TRE DOMANDE IRRINUNCIABILI: cosè lapprendimento? chi è il bambino? quale scuola? Quale...

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TRE DOMANDE IRRINUNCIABILI:

• cos’è l’apprendimento?

• chi è il bambino?

• quale scuola? Quale insegnamento?

PARTIAMO DALL’APPRENDIMENTO:

“L’APPRENDIMENTO NON SI PUO’ PROGETTARE. APPARTIENE, IN DEFINITIVA, AL MONDO DELL’ESPERIENZA E DELLA PRATICA……SI INFILA NELLE INCRINATURE, CREA DELLE INCRINATURE. L’APPRENDIMENTO SI DETERMINA COMUNQUE, CON O SENZA LA PROGETTAZIONE.”

E. Wenger, Comunità di pratica, Raffaello Cortina Editore

E allora, che cosa ci stiamo a fare noi?

TENTIAMO QUALCHE DEFINIZIONE

APPRENDERE:

• Impossessarsi, afferrare con la mente, imparare. (www.etimo.it)

• Mettersi in grado di disporre, nella teoria e nella pratica, di una serie di nozioni, imparare. (Dizionario della lingua italiana, Devoto, Oli)

LA VISIONE COSTRUTTIVISTA:

Teorie di riferimento:

• BRUNER

• MEAD E VIGOTSKIJ

• DEWEY

• MORIN

• BATESON

• ………………….

L’apprendimento ha luogo dalla RELAZIONE tra un organismo e il suo ambiente.

Avviene sempre all’interno di una molteplicità di relazioni, mai in isolamento (es.: leggere un libro)

E’ insito nella natura umana: è una parte costante e integrante della nostra vita, non un’attività particolare, separabile dal resto della nostra vita

E’ un PROCESSO attivo, autonomo, creativo, situato, transattivo.

E’ un’esperienza di identità, poiché trasforma ciò che siamo e ciò che possiamo fare.

Ha inizio da una condizione di disequilibrio.

E’ in continua costruzione (“società dell’apprendimento continuo, diffuso”)

Non parte mai da zero (base biologica)

Reticolare? Lineare?

Quindi sono in gioco aspetti logico-cognitivi e tutte le altre variabili legate alla relazionalità (emotivi, socio-affettivi, dinamiche gruppali) e al contesto.

L’apprendimento è allora anzitutto e soprattutto la capacità di negoziare nuovi significati

E’ fondamentalmente esperienziale e fondamentalmente sociale. “Il nostro conoscere- anche il più banale- è sempre troppo grande, troppo ricco, troppo antico e troppo connesso per poterlo generare individualmente…” (Wenger)

Implica l’immaginazione.

Bateson ne descrive diversi livelli, pur non considerandolo lineare e progressivo:

• livello 0: non apprendimento. Risposte rigide, predefinite, sempre uguali. Es. la macchina banale

• livello 1 (proto-apprendimento): subentra la possibilità dell’errore che prevede risposte diverse in uno stesso contesto. Condizionamento S-R. es. laboratorio di psicologia.

• livello 2 (deutero-apprendimento): acquisizioni che in genere avvengono nella prima infanzia, spesso inconsce, non oggetto di riflessione. Es. abitudini, che rispondono a economie mentali e sono resistenti al cambiamento.

• livello 3: raro e difficile da realizzare. Produce “profonda riorganizzazione del carattere.” “renderà….le premesse non esaminate (implicite), suscettibili di indagine e di cambiamento”

QUANDO UN APPRENDIMENTO E’

SIGNIFICATIVO/FORMATIVO?

L’apprendimento è significativo se nel rapporto con le fonti esterne il soggetto conserva il suo ruolo attivo, costruttivo e consapevole.

…allorché nuove informazioni vengono collegate a qualche elemento importante del quadro cognitivo già esistente.

“Ciò che trasforma le informazioni in conoscenze….è il modo in cui si possono integrare in un’identità di partecipazione. Quando le informazioni non portano a un’identità di partecipazione, rimangono aliene, letterali, frammentate, innegoziabili. Oltre a rimanere sconnesse da altre informazioni rilevanti, non si traducono in un modo di essere nel mondo…”

L’apprendimento allora è formativo se favorisce “un atteggiamento complessivo che travalica i confini del contesto scolastico…”

L’apprendimento in questo senso dovrebbe avere come oggetto soprattutto la conoscenza procedurale…l’imparare ad imparare. (ruolo di riflessione, metacognizione,…)

….E QUI ARRIVIAMO NOI….CHIAMATI A “…PROMUOVERE

L’APPRENDIMENTO DI CUI ABBIAMO BISOGNO PER ESSERE SICURI CHE CI

SIA UN DOMANI PER IL GENERE UMANO” (Wenger)

QUALE INSEGNAMENTO? QUALE SCUOLA?

La storiella dei due scalpellini……ovvero il problema di chi siamo.

Se “l’apprendimento non è l’effetto dell’insegnamento”, allora che ruolo abbiamo noi?

Non siamo gli unici attori….(al centro la relazione)

Non siamo esecutori…..(rapporto fra programmi/programmazioni/progettazione)

MA…

PROGETTISTI DELLA FORMAZIONE (Schön)

COSA SERVE?• Farsi domande• Diventare coscienti su…• TEORIA (conoscenza disciplinare + competenza

didattica)• PRATICA: riflettere-in-azione (l’ agirpensando di W.

Fornasa), cioè diventare ricercatori in un contesto pratico, ovvero costruire una nuova teoria del caso unico.

• ARTE come attitudine creativa= avere strumenti da combinare consapevolmente per dare risposte nuove.

……Per costruire architetture per l’apprendimento, che definiscono “gli elementi generali del progetto. Non è una ricetta: non dice al progettista come sviluppare un determinato progetto. Definisce ciò che ci deve essere assolutamente”(Wenger)

Ovvero ci si devono porre

domande generali su scelte da affrontare, definire la forma generale di ciò che bisogna realizzare (finalità), le componenti di base, le strutture di supporto da fornire….

in merito a contesti da predisporre, traguardi formativi, struttura comunicativa e raggruppamenti, possibilità di costruire ponti cognitivi e relazionali, documentazione, modi e tempi della riflessione.

“Serve la capacità di Penelope di tessere orditi e trame relazionali e organizzative, ma anche di sospenderle e dis-farle, accogliendo aspetti di incoerenza e sup-portando con pazienza l’incertezza, coltivando e nutrendo l’attesa, il sostare nelle contraddizioni… contenendo e mitigando aggressività e impulsi, mediando divergenze e contrapposizioni (senza cadere nella rassegnazione impotente)” (Scaratti 2005)

L’insegnante allora:

• facilita o ostacola l’apprendimento• da causa efficiente a assistenza, scaffolding• crea il, anzi, un contesto• è risorsa strutturante…fra le altre (“sapere

rubato”)• coniuga in modo dialettico la necessità di

sintonizzarsi sui bisogni e il perseguimento di finalità

• è capace di assistere attraverso la ZSP, cioè quando c’è realmente bisogno!

QUALCHE ELEMENTO PER UNA DIDATTICA COSTRUTTIVISTA

Cosa non è?

• spontaneismo puerocentrico

• didattica per un apprendimento per scoperta (l’ogg. viene scoperto, ma non ri-costruito)

• adesione ad atteggiamenti di indulgenza (tutto va bene…)

Cosa richiede?

Il ruolo della competenza didattica:

necessità di padroneggiare le più diverse tecniche

sapendo come selezionarle

e utilizzarle in modo flessibile e creativo

“in questa ottica…anche le pratiche e gli strumenti più tradizionali conservano valore nella misura in cui vengono assunti e adoperati nella contingenza della rispettiva funzione”

“la critica non deve indirizzarsi a questo o quel metodo in nome di un metodo alternativo, bensì verso atteggiamenti di assolutizzazione e di esclusione, che rendono rigida e stereotipata l’interazione didattica”.

Possibili strumenti per predisporre contesti che assistano l’apprendimento e

lo sviluppo:Ascolto (orecchi, occhi, bocca)

Osservazione (quale?)

Gioco

Vita di relazione

Organizzazione (ambientazione delle attività: chi, che cosa, quando, dove, perchè)

Modellaggio (quali modelli offriamo?)

Gestione delle “carezze”

Feed-back

Istruzione

Domandare (diverso da dare istruzioni)

Strutturazione cognitiva

La collegialità: una risorsa?

QUALE PEDAGOGIA? QUALI PEDAGOGIE?

Principi da assumere, non da applicare…• Pedagogia della complessità• Pedagogia delle differenze• Pedagogia dell’alterità• Pedagogia dell’ascolto• Pedagogia del conflitto• Pedagogia del servizio• Pedagogia del quotidiano• Pedagogia dell’adesso e del non ancora• Pedagogia del futuro• Pedagogia delle domande legittime