POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO

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POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO. Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2008-2009. Le privatizzazioni (con definizioni). Privatizzazioni nel mondo, 1977-2004. Fonte: Bortolotti-Milella, 2006. Privatizzazioni in Europa. - PowerPoint PPT Presentation

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POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO

Augusto Ninni

Università di Parma

a.a. 2008-2009

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Le privatizzazioni (con definizioni)

Motivazioni

Settori aperti alla concorrenza

Infrastrutture (con monopolio naturale)

Efficienza (?)

Alchian ma Hart:

Possibile Possibile, ma necessaria struttura industriale (maggiore concorrenza e disintegr verticale)

Afflusso K ok Ok (soprattutto)

Ingerenza politici

ok ok

Bilancio pubblico ok ok

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N. operazioni

% Quota op. via Borsa

Valore del ricavato (mil. $)

% Ricav. Voa Borsa / ricav. totale

Eur. Occ.le 1,183 0.29 0.36 647,647.75 0.48 0.73

Asia 569 0.14 0.53 322,349.60 0.24 0.85

Am. Latina 501 0.12 0.14 154,499.00 0.11 0.21

Oceania 200 0.05 0.08 88,237.78 0.07 0.36

Eur. Or.le + ex URSS

1,145 0.28 0.12 84,471,25 0.06 0.25

Nord Am. + Caraibi

115 0.03 0.21 24,187.56 0.02 0.57

Medio Or. + Nord Africa

185 0.05 0.61 20,767.39 0.02 0.64

Africa sub-saharian

156 0.04 0.30 7,9300.07 0.01 0.33

Totale 4,054 1.00 0.28 1,350,090.40 1.00 0.64

Privatizzazioni nel mondo, 1977-2004

Fonte: Bortolotti-Milella, 2006

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Privatizzazioni in Europa

• Dimensioni più rilevanti, sia come numero sia come entità del ricavato

• Vendita a trattativa privata più frequente che via mercato finanziario

• Nascono di fatto con il governo Thatcher (SOE da 10 % GDP a 0)

• In realtà storicamente con governo Adenauer (Germania, anni 50) e poi con vendita rimanente BP in 1977 (labour)

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• Classifica per paesi (al 2002): 1) UK 2) Italia 3) Francia 4) Germania 5 ) Spagna

• Ma rispetto al PIL: 1) Portogallo 2) UK 3) Finlandia 4) Italia 5) Spagna

• Distinzione politica dei governi all’inizio rilevante, poi non più

• Ma: Thatcher e l’azionariato polare (e i sindacati)

• Poche analisi sui risultati (caso inglese controverso)

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Trend complessivi nei PVS (1990-2003), solo autorità centrali

• Totale privatizzazioni PVS nel periodo: 0,5 % del pil

• Salgono anno per anno fino al 1997 poi scendono fino al 2001, ultimi anni in ripresa (fig 1)

• Nel primo periodo numerose privatizzazioni di imprese più o meno piccole; nel secondo, poche vendite ma di imprese molto grandi (telecom, power, banche)

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ECA = Europe Central Asia

LAC = Latin American Countries

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• Privatizzazioni molto concentrate per paesi (fig 3): i primi 10 totalizzano il 75% negli anni Novanta (Brasile oltre il 20%), l’80 % dal 2000 in poi (Cina il 20%).

• Negli anni Novanta dominano i grandi paesi del Sud America (Brasile, Argentina, Messico); nel secondo periodo i primi cinque circa il 45%

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• Circa il 50 % dei proventi viene dall’estero (dal 1990 al 1999)

• Circa il 56 % degli investimenti esteri avviene in America Latina (telecom, banca, oil & gas)

Dopo il 2000 dati meno comparabili

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Trend regionali (fig. 5 e 6)

• L’America Latina è l’area che ha ricevuto più proventi da privatizzazioni (47% del totale, media di 60 % nei Novanta e 20 % dopo)

• Il calo è dovuto a Argentina e Messico: Brasile continua anche dopo 2000 (elettricità (CELPE), oil & gas (Petrobras), banche (Banespa))

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• MENA = Middle East and North Africa

• EAP = East Asia and Pacific

• SA = South Asia

• SSA = Sub Saharian Africa

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• La seconda area nel complesso, ma la prima nel 2000-2003, è Europa – Asia Centrale: negli anni Novanta molte privatizzazioni su scala piccola, soprattutto in Russia e Ungheria

• Dal 2000 in poi molte privatizzazioni soprattutto nelle infrastrutture e nelle banche, concentrate in Polonia, Cechia e Slovacchia

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• La terza area (la seconda nel 2000-2003) è Est Asia – Pacifico (Cina è il 90% negli ultimi quattro anni, prima è 50%, poi Indonesia e Malaysia).

• Aree: infrastrutture, energia.

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• Poi c’è Middle East and North Africa (MENA). Negli anni Novanta solo manifatturiero e solo due paesi (Egitto e Marocco), in seguito altri paesi (Giordania, Saudi Arabia) e investimenti in telecom.

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• South Asia conta per solo il 4 % (India 75%, Pakistan 15%). Privatizzazioni in India: vendite quote minoranza in bancario e oil & gas. Pakistan: telecom, banca, manufatt.

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• Africa SubSahariana (SSA) era al terzo posto per numero di transazioni, ma quote piccole, di basso valore in imprese impegnate in concorrenza.

• Dopo il 2000 il più importante è Sud Africa, con vendite in telecom, South African Airways, petrolchimica.

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Analisi per settori (fig 8)

• Infrastrutture (telecom, elettricità, gas, trasporti, acqua) contano per oltre 50 % dei proventi da privatizzazione

• Settori a concorrenza (manifatturiera, servizi, turismo)

• Energia (oil&gas, petrolchimica)

• Bancario

• Settore primario

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• Tra le infrastrutture, telecom (50%) e power (36%)

• Il 42% dei PVS del database ha privatizzato in telecom

• Il 46 % dei PVS ha privatizzato nelle utilities (l’elettricità è cresciuto nel tempo)

• Si riduce la quota nei trasporti (da Latin America a Cina-Malaysia)

• E’ minima la quota nei servizi idrici (sono esclusi dall’analisi i contratti di gestione, frequenti nel settore).

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• Il settore finanziario è cresciuto (dal 12 al 19 % dei proventi), con quote molto elevate (88%) nelle banche, assicurazioni e proprietà immobiliare molto meno.

• Gran parte delle privatizzazioni sono avvenute in Europa Centrale, per l’accessione alla UE.

• Ma privatizzazioni anche in America Latina e nelle altre aree

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• Nei settori a concorrenza oltre i 2/3 delle privatizzazioni sono nel manifatturiero (soprattutto acciaio, fertilizzanti, cemento, prodotti chimici), soprattutto in Europa.

• Latin America: servizi

• Energia (oil&gas): pochi paesi (Argentina, Brasile, Cina, Sud Africa, Kazakhstan, Russia, Polonia).

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Ma la proprietà pubblica, dov’è, dov’è rimasta ?

• Analisi difficile (pluralità di fonti, difficoltà di comparazione)

• Sembra tuttavia che la privatizzazione sia stata piccola rispetto allo stock di attività statali

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Un’analisi per regioni (fig 10)

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Middle East e Nord Africa: • La proprietà pubblica è molto estesa (intorno a

1/3 dell’occupazione complessiva, mentre la media mondiale – esclusa la Cina – è del 18%).

• In paesi come Algeria, Iran e Siria la proprietà pubblica è molto estesa: ca. il 95 % delle banche, larga parte del settore industriale (80% in Siria); molte delle entrate pubbliche sono costituite da ricavi delle imprese pubbliche (fig 10)

• Negli Stati del Golfo, l’industria non-oil è di proprietà del Governo, così come quasi ovunque i servizi fondamentali (trasporti, power)

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Africa:

• E’ un’area dove la proprietà statale è estesa, sia nei settori aperti alla concorrenza che in altri: varie stime danno la proprietà statale intorno al 15-17% del pil, mentre le privatizzazioni dal 1990 in poi hanno riguardato lo 0,2% del pil

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Cina e India:• In Cina il peso dello Stato è molto sceso (80%

nel 1978, 17% nel 2003) ma le imprese pubbliche restano importantissime, occupando metà dei lavoratori, il 57% degli assets, dominando settori come i servizi, power, le telecomunicazioni

• Negli ultimi anni il governo vende azioni di minoranza delle imprese pubbliche, più per reperire capitali che per trasferire il controllo: nelle imprese pubbliche quotate le azioni non oggetto di scambio, di proprietà dello Stato, rappresentano 2/3 del capitale azionario

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• In India il governo ha cominciato a disinvestire dal 1991, ma vendendo soprattutto quote di minoranza per reperire capitali: solo negli ultimi anni privatizzazioni di maggioranza o totali, ma per imprese di piccole dimensioni; inoltre solo il 28 % delle imprese da privatizzare sono state privatizzate

• Oggi lo Stato è ancora proprietario di circa il 40% dello stock di capitale

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Europa e Central Asia:• L’ondata di privatizzazioni nei paesi dell’Europa

Orientale è ormai praticamente terminata: solo la Polonia mantiene proprietà pubblica nell’acciaio, nella petrolchimica, nell’energia, nella manifatturiera

• La proprietà dello Stato è invece ancora estesa nei paesi dell’Asia centrale, dove conta per quasi il 50% del pil

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America Latina:

• C’è stata grande ondata di privatizzazioni, ma concentrata soprattutto in Argentina, Messico (dove la quota delle imprese pubbliche è scesa dal 15% del 1982 al 3% nel 2001) e Brasile, qualcosa in Bolivia e Peru: in molti altri paesi la proprietà dello Stato è ancora rilevante

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Settori:• Nel power la proprietà statale rimane

prevalente in paesi a basso reddito con deboli capacità istituzionali e regolatorie (soprattutto Africa)

• Nelle telecom è ancora presente lo Stato (meno che in altri settori)

• In trasporti e acqua (poco toccate, 60-70% dei paesi con proprietà pubblica totale)

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• Settore finanziario: Stato quasi scomparso in Europa, presente ancora in India (70% degli assets), MENA (40%), in molti casi sul 30%, in Cina sul 18% (sul totale crediti)

• Oil&gas: ha importanza politica, quindi elevata presenza pubblica (ma inizio privatizzazione per Pemex)

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Elementi conclusivi

• Tendenzialmente, la performance dopo la privatizzazione è migliorata

• Più complicato il confronto nelle infrastrutture, dove la performance è migliorata se la struttura di regolazione è appropriata;

• Importanti e pesanti le ricadute sociali per l’aggiustamento delle tariffe

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• Sondaggi indicano peraltro disaffezione dei cittadini, indicando un aumento delle preferenze per la proprietà pubblica

• Il dato cambia da area ad area: abbastanza elevata la preferenza per il pubblico in Africa, molto minore in Europa centrale, è maggiore del previsto anche in Asia (ad es. Cina, in controtendenza Corea), sale in America Latina

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• Continua a crescere la domanda di coloro che vogliono il mantenimento delle forniture, soprattutto in infrastrutture, in mano pubblica, ma riformate, per ottenere risultati qualitativamente migliori

• Questo però richiede spesso partnership tra privato e pubblico, anche a causa della grande richiesta di capitali

• Nel settore finanziario attenzione per peculiarità: opposizione dei politici, richiesta di privatizzazione da parte degli utenti