Selettività e di avidità del legame antigene (analita)-anticorpo, Metodi altamente specifici...

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• Selettività e di avidità del legame antigene (analita)-anticorpo,

Metodi altamente specifici

METODI IMMUNOMETRICI

complesso analita-anticorpocomplesso analita-anticorpo

analitaanalita + anticorpoanticorpo

quantificazione delcomplesso analita-anticorpo

quantificazione delcomplesso analita-anticorpo

L’avidità del legame analita-anticorpo si misura con la costante di

affinità Kaff. Un anticorpo idoneo per lo sviluppo di metodi

immunometrici deve avere una Keq >109-1012 M-1

CH2HN CH2

CH2

CH2

NH

CH2

CH2

HOOC

HOOC

COOH

COOH

EDTA: acido etilendiaminotetracetico

KM-EDTA

AgEDTA3-

CaEDTA2-

FeEDTA2-

HgEDTA2-

107 M-1

1010 M-1

1014 M-1

1022 M-1

Complesso

METODI IMMUNOMETRICI

Per confronto, si riportano le costanti termodinamiche di alcuni complessi tra uno ione metallico ed EDTA, un legante poliamminocarbossilico, che forma complessi chelati molto stabili con numerosi ioni metallici

1942 Coons descrive la procedura per marcare un anticorpo con fluorescina.

1959 Berson e Yalow descrivono il primo RIA (RadioImmunoAssay). Ricevono il Premio Nobel in medicina nel 1977.

1960 Singer e Schick descrivono la procedura per coniugare due proteine senza alterare le loro funzioni biologiche.

1969 Avrameas descrive la procedura per coniugare un anticorpo con l’enzima perossidasi utilizzando il metodo della glutaraldeide.

1969 Miles e Hales dimostrano che un enzima può essere utilizzato come marcatore, in alternativa ai radioisotopi, per lo sviluppo di metodi immunoenzimatici (Enzyme ImmunoAssay, EIA).

1971 Engvall e Perlmann descrivono l’ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay) nel quale l’analita ed il tracciante (analita coniugato con un enzima) competono per gli anticorpi immobilizzati su una fase solida. La separazione tra fase libera e fase legata avviene mediante lavaggio della fase solida.

1972 Rubenstein descrive il primo EIA omogeneo (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique, EMIT).

1975 Köhler e Milstein descrivono la procedura per produrre anticorpi monoclonali. Ricevono il Premio Nobel in medicina nel 1984.

METODI IMMUNOMETRICI: STORIA

Caratteristiche fondamentali di un

anticorpo sono l’affinità (misurata in

termini chimico-fisici dalla costante di

equilibrio K) e la specificità (capacità di

riconoscere l’analita, distinguendolo da

molecole a struttura simile).Gli anticorpi

più comunemente utilizzati per lo sviluppo

di metodi immunometrici sono le

immunoglobuline G (IgG).

La regione variabile Fab è responsabile

del legame altamente specifico con

l’antigene; la regione costante Fc

CARATTERISTICHE DEGLI ANTICORPI

catena pesante

catena leggera

variabile

costantelegam

e Ag

sito legam

e Ag

sito

Pontidisolfuro

catena L

catena H

Digestione con Papaina

Digestione con

Pepsina

Riduzione con Mercaptoetanolo

catena L

catena H

frammenti Fc

Fab Fab

Fc

F(ab’)2

Sono stati messi a punto

diversi protocolli di

digestione delle IgG che

permettono di ottenere

specifiche porzioni della

immunoglobulina.

CARATTERISTICHE DEGLI ANTICORPI

epitopo

paratopo

CDR

antigene

ponte disolfuro intracatena

ponte disolfuro intercatena

frammento Fab

frammento Fc

frammento Fab

Catena H

Catena L

In dettaglio è mostrata la

porzione Fab dell’anticorpo,

con il sito di legame con

l’antigene.

CARATTERISTICHE DEGLI ANTICORPI

macrofago

AntigeneT-dipendente

T linfocita

B B

IgM IgE IgG

B linfocita

IgG

AntigeneT-indipendente

CLASSI DI IMMUNOGLOBULINE

IgG - anticorpi che tendono a durare molto a lungo, anche tutta la vita;IgM - durano poco tempo, e indicano un contatto recente con l'antigene;IgA - non si misurano nel sangue, ma sono presenti sulla superficie di alcuni organi, come per esempio gli alveoli polmonari;IgD - presenti sulla superficie dei linfociti B maturi;IgE - immunoglobuline che intervengono nei processi che regolano le reazioni allergiche (ipersensibilità nei confronti di vari antigeni, alimentari, ambientali, ecc.).

INTERAZIONE ANTIGENE-ANTICORPO

L’interazione antigene-anticorpo interessa porzioni limitate delle due molecole.

Antigene Anticorpo

INTERAZIONE ANTIGENE-ANTICORPO

ANTIGENE ANTICORPO

Ponti idrogeno

Legamiionici

Interazioniidrofobiche

Interazionidi Van der Waals

Legami ionici

INTERAZIONE ANTIGENE-ANTICORPO

Forze non covalenti

Forze elettrostatiche

Legami idrogeno

Forze di Van der Waals

Forze idrofobiche

Origine

Attrazione tra cariche opposte

Lo ioni idrogeno condiviso tra gruppi diversi crea parziali cariche opposte

Le fluttuazioni delle nuvole elettroniche attorno alle molecole generano polarità opposte su atomi vicini

I gruppi idrofobici interagiscono sfavorevol-mente con l’acqua e tendono a raggrupparsi insieme per escludere le molecole di acqua. L’attrazione coinvolge anche forze di Van der Waals

Si tratta di polimeri con tasche di legame selettive per l’analita.

I polimeri sartoriali sono stati utilizzati per diverse applicazioni: metodi immunometrici, fasi stazionarie per cromatografia di affinità ed estrazioni in fase solida, sensori, catalisi, ecc..

POLIMERI “SARTORIALI” (I)

MOLECULAR IMPRINTED POLYMERS

La scelta dei monomeri è critica per l’ottenimento di un polimero in

grado di legare con buona selettività ed affinità l’analita.

analita

monomerifunzionali

cross-linkercomplesso di

pre-polimerizzazioneanalita-monomeri

POLIMERI “SARTORIALI” (II)

MOLECULAR IMPRINTED POLYMERS

POLIMERI “SARTORIALI” (III)

MOLECULAR IMPRINTED POLYMERS

Vantaggi:

• Avidità e selettività di legame confrontabili con quelle

degli anticorpi;

• Elevata stabilità fisica

• Disponibili in quantità illimitate e stabili per lunghi periodi di

conservazione;

• Possibilità di utilizzare le particelle per impaccare delle

colonne per cromatografia di affinità.

POLIMERI “SARTORIALI” (IV)

MOLECULAR IMPRINTED POLYMERS

Svantaggi:

• sono preparati in un solvente organico

• condizioni di polimerizzazione

• il processo di triturazione e setacciatura per ottenere particelle di

polimero nell’intervallo dimensionale desiderato è lungo e

laborioso e comporta una grossa perdita di polimero (circa 50%);

• rimozione dell’analita

POLIMERI “SARTORIALI” (V)

MOLECULAR IMPRINTED POLYMERS

Un anticorpo specifico per l’analita si ottiene immunizzando un animale da laboratorio con l’analita stesso. L’analita è in grado di stimolare una risposta immunitaria, quindi la produzione di anticorpi solo se ha una massa relativamente elevata (PM > 1000 Da) e in questo caso viene chiamato antigene, altrimenti deve essere coniugato con una macromolecola. La regione di antigene che si trova in contatto diretto con l’anticorpo è detta epitopo o determinante antigenico.

COME SI OTTIENE UN ANTICORPO

L’antigene viene somministrato

Dal siero dell’animale si possono purificare le IgG totali (ricche in IgG anti-antigene somministrato)

• Poiché su un antigene sono presenti numerosi epitopi,

mediante l’immunizzazione di un animale da laboratorio si

ottiene un antisiero contenente anticorpi “eterogenei”

detti: policlonali.

• È possibile ottenere anticorpi “omogenei” detti:

monoclonali. Per questo occorre, dopo avere

immunizzato il topo, isolare i diversi cloni di cellule B

attraverso la creazione di ibridomi.

ANTICORPI POLICLONALI E MONOCLONALI

PRODUZIONE DI ANTICORPI MONOCLONALI

Antisiero policlonale Anticorpi monoclonali

IBRIDOMA: mantiene la capacità della cellule della milza di produrre anticorpi, associata alla vitalità della cellule di mieloma.

ANTICORPI POLICLONALI E MONOCLONALI

CARATTERISTICHE DEGLI ANTICORPI MONOCLONALI

Vantaggi Svantaggi

Caratteriestiche (affinità e specificità) note e costanti

Potrebbero essere troppo specifici: (difficoltà nel legare forme diverse dell’antigene)

Sono sufficienti piccole quantità di antigene, anche impuro, per la loro produzione

Tecniche di produzione più sofisticate

E’ possibile selezionare l’anticorpo con la specificità desiderata

Non sempre reagiscono con la proteina A

Può essere prodotto in quantità illimitata ed è semplice da purificare

Non formano precipitato in seguito al legame con l’antigene

Solitamente caratterizzati da elevata specificità

Spesso caratterizzati da bassa affinità

Il legame tra analita (An) ed anticorpo (Ab) può essere descritto dall’equilibrio:

ka e kd sono le costanti di velocità di associazione e dissociazione del

complesso e Keq è la costante di equilibrio del processo ed è una misura

dell’affinità dell’anticorpo per l’analita.

Anticorpi con Keq 108-109 L mol-1 sono adatti per lo sviluppo di metodi

immunometrici.

Ab An+ An-Abka

kd

Keq =[An-Ab]eq

[An]eq[Ab]eq

ka

kd

=

ASPETTI TERMODINAMICI

INTERAZIONE ANTIGENE-ANTICORPO

Riprendendo l’equazione:

[An-Ab]eq

[An]eq

= Keq Abt - Keq [An-Ab]eq

SCATCHARD PLOT

si definisce Abt = [Ab]eq + [An-Ab]eq

Riarrangiando l’equazione ed introducendo Abt si ottiene:

Keq =[An-Ab]eq

[An]eq[Ab]eq

ka

kd

=

[An-Ab]eq

[An]eq

= Keq Abt - Keq [An-Ab]eq

Rappresentando [An-Ab]/[An] (rapporto tra analita legato ed analita libero,

cioè bound/free) rispetto ad [An-Ab] (bound) si ottiene un diagramma di

Scatchard,

SCATCHARD PLOT

anticorpi monoclonali

High affinity

Low affinity

Abt

Keq

SCATCHARD PLOT

anticorpi policlonali

[An-Ab]

[An

-Ab

]/[A

n]

Retta 1

Retta 2

Per un diagramma di Scatchard curvilineo si possono individuare le rette corrispondenti alla Keq massima ed alla Keq minima.

La retta 1 viene estrapolata per [An-Ab]eq che tende a zero.

La retta 2 viene estrapolata per [An-Ab]/[An]eq che tende a zero.

EFFETTI DELL’ETEROGENEITA’ DELL’ANTICORPO

La Keq massima a minima danno informazioni sull’anticorpo:

• eterogeneità

• specificità

SCATCHARD PLOT

Un aptene è una molecola rigida e di piccole dimensioni (PM compreso tra 80 e 1000 Da) che può stimolare la produzione di anticorpi SOLO se accoppiata ad una proteina “carrier”.

In questo caso, tuttavia, si ottiene una miscela di anticorpi.

ANTIGENI ED APTENI

anticorpi che riconoscono una parte di aptene ed una parte di

braccio spaziatore

anticorpi che riconoscono il carrier

anticorpi che riconoscono l’aptene

Sintesi derivato aptene

braccio spaziatore

aptene

carrier

+a) +

naphtalene antracenefenantrene

acenaphtene

acenaphtylene

fluorene

pyrenecryseneBenzo[a]anthracene

Benzo[a]pyrene dibenzo[a,h]anthracene

fluorantene

Benzo[e]pyrene

Benzo[k]fluoranthene

Benzo[b]fluorantene Indeno[1,2,3cd]pyrene Benzo[g,h,i]perylene

ANTIGENI ED APTENI

Esempio: reattività crociata di un anticorpo anti-benzo(a)pirene (BaP) verso altri idrocarburi policiclici aromatici

Specificità e struttura immunogeno

Posizione e tipo di

derivato utilizzato per la produzione dell’anticorpo

100% 40% 100% 100%100%

Scarsa specificità per mancanza anche dell’anello aromatico

L’anticorpo è molto specifico per il BaP e gli altri IPA

non interferiscono

[BaP μg/L

Seg

nal

e

0.001 0.01 0.1 1 10

Una caratteristica fondamentale dell’anticorpo è la sua specificità (capacità di legare selettivamente l’analita, distinguendolo da altre molecole di struttura simile). Si definisce reattività crociata la tendenza dell’anticorpo a legare gli interferenti.

Tipo di derivato e specificità dell’Anticorpo

Braccio spaziatore

aptene

proteina

HO

O

estrone

estrioloHO

OH

OH

HO

OH

C16

C17

Esempio: 17β-Estradiolo

proteina

Esempio: produzione di un anticorpo anti-estradiolo.

estradiolo

HO

OH

C6

C16

C17

SPECIFICITA’ DEGLI ANTICORPI

estrioloHO

OH

OH

HO

O

estrone

3,8 1,2 %

5,6 2,0 %

48 8 %

Reattività crociata

40 10 %

5,0 1,8 %

0,48 0,27 %

estrone estriolo

C6

C16

C17

Derivatizzazione

La reattività crociata verso altri ormoni steroidei varia in funzione della posizione di derivatizzazione dell’aptene scelta per la sintesi dell’immunogeno.

Metodi immunologici per ioni metallici

• Si produce un anticorpo contro un chelate metal-ion -protein: per esempio Me-EDTA-BSA

L’anticorpo non riconosce il metallo ma l’intero complesso Me-EDTA

MeҮ

Me + EDTA

proteina

GSH

Me

Ү• Si produce un anticorpo contro un

complesso Me-Proteina o Me-Molecola organica:

Il GSH , i suoi gruppi tiolici liberi legano fortemente il Hg(II).L’Anticorpo riconosce il complesso Me-GSH

Me + GSH

proteina

TRACCIANTI

La formazione del complesso An-Ab non è sempre direttamente misurabile

Per esempio: differenze di massa misurabili con biosensori piezoelettrici o diverse proprietà ottiche misurabili con il sistema Biacore

E’ più pratico utilizzare un tracciante cioè un reattivo che, partecipando alla reazione An-Ab in opportune condizioni, ne permetta la rivelazione sensibile

An + Ab An-Ab

TRACCIANTI

La formazione del complesso An-Ab viene solitamente misurata sfruttando un approccio indiretto, introducendo un tracciante, legato all’antigene o all’anticorpo, che partecipando alla reazione immunologica, la evidenzia con alta rivelabilità.

1 2 3

aggiunta reattivi

reazione

separazione liberolegato

analita

tracciante

Conc. analita

Tracciante legato

0 4 162

41

Tra le molecole facilmente rivelabili si può utilizzare:

• un radioisotopo (radioimmunoassay, RIA)

• un enzima (enzyme immunoassay, EIA)

• un substrato enzimatico

• un coenzima o un inibitore enzimatico

• una molecola fluorescente o un quencher

Il tracciante deve essere una molecola caratterizzata da un elevato

rapporto segnale/massa.

TRACCIANTI

SCELTA DEL TRACCIANTE

Amplificazione enzimatica:1 molecola di enzima

1000 molecole di prodotto

Aumenta con:- attività enzimatica- rivelabilità del prodotto- amplificazione ciclica

Luminescenza

Analita—Enzima

Substrato

Prodotto

FotometriaFluorescenza

Analita—125I

emissione

1 disintegrazione/sec

molecole (106)

Analita—Chemilum.

Reaz. chimica

Ic h

Ic aumenta con: cl (resa quantica)f (rapporto molecole chemilum/analita)

Ic = f ccl cl

Analita—Fluoroforo

I0 h

If h’

If aumenta con: I0 (intensità del raggio di eccitazione) (coefficiente di estinzione)c (concentrazione)

If = I0 F cd

Il tracciante deve essere presente nel tubo ad una massa estremamente bassa (10-12-10-20 g) e facilmente rivelabile

TRACCIANTE: LIMITE DI RIVELAZIONETRACCIANTE: LIMITE DI RIVELAZIONE

SCELTA DEL TRACCIANTE

10-16 – 10-18I emissioneMolecola chemiluminescente

10-15 – 10-16I fluorescenteMolecola fluorescente

10-20 – 10-21Amplificazione ciclica enzimatica

10-15 – 10-18Fluorescenza

10-16 – 10-18Luminescenza

10-15 – 10-16AssorbanzaEnzima

0.1 – 10 x 10-15≈ 10.000 dpm125I

MASSA (moli/tubo)SEGNALETRACCIANTE

SCELTA DEL TRACCIANTE

TRACCIANTI LUMINESCENTITRACCIANTI LUMINESCENTI

10-20 moli (Bronstein et al. 1989)Fosfatasi alcalina/ adamantil-1,2-diossietano-fenil-fosfato

10-18 moli (Tsuji et al. 1986)Glucosio 6-fosfato deidrogenasi / perossidasi / isoluminolo

< 10-15 moli (Kricka et al. 1987)

8x10-17 moli (Motsenbocker 1988)

Perossidasi / luminolo / enhancer

Enzima: chemiluminescenza

10-13 moli (Woodhead et al. 1982)Fluorescina

2x10-17 moli (Soini e Kojola 1983)Ioni europio (III)Fluorescenza

10-19 moli (Geiger e Miska 1987)

10-19 moli (Tanaka e Ishikawa 1986)

Luc / luciferina con amplificazione enzimatica

5.6x1016 fotoni/min/mg luciferasi (attività specifica) (Wulff et al. 1982)

10-18-10-19 moli (Schram et al. 1981)

Luciferasi da lucciola (Luc) / luciferina

Bioluminescenza

Limite di rivelazioneEsempiTipo di tracciante

Perché è vantaggioso utilizzare un enzima come marcatore per la sintesi di un tracciante?

L’attività catalitica dell’enzima permette di amplificare il segnale analitico (un solo enzima genera moltissime molecole di prodotto). Il limite di rivelazione del metodo è quindi significativamente inferiore rispetto ai metodi basati sull’uso di substrati enzimatici o molecole fluorescenti o chemiluminescenti come marcatori.

E

S

La molecola di substrato utilizzata come marcatore produce una sola molecola di prodotto per ogni molecola di tracciante

L’enzima utilizzato come marcatore produce molte molecole di prodotto per ogni molecola di tracciante

METODI IMMUNOENZIMATICI (EIA)

Perché è possibile utilizzare un enzima come marcatore?

Occorre ottimizzare la strategia di preoarazone del tracciante, cioè

dell’antigene marcato.

La sintesi dell’immunogeno viene eseguita in modo da ottenere un

elevato rapporto di coniugazione aptene/proteina.

La sintesi del tracciante enzimatico viene condotta in modo

da ottenere un basso rapporto di coniugazione

aptene/proteina.

E

METODI IMMUNOENZIMATICI (EIA)

Un enzima ideale per lo sviluppo di un EIA deve essere:

• sufficientemente stabile nel tempo nelle condizioni di conservazione

• sufficientemente attivo dopo la coniugazione con l’antigene o

l’anticorpo e nelle condizioni sperimentali di esecuzione dell’EIA.

METODI IMMUNOENZIMATICI (EIA)

Un parametro estremamamente importante è l’attività specifica

dell’enzima (attività per unità di peso dell’enzima), che generalmente

si esprime in unità per mg (U/mg).

Vantaggi relativi all’uso di enzimi:

• sono facilmente reperibili in forma pura, relativamente economici e stabili;

• sono disponibili numerose metodiche semplici ed automatizzabili per la misura dell’attività enzimatica;

• una molecola di enzima può produrre moltissime molecole di prodotto;

• è possibile ottenere la modulazione dell’attività enzimatica in seguito al legame con l’anticorpo, permettendo lo sviluppo di EIA omogenei.

Svantaggi relativi all’uso di enzimi:

• l’attività enzimatica può variare in funzione della temperatura o della presenza di interferenti;

• la coniugazione chimica dell’enzima può ridurne l’attività specifica;

• si può avere rumore di fondo dovuto alla presenza di enzima nel campione.

METODI IMMUNOENZIMATICI (EIA)

La misura dell’attività enzimatica viene comunemente effettuata utilizzando un

substrato che viene trasformato dall’enzima in prodotto colorato, il quale viene

poi misurato tramite fotometria. L’uso di substrati fluorescenti o luminescenti

permette di ridurre il limite di rivelazione del metodo.

TRACCIANTI ENZIMATICI

Luminescenza2-naphthyl--D-galactopyranoside

Fluorimetria4-metilumbelliferone

Fotometria2-nitrofenolo-galattosidasi

LuminescenzaAMPPD

Fluorimetria4-metilumbelliferone-fosfato

Fotometria4-nitrofenilfosfatoFosfatasi alcalina

LuminescenzaH2O2/luminolo

FotometriaH2O2/cromogenoPerossidasi

METODOLOGIA ANALITICASISTEMA DI RIVELAZIONEENZIMA

ENZIMA

SUBSTRATO

PRODOTTO

L’enzima trasforma il substrato incolore in un prodotto colorato, cioè capace di assorbire la luce nel visibile.

L’enzima trasforma il substrato incolore in un prodotto colorato, cioè capace di assorbire la luce nel visibile.

I0 I

b

0I

IT bc

T

1logA

c

A

FOTOMETRIA

ENZIMA

SUBSTRATO

PRODOTTO

o-fenilendiammina 2,3-diamminofenazina (DAP)arancio max=492 nm

perossidasi

H2O2

FOTOMETRIA

Il rendimento quantico di fluorescenza molecolare è il rapporto tra il

numero di molecole che emettono la fluorescenza ed il numero totale di

molecole eccitate (o il rapporto tra fotoni emessi e fotoni assorbiti):

dove Rf è la velocità di rilassamento fluorescente e Rr è la velocità di

rilassamento non-radiativo.

ENZIMA

SUBSTRATO

PRODOTTO

L’enzima trasforma il substrato non fluorescente in un prodotto fluorescente.

L’enzima trasforma il substrato non fluorescente in un prodotto fluorescente.

La fluorescenza è un processo di emissione in cui le molecole sono eccitate

dall’assorbimento di una radiazione elettromagnetica. Le specie eccitate,

successivamente, ritornano allo stato fondamentale emettendo l’energia in

eccesso sotto forma di fotoni.

RrRf

Rf

FLUORESCENZA

Assorbimentomolecolare

l1 l5

En

erg

ia

l1’ l5’

Conversioneinterna

Rilassamentovibrazionale

Fluorescenza

Diagramma energetico parziale di una specie molecolare ipotetica

(diagramma di Jablonski)

FLUORESCENZA

La specie “Intermedio” deve essere molto ricca di energia, in modo da

potersi decomporre formando almeno un prodotto in uno stato eccitato.

Siccome le reazioni di ossidazione con l'ossigeno molecolare sono molto

esoergoniche, esse sono fra le reazioni chemiluminescenti più comuni.

CHEMILUMINESCENZA

Reagenti Intermedio [ Prodotti ]* Prodotti + hstadio 1 stadio 2 stadio 3

L'efficienza di un processo di chemiluminescenza, CL, è definita dalla relazione:

CL = fotoni emessi

molecole reagenti

Se Int = resa dello stadio 1 (formazione dell'Intermedio),

SE = resa dello stadio 2 (formazione dei Prodotti nello stato eccitato)

Em = resa quantica dello stadio 3 (emissione di fotoni)

l' efficienza del processo di chemiluminescenza è: CL = IntSEEm

CHEMILUMINESCENZA

Ossidazione del luminolo (3-aminoftalidrazide) in ambiente alcalino mediante perossido d’idrogeno o altri agenti ossidanti, quali i perossidi organici.

+ N2 + H2O + h

NH2

COOH

COO-catalizzatore

H2O2, OH-

NH2

NHNH

O

O

La reazione può essere catalizzata da enzimi quali la perossidasi, la

microperossidasi e le catalasi, nonché da altre sostanze quali emoglobina,

citocromo c, ione Fe3+ e vari complessi di metalli di transizione. Il prodotto di

ossidazione del luminolo é l'anione amminoftalato nello stato eccitato, che é

responsabile dell’emissione (max = 420 nm).

Si possono usare "enhancer" quali il p-iodofenolo

CHEMILUMINESCENZA

La reazione del luminolo può essere utilizzata per la misura dell’attività del tracciante enzimatico perossidasi, operando in eccesso di substrato.

+ N2 + H2O + h

NH2

COOH

COO-catalizzatore

H2O2, OH-

NH2

NHNH

O

O

In alternativa, è possibile utilizzare il luminolo come tracciante. Sono stati sintetizzati derivati isoluminolo-antigene o isoluminolo-anticorpo.

NHNH

NH

O

O

CONH

NHHN

O

OHS

NNH

NH

O

O

(CH2)6CH2CONHOCH2NHCOProtein

Biotina-isoluminolo

Proteina-isoluminolo

Generalmente è preferibile utilizzare l’enzima come marcatore, ottenendo così:

• l’amplificazione del segnale• una cinetica di emissione

caratterizzata da uno stato stazionario.

CHEMILUMINESCENZA

Decomposizione dell'adamantil-1,2-diossietano-fenil-fosfato (AMPPD) catalizzata dall'enzima fosfatasi alcalina (AP) in ambiente acquoso.

L'AMPPD, che contiene un anello di tipo diossietano, viene defosforilato in presenza dell'enzima. Il prodotto della reazione si scinde in due frammenti carbonilici, uno dei quali é in uno stato eccitato e può dare luogo a luminescenza.

+

O-

COOMeOO O

OMe

O-

AP

O OOMe

OPO3--- HPO4--

*

*

O-

COOMe

+ AE

O-

COOMe

+ AE* + AE + h

O-

COOMe

CHEMILUMINESCENZA

I metodi immunometrici possono essere classificati in:se

gnal

e

log concentrazione analita

Competitivi (a modulazione di attività, AM). Si basano sulla modulazione del

segnale analitico dovuta alla competizione tra le molecole di analita e quelle

del tracciante per un numero limitato di siti anticorpali. Il segnale analitico

diminuisce all’aumentare della concentrazione di analita presente nel campione,

la curva dose-risposta ha forma sigmoidale.

segn

ale

concentrazione analita

Non competitivi (ad amplificazione di attività, AA), tutto l’analita presente nel

campione viene catturato dall’anticorpo in eccesso e rivelato. Il segnale analitico

è direttamente proporzionale alla concentrazione di analita nel campione, la

curva dose-risposta è lineare.

CLASSIFICAZIONE DEI METODI IMMUNOMETRICI

I metodi immunometrici possono essere distinti in:

Eterogenei (su fase solida). Il metodo di rivelazione non permette di

distinguere tra tracciante legato all’anticorpo e tracciante libero.

Omogenei. Il legame del tracciante all’anticorpo ne modula (aumenta

o riduce) l’attività. Questi metodi non necessitano della separazione

della frazione libera da quella legata e quindi sono eseguiti in fase

liquida.

CLASSIFICAZIONE DEI METODI IMMUNOMETRICI

CARATTERISTICHE DEIMETODI OMOGENEI ED ETEROGENEI

CARATTERISTICHE DEIMETODI OMOGENEI ED ETEROGENEI

CLASSIFICAZIONE DEI METODI IMMUNOMETRICI

Metodi eterogenei

Poco sensibile all’interferenza della matrice del campione

Molto sensibile all’interferenza della matrice del campione

Ampio ambito dinamico del metodo

Ambito dinamico del metodo inferiore

Bassi limiti di rivelazioneLimiti di rivelazione più elevati

Difficili da automatizzarePossono essere automatizzati facilmente

Esecuzione del metodo più complicata

Esecuzione semplice e rapida

Metodi omogenei

IMMOBILIZZAZIONE DELL’ANTICORPO SU FASE SOLIDA (I)IMMOBILIZZAZIONE DELL’ANTICORPO SU FASE SOLIDA (I)

Fisica (adsorbimento)Chimica

Biotina-avidina Proteina A Anticorpo

IgG anti-coniglio (Fc specifico) da

capra

IgG anti-analita da coniglio

METODI ETEROGENEI

IMMOBILIZZAZIONE DELL’ANTICORPO SU FASE SOLIDA (II) ADSORBIMENTO FISICO

IMMOBILIZZAZIONE DELL’ANTICORPO SU FASE SOLIDA (II) ADSORBIMENTO FISICO

Fisica (adsorbimento)

L’adsorbimento passivo dell’anticorpo sulla fase solida avviene mediante interazioni idrofobiche. Il processo è influenzato da: pH

forza ionica; temperatura; tempo (in genere qualche ora è sufficiente, a temperatura ambiente); concentrazione proteica

le interazioni aspecifiche possono essere notevolmente ridotte saturando la superficie libera del tubo con una proteina (BSA) o un polimero (PVP).

METODI ETEROGENEI

Proteine legate

g/sfera

Aspecifici

%

Riproducibilità

mediaDS

Capacità legante

%

polistirene 1.5 < 2 800 68 50-60

idrazide 2.6 14 700 150 25-30

alchilammina 2.8 15 860 165 28-38

METODI ETEROGENEI

METODI DI IMMOBILIZZAZIONE DI UN ANTICORPO SU POLISTIRENE

METODI DI IMMOBILIZZAZIONE DI UN ANTICORPO SU POLISTIRENE

IMMOBILIZZAZIONE DELL’ANTICORPO SU FASE SOLIDA (III) MEDIANTE ANTICORPO

IMMOBILIZZAZIONE DELL’ANTICORPO SU FASE SOLIDA (III) MEDIANTE ANTICORPO

Anticorpi di cattura Fc specifici

Gli anticorpi anti-analita sono orientati in maniera ottimale per

legare l’antigene

Anticorpi di cattura Fab specifici

Gli anticorpi anti-analita non sono in grado di legare l’antigene

METODI ETEROGENEI

I metodi immunometrici possono essere distinti in:

Competitivi (modulazione di attività)

Non competitivi (amplificazione di attività)

CLASSIFICAZIONE DEI METODI IMMUNOMETRICI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

Fase solida

Anticorpo immobilizzato

Antigene

Tracciante

Substrato enzimatico

DIRETTIDIRETTI

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

DIRETTIDIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

DIRETTIDIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

DIRETTIDIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

DIRETTI DIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

DIRETTIDIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

DIRETTIDIRETTI

1 2 3

aggiunta reattivi

reazione

separazione liberolegato

analita

tracciante

Conc. analita

Tracciante legato

0 4 162

41

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

Metodo immunometrico competitivo eterogeneo: il legame dell’analita all’anticorpo viene rivelato indirettamente attraverso la misura del legame del tracciante all’anticorpo.

Analita liberoAnalita

immobilizzatoAnticorpo anti-analita

EAnticorpoanti-IgG marcato

EE

Aggiunta antigene e anticorpo

E

E

Aggiunta dell’anticorpo marcato

E

E

E

Substrato Segnale

Competizione per il sito anticorpale

Separazione

Misura del segnale

E

E

E

E E

Separazione

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

INDIRETTIINDIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

Fase solida

Anticorpo immobilizzato

Antigene

Tracciante

Substrato enzimatico

DIRETTIDIRETTI

METODI ETEROGENEI COMPETITIVI

Enzima:Enzima: ELISA (Enzyme Linked immunoassorbent assay)ELISA (Enzyme Linked immunoassorbent assay)

Per sviluppare un metodo competitivo per un aptene occorre coniugare

l’aptene:

• ad una proteina carrier per la produzione dell’immunogeno

• ad un enzima per la produzione del tracciante.

Occorre quindi sintetizzare un derivato dell’aptene, in modo da:

• introdurre nell’aptene un gruppo reattivo in grado di reagire con le

proteine

• introdurre il gruppo reattivo sull’aptene al termine di un braccio

spaziatore, in modo che l’aptene venga poi inserito ad una certa

distanza dalla superficie della proteina e possa liberamente essere

riconosciuto e legato dall’anticorpo.

SISTEMI OMOLOGHI ED ETEROLOGHI

• Nei sistemi omologhi lo stesso derivato dell’aptene viene utilizzato

per la sintesi dell’immunogeno e del tracciante.

• Nei sistemi eterologhi immunogeno e tracciante sono sintetizzati

utilizzando:

due apteni simili ma non identici, con lo stesso ponte inserito

nella stessa posizione (eterologia di aptene);

lo stesso aptene, ma con un diverso ponte che unisce l’aptene

alla proteina (eterologia di ponte);

lo stesso aptene e lo stesso ponte, ma inserito in una posizione

differente dell’aptene (eterologia di posizione).

• I sistemi eterologhi permettono di ottenere anticorpi con affinità

maggiore per l’analita rispetto al tracciante, quindi di migliorare il

limite di rivelazione del metodo.

SISTEMI OMOLOGHI ED ETEROLOGHI

• Metodi EMIT sono stati sviluppati utilizzando traccianti

enzimatici che, in seguito al legame con l’anticorpo,

mostravano una variazione della propria attività catalitica.

• I primi metodi EMIT sono stati sviluppati utilizzando l’enzima

lisozima come tracciante, ma successivamente l’enzima

glucosio-6-fosfato deidrogenasi NAD dipendente (G6PD)

è stato ampiamente utilizzato, grazie alla sua maggior

capacità di modulare la propria attività catalitica in seguito

all’interazione con l’anticorpo.

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

EMIT (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique) (I)EMIT (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique) (I)

S

S

P

• Il tracciante in soluzione è attivo• Diventa inattivo dopo legame con l’anticorpo• Il segnale aumenta all’aumentare della concentrazione di analita.

Sono stati proposti due sistemi.

conc. analita

attiv

ità e

nzim

atic

a

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

EMIT (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique) (II)EMIT (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique) (II)

1° sistema:

S

SP

conc. analita

attiv

ità e

nzim

atic

a

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

EMIT (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique) (III)EMIT (Enzyme-Multiplied Immunoassay Technique) (III)

• Il tracciante in soluzione è inattivo• Diventa attivo dopo legame con l’anticorpo• Il segnale diminuisce all’aumentare della concentrazione di analita.

2° sistema:

• L’efficienza dell’assorbimento della luce da parte di un fluoroforo dipende dall’angolo tra il dipolo elettronico della luce eccitatrice e l’oscillatore nella molecola.

• Una luce polarizzata su un piano ecciterà in maniera efficiente solo quelle molecole che hanno i loro oscillatori orientati opportunamente (di solito parallelamente) rispetto al piano della luce eccitatrice. Se il fluoroforo è fermo, la luce emessa sarà parallela a quella assorbita.

luce assorbita luce emessa

fluoroforo

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (I)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (I)

• Il grado di polarizzazione della radiazione emessa dipende dal tempo di emivita dello stato eccitato ( ) e dal movimento rotatorio della molecola.

• Se il tempo richiesto al fluoroforo per ruotare è confrontabile con , esso cambierà posizione prima di emettere fluorescenza e quindi la luce emessa perderà parzialmente o completamente la polarizzazione.

fluoroforo fisso fluoroforo libero di ruotare

La polarizzazione viene mantenuta La polarizzazione viene persa

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (II)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (II)

Per eseguire la misura, il campione viene eccitato alternativamente con luce polarizzata orizzontalmente e verticalmente.

Il grado di polarizzazione (P) viene calcolato come:

HVVV

HVVV

II

IIP

dove:

IVV = segnale quando si misura l’emissione sul piano parallelo a quello di

eccitazione (si eccita sul piano verticale, si misura sul piano verticale).

IHV = segnale quando si misura l’emissione sul piano perpendicolare a quello di

eccitazione (si eccita sul piano orizzontale, si misura sul piano verticale).

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (III)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (III)

A valori costanti di (tempo di emivita dello stato eccitato) il grado di

polarizzazione della radiazione emessa dipende solo dal tempo di rilassamento

rotazionale della molecola ().

= 3vM / RT

dove è la viscosità del mezzo, v è il volume specifico parziale (mL/g) ed M è il

peso molecolare del fluoroforo, R è la costante dei gas e T è la temperatura.

Maggiore è il peso molecolare del fluoroforo, maggiore sarà il suo tempo di

rilassamento rotazionale (~ 4,3 nsec per la fluorescina e ~ 100 nsec per una

immunoglobulina).

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (IV)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (IV)

La relazione che lega il grado di polarizzazione (P) al tempo di rilassamento

rotazionale della molecola () ed al tempo di emivita dello stato eccitato () è:

(1/P – 1/3) = (1/P0 – 1/3)(1 + 3/)

dove P0 è il valore di polarizzazione limitante, cioè il massimo grado di

polarizzazione che si ottiene quando tutte le molecole sono ferme nello spazio.

Combinando questa equazione con la precedente:

1/P = 1P0 + {1/P0 – 1/3} x RT/vM x

Il valore di polarizzazione misurato fornisce quindi una misura diretta delle

dimensioni del fluoroforo a temperatura e viscosità costanti.

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (V)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (V)

Una grossa molecola (anticorpo) ha un tempo di rotazione di circa 100 ns,

mentre una piccola molecola (farmaco) di circa 1 ns.

Metodi immunometrici competitivi omogenei sono stati sviluppati.

Il tracciante legato all’anticorpo

mantiene un grado di

polarizzazione maggiore rispetto

al tracciante libero. Si può quindi

ottenere una curva dose-risposta

senza la necessità di separare la

frazione di tracciante libero da

quello legato prima della misura.

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (VI)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP) (VI)

S

S

P1

P1

P2

In presenza di piccole quantità di

analita, il tracciante interagisce

con l’enzima immobilizzato

sull’anticorpo, che trasforma P1

in un prodotto misurabile (P2).

S

S P1Q

P1

In presenza di elevate quantità di

analita, il tracciante, che non si lega

all’anticorpo, interagisce con un

enzima in soluzione che trasforma

P1 in un prodotto non misurabile (Q).

Questo riduce il segnale di fondo.

L’analita compete con il tracciante per i siti anticorpali. L’anticorpo è coniugato ad

un enzima.

METODI OMOGENEI COMPETITIVI

ECIA (Enzyme Channeling Immuno Assay)ECIA (Enzyme Channeling Immuno Assay)

La misura della quantità di analita An è basata sulla competizione con il tracciante

An* per un numero limitato di siti anticorpali (Ab). Riducendo la concentrazione

dell’anticorpo e del tracciante è possibile ottenere un limite di rivelazione più basso.

Tuttavia, per la legge di azione di massa, a basse concentrazioni di reagenti la

velocità di formazione del complesso si riduce, quindi l’accuratezza del metodo

sarà inferiore.

L’equilibrio che si instaura è:

An + Ab An-Ab

+An*

An*-Ab

KAn

KAn*

Le condizioni per l’esecuzione del metodo sono:

[An*]i = costante

[Ab]i = costante

[Ab]i < [An]i + [An*]i

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEI METODI COMPETITIVI

segn

ale

log concentrazione analita

Per i metodi competitivi, il segnale diminuisce all’aumentare della concentrazione di analita.

segn

ale

concentrazione analita

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEI METODI COMPETITIVI

Ab An+ An-AbKa

KdDove:

[Ab]eq = concentrazione di anticorpo libero all’equilibrio

[An]eq = concentrazione di analita libero all’equilibrio

[An-Ab]eq = concentrazione di complesso analita-anticorpo all’equilibrio

Si indica con:

Abt = concentrazione totale di anticorpo = [Ab]eq + [An-Ab]eq

T = concentrazione totale di analita = [An]eq + [An-Ab]eq ovvero = [An]i + [An*]i

(dove An è l’analita nel campione e An* è l’analita marcato)

R = [An-Ab]eq/T, cioè frazione di analita legato. Questa è la variabile che viene

di solito determinata nei metodi immunometrici.

PARAMETRI DI OTTIMIZZAZIONE DI UN METODO COMPETITIVO

che può essere risolta per R (frazione di analita legato) in funzione di [An]i,

[An*]i, Abt e K. Se tre di queste variabili sono costanti, è possibile osservare

l’effetto della quarta sull’andamento di R.

PARAMETRI DI OTTIMIZZAZIONE DI UN METODO COMPETITIVO

si può scrivere come:

Keq =[An-Ab]eq

[An]eq[Ab]eq

Keq =[An-Ab]eq

(Abt-[An-Ab]eq) (T-[An-Ab]eq)

dividendo per T e sapendo che [An-Ab] = RT:

Keq =R

(Abt-RT) (1-R)

poiché T = [An]i+[An*]i

e riarrangiando:Keq (1<-R) (Abt-R[An]i-R[An*]i) = R

R2 - R + = 0([An]i+[An*]i+Abt+1/K)

([An]i+[An*]i)

Abt

([An]i+[An*]i)si ricava l’equazione:

EFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DELL’ANTICORPOEFFETTI DELLE CARATTERISTICHE DELL’ANTICORPO

• Una riduzione di Abt sposta la curva a concentrazioni di analita più basse (confronto tra curve verde e blu).

• Un aumento di K aumenta la sensibilità (confronto tra curve blu e rossa).

K=1010 L mol-1

Abt=10-10M

K=1010 L mol-1

Abt=10-9M

K=1010 L mol-1

Abt=10-10M

K=1010 L mol-1

Abt=10-9M

K=1011 L mol-1

Abt=10-10M

K=1011 L mol-1

Abt=10-10M

K=1010 L mol-1

Abt=10-10M

Concentrazione di antigene nel campione, [An] (M)

Curve teoriche di legame per un metodo

immunometrico competitivo

10-11 10-10 10-9 10-8 10-7

1,0

0,8

0,6

0,4

0,2

R,

fraz

ione

di a

ntig

ene

lega

toPARAMETRI DI OTTIMIZZAZIONE DI UN METODO COMPETITIVO

R,

fraz

ione

di a

ntig

ene

lega

to

Concentrazione di antigene nel campione, [An] (M)

An*=0

An*=10ng/mL

An*=30ng/mL

An*=100ng/mL

K=1010Lmol-1

Abt =3X10-10M

10-11 10-10 10-9 10-8

1,0

0,8

0,6

0,4

0,2

Una riduzione di An* aumenta la sensibilità del metodo.

EFFETTO DELLA VARIAZIONE DELLA CONC. DI TRACCIANTE An*EFFETTO DELLA VARIAZIONE DELLA CONC. DI TRACCIANTE An*

PARAMETRI DI OTTIMIZZAZIONE DI UN METODO COMPETITIVO

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

PROFILO DI IMPRECISIONE RELATIVO AD UNA CURVA DOSE-RISPOSTA SIGMOIDALE, OTTENUTO ASSUMENDO ASSENZA DI ERRORE DI INTERPOLAZIONE E COSTANZA DI ERRORE DI RISPOSTA (10%)

PROFILO DI IMPRECISIONE RELATIVO AD UNA CURVA DOSE-RISPOSTA SIGMOIDALE, OTTENUTO ASSUMENDO ASSENZA DI ERRORE DI INTERPOLAZIONE E COSTANZA DI ERRORE DI RISPOSTA (10%)

yA

yB

yC

xA xB xC

xA

xB

xC

xA xB xC

y = 10%

RIS

PO

ST

A

DOSE

Le reazioni analita-anticorpo sono caratterizzate da elevata specificità,

definita come la capacità dell’anticorpo di legare selettivamente l’analita e non

altre specie (interferenti) simili.

La specificità dell’anticorpo non è sempre assoluta. Si definisce reattività

crociata la sua tendenza a legare gli interferenti. Tra i vari modi per

misurarla, quello più usato è la misura del rapporto percentuale tra la

concentrazione di analita che spiazza il 50% di tracciante dall’anticorpo e la

concentrazione di interferente che produce lo stesso effetto.

[An-

Ab]

/[A

n]

0

50

100

[An]a b

100xb

a%CR

SPECIFICITA’ DELL’INTERAZIONE ANTIGENE-ANTICORPOSPECIFICITA’ DELL’INTERAZIONE ANTIGENE-ANTICORPO

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

B/B

0

log concentrazione analita

La concentrazione dell’analita nel campione viene determinata per interpolazione

su una curva-dose risposta prodotta in parallelo utilizzando degli standard.

La curva viene prodotta rappresentando B/B0 (rapporto tra segnale dello

standard a concentrazione x e segnale ottenuto a dose zero di analita) in

funzione del logaritmo della concentrazione di analita.

B0 è il segnale ottenuto in assenza di

analita

B è il segnale a concentrazione x di

analita

B/B0 rappresenta quindi la frazione di

tracciante che è stato spiazzato in

presenza della concentrazione x di

analita 1.

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

c

a

a/2

y

x

b = fattore di pendenza(*)

FUNZIONE LOGISTICA A TRE PARAMETRIFUNZIONE LOGISTICA A TRE PARAMETRI

b

cx

1

ay

x = dose y = B-N

a

c

a+d2

y

x

d

b = fattore di pendenza(*)

db

cx

1

day

x = dose y = B

L’introduzione del quarto parametro d (risposta a dose infinita) rende inutile la sottrazione del segnale di fondo N

FUNZIONE LOGISTICA A QUATTRO PARAMETRIFUNZIONE LOGISTICA A QUATTRO PARAMETRI

(*) il fattore di pendenza si riferisce alla linearizzazione logit-log

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

LINEARIZZAZIONE DELLA CURVA DOSE-RISPOSTA DI UN METODO COMPETITIVO

LINEARIZZAZIONE DELLA CURVA DOSE-RISPOSTA DI UN METODO COMPETITIVO

TRASFORMAZIONE LOGIT/LOG

)B/B(1

B/Bln)B/B(itlog

0

0o

La trasformazione logit/log consiste nello “stiramento” della sigmoide che approssima la curva dose-risposta in uno spazio semilogaritmico e permette di linearizzare la porzione centrale della curva.

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

Si utilizza un notevole eccesso di immunoreattivo in modo da

ottenere il massimo segnale dall’analita.

Determinazioni anche a basse concentrazioni di analita.

Seg

nale

Concentrazione analita

La curva dose-risposta ha un andamento lineare ed il segnale è direttamente proporzionale alla con-centrazione di analita.

METODI NON COMPETITIVI

Reazione dell’analita (Ag) presente nel campione con un eccesso di anticorpo di cattura (Ab) e, successivamente, con un eccesso di tracciante (anticorpo di rivelazione marcato, Ab*)

[Ab] > [Ag] [Ab*] > [Ag]

L’analita deve essere una molecola relativamente grande, in grado di legare contemporaneamente due anticorpi

Eterogenei: separazione fisica tra Ab* e Ag-Ab* Omogenei: nessuna separazione tra Ab* e Ag-Ab*

Non Competitivi di Tipo “Sandwich”: rappresentano il tipo più diffuso di metodi non competitivi eterogenei

METODI NON COMPETITIVI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

Fase solida

Anticorpo di cattura immobilizzato

Antigene

Tracciante

Enzima

Substrato enzimaticoAnticorpo dirivelazione

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI (SANDWICH)

DIRETTI INDIRETTI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

Fase solida

Antigene di cattura immobilizzato

Anticorpo

Tracciante

Enzima

Substrato enzimatico

Anticorpo specie-

specifico

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

Aggiunta del campione

Aggiunta del tracciante

Incubazione

Lavaggio

Aggiunta del substrato

Misura del segnale

METODO PER LA DETERMINAZIONE DI ANTICORPI

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI

• Due anticorpi monoclonali diretti contro diversi epitopi dell’antigene vengono marcati con due enzimi scelti in modo che il prodotto della reazione catalizzata dal primo sia il substrato per il secondo (es. glucosio ossidasi e perossidasi).

• In alternativa si possono marcare i due anticorpi con due subunità dello stesso

enzima, con un donatore ed un accettore di una coppia FRET (fluorescence

resonance energy trasfer), ecc...

substrato

prodotto intermedio prodotto

finale

METODI NON COMPETITIVI OMOGENEI

METODI NON COMPETITIVI OMOGENEI

SISTEMA INDICATORI

i1/i2

SUBSTRATI PRODOTTI

P1/ P1

Enzimi

vicinali

Esochinasi/

GPDasi

ATP/glucosio

NAD+

Glucosio 6-fpsfato

Gluconolattone-6-fosfato + NADH

Enzimi

vicinali

GOasi/

POasi

Glucosio/

Donatore H

ossidato

Perossido/

Donatore H

ossidato

METODI OMOGENEI NON COMPETITIVI

Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP)Metodi basati su misure di Fluorescenza Polarizzata (FP)

Analita di grandi dimensioni: metodo non competitivo con tracciante=anticorpo marcato (meno utilizzato)

alta %P

anticorpo analitamarcato(in eccesso)

bassa %P

[analita]

%P

La concentrazione dell’analita nel campione viene determinata per interpolazione

su una curva-dose risposta prodotta in parallelo utilizzando degli standard.

La curva viene prodotta rappresentando il segnale ottenuto per ciascun standard

in funzione della concentrazione di analita nello standard. La curva ideale è

lineare.

Seg

nale

Concentrazione analita

Seg

nale

Concentrazione analita

aspecifico

saturazione

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

Seg

nale

concentrazione analita

PARAMETRI QUANTITATIVI

Sensibilitàpendenza della curva

Intervallo dinamico

Limite di rivelazioneCalcolato in funzione della deviazione

standard del bianco

EFFETTO DEI PARAMETRI SPERIMENTALI

Aumentare la costante di affinità dell’anticorpo

Migliorare la rivelabilità assoluta del tracciante (in questo caso il limite di rivelazione dipende direttamente da essa)

B/B

0

concentrazione analita

Riduzione del limite di rivelazione:

CARATTERISTICHECARATTERISTICHE

Più rapidi, particolarmente a basse concentrazioni di analita.

L’utilizzo di anticorpi monoclonali migliora la specificità

Specificità intrinseca superiore

Limite di rivelazione più basso

Amplificazione di attività (AA)(Metodi non competitivi)

Modulazione di attività (MA)(Metodi competitivi)

METODI COMPETITIVI E NON COMPETITIVI (MA E AA)

I metodi immunometrici sono soggetti ad interferenze, soprattutto per

quanto riguarda la reazione immunologica e la rivelazione del segnale.

Le cause più comuni sono:

• la presenza nel campione di molecole che danno reazione

crociata con l’anticorpo o che interferiscono con la formazione del

complesso antigene-anticorpo o che competono con l’anticorpo

per il legame con l’antigene (es proteine del siero), ecc;

• la presenza nel campione di enzima endogeno (nel caso di EIA),

di molecole colorate o fluorescenti (nel caso di rivelazione

spettrofotometrica o fluorescente), ecc. Questo fenomeno può

essere notevolmente ridotto adottando un metodo eterogeneo,

grazie ai lavaggi effettuati prima della misura.

INTERFERENZE NEI METODI IMMUNOMETRICI

• Elevata specificità• Basso limite di rivelazione• Alta produttività analitica• Possibilità di automazione

Elevata specificità di riconoscimento tra Ag e Ab

Campioni fluidi (siero, urina, latte)

Campioni solidi (carne, matrici vegetali, tessuti)

VANTAGGI DEI METODI IMMUNOMETRICI

• Elevata specificità• Basso limite di rivelazione• Alta produttività analitica• Possibilità di automazione

Impiego di traccianti, cioè reattivi biospecifici con elevato rapporto segnale/massa

Traccianti: Ag o Ab coniugati chimicamente con un marcatore (“label”)

Piccoli volumi di campione Piccoli volumi di reagenti (riduzione dei costi) Diagnosi precoce Determinazione di sostanze in tracce

VANTAGGI DEI METODI IMMUNOMETRICI

• Elevata specificità• Basso limite di rivelazione• Alta produttività analitica• Possibilità di automazione

Impiego di piastre microtiter a 96 o 384 pozzetti

Analisi di numerosi campioni (ca. 40 o 200 in duplicato) nella stessa seduta analitica

Rapidità di esecuzione (poche ore)

Analisi di numerosi campioni per giorno

VANTAGGI DEI METODI IMMUNOMETRICI

• Elevata specificità• Basso limite di rivelazione• Alta produttività analitica• Possibilità di automazione

Disponibilità di dispensatori, lavatori, lettori ed elaboratori del segnale automatici

Ottimizzazione delle fasi analitiche

- errori precisione e accuratezza

- tempi di esecuzione rapidità

VANTAGGI DEI METODI IMMUNOMETRICI

POSSIBILI FORMATI ANALITICIIn commercio sono disponibili numerosi kit su piastra microtiter a 96 pozzetti, spesso con traccianti enzimatici e rivelazione colorimetrica. Il kit contiene la piastra con l’anticorpo immobilizzato e tutti i reagenti pronti all’uso. E’ necessario disporre di pipette per la dispensazione e di alcune attrezzature (lettore di micropiastre per la misura del segnale ed eventualmente dispensatori, lavatori, ...)

Piastre microtiter

Analizzatori automatici

Metodo Immunoenzimatico Competitivo per l’analisi del Cadmio (II) nell’acqua

Fase pre-analitica:

1 -diluire il campione d’acqua 1/10-1/100 v/v con tampone

2 –si aggiunge un eccesso di EDTA

Dosaggio immunoenzimatico

Si utilizza un anticorpo monoclonale che riconosce il complesso Cd-EDTA

Metodi immunologici per ioni metallici

Curva di calibrazione

Incubazione: 60 min. at 37°C

Rivelazione Chemiluminescente del tracciante HRP: H2O2/luminolo/enhancer

CampioneTracciante:Cd(II)-EDTA-HRP

Anticorpo immobilizzato

Lavaggio

Microtiter96-384 pozzetti

[Cd(II)], μg/L

Sig

nal

e C

L

Metodo Immunoenzimatico Competitivo per l’analisi del Cadmio (II) nell’acqua

0.01 0.1 1 10 100

Metodi immunologici per ioni metallici

GS

HG

SH

GS

HG

SH

campioneG

SH

GS

-Hg

GS

HG

S-H

g

GS

HG

S-H

gG

SH

GS

-Hg

GS-Hg anticorpo

Ү Ү

GS

HG

S-H

gG

SH

GS

-HgAdd

HRP-Ab anticorpo

Ү ҮҮ ҮHRPHRP

HRPsubstrato

Segnale

Determinazione di Hg(II) mediante metodo immunologico non competitivo: EPA metodo ufficiale

Campioni liquidi : Analisi diretta (solo diluizione)Campioni solidi : Estrazione di Hg(II) con HCl/HNO3 poi si tampona a pH=7

The extract is added to the microtiter wells where the BSA-GSH is immobilized: the Hg ions bind the glutathione

This complex is detected using an antibody anti-BSA-glutatione-Hg and with a secondary HRP labeled antibody

Metodi immunologici per ioni metallici

:

Limite di rivelazione: 0.4 μg/l

Specificità: altamente specifico per Hg(II):

Quantità richiesta per dare un ‘interferenza (ppm)

Mercurio 0.36 Piombo >150,000 Arsenico >55,000 Nichel >43,000 Bario >100,000 Argento > 79,000 Cadmio >82,000 Sodio >17,000; Cromo > 38,000 Stronzio >64,000 Rame > 47,000 Tallio >150,000 Oro > 144,000 Zinco >48,000 Ferro >41,000

Caratteristiche analitiche

Metodi immunologici per ioni metallici

Determinazione di Hg(II) mediante metodo immunologico non competitivo: EPA metodo ufficiale

DTERMINAZIONE DELLA FERRITINA NEL SIERO UMANODTERMINAZIONE DELLA FERRITINA NEL SIERO UMANO

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI: UN ESEMPIO

Ab monoclonali ani-ferritina Ferritina presente nel campion/stadards/controllo

Ab anti-ferritinamarcato con HRP

+ +

+

30 min25 °C

Lettura del segnale a 492 nmColorazione giallo-arancione

60 min37 °C

DTERMINAIONE DELLA FERRITINA NEL SIERO UMANODTERMINAIONE DELLA FERRITINA NEL SIERO UMANO

METODI NON COMPETITIVI ETEROGENEI: UN ESEMPIO

CARATTERISTICHE DEL METODO

• Limite di misura = la più piccola concentrazione in ferritina significativamente differente dal valore dello standard O con una probabilità del 95% = 2 ng/ml

• Specificità: ferritina di milza umana 100% di reazione crociata ferritina di fegato umano 112% di reazione crociata ferritina di cuore umano 62% di reazione crociata

Production Of Monoclonal AntibodiesImmunisation with antigen

Cell line –myeloma

P3– NSI/I – Ag4 – 1

X63 – Ag8 - 653

Ab1 Ab2 Abn Ab titre from serum

Spleen suspension

Fusion with P.E.G.

Selection with H.A.T.

Screen for Ab – secreting hybrids

Clone Ab secreting hybrids

Clone 1 Clone 2 Clone n

Serum/ascitic fluid containing Abn

In vivo

Ab1 Ab2 Abn

Production of Stable Antibody Secreting Hybrid

1st Cloning

Hybrid Ab Hybrid Abn Hybrid Non Secretor

Cell division

Hybrid Ab1

Hybrid Non-Secretor

2nd Cloning

Stable antibody secreting hybrid