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Le misure allo studio LE MOSSE DEL GOVERNO Ipotesi di manovra più leggera La Ue studia la sterilizzazione del ciclo economico negativo dal rientro dei conti LA CORREZIONE L'entitàdell'intervento potrebbe essere alla fine di 15-16 miliardi a fronte dello scenario iniziale di 25 miliardi Dino Pesole
ROMA
Il fisco, come primo ingrediente della manovra, con una griglia di interventi che spaziano dalla reintroduzione
dell'Ici sulla prima casa (rimodulata in funzione della rivalutazione dei valori catastali e in versione Imu), alla
stretta antievasione e all'aumento dell'Iva. Secondo una delle più accreditate ipotesi allo studio, l'incremento
potrebbe essere anche di due punti, dal 21 al 23% così da garantire 8,8 miliardi di maggior gettito. Risorse
che potrebbero essere utilizzate per incrementare le detrazioni sul lavoro e sulle imprese, a partire dall'Irap.
In sostanza, si opererebbe in modo massiccio sullo storico divario che nel nostro paese separa il costo del
lavoro sostenuto dalle imprese e l'importo netto che i lavoratori ricevono in busta paga. Il cosiddetto cuneo
fiscale, in poche parole.
Si tenta l'accelerazione, e secondo alcune indiscrezioni di fonti parlamentare già domani in Consiglio dei
ministri potrebbe esservi una prima ricognizione delle misure in cantiere. L'ipotesi più accreditata è che il via
libera al decreto anticrisi del governo Monti si collochi tra la fine della prossima settimana e l'inizio della
successiva, così da consentire al presidente del Consiglio di presentare l'intero pacchetto al Consiglio
europeo in programma il 9 dicembre. Se questo sarà il timing, all'Eurogruppo di martedì prossimo Mario
Monti, nella sua veste di ministro a interim dell'Economia, si limiterà per ora a tracciare le linee guida
dell'intera operazione: contenimento del deficit per compensare gli effetti della minore crescita e
dell'incremento della spesa per interessi, provvedimenti per la crescita.
L'entità della correzione non è ancora definita nero su bianco. A bocce ferme, la manovra si attesterebbe
attorno ai 25 miliardi, per far fronte al peggioramento del ciclo economico e all'incremento degli interessi (è
l'effetto spread). Ma non si esclude che alla fine possa bastare una correzione di minore entità, pari a circa un
punto di Pil (15-16 miliardi). Monti, nei suoi incontri di due giorni fa a Bruxelles, ha ribadito l'impegno del
governo al rispetto dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Qualche margine potrebbe aprirsi se si
spingesse sul criterio del rispetto del vincolo del deficit strutturale, al netto degli effetti del ciclo economico.
Meccanismo già previsto peraltro fin dalla versione originaria del patto di stabilità, che tuttavia andrebbe
"incrociato" con le nuove e più stringenti regole sul fronte del debito e del deficit, previste dalla nuova
governance economica europea.
Nell'incontro in programma per oggi con Nicolas Sarkozy e Angela Merkel si potrebbe anche affrontare la
questione della "sospensione" temporanea delle spese per investimenti in settori strategici dal calcolo del
deficit. È la golden rule, un vecchio cavallo di battaglia di Monti. Ma non sembrano aprirsi al momento grandi
margini al riguardo.
Già domani, nel corso dell'incontro che avrà a Roma con il commissario agli Affari europei, Olli Rehn, Monti
comincerà a entrare più nel dettaglio delle misure antideficit. Per quel che riguarda l'Ici, la strada pare ormai
sostanzialmente tracciata: si va verso il combinato della rivalutazione delle rendite catastali e sulla
reintroduzione dell'imposta abolita dal governo Berlusconi, se pur nella versione anticipata dell'imposta
municipale unica, già prevista dal decreto legislativo sul fisco comunale. In sostanza, l'Imu scatterebbe non
più nel 2013 ma già dal prossimo anno e sarà estesa alla prima casa di abitazione.
Per quel che riguarda il pacchetto antievasione, l'ipotesi più accreditata prevede un drastico abbattimento
della soglia ammessa per i pagamenti in contanti, così da estendere di fatto la tracciabilità dei pagamenti
elettronici a gran parte dei versamenti. Si prospetta un limite al contante anti-riciclaggio di 1.000 euro e uno
anti-evasione a 300 euro.
24/11/2011 14Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 5
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In agenda una nuova manovra correttiva
IN FORSE IL PAREGGIO DI BILANCIO NEL 2013 GLI INTERVENTI IN CANTIERE Casa
Si va verso il combinato della rivalutazione delle rendite catastali e reintroduzione dell'Ici sulla prima casa
inserendola nell'Imu, imposta municipale unica (già prevista dal decreto legislativo sul fisco comunale) che
verrebbe anticipata.
Fisco sul lavoro
Potrebbero essere incrementare le detrazioni sul lavoro e sulle imprese, a partire dall'Irap. Si opererebb sul
divario che nel nostro paese separa il costo del lavoro sostenuto dalle imprese e l'importo netto che i
lavoratori ricevono in busta paga.
Lotta all'evasione
Abbattimento della soglia ammessa per i pagamenti in contanti, così da estendere di fatto la tracciabilità dei
pagamenti elettronici a gran parte dei versamenti. Si prospetta un limite al contante anti-riciclaggio di 1.000
euro e uno anti-evasione a 300 euro.
24/11/2011 14Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 6
I sindaci: «Sì all' Ici ma senza scambi» Gianni Trovati
MILANO
«Il ritorno di una tassazione sulla prima casa è indispensabile, si chiami Ici, Imu o mini-patrimoniale;
l'importante, però, è che poi non si tagli sul fondo di riequilibrio, altrimenti la somma per i Comuni fa sempre
zero». Graziano Delrio, il presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni, registra con ovvio favore le
ipotesi di far tramontare una neutralità fiscale sull'abitazione principale che ai sindaci non è mai piaciuta, ma
prefigura l'aprirsi di una partita complicata con il Governo.
Il problema dei sindaci, come ha spiegato Delrio intervenendo ieri al convegno inaugurale di RisorseComuni
di Anci Lombardia, è urgente, perché legato a una «emergenza bilanci 2012» che va risolto in fretta perché i
preventivi si devono approvare entro fine anno. La questione nasce da un dato chiave: per rimediare ai tagli e
alle richieste aggiuntive del Patto di stabilità portate dalle manovre estive, i sindaci hanno oggi un unico
strumento fiscale, l'addizionale Irpef. Secondo le stime Ifel, per provare a compensare la stretta il 95% dei
Comuni dovrebbe portare al massimo l'aliquota, ma il presidente Anci chiede cautela su questo fronte:
«L'Irpef - sottolinea ai sindaci lombardi riuniti a Palazzo delle Stelline a Milano - è politicamente delicatissima,
e un aumento generalizzato rischia di far percepire i sindaci come i fautori unici dell'aumento delle tasse».
Servono altri strumenti, anche per dare un'autonomia reale alle scelte fiscali del territorio, ma per ottenerli
bisognerà avviare un braccio di ferro non semplice con il Governo. Fino a oggi, infatti, all'Economia si sta
lavorando su ipotesi di «scambio», come quella che offre l'Ici ai sindaci ma permette al Governo di riprendersi
i frutti di cedolare secca e compartecipazione Irpef (si veda Il Sole 24 Ore del 22 novembre). Un'ipotesi che, a
conti fatti, riporterebbe tout court i bilanci locali all'epoca pre-federalista.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
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24/11/2011 14Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 7
Le misure allo studio LA RADIOGRAFIA DELLE IMPOSTE IMMOBILIARI Fisco pesante sul mattone Già oggi pressione dal 40% al 79%, il livello medio è sopra il 60% Saverio Fossati
Gianni Trovati
Agli occhi del Fisco il mattone ha un grosso pregio: è visibile, registrato in banche dati dettagliate, e può
trasformarsi in un bancomat in maniera molto più semplice rispetto alle plusvalenze finanziarie e ai titoli
mobiliari in genere.
Anche per questo, naturalmente, gran parte delle ipotesi fiscali che ingombrano il cantiere della nuova
manovra correttiva puntano su casa e dintorni. Non c'è solo il ritorno dell'Ici sull'abitazione principale, magari
nelle nuove vesti "federaliste" dell'Imu: anche la patrimoniale guarda nella stessa direzione, e gli immobili di
ogni tipo, dal monolocale in periferia al capannone industriale passando per uffici e negozi, sarebbero investiti
dalle conseguenze di una rivalutazione delle rendite catastali, base di calcolo di quasi tutte le imposte rivolte
ai proprietari del mattone. Un dibattito tutto puntato sulla neutralità fiscale della prima casa, però, rischia di
oscurare un dato chiave: una rivisitazione del fisco immobiliare non partirebbe da «quota zero». Anzi.
Per chi guarda al mattone con gli occhi dell'investitore, i problemi già «in vigore» non sono pochi, soprattutto
dalle parti degli immobili strumentali alle imprese. Per capirlo, basta fare i conti in tasca a chi concede in
affitto per 35mila euro all'anno un capannone di circa mille metri quadrati in una zona industriale di una media
città (valore catastale poco superiore a 1,7 milioni). Il Comune di residenza si presenta ai cancelli chiedendo
oltre 12mila euro all'anno di Ici (aliquota del 7 per mille), poi tocca al Fisco nazionale. Se il proprietario
dell'immobile è un contribuente Irpef, il conto può arrivare a 15.050 euro all'anno, se invece si tratta di
un'impresa la richiesta si sdoppia: 9.625 euro di Ires e 1.365 euro di Irap. Del canone, alla fine rimane poco:
le imposte assorbono il 67,3% se il proprietario è in campo Ires, e toccano il livello ancora più stellare del
78,9% se si tratta di un contribuente Irpef. I pochi strumenti per alleggerire il conto offrono un sollievo molto
parziale, e limitato a pochi casi: dall'imponibile Ires e Irap si possono dedurre infatti i costi di manutenzione
dell'immobile, ma entro il tetto del 15% del canone. Tradotto in pratica, lo sconto massimo sull'imposta arriva
al 4,7%, e non può essere replicato ogni anno.
I calcoli si fanno più articolati quando l'immobile è un'abitazione: una novità significativa, soprattutto quando il
proprietario ha un'aliquota Irpef medio-alta, è data dalla cedolare secca, che abbassa il conto (con le altre
imposte la redditività netta si aggira sul 73% ma non sempre è applicabile). Con la tassazione ordinaria il
reddito scende al 56,3% se l'aliquota Irpef marginale è quella massima.
Le ipotesi di ulteriori aggravi, quindi, dovrebbero essere valutate con estrema cautela. E il già avvenuto
aumento dell'Iva su case di lusso e immobili non abitativi sta avendo effetti depressivi sul mercato. «Con una
redditività così risicata - dice Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia - diventa difficile immaginare
che il mattone continui a rappresentare una scelta appetibile per gli investitori. Se alla pressione fiscale
aggiungiamo il calo degli affitti, c'è da aspettarsi pesanti disinvestimenti, con effetti a catena assai pericolosi
per il mercato». Anche per Gabriele Bruyère, neo presidente dell'Uppi (piccoli proprietari) «il primo immediato
contraccolpo della manovra, come è stata paventata, è stata una flessione del valore commerciale degli
immobili».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il conto IMMOBILE STRUMENTALE (Capannone da 1.000 metri quadrati)
Ici Irpef (**) Tarsu Registro e bollo Totale Pressione fiscale% Abitazione principale 0 0 262 0 262 38,3 Tenuto
a disposizione 503 Fino a 392 262 0 1.157 169,2 Affittato con cedolare (*) 460 2.520 0 0 2.980 24,8 Affittato
progressiva (*) 460 Fino a 4.386 0 135 4.981 41,5 Affittato da società immobiliare 460 3.768 0 135 4.363 36,4
ABITAZIONE (Trilocale da100 metri quadrati) IL GETTITO DEL FISCO SUL MATTONE 1,69 Regno Unito
0,18 Germania 0,54 0,31 Italia 0,66 Spagna 1,57 In percentuale Francia sul Pil Stima relativa al 2008, anno di
abrogazione dell'Ici sulla prima casa Ici Tarsu Irpef Irap Registro Totale Pressione fiscale Occupato 12.174
24/11/2011 15Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 8
2.170 0 0 0 14.344 41,2 Affittato da contribuente Irpef (*) 12.174 0 Fino a 15.050 (**) 0 400 27.624 78,9
Affittato da contribuente Ires (*) 12.174 0 9.625 1365 400 23.564 67,3 Irpef 8.179 Iva 8.171 Registro 4.732
Ipo catastali 3.448 Accisa energia elettrica 1.401 Ires 547 Altre erariali 704 Ici 9.471 Tarsu (o Tia) 4.200
Addizionale locale energia elettrica 1.579 Altre locali 172 INUMERI EUROPEI DELLE IMPOSTE SULLA
CASA Fonte: Elaborazione del Sole 24 Ore su dati agenzia del Territorio e Istat Fonte: Elaborazione Banca
d'Italia su dati Ocse Quanto pesa il Fisco sulla rendita catastale degli immobili non locali e sul reddito di quelli
affittati Nota: (*) Canone annuo di 12mila euro; (**) Con aliquota marginale del 43%; Ires e Irap nel caso di
società Nota: (*) Canone 35mila euro all'anno; (**) Con aliquota marginale del 43% La mappa delle tasse
centrali e locali sugli immobili. Importi in milioni Totale: 42.604
LA PAROLA CHIAVE Rendita catastale
La rendita catastale è il risultato di un meccanismo che parte dalle tariffe d'estimo e dovrebbe indicare la
redditività di un immobile. Il primo passo è l'individuazione della categoria catastale in cui inquadrare
l'immobile, poi la classe (all'interno della categoria) e, infine, la consistenza, cioè il numero di vani, che non
corrisponde esattamente alle "stanze" comunemente intese (per esempio un bagno conta per 1/3).
A questo punto si individua la tariffa d'estimo corrispondente, in quel Comune, alle relative categoria e
classe, e la si moltiplica per la consistenza ottenendo così
la rendita catastale
Il conto
Quanto pesa il Fisco sulla rendita catastale degli immobili non locali e sul reddito di quelli affittati
La mappa delle tasse centrali e locali sugli immobili. Importi in milioni Totale: 42.604
ABITAZIONE (Trilocale da 100 metri quadrati)
- Nota: (*) Canone annuo di 12mila euro; (**) Con aliquota marginale del 43%; Ires e Irap nel caso di società
IMMOBILE STRUMENTALE (Capannone da 1.000 metri quadrati)
- Nota: (*) Canone 35mila euro all'anno; (**) Con aliquota marginale del 43%
IL GETTITO DEL FISCO SUL MATTONE
- Fonte: Elaborazione del Sole 24 Ore su dati agenzia del Territorio e Istat
I NUMERI EUROPEI DELLE IMPOSTE SULLA CASA
24/11/2011 15Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 9
Corte costituzionale. Bocciata la norma lombarda che autorizza la demolizione con costruzione di edifici diforma diversa Ricostruire ma rispettando la sagoma LE COMPETENZE Spetta allo Stato definire la linea di distinzione tra nuove costruzioni e ristrutturazione, perevitare ricadute sul paesaggio Saverio Fossati
Comune-Regione uno a zero sui limiti di sagoma. Con la sentenza 309, depositata ieri, la Corte
costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 27, comma 1, lettera d), ultimo periodo,
della legge della Regione Lombardia 12/2005, nella parte in cui esclude l'applicabilità del limite della sagoma
alle ristrutturazioni edilizie mediante demolizione e ricostruzione; ma anche dell'articolo 103 della stessa
legge, nella parte in cui disapplica l'articolo 3 del Dpr 380/2001 (Tu edilizia) e dell'articolo 22 della legge della
Regione Lombardia 7/2010. In pratica, tutto il complesso normativo che aveva derogato pesantemente alla
normativa nazionale, consentendo (tra le polemiche) di abbattere e ricostruire senza rispettare i limiti di
sagoma. Un capannone alto cinque metri e ampio mille, quindi, potrebbe diventare, per assurdo, una torre di
sette piani con base di 200 metri quadrati.
La questione è stata sollevata dal Comune di Besozzo, che, rilevato il contrasto con le norme di attuazione
del Prg, aveva annullato una Dia presentata da un cittadino che, applicando alla lettera la norma regionale,
voleva abbattere e ricostruire rispettando la volumetria preesistente ma non la sagoma. Il cittadino aveva
impugnato la decisione comunale al Tar Lombardia, che aveva sollevato la questione di legittimità
costituzionale con l'ordinanza del 7 settembre 2010, rilevando che «l'edilizia, anche se non menzionata
esplicitamente nell'art. 117 Cost., rientra, in base a consolidata giurisprudenza costituzionale, nell'ambito
della materia del "governo del territorio", di competenza concorrente», in sostanziale accordo con le
osservazioni del Comune.
Per la Corte «sul territorio (...) vengono a trovarsi di fronte - tra gli altri - due tipi di interessi pubblici diversi:
quello alla conservazione del paesaggio, affidato allo Stato, e quello alla fruizione del territorio, affidato anche
alle Regioni (...). (...) rientra nella competenza legislativa statale stabilire la linea di distinzione tra le ipotesi di
nuova costruzione e quelle degli altri interventi edilizi. Se il legislatore regionale potesse definire a propria
discrezione tale linea, la conseguente difformità normativa che si avrebbe tra le varie Regioni produrrebbe
rilevanti ricadute sul paesaggio della Nazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24/11/2011 39Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 10
In Consiglio bilancio e Piano regolatore Riunione straordinaria per il Consiglio comunale questa sera, alle 21. All'ordine del giorno la variazioni di
bilancio e la variante di revisione al Piano regolatore generale della Comunità montana. Il Consiglio sarà
chiamata anche a deliberare sulla modifica statutaria dell'Atl di Biella, con un adeguamento dello statuto in
conformità alle disposizioni della legge regionale.
24/11/2011 73Pag. La Stampa - Biella(diffusione:309253, tiratura:418328)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 11
GLI INTERVENTI Novità in attesa del decreto allo studio del governo: ma lo sconto sull'imposta andràrestituito a giugno Acconto Irpef più leggero slittano 3 miliardi di tasse A novembre riduzione per 7,2 milioni di contribuenti L. Ci. ROMA K Poco più di tre miliardi di euro di tasse che i contribuenti italiani verseranno non alla fine di questo
mese ma con la dichiarazione dei redditi di maggio-giugno. Lo slittamento, che potrà risultare gradito anche in
vista delle festività natalizie, è stato formalizzato ieri con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
che attua quanto previsto dalla manovra 2010 e dalla più recente Legge di stabilità. Dunque la misura
dell'acconto Irpef da versare a novembre scende di 17 punti, dal 99 all'82 per cento. La novità riguarda coloro
che avendo avuto nella dichiarazione un'Irpef a debito superiore a 51,65 euro sono appunto tenuti al
pagamento dell'acconto. Si tratta soprattutto di imprese e lavoratori autonomi, mentre per i lavoratori
dipendenti e i pensionati questa situazione si verifica se l'imposta dovuta per redditi aggiuntivi supera
l'importo delle detrazioni a cui si ha diritto. Secondo una stima della Cgia di Mestre gli interessati sono 7,2
milioni con un beneficio medio di 404 euro. Il ministero dell'Economia precisa che qualora i sostituti di imposta
abbiano già applicato sulla retribuzione o lo stipendio di novembre l'acconto normale, le somme non dovute
dovranno essere restituite a dicembre. La riduzione dell'acconto nasce da esigenze contabili: il governo
aveva bisogno di spostare dal 2011 al 2012 risorse finanziarie non necessarie quest'anno ma importanti il
prossimo ai fini del rispetto deglli obiettivi di deficit. Si è scelta così la strada della riduzione dell'acconto Irpef
che appunto permette di incassare meno ora e di più tra sei mesi. L'operazione vale in tutto 3,05 miliardi.
IMMOBILI
Prelievo sulla prima casa e ritocco delle rendite La casa sarà al centro dei prossimi provvedimenti fiscali
del governo. È ormai considerato acquisito un ripristino dell'Ici sull'abitazione principale che era stata
cancellata dal governo Berlusconi nel 2008. Secondo la quantificazione dello stesso ministero dell'Economia
la semplice riproposizione del prelievo vale 3,5 miliardi. Si studia sia la forma con cui introdurlo nel quadro del
federalismo (l'imposta municipale oppure la nuova imposta sui servizi) sia la progressività. Questa potrebbe
essere legata alla consistenza del patrimonio immobiliare complessivo o anche ai redditi dei contribuenti,
attraverso meccanismi di detrazione o di esenzione. In arrivo anche la rivalutazione delle rendite catastali.
EVASIONE
Giù la soglia del contante patrimoni in dichiarazione Due le mosse che il governo ha già allo studio per
intensificare la lotta all'evasione fiscale. Da una parte c'è l'abbassamento della soglia sotto la quale è vietato il
trasferimento di contanti: dagli attuali 2.500 euro si scenderebbe a un valore molto più basso, tra i 300 e i
500. Secondo il direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera questo provvedimento dovrebbe essere
accompagnato da una riduzione delle commissioni sulle carte di pagamento: cosa però difficile a giudizio
dell'Abi. La seconda novità riguarda l'inserimento nella dichiarazione dei redditi di elementi patrimoniali da
confrontare indirettamente con i redditi indicati.
Per l'aliquota ordinaria aumento di 1-2 punti Il ritocco dell'imposta sul valore aggiunto è un provvedimento
che nell'immediato assicurerebbe al fisco risorse certe e ben definite. Il passaggio dell'aliquota ordinaria dal
20 al 21 per cento deciso nel settembre scorso valeva 4,3 miliardi di euro l'anno. Ora si sta valutando un
ulteriore incremento di 1-2 punti; in alternativa potrebbe essere rivista anche l'aliquota intermedia del 10 per
cento. Questi soldi però - come già previsto dalla manovra estiva del precedente governo potrebbero essere
necessari per coprire i 20 miliardi che dovevano essere assicurati dalla riforma fiscale assistenziale o - in
alternativa - dal taglio orizzontale delle agevolazioni fiscali.
LIBERALIZZAZIONI
Novità per professioni trasporti ed enti locali Il piano di liberalizzazioni è uno degli elementi forti del
programma. In parlamento Mario Monti ha parlato apertamente di interventi sulle professioni e su questo
24/11/2011 9Pag. Il Messaggero - Ed. nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 12
punto la legge di stabilità prevede che entro 8 mesi il governo propronga un riordino complessivo. Per quanto
riguarda gli ordini professionali si punta a ridisegnarne le competenze e a ridurre i regimi di esclusiva allo
stretto indispensabile. Altro snodo nevralgico è quello dei servizi pubblici locali per i quali potrebbe essere
introdotto l'obbligo di gara per le assegnazioni. I taxi sono già sul piede di guerra. Nei trasporti possibile
l'arrivo di un'Autorità di settore, certi interventi sulle ferrovie. Di nuovo farmacie sotto i riflettori.
24/11/2011 9Pag. Il Messaggero - Ed. nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 13
LA MANOVRA Avanzano patrimoniale e Ici progressiva Ticket, il governo promette piùequità ROMA K Sarà il fisco a fare la parte del leone nel decreto che il governo Monti approverà nella prima metà di
dicembre. Un decreto che avrà innanzitutto l'obiettivo di mettere in sicurezza i conti, entro paramenti da
definire domani in occasione della visita a Roma del commissario Olli Rehn. Da parte italiana c'è la volontà di
mantenere l'obiettivo del pareggio; gli eventuali scostamenti rispetto al maggior sforzo richiesto dal
deterioramento dell'economia non potranno in ogni caso configurare un trattamento di favore per un Paese
altamente indebitato come il nostro. Dall'esito finale della verifica dei conti dipenderà anche la possibilità di
inserire già nel primo provvedimento anche misure in favore dell'economia, a partire da una prima riduzione
del carico fiscale sul lavoro. Intanto però si studia la forma dell'intervento fiscale che sarà incentrato sulla
casa e probabilmente anche su altri tipi di patrimoni. Per quanto riguarda l'Ici si tratta di trovare una modalità
per rendere il prelievo progressivo, in modo da tutelare i contribuenti più deboli. Questo obiettivo potrebbe
essere raggiunto con un criterio legato al reddito (tramite esenzione per quelli più bassi o detrazioni per
categorie di contribuenti) oppure, in modo più ortodosso, legando l'eventuale sconto alla consistenza del
patrimonio immobiliare complessivo. L'operazione verrà poi allargata con una rivalutazione delle rendite
catastali. Anche l'idea di una patrimoniale leggera e strutturale sta faticosamente guadagnando consensi.
Intanto sul fronte sanitario il neoministro Balduzzi ha promesso una rivisitazione dei ticket, insieme con le
Regioni, per garantire più equità.
24/11/2011 9Pag. Il Messaggero - Ed. nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 14
ALIENAZIONI INDICATO UN VALORE CATASTALE DI 3,9 MILIONI, MA LA SOCIETÀ HA UNACONCESSIONE CHE SCADRÀ TRA OTTO ANNI La Regione mette in vendita il capannone frigo dell'Unipeg DALLA discoteca a Marina di Ravenna alla villa cinquecentesca in provincia di Bologna. La Giunta Errani ha
approvato il 7 novembre il Piano di alienazioni della Regione in vista del prossimo anno: nell'elenco, dove
figurano immobili, terreni, fabbricati dismessi e anche palazzi storici, per un valore catastale complessivo che
sfiora i 21,5 milioni di euro, c'è anche un capannone reggiano, in via fratelli Manfredi, proprio vicino alla
ferrovia. Un fabbricato industriale, utilizzato dalla Unipeg, messo in vendita per un valore catastale di quasi
3,9 milioni di euro. UNA CIFRA ingente, ma che potrebbe essere difficile da ottenere. Il capannone è infatti
interessato da una concessione all'Unipeg che scadrà tra otto anni. La struttura è utilizzata per lo stoccaggio
di carni surgelate. Ovviamente proprio l'Unipeg sarà la prima a essere interessata dalla Regione da una
proposta di acquisto. MA FONTI aziendali segnalano che l'acquisto è una possibilità davvero remota. Da
pochi giorni Unipeg ha affrontato un investimento importante per l'acquisizione del 100% della Castelcarni di
Modena. L'acquisto del capannone di via fratelli Manfredi - in questo momento di crisi edilizia e nella
particolare posizione vicina a un depuratore e alla ferrovia - è considerata una spesa troppo ingente in questo
periodo di crisi. Il gruppo punta piuttosto a una futura diversificazione delle proprie attività. Nel caso di un
investimento di quasi quattro milioni di euro potrebbe quindi valutare altre opzioni, piuttosto che mantenere
l'attività in un'area giudicata sfavorevole sotto il profilo della viabilità e della visibilità. Image:
20111124/foto/8403.jpg
24/11/2011 5Pag. QN - Il Resto del Carlino - Reggio emilia(diffusione:165207, tiratura:206221)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 15
La prima potrebbe far piangere i poveri. La seconda invece deve essere legata all'Isee Patrimoniale controproducente L' Ici va manovrata bene Nell'assai confuso dibattito sulle misure da inserire nel quarto decreto anticrisi del 2001, spicca la questione
della tassazione riconducibile alla ricchezza. In particolare vengono in rilievo la reintroduzione dell'Ici sulla
prima casa e l'introduzione ex-novo di un'imposta sui patrimoni complessivi elevati. La reintroduzione dell'Ici
ha alcuni vantaggi, quali: la riassegnazione ai comuni di un cespite di entrata importante, decisivo per il buon
funzionamento del federalismo fiscale locale; il riferimento ad un imponibile che si collega, anche se
imperfettamente, ai servizi forniti dai comuni; l'uniformazione ai criteri di tassazione vigenti in quasi tutti i
paesi. Vi sono tuttavia anche pesanti svantaggi: il ritorno di un'imposta che, in termini di entrata, è stata
sostituita da prelievi largamente gravanti sugli stessi contribuenti che la pagavano, quali la tassa sui rifiuti
solidi e l'Irpef comunale; la forte sperequazione della base Ici rispetto ai valori effettivi degli immobili, che
crescerebbe nel caso di aumento delle rendite catastali; la messa in difficoltà, a causa del rinnovamento di un
gravame fiscale, di larghe fette di popolazione proprietarie della prima casa ma in possesso di redditi
complessivi declinanti a motivo della crisi in atto.La patrimoniale ha invece pochissimi vantaggi: soddisfa
l'ideologia di chi afferma che tramite di essa i ricchi piangerebbero; consentirebbe di ridurre altre imposte più
direttamente legate ai redditi correnti; ma niente altro. Per contro i veri ricchi, quelli il cui patrimonio (con
relative società finanziarie) è baricentrato all'estero, non pagherebbero nulla; si toccherebbero pesantemente
i depositi e i titoli pubblici degli italiani, operazione in questa fase pericolosissima; si esenterebbero i detentori
esteri di asset italiani, con incentivo alle esterovestizioni, e comunque con incoraggiamento della detenzione
di titoli pubblici italiani da parte di soggetti esteri, consegnando l'Italia al ricatto permanente; vi sarebbe
sovrapposizione con la reintroduzione dell'Ici, per fasce di possessori di patrimonio non grande; consumi ed
investimenti sarebbero depressi; e molto altro ancora.C'è una via d'uscita, che permette di massimizzare i
vantaggi e di ridurre al minimo gli svantaggi della reintroduzione dell'Ici, tacitando anche chi vuole mettere in
rilievo il patrimonio: la riconsiderazione dell'Ici (o Imu che sia), ma con agevolazioni legate all'Isee, ovvero
all'indicatore della situazione economica complessiva dei residenti nella prima casa, nel quale il patrimonio
complessivo, al netto della prima casa medesima, gioca un ruolo decisivo. Tale indicatore, oggi gestito
dall'Inps, è già largamente sperimentato, ed è operativo per molti servizi pubblici, molti dei quali erogati a
livello comunale: non si vede dunque perché non debba essere usato per le agevolazioni Ici, che riguardano i
Comuni. È evidente inoltre che le obiezioni alla nuova Ici sarebbero ridotte al minimo, con possibilità di
evoluzioni positive, quali: la modulazione dell'aliquota in funzione dei servizi effettivi; una revisione mirata
delle rendite catastali; l'uso del prelievo per la gestione del territorio urbano.
24/11/2011 11Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 16
Attilio Befera, numero uno dell' Agenzia delle entrate : abbiamo una banca dati completa Ici e patrimoniale, Fisco pronto Dopo la scelta politica strumenti tecnici già predisposti Su Ici, revisione rendite e monitoraggio delle ricchezze possedute, l'Agenzia delle entrate è già pronta. Il
braccio operativo del ministero dell'economia attende solo che il legislatore vari le misure, per il passaggio dal
dire al fare gli strumenti sono già oliati. «Non ci sono problemi tecnici per la revisione degli estimi.
Assolutamente non è un problema mettere immediatamente Ici e patrimoniale», sostiene Attilio Befera
numero uno dell'Agenzia delle entrate interpellato in una intervista televisiva ieri. Sulla patrimoniale, o come
ha definito il capo del governo e presidente dell'economia Mario Monti, sul monitoraggio delle ricchezze
possedute, Befera precisa che: «Abbiamo una banca dati completa anche con l'analisi dei movimenti
finanziari e siamo in grado di accertare ingressi e uscite sui conti corrente». Infine sull'abbassamento della
soglia del contante al limite di 300 euro Befera osserva che «bisogna ragionare un attimo, anche se è vero
che abbiamo un uso del contante eccessivo. Da questo punto di vista è corretto che si usi più carte di credito
e bancomat», ha aggiunto. Per Befera dunque: «Al di là di determinare esattamente l'asticella, è corretto che
si usi di più la moneta elettronica. Inoltre si riducono i costi per il sistema Italia perché l'uso del contante non è
gratuito. Ha un costo pazzesco, pensiamo alla sicurezza: deposito valori, rapine, assicurazioni bisogna
sicuramente intervenire sulle commissioni alle banche».In via Cristoforo Colombo, (sede centrale dell'
Agenzia delle entrate) infatti c'è la super banca dati l'Anagrafe tributaria il cui cuore pulsante è una zona ad
accesso riservato: l'anagrafe dei rapporti. Dentro le banche dati affluiscono ormai con continuità quasi
giornaliera le informazioni degli intermediari finanziari, dei professionisti e dei contribuenti. In più la messa a
punto di redditometro e spesometro e ultimo in ordine d'arrivo, le comunicazioni dei beni concessi in
godimento ai soci hanno consentito di arricchire i dati in possesso del fisco in crescita costante. Si tratta di
veri e propri «grimaldelli» (si veda ItaliaOggi del 18/11/2011) attraverso i quali i funzionari del fisco possono
ricostruire, in maniera estremamente precisa, l'ammontare del patrimonio dei contribuenti italiani e la sua
composizione. Sulla base della mappatura che ne può derivare è ovvio che una nuova imposta di natura
patrimoniale. Il censimento dei patrimoni è ovviamente solo uno dei riflessi delle comunicazioni telematiche di
dati e informazioni che scaturiscono dal nuovo redditometro, dallo spesometro e dalle comunicazioni sui beni
concessi in godimento dalle società ai propri soci o familiari. L'obiettivo primario, esplicitato a chiare lettere in
ognuno dei provvedimenti istitutivi di tali obblighi comunicativi, è ovviamente quello della ricostruzione
induttiva del reddito dei contribuenti e l'inserimento degli stessi in apposite liste del rischio di evasione.E
proprio di evasione ha parlato Befera ricordando che: «Dalla lotta all'evasione abbiamo recuperato 10 mld lo
scorso anno e 11 mld sono di recupero quest'anno. In tre anni abbiamo recuperato 35 mld. Il problema è non
mollare mai e arricchire le banche dati, è chiaro che questo ci crea dei nemici. Ma questo fa parte delle regole
del gioco, noi applichiamo la legge e difendiamo i contribuenti onesti».
24/11/2011 27Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 17
Letture di diritto Autore - Aa.vvTitolo - Class action: il nuovo volto della tutela collettiva in ItaliaCasa editrice - Giuffrè editore,
Milano, 2011, pagg. 330Prezzo - Euro 39Argomento - La normativa sull'azione di classe, la class action
all'Italiana, introdotta nella sua versione definitiva con l'art. 49 della legge 23 luglio 2009 n. 99, trova
espressione oggi nel novellato art. 140-bis del Codice del consumo. La norma, come noto, è stata a lungo
procrastinata, apertamente boicottata nel suo inserimento, eppure alla fine ha fatto il suo ingresso nel nostro
ordinamento. Con quali effetti nell'effettiva tutela dei consumatori e con quali rischi reali per le imprese che se
ne dovessero vedere accolta, e accolta, una contro? A questi quesiti dà un'ampia quanto interessantissima
risposta il volume edito da Giuffrè che riporta integralmente gli atti di un convegno in materia svoltosi
nell'ottobre del 2010 a Courmayeur.Nel testo, articolato in tre sezioni, sono riportate disamine sulla natura
della tutela introdotta, la sua struttura ed articolazione processuale. Ma non solo: sono approfonditi i legami
che questa disciplina è presenta con il diritto antitrust e l'ampia disciplina delle pratiche commerciali scorrette.
Uno dei punti centrali è proprio quello del risarcimento del danno conseguente all'approvazione di un'azione
di classe. La materia, trapiantata nel nostro ordinamento ma idealmente creata per operare su un sistema
giuridico profondamente diverso qual è quello di common law anglosassone, presenta interessanti relazioni
anche in merito al problema della responsabilità del produttore e, anche qui straordinariamente d'attualità,
con riferimento alle operazioni finanziarie e di sollecitazione del pubblico risparmio. Un testo vivo, attuale,
completo, in tutta la sua problematicità ed attualità.Autori - Michele Pizzullo, Alfredo Passeri, Salvatore
Cataldo, Alessandro CusanoTitolo - L'agente immobiliare. Guida per l'esame e la professioneCasa editrice -
Maggioli editore, Rimini, 2011, pagg. 790Prezzo - Euro 68Argomento - Diritto civile, diritto amministrativo in
materia urbanistica ed edilizia, legislazione generale e speciale sulla figura del mediatore, estimo e
valutazione, finanzia aziendale relativa al settore immobiliare e regime tributario legato agli immobili. Sono
queste le materie che il candidato a passare l'esame per l'esercizio della professione di agente immobiliare
deve studiare e che il testo edito da Maggioli editore raccoglie a tal fine. Testo che non si limita a quanti
preparano l'esame ma che si presta anche come strumento di consultazione ed aggiornamento quotidiano
per chi già esercita stabilmente l'attività. L'opera si caratterizza, infatti, da un'approfondita analisi della materie
citate e dell'impostazione operativa a sua volta accentuata dalla presenza di un cd-rom che raccoglie una
serie di appendici dedicate a completamento di argomenti specifici, alcuni questionari su tematiche finanziarie
e tributarie, e una copiosa normativa di riferimento. Autori - Giovanni PisacaneTitolo - Manuale pratico di
diritto privato e commerciale cinese Casa editrice - Nuova giuridica, Macerata, 2011, pagg. 295Prezzo - Euro
34Argomento - L'ingresso della Repubblica Popolare Cinese nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (il
World Trade Organization) ha necessariamente comportato l'emanazione di una serie di riforme nel sistema
giuridico cinese finalizzate da un lato a garantire la sicurezza e la stabilità del commercio e dall'altro a dare
modernità al sistema stesso. Giovanni Pisacane, avvocato specializzato in diritto internazionale e diritto
privato e commerciale cinese, forte anche delle molteplici esperienze lavorative maturate in Cina ha
predisposto un manuale operativo e aggiornato che tutti i professionisti e gli imprenditori che intrattengono
rapporti commerciali con la repubblica popolare cinese troveranno assai utile. L'opera consente, infatti, di
conoscere nel dettaglio parte della normativa che regola il sistema giuridico locale e si compone di due parti:
la prima è un approfondimento del diritto civile cinese e dei suoi istituti basilari; la seconda è, invece, dedicata
al diritto commerciale, con illustrazione in dettaglio del funzionamento pratico delle principali leggi a riguardo.
L'autore ha, inoltre, previsto un'utile appendice che raccoglie alcuni esempi commentati dei principali contratti
commerciali.Autori - Tullio Zanin, Jgor Merighi e Luana IovineTitolo - Ravvedimento operosoCasa editrice -
Seac, Trento, 2011, pagg. 405Prezzo - Euro 29Argomento - Attraverso il ravvedimento operoso il
contribuente ha la possibilità di sanare, entro termini espressamente previsti, errori ed omissioni beneficiando
24/11/2011 42Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 18
di una sostanziosa riduzione delle sanzioni amministrative. L'istituto è stato recentemente oggetto di diversi
interventi normativi il più importante dei quali è rappresentato dalla legge 220/2010 che ha rimodulato le
sanzioni per le violazioni commesse dopo il 1° febbraio 2011. Novità assoluta è, invece, l'introduzione del
cosiddetto ravvedimento «sprint» previsto dalla «manovra correttiva» (dl n. 98/2011) e che permette al
contribuente di sanare gli omessi o insufficienti versamenti entro 14 giorni dalla violazione giovando di una
sanzione ulteriormente ridotta e che varia a seconda dei giorni di ritardo. Il testo edito da Seac offre un'analisi
dettagliata dell'istituto e del suo funzionamento dando particolare attenzione alle novità intervenute attraverso
esempi di calcolo e versamento dei tributi. In tal modo gli autori permettono al lettore di analizzare
concretamente le modalità di correzione agevolata degli errori commessi alla luce anche dei chiarimenti forniti
dall'Agenzia delle entrate nei propri documenti di prassi. A chiusura del testo vi è una sezione dedicata al
confronto con altri strumenti deflativi del contenzioso.
24/11/2011 42Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 19
Intervista a Vincenzo Visco «Patrimoniale? Sì ma sugli immobili È la scelta più equa» L'ex ministro: «Giusta l' Ici con correttivi per le fasce più deboli. Solo così si evita la vera stangata: il tagliolineare delle detrazioni fiscali e dell'assistenza» BIANCA DI GIOVANNI Èdavvero stravagante che ci sia un sindacato che dice di no all'Ici invocando una patrimoniale (com'è
appunto l'Ici) e un altro che chiede l'Iva, che è quanto di meno progressivo esista. Robe mai viste». Secondo
Vincenzo Visco nel dibattito fiscale italiano regna la confusione più assoluta: si va avanti per slogan (il più
amato è proprio quello sulla patrimoniale) senza conoscere né la struttura delle tasse proposte, né i loro
effetti economici. Solo una cosa è sicura: dovremo pagare tutti. Alla manovra non si sfugge. «Perché ci siamo
impegnati al pareggio e tirarsi indietro in una fase come questa sarebbe da irresponsabili, ci porterebbe al
disastro». L'ex ministro è certo che l'Italia può e deve farcela, ma non può salvarsi da sola. Senza una politica
europea comune sarà difficile uscire da questo «panico collettivo che sta contagiando tutti i mercati, anche
quello americano - osserva - Si sta rischiando il collasso, proprio come nella Grande depressione del '29.
Servono al più presto soluzioni concordate e condivise a livello globale». Ma torniamo al fisco. Lei ha
dichiarato che la patrimoniale non serve? «Assolutamente no, non ho detto questo. Per prima cosa voglio
spiegare di cosa si parla quando si dice patrimoniale, perché c'è davvero bisogno di fare chiarezza». Spieghi.
«Per capire bisogna partire dalla definizione di patrimonio, che è costituito essenzialmente da tre cose:
immobili (edifici e terreni), partecipazioni azionarie e imprese, e infine titoli finanziari. Una patrimoniale può
essere più o meno ampia a seconde delle parti di patrimonio che colpisce. La più diffusa è quella sugli
immobili, come la property tax negli Usa o l'Ici in Italia. In tutti i paesi questa tassa serve a finanziare gli enti
locali, grava su ciascun immobile, può prevedere delle esenzioni o altre forme di articolazione». E le altre
patrimoniali? «Un altro tipo è quello che colpisce tutto il patrimonio: immobili, imprese e capitale finanziario:
questa è personale e progressiva. Di questo tipo è l'imposta sulle grandi fortune della Francia, che scatta
oltre la soglia degli 800mila euro. La differenza tra questa e la precedente sta nel gettito. Quella sulle grandi
fortune produrrebbe poco più di un miliardo. Da quella ordinaria sugli immobili si possono ricavare parecchie
entrate, in Italia se venisse calcolata sui valori di mercato potrebbe dare anche un punto di Pil (circa 15
miliardi)». Ma per le famiglie sarebbe una stangata. «Perché, se invece non si fa e si lascia la delega di
Tremonti non arriva la stangata? Qui bisogna decidersi: i soldi servono o non servono? Se servono, meglio
prenderli da un'imposta sugli immobili che con il taglio lineare delle detrazioni fiscali e dell'assistenza. La
gente ora protesta contro l'Ici, solo perché non ha ancora visto le tasse che ha messo Tremonti. E io spero
che non le veda mai». Ma un'imposta sulla casa rischia di colpire anche famiglie povere. «Ragioniamo: una
patrimoniale la paga chi ha un patrimonio, quindi tendenzialmente i più ricchi. I poveri hanno case che
valgono meno, dunque pagheranno meno se il prelievo è commisurato ai valori di mercato. Si può prevedere
un'esenzione parziale sulla prima casa differ e n z i a t a p e r C o m u n e , f i n o a l 30-40% del valore medio
degli immobili di quella città. Infine, fattore per nulla secondario nel nostro Paese, un'imposta sul patrimonio la
pagano più i vecchi che i giovani, i quali difficilmente detengono patrimoni». Lei dunque è favorevole all'Ici
con correttivi? «Certo: un'imposta ordinaria proporzionale come l'Ici risulta progressiva rispetto al reddito,
incide più sui ricchi che sui poveri. Io personalmente sono favorevole all'Ici: la patrimoniale sulle grandi
fortune può essere aggiuntiva, ha più un valore simbolico che un effettivo valore in fatto di gettito. C'è da
aggiungere che se si tocca il capitale finanziario si hanno effetti sulla produzione, cosa che non accade nel
caso degli immobili». C'è anche la proposta Amato di un esproprio una tantum di 2 o 300 miliardi per
abbattere il debito in un solo colpo. «Non mi piace molto perché costringerebbe a indebitarsi». Sarebbe
anche possibile imporre una patrimoniale sulle società e non sulle persone fisiche. «Sarebbe bene non farlo,
perché spinge le imprese a non capitalizzarsi e a non investire». La patrimoniale ha effetti recessivi? «Tutte le
tasse hanno effetti recessivi. Quella sugli immobili ne ha meno di altre. In ogni caso, ripeto, un'Ici con
24/11/2011 3Pag. L Unita - Ed. nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 20
esenzioni sarebbe sicuramente più equa di quello che ha proposto Tremonti nella delega. E sarebbe anche
più progressiva dell'aumento dell'Iva». Le imprese chiedono sia una patrimoniale, anche se una tantum, che
l'Iva, per ottenere meno Irap. «Mi pare chiaro che in questo modo si sposta il prelievo dalle imprese alle
famiglie. Comunque, per me la patrimoniale non dev'essere una tantum ma ordinaria e sugli immobili».
24/11/2011 3Pag. L Unita - Ed. nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 21
Il Btp Anticrisi, una soluzione molto concreta al problema del debito Gianluca Garbi* L'ammontare del debito pubblico e la sua grande liquidità sono un peso per l'Italia, ma potrebbero anche
diventare un'opportunità. È noto che in Italia esista un importante risparmio privato ed è noto che gli italiani,
negli anni 90, avevano in portafoglio oltre due terzi dei titoli di Stato italiani. È noto, ancora, che il mercato di
Bot, Cct e Btp è uno dei mercati più grandi e liquidi al mondo. A fronte di queste riflessioni, un importante
imprenditore italiano, nelle scorse settimane, mi ha chiesto perché non si potesse obbligare gli italiani a
ricomprare titoli di Stato e acquistare un debito che è comunque già in capo ai cittadini. Stesso appello è nato
poi dal signor Melani sulle pagine dei giornali, seguito da molti che ne condividevano le ragioni. Riflettendo
attentamente - e condividendo l'idea con alcuni economisti e addetti ai lavori - sono convinto che questa idea
possa rappresentare un'ottima soluzione, se accompagnata da alcuni accorgimenti tecnici. Bisogna cioè
allentare le pressioni sulle aste e ridurre gli importi offerti. Se, ad esempio, la decisione politica fosse quella di
una patrimoniale, sarebbe utile che la manovra passasse attraverso il mercato dei titoli di Stato. La
patrimoniale potrebbe così concretizzarsi nell'imporre un investimento in titoli di Stato: in maniera simile a
quanto propone MF-Milano Finanza da alcune settimane, si potrebbe chiedere che l'1% delle giacenze
liquide sui conti correnti, rilevate per esempio al 31 agosto scorso, o che l'1% dei valori catastali degli
immobili siano investite in Btp a 30 anni con cedola calmierata al 5%. In questo modo il coupon sarebbe
comunque superiore al tasso d'inflazione, quindi ancora conveniente. In termini assoluti si tratterrebbe di circa
10 miliardi di euro di investimento. Questi Btp Anticrisi sarebbero emessi a un valore pari a 100 dal Tesoro e
negoziabili regolarmente sui mercati. È del tutto evidente che il valore attuale di questi titoli, se venduti il
giorno stesso della sottoscrizione, potrebbe essere intorno ai 40/50 centesimi rispetto a un prezzo di
emissione di 100. La differenza tra valore nominale e valore di mercato sarebbe un contributo alla soluzione
della crisi. Ma solo se l'investitore decidesse di vendere oggi questo Btp Anticrisi, monetizzerebbe subito la
perdita (ovvero il contributo). Se invece lo tenesse sino a scadenza, di fatto non ne pagherebbe alcuno e,
essendo la cedola del 5% superiore all'inflazione, avrebbe salvaguardato l'investimento alla scadenza e il
finanziamento allo Stato, a tassi agevolati, gli verrebbe restituito. Se non dovesse trovarsi una soluzione nel
breve periodo, gli italiani sarebbero comunque costretti a pagare una cifra, probabilmente più elevata rispetto
a quanto comporterebbe l'intervento suggerito attraverso i Btp. Più si ritarda, più il conto sarà salato. Il debito
pubblico pesa su ogni italiano, non è un'obbligazione astratta che possa pesare su altri: tanto vale finanziarlo
direttamente. Anche nel caso in cui si optasse per un nuovo scudo fiscale, si potrebbero usare i Btp «alla
tedesca». Una soluzione che consente a coloro che possiedono capitali all'estero di mantenerli in modo
anonimo sui conti stranieri. La Germania ha fatto un accordo con la Svizzera per consentire tale meccanismo
previo pagamento di un'imposta. Il governo italiano potrebbe attuare lo stesso meccanismo previo
investimento in Btp Anticrisi: coloro che vogliano «scudare alla tedesca» potranno farlo, purché l'intero
risparmio sia investito in Btp Anticrisi a 30 anni al 5%. Stiamo parlando di 80-100 miliardi di flussi d'acquisto.
Un'altra area di impiego dei Btp Anticrisi potrebbe essere quella dei contributi che lo Stato paga a vario titolo.
Realisticamente parlando è chiaro che non siamo in grado di tagliare subito questo contributi, ma potremmo
iniziare a pagarli in Btp Anticrisi. Oggi il valore di questi contributi si aggira intorno ai 30-40 miliardi annui. E
l'elenco delle possibili applicazioni potrebbe includere anche le vincite alle lotterie, e i contributi per la ricerca.
I Btp Anticrisi diventerebbero la nuova moneta con cui lo Stato finanzia parecchie voci della spesa pubblica.
Tutto questo permetterebbe all'Italia di prendere subito fiato. Tale meccanismo non abbatterebbe lo stock del
debito, ma ridurrebbe il deficit e, certamente consentirebbe un calmieramento dei tassi. Il Tesoro potrebbe
ridurre gli importi offerti in asta per titoli a medio-lungo termine, almeno per un po'di tempo, evitando la gogna
del costo di rifinanziamento dei titoli in scadenza nel 2012. Si potrebbero effettuare continue riaperture sino a
quando la situazione non tornerebbe alla normalità. Aumenterebbe la durata del debito pubblico, senza
24/11/2011 13Pag. MF(diffusione:104189, tiratura:173386)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 22
aumentare i tassi. I rendimenti di tutti i titoli di Stato tenderebbero a ridursi. In questo modo coloro che hanno
speculato al ribasso sull'Italia sarebbero disorientati e probabilmente pagherebbero un costo salato per averlo
fatto. Come detto, i Btp Anticrisi, che sono a tutti gli effetti dei normali titoli acquistabili da chiunque, privati e
imprese, permetterebbero di decidere se pagare subito questo contributo attraverso la vendita, quindi la
monetizzazione delle perdite, oppure attendere. Le imprese che non adottano gli Ias potrebbero mantenere i
titoli al valore storico di acquisto e non ci sarebbe alcun impatto contabile negativo sui loro risultati economici,
cosa che qualsiasi tassa invece farebbe. Trattandosi di titoli di Stato, questi ultimi non avrebbero alcun peso
sui capitali di vigilanza delle banche e potrebbero essere rifinanziati con la Bce al valore di mercato. In
conclusione, non si toglierebbe liquidità alle banche, le piccole medie imprese non avrebbero un impatto
immediato sul loro conto economico e il risparmio aumenterebbe. La crisi attuale passa attraverso i titoli di
Stato, facciamo passare da qui anche la soluzione. (riproduzione riservata) *amministratore delegato di
Banca Sistema
24/11/2011 13Pag. MF(diffusione:104189, tiratura:173386)
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CONFEDILIZIA FA IL PUNTO A PALERMO IN UN CONVEGNO Pesa il fisco sulla casa L'allarme su una nuova recessione con le tasse che già pesano per il 60% sul reddito dell'immobile. Leproposte per il rilancio Il ritorno dell'Ici sulla prima casa, la revisione degli estimi catastali, una tassa patrimoniale che veda gli
immobili come elemento essenziale del conteggio dei livelli di patrimonio. Sono alcune della principali idee
del governo nazionale per fronteggiare la crisi. Tutto questo verrà esposto oggi pomeriggio da Confedilizia,
l'associazione dei piccoli proprietari immobiliari che ha fatto, per così dire, i conti in tasca ai propri iscritti, nel
corso di un convegno che si aprirà a Palermo alle 16 a Palazzo dei Normanni. All'incontro parteciperà il
presidente nazionale Corrado Sforza Fogliani. L'allarme della associazione è che si possa aggravare la
medesima crisi creando un effetto fortemente recessivo, «forse anche molto di più di quanto non si possa
immaginare», si legge in una nota della associazione. Confedilizia illustrerà oggi come sul bene casa gravano
già undici imposte che vengono richieste a vari livelli (Stato, Regioni, Comuni) che vanno a incidere fino oltre
il 60% del reddito che un immobile può generare e che incidono consistentemente sul bilancio familiare
quando si tratti di prima casa in misura tale che se ulteriormente aggravate potrebbero perfino avvicinarsi al
costo di un affitto medio-basso. Nel corso dell'incontro di Palermo saranno anche illustrate alcune proposte
per rilanciare il settore: si parte da un contratto costruito dalle parti che modifichi l'attuale legge sulle locazioni
ad uso diverso che risale all'equo canone, fino al passaggio dei consorzi di bonifica alle Regioni. Ma anche
un impegno per il recupero del patrimonio edilizio esistente con l'introduzione, quale principio fondamentale,
dell'obbligo per gli enti locali interessati di differenziare in modo rilevante i contributi commisurati all'incidenza
degli oneri di urbanizzazione. E ancora l'introduzione nell'ordinamento giuridico di una disposizione che
consenta ai Comuni l'affrancamento di un immobile o terreno edificabile dall'Ici (o, eventualmente, dall'Imu, se
anticipata) tramite il pagamento di un numero di annualità dell'imposta che ciascun ente può determinare
(anche relativamente alle modalità) secondo le proprie esigenze e autonome valutazioni. L'introduzione di
una disposizione, sulla sorta di quanto già avvenuto negli Stati Uniti, che tenda a diminuire il peso fiscale
locale col trasferimento a comitati spontanei di cittadini dell'organizzazione di servizi e della manutenzione di
strade e piazze, in cambio di una detassazione relativa all'Ici o ad altri tributi locali. «La fiscalità immobiliare
necessita in Italia di un'azione di equità, anche con riguardoa forme particolari di proprietà», ha spiegato il
presidente nazionale di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani a MF Sicilia, «l'equità fiscale non ammette infatti
discriminazioni fra soggetti incisi (specie sulla base delle forme di proprietà, persone fisiche o società) così
come non ammette (ed è il civile principio stabilito dalla Corte costituzionale tedesca) che il prelievo fiscale
sia, come avverrebbe in Italia, per un gran numero di concrete fattispecie, superiore alla capacità di reddito
dei beni colpiti». «Il confronto, poi, con gli altri Paesi sul livello della fiscalità immobiliare, sia urbana che
rustica», ha concluso, «non può prescindere dalla considerazione che l'immobiliare urbano patisce in Italia
una tassazione patrimoniale che non ha paragoni, mentre altrove è caratterizzata dall'essere ancorata al
reddito». (riproduzione riservata)
Foto: Corrado Sforza Fogliani
24/11/2011 1Pag. MF - Sicilia(diffusione:104189, tiratura:173386)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 24
[ OZI&NEGOZI ] Facile aumentare le tasse, il problema restano le spese Per eliminare Ici o Irap è necessario tagliare i costi della macchina statale. Se non ce la farà il governotecnico, saranno guai per la crescita dell'economia e per l'occupazione. Paolo Savona* Giusto o sbagliato che sia, due tasse sono particolarmente invise agli italiani: l'Ici e l'Irap. Per eliminarle,
occorre diminuire la spesa pubblica. Tutti i governi sono capaci di aumentare le tasse, pochi di diminuire le
spese; se i tecnici non saranno capaci di farlo, nessuno potrà e saranno guai per la crescita e l'occupazione.
Lo Stato già si appropria di quasi la metà del valore aggiunto complessivo del Paese e non è ancora
appagato. C'è sempre una ragione per aumentare le tasse e, quando si presenta la necessità, si tenta di
addolcire la pillola promettendo di tagliare le spese. Se però si osserva il grafico della serie temporale delle
entrare e delle spese pubbliche esse, salvo brevi increspature che seguono le periodiche manovre,
continuano a procedere su una linea di tendenza crescente. Le manovre di bilancio sono la tomba dove
vengono sepolte le buone intenzioni di crescita in nome della stabilità. Il problema di fondo resta quindi il
peso del fisco sui consumi delle famiglie e sull'attività produttiva. Oggi, non vi è atto delle famiglie o delle
imprese che non sia accompagnato da uno specifico balzello fiscale e, non di rado, da un altrettanto oneroso
impiego di tempo. Le indagini Mediobanca sulle imprese italiane, capaci non solo di reggere la concorrenza,
ma anche di guidare il gioco degli scambi internazionali (che l'ottimo Marco Fortis ha censito e l'altrettanto
ottimo Fulvio Coltorti chiama «quarto capitalismo»), indicano che il costo del lavoro è inferiore di circa un
decimo a quello tedesco, più che compensando la minore produttività e consentendo così un margine di
profitto superiore a quello delle imprese tedesche. Questo vantaggio, che tornerebbe utile per ampliare gli
investimenti e mantenere la loro localizzazione in Italia, viene assorbito dall'imposizione fiscale superiore per
circa la metà a quella tedesca. Il primo dovere di un governo è quindi quello di tagliare la spesa pubblica,
cominciando dalla parte onerosa e inefficiente della Pubblica amministrazione e rispettando la fascia ancora
ampia del pubblico impiego seriamente impegnato nel servire gli interessi collettivi. Solo se si procedesse in
tal senso si legittimerebbe la richiesta di sacrifici rivolta in modo indistinto ai lavoratori e ai pensionati.
Certamente è compito arduo, ma il governo dei tecnici deve farlo se vuole giustificare perché il Paese si sia
discostato dai meccanismi classici della democrazia per affidare loro il potere. Le istituzioni europee
dovrebbero dare una mano in tal senso invece di mettere sempre sotto accusa lavoro e pensioni. A causa di
un falso rispetto delle sovranità nazionali, dati i vincoli che impongono all'esercizio delle politiche fiscali,
preferiscono ignorare che il buon funzionamento del mercato unico e una crescita sostenibile presuppongono
un fisco equo e trattamenti tributari sostanzialmente eguali tra i partecipanti all'attività produttiva. È prevalsa
l'idea che la concorrenza fiscale tra Stati avrebbe dato questi frutti, ma si è compiuto un errore di valutazione
grave: le divergenze fiscali sono infatti aumentate anche sotto la spinta delle manovre richieste ai Paesi
membri per ottenere in contropartita un aiuto che, peraltro, non risolve le loro difficoltà di finanza pubblica.
Fisco equo ed eguale sono stati relegati sullo sfondo delle preoccupazioni di politica economica europea,
mentre devono stare al centro dello sviluppo, che resta l'unico vero viatico per raggiungere l'unione politica
che manca per affrontare con efficacia la lotta alla speculazione.
Foto: DA ROMA A BRUXELLES Il presidente del Consiglio Mario Monti e i membri del suo governo durante
una seduta alla Camera. Le istituzioni europee chiedono interventi su lavoro e pensioni, ma non si
preoccupano dell'equità del fisco.
Foto: * professore emerito di politica economica
24/11/2011 33Pag. Panorama Economy - N.49 - 30 novembre 2011(diffusione:66784, tiratura:101707)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 25
DALLA PARTE DEI LETTORI FISCO Casa: un fondo per le giovani coppie POSSONO ACCEDERE AL FINANZIAMENTO ANCHE I GENITORI SINCLE CON FIGLI MINORI, TITOLARIDI UN CONTRATTO DI LAVORO PRECARIO. MlCAELA CHIRUZZI E già operativo il nuovo fondo di garanzia che consente alle giovani coppie con un reddito "precario" di
ottenere più agevolmente un mutuo per l'acquisto della prima casa. Grazie a una convenzione tra Governo e
Associazione bancaria italiana (Abi), possono accedere al finanziamento le giovani coppie coniugate (con o
senza figli) o i genitori single con figli minori, titolari di contratti di lavoro atipici o a tempo determinato. È
previsto che entrambi i genitori debbano avere determinati requisiti: un'età inferiore a 35 anni e un indicatore
della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 35 mila euro. I componenti del nucleo familiare
non devono essere proprietari di immobili a uso abitativo. Il regolamento ministeriale ha precisato che
l'immobile da acquistare deve essere adibito ad abitazione principale e non deve rientrare nelle categorie
catastali degli immobili dì lusso, con una superficie non superiore a 90 metri quadrati. Il mutuo richiedibile non
potrà superare l'ammontare massimo di 200 mila euro, sul quale verranno applicati i tassi e le condizioni
stabilite dai singoli istituti bancari entro i parametri consentiti dall'accordo con l'Abi. Tale accordo prevede,
inoltre, che lo Stato garantisca il 50 per cento della quota capitale del mutuo concesso e le banche non
potranno richiedere garanzie ulteriori oltre l'ipoteca sull'immobile. Coloro che sono in possesso dei requisiti
previsti dalla normativa per accedere ai finanziamenti devono compilare il modello di domanda reperibile sul
sito www.diamoglifuturo.it/fondo-casa e presentarlo presso le filiali delle banche aderenti alla convenzione.
35euro l'indicatore Isee da non superare per averne diritto
24/11/2011 120Pag. Famiglia Cristiana - N.48 - 27 novembre 2011(diffusione:587400, tiratura:685739)
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 26
Profili di rischio variabili per l'architetto Obbligatoria la polizza Rc entro agosto 2012 ma i costi devono variare in base all'attività Assicurati finora soloil 10% degli iscritti all'Albo In aumento i contenziosi Francesco Nariello
Rivedere un sistema che non funziona. L'obbligo di copertura assicurativa per gli iscritti agli ordini
professionali, previsto da manovra di agosto e legge di stabilità, è per gli architetti l'occasione per ridefinire la
propria convezione sulla responsabilità civile: uno strumento che finora è stato poco utilizzato dalla categoria
e che dovrà essere rimodulato sulle esigenze di studi e singoli progettisti. Calibrando massimali, premi e
condizioni in base alle attività effettivamente svolte e ai relativi rischi: dalla progettazione di edifici al design di
interni fino alla direzione lavori nei cantieri.
«Dovremo ripartire da zero - afferma Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti -. Dalla Merloni in poi,
infatti, la copertura fideiussoria è obbligatoria solo per le opere pubbliche, mentre non ci sono vincoli per i
lavori privati». Anche se, a disposizione di chi ha deciso di assicurarsi c'è, a partire dal 2000, una
convenzione siglata tra Inarcassa, la cassa di previdenza professionale, e Unipol, con premi calcolati in base
al fatturato (intorno al 2%) e massimali che, a seconda del "pacchetto" scelto, variano da 1,25 a 2,75 milioni
di euro. Sono pochi, tuttavia, i progettisti che ad oggi si sono dotati volontariamente di una polizza Rc. «I
professionisti assicurati - spiega il numero uno del consiglio nazionale - saranno circa il 10% degli iscritti
all'Albo. Si tratta soprattutto di architetti che si occupano di grandi lavori, sui quali viene richiesta la tutela per i
danni a terzi». Le polizze di questo tipo, finora, si sono rivelate «care e poco efficaci». E le stesse compagnie
di assicurazione le hanno fatte malvolentieri, visto il limitato parco clienti, da una parte, e i rischi piuttosto
elevati, dall'altra. Per non parlare della copertura garantita: «Se si commettono errori, tra clausole e cavilli, è
difficile essere pagati - afferma Freyrie -. La riforma sarà quindi l'occasione per siglare una nuova
convenzione, ottenere un abbassamento dei costi e migliori prestazioni. Il margine per trattare c'è, visto che
saranno almeno 90mila i nuovi assicurati solo tra gli architetti».
L'Ordine, intanto, sta tracciando le coordinate sulle quali costruire la nuova polizza quadro, con l'obiettivo di
mettere a punto un modello ad hoc, valutando le offerte di broker e compagnie di assicurazione, in tempo per
la partenza dell'obbligo (entro agosto 2012, a dodici mesi dall'entrata in vigore del Dl 138/2011). «Intendiamo
confrontarci con l'Ania - dice Freyrie -, ma anche con le altre professioni tecniche coinvolte nelle
progettazioni, dagli ingegneri ai geometri, da geologi ai periti industriali».
Una delle prime questioni sul tavolo riguarda la necessità di differenziare premi e condizioni in base al tipo di
attività svolta dal professionista. «Oggi si fa perno solo sul fatturato, sul quale si calcola il premio, senza fare
grosse differenze - precisa il presidente -. Un architetto, però, può progettare edifici, disegnare arredamenti,
allestire spazi commerciali, fare la direzione lavori in un cantiere: si tratta di attività con profili di rischio molto
diversi. Fatturare l'80% sugli arredamenti non è lo stesso che farlo su progetti di edilizia popolare. Bisogna
quindi graduare i costi in base alla effettiva rischiosità». Mentre, ad oggi, «si fanno distinguo quasi solo nei
casi di coordinamento della sicurezza nei cantieri».
Da chiarire, poi, ci sono i confini della copertura assicurativa, anche per far fronte all'aumento del
contenzioso per gli architetti. «Oggi è tutto molto ambiguo - commenta Freyrie -. In Italia le norme sulla
responsabilità dei progettisti lasciano spazio ad ampie interpretazioni legate alla complessità del processo
edilizio, che coinvolge tanti soggetti diversi. È necessario quindi, specificare le casistiche previste dalle
polizze Rc, per evitare che, in un modo o nell'altro, professionisti e clienti rischino di ritrovarsi senza
copertura. L'errore tecnico, ad esempio, in quali casi è coperto?». Un rischio enorme per gli architetti, che
vengono sempre più spesso chiamati in causa, anche dopo anni dalla progettazione. Nella stesura della
nuova convenzione, infine, il consiglio nazionale punta a trovare soluzioni dedicate ai giovani. «I
neoprofessionisti, infatti, già incontrano tante difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro: non si può far pesare
24/11/2011 15Pag. Il Sole 24 Ore - Casa Plus 24
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 27
su di loro anche l'obbligo di spendere cifre elevate per assicurarsi».
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cosa cambia aIeri La cassa di previdenza professionale, Inarcassa, ha siglato una convenzione con Unipol nel 2000. Il
premio viene calcolato in base al fatturato e sono previste tre diverse opzioni con massimali che variano da
1,25 a 2,75 milioni di euro. aOggi Il consiglio nazionale ha intenzione di avviare un tavolo di confronto con
Ania, coinvolgendo anche le altre professioni tecniche, dagli ingegneri ai geometri, dai geologi e periti
industriali. aDomani Tra le caratteristiche che gli architetti intendono inserire nella nuova convenzione quadro
ci sono: la differenziazione dei premi in base al tipo di attività svolta; una più dettagliata definizione della
copertura assicurativa; condizioni agevolate per i giovani progettisti
24/11/2011 15Pag. Il Sole 24 Ore - Casa Plus 24
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 28
Scia o dichiarazione sostitutiva per le pratiche relative al 36% Nella mia casa di proprietà voglio allargare una stanza, spostando di un metro un muro che non è portante.
Per questo intervento vorrei avvalermi dell'agevolazione del 36 per cento. Si tratta di uno degli interventi per
cui è previsto questo bonus? Devo presentare comunicazioni e/o documenti in Comune, di che tipo?
SUSANNA FORTUNATO (MILANO)
Gli interventi ammessi alla detrazione fiscale del 36% sono quelli di manutenzione straordinaria, restauro e
recupero conservativo e ristrutturazione edilizia nelle singole unità immobiliari abitative (mentre le opere di
manutenzione ordinaria sono agevolate solo se avvengono sulle parti comuni di edifici condominiali).
In questa categoria rientrano quindi anche i lavori per lo spostamento di un muro interno. L'eventuale
presentazione della segnalazione certificata d'inizio attività (Scia) dipende dalla legislazione edilizia vigente
dove è situato l'immobile. Il consiglio è dunque quello di rivolgersi all'ufficio tecnico del Comune. Se non è
richiesta alcuna domanda, la data di inizio dei lavori deve essere indicata in una dichiarazione sostitutiva
dell'atto di notorietà, sottoscritta dal contribuente che intende usufruire delle agevolazioni, dove andranno
indicati anche la descrizione dell'intervento, gli estremi catastali dell'immobile eccetera. Poiché non è più
obbligatorio inviare la comunicazione preventiva al Centro operativo di Pescara, i documenti citati sono da
conservare insieme agli altri relativi all'iter - fatture e ricevute fiscali delle spese sostenute, bonifici, eventuali
ricevute Ici, dichiarazione dell'impresa eccetera - e da esibire in caso di controlli da parte dell'amministrazione
finanziaria.
Dario Aquaro
Per il «bonus» non serve
l'esistenza dei millesimi
In una palazzina di quattro appartamenti, senza tabelle millesimali e senza condominio, si vogliono fare dei
lavori di ristrutturazione straordinaria su parti comuni. Ogni proprietario vuole usufruire della detrazione del 36
per cento. È possibile oppure è necessaria la costituzione di un condominio? È corretto dividere la spesa in
quattro parti?
V.C.-MILANO
Relativamente agli interventi ammessi alle agevolazioni fiscali di cui alla legge 449/1997 e successive
modifiche e integrazioni, in caso di comproprietà o contitolarità del diritto reale o di coesistenza di più diritti
reali, occorre che i bonifici rechino l'indicazione del codice fiscale di tutti i soggetti che intendono fruire della
detrazione. Per gli interventi su parti comuni condominiali, il bonifico deve recare il codice fiscale
dell'amministratore di condominio o di uno qualunque dei condomini che provveda al pagamento nonché
quello del condominio.
Silvio Rezzonico
La riforma del condominio
per aiutare la lotta all'evasione
Grazie alla riforma della disciplina del condominio, ferma da anni in Parlamento, si potrebbero creare nuovi
posti di lavoro e dare un contributo alla tanto sbandierata lotta all'evasione fiscale. Il Sole 24 Ore del 5 Luglio
2010 denunciava che ben quattro condomini su dieci - con pochissima differenza percentuale tra molte
province del Nord e del Centro-Sud e Isole - sono fuori legge, per omessa presentazione a fine anno del
Modello 770. Dai dati emergeva inconfutabilmente che ben 277.320 amministratori in Italia amministrano solo
un condominio, quello in cui abitano probabilmente, dove la percentuale di non presentazione del Modello
770 arriva all'84,5 per cento. E tutto questo senza considerare i condomini totalmente sconosciuti al Fisco,
perché privi di codice fiscale. Sulla scorta di questi dati, dividendo 277.320 per 20 - un numero congruo di
condomini da attribuire a ogni nuovo amministratore, anche tra coloro che oggi si auto-amministrano e che
24/11/2011 23Pag. Il Sole 24 Ore - Casa Plus 24
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SCENARIO CATASTO - Rassegna Stampa 24/11/2011 29
volessero svolgere, seriamente e nel rispetto delle leggi, l'attività - non solo si avrebbero quasi 14mila
opportunità professionali, ma, stimando una media di 10mila euro l'anno di spese di gestione per ogni
condominio, si avrebbe l'emersione di un "tesoretto" (base imponibile) di oltre 2,7 miliardi.
LUIGI A CIANNILLI (PRESIDENTE CONFAI - UNIONCASA FERRARA)
24/11/2011 23Pag. Il Sole 24 Ore - Casa Plus 24
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