Summa sidera

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Lavoro prodotto dai bambini in occasione del 50° di Somma città

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Gli alunni della scuola primaria “Gianni RODARI”

presentano

SummaSidera

Se clicchi sulle faccine puoi accedere ai vari luoghi

La Basilica di S. Agnese è situata in Piazza Vittorio Veneto, di fronte al Palazzo Municipale.

In origine la Basilica di Sant'Agnese si trovava di fronte al Castello Visconti ed era dedicata a Santa Fede.

Successivamente fu dedicata per devozione a Sant'Agnese.

Poiché era semidiroccata i Signori Visconti decisero di demolire la vecchia chiesetta e di ricostruirne una nuova nella posizione attuale.

Dopo alterne vicende venne ricostruita dove ora la vediamo, dall'Arch. Francesco Maria Ricchini nel 1645. Anche le campane del campanile hanno avuto una storia lunga e travagliata e solo nel 1950 furono solennemente collocate.

La facciata seicentesca è stata completata per ultima, alla fine degli anni '80, dall'Ing. Lazzari che ne curò l'aspetto decorativo, rispettando il disegno architettonico del Ricchini.

L'ultimo restauro è stato eseguito nel 2005, anno in cui la Chiesa di Sant'Agnese è stata elevata a Basilica.

All'interno la Basilica è costituita da una sola navata.

All’ingresso ci sono due acquasantiere in marmo; lungo tutta la navata ci sono sedie e banchi a destra e a sinistra.

Sul fondo, si può ammirare l'altare maggiore, completamente in marmo e risalente al 1787. Ai lati dell’altare ci sono due pulpiti in legno intarsiati, dove una volta il sacerdote faceva la predica.

Il soffitto sopra all’altare è a cupola con affreschi che si riferiscono alla

vita dei santi.

Nella Basilica troviamo delle pregevoli opere d’arte, tra cui ricordiamo:

-la statua della Vergine Maria con in braccio il Bambino Gesù ed il Santo Rosario;

- Il trittico dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia,

-l’organo collocato nel 1830, è stato restaurato nel 2009.

S. AGNESES. AGNESEAgnese nacque a Roma da genitori cristiani, di una illustre famiglia patrizia, nel III secolo. Quando era ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione.

Agnese fu denunciata come cristiana e fu esposta nuda nell'attuale piazza Navona. Dopo diverse torture fu trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli.

Per questo nell'iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio.

La statua qui rappresentata è custodita nel Museo Diocesano per il suo pregevole valore artistico.

La Stazione F.S. si trova in fondo al Viale Ugo Maspero.

L'installazione della ferrovia, fu disposta nel 1858 dal governo Austriaco. Venne realizzata prima fino a Sesto Calende, poi fino ad Arona.

Nel 1906, per mezzo del traforo del Sempione, fu collegata con la Svizzera.In origine nella stazione ferroviaria esisteva un solo binario, ma con l'aumentare della popolazione ne venne costruito un secondo.

Attualmente i binari sono tre: quelli esterni per il transito ordinario, mentre quello centrale è riservato al transito dei treni veloci e con speciali precedenze.

Una volta nella nostra stazione ferroviaria, oltre ad alcuni uffici, c'era anche la biglietteria, che però nel 1992 è stata chiusa.

La linea ferroviaria che attraversa la città di Somma Lombardo è dotata di un passaggio a livello.

Poiché le stazioni erano un luogo di ritrovo e di socializzazione dei pendolari, i nostri governanti, molti anni or sono, pensarono di renderle più accoglienti abbellendole con aiuole fiorite e fontanelle.

Per svariati anni la stazione di Somma Lombardo risultò vincitrice del premio. Per tale motivo si avvalse dell'appellativo di “Stazione Giardino”.Ultimamente l'edificio è stato rimesso a nuovo.

A tale scopo furono banditi concorsi annuali per premiare la stazione più curata e bella.

La sede del Municipio di Somma è Palazzo Viani Visconti in piazza Vittorio Veneto.

E’ stato costruito tra il 1740 e il 1750 da Sebastiano Viani (sposato a Teresa Visconti), anche se divenne la “casa” dell’Amministrazione Comunale, solo nel 1898.

Si tratta di una dimora signorile molto grande, dalle tinte in toni tenui del grigio e del beige, di fronte alla basilica di Sant’Agnese. Si entra da un portone ad arco, sopra al quale ci sono delle bandiere e sei ampie finestre che, assieme a una porta con un balconcino, guardano verso la strada.

Le bandiere sono due: una dello stato italiano e un’altra che ha i colori distintivi della città, ovvero il rosso e il giallo oro, le stesse tonalità con cui sono rappresentati i Tre Leoni, simbolo della località.

A destra di questo portone, si trova l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, dove si possono chiedere informazioni sulla vita amministrativa e cittadina, o prendere l’appuntamento con Sindaco e Assessori.

Collocata in alto si vede una lapide-monumento che rappresenta una figura alata in bronzo in memoria di Emilio Pensuti, pilota-collaudatore deceduto in fase di atterraggio nel 1918,dopo aver salvato il suo compagno di volo.

Al di là dell’arcata frontale del Municipio, invece, si entra in un cortile dalla forma quadrata, sul quale si affacciano corridoi e uffici dell’Amministrazione comunale.

Il terreno è di acciottolato e incorniciato ai lati da un marciapiede, mentre in fondo ci sono delle colonne in pietra e una parte coperta.

Al piano terra, a destra, c’è l’Ufficio Anagrafe, mentre a sinistra in fondo si raggiungono i Servizi Sociali.

Al primo e al secondo piano, ci sono gli uffici del Sindaco e di alcuni Assessori e molte opere d’arte di artisti sommesi e non.

Si può salire attraverso una scalinata ricoperta da una corsia ampia di moquette rossa, oppure con un ascensore moderno.

Al primo piano, c’è anche la sala dove si riunisce il Consiglio Comunale, con un grande camino non più in funzione. A fianco una stanza è dedicata alle sculture di Giancarlo Sangregorio, artista contemporaneo.

Sul retro del Municipio invece,a piano terra, si trova l’albo pretorio. E’ situato lungo un corridoio ai cui lati vengono affissi gli avvisi e le deliberazioni della Giunta e del Consiglio Comunale ed anche le pubblicazioni di matrimonio. Usciti da questo passaggio, si arriva in un grande e ampio parcheggio.

Il Castello è situato in posizione elevata nel centro storico della città, lungo la strada statale del Sempione.

È una costruzione imponente , costituita da tre differenti castelli, ciascuno con proprio ingresso e cortile, edificati l’uno addossato all’altro.  Costituisce l’unica testimonianza visibile delle antiche fortezze medievali.

La sua aria maestosa è la conseguenza delle intricate vicende della famiglia Visconti che lo ha eletto a sua dimora dal 1447. Nel corso dei secoli, la costruzione originaria venne modificata ed ingrandita con l’aggiunta di nuovi edifici.

La prima costruzione del castello risale al XII secolo, e dal XIII secolo esso appartiene ai Visconti.

I primi a viverci furono i fratelli Francesco e Guido . Ai discendenti di Francesco andò il cosiddetto “castello d’estate”, la parte attualmente visitabile, a quelli di Guido, il “castello vecchio” utilizzato per matrimoni, feste e congressi e il “castello d’inverno” rimasto residenza privata.

La collezione, iniziata da Carlo Ermes V con un primo piatto da barba, a cui se ne sono poi aggiunti altri 529, è nel suo genere, la prima al mondo, e comprende pezzi che provengono da ogni parte dell’Europa oltre che dalla Cina e dal Giappone.

Il castello

consta di 284

stanze,non

tutte visitabili.

Tra quelle

aperte al

pubblico è

famosa quella

in cui è

custodita una

collezione di

piatti da

barba.

Di notevole rilievo sono lo scalone e i locali del piano nobile affrescati dal Procaccini e dalla sua bottega: il Salone d’onore, la Cappella della Beata Vergine Maria, ancora consacrata, la Camera rossa detta anche Camera reale perché vi dormirono sia Vittorio Emanuele II sia Umberto I.

Lo stemma araldico, come in tutte le Case viscontee, è caratterizzato dal "biscione" che addenta un guerriero ottomano. E' completato da due scudi con rami di quercia e verricelli con secchi d'acqua e fiamme, a indicare il Patronato della nobile Casata viscontea di Somma sul Santuario della Madonna della Ghianda e l'irruenza guerriera mitigata dall'acqua, simbolo di pace e di temperanza.

La chiesa di S. Vito si trova quasi alla fine di Via Mameli.

La sua fondazione risale al 1280 quando venne eretta la cappella dedicata ai SS. Vito e Modesto.In seguito la cappella venne demolita e fu costruita una chiesa che subì un primo rifacimento nel 1586.

Mentre nel 1617 vennero aggiunte le due cappelle laterali ed il campanile.

Di questa torre campanaria si narra una dolorosa leggenda.La moglie di un muratore addetto alla costruzione del campanile, mentre porgeva al marito il cestello con il cibo, mise un piede in fallo sulla traballante impalcatura e cadde nel vuoto. Il marito, nel tentativo di afferrarla, precipitò anche lui ed entrambi morirono.In ricordo delle due vittime, a sinistra della finestrella lucernaria, sono state murate le loro effigi in cotto.

L’ edificio fu poi completato nel 1650 con la costruzione del coro, mentre il portale e la scalinata d’accesso risalgono al 1751.

La facciata risulta scandita da quattro lesene che separano il portale centrale da quelle laterali, mentre nella parte superiore due ampie finestre affiancano una finta apertura centrale. La facciata è conclusa da un ampio timpano triangolare.

L’interno è ad unica navata con soffitto a cassettoni.La parte presbiteriale, dove è situato l’altare maggiore in marmo grigio, è di forma semicircolare.

Di pregevole fattura è l’altare in legno dorato del XVII secolo nella cappella della Madonna del Carmine. Arricchiscono la cappella affreschi di Francesco Bernardino.

Altre cappelle sono dedicate a S. Carlo e all’Annunciazione.

In passato, all’interno della chiesa era presente un reliquiario in ricordo di San Vito; oggetto che ora è conservato nella Basilica di Sant’Agnese.

San Vito nacque in Sicilia da nobile famiglia pagana. Vito fu educato al cristianesimo dal precettore Modesto e dalla nutrice Crescenzia. Operava molti miracoli e prodigi nella sua terra, tanto che l'autorità locale lo fece arrestare, torturare e chiudere in carcere. Il padre cercò in tutti i modi di convincere il figlio a rinnegare la sua fede, ma inutilmente. Liberato da un angelo, dopo un viaggio per mare, approdò in Lucania, dove continuò a compiere miracoli e prodigi. Fu chiamato a Roma dall'imperatore Diocleziano che aveva un figlio ossesso. Vito lo guarì, ma l'imperatore irriconoscente lo fece incarcerare e torturare perché cristiano. Un angelo lo liberò dai terribili supplizi e lo condusse presso il fiume Sele, dove morì.

Il “Parco Largo Volontari del Sangue” è situato di fronte all’Ospedale Bellini di Somma Lombardo.

PARCO LARGO VOLONTARI DEL SANGUE

È stato inaugurato nell’ottobre del 2008, anche se la sua realizzazione risale a molto tempo prima.

Nel parco si possono ammirare delle bellissime fontanelle ; ci sono anche giochi divertenti per i bambini.

Piante

Nel parco sono presenti diverse specie di piante e fiori :Cedro dell’Himalaya, Pioppi Cipressini, Betula Alba, Olea Fragrans, Prunus Serrulata, Acero Riccio, Pino Strobo, Tiglio, Abelia Rupestris, Cornus Florida ….

Il Pioppo Cipressino è un albero stretto e affusolato, alto fino a 30 / 40 metri.

Il Pino Strobo ha foglie aghiformi.

Il Cedro dell’Atlante è un albero che può raggiungere i 30 metri di altezza.

Le foglie dell’acero sono grandi, hanno un lungo picciolo e 5 lobi.

Potentilla

Davurica

Variante di rosa

Viola del

pensiero

ortensia

La Biblioteca (ex Casa Balilla) si trova in centro, in Via Marconi, di fianco alla scuola primaria Macchi

La “Casa dei Balilla” di Somma Lombardo venne costruita agli inizi del 1930, su iniziativa del cavaliere della Coronad’ Italia, Attilio Eugè. Sul timpano della facciata principale, era possibile notare, la scritta “CASA dei BALILLA”, sovrastata dal simbolo originario, costituito da un riquadro attraversato diagonalmente dal fascio littorio con le lettere “ONB”.

Dal 1933 al 1936 la Casa dei Balilla ospitò, da luglio ad agosto, gli scolari sommesi per la colonia Elioterapica.Verso il 1945, nell’edificio venne ospitato il cinema “Odeon”.

Dagli inizi del 1950 vi venne ospitata la scuola media.

Dopo la Liberazione la denominazione cambiò in ” Casa del Popolo” e, oltre al cinema,vi trovarono posto alcune organizzazioni fra cui il Gruppo Giovanile di S. Vito.

Nell’ arco del 2000, su progetto dell’ architetto Guido Colombo ,ed a spese dell’Amministrazione Comunale, l’edificio venne completamente restaurato rispettando l’originaria struttura.

Attualmente nella struttura sono presenti la biblioteca comunale, con un settore dedicato ai bambini e ai ragazzi,

una sala per manifestazioni culturalie sale dedicate alla cartografia lombarda.

Il parco è situato verso la fine del corso Europa, nelle vicinanze del castello.

Nel “Parco di Corso Europa” si trovano piante di notevoli dimensioni perchè un tempo apparteneva al parco del castello dei Visconti di San Vito. Alla fine degli anni ottanta, il parco fu diviso in due dal “Corso Europa”: una parte è rimasta al castello, l’altra è diventata parco pubblico.Il 4 novembre 2007 la città di Somma Lombardo ha voluto ricordare i Caduti di Nassiriya intitolando a loro il Parco.

L’ingresso del parco e l’anfiteatro sono abbelliti con delle piastrelle decorate dagli alunni delle scuole materne e primarie, realizzate in occasione della Festa dell’infanzia nel maggio 2004.

PARCO COMUNALE DI CORSO EUROPAAlla memoria dei caduti di Nassiriya

Nel parco sono presenti numerose varietà di specie arbustive e arboree:

BOSSO

CIPRESSO LAWSON

CIPRESSO ARIZONA

NOCE NERO

FARNIA

Tutto il parco è recintato e i bambini possono divertirsi moltissimo con splendidi giochi , nella massima sicurezza.

La chiesa San Bernardino si trova nell’omonima piazza, nella parte sud della città.

In origine era una cappelletta dedicata alla Madonna e fu costruita in una zona poco popolata e agricola.

Rimase così fino al 1523 quando si decise di costruire una chiesa di maggiori dimensioni che incorporò la vecchia cappelletta, perché ci fu un aumento della popolazione.

In momenti successivi vennero aggiunti il coro e le due cappellette laterali.

Poi furono costruite la sagrestia, il campanile e il prolungamento della navata con la nuova facciata.

Entrando nella chiesa di S. Bernardino ci si trova in una semplice aula, cioè un'unica navata.

Al suo interno sono presenti due grosse edicole: quella a destra contiene un dipinto che rappresenta San Carlo Borromeo; mentre in quella a sinistra c’è un dipinto in cui sono raffigurati la Madonna col Bambino e San Coronato. Sotto sono conservate le spoglie del Santo.

Di fianco all’altare troviamo il famoso dipinto del Fiammenghino, in cui è rappresentato San Bernardino.

Oltre l’altare c’è il coro con sedili di legno e con un pulpito intarsiati con il simbolo del Santo.

Merita un’attenzione particolare il soffitto della navata, poiché è composto da 18 cassettoni in legno di larice completati con decorazioni cromatiche.

All’interno della chiesa c’è anche un organo utilizzato durante le Messe.

Da secoli a settembre si festeggia San Coronato con una grande festa in cui una struttura di legno viene riempita con grappoli d’uva per ringraziare del raccolto.

Il campanile della chiesa in origine aveva solo due campane, poi diventate quattro nel 1922. Durante la seconda guerra mondiale le campane furono fuse per fare dei cannoni, ma nel 1950 ne hanno messe di nuove.

San BernardinoSan Bernardino nacque a Massa Marittima ma rimase orfano; così fu allevato dagli zii. All’età di 22 anni divenne frate francescano e iniziò la sua predicazione in giro per l’Italia. Parlava per tutti in tono semplice, per diffondere la pace aveva ideato un monogramma JHS

(Jesus Hominum Salvator) su un sole raggiato che si diffuse

rapidamente in molte chiese.

Durante la sua vita per ben tre volte gli furono offerti i vescovadi di Siena, di Ferrara e di Urbino, ma lui li rifiutò perché amava di più stare tra la gente a predicare.

Il lavatoio, detto “ul lavatori da la Mort” si trova lungo la via delle Rimembranze.

Sino alla fine dell’Ottocento in tutto il paese non vi erano condutture d’acqua pubbliche; così le donne, per poter lavare i panni, dovevano andare dalla loro abitazione fino alle sponde del torrente Strona, dove disponevano d’acqua limpida a volontà.

Alla fine dell’Ottocento la Pubblica Amministrazione approvò il progetto per portare l’acqua dalle colline di Vergiate; così a completamento della rete idrica vennero anche costruiti rubinetti comunali e quattro lavatoi, dove le donne andavano a lavare i panni.

Questo lavatoio era uno dei quattro esistenti sul territorio sommese fino alla fine della seconda guerra mondiale. Ora è l’unico rimasto ed è stato ristrutturato nel 2006.

Il Cimitero si trova nella parte Sud della città, lungo il Viale delle Rimembranze, vicino alla Chiesa di S. Rocco.

Il primo cimitero fu aperto fuori dall’abitato nel 1793, poiché prima di tale data le sepolture avvenivano in un recinto sacro accanto a tutte le chiese.

Nel 1878 ci fu il primo ampliamento che comportò la costruzione della recinzione, dell’ingresso principale, di una parte dei colombari e della chiesetta con la cripta. Ampliamenti successivi sono stati eseguiti nel corso degli anni.

Nella cripta hanno trovato la sepoltura alcuni sacerdoti sommesi, tra cui il prevosto Zancarini e il monsignore Rigoli.

Il Viale delle Rimembranze, fu costruito nel 1924 su un terreno ceduto gratuitamente dai contadini. In origine vi erano ottantadue tigli. Su ciascuno c’era una targhetta in bronzo con il nome di un soldato sommese morto durante la Prima Guerra Mondiale.

PALAZZO CAMPANA (ora

Fondazione Casolo) è situato dietro la chiesa di San Bernardino, a fianco monumento di S. Francesco. Risulta censito sulla mappa catastale del 1721

Le prime notizie della costruzione conosciuta in città come Fondazione Casolo, risalgono al 1660 anno in cui, durante lo scavo delle fondamenta, venne ritrovata un’ iscrizione sepolcrale.

L’ iscrizione è ora conservata all’interno del palazzo.

AGLI DEI MANIPUPO FIGLIO DI

PRISCO, PADRE CARISSIMO, PUPINO E TERZIO E

LUPIONE E ADIUTORE

POSERO

Iscrizione sepolcrale ritrovata nel 1660 durante lo scavo delle fondamenta della casa di Giovanni Battista Campana, oggi Fondazione Casolo.L’avello, rotto in due pezzi,murato in un pilastro rustico di cui formava il basamento , fu in seguito collocato sotto il portico ove tutt’ora è visibile sormontato da una lapide in ricordo del ritrovamento avvenuto .È la testimonianza del più antico nucleo familiare sommese di cui si conserva memoria : la famiglia romana dei PRISCI

FRANCESCO CAMPANA, nella sua STORIA di SOMMA del 1734, fa esplicito riferimento all’urna detta a PUPO

Altro reperto di interesse storico è la MENSA A BACCO , ma la sua attuale ubicazione è di difficile identificazione

La Famiglia Casolo primo proprietario, cedette l’edificio alla famiglia Campana che nel 1922 lo destinò a CENTRO ANZIANI. Con tale destinazione è utilizzato ancora oggi.

Di fronte alla scuola primaria “Gianni Rodari” si trova il parco comunale “Bosco di Città”, inaugurato il

7 dicembre 2006.

PARCO COMUNALE DI VIA DEI MILLE“ Bosco di Città”

Alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Questo parco si trova in una zona che era quasi tutta ricoperta da prati.Il “Bosco di Città” offre degli spazi dove ritrovare un po’ di tranquillità, dove poter passeggiare o accompagnare i bambini in un luogo protetto.

Il parco assomiglia a un piccolo paesaggio montano.

LAMPIONIIl sistema di illuminazione notturna è completamente indipendente dalla rete elettrica; ciascuno dei 12 lampioni è infatti dotato di un pannello fotovoltaico che trasforma l’energia solare in elettricità.

ARREDIGli arredi di questo parco: panchine, portarifiuti, portabiciclette, bacheca e recinzione sono in plastica riciclata, ottenuta dalla raccolta differenziata dei cittadini

Il pannello, durante il giorno, immagazzina l’energia solare che viene poi consumata di notte. I lampioni entrano in funzione al crepuscolo e illuminano il parco per circa 8 ore.

FIORI e PIANTEIl parco è arricchito dalla presenza di numerose varietà di fiori e piante.Troviamo : la Rosa, il Rosmarino, il Ginepro, la Lavanda, l’ Ibisco, la Forsizia, l’Abelia, la Potentilla, la Weigelia, l’Acero, la Quercia , il Pruno, il Carpino …….La Ginkgo Biloba è un albero originario della Cina. Il nome Biloba deriva dalle sue tipiche foglie a due lobi.

Weigelia Florida Ginestra

Ginkgo Biloba

Tamerice

Potentilla Arbuscula

Photinia

Carpino

Dell’Ipposidra, cioè la ferrovia di barche ormai scomparsa, rimangono solo alcune tracce perse nella brughiera di Malpensa.

Fino al 1800 molti dei trasporti tra il Lago Maggiore e la città di Milano avvenivano utilizzando il fiume Ticino e i canali ad esso collegati, attraverso il percorso Sesto Calende - Tornavento - Milano, e viceversa.

I tempi impiegati nella navigazione cambiavano con il variare del livello e della velocità dell'acqua del fiume. Con scarsità d'acqua le barche veniva alleggerite; in occasione delle piene il traffico veniva sospeso.

La parte problematica del percorso rimaneva quella tra Tornavento e Sesto Calende. Per percorrere circa venticinque chilometri, si impiegavano da una a due settimane.

Era necessario far avanzare le barche una per volta trainandole dall’alzaia. Si portavano alcuni cavalli sulla sponda opposta del fiume, per vincere la corrente e ottimizzare la trazione.

L'esistenza di una vera e propria strada sulla quale far camminare i cavalli dedicati al traino, facilitava le operazioni di rimorchio delle barche di ritorno da Milano.

Per diminuire ulteriormente i tempi di percorrenza, sul tratto Tornavento - Sesto Calende si progettò l'Ipposidra.

Il sistema prevedeva, a Tornavento, il carico delle barche su carri trainati da cavalli,

che si muovevano lungo una via ferrata a binari realizzata nella brughiera sino a Sesto, dove le barche venivano calate in acqua nuovamente.

A metà del percorso, nella stazione di Strona, nei pressi dell'attuale Cascina Lavandai (Somma Lombardo), altri quaranta cavalli davano il cambio a quelli utilizzati nella prima parte del percorso.

La strada ferrata era lunga complessivamente 17 chilometri tra Tornavento e Sesto Calende.

Il primo esperimento fu eseguito il 9 febbraio 1858 per volere dello studioso Cattaneo. I trasporti di barche continuarono per circa sette anni. Purtroppo, però, con l'apertura, nel 1865, delle ferrovie Arona-Novara e Milano-Sesto Calende, utilizzate anche per il traffico merci, l'impresa Ipposidra fallì.

Oggi, dell’antica Ipposidra, rimangono solo poche tracce:

-qualche percorso nei tratti in trincea,

-numerosi cippi in pietra recanti le iniziali "F.C." (Ferrovia Cavalli),

-dei termini in granito persi nella brughiera e i resti di almeno 6 ponti, alcuni dei quali ancora in piedi.

L 'unica opera esistente ed ancora utilizzata è il ponte sul torrente Strona, che si incontra sulla strada tra Somma Lombardo e Golasecca.

La chiesa di S. Rocco sorge nella parte sud della città di Somma Lombardo, vicino al cimitero.

Inizialmente fu costruito in aperta campagna un piccolo oratorio dedicato a San Rocco, protettore degli appestati.

Gli abitanti delle cascine sparse sul territorio si riunivano lì per riti religiosi, per rapporti di solidarietà e per invocare l’allontanamento della peste.

Poi la campagna si trasformò in centro abitato e fu necessario ampliare l’edificio.

I lavori non furono mai completati per diversi motivi:- prima per la difficoltà di trovare i materiali;- in seguito per la diffusione della peste, poiché la chiesa fu adibita a lazzaretto;-infine, durante la prima guerra mondiale, fu adibita a deposito dell’aviazione militare.

Con il passare degli anni sono state eseguite diverse opere di ristrutturazione, l’ultima proprio alcuni anni fa.

La chiesa di San Rocco vista dall’esterno sembra un edificio grandioso; ma appena si entra ci si rende conto che è molto più piccola.

E’ formata dall’aula, cioè possiede una sola navata.

Lungo la navata sono presenti due edicole: quella di destra contiene una statua di S. Rocco.

La zona intorno all’altare è chiamata coro, perché sono presenti dei sedili di legno e non è separata dal resto della chiesa da cancelli o grate.

Proseguendo verso l’altare ci sono due porte che si aprono su cortili laterali. In quello di destra è presente un grosso telo con raffigurato San Rocco e nascosta dietro c’è la porta di un magazzino.

Alla destra dell’altare c’è un locale con un pozzo, che serviva per raccogliere l’acqua piovana. In questo locale ci sono delle scale che portavano ad una stanzetta dove dormivano i frati.

Alla sinistra dell’altare c’è la sagrestia, che è un locale dove si conservano gli arredi liturgici e i paramenti per la Messa.

San RoccoLe informazioni su S. Rocco sono molto vaghe.Si sa che nacque in Francia verso la metà del 1300.La sua famiglia era piuttosto ricca, ma quando rimase orfano donò tutti i suoi beni e diventò un frate.

Partì per Roma, ma in Italia c’era la peste perciò si fermò per dedicarsi alla cura dei malati.

Purtroppo si ammalò anche lui: venne lasciato in un bosco dove venne salvato da un cane che gli portava del pane tutti i giorni.

Ripartì per tornare a casa, ma venne arrestato con l’accusa di spionaggio.

Morì in prigione dopo 5 anni senza aver mai svelato il suo vero nome.

La Base Geodetica è una linea di 10 km che parte dalla "piramide" di Somma Lombardo fino a quella di Nosate che ormai non è più esistente.

Per riuscire ad individuarla bisogna percorrere l’itinerario che segue la vecchia pista tracciata durante la guerra negli anni dal 1943 al 1945 e attraversare la brughiera.

All’interno di uno spazio attrezzato a maneggio osservando sulla sinistra si scorge la PIRAMIDE GEODETICA, un monumento in granito di Baveno a forma di cubo sovrastato da una piramide, di 3 m di altezza e 3,5 m di larghezza.

Questa base fu costruita sui punti di misurazione, nel 1788, da alcuni astronomi per poter "dimensionare", cioè dare le lunghezze ai triangoli che allacciavano fra di loro i punti fissi (punti trigonometrici) necessari a redigere la prima vera carta geometrica della Lombardia austriaca che era anche la prima carta fedele italiana.

Quest’arco viene a definire una base geodetica, cioè una linea misurata sul terreno con la massima precisione, attraverso la quale si possono conoscere le esatte dimensioni dei territori osservati.L’itinerario che porta alla piramide, si chiama appunto

IL SENTIERO DEGLI ASTRONOMI.

Fu eretta nel 1833 a ricordo e testimonianza di un gruppo di astronomi milanesi che, iniziando nel 1788 misurarono, proprio dal punto in cui si trova la piramide, un arco di meridiano, o sottomeridiano di Greenwich.

fine