Sistemi locali periferici e nuove filiere industriali...

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Sistemi locali periferici e nuove filiere industriali Giancarlo Corò [email protected] Corso Invitalia 'Poli=che per lo sviluppo del territorio’ Roma, 7‐8 Aprile 2011

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Sistemilocaliperifericienuovefiliereindustriali

GiancarloCorò[email protected]

CorsoInvitalia'Poli=cheperlosviluppodelterritorio’Roma,7‐8Aprile2011

Sommario

1. Sviluppo periferico e distretti in Italia: cambio discenario?

2. Districts on the move: economia dei sistemi localidell’innovazione

3. Percorsi evolutivi del Made in Italy4. Nuove economie esterne per la competitività5. Comunità sostenibili e sviluppo della montagna

Cicli dello sviluppo (1)

ITALIA GERMANIA GIAPPONE FRANCIA UK USA CANADA

1950-60 6,1% 8,0% 8,8% 4,6% 2,9% 3,3% 4,6%

1960-73 5,3% 4,4% 9,6% 5,4% 3,2% 4,0% 5,4%

1973-89 2,9% 2,1% 3,9% 2,3% 1,9% 2,7% 3,6%

1989-98 1,9% 4,8% 2,1% 2,3% 1,9% 2,7% 1,2%

Cicli dello sviluppo (2)

Le condizioni dello sviluppo periferico in Italianegli anni ‘70 e ‘80

Condizioni di scenario: Instabilità monetaria Conflittualità politica e

sindacale Crisi energetica Complessità dei consumi Automazione distribuita e

frammentazione tecnica deicicli produttivi

Condizioni locali: Dotazione di capitale umano Imprenditorialità diffusa Disponibilità di spazi Disponibilità di capitale Dotazione infrastrutturale Dotazione di capitale sociale

Cambio di scenario: quattro shock esogeni

• Diffusione e pervasività delle nuove tecnologie– Distretti come reti senza tecnologia– Tecnologie a pacchetto e a progetto– Recupero di flessibilità dei grandi gruppi– Riduzione costi di transazione internazionale

• Una nuova geografia dello sviluppo economico– Le piattaforme industriali dell’Asia e le GVC– Concorrenza sui prezzi e sulle commodity– I mercati più dinamici si allontanano

• Il regime macroeconomico dell’Euro– Si riduce la redditività dell’export– Aumenta la competitività delle importazioni e degli IDE-outward– Rigore fiscale

• Problemi di sostenibilità energetica e ambientale– I costi dello sviluppo dissipativo erodono margini al lavoro e all’impresa– Consumatori più esigenti– Incertezza tecnologica

E’ stata vera stagnazione?

• L’ineluttabilità dei rendimenti marginali decrescenti• Pil oltre Pirlandia: benessere, distribuzione, sostenibilità• Dalle merci ai servizi: l’opacità dell’economia terziaria• Reddito e Ricchezza: 1 a 8• Effetto Montecarlo: quando il reddito è prodotto altrove• Quando export e import non dicono tutta la verità: intra-industry

e cross trade• Qualche dubbio sulla variazione dei prezzi: inflazione o crescita

competitiva sulla qualità?

• Un capitalismo imprenditoriale alla ricerca di nuovi equilibricompetitivi

Districts on the Move

80 bil $Honda

0,4 bil $Ducati

180 bil $Mercedes2 bil $Ferrari

Turnover

Turnover

Borgo Panigale (BO)Maranello (MO)

Factories without wall

Il territorio come forza produttiva: le economieesterne di localizzazione (da Marshall a Krugman)

1. Rendimenti crescenti, forme di divisione del lavoroe costi di transazione

2. Informazioni negli scambi ed esternalitàreputazionali

3. Mercati particolari di input intermedi: economiadelle relazioni di filiera

4. Unificazione del mercato del lavoro

5. Atmosfera industriale: diffusione delle innovazionied efficienza dinamica

Determinanti del vantaggio competitivo (Porter)

Varietà di Sistemi produttivie procedimenti di individuazione

• Sistemi produttivi localizzati(distretti industriali, grassrootsRis)

• Reti regionali dell’innovazione(high tech clusters)

• Regionalizzazione dei sisteminazionali dell’innovazione(parchi scientifici, polidell’innovazione, distrettitecnologici)

• Analisi economiche e storico-geografiche

• Reti di imprese e coalizioniistituzionali– Imprese leader– Università– Istituzioni locali– Sistema finanziario

• Decisoni di investimentostrategico nazionale

Map of Franch “Pole de Compétitivité”

Selected Clusters in Netherlands

Norway’s Clusters

Map of Swedish Cluster

Map of Japan’s Knowledge Clusters

Economic, Technologicaland Development Zone in China

Sistemi regionali dell’innovazione

• Lo sviluppo dell’attività innovativa è in stretta relazione con i contestisociali e istituzionali concreti (formali e informali)

• Conoscenza tecnologica come fattore localizzato– Atmosfera industriale, cultura del prodotto e spillover– Avanzamento e presidio della frontiera tecnologica– Complementarietà di filiera– Comunità scientifico-professionali– Legami di tecnici e imprese con università e centri di eccellenza

• Capitale creativo e apertura culturale delle società locali

Cambiamenti in atto nei distretti industriali• Riorganizzazione internazionale della produzione

– FDI in-out– Estensione delle catene di fornitura– Creazione nuove reti distributive di filiera

• Up-grading qualitativo dei prodotti– No-price competition– Catene di fornitura reattive– Sviluppo produzione tecnologie e impianti

• Crescita dei servizi– Progettazione, design, R&D, creatività– Finanza, marketing, comunicazione– Logistica, distribuzione e commercializzazione diretta

• Rafforzamento corporate governance– Ruolo delle imprese leader– Politiche di Brand– Formazione di gruppi di imprese– Selezione dei fornitori (partnership strategiche)

Percorsi di evoluzione del Made in Italy

• Sviluppo e integrazione tecnologica– Backward linkages: meccanica, meccatronica, nuovi materiali– Nuovi settori high-tech? ICT, Nanotech, Biomedicale, Avionica

• Internazionalizzazione (attiva e passiva)– Nuove reti distributive, catene globali del valore, commercio di servizi– Circolazione del capitale umano

• Smaterializzazione della produzione e crescita nuovi servizi– Ricerca, progettazione, Design, prototipazione e sviluppo prodotti, brevetti e marchi– Comunicazione, ricerche di mercato, marketing, finanza, logistica e controlli di qualità

• Autenticità, tipicità, esperienza– Nuovo artigianato e Industria su misura– Tipicità alimentari (glocali)– Turismo ospitale

• Economia della qualità sociale– Salute e welness– Cultura e sport– Ambiente e sostenibilità (bioedilizia)

Infrastrutture ed economie esternea sostegno dell’innovazione (1)

• Il sistema dell’istruzione tecnica e l’Università– Una governance più aperta, flessibile e responsabile (anche da parte di

imprese e istituzioni locali)

– Massimizzare gli spillover: progetti di ricerca e dottorati congiunti

– Accrescere la cultura imprenditoriale negli studenti, nei docenti enell’amministrazione (spin-off, start-up, brevetti)

• I centri di ricerca applicata e le reti di trasferimentotecnologico– Brokeraggio dell’innovazione: mercato, reti, aggregazioni

– Codificazione, valorizzazione e tutela delle conoscenze

– Sostegno imprenditorialità innovativa

Infrastrutture ed economie esternea sostegno dell’innovazione (2)

• Aggregazioni per sviluppare economie di scala– Le medie imprese (leader) e l’economia di filiera– Dai distretti ai Cluster dell’innovazione– Sistema associativo, nuove politiche di consorziamento tecnologico,

distributivo e internazionale

• Il sistema fieristico– Interfaccia fra sistema produttivo e mercati– Fattore di sviluppo delle relazioni fra imprese e diffusione delle innovazioni– Indotto servizi e promozione qualità locali

• Il sistema delle Utilities– Fornitura servizi e input intermedi essenziali per la produttività delle imprese– Fattore di promozione e diffusione di innovazioni tecniche– Spill-over tecnologici (R&D, skills, spin-off imprenditoriali)

Infrastrutture ed economie esternea sostegno dell’innovazione (3)

• Il sistema sanitario– Elasticità al reddito, personale qualificato, domanda anticiclica– Condizione di benessere e attrattività del capitale umano– Spillover di tecnologia e progetti congiunti con l’industria

• Il sistema del credito e i nuovi operatori finanziari– Ritorno al territorio: verso un pluralismo dimensionale e funzionale– Non solo credito: tecnologie, accreditamento, internazionalizzazione– Non solo banche: confidi, private equity, venture capital

• Un nuovo spazio di relazioni metropolitane– Servizi innovativi, scambi di conoscenze e interazioni ripetute

– Dalle economie di specializzazione alle economie di varietà

– Scala del mercato, accesso alla qualità, attrattività dei talenti

La montagna come nuova frontiera dellosviluppo sostenibile

• Montagna area marginale?– Pil pro-capite -15% media nazionale– TTA + 25% media nazionale– Classifica “il Sole 24 Ore”: fra le prime 10 province, sei sono di

montagna (Bolzano-1, Trento-2, Sondrio-3, Aosta-6, Gorizia-7,Belluno-10)

– Arco Alpino, Svizzera, Austria, Baviera

• Montagna area assistita?– Dalla multi-funzionalità alle economie di scopo– Dalle logiche distributive alle funzioni produttive– Dall’arretratezza all’innovazione

Linee di azione progetto Green Mountain

• Servizi ambientali (indivisibili e non-escludibili)– Acqua, aria, paesaggio, bio-diversità, sicurezza idro-geologica, …– Impianti risalita, parchi avventura, raccolta funghi, …

• Green clusters (sistemi imprenditoriali innovativi)– Turismo sostenibile– Produzioni alimenti tipici e biologici– Sportsystem– Bio-edilizia e filiera legno– Energie rinnovabili (hydro, bio-masse, eolico, solare)– Ict e servizi per community

• Infrastrutture– Trasporti e mobilità sostenibile– Scuola, formazione, ricerca– Salute e servizi sociali– Città e piccoli centri

Riferimenti bibliografici

• Baumol W., Litan R.E., Schramm C.J., Good Capitalism, Bad Capitalism, andthe Economics of Growth and Prosperity, Princeton University Press, 2007

• Borghi E. (a cura di), La sfida dei territori nella Green Economy, Il Mulino, 2009

• Corò G., R. Grandinetti, Le strategie di crescita delle medie imprese, Edizioni IlSole 24 Ore, 2007

• Corò G., S. Micelli, I nuovi distretti produttivi. Innovazione,internazionalizzazione e competitività dei territori, Marsilio, 2006

• Guelpa F., Micelli S. (a cura di), Distretti industriali nel terzo millennio. Dalleeconomie di localizzazione alle strategie di impresa, Il Mulino, 2008

• Ostrom E., Governare i beni collettivi, Marsilio, 2006

• Rullani E., Modernità sostenibile. Idee, filiere e servizi per uscire dalla crisi,Marsilio, 2010