Presentazione del Rapporto Global Outlook 2014

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Andrea Renda, direttore del programma Global Outlook dell'Istituto

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RAPPORTO FINALE

Andrea RendaRoma, 17 marzo 2014

GLOBAL OUTLOOK 2014

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Agenda

• Introduzione: il Global Outlook 2014

• L’Europa alla prova della crescita

• L’Italia e i mercati internazionali

• Raccomandazioni di policy

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Introduzione: il Global Outlook 2014

• Otto incontri dedicati ad alcune aree del mondo in fase di transizione e trasformazione economica1. L’Unione europea alla prova della crescita2. Italia e mercati internazionali3. Prospettive economiche dei Balcani occidentali4. Il futuro della Turchia5. La crisi del Venezuela 6. L’ascesa del Myanmar7. Il Giappone e la Abenomics8. Il nuovo corso della Cina

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Agenda

• Introduzione: il Global Outlook 2014

• L’Europa alla prova della crescita

• L’Italia e i mercati internazionali

• Raccomandazioni di policy

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L’Europa alla prova della crescita

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L’Europa alla prova della crescita

• Come tornare a crescere?– Nuova politica industriale

– Agenda digitale

– TTIP?

– Smart regulation e «REFIT»

– Revisione della strategia Europa2020

– Nuova governance europea, «accordi contrattuali» e nuove condizionalità

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La nuova politica industriale

La nuova politica industriale europea

• La «reindustrializzazione» dell’Europa parte da un obiettivo: riportare il manifatturiero al 20% del PIL– Industrial renaissance basata sul concetto di Terza

Rivoluzione Industriale

– Può rimettere in discussione alcuni obiettivi strategici della UE (e.g. cambiamento climatico)

– Basata sul calcolo dei costi cumulativi per settore (soprattutto, costi di energia e materie prime)

– Attenzione al bisogno di «nuove competenze»

– Sei settori strategici: non è ancora chiaro il legame tra politiche settoriali e altre politiche UE (e.g. Europa2020)

La nuova politica industriale europea

Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat and OECD

La nuova politica industriale europea

• Nuova politica industriale– La «reindustrializzazione» dell’Europa

Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat

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La nuova politica industriale europea

• Nuova politica industriale– La «reindustrializzazione» dell’Europa

Quota del manifatturiero sul PIL, 2000 e 2012

Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat and OECD

La nuova politica industriale europea

• Produzione industriale nel manifatturiero– Evoluzione dal «picco» del 2008

Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat

La nuova politica industriale europea

• Raccomandazioni di policy– Chiarire la metodologia dell’analisi dei costi

cumulativi

– Consultare gli stakeholder sui prossimi settori

– Avviare un’ampia e concreta discussione su possibili iniziative “orizzontali”: in particolare, è necessaria una strategia Europea per le materie prime, per il costo dell’energia e per le infrastrutture, inclusa in particolare quella digitale

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Il mercato unico digitale

Il Digital Single Market?

• Un decennio perduto?– Eccessiva frammentazione nella politica sulle

infrastrutture

– Ritardi enormi nella fibra ottica

– Ritardi nello sviluppo della telefonia 4G

– Mancanza di imprenditorialità (“yollies”)

– Lento sviluppo nell’e-commerce ed e-government

– Incertezze sul copyright

Il Digital Single Market?

• Raccomandazioni– Semplificare la lista dei mercati rilevanti

– Centralizzare la politica dello spettro

– Ridurre il costo dell’investimento in infrastrutture

– Chiarire le regole sulla neutralità della rete

– Riflessione sull’applicazione delle normative sulla protezione dei dati, sicurezza informatica e copyright

– Azioni ambiziose per promuovere le competenze e conoscenze digitali tra giovani e adulti

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Smart regulation e REFIT

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Smart regulation e «REFIT»

• La qualità della legislazione UE (in tutte le sue fasi) è essenziale per tornare a crescere– Semplificazione e «sburocratizzazione»

– Calcolo dei costi di compliance (ABR-plus)

– «Fitness checks» in aree selezionate

– Legame con Europa2020 e coerenza tra le politiche pubbliche della UE

– Governance multi-livello: la better regulation dipende anche dal livello nazionale e locale

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Il partenariato transatlantico (TTIP)

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TTIP: quali prospettive?

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Not one tank of gas…

• Negoziato molto complesso

– Divergenze di priorità • Energia, materie prime, servizi finanziari per la UE• Dati personali, OGM, investor protection per gli USA

– Credibilità/legittimità• Obama non ha trade promotion authority • Commissione e Parlamento sono un’incognita• Il «caso Snowden» non ha portato benefici alla TTIP

– Le divergenze regolatorie sono state sottostimate• Esempio: il principio di precauzione• Difficile portare al tavolo le autorità indipendenti• Anche gli USA hanno problemi di «mercato interno»

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Aspettative «gonfiate»

“Deep liberalization” scenario

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Esiti possibili

• Un accordo sarà raggiunto, forse nel 2015– Meno ambizioso del previsto– Rimozione di alcune delle tariffe– Maggiore mutual recognition in alcuni campi– Cooperazione futura su regolazione e R&D– Vantaggi economici esigui nel medio periodo

• Possibile cambiamento di scenario– La crisi in Ucraina può portare gli USA a eliminare l’export ban

sul proprio abbondante gas naturale – L’Europa ha la leadership per condurre questa operazione?

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Europa2020: verso la mid-term review

Europa2020: chi era costei?

• Non basta «spegnere il fuoco» della crisi• Europa 2020 come visione da recuperare

Europa2020: raccomandazioni

• La presidenza italiana deve farne una priorità assoluta

– Revisione dei pilastri (infrastrutture, istruzione, occupazione)

– Revisione degli obiettivi e degli indicatori

– Coinvolgimento delle regioni e del territorio

– Integrazione nella nuova governance europea

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«Accordi contrattuali» e nuove condizionalità

La nuova governance europea

• Six pack, TSCG, Two pack...

Quali «accordi contrattuali»?

• Novità da formalizzare entro fine anno (presidenza italiana)

• È essenziale che siano legati a proposte concrete e credibili per la crescita– Flessibilità sull’OMT in cambio di riforme (ma

«inversione dell’onere della prova»)– Necessità di un’analisi che mostri impatti concreti e

convergenza verso gli obiettivi di Europa 2020 (contestualmente riformati)

– Programma di monitoraggio in itinere e valutazione ex post degli effetti delle riforme

Verso «nuove condizionalità»

• Nessuna flessibilità senza credibilità

– Paesi con deficit di trasposizione di direttive e ritardi nell’utilizzo di fondi di coesione non dovrebbero poter ottenere flessibilità sull’OMT

– L’erogazione dei fondi di coesione dovrebbe essere legata alla trasparenza delle procedure e all’allineamento con il programma di smart regulation della Commissione

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Malato dell’Europa?o

Malato d’Europa?

L’Italia malato dell’Europa

• I problemi dell’Europa si ripresentano, in modo ancor più evidente, nel nostro paese– Età media molto elevata

– Produttività e redditi in declino

– Tessuto produttivo bisognoso di riqualificazione

– Difficoltà ad entrare nelle GVCs

– Un sistema universitario in declino, un brain drain notevole

– Eccessiva chiusura ai talenti stranieri

– Politica controversa e contraddittoria per le grandi e le piccole imprese

– Enormi difficoltà nell’accesso al credito per le PMI

– “Più realista del Re” nella politica industriale

– Governance assai farraginosa a livello nazionale e locale

– Mancanza di una visione di medio-lungo periodo

L’Italia malato dell’Europa

Crescita annuale media del PIL reale, 2000-2011 (dati OCSE)

Raccomandazioni di policy (1)

• Una visione di medio-lungo periodo

• Colmare il gap infrastrutturale

• Una nuova strategia per scuola e università per formare competenze del futuro

• Contrastare il connubio «Costo del lavoro + bassa produttività»

• Incentivare la spesa in R&S privata

• Efficienza della PA e della giustizia

• Migliorare l’uso dei fondi di coesione

• Riformare la governance multi-livello del Paese

Raccomandazioni di policy (2)

• Attrarre investimenti dall’estero– Destinazione Italia è un passo importante, ma ancora in

gran parte da realizzare

– Una strategia tesa a evitare il depauperamento del nostro know how

• Internazionalizzazione– Scelta obbligata per le nostre PMI migliori

– Necessità di una revisione della governance

RAPPORTO FINALE

Andrea RendaRoma, 17 marzo 2014

GLOBAL OUTLOOK 2014

APPENDICE

Andrea RendaRoma, 17 marzo 2014

GLOBAL OUTLOOK 2014

Italia malato dell’Europa

Produttività per ora lavorata

Italia malato dell’EuropaCompetitività del costo del lavoro

Italia malato dell’EuropaOccupazione nelle PMI

Fonte: Scheda Informativa Small Business Act 2012, Italia

Italia malato dell’Europa

• Nel quinquennio della crisi (2008-2012)– Il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto del

10%, tornando indietro di 20 anni– Si sono persi 681.000 posti di lavoro e la

disoccupazione giovanile sfiora il 40%– Mancanza di speranza e voglia di futuro:

economisti e ingegneri altamente qualificati sono le categorie che emigrano di più per trovare un lavoro (migliore)

Italia malato dell’Europa

• La giustizia è troppo lenta

Una diagnosi dell’Italia

43Fonte: Commissione europea, Innovation Union Scoreboard 2013

Una diagnosi dell’Italia

44Fonte: Commissione europea, Innovation Union Scoreboard 2013

Una diagnosi dell’Italia

Fonte: Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard 2013

Dov’è la banda larga?

Una diagnosi dell’Italia

Fonte: Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard 2013

Utenti di Internet

Una diagnosi dell’Italia

Fonte: Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard 2013

Interazione online di cittadini e PA

Il “decennio perduto”

• Spesa per l’istruzione: indietro di 10 anni

– Note positive dall’azione recente del governo

– Un sistema da ripensare

– Dati preoccupanti sull’abbandono scolastico, specialmente al Sud

– Una grande sfida per l’Italia• Da culla della civiltà a tomba della civiltà?

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Il “decennio perduto”

• Spesa per la ricerca

– In rapporto al PIL, è metà di quella francese, un terzo di quella tedesca

– Il venture capital è quasi inesistente (il 30% della media UE e il 10% di quella USA)

– Fare impresa costa troppo: a parte la tassazione, il costo per aprire un’impresa è il triple della media UE

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Una brutta “pagella”

5050

Competenze matematiche Competenze linguistiche

Una ferita aperta...

... che si può rimarginare

• Il “Piano d’Azione Coesione”– Enfasi su istruzione, occupazione, trasporto

ferroviario e agenda digitale– In 14 mesi si è speso più che nei 5 anni

precedenti

Toccare i “fondi”

• Troppe opportunità mancate!– Sfruttiamo poco Leonardo e Erasmus Mundus– La rete EEN è spesso scarsa o fittizia– PMI troppo piccole per gli strumenti BEI?– Siamo quasi assenti dalle KICs– L’0,0001% delle PMI partecipa a progetti diricerca

finanziati dalla UE– L’uso di fondi FESR e FSE al Sud è spesso

caratterizzato da carenze nella gestione e nella individuazione dei progetti che “valgono”

Oneri senza onori?

• L’Italia è un «net contributor» al bilancio UE, e lo è ancora di più perché non riesce a spendere bene i fondi che riceve dalla UE

• In futuro, la capacità di spendere bene sarà ancora più importante per poter ricevere i fondi di Coesione