Post on 01-May-2015
Scuole di pensiero macroeconomico e approcci metodologici
Corso di MacroeconomiaProf. Andrea Fumagalli
Due approcci alternativi alla macroeconomia 2
Due Approcci Alternativi L’approccio dominante: la teoria dell’equilibrio
economico generale o teoria neoclassicaDal 1870 a oggi. Walras, Menger, scuola marginalista, teoria paretiana
del benessere, teoria moderna dell’E.E.G. (Debreu, Arrow, Hahn), teoria del disequilibrio, ….
L’approccio eterodosso: l’economia politica come analisi del sistema capitalistico di produzione
Teoria classica, Quesnay, Smith, Ricardo. Critica dell’economia politica di Marx e approccio marxiano, Schumpeter, Kalecki, Keynes e filone post-keynesiano (Robinson, Kaldor, Pasinetti, …..)
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L’approccio dominante
Atomismo e individualismo metodologico Razionalità => max beneficio individuale sotto vincoli Economia di mercato e lo scambio Validità generale “assiomatica” della teoria economica Centralità del concetto di equilibrio EEG e dinamica => la macreconomia moderna e i modelli DSGE Stabilità ed equità (Fallimenti del mercato) Neutralità della moneta (nel lungo periodo) Esogeneità della tecnologia () L. Robbins: La scienza economica studia l’allocazione ottimale di
risorse scarse date a priori fra usi alternativi
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Conseguenze teoriche conta solo l’economia reale e l’attività di scambio (moneta e
tecnologia neutrali e esogenamente date) ECONOMIA DI SCAMBIO E/O PRODUZIONE
approccio metastorico individualismo metodologico primato della logica formale
gli individui (agenti economici) sono tutti diversi perché hanno preferenze diverse ma potenzialmente tutti uguali perché hanno pari opportunità e si comportano tutti allo stesso modo (razionalità completa massimizzazione)
è sufficiente studiare un agente economico rappresentativo per studiare le funzioni di produzioni, che vengono ridotte a due: produttore (offerta) e consumatore (domanda) primato della microeconomia;
centralità del concetto di equilibrio: uguaglianza tra domanda e offerta e definizione di un vettore di equilibrio per tutte le merci scambiate.
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L’approccio eterodosso
Società formata da gruppi distinti e contrapposti => analisi dei gruppi sociali Il comportamento individuale è determinato dall’appartenenza di classe Razionalità procedurale L’evoluzione storica definisce i confini dell’analisi e della teoria economica
=> non esiste teoria con validità generale, ma solo una storicamente contingente
=> l’economia si occupa del sistema capitalistico di produzione così come storicamente determinato
Questo si basa su un processo di accumulazione e non di scambio di mercato
Instabilità e precarietà Mancanza di un criterio di efficienza collettivo => l’economia è lotta
distributiva fra classi Ruolo essenziale della moneta Ruolo essenziale della tecnologia
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Conseguenze teoriche La moneta conta e non è neutrale L’ATTIVITA’ ECONOMICA PER ECCELLENZA E’
L’ACCUMULAZIONE (PRODUZIONE) E NON L’ALLOCAZIONE (SCAMBIO)
Approccio storicistico insufficienza della logica formale (matematica) ma primato della logica argomentativa
L’individuo conta poco e solo se è inserito in aggregati Non esistono agenti economici rappresentativi Primato della macroeconomia ECONOMIA MONETARIA DI PRODUZIONE
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CARATTERISTICHE DEL CAPITALISMO lavoro libero (superamento della schiavitù/servitù
della gleba) remunerazione del lavoro (con salario o a fattura)
nascita della manifattura che sostituisce l’agricoltura separazione tra capitale fisico e lavoro divisione del lavoro necessità di coniugare lavoro a capitale per avviare l’accumulazione
Per avviare l’attività di produzione occorre comprare lavoro e remunerarlo, quindi occorre una disponibilità monetaria iniziale.
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Tre funzioni economiche
Creazione di Moneta (banche e oggi sempre più mkt finanziari)
Funzione di investimento (impresa) Consumo valorizzazione della
produzione (lavoratori/trici e cittadini/e)
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Tre funzioni economiche
La creazione di moneta implica uno scambio propedeutico tra chi può creare moneta ma non la usa e chi ha bisogno di moneta ma non lo può creare. Tale scambio avviene nel mercato del credito e NON E’ UNO SCAMBIO COME TUTTI GLI ALTRI (NON SOLVIBILITA’) rapporto di debito/credito banca – impresa.
L’attività di investimento si fonda sulle aspettative di valorizzazione delle merci prodotte (profitto monetario) e abbisogna di forza lavoro scambio impresa – lavoro.
L’attività di consumo consente alle imprese di rientrare in possesso delle somme monetarie erogate per avviare la produzione e restituire il debito contratto con le banche.
Il capitalismo è quindi produzione di moneta a mezzo di merci: D-M-D’. E’ quindi:
ECONOMIA MONETARIA DI PRODUZIONE
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D M (l, p) M’ D’ (MARX)
dove: D = denaro;M = merce;
l = quantità di forza-lavorop = produttività tecnologica
M’ – M = plusprodottoD’ – D = plusvalore
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(M, i) (E, i) Y (C, S) I S (KEYNES)
dove: (M, i) = funzione di credito con M = moneta e i = tasso d’interesse;
(E, i) = attività di investimento che dipende dalle aspettative (e) e al tasso d’interesse (i);
Y (C, S) = valorizzazione della produzione/reddito Y tra consumi (C) e risparmio (S).
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Tendenza in atto a partire dagli anni ’80 (esito della crisi del paradigma industriale-fordista):
Economia finanziaria di produzione
Centralità dei mkt finanziari:a.Come fonte finanziamento
b.Come strumento di distribuzione redditoc.Come sostituto del Welfare State
d.Come creazione di moneta
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La crisi finanziaria
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Boom del mercato immobiliare (prima della crisi) Variazione cumulativa dei prezzi delle case 1997-2005
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Boom del debito delle Famiglie negli USA
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Chi ha prestato tutto questo denaro alle famiglie americane? ∙
Soprattuto Cina e paesi produttori di petrolio
Questo flusso di risorse ha determinato un deficit di bilancia dei pagamenti degli USA
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Maggiori detentori esteri di titoli del Tesoro Usa, ottobre 2008
0 100 200 300 400 500 600 700
Giappone
Cina
Regno Unito
Paesi Opec
Brasile
Paesi caraibici sedi di ist f inanz
Lussemburgo
Hong Kong
miliardi di dollari
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Gli americani risparmiano poco
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Dinamica del mercato immobiliare
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La crisi delle Borse mondialiLa dinamica recente delle Borse: 2000-2009
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DJS50E MIB30 Nikkei DJ
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La crisi delle Borse mondialiLa dinamica recente delle Borse mondiali: 2007.6-2009.3
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DJS50E MIB30 Nikkei DJ
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La Crisi Finanziaria: presente e passatoCaduta del prezzo delle case (da picco a picco)
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La Crisi Finanziaria: presente e passatoCaduta della borsa (da picco a picco)
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Cosa ha comportato la caduta dei prezzi delle case? Insolvenza dei cosiddetti debitori
"subprime“ Innalzamento tassi d’interesse Difficoltà a pagare rate mutuo e interessi
sul debito da parte delle imprese Sofferenze bancarie….nessuno sapeva
l’ammontare dei default e dei “titoli tossici”
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Prima fase: 9 Agosto 2007- 15 Settembre 2008 Questa prima fase è caratterizzata da una sistemica carenza di
liquidità 9 Agosto 2007: BNP Paribas temporaneamente ferma I rimborsi di
quote di 3 fondi monetari in quanto non è in grado di calcolarle non riuscendo a prezzare subprime-mortgage-asset-backed securities
Il mercato interbancario cessa di funzionare, le banche trattengono le proprie riserve, perchè non si fidano dei collaterali/garanzie
tassi overnight alle stelle e grandi iniezioni di liquidità => la BCE implementa la più grande iniezione di liquidità dei suoi nove anni di storia: 94.8 miliardi di Euro, la FED 24 miliardi di $
Seconda fase: 15 Settembre 2008-?? 15 settembre 2008: Fallisce Lehman Brothers, Il 16 settembre AIG
riceve un prestito dalla FEDNY, con appoggio del tesoro , di 85 miliardi di $ e Bank of America acquista Merrill Lynch, Morgan Stanley e Goldman Sachs sono riconosciute come banche commerciali, Washington Mutual fallisce (25/09)
Il rischio di credito percepito è elevatissimo: il mercato monetario cessa di funzionare => gli unici fondi reperibili sono sul mercato overnight
Non è più solo un problema di carenza liquidità delle banche, ma di funzionamento del mercato del credito alle imprese ed alle famiglie
Le banche non riescono più a cartolarizzare i prestiti
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Flight-to-quality
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FEDPrima reazione classica: QE
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Dalla crisi bancaria all’economia reale
Difficoltà ad ottenere nuovo credito per il consumo (es: televisore, macchina) e finanziamenti per le imprese
Effetti su consumo, investimento, reddito ed occupazione
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La produzione industriale nelle recessioni USA
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1929-3 1974-3 1981-3 1990-3 2000-2 2008-1