Prof. Carmelo M. Porto 1 Introduzione al Corso di Geografia Politica ed Economica: aspetti...

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Prof. Carmelo M. Porto 1

Introduzione al Corso di Geografia Politica ed Economica: aspetti metodologici

Università degli Studi di MacerataFacoltà di Scienze Politiche

C.d.L. interclasse in “Discipline dell’Unione Europea, relazioni

internazionali e cooperazione” Geografia Politica ed Economica

Prof. Carmelo Maria Porto

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La Geografia è stata definita in tanti modi:

Scienza delle relazioni spaziali; Scienza delle differenze territoriali; Scienza dei rapporti tra società e ambiente

fisico;

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La geografia è…

Quel modo piacevolmente ambiguo di vedere il mondo…..

Cioè la duplice capacità di indicare nello spazio terrestre il dove certo di ciò che è già noto e i fare immaginare, a partire da queste cose e dalle loro configurazioni spaziali, nuove forme e nuove interpretazioni del mondo che ci circonda.

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La geografia è…

L’immaginazione geografica è quindi una facoltà affine alla creatività progettuale.

A qualunque scala i vari contesti geografici sono il risultato visibile di certe combinazioni di relazioni locali e sovralocali (da quelle regionali a quelle globali).

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La geografia è…

Un modo interessante di “conoscere il proprio territorio e i suoi valori in funzione di possibili interventi, che tengano conto di tali valori e che, nello stesso tempo, valutandone la sostenibilità territoriale sappiano prevedere delle geografie future che soddisfino le nostre aspirazioni” (Dematteis,2004).

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La geografia dunque…

Non si occupa dei singoli soggetti (fiumi, città, prodotti…) ma delle relazioni che legano tra di loro tali soggetti sulla superficie della terra;

L’insieme di questi rapporti è ciò che viene detto “spazio geografico”.

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La geografia economica…

Se dallo “spazio geografico” isoliamo le “relazioni spaziali” che riguardano l’economia otteniamo quello che convenzionalmente viene detto spazio economico.

Ma la spiegazione economica dei fenomeni (scambio e circolazione) riguarda solo una parte delle relazioni che costituiscono lo “spazio geografico.

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Possiamo distinguere…

Relazioni geografico-spaziali orizzontali: hanno come funzione principale la comunicazione e lo scambio.

Relazioni geografico-spaziali verticali o ecologiche: comprendono tutte le operazioni che vanno dal rapporto diretto con la natura al prodotto finito e connettono i soggetti economici tra loro e con le caratteristiche proprie dei diversi luoghi.

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Il pensiero geograficoGli approcci ai problemi del territorio

approccio deterministico

approccio possibilista

approccio funzionalistico

approccio sistemico

Metodo induttivo: dall’indagine sul campo si perviene alla teoria

Metodo deduttivo: dalla teoria si formulano ipotesi che troveranno conferma nell’indagine sul campo

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Approccio deterministico(primi decenni del XX secolo)

L’ambiente fisico è l’elemento centrale

L’uomo influenzato dall’ambiente fisico (rapporto unidirezionale non biunivoco)

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Approccio possibilista(prima metà del XX secolo)

il geografo Paul Vidal de la Blanche è il maggiore esponente

vi è interdipendenza e reciproca influenza tra uomo e ambiente naturale

da questa interdipendenza hanno origine diversi “generi di vita” (paesaggi)

il paesaggio è l’insieme di forme fisiche e umane integrate

la terra è composta da differenti paesaggi

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Approccio funzionalistico (seconda metà del XX secolo)

l’adozione del metodo deduttivo comporta l’applicazione di modelli e paradigmi

modelli ispirati dall’economia classica, neoclassica e marxista e sull’utilizzo di analisi quantitative: però lo spazio ignorato viene rivalutato

si ritiene che lo spazio sia dominato dalla concentrazione di elementi di rango elevato (città, polo industriale).

I modelli più utilizzati per spiegare l’organizzazione spaziale sono quelli di:

a) Von Thunen (organizz.agricoltura secondo distanza)b) Weber (localizz.industriale secondo costi di trasporto)c) Christaller e Losch (organizz.spazio urbano)

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Crisi delle teorie e dei modelli(dalla seconda metà degli anni ’70)

fino ad allora ci si illudeva che il mondo fosse governato da teorie e regole certe e da processi prevedibili

le crisi economiche (legate agli shock petroliferi) e i profondi cambiamenti fanno crollare questa illusione

specialmente si rivelano limitate le teorie che considerano: a) lo sviluppo economico come un processo lineare

b) l’industrializzazione e la grande impresa e la polarizzazione urbana come elementi centrali di ogni processo di sviluppo economico

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Nuove tendenze

si affermano nuove forme periferiche di sviluppo economico (pmi, risorse locali, reti)

avvento del paradigma tecnologico (science parks, poli tecnologici)

crescente terziarizzazione dell’economia aumento dei consumi personalizzati non di massa crescente globalizzazione delle attività (reti globali con

nodi locali; ciclo di vita del prodotto) modificazioni rapporti stato e mercato, pubblico e privato irrompere della problematica ambientale e concetto di

sviluppo sostenibile

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Approccio sistemico

i fenomeni sono complessi e multidimensionali dimensione temporale (la storia è fondamentale per

l’interpretazione) dimensione spaziale (l’articolazione territoriale è

complessa e variegata per le sedimentazioni sociali, economiche e culturali)

dimensione soggettiva (l’oggettività della conoscenza è illusoria, ogni interprestazione diventa un punto di vista)

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Approccio sistemico

sistema territoriale aperto: uno spazio in cui elementi, fisici e umani, sono interagenti perché mossi da un processo che orienta il tutto verso determinati traguardi

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dall’analisi per sole interdipendenze si passa all’analisi per processi

le strutture dell’organizzazione del territorio possono essere considerate come proiezione di strutture sociali

Approccio sistemico