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Seminario H2.0: acqua in rete a Roma3

Finanziamenti e direttive comunitarie

Giorgio Pineschi

POLITICA DI COESIONE E FONDI STRUTTURALI

La politica di coesione europea

• Politica dell’UE rivolta a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo dei vari Stati membri ed il ritardo delle regioni meno prospere, in modo da favorire uno sviluppo armonioso delle diverse regioni europee.

• I Fondi Strutturali sono gli strumenti principali attraverso cui l'Unione europea persegue la coesione economica e sociale tra tutti gli Stati membri. 

I numeri dell’allargamento

• La  popolazione dell'Unione aumenta del 25% (passando da 380 a 454 milioni (UE 25) ed a 485 milioni (UE 27)

• La superficie dell’UE aumenta del 20%.• La ricchezza dell’UE aumenta solo del 5%.• Il PIL medio pro capite dell’UE diminuisce del 12,5% mentre le disparità regionali raddoppiano.

I cicli di programmazionedelle politiche di coesione

• Periodo 2000‐2006 (195 Mld euro)

• Periodo 2007‐2013 (335 Mld euro)

• Periodo 2014 ‐ 2020

Le Priorità della programmazione

• Gli interventi si concentrano su un numero limitato di prioritàcomunitarie, in linea con:

Strategia di Lisbona (crescita, competitività e occupazione) ‐ Consiglio di Lisbona (Marzo 2000): economia basata sulla conoscenza più competitiva e più dinamica entro il 2010.Strategia di Göteborg (ambiente) ‐ Consiglio di Göteborg (Giugno 2001): la strategia di Lisbona è stata ampliata, dando nuovo impulso alla protezione dell’ambiente e alla realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile.

Le priorità dell’attuale ciclo di programmazione

• Sono previsti tre nuove PRIORITA’ (obiettivi) in sostituzione degli precedenti obiettivi 1, 2 e 3 e delle altre aree prioritarie:

– Priorità “Convergenza”, volto a promuovere le condizioni per la crescita e per una reale convergenza degli Stati Membri e delle Regioni in ritardo di sviluppo.

– Priorità“Competitività regionale e occupazione”, che mira, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e a promuovere il cambiamento economico e l’occupazione.

– Priorità“Cooperazione territoriale europea”, rivolto a rafforzare la cooperazione transnazionale, transfrontaliera e interregionale.

Ripartizione delle risorse per obiettivo (miliardi di euro)

La distribuzione delle regioni italiane nelle priorità Convergenza e Competitività

• Convergenza: Sicilia, Puglia, Campania, Calabria.

• Convergenza “phasing out”:Basilicata.

• Competitività: Abruzzo, Bolzano, Emilia‐Romagna, Friuli ‐ Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Trento, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto.

• Competitività “phasing in”: Sardegna.

Non più “zonizzazione” delle risorse

Per quanto riguarda l’obiettivo “Competitivitàregionale e occupazione”, non si ha più –come nel 200‐2006 ‐ la ripartizione dellerisorse comunitarie per microzone all’internodelle Regioni (zonizzazione regionale dellearee ammissibili)

Dalla programmazione 2007‐2013 in poi tutto ilterritorio regionale è ammissibile ai fini delcontributo comunitario.

Attenzione verso le specificità territoriali

• Si tiene conto delle esigenze e delle caratteristiche specifiche dei territori con handicap geografici (isole, zone montane, aree scarsamente popolate)

• Per l’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” l’assegnazione delle risorse agli Stati membri tiene contoanche delle presenza di regioni con handicap geografici. 

• Gli Stati membri garantiscono che le specificità vengano prese in considerazione al momento di destinare le risorse nell’ambito dei programmi operativi.

• Ciò comporta: una maggiorazione dell’aliquota massima di finanziamento comunitario per interventi realizzati in questi territori.

Strumenti finanziariOBIETTIVI FONDI

Convergenza FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale)FSE (Fondo Sociale Europeo) Fondo di Coesione

Competitività regionale e occupazione

FESR e FSE

Cooperazione territoriale europea

FESR

Gli interventi dell’obiettivo “Convergenza” finanziati dal FESR si concentrano su:

• Ricerca e Sviluppo tecnologico, innovazione e spirito imprenditoriale;

• Società dell’informazione;• Tutela dell’ambiente;• Prevenzione dei rischi;• Turismo e promozione del patrimonio naturale e culturale;

• Investimenti nei trasporti;• Energia e reti transeuropee;• Investimenti a favore dell’educazione;• Investimenti a favore della sanità;• Sostegno diretto agli investimenti nelle PMI.

Gli interventi dell’obiettivo “Convergenza”  finanziati dal FSE  si concentrano su:

• Espansione e miglioramento degli investimenti nel capitale umano;

• Rafforzamento della capacità istituzionale e dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni e dei servizi pubblici a livello nazionale, regionale e locale

Gli interventi dell’obiettivo “Competitività regionale e Occupazione” finanziati dal FESR si concentrano su:

• Innovazione ed economia della conoscenza (potenziamento della ricerca e & sviluppo tecnologico ‐ RST, l’innovazione, l’imprenditorialità e la creazione di nuovi strumenti finanziari per le imprese che fanno uso intensivo della conoscenza).

• Ambiente e prevenzione del rischio (bonifica dei terreni contaminati, stimolo dell’efficienza energetica, promozione dei trasporti pubblici urbani puliti e l’elaborazione di piani per prevenire e gestire i rischi naturali e tecnologici).

• Accessibilità ai servizi di trasporto e di telecomunicazione di interesse economico generale (potenziamento delle reti secondarie e l’incoraggiamento dell’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione).

Gli interventi dell’obiettivo “Competitività regionale e Occupazione” finanziati dal FSE si concentrano su:

• Accrescimento dell’adattabilità dei lavoratori e delle imprese.

• Miglioramento dell’accesso all’occupazione per le persone in cerca di lavoro e per quelle inattive, prevenzione della disoccupazione, prolungamento della vita lavorativa e accrescimento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne e degli emigrati.

• Potenziamento dell’integrazione sociale delle persone con difficoltà e lotta alla discriminazione.

Gli interventi dell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” si concentrano su:

• Attività transfrontaliere a carattere economico e sociale: imprenditoria e sviluppo delle PMI, turismo e cultura; tutela dell’ambiente; migliore accesso ai trasporti, ai servizi e alle reti di informazione e comunicazione, ai sistemi per l’erogazione dell’acqua e dell’elettricità; infrastrutture sociali e culturali in particolare nel settore dell’istruzione e della sanità.

• Cooperazione transnazionale, sviluppo territoriale integrato: gestione delle acque e delle coste, accessibilità, tecnologie avanzate nel campo dell’informazione e delle comunicazioni; sicurezza marittima; prevenzione dei rischi; RST e reti di sviluppo delle tecnologie, ecc.

• Creazione di reti e scambio di esperienze tra le autorità locali e regionali sui temi dell’innovazione e dell’economia della conoscenza, della tutela dell’ambiente e della prevenzione dei rischi, dei problemi degli agglomerati urbani, nonché programmi di cooperazione in rete che richiedano studi, raccolta di dati e analisi delle tendenze a livello comunitario).

SEMPLIFICAZIONE DELL’ARCHITETTURA

Strumenti e obiettivi

2000-2006 2007-2013

Obiettivi Strumenti di finanziamento

Obiettivi Strumenti di finanziamento

Fondo di coesione Fondo di coesioneConvergenza livello NUTS II (Nomenclatura delle Unità Statistiche)

Fondo di coesione, FERS, FSE Obiettivo 1 FESR – FSE – FEOGA –

SFOP Obiettivo 2 FESR Competitività regionale

e occupazione livello NUTS I (Strategia e europea per l’occupazione) e II

FESR E FSE

Obiettivo 3 FSE

Interreg FESR Cooperazione territoriale europea Livello NUTS III

FESR

Urban FESR

Equal FSE

Leader + FEOGA – orientamento

Sviluppo rurale FEOGA – garanziaSFOP

9 obiettivi 6 strumenti 3 obiettivi 3 strumentiLeader

NUOVO: Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale(non rientrano tra i Fondi strutturali)

FEASRper il cofinanziamento dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR)                             

uno per RegioneRivolti a:

• Miglioramento della competitività dell'agricoltura e della silvicoltura tramite un sostegno alla ristrutturazione (Asse I)

• Miglioramento dell'ambiente e lo spazio rurale tramite un sostegno alla gestione del territorio (Asse II) 

• Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e promozione della diversificazione delle attività economiche (Asse III) 

È previsto anche un Asse Leader (Asse IV): considerando il livello di maturità raggiunto dall' iniziativa Leader, è possibile applicarne l'impostazione nell'ambito più vasto della programmazione generale dello sviluppo rurale. 

Il Fondo Europeo per la Pesca(non rientra tra i Fondi strutturali)

Sostituisce il precedente Strumento Finanziariodi Orientamento della Pesca (SFOP); il nuovoFEP sostiene misure destinate a garantire lasostenibilità del settore e la diversificazionedelle attività economiche nelle zonedipendenti dalla pesca

I tre livelli del sistema programmatorio

• Orientamenti Strategici Comunitari (OSC).

• Quadro di Riferimento Strategico Nazionale (QSN).

• Programmi Operativi (PO).

Orientamenti Strategici Comunitari per la coesione

Prima dell’effettivo inizio del periodo diprogrammazione il Consiglio ha adottato, suproposta della Commissione e di concerto con gliStati membri, gli orientamenti strategicicomunitari per la coesione economica, sociale,che definiscono le priorità per gli Stati e leRegioni.

Quadro Strategico Nazionale

• Sulla base degli Orientamenti strategici comunitari (OSC), ogni Stato membro ha predisposto un documento‐quadro nazionale relativo alla propria strategia di sviluppo (QSN) che:

– viene negoziato con la Commissione– costituisce il contesto di riferimento per la preparazione dei programmi operativi

– è un documento politico, non gestionale

I Programmi operativi

• Lo Stato Membro (o una autorità da esso designata) presenta alla Commissione Programmi Operativi, nazionali e regionali (PON e POR).

• I PO sono elaborati sulla base del Quadro di riferimento strategico nazionale (QSN).

• La Commissione adotta i PO entro 4 mesi dalla loro trasmissione formale.

Linee guida della Commissioneproposte dalla Commissioneadottate dal Consiglio con l‘assenso del Parlamento Europeo

1

Quadri strategici nazionalielaborano una strategia nazionale e il quadro programmaticoproposti dallo Stato Membro in recepimento degli orientamenti comunitarisottoposti alla decisione dalla Commissione

2

Programmi Operativiun P.O. per ogni fondo e Stato membro o Regionedescrivono priorità modalità di gestione e risorse finanziarieproposti da Stato o Regionesottoposti alla decisione della Commissione

3

Gestione e selezione dei progettiproposti da Stati membri e Regionisono “share managed“ ossia concertati con la Commissione

4

5Follow-up strategicoeffettuato dal Consiglio Europeobasato su rapporti annuali della Commissione e Stati Membri

Il quadro finanziario

In base a tale accordo, l'importo totale massimodelle spese dell'UE a 27 per il periodo 2007‐2013 è pari a 862,363 MLD di EURO instanziamenti di impegno, che rappresentanol'1,045% dell'RNL (Reddito Nazionale Lordo)dell'UE.

Le risorse previste per la politica di coesioneammontano a 307,619 MLD di Euro, di cui 157MLD destinati ai nuovi Stati Membri.

Il quadro finanziario

Obiettivi Risorse

CONVERGENZA + Phasing out + Fondo Coesione

251,330

COMPETITIVITÀ E OCCUPAZIONE + Phasing in + sost. transitorio Fondo Coesione

48,789

COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA 7,500

Totale 307,619

Obiettivo 1 22.122

Le Risorse per l’Italia (in mln di Euro)

2000 - 2006 2007 - 2013Nuovo Ob. 1 “Convergenza”Ob.1 (Campania, Calabria,Puglia, Sicilia) 18.867Phasing out 388Totale 19.255

Obiettivo 2 2.522

Nuovo Ob. 2 “Competitività regionale e occupazione”Phasing in (Sardegna) 879Tutte le altre regioni 4762Totale 5.641

Obiettivo 3 3.744 Nuovo Ob. 3 “Cooperazione territoriale europea”

Totale (tutte le regioni) 728

Totale 29.657 Totale 25.624

Iniziative comunitarie 1.173•Interreg III 426 •Urban II 108 •Leader + 267•Equal 371

Pesca 96Nuovo Ob. 3 “Cooperazione territoriale europea”

Totale (tutte le regioni) 728

Modalità di gestione dei Fondi

I finanziamenti possono essere:• A gestione centralizzata diretta • A gestione centralizzata indiretta, affidata ad agenzie o organismi

Frontalieri esterni Transfrontalieri esterni (ENPI) 

• A gestione congiunta con organizzazioni internazionali Cooperazione 

• A gestione concorrente (Paesi membri, es.: parte dei Fondi strutturali)

Programmi operativi, Sviluppo Rurale, Pesca • A gestione decentrata (Autorità del Paese terzo beneficiario)

Politica di coesione

Politica di coesione dell'UE2014 – 2020Proposte della Commissione europea

Politica di coesione

1. Qual è l'impatto della politica di coesione dell'UE?

│ 3

La politica di coesione dell'UE investe in...

Trasporti

Energiarinnovabile

Ricercae innovazione

Formazione

Cooperazionetra regioni

Efficienza energetica

Sostegno allePMI

│ 4

Risultati della politica di coesione dell'UE(dati relativi al periodo 2000-2006)

Costruzione o miglioramento di 8400 km di ferrovia

Costruzione o miglioramento di 5100 km di strade

Accesso all'acqua potabile per altri 20 milioni di persone

Formazione per 10 milioni di persone ogni anno

Creazione di oltre 1 milione di posti di lavoro

Aumento del PIL/pro capite del 5% negli Stati membri direcente adesione

│ 5

Tuttavia persistono disparità tra le regioni

Media2006 - 2007 - 2008► Il superamento di tali

divergenze rimane un obiettivo prioritario

PIL/pro capite*

*indice EU27=100

< 50 75-90 100-125

50-75 90-100 > 125

© EuroGeographics Association for the administrative boundaries

Canarie

Guyana

Riunione

Guadalupa/Martinica

Madeira

Azzorre

Malta

Politica di coesione

2. Qual è la ragione delle modifiche proposte dalla Commissione per il

periodo 2014-2020?

│ 7

Obiettivi

Realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva

Concentrazione sui risultati

Ottimizzare l'incidenza dei finanziamenti dell'UE

│ 8

Proposta di bilancio UE 2014-2020

Proposte "ambiziose ma realistiche" presentate dalla Commissionea giugno 2011 per il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020

Politica di coesione

33% (336 miliardi di euro)

Meccanismoper collegare l'Europa

4% (40 miliardi di euro)

Altre politiche

(agricoltura, ricerca, politiche esterne ecc.)

63% (649 miliardi di euro)

Politica di coesione

3. Quali sono le principali modifiche?

│ 10

Rafforzare efficacia ed efficienza

Concentrazione sui risultati• Indicatori comuni e specifici per programma, rendicontazione,

controllo e valutazioneQuadro di riferimento dei risultati per tutti i programmi• Tappe fondamentali e obiettivi chiari e misurabiliRiserva di efficacia ed efficienza• 5% delle dotazioni nazionali (per Stato membro, fondo e categoria di

regione)Condizionalità ex-ante• Garanzia dell'esistenza di condizioni per investimenti efficaciCondizionalità macroeconomica• Adeguamento alla nuova governance economica

│ 11

Maggiore coerenza nell'impiego dei fondi UE disponibili

• Ampia strategia di investimento: conforme agli gli obiettivi di Europa 2020:

• Coerenza con i programmi nazionali di riforma• Coordinamento: politica di coesione, sviluppo rurale, fondi per gli

affari marittimi e la pesca• Obiettivi e indicatori per la misurazione dei progressi verso il

conseguimento degli obiettivi di Europa 2020• Efficacia: Introduzione di un quadro di riferimento dei risultati• Efficienza: consolidamento della capacità amministrativa, riduzione

della burocrazia

Programmi operativi

Contratto dipartenariato

Quadro strategico comune

│ 12

Elenco di obiettivi tematici

• Ricerca e innovazione• Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)• Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI) • Transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio• Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione

dei rischi• Tutela dell'ambiente ed efficienza delle risorse• Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali

infrastrutture di rete• Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori• Inclusione sociale e lotta alla povertà• Istruzione, competenze e apprendimento permanente• Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni

pubbliche efficienti

│ 13

Regioni meno sviluppateRegioni più sviluppate eregioni di transizione

60% 20%

6%

44%

Concentramento delle risorse per ottimizzare l'impatto

Flessibilità – regioni diverse hanno esigenze diverseDisposizioni specifiche per le ex regioni dell'obiettivo convergenza

Ricerca e innovazioneEfficienza energetica e energia rinnovabile Competitività delle PMI

Concentrazione degli investimenti dell'FESR

│ 14

Fondo sociale europeo (FSE)

25%22%

Quota dell'FSE nell'ambito del bilancio della politica di coesione

2014-20202007-2013

Rispetto al totale dello stanziamento dei fondi strutturali (FESR e FSE), la quota relativa all'FSE sarà pari a:• 25% nelle regioni meno sviluppate• 40% nelle regioni di transizione• 52% nelle regioni più sviluppate

│ 15

Fondo sociale europeo (FSE)

Perfetta convergenza con la strategia Europa 2020• Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori• Investire nell'istruzione, nelle competenze e nell'apprendimento

permanente• Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà • Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere

un'amministrazione pubblica efficiente

Dimensione sociale rafforzata• 20% dei contributi dell'FSE destinati all'inclusione sociale• Intensificazione della lotta alla disoccupazione giovanile• Integrazione e sostegno specifico all'uguaglianza di genere e

alla non discriminazione:

│ 16

Fondo di coesione

Fornisce sostegno agli Stati membri con RNL/pro capite < 90% della media dell'UE27Investimenti nell'ambiente• Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione dei rischi• Servizi idrici e di smaltimento dei rifiuti• Biodiversità incluso il ricorso a infrastrutture verdi• Ambiente urbano• Economia a basse emissioni di carbonio

Investimenti nei trasporti• Reti transeuropee dei trasporti (RTE-T)• Sistemi di trasporto a basse emissioni di carbonio e trasporto urbano

│ 17

Semplificazione

Regole comuni - fondi compresi nel Quadro strategico comune• Politica di coesione, sviluppo rurale e politiche per gli affari marittimi

e la pesca

Possibilità di programmi plurifondo• FESR, FSE e Fondo di coesione

Sistema di esecuzione razionalizzato• Norme su ammissibilità e durata armonizzate • Maggiore ricorso a costi semplificati• Correlazione tra pagamenti e risultati• Coesione elettronica: « sportello unico » per i beneficiari• Approccio proporzionale al controllo

│ 18

Rafforzare la coesione territoriale

Attenzione focalizzata sullo sviluppo urbano sostenibile• Almeno il 5% delle risorse dell'FESR

Sviluppo di una piattaforma per lo sviluppo urbano• Istituzione di una rete tra le città e scambi di informazioni sulle

politiche urbane

Azioni innovative per lo sviluppo urbano sostenibile• Massimale pari allo 0,2% del finanziamento annuale

Aree con caratteristiche naturali o demografiche specifiche• Dotazione supplementare per regioni ultraperiferiche e scarsamente

popolate

│ 19

Politica orientata agli investimenti

Promuovere l'utilizzo di strumenti di finanziamento innovativi• Estendere il campo di applicazione a tutte le aree di investimento• Maggiore chiarezza del quadro normativo• 10% di premio per strumenti di finanziamento innovativi e sviluppo

di tipo partecipativo• Una gamma di opzioni che garantiscono flessibilità ai gestori dei

programmi

Tassi di cofinanziamento massimi• 75%-85% nelle regioni meno sviluppate e ultraperiferiche• 60% nelle regioni di transizione • 50% nelle regioni più sviluppate

│ 20

Gestione e controllo

Gestione finanziaria• Nuovo sistema di rendiconto annuale• Dichiarazione annuale di gestione• Liquidazione annuale dei conti da parte della CommissioneSistemi di gestione e di controllo• Accreditamento nazionale (responsabilizzazione degli Stati membri)• Le autorità di gestione possono operare in qualità di autorità di certificazione• La Commissione può esaminare l'accreditamento

(sulla base dei rischi e dei riscontri storici)Maggiore proporzionalità• Esenzioni per programmi con volumi ridotti• Esenzioni per sistemi che hanno conseguito risultati positivi costanti • Limitazioni della frequenza delle verifiche della Commissione su singole

operazioni

│ 21

Cooperazione territoriale

• Regolamento distinto• Aumento delle risorse finanziarie (+30%)• Concentrazione dei programmi su massimo 4 obiettivi tematici• Gestione semplificata dei programmi (fusione di autorità di gestione

e autorità di certificazione)• Creazione semplificata dei Gruppi europei di cooperazione

territoriale (GECT)

Politica di coesione

4. Come verranno assegnati i fondi?

│ 23

Un sistema equo per tutte le regioni UE (simulazione di ammissibilità)

3 categoriedi regioni

< 75% della media UEPIL/pro capite*

*indice EU27=100

75-90 % > 90%

Regioni meno sviluppate

Regioni di transizione

Regioni più sviluppate

© EuroGeographics Association for the administrative boundaries

Canarie

Guyana

Riunione

Guadalupa/Martinica

Madeira

Azzorre

Malta

│ 24

Come verranno assegnati i finanziamenti?

68,7%

11,6%

15,8%

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

119,2

72,4

307.1

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

Stanziamento di bilancio (in %)

Popolazione coperta(in milioni)

Regioni/SM meno sviluppati Regioni di transizione Regioni più sviluppate

Fondo di coesione¹ 68.7

Regioni meno sviluppate 162.6

Regioni di transizione 38.9

Regioni più sviluppate 53.1

Cooperazione territoriale europea

11.7

Regioni ultraperiferiche e aree scarsamente popolate

0.9

Totale 336.0

¹ 10 miliardi di euro del Fondo di coesione saranno destinati al meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility)

Politica di coesione

5. Quando entreranno in vigore le modifiche?

│ 26

Calendario

2014Nov.2010

2012 – 2013Marzo2012

Ott.2011

Giugno2011

Marzo2010

5°relazionesulla coesione

economicasociale e

territoriale e consultazione

pubblica

Accordo su QFP e

adozione del nuovo pacchetto

legislativo

Entratain vigore e

adozione deiprogrammi

Quadrostrategico comune

Proposte per la politicadi coesione2014-2020

Proposta dellaCommissione per un Quadro

finanziariopluriennale

(QFP)

Adozione della strategia

Europa 2020

│ 27

Dove è possibile reperire ulteriori informazioni?

Segui gli aggiornamenti su @EU_Regional on Twitter

http://ec.europa.eu/regional_policy/index_it.cfm

Seminario H2.0: acqua in rete a Roma3

Finanziamenti e direttive comunitarie

Giorgio Pineschi

Direttive comunitarie

La politica europea sulle risorse idriche

Economiche

Sociali

Ambientali

L’acqua è un bene primario il cui valore travalica i confini nazionali ed i problemi connessi alla sua presenza, in difetto o in eccesso, e al suo inquinamento determinano conseguenze di enorme portata con implicazioni:

Sviluppo Sostenibile

Promuovere un uso sostenibile delle risorse idriche, destinato a soddisfare il fabbisogno attuale, senza compromettere la capacità per le future generazioni di soddisfare al proprio.

Risposta

La politica europea sulle risorse idriche

Dalla metà degli anni ’70 si sono registrati numerosi interventi finalizzati principalmente all’armonizzazione delle normative dei singoli stati membri sul tema della qualità delle acque superficiali destinate ad utilizzi diversi:

Direttiva 75/440/CEE sulla qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile

Direttiva 76/160/CEE concernente la qualità delle acque di balneazione

Direttiva 78/659/CEE sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci

Direttiva 79/293/CEE concernente la qualità delle acque destinate alla molluschicoltura

La politica europea sulle risorse idriche

Successivamente e fino a metà degli anni ’80, la Comunità ha rivolto la sua attenzione verso la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento idrico provocato da scarichi di

Direttive: 80/68/CEE, 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/491/CEE

Sostanze pericolose, mercurio, cadmio, esacloroesano

Nel ’91 sono state emanate le direttive 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole

Recepite attraverso il D.Lgs. 152/99

Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane

Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole

La politica europea sulle risorse idriche

Questa complessa serie di interventi normativi ha originato un sistema fortemente parcellizato

Solo un approccio complessivo e coordinato dei singoli problemi, frutto di una visione d’insieme, può consentire il controllo delle fonti d’inquinamento e il raggiungimento di elevati livelli di tutela ambientale

Una prima volontà di stabilire una politica integrata delle risorse idriche era contenuta nella Comunicazione della Commissione del 21 febbraio 1996 sulla politica comunitaria in materia di acque.

Direttiva 2000/60/CE

“L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”

Principi ispiratori

Precauzione

Azione preventiva

Chi inquina paga

Obiettivi

Ampliare la protezione delle acque, sia superficiali che

sotterranee

Raggiungere lo stato “buono” per tutte le acque entro in 31 dicembre 2015

Gestire le risorse idriche sulla base di bacini

idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative

Procedere attraverso un’azione che unisca limiti delle emissioni e

standard di qualità

Riconoscere a tutti i servizi idrici il giusto

prezzo che tenga conto del costo economico

reale

Rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia

Tutela e gestione delle acque a livello di bacino idrografico

Unità territoriale di riferimento: “Distretto idrografico”

“ Il territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi per sfociare in un punto

specifico di un corso d’acqua (lago o la confluenza di un fiume)”

“Area di terra o di mare, costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere e che

rappresenta la principale unità di gestione dei bacini idrografici”

Principali Bacini

idrografici in Europa

2003 Individuazione del distretto (art. 3)

2004 Analisi del distretto, esame impatto antropico e analisi economica (art. 5)

2006 operatività dei programmi di monitoraggio (art. 8)

2008 – 2009 programma di misure e piano di gestione dei bacini idrografici (art. 11 e 13)

Obiettiviambientali

HMWB

REFCOND

Buono stato

2015

Le norme di settore in materia di acque1976 – Legge 319

1989 – Legge 183

1994 – Legge 36

1999 – D.Lgs 152

2006 – D.Lgs 152

Tutela delle Acque dall’inquinamento

Riforma dei servizi idriciLegge Quadro

sulla Difesa del Suolo

Tutela delle Acque dall’inquinamento

Testo Unico Ambientale

“problematiche” e “ambiti” territoriali di riferimento

Legge 183/89

Reticolo idrografico delle Acque interne

Corpo idrico

Bacino idrografico

Distretto idrografico

Dalle Autorità di Bacino ai Distretti Idrografici1989 2006

DISTRETTO DELL’APPENNINO CENTRALEAUTORITA’ DI BACINO DEL FIUME TEVERE

Autorità di Bacino del fiume Tevere Distretto dell’Appennino Centrale

Dalle Autorità di Bacino ai Distretti Idrografici

• 20 Regioni

• 103 Province

• 8101 Comuni

La Struttura Amministrativa

Gli Ambiti

TerritorialiOttimali (ATO)

per il SII

Legge 36/94

Direttiva 2000/60/CE

Legge 183/89

Legge 36/94

D.Lgs 152/99 – 258/00

I Piani derivanti dal Quadro Normativo

Piani di Bacino

Piani di Tutela

Piani d’Ambito

Piani di Gestione

A.di Bacino

Regione

A. di Ambito

A. di Distretto

D.Lgs 152/06 (Testo Unico) TUTTI

Autorità di Bacino:definisce obiettivi e prioritàdegli interventi cui devonoattenersi i Piani di TutelaObiettivi

(Su scala di bacino idrografico)

Piano di Tutela(Stralcio piano di bacino)

Regione: Adotta e approva ilPiano di Tutela entro31/12/2004

P.R.G.A.

Regione: aggiorna il P.R.G.A.

PdA1

PdA2

PdA3

PdA4

ATO: redigono il Piano d’Ambito Territoriale che

costituisce il documento di pianificazione generale e

strategica per la gestione del Servizio Idrico Integrato

Piani di Gestione dei Bacini Idrografici (art. 13)

Direttiva 2000/60/CE:Gli Stati membri devono

predisporre un Piano di Gestione per ogni Distretto Idrografico

Pianificazione di Bacino

Altri piani (irriguo,…)

Piano di Bacino (Distrettuale)art. 65  D.lgs 152/06 e Allegato 4

• Livello MACRO (Distretto/Bacino/Sottobacino)– Gestione del RISCHIO ad idonea scala– Governo della RISORSA IDRICA – Aspetti inquinamento MONTE‐VALLE

• Coordinamento Interregionale• Uniformità a scala nazionale• Coerenza e conformità agli Standard UE

Piano di Bacino (Distrettuale)Piani Stralcio• Piano Stralcio Per l’Assetto Idrogeologico PAI (art. 67)• Piano delle utilizzazioni (Bilancio Idrico)• Piano di Gestione (articolazione interna del PdB, art 117)

Piani di Settore• Piano (regionale) di Tutela delle Acque (art. 121)

– Pianificazione del Bilancio Idrico (art 95)

Piano di Ambito Altri pianiPiano di Bacino Piano di Tutela/Gestione

OBIETTIVI

Gestione delle risorse idrichesulla base dei

confini idrografici

Coerenza e consistenza tecnicaed economica

Integrazione di tematiche e di problemi differenti

Procedere attraverso un processo partecipato

PIANO DI GESTIONE NELLA DIRETTIVA 2000/60/CE(Art. 13 e all. 7)

CONTENUTI DEL PIANO DI GESTIONE(All. 7 WFD e all. 4  parte A D.lgs 152/06)

1. FASE CONOSCITIVA

descrizione generale delle caratteristiche del distretto;

la sintesi delle pressioni e degli impatti delle attività umane sui corpi idrici;

l'elenco e la rappresentazione delle aree protette; 

la mappa delle reti di monitoraggio;

2. FASE STRATEGICA

l'elenco degli obiettivi ambientali per tutti i corpi idrici;

3. FASE DI PROGRAMMAZIONE/ATTUAZIONE

la sintesi dell'analisi economica;

repertorio di eventuali programmi o piani più dettagliati (sottobacini, settori, …);

la sintesi dei programmi di misure;

sintesi delle misure adottate in materia di informazione e consultazione pubblica;

l'elenco delle autorità competenti;

le procedure per ottenere la documentazione e le informazioni di base.

Superficie del distretto (Km²)

Abitanti

circa 36.000 circa 7.000.000

Regioni interessate:

Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria

SUB DISTRETTINELL’AMBITO

DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO

CENTRALE

Stato complessivo dei corpi idrici superficiali

Stato complessivo dei corpi idrici sotterranei

Obiettivi corpi idrici superficiali

Obiettivi corpi idrici sotterranei

Monitoraggio corpi idrici superficiali (DM 56/2009)

Monitoraggio corpi idrici sotterranei (DM 56/2009)

La sintesi delle misure -

Elenco delle misure con indicazioni di:

• Tipologia (misure di base/supplementari)• Settore di intervento• Natura dell’intervento (strutturale/non strutturale)• Scala temporale• Stato di attuazione

Misure organizzate per ambiti strategici:

A. Qualità dei corpi idrici e lo stato degli ecosistemi connessiB. Utilizzazione della risorsa idricaC. Uso del suolo e pericolosità geomorfologicaD. Equilibrio ambientale e tutela della biodiversitàE. Razionalizzazione delle competenze, partenariato e servizi al

cittadino

La sintesi delle misure

Elenco delle misure con distinzione tra misure di base e misure supplementari

La sintesi delle misure - Elaborato n. 6

Analisi di coerenza e corrispondenza degli interventi e delle azioni delle pianificazioni di settore (Piano di Tutela, Piani di Ambito, Accordi di

Programma)

36

Tutte le informazioni sono associate al singolo corpo idrico:

• geometria• riferimento geografico• tipo • pressioni • Monitoraggio• Aree protette• Stato di qualità• Obiettivo• Misure

La scheda dei corpi idrici

37

Ambito

La scheda dei corpi idrici

Misure associate al corpo idrico

Sub-ambito Misure ex Elaborato 6

Piano di riferimento

Intervento

38

Le autorità di Bacino ex 183/89 hanno coordinato i lavori di redazione dei piani di gestione

La legge 13/2009

Percorso di approvazione dei piani di gestione in Italia

Recuperare e valorizzare l’importante bagaglio delle autorità di bacino nazionali ex L.183/89

Regioni

Ministero dell’Ambiente

Collaborato alla realizzazione dei piani di gestione

Svolto una funzione di coordinamento su base nazionale

Adozione dei piani di gestione in data 24 Febbraio 2010

Importante esperienza di collaborazione interistituzionale

La Partecipazione Pubblica (PP)

art.14:

“ Gli Stati membri promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti 

interessate all'attuazione della presente direttiva, in particolare all'elaborazione, al riesame e 

all'aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici

Perchè la PP?• Per ottenere informazioni essenziali, esperienze

e creatività• Per ottenere una politica delle acque meglio

adattata alla società e più “leggittimata” • Per avere completo mandato e consenso nelle

fasi di attuazione• Per costruire un network, e una cultura della

collaborazione • Ottenere un generale miglioramento dei piani

ACTIVE INVOLVEMENT

CONSULTATIONINFORMATION SUPPLY

Da garantire Da incoraggiare

Chi è il "pubblico"?

• Parti interesate = stakeholders

gruppi organizzazionipersoneCon un interesse nel settore (passivo / attivo)

• Scegliere gli stakeholders rilevanti

Grado di interesse

Istituzioni esistenti

Uguali diritti

→ Stakeholder analysis

PP non significa:

• Tutti insieme appassionatamente (1,2,3 – casino!!)• Tutti decidono • PP sempre e ad ogni costo• Perdere il controllo• Raggiungere il consenso ad ogni costo

→ Stakeholder analysis

Gestione delle aspettative

...Piuttosto significa:

Comunicazione a due vie

Capacità di adattamento

Feed-back verso gli attori

Assenza di decisioni preconfezionate