Post on 13-Jul-2020
PROGETTO EDUCATIVO ED ORGANIZZATIVO
DELLE SCUOLE COMUNALI DELL’INFANZIA CORREGGESI
Approvato con deliberazione di CdA n° 19 del 28/09/2009 e
modificato con delibera n° 7 del 30/1/12
.
INDICE Organizzazione delle scuole comunali dell’infanzia di Correggio
Pensieri, valori, significati che sostanziano l’organizzazione della scuola Approccio progettuale: progettare l’educazione
Formazione del personale
Osservazione- interpretazione- documentazione
Teorie di riferimento Modalità organizzative della scuola
Turni di lavoro del personale
Rapporto adulto / bambino
Giornata a scuola: i tempi della quotidianità
Articolazione della giornata
Orari di funzionamento
Calendario scolastico
Il servizio cucina
Qualifiche del personale educativo
Il coordinamento pedagogico
L’ambientamento dei bambini e dei genitori alla scuola
Organizzazione dell’ambientamento
Dallo spazio progettato architettonicamente allo spazio progettuale
Gli spazi della scuola
L'ingresso
La piazza
Le sezioni
Lo spazio esterno
Il valore della partecipazione
La documentazione come luogo di partecipazione
Incontri offerti alle famiglie per condividere il processo di crescita
Il Comitato di Gestione
Continuità nido d’infanzia – scuola dell’infanzia/scuola dell'infanzia - scuola primaria Uguali nella diversità
ORGANIZZAZIONE DELLE SCUOLE COMUNALI DELL’INFANZIA DI CORREGGIO
A Correggio sono funzionanti le seguenti scuole dell’infanzia comunali:
Scuola dell’infanzia “Arcobaleno” a San Martino Piccolo
Via Geminiola, 2 – Tel. 0522/631.177 – mail: arcobaleno-sci@comune.correggio.re.it
Orari di apertura 8.30 – 16, l’ingresso alle famiglie al mattino è consentito fino alle 9.00, l’orario di
uscita al pomeriggio è dalle 15.30 alle 16.00, non si effettua orario part time.
Orario pre scuola dalle 7.30 gestito da personale della scuola e post scuola fino alle 18.30 gestito da
personale cooperativa (a pagamento, differenziato con orario fino alle 16.20 o alle 18.30) insieme al
Ghidoni Mandriolo (da settembre a febbraio a Mandriolo, da marzo a giugno a SMP, con trasporto)
Territorio di riferimento:
E’ precisamente definito nel Regolamento d’accesso, attualmente comprende le frazioni di Mandrio
e San Martino Piccolo, quartieri Cantona e Fatima (delimitati da via per Carpi, via Timolini, via
Vela, via Buonarroti).
Capienza e personale:
N° 3 sezioni e 78 posti disponibili; 6 educatrici di gruppo, 3 operatrici ausiliarie, con servizio di
pulizia parzialmente esterno
Scuola dell’infanzia “Ghidoni” a Mandriolo
Via Mandriolo superiore, 8 – Tel. 0822/693.442 - mail: ghidoni-sci@comune.correggio.re.it
Orari di apertura 8.30 – 16, l’ingresso alle famiglie al mattino è consentito fino alle 9.00, l’orario di
uscita al pomeriggio è dalle 15.30 alle 16.00, non si effettua orario part time.
Orario pre scuola dalle 7.30 gestito da personale della scuola e post scuola fino alle 18.30 gestito da
personale cooperativa (a pagamento, differenziato con orario fino alle 16.20 o alle 18.30) insieme
all’Arcobaleno (da settembre a febbraio a Mandriolo, da marzo a giugno a SMP, con trasporto)
Territorio di riferimento:
E’ precisamente definito nel Regolamento d’accesso, attualmente comprende la frazione di
Mandriolo, Villaggi Giardino, Ciliegi e Coriandoline, in subordine centro storico, zona quartiere Le
Corti (via Mussini e Davolio) e zona delimitata da via Carletti, via Circondaria e via Campagnola.
Capienza e personale:
N° 3 sezioni e 78 posti disponibili; 6 educatrici di gruppo, 3 operatrici ausiliarie, con servizio di
pulizia parzialmente esterno
Scuola dell’infanzia “Ghidoni – Le Margherite” all’Espansione Sud Piazzale Ruozzi, 2 – Tel. 0522/693.266 - mail: margherite-sci@comune.correggio.re.it
Orari di apertura 8.30 – 16, l’ingresso alle famiglie al mattino è consentito fino alle 9.00, l’orario di
uscita al pomeriggio è dalle 15.30 alle 16.00, non si effettua orario part time.
Orario pre scuola dalle 7.30 gestito da personale della scuola e post scuola fino alle 18.30 gestito da
personale cooperativa (a pagamento, differenziato con orario fino alle 16.20 o alle 18.30) insieme
alla statale “Gigi e Pupa Ferrari”.
Territorio di riferimento:
E’ precisamente definito nel Regolamento d’accesso, attualmente comprende la frazione di San
Biagio, quartieri Espansione Sud e Villaggio Artigiano; in subordine zona di Via della Repubblica e
Cantina del Gallo (tra viale dei Mille e via Carletti)
Capienza e personale:
N° 3 sezioni e 78 posti disponibili; 6 educatrici di gruppo, 3 operatrici ausiliarie, con servizio di
pulizia parzialmente esterno
Il calendario scolastico va normalmente dal 1 settembre al 30 giugno, e viene definito ad inizio
anno sulla base del calendario scolastico regionale; nel mese di luglio viene poi organizzato un
servizio di te tempo estivo per la durata di 4 settimane.
L’inserimento nelle scuole, organizzato su base territoriale comprendendo anche le statali, viene
definito sulla base di graduatorie elaborate sui punteggi definititi dal Regolamento d’accesso. Le
domande d’iscrizione si ricevono di norma nei mesi di gennaio / febbraio
Le scuole dell'infanzia pubbliche sono servite da servizio di trasporto scolastico attraverso
scuolabus con un accompagnatore della scuola o un volontario; ogni anno il percorso viene
adeguato alle nuove esigenze che si presentano ed il costo del pullman è compreso nella retta.
Le famiglie concorrono alla copertura delle spese pagando una retta differenziata in proporzione
alla situazione economica della famiglia (attraverso il “sistema ISEE”), definita nel Regolamento
tariffario.
La retta mensile è composta di una quota fissa, sempre dovuta per la fruizione al servizio, e di una
quota pasto variabile in base ai pasti effettivamente consumati.
Il servizio mensa è fornito da due cucine del territorio, in cui presta servizio personale specializzato
di ditta esterna ed il menù, diversificato tra primaverile ed invernale, è approvato dall’ASL.
Il pasto è composto da alcuni alimenti biologici: pane, pasta, olio, pomodoro e carne e la cucina
fornisce inoltre, in caso di necessità, diete speciali per allergie alimentari o di tipo etnico/religioso.
Le norme igienico-sanitarie sono stabilite dall’ASL, vengono distribuite all’inizio dell’anno ai
genitori, ed ad esse è necessario attenersi.
Il funzionamento dei servizi è poi descritto nel Regolamento di gestione delle strutture e nella
Carta dei servizi educativo – scolastici dell’ISECS.
PENSIERI, VALORI, SIGNIFICATI CHE SOSTANZIANO
L’ORGANIZZAZIONE DELLE SCUOLE DELL’INFANZIA “Se la scuola del bambino si costruisce assumendo come strategia generale la riabilitazione e la
centralità dei bambini, degli insegnanti, delle famiglie, dell’ambiente e degli ambienti di lavoro, il
progetto allora si fa sistemico e la sua organizzazione concreta è già una scelta di contenuto del
quadro teorico e scientifico, degli obiettivi e delle finalità educative…”. (L. Malaguzzi)
L’organizzazione di ogni servizio comunale fa quindi riferimento a proprie filosofie di base che la
sottendano, finalizzate al raggiungimento di obiettivi condivisi. La dimensione organizzativa
rappresenta quel “contesto ecologico di sviluppo” che caratterizza la qualità del servizio, perché è
solo attraverso le scelte organizzative, che definiscono i tempi, persone spazi che i valori del nostro
sistema educativo prendono corpo, diventano realtà agita, quotidiana.
La Scuola dell’Infanzia si connota:
− come servizio socio-educativo, tenendo insieme l’idea di essere scuola e perciò luogo di
sviluppo-conoscenza-approfondimento, con l’idea di essere servizio in cui le esigenze
individuali si intrecciano con quelle collettive e sociali;
− come un diritto per i bambini e le bambine indipendentemente dalle loro differenze sessuali,
culturali, sociali e psico-fisiche, centrato sulle potenzialità dei bambini e delle famiglie e sulla
valorizzazione e sostegno delle loro risorse;
− come un sistema che fa riferimento ad una esperienza educativa centrata sulla relazione,
l’ascolto e il dialogo tra bambini, insegnanti, genitori e la comunità;
− come luogo che produce ricerca e cultura, la cultura che i bambini sanno esprimere attraverso
diverse teorie provvisorie e diverse elaborazioni, sostenuti e affiancati da adulti che sanno
ascoltare, comprendere, interpretare e valorizzare tali teorie (relazionali, affettive/emotive,
cognitive…). Un adulto attento e pronto a sollecitare con diverse provocazioni i linguaggi che
il bambini conosce, intesi come modalità di espressione del sé.
Il progetto pedagogico sostiene questi pensieri e nell’osservazione-interpretazione- documentazione trova i momenti fondanti della ricerca.
Contemporaneamente, genitori ed educatori assieme, stringono un patto d’alleanza per sostenere
un’immagine di bambino, d’infanzia ricca, forte, competente. La scuola si fa spazio di accoglienza
di una pluralità di individui che insieme vivono e condividono un percorso di crescita individuale
e collettivo: bambini, educatori, genitori, dove la comunicazione e lo scambio (tra i tre soggetti,
protagonisti dell’esperienza educativa) diventa intreccio, co-costruzione di saperi e luogo di coeducazione. Approccio progettuale: progettare l’educazione
La stretta connessione tra teoria e pratica garantisce la realizzazione di un servizio di qualità.
La definizione di progettazione è desunta sulla base di una serie di presupposti di natura
epistemologica;
se concordiamo che apprendimento e conoscenza sono processi soggettivi, non lineari, non
procedono per stadi progressivi e prevedibili ma attraverso avanzamenti, stasi, apparenti
retrocessioni;
se la conoscenza è un processo che si avvale anche dell’altro, un processo di gruppo in cui ogni
individuo si alimenta delle ipotesi degli altri e dei conflitti cognitivi con gli altri;
se si avanza con la co-costruzione dei saperi e delle identità dei soggetti;
se si realizza la conoscenza in situazioni che forniscono conferme o disconferme delle nostre
ipotesi, che impongono negoziazioni con gli altri;
possiamo desumere che
apprendere, costruire la conoscenza, diventa l’obiettivo centrale di ogni processo educativo;
l’apprendimento è meraviglioso ma non facile perché significa cambiare. L’apprendimento è pieno
di conflitti che ci obbligano a rivedere continuamente i nostri modelli e teorie.
Il bambino ha desiderio di nuovo, di conoscere e rinuncia, più facilmente dell’adulto, alle sue teorie
e identità.
L’apprendimento è sconvolgente perché cambia l’identità dell’individuo e la sua relazione con il
mondo.
E’ un’operazione etica ed estetica (etica della conoscenza ed estetica della conoscenza): “quando
conosciamo, esiste sempre in noi un progetto estetico, anche se inconscio, che ci fa costruire e
mettere in relazione quanto stiamo facendo secondo dei modelli che possiedono un loro fascino che
sembrano rispondere a certi giudizi di gusto.
Anche se a volte non ce ne rendiamo conto una delle regole base dell’apprendere è che ciò che
apprendiamo deve piacerci, o perlomeno deve essere sistemato in modo che noi riteniamo
piacevole.
E’ questa estetica che mi spinge a migliorare i miei costrutti interpretativi, a fare dell’ordine nelle
mie mappe cognitive, a non temere di confrontarmi con la differenza, a sedurre e a essere sedotti
cognitivamente. La seduzione cognitiva ed estetica è un elemento costitutivo dei processi di
apprendimento. Seduzione per preferenze cognitive e particolari, per sistemi di concettualizzazione
e di valori che più ci convengono e che scegliamo volontariamente o no. Ma anche seduzione per
attirare gli altri nel nostro reale, per attirarli alle nostre cornici di riferimento”.
Il bambino non è estraneo a questi processi: il bambino possiede teorie, ipotesi, tempi (dà
significati); il bambino è aperto a rivisitazioni; ha forte spinta all’avanzamento, chiede rispetto per i
processi e per i suoi tempi.
Da quanto detto ne consegue che il termine programmazione (insieme a quello di programma) è
inidoneo a rappresentare quel complesso insieme di strategie necessarie per sostenere i processi di
conoscenza del bambino.
Progettazione anziché Programmazione poiché questo è diventato sinonimo di “organizzazione
tempi/apprendimenti/obiettivi”….
La pedagogia per obiettivi si basa sulla regolarità, linearità, si riferisce ad abilità, al saper fare.
La crescita non è sempre lineare, lo sviluppo non è sempre prevedibile.
La formazione del soggetto non avviene per piani prevedibili.
Educazione → processo di apertura, non posso predefinire il futuro.
Progettazione→ guardare avanti. Gli esiti non possono essere definiti in partenza (altrimenti
costringono il bambino ad andare lì, dove voglio io).
Il pensiero pensante è aperto all’incompiutezza. La conoscenza non è mai finita quindi non è
circoscrivibile.
Se la conoscenza è un “viaggio” non serve un orario ferroviario, ma una bussola di orientamento
(no viaggio di agenzia ma di esploratore).
Abbandono quindi di percorsi pre–costituiti e obiettivi eccessivamente definiti → no
tassonomie/test, sì previsione (linee progettuali – “prevedono 1000 per poter contenere 1001” –
apertura al possibile).
Progettazione come atteggiamento del pensiero (cioè come capacità di ascoltarsi e ascoltare).
La scrittura di una linea progettuale può esistere solo se vissuta come ipotesi non come dover
essere. Una ipotesi rispetto al dove si potrebbe andare, in cui si tracciano punti nodali sui quali
stimolare l’attenzione dei bambini, per attivare le loro strategie, non per inibirle.
E’ da leggersi come trama larga che dichiara le scelte, le motivazioni ma che resta aperta al
cambiamento, in seguito ad aggiustamenti che il procedere dei percorsi e il fare dei bambini
suggeriscono.
La progettazione ha in sé valori quali il caso (ciò che noi non dominiamo ma è sempre presente),
l’inatteso (ciò che non abbiamo saputo prevedere, ciò che non conosciamo, lo straniero), la capacità
di accogliere l’errore (come parte strutturante del processo cognitivo), la strategia.
La strategia, come il programma si serve di previsione e costruzione a tavolino di sequenze ma,
contrariamente al programma, non si fonda solo sulle immagini iniziali, per cui le decisioni e le
scelte successive vengono prese in relazione all’evolversi del discorso. Sì previsione, descrive
possibili sequenze di svolgimento, ma non le scrive sulla “pietra”. Non fa delle sequenze
prestabilite il percorso obbligato. Non solo sull’ipotesi iniziale, ma anche sulle scelte fatte via via.
La strategia si costruisce e decostruisce continuamente. La strategia è la capacità di riportare
l’azione nell’incertezza. Accetta di dubitare durante tutto il percorso perché nel dubbio e
nell’incertezza ci sta la disponibilità all’altro; richiede ascolto, curiosità, attenzione, flessibilità.
E’ un percorso dinamico, è il pensiero progettuale che si applica alla ricerca.
La progettazione pone molta attenzione a quello che accade in itinere ma richiede molti pensieri a
monte, presuppone capacità di fare molte ipotesi: la qualità del progetto dipende dall’atteggiamento
iniziale del pensiero. Come adulto devo padroneggiare l’identità del “tema” da affrontare con i
bambini, altrimenti faticherò a capire che cosa avviene nel bambino quando incontra quel “tema” e
lo banalizzerò, lo offrirò non come generatore di tante piste conoscitive, ma lo impoverirò offrendo
solo1/2 possibilità. Diversi materiali pongono al bambino dei problemi diversi (es.: la creta è
tridimensionale, il disegno non lo è).
La scuola è un sistema di relazioni, comunicazioni e interazioni tra bambini, operatori, genitori,
tra se stessi e con l’esterno. Se la scuola è questo insieme di relazioni, allora la progettazione non
investe solo il rapporto insegnanti/bambini, ma tutto il sistema. E’ un applicare l’ascolto, il
dialogo… in tutti i rapporti, non solo tra insegnanti e bambini. Mettere la progettazione al centro di
tutti i rapporti.
La pratica quotidiana della scuola è supportata da degli strumenti progettuali, per lo più cartacei,
che sono di supporto all’azione educativa e alla didattica. Sono strumenti di lavoro che conferiscono
professionalità e rigorosità al lavoro. Ogni anno il collettivo stende:
Le linee progettuali con l’intento di:
− rendere visibile con tracce leggibili in forma scritta il pensiero progettuale
− incrementare la nostra capacità revisionale o di progettare il futuro
− mettere in rete le diverse esperienze
− generare scambi all’interno e all’esterno della rete dei servizi (ogni volta che l’esperienza si
rende leggibile e pubblica può generare un dibattito e un avanzamento)
− creare autovalutazione/valutazione sulle strategie della progettazione e autoriflessione sul
proprio modo di lavorare (dichiararsi attraverso una scrittura ci rende consapevoli delle nostre
teorie e delle nostre prassi educative). L’autoriflessione sostiene la sistemazione delle idee,
l’individuazione o selezione dei problemi, l’acquisizione di una maggiore consapevolezza)
− vedere come la terminologia si evolve nel tempo
− creare dialogo trasformativi attraverso un documento aperto, flessibile, dialogico che accoglie
l’evoluzione dei percorsi e dei discorsi (ogni volta che l’esperienza si rende leggibile e pubblica
può generare un dibattito e un avanzamento)
Le linee progettuali sono:
− un atto di contestualizzazione (tenere conto del contesto significa “fare mente locale”
considerando i vincoli come risorse ed opportunità, ma anche come limiti che, insieme
concorrono a definire le caratteristiche che l’esperienza educativa potrà assumere
− una mappa di possibili traiettorie di lavoro
− una rete di interdipendenze che sostengono l’agire quotidiano della sezione e della scuola, dei
“mondi possibili”che andremo a realizzare con i bambini e con le famiglie (ci aiutano a
coniugare in una immagine globale e coerente, i diversi piani e i diversi luoghi del nostro lavoro
es: la didattica con la partecipazione, i progetti con la quotidianità-operazione di sintesi e di integrazione)
− uno strumento che anticipano possibili ipotesi di lavoro-funzione anticipatoria
− un metaprogetto dei progetti che verranno, una cornice, una prima ipotesi che si svilupperà poi
in diversi progetti.
Le linee progettuali trovano nella progettazione mensile e settimanale forme via via più definite in
relazione a quanto accade realmente.
Formazione del personale
Da sempre l’Amministrazione è impegnata nella formazione permanente del proprio personale,
ritenendola indispensabile per una scuola di qualità.
La formazione è un processo che sostiene e offre strumenti, agli adulti (e di conseguenza ai
bambini) per l’“agire” quotidiano.
E’ interrogazione continua: “…formarsi ad avere occhi nuovi, allargare il nostro sguardo verso il
futuro e verso l’imprevedibile”.
E’ occasione di crescita, di cambiamento, quindi di evoluzione: è processo permanente che si
coniuga ai vissuti, alle esperienze personali, agli interessi culturali, alle ricerche e riflessioni
individuali e collettive.
La formazione alla quale facciamo riferimento è intenzionale, in quanto determinata dalla cultura
nella quale collochiamo il nostro fare: si cala nei bisogni della quotidianità. Si stabilisce così un
intreccio, una circolarità tra: fare e riflettere, teoria e prassi.
La formazione, l’aggiornamento, anche come occasione per riflettere, discutere con le colleghe,
pedagogista, atelierista, in un clima di ricerca.
La formazione, l’aggiornamento vengono pensati e progettati ogni anno sulla base di un’analisi dei
bisogni formativi, dalla pedagogista insieme al gruppo delle coordinatrici di struttura che
rappresentano i diversi collettivi.
Ai percorsi di formazione partecipano le educatrici e le ausiliarie.
Riteniamo importante garantire anche al personale ausiliario una formazione su tematiche
pedagogiche e culturali per la funzione educativa esercitano all’interno della struttura (cura degli
ambienti, spazi, materiali, elaborati dei bambini; affiancamento alle educatrici nel periodo degli
ambientamenti, routine, incontri di sezione…).
Osservazione- interpretazione- documentazione
Sosteniamo un’idea di bambino attivo costruttore di significati, di conoscenza. Un soggetto che
elabora informazioni e re-interpreta conoscenza e strategie di pensiero avvalendosi, anche del
contributo degli altri: coetanei e adulti.
Un bambino quindi portatore e ricercatore del suo sapere.
Gli adulti possono sostenere questo continuo lavoro di costruzione del bambino attraverso l’ascolto
e il rinforzo. Un adulto che si fa coautore dei percorsi di conoscenza del bambino e che mentre fa
questo costruisce il suo sapere.
In questo contesto “l’osservazione, l’interpretazione e la documentazione contribuiscono a
costruire una pedagogia dell’ascolto e della relazione”.
Nella pratica quotidiana di osservazione l’adulto è un osservatore partecipe perché
dall’osservazione trae gli elementi per orientare i propri interventi.
L’osservazione è sempre soggettiva, non è mai neutra, obiettiva: ciò che noi vediamo è determinato
dallo sguardo che adottiamo, è ciò che le nostre ipotesi, le nostre idee, le nostra cultura ci
predispongono a vedere. In questo senso l’osservazione è sempre una scelta, una responsabilità
dell’osservatore e determina già un’interpretazione che si apre al contributo interpretativo di altri
(colleghi, pedagogisti…) attraverso la produzione di tracce (documentazione), consentendo
l’avanzamento della progettazione educativa e didattica.
Nel momento dell’osservazione assume quindi notevole importanza l’utilizzo di diverse e
molteplici forme documentative: griglie e tracce osservative, diari, descrizioni, foto, diapo, riprese
video, registrazioni, al fine di condurre un’osservazione attendibile ed accurata.
La documentazione consente agli adulti di indagare, valorizzare i processi dei bambini e capire i
significati che essi vi attribuiscono, le loro personali elaborazioni dei simboli e dei sistemi
simbolici, consente di lasciare memorie nello spazio, di progettare contesti più vicini ai bambini. E’
strumento di scambio con le famiglie (nella quotidianità, negli incontri di sezione, nelle assemblee).
Diverse sono le tipologie di documentazione che si possono trovare nella scuola:
I pannelli (documentazione a parete): raccontano la memoria, la storia della scuola, esplicitano
l’idea di bambini che abbiamo, raccontano il fare dei bambini, danno identità agli spazi della
scuola…
La pubblicazione: in genere ha come tematica la progettazione della sezione. Può essere diffusa
alle famiglie, ad altri operatori del settore, alla città. Può narrare “spaccati” di quotidianità (diario di
sezione). Da queste raccolte a volte nasce una pubblicazione che raccoglie la vita di ogni giorno
nella scuola.
I video, i power point… restituiscono l’immediatezza e il senso dell’esperienza. Sono importanti
strumenti anche per fermare quello che stiamo vedendo, per poterlo condividere, discutere (incontri
di sezione, assemblee …).
Ogni forma ha peculiarità proprie e nessuna esclude l’altra.
Teorie di riferimento (accenni)
Teorie Autori
Pensieri (in sintesi)
Socio- costruttivismo
Infanzia come mondo precursore.
Immagine di bambino promiscuo.
Sviluppo come processo di costruzione sociale.
Sociogenesi dei processi mentali.
Piaget Sviluppo cognitivo come frutto dell’interazione fra bambino e
ambiente inanimato.
I meccanismi alla base dello sviluppo cognitivo sono
intraindividuali.
Vygotskij Interazionismo, tende a sottovalutare l’attività costruttiva del
soggetto.
Adelman Neuroscienze: collegamento tra esperienze (ambiente) e sviluppo
del sistema neurale.
Bruner Psicologia culturale: importanza dell’appartenenza a un gruppo e
di come un apprendimento di gruppo nutre l’apprendimento
soggettivo.
Teoria della complessità
Ceruti, Bocca,
Atlan, Fabbri,…
La conoscenza procede in modo reticolare e magmatico con
movimenti imprevedibili.
Annulla l’idea di un progredire programmato delle conoscenze.
Rimette in discussione la relazione tra insegnamento e
apprendimento.
Teoria sistemica
Bronfenbrenner,
Bateson, …
Ogni scuola è un sistema e le parti sono tutte in uno stretto
dialogo di interdipendenza .
Interlocutorietà delle relazioni.
Cultura nomade
Levin
La cultura si costruisce tenendo intrecciate diverse esperienze e
luoghi nel mondo.
MODALITÀ ORGANIZZATIVE DELLA SCUOLA
La scuola accoglie 78 bambini, in età compresa tra i 3 e i 6 anni.
La scuola è un sistema di relazioni che sottende a processi affettivi e conoscitivi, pertanto le scelte
organizzative che definiscono tempi, persone, spazi devono qualificare tale sistema.
La dotazione organica della scuola è composta da 6 educatrici a tempo pieno (35 ore settimanali).
Qualora in sezione fossero presenti bambini diversamente abili è prevista la presenza di una
educatrice in appoggio alla sezione.
Operano in struttura anche 3 ausiliarie a tempo pieno (36 ore settimanali).
Nelle scuole in cui è stata fatta richiesta di part-time è presente l’integrazione oraria.
Turni di lavoro del personale
I turni, organizzati su orari compensativi, sono stati pensati per permettere la compresenza delle
educatrici al mattino (mediamente 4 ore) nel momento delle attività e delle “routine”.
Allo stesso tempo i turni delle ausiliarie (orari compensativi), garantiscono la loro presenza in
sezione nei momenti del pranzo, dell’alzata pomeridiana e della merenda. Tale organizzazione è
possibile in quanto il lavoro di cucina, di lavanderia e una parte di igienizzazione dei locali è stato
dato in appalto. Pertanto le mansioni dell’ausiliaria comprendono l’igienizzazione dei locali e delle
stoviglie, utilizzate per il pranzo e la merenda, oltre alla presenza in sezione.
L’orario delle educatrici comprende un Monte ore annuo di “gestione” di 200 ore, articolato
per rispondere a esigenze di autoformazione, formazione, documentazione, gestione sociale…
L’ orario delle ausiliarie comprende un Monte ore annuo di “gestione” di 120 ore.
La sostituzioni delle educatrici e delle ausiliarie è in carico all’ufficio scuola; per le educatrici si
provvede attingendo principalmente da una graduatoria distrettuale triennale e per quelle di breve
durata da appalto di servizio, mentre per le operatrici ausiliarie attraverso l’Ufficio del Lavoro e
solo dopo colloquio, con prova di idoneità, o se di breve durata con appalto di servizio.
Tutto il personale, nell’espletamento delle proprie funzioni, è tutelato da polizza assicurativa adeguata.
Rapporto adulto / bambino
Il rapporto adulto / bambino è di:
- 2 educatrici per 26 bambini;
- 1 ausiliaria per sezione (parte dei servizi sono stati dati in appalto: lavanderia e cucina).
Questa organizzazione e quantificazione del personale permette di avere, nelle ore di maggiore
frequenza dei bambini, il maggior numero di personale in servizio.
Giornata a scuola: i tempi della quotidianità
La quotidianità è l’“ossatura” del progetto educativo. E’ un concetto largo, che richiama la vita
della scuola, della sezione, del singolo soggetto, dei soggetti (bambini, educatori, genitori). I tempi,
ritmi, le scansioni della vita quotidiana, i diversi eventi che la caratterizzano hanno sì un carattere
organizzativo, ma anche una valenza pedagogica: su di essi si costruiscono intrecci relazionali e di
apprendimento. La quotidianità con le sue “routines”, tiene dentro valori quali: previsionalità,
riconoscibilità, regolarità, sequenzialità, familiarità, ma anche flessibilità, imprevedibilità,
straordinarietà, novità, curiosità, rispettabilità. Il bambino realizza sempre esperienze e conoscenze.
Progettare a scuola ha per noi come significato primario quello di poter pensare al bambino nel
rispetto dei suoi tempi, rispetto ai suoi bisogni e ai suoi diritti.
Per questo l’organizzazione è soggetta a continue rivisitazioni, rielaborazioni, da parte del personale
della struttura. E’ fondamentale individuare modalità, strategie efficaci in relazione al gruppo dei
bambini, alla loro frequenza, al fine di garantire la massima funzionalità e il massimo benessere.
Articolazione della giornata
Sottolineiamo l’importanza che ha per il bambino l’inizio della giornata, il rispetto da parte
dell’adulto dei diversi modi, tempi di approcciare l’ambiente, gli amici, gli strumenti e la situazione,
i contesti che trova predisposti in sezione. Il “distacco” dalla famiglia deve avvenire nel modo più
sereno possibile per il bambino. Dopo gli ultimi saluti agli adulti che lo accompagnano, il gruppo
dei bambini si riunisce in assemblea, momento di forte identità di sé e di sezione.
La mattina continua con la progettazione educativa, prevista dalle educatrici, articolata nel piccolo o
nel grande gruppo in sezione, in atelier o in altri spazi della scuola, in attività diverse.
Presentiamo di seguito l’articolazione della giornata:
ore 7.30, apertura della scuola ore 7.30 – 9.30, accoglienza dei bambini. Dopo un primo momento di accoglienza comune nella piazza all’interno della scuola, i bambini
vengono suddivisi nelle tre sezioni.
E’ un momento anche di relazione con le famiglie dove ci si scambiano informazioni, vissuti dei
bambini a casa…
ore 9.15 / 9.30 – 9.45, assemblea del mattino.
Viene distribuito un piccolo spuntino a base di frutta, cracker… E’ il luogo dell’identità di sé e di
gruppo, dove si condividono con i coetanei e gli adulti momenti di esperienze vissute dentro o fuori
la scuola, curiosità.
E’ il luogo delle decisioni, es: ci si mette d’accordo sulla giornata.
ore 9.45 – 11.30, attività o momenti di gioco libero o strutturato a piccolo o grande gruppo,
negli spazi della sezione, piazza, atelier o in qualsiasi altro spazio pensato e organizzato dall’adulto.
La compresenza delle educatrici e delle ausiliarie (ogni sezione ha una ausiliaria di riferimento)
rende possibile il lavoro a piccolo gruppo, una dimensione che favorisce maggiormente il
protagonismo di ogni bambino, permette negoziazioni e dinamiche comunicative più frequenti e più
efficaci. Anche nella dimensione del grande gruppo l’adulto deve sostenere le individualità.
Nel corso della giornata il bambino ha l’opportunità di autoorganizzarsi in giochi negli spazi
predisposti dall’adulto. In queste situazioni l’adulto è una presenza significativa ma non direttiva,
per favorire approcci relazionali, conoscitivi, emozionali, affettivi. All’interno di questi contesti
l’educatore è anche osservatore partecipa, in quanto non solo ascolta, osserva e annota, ma
contemporaneamente trae degli elementi per orientare i propri interventi.
Nelle attività più strutturate, il bambino pur rimanendo protagonista dell’esperienza in una logica
co-costrutiva con l’adulto e i coetanei, l’educatore assume un ruolo più decisivo nella scelta dei
materiali e nel predisporre le situazioni.
ore 11.30 – 11.45, preparazione al pasto.
Progressivamente il bambino viene avviato dall’adulto alla conquista dell’autonomia e
dall’autostima nello svolgere operazioni personali.
Attraverso il gioco del “cameriere” (a turno i bambini apparecchiano, distribuiscono al tavolo il
pranzo, sparecchiano) sosteniamo il protagonismo e l’autostima di sé.
ore 11.45 – 12.30, pasto. Il pasto è un importante occasione sociale e conviviale, il bambino “gusta” il piacere di stare
insieme a compagni e adulti. Il piacere è frutto di una situazione pensata e curata.
La presentazione in tavola di un menù diverso può creare problemi se l’educatore non media fra
esigenze individuali e di gruppo, ma può anche diventare occasione per condividere, conoscere,
apprezzare sapori insoliti.
Diventa quindi importante attribuire un ruolo fondamentale all’organizzazione di questo momento.
ore 12.30- 13, gioco libero e preparazione al sonno. Dopo un primo momento dedicato al gioco, i bambini sono impegnati in attività tranquille e
rilassanti (letture, narrazioni, coccole…) per favorire l’addormentamento.
ore 13 – 15, sonno. Il momento del sonno richiede particolare attenzione e sensibilità da parte degli adulti. Il passaggio
dallo stato di veglia a quello di sonno viene sottolineato da rituali (musiche rilassanti, narrazioni,
oggetto transizionale, luci soffuse…) in grado di favorire il rilassamento e l’abbandono.
Inoltre sarà cura delle educatrici personalizzare il più possibile questo momento.
ore 15 – 16, risveglio, merenda e uscita.
Viene salvaguardato il più possibile il risveglio spontaneo, che può iniziare già prima delle ore 15 e
protrarsi anche dopo. In questo la merenda può essere consumata con più tranquillità. Il momento del ricongiungimento del bambino con il genitore è delicato in quanto le educatrici
devono gestire contemporaneamente il gruppo dei bambini e rispondere alle richieste, domande dei
genitori inerenti i vissuti del bambino a scuola. Per andare incontro a queste richieste è messa a
disposizione delle famiglie una documentazione che narra “spaccati di quotidianità”.
ore 16 - 18.30, servizio di tempo lungo.
E’ un servizio a pagamento, gestito in appalto da Coopselios, per le famiglie che ne fanno richiesta.
Prevede situazioni che generalmente non vengono proposte nella mattinata, la formazione di un
gruppo di bambini di età diverse e di provenienze diverse (in quanto una scuola accoglie bambini
provenienti da un’altra scuola), la presenza di due educatrici nuove con cui condividere “altre”
esperienze.
Orari di funzionamento
La scuola funziona tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 8.45 alle 16, l’ingresso deve avvenire
entro le 9.30 e le uscite tra le 15.30 e le 16; il tempo anticipato va dalle 7.30 alle 8.45, è gestito dal
personale della scuola ed è gratuito dietro formale richiesta, riservato ai bambini le cui famiglie
hanno problemi di orario di lavoro. Il servizio di tempo lungo va dalle 16 alle 18.30 ed è gestito dal
personale della Coopselios. Per poterne usufruire è necessario presentare apposita domanda ed è
prevista una quota di retta supplementare mensile.
Calendario scolastico
Il calendario scolastico si estende normalmente dal 1° di settembre al 30 giugno con sospensione
nei periodi di Natale e Pasqua. Nel mese di luglio è previsto il “tempo estivo” a pagamento
settimanale gestito sia da personale comunale che da personale della Coopselios; per questo servizio
le famiglie devono fare richiesta su apposito modulo e solo per motivi lavorativi.
Le rette
Le famiglie concorrono alla copertura delle spese pagando una retta differenziata in proporzione
alla situazione economica della famiglia, misurata attraverso lo strumento del “redditometro”.
La retta non è comprensiva del costo del pasto giornaliero, che viene conteggiato in base a quanti ne
sono stati effettivamente consumati.
Il servizio cucina
La scuola è servita da una cucina centralizzata. Il menù è mensile, distribuito su 4 settimane e
diversificato tra primaverile e invernale. Molti alimenti del menù, approvato da AUSL, sono di
natura biologica (pane, pasta, riso, olio, pomodoro e carne) e si garantisce (da parte del gestore CIR)
l’assenza di organismi geneticamente modificati.
In caso di necessità la cucina fornisce, previa presentazione certificazione medica o per motivi
religiosi, diete speciali.
Il trasporto scolastico
La famiglie che lo richiedono possono usufruire del servizio di trasporto scolastico, compreso nel
pagamento della retta, organizzato per servire gli utenti del territorio della scuola.
Qualifiche del personale educativo
Tutti gli educatori (di ruolo e non) che lavorano nel servizio sono in possesso dei requisiti e dei
titoli previsti dalla legge; all’inizio di ogni anno scolastico tutto il personale è coinvolto in momenti di formazione che riguardano:
1 - il progetto educativo 0/6
2 - aspetti organizzativi legati all’apertura del servizio
3 - l’ambientamento e il riambientamento dei bambini e delle famiglie (significati e organizzazione)
4 - le dinamiche di gruppo.
Il coordinamento pedagogico
La funzione di coordinamento della scuola è affidata ad una pedagogista che, in collaborazione con
le diverse competenze che fanno capo all’ISECS (Direttore, Responsabile ufficio scuola, ecc.),
traduce operativamente gli obiettivi organizzativi e pedagogici del progetto educativo nel modo più
efficace e coerente possibile.
Ha compiti di formazione, di supporto e di sostegno nei percorsi didattici e nei momenti di
riflessione con le educatrici e i genitori.
Promuove e organizza progetti di continuità verticale (nido/ scuola dell’infanzia/ scuola primaria) e
orizzontale (famiglie-territorio). Mantiene la scuola in rete con gli altri servizi comunali, privati
convenzionati e le altre Agenzie educative presenti sul territorio (anche Distrettuali).
Pone particolare attenzione alle tematiche della diversità (disabilità, bambini e famiglie
straniere…), progettando e sostenendo interventi mirati.
“..il vento prende l’odore dei fiori e lo porta nei giardini dove c’è la primavera,mentre il vento prende invece l’odore della primavera e lo porta dentro i fiori,
così si scambiano gli odori e il vento porta un odore da un fiore all’altro…”
L’AMBIENTAMENTO DEI BAMBINI E DEI GENITORI ALLA SCUOLA
Organizzazione dell’ambientamento
L’ambientamento è organizzato in modo scaglionato nel tempo per garantire il più possibile un
ambiente sereno, disponibile all’ascolto, capace di favorire situazioni che consentono attenzioni e
relazioni più personalizzate.
Pertanto viene organizzato allungando progressivamente la permanenza del bambino a scuola.
E’ prevista anche, se necessaria, la presenza rassicurante di un genitore (o di una persona famigliare
al bambino) che gli consente di “approcciare” il nuovo ambiente e le persone che si prendono cura
di lui con gradualità.
DALLO SPAZIO PROGETTATO ARCHITETTONICAMENTE ALLO SPAZIO PROGETTUALE
Nella consapevolezza che lo spazio trae sensi e significati dai progetti educativi che per loro natura
prevedono il cambiamento avendo al centro il bambino, un soggetto in continua evoluzione, lo
spazio è pensato e organizzato per garantire, sostenere, sollecitare l’intreccio di relazioni tra tutti i
soggetti che lo abitano (adulti e bambini), ma anche l’individualità, il desiderio di privacy, uno
spazio disponibile all’agire del bambino, fornendo sperimentazioni e risorse per le sue ricerche e i
suoi “100 e più linguaggi”, perché è attraverso l’azione che il bambino costruisce conoscenza e
ridefinisce il concetto di sé.
L’organizzazione spaziale deve creare sfondi, contesti, paesaggi, offrire sollecitazioni sensoriali
(vista, udito, tatto, olfatto) per dare senso e significato alle relazioni, alle scoperte, alle emozioni dei
bambini e degli adulti.
Gli spazi della scuola Esplicitiamo dettagliatamente gli spazi e gli allestimenti presenti nella scuola, tenendo in
considerazione che lo spazio si modifica nel tempo, nell’arco di una settimana, di un mese, di un
anno. Si trasforma, “cresce” mentre crescono i bambini, le idee, i progetti che si realizzano, ma
anche con e per gli adulti.
L’ingresso L’ingresso è una zona di passaggio che introduce alla scuola. La documentazione presente offre
elementi informativi sull’organizzazione della scuola (carta d’identità), sulla partecipazione delle
famiglie alla vita della scuola, testimonia la storia, la memoria (“tracce di memoria”), una memoria
storica e affettiva proiettata nel futuro. Solitamente viene riservato uno spazio che contiene
pubblicazioni inerenti progetti realizzati nella struttura stessa, libri, riviste… a sostegno della
genitorialità.
La scuola è luogo di incontro e relazione, per farlo la prima cosa è presentarsi e dichiarare la voglia
di essere in relazione.
La piazza
La strutturazione della piazza è sostenuta dall’idea di essere
“luogo d’incontro per possibili avventure”, non solo come
salone per feste. Le parole, intese come concetti e significati, hanno assunto nel
nostro progetto educativo un grande significato. Così la parola
piazza ha sostituito nel tempo, e soltanto dopo lunghe riflessioni
da parte degli educatori, la parola salone, intendendo con questo
termine uno spazio dedicato allo “sfogo”. La piazza per dirlo
alla Bruner, rappresenta metaforicamente “il teatro, un
palcoscenico degli avvenimenti, dei mercati, degli incontri, del
commercio, della musica…”. Piazza quindi come luogo di incontro, di sosta, di scoperta, di
relazioni, di transiti, palcoscenico per feste e spettacoli. Spazio dove i bambini delle diverse età
possono incontrarsi e “trafficare” insieme, giocare, realizzare scoperte.
Uno spazio che accoglie, dove si può fermarsi, incontrare (bimbi, operatori, genitori…).
Solitamente la piazza è collocata centralmente rispetto alla struttura: tutti gli altri spazi si affacciano
sulla piazza favorendo la relazione.
La piazza ospita diversi arredi, catalizzatori di esperimenti, di giochi, di scoperte, di movimento,
moltiplicatori di imprevisti relazionali, ma anche sedie e tavoli per accogliere i bambini in piccoli
gruppi per attività diverse. In alcune strutture e per alcune sezioni accoglie i bambini durante il
momento del pranzo.
Adiacenti alle sezioni sono collocati gli armadietti dei bambini con i loro oggetti personali.
La documentazione a parete narra progetti realizzati con i bambini, sottolineando i processi che i
bambini hanno messo in atto durante l’esperienza; vicino alla porta di ingresso delle sezioni la
documentazione presenta la carta d’identità della sezione stessa, la progettazione annuale, mensile e
settimanale. Sugli armadietti è collocato anche un diario di sezione che narra “spaccati di
quotidianità”.
Le sezioni
Come sottolineato sopra, nella piazza si affacciano le sezioni: 3 anni, 4
anni, 5 anni. I bambini, durante il loro percorso scolastico cambiano gli
ambienti, usando ogni anno la sezione predisposta per la loro età. In questo
modo le sezioni assumono caratteristiche diverse in relazione alle diverse
età dei bambini. Contemporaneamente all’interno delle sezioni stesse, lo
spazio non è strutturato rigidamente, ma contempla cambiamenti in
relazione ai bambini che lo abitano e ai loro interessi.
Un elemento importante è la presenza di una comunicazione tra interno ed
esterno della struttura attraverso porte, tettoie, pergolato, favorendo nei
bambini la percezione di ciò che accade fuori: clima, stagioni, luci…
Nella struttura trova spazio anche l’atelier. L’atelier
è il luogo simbolico dei “100 linguaggi del
bambino” (“la creatività espressa dai bambini
non sta dentro l’approccio con l’arte ma con
la conoscenza, con la cultura…”), delle loro
contaminazioni ed interferenze, come luogo di
ricerca, scoperta, sperimentazione e incontro.
E’ il “cantiere” in cui i bambini e le bambine trovano
materiali diversi per loro natura e funzione, possono
essere letti secondo diverse interpretazioni, attivano
e favoriscono i linguaggi, trame logiche e
creative. Spazio privilegiato per l’esperimento, è quindi dotato di attrezzature che favoriscono la
sperimentazione. E’ un laboratorio (come tutto la scuola) che favorisce e sostiene l’auto-
apprendimento del bambino. In atelier le proposte avvengono soprattutto a piccolo gruppo, questo
permette maggiori scambi, contaminazioni e approfondimenti.
Trovano collocazione materiali e arredi diversi, come il tavolo luminoso, la lavagna luminosa, il
proiettore diapo, dove la luce, insieme all’ombra, trasforma i materiali consentendo ai bambini
esplorazioni, scoperte, spaesamenti tra scienza e magia. Sono presenti anche spazi pensati e
organizzati per attività grafico/manipolative e per contenere materiali naturali.
La documentazione sostiene in atelier, come negli altri spazi della scuola, le esperienze dei bambini
e restituisce la complessità della ricerca.
Anche nelle sezioni sono previsti miniatelier che normalmente sostengono le progettazioni in corso.
Nelle strutture si trova anche un ufficio, ambiente polifunzionale, che è stato organizzato e
strutturato per sostenere il lavoro quotidiano, ma anche il lavoro di gruppo, lo studio,
l’autoformazione, le riunioni, le attività di documentazione ed osservazione. Tutte queste “attività”
necessitano infatti di uno spazio attrezzato, dove progettarle, sistematizzarle, esplicitarle. Sono
presenti arredi come il tavolo riunioni, porta-computer, un mobile che funge da archivio e da
libreria e strumenti come i computer per agevolare il lavoro delle educatrici.
Gli ambienti della scuola prevedono anche la presenza di un terminale di distribuzione, con
annesso spazio per lavaggio stoviglie, servizi per il personale: locale spogliatoio, wc, due ripostigli in cui viene riposta, separatamente, la biancheria sporca e pulita, i detergenti per l’igienizzazione
dei locali.
Gli incontri con le famiglie avvengono in spazi diversi a seconda della tipologia dell’incontro:
− ufficio per incontri di Comitato di Gestione;
− sezioni per gli incontri di sezione;
− piazza per le riunioni assembleari, incontri con esperti esterni;
− atelier-piazza per incontri laboratoriali;
− piazza e l’esterno per feste di sezione o di scuola.
Il personale consuma il pranzo con i bambini, per questo non è stato individuato uno spazio per
questo uso.
Lo spazio esterno
La scuola garantisce il rapporto diretto con l’esterno, è recintato
ed è tutto ad uso esclusivo dei bambini della scuola. Vi è una
zona molto ampia seminata a prato e zone, adiacenti alle sezioni
e all’ingresso, cementate e più riparate.
Questo consente ai bambini di uscire all’aperto anche in
giornate in cui le condizioni atmosferiche non sono favorevoli.
Le zone protette sono attrezzate con tavoli e sedute; alcune fisse
e altre vengono collocate all’occorrenza travasandole
dall’interno.
La zona a prato consente l’esplorazione libera dei bambini e il
gioco strutturato. E’ attrezzata con giochi a molla, scivolo, castelli, collinetta con ponte e tunnel....
In alcune aree del parco sono presenti siepi per permettere ai bambini giochi di nascondiglio.
IL VALORE DELLA PARTECIPAZIONE
La collaborazione con le famiglie è un valore forte del progetto educativo della scuola. Le famiglie
sono invitate ad essere “coautrici di storie comuni e di significati condivisi” assieme ai bambini ed
alle educatrici. Comunanza come condivisione, convivialità, senso di appartenenza per tutti i
protagonisti. La scuola come sistema di relazioni, dove comunicazione, interazione, ascolto e
dialogo si intrecciano in tutti i rapporti, non solo tra educatrici e bambini, si fa spazio di accoglienza
di una pluralità di individui che insieme vivono e condividono un percorso di crescita individuale e
collettivo.
La corresponsabilità educativa riconosce il ruolo attivo e responsabile di ogni famiglia
all’educazione dei propri figli. Significa “esaltare” il contributo dei singoli individui che vivono
l’esperienza. Solo così il soggetto che partecipa trova un senso e uno scopo alla propria
partecipazione.
Educare è una pratica universale nella quale entrano valori costruiti insieme.
La scuola propone occasioni di incontro e confronto dove conoscersi e riconoscersi nella propria
complementarietà educativa, dove tutti possono scoprire la possibilità di dire, di essere ascoltati.
Il percorso partecipativo si costruisce in un vissuto di interlocutorietà che cresce nel quotidiano e si avvia ancor prima
che il bambino frequenti la scuola.
La partecipazione si declina in diverse opportunità :
strategie di accoglienza delle nuove famiglie:
– giornata aperta: all’atto dell’iscrizione la scuola si apre alle
famiglie. E’ un primo momento per “appoggiare lo sguardo” sul
nuovo ambiente, sulle persone, sull’organizzazione, …;
– assemblea di inizio anno (fine giugno-primi di luglio): momento di incontro con tutte le
famiglie nuove per conoscere l’organizzazione dell’ambientamento, della scuola e la filosofia di
base che li sottendono;
– colloquio individuale: momento di scambio di informazioni relative al bambino che da lì a poco
inizierà la sua esperienza alla scuola;
– merenda: insieme ad inizio anno per conoscersi in un momento informale, in un clima sereno.
Iniziare a conoscersi prima dell’inizio della frequenza può infatti sostenere i genitori nell’inizio
di una nuova storia e per iniziare a tracciare percorsi di reciprocità.
La documentazione come luogo di partecipazione
La documentazione è per sua natura strumento costitutivo di relazioni in quanto dà visibilità al
lavoro svolto, interpreta ed apre a ulteriori interpretazioni, attribuisce significati e valori che a loro
volta suscitano confronti, è memoria. In questo senso la documentazione è strumento in grado di
favorire un’attività riflessiva e democratica.
Per questo la scuola adotta strumenti documentativi per rendersi leggibile, visibile e comprensibile
nella quotidianità, nei progetti…
La documentazione può offrire vere occasioni di democrazia, perché “democrazia è anche scambio
reso possibile dalla visibilità”.
Incontri offerti alle famiglie per condividere il processo di crescita
− Incontri di sezione: ne vengono fatti in media 4-5 all’anno e durante questi incontri vengono
condivisi con le famiglie le linee progettuali, le progettazioni in corso, “dinamiche inerenti il
gruppo dei bambini”, curiosità inerenti i propri figli…
− serate di lavoro: sono occasioni per creare, realizzare oggetti, giochi, decorazioni, per allestire
spazi, per preparare regali in occasione di feste o di avvenimenti particolari, ma anche per
allestire, costruire contesti esperienziali di apprendimento per i bambini.
Il fare insieme come momento di apprendimento, di socializzazione, dello stare bene insieme:
− incontri a tema: in genere tenuti da un esperto, per arricchire le conoscenze e le competenze di
tutti su problemi e temi di interesse comune e di solito scelti dai genitori;
− feste, intrattenimenti: forme aggregative con la partecipazione dei bambini, dei nonni,
cittadini… Possono essere di tutta la scuola, di sezione e di solito accadono in diversi periodi
dell’anno (Natale, carnevale, fine anno…).
Il Comitato di Gestione
E’ un organo privilegiato di partecipazione e di ascolto, uno strumento di coinvolgimento, di
dibattito, di confronto, un luogo di incontro di tante idee diverse.
Indaga e raccoglie argomenti di discussione proponendo serate a tema, organizza feste, elabora e
realizza arredi, strumenti, attrezzature per la scuola…
Si fa tramite nei confronti dell’Amministrazione per problematiche inerenti la struttura.
E’ composto da rappresentanti dei genitori (2 per sezione), dalle educatrici (1 per sezione) e da 1
ausiliaria, dalla pedagogista.
Il genitore eletto Presidente entra a far parte della Conferenza dei Presidenti, un ulteriore
organismo di partecipazione composto da tutti i Presidenti dei diversi Comitati di Gestione dei nidi
e scuole Comunali, dei nidi in appalto / convenzione, da un genitore rappresentante la scuola
dell’infanzia Statale, dall’Assessore alla Scuola, dal Direttore dell’ISECS, dalla Presidente del CdA
e dalla Pedagogista.
E’ un luogo dove si confrontano, riflettono, condividono, decidono questioni inerenti, non solo al
singolo servizio ma tutti i servizi 0/6 di Correggio.
CONTINUITÀ
NIDO D’INFANZIA – SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA DELL’INFANZIA – SCUOLA PRIMARIA
Il passaggio (da un grado di scuola all’altro) tiene dentro i valori della continuità e della
discontinuità.
Il termine continuità riguarda ciò che avviene senza interruzioni, richiama la stabilità, la
permanenza.
La discontinuità tiene dentro l’interruzione, l’incoerenza, la diversità.
Ma eliminare ostacoli, differenze non sempre è positivo. La conoscenza non avviene in modo
lineare, continuo ma prevede alternanze (momenti di stasi, di retrocessioni, di avanzamento).
Il nuovo ci stimola ad andare avanti, il non lineare non necessariamente significa incoerenza. Ciò
che è discontinuo, ci costringe a rinnovarci, solo così c’è cambiamento.
Occorre quindi puntare a una visione dialettica tra continuità e discontinuità, pensare alle direzioni
di senso che sappiano collegare le parti.
Continuità quindi come ricerca di collegamenti.
Per evitare che il passaggio diventi frattura e venga vissuto come perdita di riferimenti è importante
sostenere e sostenersi nel cambiamento attivando strategie che permettano a tutti i soggetti coinvolti
(bambini, genitori, educatori) di costruire delle previsioni che sostengano “la comprensione degli
eventi”.
Il passaggio dei bambini da un ordine di scuola all’altro è un appuntamento annuale che viene co-
costruito tra gli educatori dei diversi ordini di scuole con modalità interlocutorie.
Le attività che sostengono la continuità comprendono:
� Strategie di avvicinamento dei bambini alla scuola: − Visite dei bambini alla scuola per favorire la conoscenza del nuovo ambiente (spazi,
bambini, adulti)
− Realizzazione (da parte dei bambini di cinque anni) di una “mappa orientativa” per i
bambini dei tre anni (come è fatta la scuola, cosa si fa, …)
− Realizzazione di un percorso tematico (esempio la fiaba) da riprendere all’ingresso del
nuovo ordine di scuola all’inizio dell’anno
− L’ascolto dei bambini inerente le loro aspettative
� Strategie di avvicinamento per le famiglie: − Incontri di sezione per offrire ai genitori la possibilità di parlare delle loro aspettative,
preoccupazioni … e per condividere il “progetto continuità”
− Merenda nella nuova scuola prima dell’inizio del nuovo anno scolastico
� Incontri tra le educatrici dei diversi ordini di scuola per favorire uno scambio
comunicativo sulle identità di gruppo e sulle individualità La continuità è dunque per noi un valore che si fonda sull’immagine di una infanzia competente in
continua evoluzione.
“C’è sempre un momento nell’infanzia in cui la porta si apre e lascia entrare in futuro.”
(G. Green)
UGUALI NELLA DIVERSITÀ
Negli ultimi due decenni anche la città di Correggio ha vissuto l’arrivo di numerosi cittadini
immigrati da diverse parti del mondo. Un fenomeno che sta progressivamente rinnovando la città in
termini demografici, economici, sociali e culturali. Quindi l’esperienza dell’incontro con l’altro, con
le differenze culturali, religiose, linguistiche, è evento quotidiano e diffuso anche nei nostri servizi
educativi (nidi e scuole).
L’inserimento nei nostri servizi di bambini stranieri, con storie e appartenenze culturali differenti, e
la relazione con le loro famiglie comportano per le educatrici un confronto quotidiano con
genitorialità diverse, con altre modalità di comunicare, di esprimere l’intimità, di alimentarsi, con
altre credenze e differenti valori. I “bambini dell’immigrazione” pongono alle educatrici, ai
genitori, ai bambini italiani, nuovi interrogativi.
Come gestire le differenze, esperienza quotidiana a scuola, senza banalizzarle, enfatizzarle, ma
valorizzarle?
In un contesto socio-ambientale così caratterizzato, se compito della società è quello di inserire al
proprio interno la popolazione immigrata cercando di garantire lavoro e possibilità abitative,
compito specifico della scuola è quello di creare le condizioni per il reale passaggio da una società
multiculturale a una società interculturale e di rappresentare quel luogo di incontro e di scambio
all’interno del quale è possibile conoscere e conoscersi, sperimentare e sperimentarsi.
Nei nostri nidi e scuole, la valorizzazione della diversità si fa pratica educativa non occasionale ma
prevista, voluta e attenta, da educatori consapevoli della rilevanza di ciò che fanno.
E’ ormai esperienza pluriennale inserire nei piani formativi del personale, nelle progettazioni, il
tema dell’educazione interculturale.
L’educazione interculturale rappresenta per noi
uno degli orientamenti per definire la qualità del
nostro futuro.
E’ uno stile di pensiero educativo relazionale:
Il pensiero che accoglie l’altro, “permeato sui
valori della dignità umana, della partecipazione,
della libertà”.