante
dalla persona amata … tutto viene trasfigurato, si riesce a vedere tutto con occhi diversi,
con occhi di stupore. Chi si innamora è come se nascesse un'altra volta. Chi scopre che
cosa significa amare, un giorno si stupisce di non aver amato prima. È una primavera del
cuore.
Anche la fede, accolta e vissuta, può regalarci tutto questo. È per questo che, come un
innamorato, torno alla Pasqua e alla fede pasquale, centro e cuore della vita dei cristiani.
Perché è luce che illumina, perché è fuoco che tutto trasforma. È dalla luce del mattino di
Pasqua che tutto dipende. Sentite questo racconto narrato dal noto artista padre Marko
Ivan Rupnik che ho avuto la gioia di conoscere personalmente:
Quando ero all’Accademia di Belle Arti a Roma e studiavo teoria del colore ho
conosciuto uno svizzero, Johannes Itten, che penso avesse capito molto bene il
colore, ma aveva un sacco di nemici, come tutti quelli che creano, che
inventano. Allora lui, furbescamente, organizza una cena e invita tutti questi
suoi nemici. All’inizio della cena, mentre tutti erano seduti ai tavoli con grande
appetito, fa sfilare i camerieri con l’antipasto: un po’ di prosciutto del Carso,
un po’ di insalata, ma intanto accende una luce rossa. I camerieri cominciano a
servire ma nessuno tocca niente, perché una fetta di prosciutto sotto una
lampada rossa è come la carne appena tagliata, una foglia di insalata è come la
pelle di rana. E lui chiede: “Come mai non mangiate, non è buono?”. Accende
allora una luce verde … Sai che cos’è un prosciutto sotto una lampada verde?
Meglio non dirlo a voce alta: una visione impressionante. E chiede ancora:
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“Ma come non avete appetito?”. Finalmente accende una luce normale: il
prosciutto ridiventa prosciutto e l’insalata ridiventa insalata. E aggiunge:
“Forse allora non ho sbagliato troppo con la mia teoria: tutto dipende dalla
luce”.
La luce rende splendenti anche le cose più semplici, addirittura le trasforma, e anche un
frammento di vetro diventa un brillante.
Se tutto dipende dalla luce, quale potenza ha dentro allora l’affermazione di Gesù: “Io
sono la luce del mondo” (Gv 9,5)! Accogliere, fare spazio in noi alla luce di Gesù, il
Signore crocefisso e risorto, è la realissima possibilità di risorgere ogni giorno, di rifiorire
ogni giorno, di acquistare una nuova mentalità, una logica nuova, un cuore nuovo, è la
splendida possibilità di diventare una creatura nuova (2Cor 5,17).
Perché credere è riconoscere innanzitutto di essere amati. E chi ha piantato nel proprio
cuore l’albero della fede pasquale sa ritrovare speranza, vigore, slancio, entusiasmo,
audacia, capacità di amare, di ricominciare, di perdonare, capacità di gesti e di sogni
nuovi.
Chi crede nel Signore crocefisso e risorto fa l’esperienza di una autentica primavera, di
una primavera che non finisce con l’inverno …
Le piante sono tutte spoglie d’inverno, ma un bel giorno una luce nuova, un’aria tiepida
comincia ad abbracciarle e ad accarezzarle. Così le piante si commuovono e cominciano a
rifiorire e tutto ridiventa un giardino!
La fede di Pasqua ci fa sempre questo regalo, ci fa rifiorire.
Quando Gesù venne nelle mie stagioni,
fu lui l’autentica primavera,
la promessa di tutti gli anni a venire.
Colmò il mio cuore di gioia;
e, come le viole, timida cosa,
crebbi alla luce della sua venuta.
(Rachele, in “Gesù Figlio dell’Uomo” di Gibran)
Così scriveva il card. Dionigi Tettamanzi in “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini”
(n.40) commentando l’avventura spirituale dell’uomo cieco dalla nascita:
Proprio qui ritroviamo il nucleo essenziale, il segreto affascinante
dell’esperienza di fede. Essa è un incontro personale, personalissimo con il
Signore Gesù, che ci cambia la vita, la illumina con lo splendore della sua
grazia e ci dona un modo nuovo di pensare, di vedere, di valutare, di giudicare
l’intera realtà.
Chi va da Gesù, chi sta con Gesù cuore a cuore, nel silenzio e nella preghiera, chi guarda
spesso alla croce di Gesù, chi ascolta il Vangelo acquista a poco a poco una luce che tutto
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illumina e trasfigura. Anche la notte della sofferenza, del dolore, della morte, perché il
mattino di Pasqua ci dona una straordinaria speranza e una vita non meno che eterna. Ed è
proprio la luce della speranza ciò di cui tutti abbiamo più bisogno.
Ho letto che quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa
riempiendo la spaccatura con dell’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una
ferita ed ha una storia, diventa più bello. Oro al posto della colla. Metallo pregiato invece
di una sostanza adesiva trasparente. Questa tecnica è chiamata “Kintsugi”. Sembrano
volerci dire che il dolore è parte della vita. A volte è una parte grande, e a volte no. E che
il dolore fa due cose: ti insegna e ti lascia cambiato. E ti lascia più saggio, più forte, a
volte. Ma ci insegnano che la cosa più importante è rendere belle e preziose le persone che
hanno sofferto … questa tecnica si chiama “amore”, ben di più che una semplice tecnica,
una squisita e speciale qualità del cuore. Un’arte che i cristiani possono imparare da Gesù
di Nazareth, il Crocefisso vivente.
Il cristiano riceve in dono la luce, l’oro dell’inaudita speranza del Risorto e insieme è
chiamato a essere luce, a fare dono dell’oro ricevuto, della speranza ricevuta …
Quando ti imbatti in una cosa bella, la racconti.
E quando ti imbatti in una cosa vera, la dici.
E se hai capito che la storia di Gesù è come un lampo
che ha illuminato per sempre il cammino del mondo e dell’uomo
dandogli un senso, allora lo racconti a tutti.
Non puoi farne a meno.
E se l’incontro con Gesù Cristo ha cambiato la tua esistenza
dandole forza, direzione, gioia di vivere,
allora inviti gli amici a condividerla.
(Bruno Maggioni)
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Ci perseguiti allora una frase di Paul Claudel: “Voi che credete, che ne avete fatto della
luce?”
don Mirko
www.donmirkobellora.it
APPUNTAMENTI COMUNITÀ PASTORALE
venerdì 9 maggio ore 21 in Santuario
MESSA CONTEMPLATIVA
martedì 13 maggio ore 21 in Santuario
LECTIO DIVINA
Guida: don Luigi Galli
QUARESIMALE 2014
USCIRE DAL TEMPIO
… risonanze …
Marc Chagall - Sopra Vitebsk
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Tutti gli anni, in occasione della Quaresima, don Mirko sceglie un tema e invita quattro
relatori che lo sviluppano. Quest’anno il grande contenitore è stato “USCIRE DAL
TEMPIO” che prometteva una grande apertura e ampi spazi. Perché uscire dal tempio? In
che modo uscire? Uscire dal tempio per fare cosa?
Don Mirko, nella prima serata, ricorda la lettera pastorale dell’arcivescovo Angelo Scola:
“Il campo è il mondo” e “Evangelii gaudium” di Papa Francesco che spiegano benissimo
perché e come “Uscire dal tempio” .
Questi sono solo appunti, ricordi di quello che ho ascoltato e che sto portando con me.
Il primo relatore è il professore Alberto Melloni, laico, storico che è stato definito “lo
storico che legge il domani”, molto esperto della storia della Chiesa. Uscire dal tempio per
questa “PRIMAVERA SENZA PREAVVISI” che è Papa Francesco e che, per tantissime
persone, è una grande consolazione. Le radici di questa primavera si trovano nel Concilio
Vaticano II. Melloni è uno storico, analizza in profondità il Fenomeno Bergoglio e dice
che la riforma che è in atto deve essere fatta non solo in capite, ma anche in membris.
È la volta di don Mario Antonelli, teologo, grande estimatore del Cardinale Martini che,
con una meditazione , racconta della “BELLEZZA DI DIO” che si incontra solo a
condizione di Uscire dal Tempio. Partendo dalla tela di Marc Chagall – Sopra Vitebsk –
che è stampata sul programma degli incontri e che “attiva la parola del Vangelo” Antonelli
ferma la sua e la nostra attenzione sulla coppia di amanti che si abbracciano: “il nome
santo di Dio e la sua bellezza sono nell’abbraccio di quell’uomo e quella donna”. E il
teologo continua nella sua meditazione sino ad arrivare alla bellezza di Gesù sul Monte
degli Ulivi e poi passa a raccontare dei suoi sei anni in Brasile, in un piccolo villaggio
dove si vive in misere casupole sovraffollate. E lì, dai bambini che rubano i suoi fiori per
regalarli alla maestra di cui sono innamorati, da una giovane mamma single in attesa del
terzo figlio che desidera solo un abbraccio, da un ragazzo a cui regala delle infradito che
gli permettono, finalmente, di sentirsi una persona, riceve una grande lezione di vita e di
umanità che lo può solo avvicinare a Dio.
E poi arriva don Angelo Casati. È un poeta: non parla, canta. È un saggio, sereno,
tranquillo, circondato da una grande spiritualità che parla di “UN RABBÌ CHE
SCONFINAVA”. “Gesù ha sconfinato sin dalla nascita, nascita strana, è stato adorato dai
pastori, è stato crocifisso tra due ladroni. E la sua vita… sconfina dalla famiglia, frequenta
i peccatori, si lascia profumare da una poco di buono. Pensavano di averlo fermato
crocifiggendolo, ma sconfina con la Resurrezione”. Don Angelo meriterebbe pagine e
pagine e pagine …
E poi Michael D. Semeraro, monaco benedettino con “OSIAMO DIRE PADRE
NOSTRO”. Esordisce dicendo “Credo che il Padre Nostro sia proprio la preghiera di che
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vuole uscire dal tempio: figlio e fratello… e concludere un percorso quaresimale
riprendendo la preghiera del Padre Nostro è una cosa molto bella …”. E poi inizia a
sviscerare la preghiera che chiama la “forma della preghiera”. Conclude con una citazione
che trovo bellissima “Facci piuttosto sbagliare che smettere di imparare.”
Potete trovare tutte le registrazioni degli incontri sul sito di don Mirko e sul sito della
parrocchia di Oreno.
Ida Brambilla
Dietro il vecchio nome di Quaresimale, ancora capace di evocare l’immagine di un prete
che apostrofa dal pulpito, si è svolto in questo periodo di Quaresima uno splendido
percorso di riflessioni presso il teatro Adriano di Oreno; un vero convito per la mente e per
il cuore, che ha aperto l’animo alla speranza e alla fiducia, in un momento che sembra
segnato dai passi stanchi della rassegnazione. Quattro proposte interessanti per ascoltare
spiriti illuminati che hanno il dono di ‘speculare’, cioè di guardare da una posizione
privilegiata e più alta, proprio questo tempo che stiamo attraversando e che abbiamo
l’obbligo di leggere all’ insegna del Kairòs, cioè del momento di grazia da non perdere.
Il primo oratore, Alberto Melloni, professore di storia della Chiesa e laico impegnato
nella realtà ecclesiale, ha fatto cogliere la particolarità di questa stagione che, con la
sorprendente primavera iniziata da papa Francesco, è da considerare il frutto maturo del
Concilio che aveva riflettuto approfonditamente sui tre temi della povertà, della
collegialità e dell’unità fra i cristiani. A proposito di povertà la scelta del nome, la
residenza abituale in S. Marta e lo stile antiprotocollare del nuovo papa hanno fatto subito
intendere al mondo quale sarà la nota dominante del suo pontificato. Sembra passato un
secolo, eppure da quell’annuncio di papa Benedetto XVI e dall’elezione di papa Francesco
è trascorso solo poco più di un anno, ma è stato subito chiaro che i temi delle molte
“periferie esistenziali” saranno il cuore del suo apostolato petrino. Beninteso, dice
Melloni, non si tratta di diventare operatori sociali, né di stabilire quanti posti-letto debba
fornire una parrocchia per i poveri, ma di aprirsi con disponibilità interiore a tutte le forme
di marginalità di cui il mondo soffre. Impossibile qui dar conto delle molte suggestioni
sollevate dall’oratore; basterà far cenno alle povertà cui già il papa si è dimostrato attento
come l’emarginazione sociale, le troppe solitudini, l’infanzia senza tutela, la giovinezza
derubata di futuro, la precarietà di un lavoro genuflesso alle logiche del profitto. Ma anche
all’interno della Chiesa sembra che l’attenzione sia ora spostata dalle problematiche
culturali o teologiche a quelle esistenziali; non più l’urgenza di un confronto fede-ragione,
ma quella di mettere in cattedra la povertà, perché nel pensiero già chiaramente delineato
di papa Francesco sembra sia proprio colui che è povero il depositario di un insegnamento
alla Chiesa: il povero, paradigma e misura dell’autenticità cristiana. Papa Bergoglio ha
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sollevato il velo anche su forme di marginalità che la stessa Chiesa può aver contribuito ad
alimentare. È ancora lecita, si domanda Melloni facendosi portavoce di un sentire diffuso
nella comunità dei fedeli, la negazione dell’Eucarestia ai divorziati risposati? Si può dire
veramente madre una Chiesa che nega ai suoi figli l’alimento vitale? Si può lasciar vivere
e lasciar morire generazioni di battezzati senza Eucarestia?
Don Mario Antonelli ha proposto una riflessione sulla bellezza di Dio, quella da
raccontare usciti dal tempio per incontrare il mondo e la fragile eppure splendida vita
dell’uomo. L’ icona cui s’è ispirato è quella dell’ ebreo che esce dal tempio e sorvola il
villaggio natale di Chagall, nel notturno di un paesaggio illuminato solo dalla neve e
interrotto dall’unica presenza palpitante di due amanti che si abbracciano. Ecco, quel
palpitare di un uomo e di una donna abbracciati in una carne sola esprimono nella pittura
dell’artista ebreo-russo specialista del Cantico dei Cantici la forma più alta di bellezza da
incontrare nel mondo. Se non avviene quest’incontro fuori dal recinto sacro è perché
dentro il tempio non è avvenuto l’incontro con “il più bello tra i figli dell’ uomo” (Sal
44)che non ha disdegnato di “assumere su di sé la natura mortale fino a diventare schiavo”
(Fil 2)e che ha lo sguardo “sfigurato e senza decoro” del servo sofferente cantato da Isaia
(Is 53).
Di altro taglio la riflessione sommessa e profonda di don Angelo Casati, “lettore
innamorato di Vangeli che scava nelle parole” come lui stesso si dice. E di un innamorato
certamente si tratta perché nel candore con cui si apre agli ascoltatori confida che “a 80
anni mi batte il cuore ancora” quando, nella lettura della vita di Gesù che procede più per
intuizioni e trasalimenti che per concatenazioni logiche, incontra i tratti del suo Signore.
Quello sconfinare che gli è dato come traccia per la riflessione viene declinato nella logica
del superare, dell’oltrepassare, del travalicare, sinonimi di un’unica matrice: amare.
Amare è superare la logica delle regole, che per chi ama non servono e per chi non ama
non bastano; l’amore non contratta - non calcola - non programma; da qui i suoi
sconfinamenti. Un amore che non sconfina mai è pallida consuetudine. Tutta la vita di
Gesù è sconfinamento, dalla nascita sospetta da una ragazza non ancora convivente col
marito, alle frequentazioni poco raccomandabili con pubblicani e prostitute, al conflitto
con l’autorità religiosa, alla scandalosa morte in croce tra due ladri. Una provocazione
forte quella di don Angelo, che mette in discussione la nostra prevedibilità, il nostro agire
scontato e ripetitivo, i nostri incontri incolori e i nostri cenacoli smunti…
Al domenicano fra Michael David Semeraro è stata affidata la riflessione sul Padre
Nostro, di cui ha fornito una lettura sapienziale non scontata, esordita con l’invito a
diffidare dei profeti di sventura, noiosi e pericolosi. La preghiera di Gesù è una preghiera
corale, sia quando è formulata nel chiuso della propria camera sia quando viene declamata
all’interno della liturgia eucaristica. Essa però non è tanto la formula da tramandare
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inalterata, ma la forma della preghiera autentica, il modello sul quale improntare la nostra
preghiera, che non è chiusura solipsistica ed egoista, ma apertura a Dio nella comunione
con gli altri. Eppure la verità della preghiera non può che essere nella sincerità del proprio
cuore, più personale e segreta, per dirla con Etty Hillesum, dell’intimità sessuale. Pregare
con sincerità è apprezzare la vertigine di un incontro personale con Dio, il Separato
(Kadosh) degli Ebrei, il “senza la terra”(aghios) dei Greci, il “totalmente Altro” di meister
Eckart. E qui s’inserisce l’ ultima e più cocente provocazione: la preghiera autentica ci
riconduce dal “Senza terra” alla terra, dove incontrare il nemico, icona e sacramento di
Dio, proprio là dove chi ci osteggia vorremmo divenisse per noi completamente estraneo,
appunto “totalmente altro”.
Lino Varisco
DECANATO DI VIMERCATE
febbraio – aprile 2014
ARTE E FEDE: VIA INCONTRO ALL’UOMO
Nelle nostre vite c'è un solo colore che dona senso all'arte.
Il colore dell'amore.
(Marc Chagall)
Che Marc Chagall fosse un uomo profondo prima che un
artista, già lo si intuiva.
Ma che fosse capace di descrivere a parole quasi fossero
leggere pennellate anche il senso profondo che la fede può
infondere all'arte, è una piacevole sorpresa.
Un po’ questa è stata anche la scoperta che ha accompagnato
il percorso di Arte e Fede raccontantoci piacevolmente da
Mons. Sguaitamatti in sette appuntamenti con Leonardo,
Caravaggio, Michelangelo e Giotto, sei sere che hanno richiamato molte persone, ciascuna
con le proprie domande e aspettative.
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Abbiamo apprezzato ciò che Chagall diceva a parole, ovvero che l'Amore è il colore
principale di un'opera d'arte.
Che la passione, la fede talvolta tormentata, la profonda inquietudine e ricerca di senso che
ha in modi differenti caratterizzato la vita di ciascuno di questi artisti, sembra rendere oggi
ai nostri occhi i colori più vivi, i gesti più plastici, le scene più vere.
Tutti gesti e scene, peraltro, che rappresentano il fondamento della nostra vita di fede.
È stato un percorso iniziato a piccoli passi, con un reverenziale e rispettoso avvicinamento
alla lettura di alcune opere grandiose come il cenacolo Vinciano, la Cena di Emmaus del
Caravaggio, la Cappella Scrovegni di Giotto, la Cappella Sistina di Michelangelo; un lento
avvicinamento che è divenuto poi un cammino percorso a passi decisi: vedere alcune
scene della vita di Gesù, di Maria e Giuseppe, esattamente come le hanno interpretate
mani abili e sguardi profondi, è stata un' esperienza prima ancora del cuore che
dell'intelligenza.
Forse possiamo dire di avere condiviso con questi artisti la sensazione vibrante di sentirsi
alla ricerca e di desiderare di trovare un senso. Ognuno con il proprio talento, loro con la
loro personale arte.
In fin dei conti credere e creare, vivere la propria fede e dare espressione alla propria arte,
sono due momenti indifferentemente essenziali per noi uomini che in entrambe i modi
cerchiamo di trovare uno spiraglio attraverso il quale intravvedere Dio.
Il poeta Paul Valéry scrisse che "il pittore non deve dipingere quello che vede, ma quello
che si vedrà".
Allo stesso modo la fede non guarda a ciò che vede, ma a ciò che vedrà un giorno.
Ecco il legame indissolubile tra arte e fede, ecco il sentimento e l'orizzonte che ha guidato
questo nostro breve ma intenso cammino.
Ecco forse l'invito che ciascuno ha intuito per sé, l'invito a racchiudere la propria personale
ricerca di Dio e di fede non sempre e solo dentro schemi che si vedono qui e ora e si
leggono con chiarezza immediata, ma anche dentro a ciò che si può solo intuire ed
afferrare con il cuore, magari dentro il blu intenso di un cielo, o il volto preoccupato di un
discepolo alla tavola con Gesù.
Allora capiamo che Arte significa forse proprio questo: cercare di mostrare Dio dentro ad
ogni cosa, o quantomeno cercare di lasciare che in ogni cosa si intuisca la presenza di Dio.
Ecco allora ciò che deve trasformare il nostro stile di vita: come l'arte, anche la fede deve
mostrare Dio dentro a ogni cosa che facciamo, ad ogni parola che pronunciamo, ad ogni
scelta che affrontiamo, con la stessa vivacità di colori, lo stesso tratto deciso, la stessa
intensità di espressione che abbiamo colto dentro ad ogni opera d'arte.
Silvia e Monica
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LA FESTA
Il giorno 1 Aprile si è tenuto il Consiglio Pastorale della nostra Comunità Pastorale sul
tema: “La Domenica, festa del Signore”.
La Commissione Liturgica ha discusso preventivamente il tema ed ha quindi portato in CP
la sintesi di quanto emerso e alcune proposte operative per una valutazione, arricchimento
e decisione.
Purtroppo oggi la Domenica è diventata unicamente giornata di riposo tra giorni faticosi,
giornata di evasione, di fuga dalla quotidianità feriale e di divertimento, perdendo la
connotazione originaria di <<festa del Signore risorto>>.
Cos’è invece la Domenica per noi cristiani?
La Domenica è Festa, perché incontriamo Gesù nella sua Parola e nell’Eucaristia e
per questo è un giorno gioioso, è il giorno del cristiano, come dice San Gerolamo.
E’ sì giorno di presenza del Signore tra noi, ma anche di memoria della sua morte e
risurrezione e di promessa del regno di Dio.
Il culmine di questa giornata è senza alcun dubbio la S.Messa, che ci fa vivere tutti
questi momenti e in particolare ce li fa vivere insieme ai nostri fratelli cristiani
(“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” Mt
18,20).
La Domenica è giorno dell’Eucaristia e della comunione fraterna. La Liturgia ci
offre la possibilità di proclamare Cristo, di pregarlo, di celebrarlo, per farlo sempre
più profondamente nostro. L’Eucaristia ci dona una nuova forza, una nuova libertà,
una nuova speranza, una nuova capacità di amare.
Quando la S.Messa è attesa, desiderata, celebrata, vissuta, opera in noi il miracolo di
farci annunciatori della gioia pasquale.
La Domenica è il primo giorno e non l’ultimo della settimana, che ci apre e ci
sostiene nella nostra azione durante i successivi giorni feriali e quindi è il tempo del
raccolto nella Messa e dell’avvio della distribuzione dei propri doni ricevuti, a tutti
coloro che incontreremo durante la settimana.
La Domenica è tempo bello, che ci invita alla speranza, che ci proietta verso il
futuro incontro definitivo con Dio.
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La Domenica è tempo di un riposo attivo, cioè che apre all’incontro, alla relazione,
alla comunione, alla condivisione, alla carità, al dono della gratuità, portatore di
gioia ritrovata.
A partire da queste concretezze, in cui crediamo fermamente, sono uscite alcune proposte,
per rivalutare profondamente e maggiormente valorizzare e vivere questa giornata:
1. Recuperare il valore della S.Messa sviluppando maggiormente la ministerialità
nelle Parrocchie:
- Un momento prima della Messa si propone che il Sacerdote si ritrovi in
sacrestia con i lettori, la voce guida, l’organista, i Ministri straordinari
dell’Eucaristia per dare uno sguardo alla celebrazione e al tempo liturgico e
per individuare un’idea da far passare, una preghiera da recitare, un canto da
fare…, per valorizzare alcuni momenti della celebrazione. Poi qualche minuto
prima dell’inizio della Messa un laico dovrebbe uscire al microfono per
salutare le persone (l’accoglienza), presentare il tema della domenica, provare
i canti non ancora assimilati dai presenti.
- Vivificare la S.Messa con una partecipazione più attiva e gioiosa, puntando ad
una lettura dei brani della Sacra Scrittura più espressiva e più coinvolgente
l’attenzione delle persone, a canti liturgicamente adatti ma che fanno
emergere la gioia dello stare insieme nella celebrazione, ad una
proclamazione entusiasta dell’Atto di Fede e del Padre Nostro, ad un
momento di gioia fraterna nella Comunione. Prevedere anche momenti di
silenzio e di preghiera personale, non solo durante la Consacrazione, per
entrare in un clima spirituale intenso, in cui l’anima si abbandona, ascolta e
parla con il Signore.
2. Vivere, nella Domenica, altri momenti della Presenza di Gesù tra noi
- Attivare esperienze di ascolto della Parola, come le catechesi ai ragazzi,
incontri specifici di famiglie o di gruppi.
3. Educare alla festa
- Durante le omelie della Messa, gli incontri di catechesi, nella vita d’Oratorio,
nelle Associazioni/Gruppi si propone di educare alla gratuità, al bello, alle
relazioni, che sono gli ingredienti della festa cristiana, che portano poi a
vivere l’Eucaristia.
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Comunità Cristiana Maggio 2014
4. Aprirsi alle relazioni e alla solidarietà
- Inviare i ministri straordinari dell’Eucarestia, possibilmente prima del termine
della Messa, agli ammalati o alle persone sole che non possono partecipare
alla Celebrazione Eucaristica, anche accompagnati da alcuni ragazzi della
catechesi e/o da altri membri della comunità.
- Proseguire dopo la Messa, in alcune occasioni, con un’agape fraterna o con un
aperitivo conviviale e valorizzare iniziative di pastorale parrocchiale, affidate
ai gruppi presenti in parrocchia.
- Ripensare la raccolta e destinazione delle offerte durante la Messa, in modo
da destinarle alla solidarietà non solo una volta all’anno, ma una volta al
mese. La solidarietà può essere indirizzata verso famiglie bisognose della
Parrocchia o anche verso una Parrocchia della Comunità Pastorale che è in
difficoltà economica.
- Visitare gli ammalati e le persone sole.
- Proporre attività concrete di carità e di solidarietà con momenti di
condivisione aperti a tutti, vicini e lontani.
- Per i gesti di cui sopra proposti, potrebbe essere utile la Banca del tempo della
comunità.
- Disseminare un’ansia missionaria, cominciando ad essere presenti, come
Chiesa, nei luoghi di ritrovo della società civile (es. Centri commerciali).
Tutte queste proposte sono state offerte alle Commissioni Parrocchiali (territoriali) delle
sei Parrocchie della nostra Comunità Pastorale, perché possano deciderne la graduale
applicazione nelle loro Comunità, tenuto conto del cammino ecclesiale, sensibilità e
prontezza ad accoglierle del popolo cristiano ad esse affidato.
(Luigi Spampinato)
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MESE di MAGGIO – DEDICATO A MARIA
IL S. ROSARIO SARA’ RECITATO ALLE ORE 20.30
In caso di pioggia IN CHIESA
1 GIOVEDI’ GROTTA
2 VENERDI’ SCUOLA DELL’INFANZIA
3 SABATO 4 DOMENICA
5 LUNEDI’ Via CONI ZUGNA e VELASCA 2 6 MARTEDI’ Via MONTE SANTO e Via TOLMINO 7 MERCOLEDI’ 20.30 SANTA MESSA
8 GIOVEDI’ MILANO:
“Venite a vedere questo spettacolo”
9 VENERDI’ MESSA CONTEMPLATIVA – gestita dalla Parrocchia di VELASCA
10 SABATO 11 DOMENICA
12 LUNEDI’ Via SILVIO PELLICO 9/A 13 MARTEDI’ Via LEOPARDI e Via VELASCA 63
Lectio Divina 14 MERCOLEDI’ 20.30 SANTA MESSA
15 GIOVEDI’ Via PRATOLINI 16 VENERDI’ Via PAPINI 17 SABATO 18 DOMENICA
19 LUNEDI’ Via VELASCA 45 20 MARTEDI’ Via PASCOLI
(CPCP)
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Comunità Cristiana Maggio 2014
21 MERCOLEDI’ 20.30 SANTA MESSA
22 GIOVEDI’ Via KENNEDY 23 VENERDI’ Via PIRANDELLO 24 SABATO 25 DOMENICA
26 LUNEDI’ Via VELASCA 12/A 27 MARTEDI’ Via DON CERNUSCHI ed EINSTEIN 28 MERCOLEDI’ 20.30 SANTA MESSA
29 GIOVEDI’ MADONNA DELLA RONDINE
30 VENERDI’ CONCLUSIONE A VIMERCATE
31 SABATO
SABATO 10 MAGGIO
Ore 18.00
MESSA VIGILIARE s. messa MOTTA GENTILE ed ELENA /MARIA e FRANCESCO GALBUSERA / ALOISE GRAZIELLA
DOMENICA 11 MAGGIO
Ore 8.30 Ore 10.30 Ore 15.30
IV DI PASQUA s. messa GALBUSSERA ALFONSO e CESARINA / MAGNI LUIGI, LUIGIA e PINUCCIA s. messa BONALDI CATERINA, MARICA, ROPA GIORDANO / GALBUSERA ARTURO e COLOMBO ANGELA / GALBUSERA ARTURO e COLOMBO ANGELA PAROLINI MASSIMO
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LUNEDI’ 12 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa BARLASSINA FIORINA e AMEDEO
MARTEDI’ 13 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s.messa MANDELLI AMBROGIO / ANILE GIUSEPPE
MERCOLEDI’ 14 MAGGIO
Ore 20.30
MATTIA, apostolo s. messa MAGNI VINCENZO, MARIA e BEATRICE / GHESA MARIA deff. Fam. COSSOLINI / GIANCARLO, VITTORIA, FIORINA, MARIA e ANGELA / SALA IDA e VERGANI CARLO / COLONETTI GIOVANNI
GIOVEDI’ 15 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa Deff. Famm. COLNAGHI e CRIPPA
VENERDI’ 16 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa BRAMBILLA GIAMPAOLO, ANTONIA e LUIGIA
SABATO 17 MAGGIO
Ore 18.00
MESSA VIGLIARE s. messa ZANOTTA VITTORIO / MANZATO ELIO, LAURA e RICCARDO
DOMENICA 18 MAGGIO
Ore 8.30 Ore 10.30
V DI PASQUA s. messa MAGNI LUIGI e LUIGIA e famigliari / Deff. Famm. COLOMBO e BERETTA s. messa MAGNI NATALE e ZAPPA CAROLINA / MEREGALLI FRANCESCO e FARINA CAROLINA / SCOTTI DARIO e Famiglia
LUNEDI’ 19 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa MAGNI PAOLINO e SANDRINA
MARTEDI’ 20 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa ALARI ISACCO e Famiglia / PARRINELLO GIACOMO
MERCOLEDI’ 21 MAGGIO
Ore 20.30
FERIA s. messa ZAMBELLO e GIACOBBE / LINO DE CLEMENTE
GIOVEDI’ 22 MAGGIO
Ore 9.00
S. RITA DA CASCIA, religiosa s. messa Fam. POMPEO e SPADA / Fam. PANCERI e LEVATI
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Comunità Cristiana Maggio 2014
VENERDI’ 23 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa COLOMBO FERRUCCIO e CAROLINA
SABATO 24 MAGGIO
Ore 18.00
MESSA VIGILIARE s. messa Fam. BOSIOe MARINI / MAZZITELLO ITALO, CURTOSI SALVATORE e MAZZITELLO CATERINA, BIONDO PIETRO
DOMENICA 25 MAGGIO
Ore 8.30 Ore 10.30
VI DI PASQUA s. messa MEREGALLI NATALE, SILVANA, GALBUSERA MARIA e deff. Fam. MEREGALLI e GALBUSERA s. messa BELLINI LEONARDO / SANTINO e ADELAIDE e Fam. GALBUSERA e STUCCHI / ZANI ANGELA
LUNEDI’ 26 MAGGIO
Ore 9.00
S. FILIPPO NERI, sacerdote s. messa
MARTEDI’ 27 MAGGIO
Ore 9.00
FERIA s. messa ELIO, GIUSEPPE, SUOR CARLA e SUOR MARIA
MERCOLEDI’ 28 MAGGIO
Ore 20.30
FERIA s. messa CASPANI CARLO e REGINA / PILOTTI ANGELO
GIOVEDI’ 29 MAGGIO
Ore 9.00
ASCENSIONE DEL SIGNORE s. messa
VENERDI’ 30 MAGGIO
Ore 9.00
DOPO L’ASCENSIONE s. messa
SABATO 31 MAGGIO
Ore 18.00
MESSA VIGILIARE S. messa RIPAMONTI GIOVANNA e MAPELLI EZIO
DOMENICA 1 GIUGNO
Ore 8.30 Ore 10.30
DOPO L’ASCENSIONE s. messa TOMASINO RINO / CRIPPA LUIGI, NATALE e GUGLIELMO s.messa NOACCO LUIGI e IGINIA / MARIO e ALBERTO MAZZUCCHI / NICOLUSSI CESARINA, MARIA e GIOVANNI
LUNEDI’ 2 GIUGNO
Ore 9.00
FERIA s. messa Fam. POMPEO e SPADA
MARTEDI’ 3 GIUGNO
Ore 9.00
S. CARLO LWANGA e compagni, martiri s. messa
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MERCOLEDI’ 4 GIUGNO
Ore 20.30
FERIA s. messa CONSONNI CARLO, MAGGIONI PIERINA e famigliari / BETTINO SUGLIANI
GIOVEDI’ 5 GIUGNO
Ore 9.00
BONIFACIO, vescovo e martire s. messa GALBUSSERA ALFONSO e CESARINA
VENERDI’ 6 GIUGNO
Ore 9.00
FERIA s. messa
SABATO 7 GIUGNO
Ore 18.00
MESSA VIGLIARE s. messa BRAMBILLA ANGELO / CANEVALI ELISABETTA e deff. Fam. BOSIO ENEA
DOMENICA 8 GIUGNO
Ore 8,30 Ore 10.30
PENTECOSTE s. messa GALBUSERA GALDINO, ROSSINI VITTORIA e BETTINESCHI GIUSEPPE, LAZZARONI MARIA s. messa
Per richieste di intenzioni per S. Messe e per eventuali correzioni di trascrizione
rivolgersi a Don Franco
Da il “Diario di viaggio di Padre Joseph”
Il mese missionario a Velasca con Don Daniele dal Brasile: Don Daniele è stato il primo
parroco della parrocchia di Santa Maria Maddalena di Velasca che ho conosciuto e mi ha
sostenuto tanto sia spiritualmente sia materialmente nel mio lavoro. Dopo tanti anni che
non lo vedevo più, il Signore ha fatto sicché le nostre strade si incrociassero di nuovo a
Velasca. Anche lui ormai impegnato nella missione sta dimostrando in concreto quello che
sosteneva solo da lontano.
Questo incontro per me segnava Velasca come un punto importante di partenza verso la
missione.
Anch’io da tanti anni diventato quasi cittadino mi sento molto un missionario prodotto da
Velasca.
Mi sento sostenuto e ben voluto anche perché la mia mamma, i miei fratelli, cognati, zia e
nipoti vivono in via Don Cernuschi.
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Comunità Cristiana Maggio 2014
Sono anche colmo di gioia che il nostro diacono Cesare sta prestando il servizio molto
importante nella comunità pastorale di Agrate. Ricordo nella preghiera anche il nostro
Sasà che sta intraprendendo il cammino verso il sacerdozio.
Che il Signore della vendemmia aumenti sempre operai per la mietitura.
Quest’anno per me Pasqua è…
… suor Patrizia, 90 anni, dal 1953 in Uganda, a cui brillano gli occhi quando racconta
cosa ha vissuto in mezzo alla gente,
… Padre Joseph che traduce in lingua locale “La Passione” di Mel Gibson per la sua
comunità,
… i bambini della scuola primaria che con estrema cura attaccano fiori ai loro rami di
palma,
… la mia grande compagna di viaggio che fa della sua professione il senso profondo della
sua vita a qualsiasi latitudine, diventando un esempio per me,
… la mia comunità GPII, sempre vicina anche se a tanti chilometri di distanza,
… i miei amici e la mia famiglia, sempre sempre sempre presenti con ogni mezzo,
… respirare la cooperazione, quella fatta bene, con testa e cuore,
… tutta la gente del villaggio che va a visitare i bimbi appena nati,
… le suore che mi preparano il succo per prendere le vitamine, gli amici di Morulem che
mi chiamano e mi vengono a trovare mentre agonizzo nel letto per la malaria (ora sto
bene, n’è!),
… missionari che sanno parlare più di una lingua locale ma che mantengono l’accento del
paese da cui provengono in italiano,
… scrivere questi auguri il Sabato Santo, il giorno in cui Dio non c’è, non si vede, in
un posto nel cuore dell’Africa in cui, a volte, ti viene perfino da credere che Dio forse
si è davvero girato da un’altra parte ed è andato altrove…invece è risorto, pure qui,
davvero per tutti. Buona Pasqua con tanto affetto, Silvia
e
Padre Joseph”
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Comunità Cristiana Maggio 2014
12 aprile 2012 Inaugurazione campo oratorio
Finalmente c’è l’abbiamo fatta !
Ora c’è un bellissimo campo verde di sicuro meno polveroso e sassoso .Pronto per fare
partite, giochi, corse e divertimenti anche al nostro Oratorio.
Dopo varie vicissitudini fatiche indecisioni, a distanza di più di un decennio dall’impianto
nuovo di illuminazione, anche il manto erboso è stato rifatto nuovo e cosa non secondaria
e non meno importante è anche aver messo l’impianto d’irrigazione..
Come non partire da un grazie rivolto innanzitutto a chi ci ha spinto a farlo, e sono i
bambini e i ragazzi che giocano si allenano e corrono e con entusiasmo ci fanno
apprezzare il lato pi ù bello di uno sport divertente ed educativo. Hai ragazzi che appena
possono sono li con una palla, ai bimbi e che giocano in lungo e in largo durante le attività
Oratoriane
Poi un grazie va a tutti coloro che hanno contribuito economicamente, o col sudore, a chi
ha donato materiale , a chi ha organizzato raccolta fondi con pizze o cene o cinghialate, a
chi ha dato e a voluto rimanere nell’anonimato ad associazioni o gruppi che hanno donato,
e al nostro instancabile don Franco che ci a tenuti uniti e trascinato. A chi semplicemente a
fatto una torta, o a chi c’è stato e ha partecipato alle varie iniziative. Pensate che per
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Comunità Cristiana Maggio 2014
l’inaugurazione ci hanno raggiunti perfino dall’inghilterra, ed hanno ammirato il nostro
“prato all’italiana”.
Non so di preciso quanto sia costato, e non so neppure in quanti si siano dati da fare, ma
sono stati veramente tanti.
Di sicuro ora è bello, a cosi va mantenuto, non solo per partite od allenamenti, ma come
campo dell’oratorio in cui si gioca semplicemente, o si fanno competizioni. L’importante
che vi sia sempre rispetto ed educazione .Un grazie in anticipo a chi si preoccuperà di
averne cura e a chi ne avrà cura e non lo userà come deposito di cartacce,bottiglie e
sigarette
ORATORIO ESTIVO 2014 ….. A VELASCA
Piano terra
«E venne ad abitarein mezzo a noi»
Ancora una volta il Signore Gesù è al centro
dell’Oratorio estivo, determinando il cuore di una
proposta che invita i ragazzi ad appropriarsi dei loro
spazi e del loro tempo, per abitarli come forse non
hanno mai fatto!
«E venne ad abitare in mezzo a noi» è la frase
evangelica che darà il tenore a tutta un’estate in
oratorio, in continuità con il percorso dell’Oratorio
estivo degli ultimi due anni, in cui il confronto
diretto fra la Parola di Dio e l’esperienza umana ha
messo al centro prima le parole umane (PassParTu),
poi il corpo (Every-body) e tutte le sue connessioni e ora l’abitare come immagine di una
trasformazione che è possibile dentro e fuori di noi.
C’è un piano che è quello di Dio, in cui la terra non è vuota ma abitata dall’uomo, cioè da
chi sa riconoscerne il valore, da chi sa dare senso alle cose e nomi a situazioni e incontri.
Dio ha voluto nel mondo l’umanità perché lo abitasse e quindi lo trasformasse, potendo
dire «sono a casa»!
È così che, negli occhi e nel cuore degli uomini, Dio può rispecchiarsi e trovare una
risposta creativa e libera al suo amore. Questo «Piano terra» diventa la missione dei
ragazzi del prossimo Oratorio estivo a cui si chiederà di scoprire il valore delle loro azioni,
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delle loro scelte, dei loro gusti e dei loro comportamenti e quanto essi siano decisivi per
determinare il loro presente e il loro futuro e per dare forma ai loro spazi e alle loro
relazioni.
5 SETTIMANE dal 9 giugno all’11 luglio
PROGRAMMA DELLA SETTIMANA MATTINA:
lunedì:
GIOCHI DI SQUADRA (basket, fresbee,
pallamano) o DANZA + compiti e studio
martedì:
PISCINA a Burago Molgora
mercoledì:
LABORATORIO CREATIVO: attività
manuali
giovedì:
GITA O PASSEGGIATA (a piedi o in
bicicletta)
venerdì:
CALCIO/PALLAVOLO + compiti e studio
POMERIGGIO:
lunedì:
GIOCO A TEMA + ATTIVITA’ DI
SQUADRA
martedì:
GIOCO E ANIMAZIONE
mercoledì:
GRANDE GIOCO
giovedì:
GITA
venerdì:
TORNEI A SQUADRE
ORARI
8.00 – 9.00 accoglienza 9.15 attività mattino
12.00 pranzo (non obbligatorio)
13.00 -14.00 accoglienza/gioco libero 14.00 attività pomeriggio
16.15 merenda
16.30 attività “libere” con animatori 17.30 uscita
CONTRIBUTO ECONOMICO
GIORNATA INTERA: 25 euro/settimana
(comprende PISCINA e LABORATORIO CREATIVO)
POMERIGGIO: 10 euro/settimana
BUONO PASTO: 4 euro/giorno (2° fratello gratuito)
PISCINA: 8 euro/giorno (per i non iscritti del mattino comprende trasporto in pullman)
LABORATORIO CREATIVO: 3 euro/giorno (per i non iscritti del mattino)
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La quota comprende: assicurazione, materiale per l’animazione, merenda e la maglietta
(per gli iscritti del mattino), seconda maglietta 4 euro.
La quota NON comprende le GITE.
ISCRIZIONI E INFORMAZIONI
In oratorio da Don Franco e Laura Antonini
INCONTRI ANIMATORI
Gli animatori si trovano tutti i
MERCOLEDì ALLE 18.00 con Giacomo
oppure i
VENERDì ALLE 21.00 con Laura.
L’impegno degli animatori all’Oratorio estivo inizia dal mese di maggio: presuppone la
presenza agli incontri di preparazione del materiale e organizzazione del programma.
Vi aspettiamo!!!
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BATTESIMO – IL DONO PIU’ BELLO 27 Aprile De Vito Lorenzo di Roberto e Maria 27 Aprile Schiesaro Bianca di Mauro e Daria
HANNO CONSACRATO IN DIO IL LORO AMORE 3 Marzo Cavalieri Elena e Toninelli Daniele
SONO TORNATI ALLA CASA DEL PADRE
Maraschin Irma – 4 Gennaio Benincasa Jolanda - 19 Febbraio Bisanti Edoardo - 27 Febbraio Maggioni Vittoria - 12 Marzo Sala Ida - 12 Aprile