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obiettivi di apprendimento
19/05/2017GIULIANA MANDICH CORSO DI SOCIOLOGIA
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I modelli di integrazione etnica I modelli migratori I fattori di spinta e attrazione Le tendenze dei modelli migratori Le fasi del processo migratorio in
Europa 1960-1970 Il blocco degli ingressi La fine della cortina di ferro Le trasformazioni dell’Italia
meridionale
Movimenti migratori
Le migrazioni (o movimenti migratori) si compongonodi due processi:
Immigrazione Emigrazione
Afflusso in un paese di persone che hanno
abbandonato altri paesi.
L’uscita da un paese di persone che intendono stabilirsi in altri paesi.
Effetti dei movimenti migratori:
- contribuiscono a determinare la dinamica demografica, economica e sociale.
- accentuano la diversità etnica e culturale di una società;
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popolazione
Nascite+
Morti-
Saldo naturaledella popolazioneSaldo migratorio
Saldo totale=Nati-morti
Immigrati-immigrati
Immigrati+
Il bilancio demografico in Italia
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La modificazione della struttura della popolazione ad opera dei flussi migratori è evidente in Italia negli ultimi anni. La situazione demografica nel nostro paese è infatti caratterizzata da:
un calo endogeno della popolazione le cui cause devono ricercarsi sia nella diminuzione delle nascite che nel permanere costante dei decessi. La popolazione dal 1993 non è quindi in grado di garantire il processo di ricambio naturale;una crescita esogena dovuta ad un aumento della componente migratoria costituita sia dagli stranieri immigrati che, in minor misura, da italiani che fanno rientro dall’estero.
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Tabella 3 - Bilanci demografici per regione - Anni 2008-2011 (per 1.000 residenti)
2008 2009 2010 2011* 2008 2009 2010 2011* 2008 2009 2010 2011*
Piemonte -2,2 -2,4 -2,3 -2,4 9,3 5,5 4,8 6,2 7,1 3,1 2,4 3,7Valle d'Aosta 0,3 0,3 -0,2 -0,3 8,3 6,0 3,1 5,8 8,6 6,3 2,9 5,3Lombardia 0,9 0,9 0,8 0,7 9,4 7,6 8,5 6,6 10,3 8,5 9,3 7,3Trentino-Alto Adige 2,3 2,1 2,1 2,1 8,9 7,2 6,4 6,8 11,2 9,3 8,5 8,9 Bolzano-Bozen 3,2 2,8 3,0 2,9 6,7 6,3 5,4 6,0 10,0 9,1 8,3 8,9 Trento 1,4 1,5 1,3 1,4 11,0 8,2 7,5 7,6 12,5 9,7 8,8 9,0Veneto 0,8 0,6 0,4 0,2 10,2 4,9 4,8 5,2 11,0 5,5 5,2 5,4Friuli-Venezia Giulia -3,2 -3,0 -3,0 -3,3 10,4 5,6 4,4 5,0 7,2 2,6 1,4 1,7Liguria -5,7 -5,9 -5,9 -6,0 9,0 6,4 6,4 5,3 3,3 0,5 0,5 -0,7Emilia-Romagna -1,3 -1,3 -1,3 -1,3 15,8 10,4 9,6 7,7 14,4 9,1 8,4 6,4Toscana -2,3 -2,6 -2,4 -2,5 10,7 8,6 7,6 6,8 8,3 6,0 5,2 4,3Umbria -2,2 -2,2 -2,2 -2,3 13,2 9,5 8,5 7,2 11,0 7,3 6,3 5,0Marche -1,2 -1,1 -1,4 -1,5 11,7 6,3 5,1 5,2 10,6 5,2 3,7 3,6Lazio 0,9 0,3 0,1 -0,1 10,8 9,5 8,1 7,9 11,7 9,8 8,2 7,9Abruzzo -1,5 -2,4 -1,9 -1,8 9,5 5,5 4,4 5,3 8,0 3,1 2,6 3,3Molise -3,3 -3,4 -3,0 -3,4 3,1 1,7 1,6 3,6 -0,1 -1,7 -1,4 0,2Campania 1,9 1,7 1,3 1,2 -1,7 0,4 0,3 -1,5 0,3 2,1 1,6 -0,3Puglia 1,0 0,6 0,6 0,2 -0,2 0,5 1,2 -0,6 0,8 1,1 1,8 -0,2Basilicata -1,1 -1,6 -1,8 -2,1 0,4 -1,3 -0,5 -0,6 -0,7 -2,9 -2,3 -2,7Calabria -0,2 -0,4 -0,2 -0,4 0,7 0,7 1,2 -0,4 0,5 0,3 1,1 -0,8Sicilia 0,4 0,0 0,0 -0,4 1,2 1,1 1,6 0,0 1,6 1,1 1,6 -0,4Sardegna -0,6 -0,9 -0,6 -1,1 3,8 1,8 2,4 1,7 3,2 0,9 1,8 0,6ITALIA -0,1 -0,3 -0,4 -0,6 7,3 5,3 5,1 4,3 7,1 5,0 4,7 3,7Nord -0,5 -0,6 -0,6 -0,8 10,5 7,0 7,0 6,3 10,0 6,4 6,4 5,6Nord-ovest -0,6 -0,7 -0,8 -0,9 9,3 6,8 7,3 6,4 8,7 6,1 6,5 5,5Nord-est -0,3 -0,4 -0,4 -0,6 12,2 7,2 6,7 6,3 11,9 6,8 6,3 5,7Centro -0,6 -1,0 -1,1 -1,2 11,1 8,8 7,6 7,2 10,5 7,8 6,5 6,0Mezzogiorno 0,6 0,2 0,2 -0,1 0,8 1,1 1,3 -0,1 1,4 1,3 1,5 -0,1Sud 0,8 0,4 0,4 0,2 0,3 0,9 1,0 -0,3 1,1 1,3 1,4 -0,1Isole 0,2 -0,3 -0,1 -0,6 1,9 1,3 1,8 0,4 2,0 1,0 1,7 -0,2
*Stima.
REGIONICrescita TotaleCrescita Naturale Saldo migratorio totale
Le regioni che hanno maggiore vitalità demografica lo devono all’apporto dell’immigrazione
politiche migratorie
Quando parliamo di politiche migratorie dobbiamo distinguere due principali ambiti:
le politiche per l’immigrazione (“immigration policies”) politiche d’asilo, quelle d’ingresso, soggiorno ed espulsione, quelle di polizia e di controllo delle frontiere.
politiche per gli immigrati (“immigrant policies”) tutte quelle inerenti all’integrazione degli immigrati.
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Le forze dietro ai movimenti migratori globali
Le prime teorie delle migrazioni si sono concentrate su:
- fattori di push (spinta): problemi interni al paese d’origine (es. guerre, carestie, oppressione politica) che spingono le persone all’emigrazione;
- fattori di pull (attrazione): caratteristiche dei paesi di destinazione (es. lavoro, libertà) che attirano gli immigrati.
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Le forze dietro ai movimenti migratori globali
Oggi gli studiosi delle migrazioni adottano un approccio ‘sistemico’ ⇒ i modelli migratori globali sono considerati ‘sistemi’ prodotti da interazioni tra processi macro e micro.
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Gli squilibri economiciPaese PIL Paese PIL Qatar 88.559 Kenya 1.662 53 Lussemburgo 81.383 Bangladesh 1.572 56 Singapore 56.522 Zambia 1.512 59 Norvegia 52.013 Benin 1.451 61 Brunei 48.892 Tanzania 1.413 63 Emirati Arabi Uniti 48.821 Burkina Faso 1.360 65 Stati Uniti d'America 47.284 Lesotho 1.299 68 Hong Kong 45.736 Nepal 1.271 70 Svizzera 41.663 Mali 1.252 71 Paesi Bassi 40.765 Birmania 1.250 71 Australia 39.699 Uganda 1.241 71 Austria 39.634 Ruanda 1.217 73 Canada 39.057 Comore 1.202 74 Irlanda 38.550 Haiti 1.165 76 Svezia 38.031 Guinea-Bissau 1.084 82 Kuwait 37.849 Guinea 1.046 85 Islanda 36.621 Etiopia 1.016 87 Danimarca 36.450 Mozambico 1.010 88 Belgio 36.100 Madagascar 911 97 Germania 36.033 Afghanistan 907 98 Taiwan 35.227 Togo 858 103 Regno Unito 34.920 Malawi 827 107 Finlandia 34.585 Sierra Leone 807 110 Francia 34.077 Niger 755 117 Giappone 33.805 Repubblica Centrafricana 745 119 Corea del Sud 29.836 Eritrea 681 130 Spagna 29.742 Zimbabwe 434 204 Israele 29.531 Burundi 411 215 Italia 29.392 Liberia 392 226 Grecia 28.434 Rep. Dem. del Congo 328 270
Le reti migratorie
Ad esempio l’analisi delle reti migratorie (configurazioni di legami interpersonali che collegano migranti, migranti precedenti e non migranti nelle aree di origine e di destinazione, attraverso i vincoli di parentela, amicizia e comunanza di origine) consente di comprendere come mai, tra le molte persone soggette ai medesimi condizionamenti, solo alcune intraprendano l’esperienza della migrazione internazionale, perché si dirigano verso determinate destinazioni, non necessariamente le più favorevoli dal punto di vista economico o normativo, e come cerchino di inserirsi nella nuova società.
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Le reti sociali sono un modo per rappresentare ed analizzare i diversi legami in cui siamo implicati come quelli di parentela, vicinato, amicizia o semplice conoscenza. Una rete è composta da una serie di elementi (o nodi) e delle relazioni che esistono tra i nodi. Gli elementi possono essere individui, gruppi ma anche organizzazioni. Le relazioni possono essere affettive (amore, amicizia, confidenza) o possono consistere in scambio di informazioni, di aiuto etc.
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L’esempio della comunità turca in Germania
Livello macro
Livello micro
- domanda manodopera
- politica tedesca dell’immigrazione
- condizioni dell’economia turca
-Reti e canali informali di reciproco sostegno all’interno della comunità turca in Germania
-I legami con familiari ed amici rimasti in Turchia
Le fasi in Europa
1960-1973 Anni 70: il blocco degli
ingressi La fine della cortina di ferro
e la crisi dell’asilo Le trasformazioni
dell’europa meridionale
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Le fasi in Europa1960-1973
Con la costruzione del muro di Berlino si bloccano i flussi dalle aree di immigrazione dell’Europa orientale
Elevata domanda di lavoro
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1960-1973: Il modello dei lavoratori ospiti
Reclutamento attivo di lavoratori dall’estero (lavoratori ospiti) Agenzie pubbliche con sede all’estero Accordi bilaterali (Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e poi
Turchia) selezione
Il modello dei lavoratori ospiti è diffuso particolarmente nei paesi privi di passato coloniale e preoccupati dell’omogeneità socioculturale della popolazione Presenze temporanee e congiunturali Non benvenuti ma richiesti
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Un esempio: l’accordo Italia-Germania
Il governo della Repubblica italiana e il governo della Repubblica federale tedesca firmarono, il 20 dicembre 1955, l’accordo per il reclutamento e il collocamento di manodopera italiana nella Germania federale.
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Dalla fine del 1955 l'Italia ha così assistito alla partenza di circa 4 milioni di suoi connazionali: una media annuale di circa 80mila esodi, quindi, che ha avuto la propria punta massima nel 1965, anno in cui partirono ben 270mila Italiani.
1960-1973: il modello dei paesi coloniali
Il processo di decolonizzazione implica il ritorno di milioni di cittadini dai paesi coloniali alla madrepatria In Olanda dall’Indonesia In Francia dall’Algeria
Obiettivo delle politiche è la determinazione del numero di ingressi compatibile con gli obiettivi della politica economica
Pressione verso l’assimilazione
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1960-1973 I tratti comuni
Una struttura duale:
L’imposizione dell’intervento statale ha una funzione retorica di rassicurazione rispetto alla visione negativa dei flussi migratori
La gestione dei flussi reali è determinata dall’attivismo dei datori di lavoro.
Lo sviluppo parallelo di un diritto implicito delle migrazioni che vincola il potere discrezionale degli stati
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Dichiarazione universale dei diritti umani
« Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. » 1948ONU
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Convenzione di Ginevra del 1951
Convenzione sullo statuto dei rifugiati
Chiunque nel giustificato timore d'essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.
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Anni 70: il blocco degli ingressi
Nascita di conflitti politici riforme restrittive della legislazione
Shock petrolifero del 1973 porta ad un congelamento dei programmi di immigrazione.
Spiegazioni: Crisi recessiva Volume delle migrazioni negli anni precedenti Cambiamento dei rapporti tra Stato e mercato: la politica
risponde alle pressioni dell’opinione pubblica Le strategie degli stati
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Anni 70: il blocco degli ingressi Conseguenze
Le politiche restrittive producono sono momentaneamente una riduzione dei flussi
Prevale infatti un effetto di sedentarizzazione La trasformazione dell’economia in senso
postfordista produce un aumento della disoccupazione tra gli immigrati
Nasce la politica del doppio binario: Integrare gli stranieri presenti (politiche per gli
immigrati) prevenire ulteriori ingressi
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La fine della cortina di ferro e la crisi dell’asilo
Il crollo del blocco sovietico e l’aumento dell’instabilità nei Balcani modificano radicalmente la geopolitica dei controlli migratori europei Riapertura dei flussi dei coetnici Rapida crescita dei richiedenti asilo e rifugiati Diffusione dello spettro di una crisi migratoria Coordinamento europeo delle politiche migratorie
(Schengen e convenzione Dublino) L’allargamento dell’europa
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Le trasformazioni dell’europa meridionale
I paesi dell’europa meridionale diventano attrattori di forti flussi di immigrazione Sviluppo economico… flussi post-
fordisti Invecchiamento popolazione Economia sommersa….. Ingressi
irregolari e solo successivamente regolarizzazione
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La mappa europea oggi: tre strati
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Flussi lavoratori ospiti e ex cittadini
colonialiricongiungimenti
seconde generazioni
Immigrati più giovani (fine ’80,
inizio ‘90)
Strato prodotto dall’immigrazion
e irregolare soprattutto nell’europameridionale
Le differenze nei paesi
Tre strati: Differenze nelle norme nazionali (es. cittadinanza o
diritto al voto) Struttura economica e regimi di welfare Disoccupazione elevata welfare inclusivo (Germania)Occupazione nell’economia sommersa e mancanza di
welfare (Italia)
Struttura delle opportunità che i sistemi politici offrono agli immigrati per la loro rappresentazione collettiva …. Forme identitarie diverse
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accelerazione:aumenta il numero di migranti da un paese all’altro
Le principali tendenze capaci di caratterizzare i modelli migratori dei prossimi anni sono:
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Cittadini stranieri sul totale dei residenti; valori percentuali; Italia, 1992-2007
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
CENTRO-NORD
SUD E ISOLE
-diversificazione: molti paesi sono destinatari di un’immigrazione più diversificata che in passato;
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-femminilizzazione: aumento dell’emigrazione femminile legata ai cambiamenti del mercato del lavoro globale.
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% di persone con un titolo universitario che emigra
SHOCK PETROLIFERO(1973-1974).
Grave crisi economico-politica nei paesi industrializzati provocata da un'improvvisa difficoltà di approvvigionamento energetico. Durante la Guerra arabo-israeliana del 1973, gli stati arabi produttori di petrolio (Opec) si autoimposero un contingentamento alla produzione per punire i paesi sostenitori di Israele.
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ECONOMIA POSTFORDISTA
Nuove tecnologie d'informazione.
Avvento del lavoratore di servizi e del "colletto bianco (terziarizzazione economia).
Femminilizzazione della forza lavoro.
Globalizzazione dei mercati finanziari.
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Enoch Powell
“the Rivers of Blood” speech (il discorso dei “fiumi di sangue”), che pronunciò nel pomeriggio del 20 aprile 1968 all’allora Midland Hotel di Birmingham, durante un incontro del principale centro di studi del partito conservatore
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Convenzione Dublino
Il 15 giugno 1990 i 12 Stati membro della Comunità europea (Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito) firmarono la Convenzione di Dublino, con l'obiettivo di armonizzare le politiche in materia di asilo, per garantire ai rifugiati un'adeguata protezione, nel rispetto della Convenzione di Ginevra (1951) e del protocollo di New York (1967).
La Convenzione è stata poi sostituita dal Trattato di Dublino II, sottoscritto dagli Stati dell'Ue nel 2003, poi modificato nel 2013 e rinominato Dublino III.
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