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aDreNaLiNa, riScHio e ScommeSSe
teoria e pratica del “giocare in borsa”
La motivazione rappresenta la forza che spinge l’individuo ad agire in ogni attività quotidiana per
soddisfare le proprie esigenze ed è strettamente legata alle emozioni. Si può dire che le emo-
zioni rappresentano il “colore” della vita, mentre le motivazioni il “motore”. Quando un’attività è
legata ad emozioni piacevoli viene ripetuta, in caso contrario in futuro verrà evitata.
LE EMOzIONI E LE MOtIvAzIONI
Quando decidiamo di assumerci dei rischi, quali sono gli
aspetti motivazionali che ci spingono in questa direzione?
È risaputo che alcune persone abbiano una certa
predilezione per le emozioni forti; i “sensation seekers”
(cacciatori di sensazioni) sono individui dominati dal
bisogno di provare forti emozioni, perseguono attiva-
mente esperienze eccitanti, nuove e diverse, ricercan-
do continuamente la scarica di adrenalina (vedi figu-
ra 1).
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Per raggiungere questi scopi sono disposti ad assu-
mere forti rischi sociali, fi sici o economici. La ricerca del
rischio genera momenti caratterizzati da un alternarsi di
sensazioni forti ed eccitanti, quali paura e speranza; quan-
do l’esperienza rischiosa si conclude positivamente so-
praggiungono piacevoli sensazioni di autorealizzazione.
Già sessanta anni fa Maslow parlava di autorealizzazione;
si tratta di un bisogno intrinseco in noi ed in generale rap-
presenta una sorta di competizione con noi stessi per mi-
gliorarci spingendoci oltre i nostri limiti e aumentando le
nostre forze fi siche e spirituali (vedi fi gura 2).
IL pIACERE pER IL bRIvIDO
Il piacere del brivido in chi pratica sport estremi è motiva-
to dal piacere di sensazioni forti, dalla ricerca dell’avventu-
ra e dal senso di ammirazione o timore che si incute in chi
osserva (vedi fi gura 3).
I piaceri forti generati dal gioco d’azzardo nelle sue
diverse forme sono profondamente radicati nella natura
umana; l’attrazione al gioco sta nella fantasia di riuscire
a controllare l’incontrollabile. Si trat-
ta di una distorsione cognitiva degli
eventi dove il gioco non è percepito
come aleatorio, ma legato alle pro-
prie abilità. Per questo il giocatore
tende ad ostentare e mostrare le vin-
cite, mentre le perdite non le consi-
dera e le attribuisce ad errori esterni.
La percezione che molti hanno
della Borsa è simile ad un gioco, per
questo le persone tentate dal possibi-
le guadagno facile tendono a “gioca-
re in Borsa”. Il gioco consiste nell’in-
dovinare la direzione che un titolo
potrà avere nel futuro più prossimo.
Freud assimilava il gioco “alla fanta-
sia e al sogno, potendo procurare in
forma simbolica le gratifi cazioni che
sono negate o impossibili nella real-
tà”. Ecco perché l’immagine che più
facilmente viene associata alla Bor-
sa è quella del Casinò, dimentican-
do che si tratta di un mercato dove si
scambiano capitali e dove vige la leg-
ge della domanda e dell’offerta.
MA COSA È IL RISCHIO?
Nel senso comune il concetto di ri-
schio indica minacce, azzardo o peri-
Figura 1 “Adrenalina” brano della band italiana finley
Testo del brano: “Cerco un’alternativa che dia una scossa alla mia norma-lità L’abitudine mi soffoca non ce la faccio più Mai nessuno capirà questa è una emergenza Ho bisogno di una scarica da 9000 volt ... E va, La mia te-sta se ne và Io non riesco a capire quello che mi succede sento il cuore che batte Soffro di dipendenza da una strana sostanza io non posso star senza la mia dose di adrenalina Prima o poi so’ che impazzirò perché ne voglio sempre, sempre di più Sono fatto per rischiare per non accontentarmi mai E va La mia testa se ne và” Fonte: www.finley.it
Figura 2 piramide di Maslow (1954)
Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepì il concetto di “Hierarchy of Needs” (gerarchia dei bisogni o necessità). Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differen-ti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell’individuo) ai più complessi (di caratte-re sociale). L’individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. I livelli di bisogno concepiti sono:1. Bisogni fi siologici (fame, sete, ecc.)2. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione3. Bisogni di appartenenza (affetto, identifi cazione)4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e oc-cupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).Fonte: Wikipedia
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colo. In ambito scientifi co il rischio è associato ad un con-
cetto probabilistico e viene defi nito come la frequenza
stimata di effetti indesiderati dovuti all’esposizione ad un
evento. Il rischio è valutato in relazione agli esiti probabili
dei singoli pericoli.
Rischio = probabilitá x Danno
Il rischio è diverso dall’incertezza. Si parla di rischio se
è nota la probabilità degli eventi possibili e di incertezza
quando si conoscono gli eventi possibili, ma non è nota la
probabilità del loro verifi carsi.
Un elemento importante nella valutazione del ri-
schio è la capacità di stimare il grado di dipendenza de-
gli eventi, come dovuti al caso o, al contrario, alle abili-
tà individuali. Generalmente chi si sente meno esperto
in un determinato ambito tende ad assumere rischi mi-
nori, considerando più realisticamente l’intervento del
caso. Al contrario, l’aumento della fi ducia nelle proprie
abilità, tende a produrre una crescente tendenza ad as-
sumere rischi. Questo spiega perché spesso gli inciden-
ti nascono quando si cominciano a considerare gli even-
ti come dipendenti dalla propria volontà o dalle abilità
personali.
I SENSAtION SEEkERS E I pROfESSIONIStI
Come abbiamo visto la categoria dei “sensation seekers”
pur di andare a caccia di emozioni è pronta a compiere
azioni anche spericolate, senza alcun metodo.
Al contrario, l’utilizzo di un metodo e di disciplina darà
maggiori probabilità di successo, pur operando in assen-
za di certezze.
Il professionista dell’estremo programma la propria
impresa in maniera metodica e disciplinata calcolando il
rischio che deve essere il più possibile oggettivo con lo
scopo di ridurre l’incertezza del caso.
Patrick De Gayardon, il famoso paracadutista estremo
deceduto in un incidente nel 1998, diceva: “L’estremo è ri-
cerca del limite da superare … Ma l’estremo è anche ra-
gionevolezza, studio, calcolo, programmazione e pianifi ca-
zione…”
Una collega di De Gayardon lo ricorda così: "Patrick
aveva la capacità di andare oltre senza correre rischi in-
controllati. Non lasciava mai nulla al caso. No, non è stata
imprudenza: è stato un incidente, è stato vittima del cigno
nero”. (vedi fi gura 4)
Resto colpito quando mi capita di osservare che gli in-
vestitori sono sempre alla ricerca della “dritta” o quando
prendono decisioni di investimento sulla base di “sensa-
Figura 3 foto di patrick De gayardon, icona dello sport estremo
“L’estremo è ricerca del limite da superare … Ma l’estremo è anche ragio-nevolezza, studio, calcolo, programmazione e pianifi cazione …”Fonte: archivio storico corriere.it
Figura 4 “Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita.” È un saggio fi losofi co-letterario di Nassim Nicholas taleb, matematico di origi-ne libanese, esperto di scienze dell’incertezza e professore di Risk Engine-ering al New york University polytechnic School of Engineering
Il libro si focalizza sul forte impatto di certi avvenimenti rari e imprevedibili e sulla tendenza umana di trovare retrospettivamente spiegazioni sempli-cistiche di questi eventi. Questa teoria è da allora conosciuta come la teo-ria del Cigno Nero.Fonte: Wikipedia
zioni”, senza utilizzare alcun metodo. Questo aumenta le
probabilità che i loro risparmi restino vittima del cigno
nero. (vedi fi gura 5)
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Oggi lo sviluppo delle potenzialità di calcolo dei sof-
tware, unito all’esigenza sopradescritta di disporre di uno
strumento che dia ordine e disciplina all’operatività, ha
portato alla diffusione di sistemi di selezione dei titoli au-
tomatizzati.
Queste metodologie stabiliscono le condizioni necessa-
rie affinché una operazione possa avere inizio o debba con-
cludersi, definendo a priori i dati su cui basare le decisioni
e i criteri di analisi degli stessi. Le “regole del gioco” devo-
no essere chiare e precise e permettere di stabilire il timing
e l’entità delle posizioni da assumere come pure la strategia
di gestione del rischio e di protezione del capitale.
L’operatività che deriva dai sistemi automatici è frutto
di analisi e valutazioni svolte a priori, realizzata in assenza
di elementi come l’euforia o la paura in grado di intaccar-
ne la razionalità. I sistemi automatici possono essere testa-
ti verificando la validità del metodo utilizzato simulandone
l’operatività sulle serie storiche di dati. Questo, anche se
non garantisce il ripetersi dei medesimi risultati in futuro,
permette di valutare la qualità della strategia evitando così
di tradurre in operazioni situazioni che non hanno alcuna
possibilità di fornire risultati positivi.
“I nemici più temibili dello speculatore sono quelli che
trova dentro di sé: la paura e la speranza. Quando il mer-
cato si muove contro di noi, speriamo sempre che sia l’ulti-
mo giorno e perdiamo più del necessario; quando si muo-
ve a nostro favore temiamo di perdere i nostri profitti e
vendiamo troppo presto. Bisogna invertire questo modo
di comportarsi: invece di sperare dobbiamo temere; inve-
ce di temere dobbiamo sperare.” questo diceva Jesse Li-
vermore, leggenda del trading a Wall Street.
LE MIE REgOLE DEL gIOCO
In base alle ricerche di un famoso gestore, il settanta per
cento dei movimenti di mercato si sviluppa durante il ven-
ti per cento del tempo complessivo. Nel restante tempo
il mercato si muove lateralmente al fine di metabolizzare
questi forti movimenti direzionali.
Il mio obiettivo è quello di ricercare un metodo in gra-
do di misurare l’inizio di un nuovo trend, di misurarne la
forza e di tenerlo sotto controllo osservando il più veloce-
mente possibile il momento in cui potrebbe cambiare. La
Figura 5 Just a normal day at the nation’s most important financial institution…
Esempio di come vengono prese le decisioni di investimento in molte oc-casioni. Fonte: merkinvestment.com
Spesso questa tipologia di investitori nella loro attività
professionale utilizzano metodo e disciplina, trasforman-
dola in una attività di gran successo, ma quando investo-
no non adottano lo stesso approccio e finiscono con colle-
zionare delusioni e rammarico.
Nel fare investimenti non esiste un metodo sicuro e
certo al 100%, ma esistono metodi che aiutano a rischiare
meno del normale.
LA MEtODOLOgIA E I SOftWARE
Peter Lynch, il mitico gestore del Magellan Fund, diceva
che “investire in borsa senza metodo equivale a giocare a
poker senza guardare le carte”.
Definire COSA fare, COME farlo e QUANDO farlo ri-
durrà lo stress e si sarà soggetti ad un minor numero di
errori cognitivi. Le emozioni sono deleterie per l’investi-
tore specie se si tratta di paura, avidità e ansia. Il me-
todo deve adattarsi alle caratteristiche specifiche di cia-
scun utilizzatore nonché al proprio livello di tolleranza al
rischio.
Il rischio è diverso dall’incertezza
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metodologia sistematica che prefe-
risco utilizzare è quella “trend fol-
lowing”. Piuttosto che tentare di fare
previsioni sull’andamento futuro, pre-
ferisco essere osservatore accurato e
puntuale di quello che succede ai prez-
zi individuandone un modello di com-
portamento (pattern) che si è significa-
tivamente ripetuto nel tempo ed ogni
qualvolta che si ripresenti sui mercati
dare il via ad una strategia operativa
automatica.
Il “channel break out” dei prezzi
è la tecnica di entrata che utilizzo. Per
break out si intende una situazione in
cui il prezzo esce da una tendenza defi-
nita in un periodo precedente. Questa
tendenza, al rialzo o al ribasso, può es-
sere individuata attraverso alcuni indi-
catori che misurano la forza del nuovo
trend che sta per svilupparsi.
In una fase laterale i prezzi ten-
dono a muoversi all’interno di un li-
vello massimo e minimo ben defi-
niti che costituiscono i lati superiori
ed inferiori del canale. All’interno di
quest’area le forze della domanda e
dell’offerta sono in equilibrio. Nel
momento in cui, per una qualsiasi
ragione, il prezzo esce dal canale, la
spinta che ne consegue potrebbe es-
sere anche molto forte. Assegnato un valore di n barre alla
lunghezza del channel di prezzo, le entrate avvengono al
superamento di un tick rispetto al massimo high delle ul-
time n barre.
Potrebbero anche verificarsi dei falsi attraversamenti
del channel causati dal naturale “rumore” del mercato (ru-
mors). Per proteggermi da questa eventualità utilizzo uno
stop loss iniziale.
Le altre tecniche di uscita che utilizzo sono: trailing
stop, volatility stop e big profit stop.
Le immagini a lato riproducono l’utilizzo della metodo-
logia su due OICR che coprono due mercati differenti. Le
voci del System Report indicano la consistenza del metodo:
Fondo A (vedi figura 6)
• maxstrategydrawdown6.92%
• percentprofitable75%
• ratiowin/loss6.79
• profitfactor20.37
Figura 6 fondo A
Ilprimograficomostraisegnalidibuy/sellapplicatialFondoA,mentreilsecondomostral’EquityLine con il Drawdown. Fonte: Multicharts
FondoB(vedifigura7)
• maxstrategydrawdown8.54%
• percentprofitable63.64%
• ratiowin/loss10.67
• profitfactor18.67
CONCLUSIONI
I VANTAGGI derivanti dall’utilizzo di una metodologia au-
tomatica di selezione dei fondi o dei titoli sono:
• “verificabilità”:senzadeterminareilrapportorischio/ren-
dimento di una strategia non è possibile sapere se è profit-
tevole utilizzarla. Senza una ragionevole stima del rischio
potenziale è impossibile conoscere il vero costo dell’utiliz-
zo della strategia. Ci sono due scelte: modello discreziona-
le, dove corriamo il rischio di essere preda delle illusioni;
modello sistematico: dove verifichiamo se le illusioni sono
tali o se sono metodi per identificare pattern ricorrenti;
• “quantificazione”:cidàun’idearealisticase ilsiste-
ma è a noi adeguato. Quanto rischio, quanto rendi-
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• pochihanno il“cuore”ed i“nervi
saldi” per sposare una metodologia
automatica, specie se progettata da
terzi; chi utilizza una metodologia
ideata da terzi spesso l’abbandona
precocemente anche se profi ttevole
perché chi l’ha progettata non pote-
va sapere o conoscere le caratteri-
stiche e le preferenze di tutte le per-
sone che poi l’avrebbero applicata
concretamente;
• operareconifondicomportaun“ri-
tardo” rispetto all’operatività in tem-
po reale su titoli trattati in continua;
• il sistema “non è infallibile”, per
cui si devono accettare le perdite;
il mercato non sale o non scende
in modo costante. Dicevamo che
spesso il mercato è in “trading
range” e durante queste situazioni
si verifi cano falsi segnali che fan-
no compiere operazioni in perdita,
limitate dallo stop loss;
• “smetterà di funzionare”, prima o
poi cambieranno i pattern di prez-
zo e la metodologia cesserà di
funzionare. Sarà quindi da “ripro-
grammare”.
In sintesi solo la completa compren-
sione del sistema e la fi ducia nelle
sue capacità ne permettono un pieno ed effi cace utilizzo
e forse questa fi ducia cieca non è trasferibile. O forse lo
è solo verso coloro che ne richiedono la progettazione su
commessa indicando in via preventiva le caratteristiche
che il sistema deve avere.
L’utilizzatore probabilmente riuscirà ad utilizzarlo solo
se sposa in toto “La preghiera del Marine” al suo fucile
(dal fi lm “Full Metal Jacket”). Provate a sostituire la parola
fucile con la parola sistema, e verifi cate:
“Questo è il mio fucile (sistema), ci sono tanti altri fu-
cili (sistemi), ma questo è il mio. Il mio fucile (sistema) è il
mio migliore amico. Io devo dominare il mio fucile (siste-
ma) così come domino la mia vita. Senza il mio fucile (si-
stema) io non sono nessuno, il mio fucile (sistema) senza
di me non è niente. Il mio fucile (sistema) è umano, come
me, poiché è la mia vita. Pertanto, imparerò a conoscerlo
come un fratello. Imparerò i suoi punti deboli, i suoi punti
di forza, le sue parti, i suoi accessori. Diverremo una sola
cosa io ed il mio fucile (sistema).”
Figura 7 fondo b
Ilprimograficomostraisegnalidibuy/sellapplicatialFondoB,mentreilsecondomostral’EquityLine con il Drawdown.Fonte: Multicharts
Massimo MilaniMassimo Milani, dal 2000 è Private Banker in Banca Fideuram. Consulente certifi cato Efpa, “Master in Financial Advising” presso l’Università di Siena, Financial Upgrade Education presso Imperial Colle-ge London. Si occupa di pianifi cazione fi nanziaria, previdenziale ed assicurativa, wealth management, effi cienza dei portafogli di investimento.
info@milani-privatebanker.itwww.milani-privatebanker.it
mento. È possibile che un sistema faccia molti profi t-
ti, ma non sia sopportabile in termini di rischio dalla
nostra pancia, cosicché non saremo in grado di utiliz-
zarlo;
• “consistenza”: l’applicazione delle stesse regole per
ciascuna operazione, ogni giorno dell’anno;
• “obiettività”:nessunaopinione,nessunaemozione.
Le principali CONTROINDICAZIONI sono invece: