PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO/...

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AREA TECNICA – SETTORE URBANISTICA

PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO/ “PAESAGGIO”

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SISTEMA DELLA COPERTURA BOTANICO VEGETAZIONALE, COLTURALE E DELLA POTENZIALITA’ FAUNISTICA: BOSCHI E MACCHIE – BENI NATURALISTICI –ZONE UMIDE – AREE PROTETTE –BENI DIFFUSI DEL PAESAGGIO AGRARIO

Consulenza : Dott.ssa Anna Maria CASTELLANETA Il Capo Settore Urbanistica Il Dirigente dell’Area Tecnica Arch. Vincenzo Cavallo Arch. Giovanni Narracci Assessore all’ Urbanistica Il Sindaco (Francesco Donatelli (Dott. Raffaele Bagnardi Grottaglie, 12 APRILE 2007

id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti 1 4 002 CORTEMAGGIORE 6 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata

componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza della componente vegetazionale e della potenzialità della Fauna)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Il fronte dei monti di Cortemaggiore confina con il territorio del comune di Crispiano, con il territorio del comune di Taranto, che qui possiede un enclave e con il territorio del comune di Martina Franca, dal quale si differenzia solo amministrativamente dal momento che è parte integrante della catena dei monti del secondo gradino murgiano. Il paesaggio di questo territorio è uno dei più suggestivi di tutta la zona esaminata; consente, infatti, di godere di un ampio panorama che include, nelle giornate limpide di tramontana, tutto il golfo di Taranto e che permette di guardare all’orizzonte, in direzione sud est, sia l’Appennino Lucano che quello Calabro Lucano. La vegetazione, perlopiù legnosa xerica, è espressione delle più significative condizioni climatiche dei paesi mediterranei; infatti, la presenza di Leccio (Quercus ilex) e di Olivo (Olea oleaster e O.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti sylvester), dominante quest’ultimo, nella formazione di macchia foresta, costituisce la vegetazione climax tipica dei raggruppamenti vegetali mediterranei, per certi versi quasi completamente distrutta dall’uomo che, nel corso dei secoli, ha sostituito la primigenie coltre vegetale con le colture arboree, mutando in maniera profonda la connotazione dei luoghi. La vegetazione originaria rimane tuttavia relegata alle zone più impervie ed inaccessibili del territorio, così come a Cortemaggiore, ove, tuttavia, l’uomo è comunque intervenuto nelle aree a leggero declivio per la coltivazione dell’olivo. Annosi esemplari sono presenti lungo tutto la linea sinuosa che delimita Cortemaggiore e la piana sottostante; questi alberi, quasi tutti elementi selvatici nati da seme, talvolta innestati, sono l’espressione più significativa del secolare rapporto di reciprocità tra l’uomo e l’ambiente naturale. A tratti, si intravedono differenti forme di degradazione della vegetazione originaria perlopiù determinata dall’uomo e dalle sue attività. Senza soluzione di continuità questa zona costituisce un insieme paesaggistico di grande valore ambientale, allo stato attuale, minacciato da tentativi di edilizia abusiva e da una forma di disboscamento deturpante causato dal passaggio del metanodotto, a confine tra i territori di Grottaglie e di Crispiano che ha determinato una profonda interruzione nella continuità vegetazionale.

3 4 028 VISCIOLO 35-36 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (sia per la presenza di varie componenti vegetazionali e floristiche, tra le quali specie puntiformi di querce caducifoglie che per la potenzialità faunistica e la reale presenza della specie Poiana, (Buteo buteo)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. La vegetazione di Canale Visciolo è caratterizzata prevalentemente da formazioni vegetali di specie xerofile della macchia alta mediterranea che ricopre a tratti senza soluzione di continuità i versanti inclinati del canale. Va rilevato tuttavia che la presenza più significativa è nella individuazione di numerosi alberi di querce caducifoglie che corrono lungo il pendio, anche in questo caso, come in altri rilevati nel territorio, delimitando un piccolo corso d’acqua che dalla collina scende a valle in direzione del lungo corso mediano di acque scavato nella roccia. Tale presenza di notevole significato scientifico aumenta la già notevole valenza paesaggistica del luogo.

4 4 011 VALLONE FANTIANO 16 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione delle pinete si riferisce alla pineta di Pino d’Aleppo specie il cui indignato, in Puglia, viene fatto risalire solo al nucleo presente sul promontorio del Gargano e a quello presente a Massafra nella gravina Madonna della Scala. Poco o nulla si riscontra, nella bibliografia specifica, sul più vasto areale tarantino che la specie fa

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per la presenza della componente vegetazionale e della potenzialità faunistica ad essa legata)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti registrare: Così che spesso si fa accenno alle pinete dell’arco ionico perlopiù come formazioni artificiali naturalizzate in un ambiente consono alla sopravvivenza della specie. Nel territorio di Grottaglie i nuclei naturali di questa formazione forestale sono numerosi, in molti casi resi artificiali dai rimboschimenti, la cui piantagione, per sesti regolari, ha spesso cancellato la disposizione casuale dei singoli individui cancellando il primitivo l’aspetto di naturalità. La formazione costituita dalle pinete di Pino d’Aleppo, nel territorio di Grottaglie, può ritenersi tra le formazioni originarie proprie di questa zona dell’entroterra tarantino. Si tratta di una formazione il cui areale, poco studiato in realtà e di cui le fonti bibliografiche sono piuttosto carenti, è intravedibile nei residui frammenti della pineta originaria di cui oggi, purtroppo, rimangono scarsi indizi spesso di alcuna leggibilità. Le pinete naturali del territorio di Grottaglie sono, tutte state oggetto di rinfittimento o di rimboschimento delle aree contermini cosi che oggi si distingue con difficoltà la formazione originaria.da quella artificiale. Durante l’indagine sono state rilevate quella di Frantella, di San Francesco, di Paparazio e di Galeasi che, per quanto con soggettive connotazioni ne sono l’esempio eclatante. Discorso a sé per il Vallone Fantiano il cui eccezionale valore paesaggistico lo pone tra le più interessanti formazioni di pineta naturale di Pino d’Aleppo della provincia. Il primo impatto con il Vallone Fantiano è particolarmente suggestivo. La gravina si presenta, infatti, quasi totalmente ricoperta, nella parte a monte dell’incisione e lungo le brevi aree contermini che si snodano sui bordi superiori degli spalti, da una interessante formazione di pino d’Aleppo che costituisce uno dei tanti lembi di pineta relitta delle foreste dell’arco ionico. E’ presente, inoltre, un consistente strato sottostante di globosi arbusti di rosmarino e timo nonchè una discreta rinnovazione naturale che tenta di espandere la superficie al di là del limite superiore della gravina. Senza soluzione di continuità le formazioni di pino d’Aleppo dovevano interessare, la zona costiera e quella interna fino al limite dei querceti caducifoglie e pertanto, oggi, questi residui lembi della vegetazione originaria rappresentano un importante tassello nella ricostituzione della vegetazione potenziale dei luoghi. Per quanto l’aspetto della pineta e delle singole piante appaia buono, si sono evidenziati due elementi fondamentali che potrebbero allarmare sullo stato di salute del consorzio boschivo; il primo rappresentato da un considerevole attacco di processionaria del pino (Thaumetopea pityocampa), già rilevato anche nelle formazione artificiale della pineta, a nord del territorio comunale e nei giardini privati della città e il secondo nei ripetuti fenomeni di stroncamento delle piante in piedi, evidenziato durante i rilievi.

5 4 025 ANGIULLI GRANDE 26 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per l’importanza scientifica del bosco costituito da specie di quercia caducifoglie espressione del residuo vasto querceto che caratterizzava la zona situata ai piedi del secondo gradino murgiano)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. Uno degli elementi più importanti di questa indagine vegetazionale è sicuramente nell’individuazione di residui lembi di querce caducifoflie. In località Masseria Nuova, Melio, Padula Monache, Angiulli Grande e Castagna. Si tratta di piccole aree boscate per molti versi in condizioni di degrado, fortemente minacciati dall’azione antropica, che costituiscono un elemento paesaggistico e scientifico particolarmente importante rafforzato dalla presenza di piante sparse di quercia nel territorio e lungo i muri a secco secondo i tipi della vegetazione reale formata da frammenti della vegetazione originaria. Sono senza dubbio di notevole rilevanza dal momento che consentono di ipotizzare, ancora una volta, quale possa essere la vegetazione potenziale dell’area in esame. La specie arborea maggiormente rappresentata sembra essere la roverella (Quercus pubescens), ben evidente in annose piante anche nei campi coltivati oliveti e vigneti ma è in corso di studio l’accertamento della presenza anche di Quercus virgiliana, di Quercus robur e di Quercus dalechampi, probabilmente esistenti negli ambiti indagati. Il bosco di querce caducifoglie rilevato in località Angiulli Grande, come dall’omonima masseria, si presenta intricato e di difficile accesso per la presenza di robusti arbusti di mirto, di lentisco, di cisto, di fillirea e da elementi lianosi come la smilace che si sviluppa tra gli stessi. Ha un aspetto apparentemente rigoglioso lungo il perimetro esterno, tra l’altro, delimitato da un muro a secco, che cambia totalmente al suo interno, presentandosi alquanto degradato e costituito da rada copertura arborea fatta perlopiù da individui contorti e con chiome irregolari. Anche questo piccolo bosco come gli altri, è fortemente minacciato dalla pressione antropica soprattutto imputabile alla presenza dei fondi coltivati limitrofi tra i quali vegeta. Indiscutibile l’importanza scientifica dell’intero biotopo costituito da specie di quercia, in corso di identificazione, non segnalate nella zona.

6 4 026 ANGIULLI PICCOLO 27 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per il contesto naturalistico di cui l’area fa parte e per la potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante

S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. La macchia alta, in località Angiulli Piccolo, è costituita perlopiù da lentisco; si presenta copatta vigorosa, senza soluzione di continuità anche se contenuta in un’area ben limitata, riquadrata tra i coltivi. Occupa una posizione preminente rispetto al restante contesto ambientale per essere dislocata su uno dei due versanti di un ampio impluvio nella cui parte mediana scorre un canale di acque delimitato da rigogliosa vegetazione di ripa. E’ senza dubbio una delle tessere più importanti nella formazione di una unità paesaggistica, pressoché esclusiva dal momento che non è ricorrente, nel territorio, osservare la vegetazione naturale con la componente acqua, in un contesto ambientale in cui la mano dell’uomo è stata incisiva nelle trasformazioni operate al territorio. Il limite superiore dell’area di macchia è, infatti, occupato dagli oliveti mentre a valle sono ben evidenti altre zone coltivate.

7 4 012 MALABARBA 16-17 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli,

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di

Livello del Valore Paesaggistico: “C” = valore distinguibile (per la significatività dell’area che costituisce una fondamentale continuità tra le maglie della rete ecologica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il

Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Tra le formazioni della macchia bassa che sconfinano spesso in espressioni di degrado tipiche della gariga, nel territorio di Grottagie si annoverano quelle riscontrate nell’area di Frantella, di Malabarba, di Lama S. Elia, di Paparazio, di La Torre e di Amici. La macchia di località Frantella al limite della strada per Martina Franca alla periferia nord di Grottaglie si presenta rada nell’area iniziale mentre si fa continua e compatta via via che si supera il lieve pianoro. Vi si riscontrano durante il periodo primaverile numerose specie erbacee vegetanti tra i pulvini compatti di timo. La macchia di Malabarba costituisce un importante tassello di continuità della vegetazione dei valloni contermini, di cui costituisce un’ essenziale area di continuità tra le maglie della rete ecologica. Lama S. Elia è situata nell’abitato di Grottaglie. Nell’indagine condotta, sono state riscontrate, tra le più rappresentative specie arbustive e cespugliose: il cappero comune ( Capparis spinosa ), il timo arbustivo (Thymus capitatus), il rovo.comune (Rubus ulmifolius), il the siciliano(Prasium majus), il mirto (Myrtus communis). La macchia di Paparazio disgiunta dall’omonima pineta, è un piccolo lembo alquanto degradato per la notevole frequentazione dell’area, così come i due nuclei di macchia bassa vegetanti tra i coltivi in località La Torre, dove lentisco, timo, dafne e qualche perastro si alterna tra ampie chiarie . Particolare apprensione suscita invece la macchia vegetante in località Amici. Si tratta di una vasta area di macchia bassa già inclusa nella precedente perimetrazione Putt/P attualmente minacciata da grandi

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti volumi di terreno di riporto che hanno occupato buona parte della superficie e di quella della lieve incisione carsica contermine.

8 4 004 MANNARA 08 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “E” = valore normale

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. In località Mannara, tra strade interpoderali, è situata una piccola area riquadrata di macchia mediterranea. L’aspetto è più propriamente di un incolto invaso da varie specie di graminacee e occupato da arbusti con disposizione a macchia d’olio; vi prevalgono arbusti come Daphne gnidium, lentisco, olivastro, Calycotome spinosa e rosmarino. Tra i cespugli, qua e là, si ergono piante di olivo, di varie età, in stato di abbandono. L’area si presenta in condizioni di degrado ed è minacciata da ripetuti tentativi di ulteriori manomissioni dal momento che , durante il periodo estivo, è percorsa da numerosi incendi. Inoltre è spesso sottoposta a pascolo dai proprietari degli allevamenti contermini, pratica che contribuisce all’ulteriore impoverimento della compagine floristica

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti del luogo.

9 4 013 VALLONE FULLONESE

17 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per la presenza di un consistente nucleo di specie di quercia caducifoglie di estremo interesse scientifico)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Il Vallone Fullonese è situato sul versante occidentale dell’abitato di Grottaglie; presenta, nel tratto pressoché parallelo all’abitato, poche tracce di vegetazione di macchia bassa e strisciante limitata ai costoni rocciosi che si presentano, perlopiù, nudi o punteggiati nel vecchio alveo da qualche annoso albero a foglia caduca. L’esplorazione alla parte più interessante del Vallone, comincia, invece, a partire dal tratto a valle. Uno slargo iniziale, caratterizzato da un ampio gradone, è occupato da olivi di discrete dimensioni e da piante di fruttiferi. Lo spalto di sinistra, guardando in direzione dei monti, è sovrastato dai fabbricati della vecchia Casa di Mendicità mentre quello di destra è caratterizzato da costoni rocciosi imponenti con grotte scavate negli anfratti. La vegetazione annovera tra le altre specie tipiche della macchia, piante

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti decombenti di cappero (Capparis spinosa) e di tanto in tanto piccole piante di bagolaro (Celtis australis) di caprifico, di olivastri, di pini d’Aleppo. La parte più interessante, tuttavia, è costituita dalla vegetazione del fondo del vallone caratterizzata da un consistente nucleo di querce cadicifoglie di notevole interesse scientifico. Le specie, in corso di identificazione costituiscono una delle tessere di quell’importante mosaico di formazioni vegetali proprie della originaria vegetazione del territorio di Grottaglie. Anche in questo caso come in altre situazioni vegetazionali a cui si è fatto cenno, il gruppo di querce è legato all’ambiente umido del vallone segnato sul fondo da un canale di acque a scorrimento stagionale. Annose piante di carrubo (Ceratonia siliqua) completano l’inquadramento botanico del luogo, anche in questo caso non segnalato negli studi specifici del settore.

10 4 024 MASSERIA NUOVA 25 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. Uno degli elementi più importanti di questa indagine vegetazionale è sicuramente nell’individuazione di residui lembi di querce caducifoflie. In località Masseria Nuova, Melio, Padula Monache, Angiulli Grande e Castagna. Si tratta di piccole aree boscate per molti versi in condizioni di degrado, fortemente minacciati dall’azione antropica, che costituiscono un elemento paesaggistico e scientifico particolarmente importante rafforzato dalla presenza di piante sparse di quercia nel territorio e lungo i muri a secco secondo i tipi della vegetazione reale formata da frammenti della vegetazione originaria. Sono senza dubbio di notevole rilevanza dal momento che consentono di ipotizzare, ancora una volta, quale possa essere la vegetazione potenziale dell’area in

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per l’importanza scientifica del bosco costituito da specie di quercia caducifoglie espressione del residuo vasto querceto che caratterizzava la zona situata ai piedi del secondo gradino murgiano)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti esame. La specie arborea maggiormente rappresentata sembra essere la roverella (Quercus pubescens), ben evidente in annose piante anche nei campi coltivati oliveti e vigneti ma è in corso di studio l’accertamento della presenza anche di Quercus virgiliana, di Quercus robur e di Quercus dalechampi, probabilmente esistenti negli ambiti indagati. In località Masseria Nuova, tra i coltivi, due lembi di boschi, di specie di quercia caducifoglie caratterizzano il paesaggio. Devono la propria sopravvivenza non tanto alla mano dell’uomo che incide, al contrario sul loro stato ritagliandone vieppiù i confini, quanto al consistente banco roccioso su cui vegetano. L’aspetto dei due consorzi boschivi è alquanto intricato; si presentano, infatti, pressoché inaccessibili non solo per le formazioni arbustive del sottobosco, lentisco, mirto, cisto di Montpellier, Osyris alba, Ruscus aculeatus ma soprattutto per gli enormi massi di roccia che occupano il suolo che lo rendono fortemente accidentato. I due lembi boscati, divisi da un giovane impianto di olivi, hanno un grande valore scientifico in quanto costituiti da quelle specie di quercia caducifoglie non segnalate nel territorio e che sono allo stato attuale in corso di studio. Sembrano minacciati dai tagli di alberi posti lungo il perimetro, come è evidente dalle ceppaie di alcuni individui già tagliati.

11 4 010 VALLONE RIGIO 15-16 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per la presenza di un rigoglioso Quercetum gallo-provinciale e la potenzialità faunistica favorita dai versanti rocciosi e dalla presenza dell’acqua che scorre quasi tutto l’anno)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie,

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Sul Vallone Rigio una consistente bibliografia ci documenta sui suoi molteplici aspetti. Dal punto di vista botanico vegetazionale la gravina è interessata da formazioni differenziate di macchia mediterranea, individuate anche in altre zone del territorio comunale, che distinguono la macchia alta da quella bassa e la gariga come forma di degenerazione di quest’ultima. Le fonti bibliografiche riferiscono che nella Gravina sono state riscontrate 321 differenti entità (Medagli 1995) perlopiù riferibili a specie xerofile, anche se non mancano quelle stenofile e mesofile.Non c’è da meravigliarsi, infatti tutte le formazioni arbustive riscontrate nelle aree pedemurgiane e nelle gravine dell’arco ionico, presentano una abbondante mescolanza di specie anche diverse tra loro per habitus ecologico ma che trovano, nel particolare clima delle incisioni carsiche e nelle vallate alla base delle colline, il soddisfacimento delle reciproche esigenze sia nei riguardi della temperatura che nei riguardi dell’umidità dell’aria e del suolo.L’inversione della temperatura e la maggiore umidità del luogo consentono la sopravvivenza di specie dalle esigenze differenti. La maggior parte dei costoni rocciosi e delle aree terrazzate della gravina, soprattutto nella parte a monte, sono ricoperte da lentisco, da mirto, da alaterno, da dafne, da olivastro e da leccio, che raggiungono spesso dimensioni considerevoli in presenza di terreno profondo. Sulle rupi calcaree, procedendo in direzione sud la gravina, con andamento sinuoso presenta una vegetazione più rada che lascia spesso il posto ad ampie chiarie. Nel fondo valle, un tempo oggetto di coltivazione, come testimoniano le annose piante di olivo qua e là disseminate. Corre uno stretto canale di acque. Sui costoni, negli anfratti profondi e nelle picole fessurazioni del cotico roccioso si individuano, tra le altre, piante di cappero comune (Capparis spinosa), di rosmarino, di timo nelle due specie Thimus capitatus e Thimus striatus, di scilla, di Asyneuma limonifolium, di Crocus tomasinii. Interessanti dal punto botanico vegetazionale risultano essere anche gli spalti superiori della gravina in cui, nonostante l’evidente stato di degrado della vegetazione naturale sono riscontrabili grossi cespugli di due specie di Leguminose: Anagyris foetida e Chamaecytisus spinescens quest’ultima già riscontrata nel territorio mentre la prima meno diffusa.

12 4 005 FOSSO RIGIO-BUCCITO-COLUCCIO

6-7-14-15 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (sia per la presenza di varie componenti vegetazionali e floristiche, tra le quali specie puntiformi di querce caducifoglie che per la potenzialità faunistica e la reale presenza della specie Poiana, Buteo buteo)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Il Fosso Rigio Buccito Coluccio è uno degli ambiti paesaggistici più spettacolari del territorio delle gravine di Grottaglie. Al fosso Rigio si accede da una strada interpoderale in prossimità del canale di acque correnti che va ad alimentare più in basso il Vallone Rigio e superando verso l’alto i salti di quota dei costoni rocciosi si può percorrere interamente sia sul fondo pressoché pianeggiante e in parte coltivato, sia lungo il ciglio delle rocce. Il Fosso è interessato da una vegetazione tipica della macchia alta con prevalenza di Lentisco perastro, olivastro e ginestra pungente. Non mancano le formazioni della macchia bassa soprattutto caratterizzata da Thymus capitatus e Thymus striatus nonché da varie specie erbacee e di Orchidaceae. Lungo il Fosso, in prossimità della diramazione ovest, in una zona prossima al canale delle acque che alimenta Rigio vegeta un importante piccolo nucleo di specie di quercia cqducifoglie identificate come Quercus virgiliana. Tale individuazione rende l’area ancora più importante dal punto di vista scientifico, costituendo tale formazione un importante tassello nella ricostruzione del paesaggio originario. L’integrità del Fosso è recentemente minacciata da un deturpante sbancamento eseguito sul costone roccioso che volge a ovest. L’area Buccito Coluccio è una grande estensione caratterizzata a tratti da macchia alta e/o bassa la cui veste primaverile, tra le più belle del paesaggio murgiano si arricchisce, nelle aree maggiormente antropizzate, di lucenti rosette di foglie di Urginea marittima, fioriture di Rosmarino e di Ginestra pungente.

13 4 003 OSPEDALE 03-07-08 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza della componente vegetazionale e della potenzialità della Fauna)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi

P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. La seconda zona collinare indicata con il toponimo di Ospedale è situata in prossimità dell’incrocio tra il Regio tratturo e la strada provinciale che conduce a Martina Franca, Anche in questo caso la vegetazione predominante è rappresentata dalla macchia alta, soprattutto nelle vallecole. La macchia, in questo caso, si presenta con una fisionomia tutta propria per essere in particolarmente rappresentata da due specie predominanti, il lentisco e la ginestra pungente. Quasi del tutto assente il leccio che lascia più spesso il posto alle formazioni consociate di lentisco, di olivastro, di mirto, di rosmarino (Rosmarinus officinalis), di dafne (Daphne gnidium), di timo (Thymus capitatus) e di Calycotome spinosa, Prasium maius e Euphorbia con evidenti segni di soluzione di continuità della copertura vegetale e con graduale sconfinamento nella forma degradata della macchia mediterranea, propriamente gariga. Nella parte pianeggiante, infatti, in direzione della città, la pianeggiante area contigua è caratterizzata da arbusti radi di lentisco, mirto e rosmarino e da numerose specie di piante erbacee neofite tra cui alcune orchidacee dei generi Serapias, Orchis e Ophrys.

14 4 006 FRANTELLA (Pineta) 07-08-16 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza della componente vegetazionale e della componente floristica: alcune specie di Orchidacee e per la potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità.La vegetazione delle pinete si riferisce alla pineta di Pino d’Aleppo specie il cui indignato, in Puglia, viene fatto risalire solo al nucleo presente sul promontorio del Gargano e a quello presente a Massafra nella gravina Madonna della Scala. Poco o nulla si riscontra, nella bibliografia specifica, sul più vasto areale tarantino che la specie fa registrare: Così che spesso si fa accenno alle pinete dell’arco ionico perlopiù come formazioni artificiali naturalizzate in un ambiente consono alla sopravvivenza della specie. Nel territorio di Grottaglie i nuclei naturali di questa formazione forestale sono numerosi, in molti casi resi artificiali dai rimboschimenti, la cui piantagione, per sesti regolari, ha spesso cancellato la disposizione casuale dei singoli individui cancellando il primitivo l’aspetto di naturalità. La formazione costituita dalle pinete di Pino d’Aleppo, nel territorio di Grottaglie, può ritenersi tra le formazioni originarie proprie di questa zona dell’entroterra tarantino. Si tratta di una formazione il cui areale, poco studiato in realtà e di cui le fonti bibliografiche sono piuttosto carenti, è intravedibile nei residui frammenti della pineta originaria di cui oggi, purtroppo, rimangono scarsi indizi spesso di alcuna leggibilità. Le pinete naturali del territorio di Grottaglie sono, tutte state oggetto di rinfittimento o di rimboschimento delle aree contermini cosi che oggi si distingue con difficoltà la formazione originaria.da quella artificiale. Durante l’indagine sono state rilevate quella di Frantella, di San Francesco, di Paparazio e di Galeasi che, per quanto con soggettive connotazioni ne sono l’esempio eclatante. La pineta di Frantella si estende sul secondo gradino murgiano, in direzione nord dell’abitato, sconfinando, in direzione sud al limite del primo gradino murgiano al limite dei seminativi e degli oliveti sottostanti. Si tratta di una formazione con densità irregolare e piante di varie età. Il primitivo consorzio naturale è stato in più riprese oggetto di

P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti rimboschimento tant’è che piante annose si alternano ad altre più giovani dal portamento filato. Presenta un sottobosco irregolare, costituito perlopiù da lentisco, vegetante soltanto nelle chiarie. Lungo i bordi perimetrali la flora della pineta risente di quella delle aree contermini pertanto, è sinantropica in prossimità dei coltivi mentre è prevalentemente arbustiva, con elementi tipici della macchia, in prossimità dei monti di Ospedale. Consistente, in direzione sud, risulta essere la parte bruciata con alberi secchi, stroncati dal vento.

15 4 007 FRANTELLA (Isolotto) 08 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “E” = valore normale

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Tra le formazioni della macchia bassa che sconfinano spesso in espressioni di degrado tipiche della gariga, nel territorio di Grottagie si annoverano quelle riscontrate nell’area di Frantella, di Malabarba, di Lama S. Elia, di Paparazio, di La Torre e di Amici. La macchia di località Frantella al limite della strada per Martina Franca

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti alla periferia nord di Grottaglie si presenta rada nell’area iniziale mentre si fa continua e compatta via via che si supera il lieve pianoro. Vi si riscontrano durante il periodo primaverile numerose specie erbacee vegetanti tra i pulvini compatti di timo. La macchia di Malabarba costituisce un importante tassello di continuità della vegetazione dei valloni contermini, di cui costituisce un’ essenziale area di continuità tra le maglie della rete ecologica. Lama S. Elia è situata nell’abitato di Grottaglie. Nell’indagine condotta, sono state riscontrate, tra le più rappresentative specie arbustive e cespugliose: il cappero comune ( Capparis spinosa ), il timo arbustivo (Thymus capitatus), il rovo.comune (Rubus ulmifolius), il the siciliano(Prasium majus), il mirto (Myrtus communis). La macchia di Paparazio disgiunta dall’omonima pineta, è un piccolo lembo alquanto degradato per la notevole frequentazione dell’area, così come i due nuclei di macchia bassa vegetanti tra i coltivi in località La Torre, dove lentisco, timo, dafne e qualche perastro si alterna tra ampie chiarie . Particolare apprensione suscita invece la macchia vegetante in località Amici. Si tratta di una vasta area di macchia bassa già inclusa nella precedente perimetrazione Putt/P attualmente minacciata da grandi volumi di terreno di riporto che hanno occupato buona parte della superficie e di quella della lieve incisione carsica contermine.

16 4 008 CASABIANCA 08-09-16-17

Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “C” = valore distinguibile (per le tracce di ricostituzione della pineta originaria riscontrabili nella disseminazione naturale del Pino d’Aleppo)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. La terza zona collinare è indicata con il toponimo di Casabianca dall’omonima masseria che sovrasta in direzione nord ovest. Si tratta di una vasta area che dal limite della pineta di pino d’Aleppo (Pinus halepensis), in direzione nord dell’abitato si estende fino al limite estremo di nord est, a confine con i territori comunali di San Marzano e di Villa Castelli. Si tratta perlopiù di un lungo gradino calcareo (secondo e parte del primo gradino murgiano) caratterizzato da un tipo di vegetazione maggiormente termofila e xerofila, instauratasi su uno spessore minimo di terreno e/o relegata tra le fratture della roccia affiorante. Ben evidente nel paesaggio, l’area collinare costituisce una importante cornice per la città soprattutto come percezione visiva ai due ingressi, quello da Martina Franca e quello da Villa Castelli. Nello specifico, da un punto di vista vegetazionale, la collina è caratterizzata da elementi della macchia mediterranea bassa che più frequentemente, nella zona prossima alla pineta sono: Rosmarinus officinalis, Myrtus communis, Daphne gnidium, Prasium majus, Thymus capitatus, Thymus striatus, Urginea marittima, Borago officinalis; è riscontrabile, anche, una discreta rinnovazione del pino d’Aleppo che guadagna vieppiù territorio con la disseminazione naturale delle aree contermini, non coltivate. Il gradino calcareo, con connotazioni di naturalità, si snoda fino alla confluenza tra il Regio tratturo e la provinciale per Villa Castelli. In questi luoghi sono ancora visibili ampie zone caratterizzate da grosse macchie di specie arbustive che anche in questo caso risultano essere, perlopiù, di mirto, di lentisco, di olivastro, di rosmarino, e di numerosi alberi di olivo inselvatichiti per l’abbandono delle coltivazioni. In tutta la zona collinare è stato possibile rilevare le prime fioriture primaverili, ulteriore contributo all’inquadramento delle specie floristiche presenti in zona. Tra queste, alcune geofite come l’anemone fior-stella (Anemone hortensis), la bellavedova (Hermodactylus tuberosus) e lo zafferano di Thomas (Crocus thomasii).

17 4 016 VALLONE PENSIERO-PAPARAZIO

18-19-30-31

Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza di specie floristiche importanti e perché rappresenta un’area di potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Vallone Pensiero Paparazio pur interrotto dalla rete ferroviaria e da quella stradale conserva pressoché inalterate le valenze tipiche del luogo. La gravina risulta, infatti, inserita in un contesto in cui l’azione di disboscamento ha profondamente trasformato il territorio pertanto la vegetazione si presenta a macchia d’olio sui versanti e sugli spalti con evidenti tracce di degrado tipiche delle zone di gariga. Sono presenti soprattutto cisti, Cistus incanus, Cistus monspeliensis, Phlomis fruticosa, numerose piante di Urginea marittima, di Thimus capitatus, Thimus striatus, perlopiù in anfratti con piccolo spessore di terreno, le formazioni si presentano, infatti, appressate, a cuscinetto o simili a pulvini. Il tratto terminale, in prossimità dell’abitato risulta fortemente degradato e pressoché privo di vegetazione manomesso tra l’altro da consistenti volumi di terra di riporto.

18 4 018 PAPARAZIO (Pineta) 19-31 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza della componente floristica e della potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione delle pinete si riferisce alla pineta di Pino d’Aleppo specie il cui indignato, in Puglia, viene fatto risalire solo al nucleo presente sul promontorio del Gargano e a quello presente a Massafra nella gravina Madonna della Scala. Poco o nulla si riscontra, nella bibliografia specifica, sul più vasto areale tarantino che la specie fa registrare: Così che spesso si fa accenno alle pinete dell’arco ionico perlopiù come formazioni artificiali naturalizzate in un ambiente consono alla sopravvivenza della specie. Nel territorio di Grottaglie i nuclei naturali di questa formazione forestale sono numerosi, in molti casi resi artificiali dai rimboschimenti, la cui piantagione, per sesti regolari, ha spesso cancellato la disposizione casuale dei singoli individui cancellando il primitivo l’aspetto di naturalità. La formazione costituita dalle pinete di Pino d’Aleppo, nel territorio di Grottaglie, può ritenersi tra le formazioni originarie proprie di questa zona dell’entroterra tarantino. Si tratta di una formazione il cui areale, poco studiato in realtà e di cui le fonti bibliografiche sono piuttosto carenti, è intravedibile nei residui frammenti della pineta originaria di cui oggi, purtroppo, rimangono scarsi indizi spesso di alcuna leggibilità. Le pinete naturali del territorio di Grottaglie sono, tutte state oggetto di rinfittimento o di rimboschimento delle aree contermini cosi che oggi si distingue con difficoltà la formazione originaria.da quella artificiale. Durante l’indagine sono state rilevate quella di Frantella, di San Francesco, di Paparazio e di Galeasi che, per quanto con soggettive connotazioni ne sono l’esempio eclatante. La pineta di Paparazio ha un aspetto imponente. All’ingresso, annose piante di Pino d’Aleppo e di Cipresso piramidale con i loro fusti dritti e le chiome consistenti conferiscono all’insieme un positivo primo impatto che non viene sminuito neanche dal sottobosco rado e degradato dal continuo calpestio e frequentazione. Questa pineta, infatti, è meta di passeggiate festive o pomeridiane di tutti coloro che vogliano godere di tranquillità e essere a contatto con la natura. Questa parte iniziale delimitata da vigneti e coltivi degrada in avvallamenti e scoscendimenti del terreno in parte occupati da vegetazione spontanea della macchia, alta e bassa, in parte da formazioni a gruppi di pineta di pino d’Aleppo naturale che sconfinano, in direzione sud, in un annoso oliveto.

19 4 019 GALEASI-VICENTINO-LA TORRE

19-20-21-31-32-33

Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza della componente vegetazionale e della componente floristica: diverse specie di Orchidacee e della potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti.

M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. L’area di macchia delle località individuate con i toponimi di Galeasi, Vicentino, La Torre alterna formazioni arbustive alte, perlopiù sul fondo delle incisioni carsiche e formazioni basse e striscianti negli anfratti della roccia affiorante. Infatti là dove lo spessore del terreno vegetale è maggiore l’altezza degli arbusti aumenta così pure il rigoglio vegetativo. Va detto che nella lama di Vicentino, al di là delle consuete specie della macchia alta e bassa, è presente un altro arbusto tipico delle gravine non riscontrato altrove nel territorio di Grottaglie fotografato in abito invernale con i frutti, marruca (Paliurus spina christi) e numerose specie di Orchidacee presenti in tutto il territorio considerato e non censite del tutto. Gli spalti delle lame che si diramano dalla contrada di Paparazio e fino a quella di La torre sono spesso ricoperti in maniera puntiforme da alberi Pino d’Aleppo la cui rinnovazione naturale, in tutto il territorio volto a sud sud est, è frequente. L’area di macchia sconfina nel tratto terminale in un annoso oliveto caratterizzato da piante contorte vegetanti sulla roccia affiorante che degrada in direzione sud. Particolarmente interessante in questo contesto ambientale risulta essere la lama di Galeasi, incisione di maggiore profondità caratterizzata da massi rocciosi imponenti e da vegetazione a tratti rigogliosa di macchia alta, in cui spesso compaiono piante di pino d’Aleppo nate da rinnovazione naturale.

20 4 017 PAPARAZIO (Isolotti) 18-19 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux

Livello del Valore Paesaggistico: “E” = valore normale

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus

de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Tra le formazioni della macchia bassa che sconfinano spesso in espressioni di degrado tipiche della gariga, nel territorio di Grottagie si annoverano quelle riscontrate nell’area di Frantella, di Malabarba, di Lama S. Elia, di Paparazio, di La Torre e di Amici. La macchia di località Frantella al limite della strada per Martina Franca alla periferia nord di Grottaglie si presenta rada nell’area iniziale mentre si fa continua e compatta via via che si supera il lieve pianoro. Vi si riscontrano durante il periodo primaverile numerose specie erbacee vegetanti tra i pulvini compatti di timo. La macchia di Malabarba costituisce un importante tassello di continuità della vegetazione dei valloni contermini, di cui costituisce un’ essenziale area di continuità tra le maglie della rete ecologica. Lama S. Elia è situata nell’abitato di Grottaglie. Nell’indagine condotta, sono state riscontrate, tra le più rappresentative specie arbustive e cespugliose: il cappero comune ( Capparis spinosa ), il timo arbustivo (Thymus capitatus), il rovo.comune (Rubus ulmifolius), il the siciliano(Prasium

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti majus), il mirto (Myrtus communis). La macchia di Paparazio disgiunta dall’omonima pineta, è un piccolo lembo alquanto degradato per la notevole frequentazione dell’area, così come i due nuclei di macchia bassa vegetanti tra i coltivi in località La Torre, dove lentisco, timo, dafne e qualche perastro si alterna tra ampie chiarie . Particolare apprensione suscita invece la macchia vegetante in località Amici. Si tratta di una vasta area di macchia bassa già inclusa nella precedente perimetrazione Putt/P attualmente minacciata da grandi volumi di terreno di riporto che hanno occupato buona parte della superficie e di quella della lieve incisione carsica contermine.

21 4 023 CASTAGNA 12-24 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. Uno degli elementi più importanti di questa indagine vegetazionale è sicuramente nell’individuazione di residui lembi di querce caducifoflie. In località Masseria Nuova, Melio, Padula Monache, Angiulli Grande e Castagna. Si tratta di piccole aree boscate per molti versi in condizioni di degrado, fortemente minacciati dall’azione antropica, che costituiscono un elemento paesaggistico e scientifico particolarmente importante rafforzato dalla presenza di piante sparse di quercia nel territorio e lungo i muri a secco secondo i tipi della vegetazione reale formata da frammenti della vegetazione originaria. Sono senza dubbio di notevole rilevanza dal momento che consentono di ipotizzare, ancora una volta, quale possa essere la vegetazione potenziale dell’area in esame. La specie arborea maggiormente rappresentata sembra essere la roverella (Quercus pubescens), ben evidente in annose piante anche

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per l’importanza scientifica del bosco costituito da specie di quercia caducifoglie espressione del residuo vasto querceto che caratterizzava la zona situata ai piedi del secondo gradino murgiano)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti nei campi coltivati oliveti e vigneti ma è in corso di studio l’accertamento della presenza anche di Quercus virgiliana, di Quercus robur e di Quercus dalechampi, probabilmente esistenti negli ambiti indagati. Il bosco di querce caducifoglie in località Castagna si presenta in condizioni di equilibrio precario, evidente sia nelle specie del sottobosco che nell’aspetto dei singoli alberi. La maggior parte di questi ultimi è caratterizzata da diametri esigui che non superano ventidue centimetri di diametro, un po’ stentatati nell’aspetto e con le chiome ridotte mentre il sottobosco è pressoché privo di arbusti. Frequenti risultano essere l’asparago e alcune specie geofite come Cyclamen neapolitanum, Urginea marittima e Asphodelus ramosus. Lungo i vertici del perimetro, soprattutto lungo il bordo stradale, molto simile ad un irregolare quadrilatero, vegetano piante di maggiori dimensioni individuate in questa prima analisi come Quercus pubescens e Quercus virgiliana,anche se sono in corso di approfondimento studi specifici volti all’identificazione ulteriore di queste specie. Il bosco di Castagna è fortemente minacciato dalla pressione antropica per essere stagionalmente frequentato da raccoglitori di asparagi di cui il luogo è ricco ma anche dai tagli furtivi spesso perpetrati a danno della zona più interna, in direzione dellìomonima masseria. Anche nel caso di questo bosco di querce caducifoglie come negli altri casi segnalati, l’importanza scientifica del biotopo rende il luogo di eccezionale valenza ai fini della conservazione paesaggistica.

22 4 009 PADULA MONACHE 14 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. Uno degli elementi più importanti di questa indagine vegetazionale è

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per l’importanza scientifica del bosco costituito da varie specie di quercia caducifoglie, espressione del residuo vasto querceto che occupava il territorio ai piedi del secondo gradino murgiano)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti sicuramente nell’individuazione di residui lembi di querce caducifoflie. In località Masseria Nuova, Melio, Padula Monache, Angiulli Grande e Castagna. Si tratta di piccole aree boscate per molti versi in condizioni di degrado, fortemente minacciati dall’azione antropica, che costituiscono un elemento paesaggistico e scientifico particolarmente importante rafforzato dalla presenza di piante sparse di quercia nel territorio e lungo i muri a secco secondo i tipi della vegetazione reale formata da frammenti della vegetazione originaria. Sono senza dubbio di notevole rilevanza dal momento che consentono di ipotizzare, ancora una volta, quale possa essere la vegetazione potenziale dell’area in esame. La specie arborea maggiormente rappresentata sembra essere la roverella (Quercus pubescens), ben evidente in annose piante anche nei campi coltivati oliveti e vigneti ma è in corso di studio l’accertamento della presenza anche di Quercus virgiliana, di Quercus robur e di Quercus dalechampi, probabilmente esistenti negli ambiti indagati. Il querceto di caducifoglie rilevato in località Padula Monache si estende secondo il perimetro irregolare di un rettangolo dalla strada poderale, da cui si accede, ai coltivi interni della omonima masseria, in direzione ovest. Per quanto la specie prevalente sia la quercia caducifoglia, probabilmente delle specie Querce virgiliana e Quercus pubescens, l’aspetto del piccolo bosco è diverso da quello degli altri querceti in quanto proprio dei boschi misti; si alternano, infatti, sul soprassuolo, piante di olivastro miste a querce di analoga dimensione in regolare consociazione tanto da apparire come una formazione di transizione tra il querceto e il bosco mediterraneo vero e proprio. Le condizioni di salute del querceto, nel suo insieme, sono alquanto preoccupanti se si considera l’espetto degradato delle formazioni arbustive costituite prevalentemente da Cistus monspelliensis invecchiato. Al di là dell’importanza scientifica del biotopo, di cui si è già detto, va segnalata la presenza, lungo i muri a secco, di una clematide a fioritura invernale Clematis cirrosa, già personalmente individuata lungo il Regio Tratturo, il Canale Visciolo e in località Cortemaggiore e segnalata.da Medagli per il Vallone Rigio.

23 4 027 GRONCI (Canneto) 27 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto .

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per la unicità e singolarità della formazione vegetale, per la presenza dell’acqua e della potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. Il territorio di Grottaglie è solcato da numerosi corsi d’acqua. Tra i più importanti del paesaggio quello di Canale Gronci che scorre nell’omonima contrada serpeggiando in direzione della collina sormontata da Masseria Abbadia. Tale canale, delimitato da una rigogliosa formazione vegetale di Phragmites australis è di grande rilevanza ambientale in quanto costituisce la tessera fondamentale di una unità paesaggistica della quale fanno anche parte la macchia alta di Angiulli Piccolo che si estende sul versante dell’impluvio, al di sopra del canale in direzione nord ovest e la zona dei coltivi che a macchia d’olio occupa la maggior parte dell’area circostante. Tra i numerosi canali del territorio, quello di Gronci è sicuramente il più interessante da un punto di vista vegetazionale per essere interamente delimitato dalla formazione del canneto che lo rende unico, in un territorio prevalentemente carsico da secoli considerato privo di acque a scorrimento superficiale.

24 4 020 LA TORRE (Isolotti) 21 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità.

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “C” = valore distinguibile (per la significatività dell’area che costituisce una fondamentale continuità tra le maglie della rete ecologica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Tra le formazioni della macchia bassa che sconfinano spesso in espressioni di degrado tipiche della gariga, nel territorio di Grottagie si annoverano quelle riscontrate nell’area di Frantella, di Malabarba, di Lama S. Elia, di Paparazio, di La Torre e di Amici. La macchia di località Frantella al limite della strada per Martina Franca alla periferia nord di Grottaglie si presenta rada nell’area iniziale mentre si fa continua e compatta via via che si supera il lieve pianoro. Vi si riscontrano durante il periodo primaverile numerose specie erbacee vegetanti tra i pulvini compatti di timo. La macchia di Malabarba costituisce un importante tassello di continuità della vegetazione dei valloni contermini, di cui costituisce un’ essenziale area di continuità tra le maglie della rete ecologica. Lama S. Elia è situata nell’abitato di Grottaglie. Nell’indagine condotta, sono state riscontrate, tra le più rappresentative specie arbustive e cespugliose: il cappero comune ( Capparis spinosa ), il timo arbustivo (Thymus capitatus), il rovo.comune (Rubus ulmifolius), il the siciliano(Prasium majus), il mirto (Myrtus communis). La macchia di Paparazio disgiunta dall’omonima pineta, è un piccolo lembo alquanto degradato per la notevole frequentazione dell’area, così come i due nuclei di macchia bassa vegetanti tra i coltivi in località La Torre, dove lentisco, timo, dafne e qualche perastro si alterna tra ampie chiarie . Particolare apprensione suscita invece la macchia vegetante in località Amici. Si tratta di una vasta area di macchia bassa già inclusa nella precedente perimetrazione Putt/P attualmente minacciata da grandi volumi di terreno di riporto che hanno occupato buona parte della superficie e di quella della lieve incisione carsica contermine.

25 4 001 TRULLO MANNARA 3 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “E” = valore normale

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. L’indagine vegetazionale condotta a Trullo Mannara ha rilevato che l’area di macchia alta presente è rimasta confinata in questa parte perimetrale dell’enclave probabilmente perché situata sul banco roccioso che non è stato possibile ridurre a coltura. Infatti, un grosso gradone di natura calcarea, caratterizzato da un evidente salto di quota di alcuni metri, separa questa parte del territorio di Grottaglie dal territorio di Villa Castelli. Questo luogo che, originariamente, doveva essere di maggiore interesse paesaggistico, osservato sulle carte topografiche consente di rilevare risulta essere la parte terminale divaricata di una lama ben più estesa che, a monte, al di là del lungo muro a secco di confine, è compresa nel territorio di Villa Castelli. Nonostante la geomorfologia del luogo, i segni dell’antropizzazione sono comunque evidenti sia nei terrazzamenti e lunettamenti che recingono vecchie piante di olivo, sia nella totale trasformazione dei luoghi circostanti, oggi occupati interamente dalle coltivazioni.

26 4 021 AMICI 21-22 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti.

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “C” = valore distinguibile (per la significatività dell’area che costituisce una fondamentale continuità tra le maglie della reta ecologica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Tra le formazioni della macchia bassa che sconfinano spesso in espressioni di degrado tipiche della gariga, nel territorio di Grottagie si annoverano quelle riscontrate nell’area di Frantella, di Malabarba, di Lama S. Elia, di Paparazio, di La Torre e di Amici. La macchia di località Frantella al limite della strada per Martina Franca alla periferia nord di Grottaglie si presenta rada nell’area iniziale mentre si fa continua e compatta via via che si supera il lieve pianoro. Vi si riscontrano durante il periodo primaverile numerose specie erbacee vegetanti tra i pulvini compatti di timo. La macchia di Malabarba costituisce un importante tassello di continuità della vegetazione dei valloni contermini, di cui costituisce un’ essenziale area di continuità tra le maglie della rete ecologica. Lama S. Elia è situata nell’abitato di Grottaglie. Nell’indagine condotta, sono state riscontrate, tra le più rappresentative specie arbustive e cespugliose: il cappero comune ( Capparis spinosa ), il timo arbustivo (Thymus capitatus), il rovo.comune (Rubus ulmifolius), il the siciliano(Prasium majus), il mirto (Myrtus communis). La macchia di Paparazio disgiunta dall’omonima pineta, è un piccolo lembo alquanto degradato per la notevole frequentazione dell’area, così come i due nuclei di macchia bassa vegetanti tra i coltivi in località La Torre, dove lentisco, timo, dafne e qualche perastro si alterna tra ampie chiarie . Particolare apprensione suscita invece la macchia vegetante in località Amici. Si tratta di una vasta area di macchia bassa già inclusa nella precedente perimetrazione Putt/P attualmente minacciata da grandi volumi di terreno di riporto che hanno occupato buona parte della superficie e di quella della lieve incisione carsica contermine.

27 4 014 LAMA S.ELIA 17 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990.

Livello del Valore Paesaggistico: ”D” = valore relativo (per la significativa presenza, nel centro abitato, di una un’area naturalizzata che è espressione delle attività antropiche del passato)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione caratterizzata dalla macchia è presente sul territorio nelle sue diversificate espressioni di macchia alta, di macchia bassa, di gariga e in qualche caso di frigana. Si fa riferimento a un tipo di vegetazione ascrivibile all’associazione del Quercetum galloprovinciale, della classe Quercetalia ilicis, caratterizzata da specie legnose xeriche che esprimono fedelmente le caratteristiche climatiche dei paesi del Mediterraneo. Racchiude, perlopiù, specie a foglia persistente a portamento prevalentemente arbustivo, anche nelle forme arboree, che contribuivano a costituire la vegetazione climax dei raggruppamenti vegetali mediterranei. Tale tipo di vegetazione è stata nel tempo distrutta a seguito delle trasformazioni antropiche, pertanto rimane confinata solo in particolari ambiti spesso inaccessibili; in altri luoghi ha subito trasformazioni pressoché irreversibili per la scomparsa di alcune delle specie caratterizzanti, che le hanno imposto aspetti diversificati. Il Quercetum galloprovinciale è caratterizzato dalla macchia alta di leccio (Quercus ilex) ma anche da altre sclerofille sempreverdi che ricordate con alcune caducifoglie tipiche, nel territorio in esame, sono perlopiù rappresentate da olivastro (Olea europea, silvester), da lentisco (Pistacia lentiscus), da alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phyllirea media), da mirto (Myrtus communis), da sparzio spinoso (Caycotome spinosa), da cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), da cisto rosso (Cistus incanus), da corbezzolo (Arbutus unedo), da thè siciliano (Prasium majus), da perastro (Pyrus amygdaliformis), da terebinto (Pistacia therebintus), da citiso spinoso (Chamaecytisus spinescens), da rosa (Rosa sp.), da asparago pungente (Asparagus acutifolius), da ginestra odorosa (Spartium junceum), da rosmarino (Rosmarinus officinalis) da pungitopo (Ruscus aculeatus). Nel territorio di Grottaglie, tuttavia, il leccio, nella macchia alta, non risulta essere dominante sulle altre specie quanto, piuttosto, in mescolanza, sotto forma arbustiva, con altre specie di analogo portamento con cui forma la compatta coltre

P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti delle sclerofille sempreverdi. Infatti, come rilevato in altri contesti del bacino mediterraneo, la macchia foresta può essere identificata in tipi che differiscono per condizioni edafiche e/o condizioni climatiche dalla tipologia classica pertanto, può manifestarsi con altre specie dominanti. Nel caso di Grottaglie è l’olivastro, Olea europea, silvester, più che il leccio, a dominare la macchia foresta caratterizzandola con piante frondose, di grande sviluppo, sia a Cortemaggiore che a Vallone Rigio. Molto probabilmente doveva essere questo il limite tra la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo. Questa forma, in rapporto alla natura e alla dislocazione dei luoghi, alla esposizione, alle condizioni climatiche ed edafiche, nonché alla minore o maggiore pressione antropica assume connotazioni differenziate, nello stesso ambito sconfinando, spesso, in forme di degradazione più o meno spinta, tant’è che non è facile distinguere e/o delimitare i confini tra l’uno o l’altro degli aspetti. Si può affermare, infatti, che su suolo calcareo, spesso con massi rocciosi affioranti, si instaura un tipo di vegetazione steppica, xerofila con ridotto corteggio numerico di specie. Quando, tuttavia, il cotico roccioso si interrompe lasciando posto ad uno spessore maggiore di terreno, l’aspetto del luogo cambia in quanto gli elementi della macchia assumono una maggiore compatezza e altezza delle forme. L’aspetto di avanzato degrado si può osservare, invece, nelle zone con terreno profondo originariamente ricche di specie arbustive ed erbacee e ridotte, oggi, ad un diradato corteggio arbustivo e soprattutto a specie geofite, Asphodelus ramosus, Urginea maritima e numerose orchidaceae del genere Orchis, Serapias e Ophrys. Nello specifico del territorio di Grottaglie la formazione vegetale di macchia mediterranea, risulta essere la più diffusa dal momento che abbraccia una notevole porzione del territorio. Si riscontra, infatti, rigogliosa in località paesaggisticamente rilevanti o eccezionali dove il rigoglio vegetativo è al massimo della sua espressione di formazione climax come nel primo tratto del Vallone Rigio e in località Cortemaggiore mentre attraverso aspetti di transizione, evidenti nelle località Visciolo, Ospedale, Trullo Mannara, Mannara, Fosso Rigio Buccito Coluccio, Casabianca, Vallone Fullonese, Galeasi Vicentino La Torre e Angiulli Piccolo, si presenta priva delle connotazioni originarie, fino a ricoprire, con formazioni basse, legnose e xeriche, il cotico roccioso affiorante com’è il caso soprattutto della macchia di Frantella, di Malabarba, di Paparazio, di Lama S. Elia, di La Torre, di Amici, di Vallone Pensiero Paparazio. In tali luoghi le specie più frequenti sono Thymus capitatus, Thymus striatus, Rosmarinus officinalis, Daphne gnidium e varie specie erbacee geofite. Tra le formazioni della macchia bassa che sconfinano spesso in espressioni di degrado tipiche della gariga, nel territorio di Grottagie si annoverano quelle riscontrate nell’area di Frantella, di Malabarba, di Lama S. Elia, di Paparazio, di La Torre e di Amici. La macchia di località Frantella al limite della strada per Martina Franca alla periferia nord di Grottaglie si presenta rada nell’area iniziale mentre si fa continua e compatta via via che si supera il lieve pianoro. Vi si riscontrano durante il periodo primaverile numerose specie erbacee vegetanti tra i pulvini compatti di timo. La macchia di Malabarba costituisce un importante tassello di continuità della vegetazione dei valloni contermini, di cui costituisce un’ essenziale area di continuità tra le maglie della rete ecologica. Lama S. Elia è situata nell’abitato di Grottaglie. Nell’indagine condotta, sono state riscontrate, tra le più rappresentative specie arbustive e cespugliose: il cappero comune ( Capparis spinosa ), il timo arbustivo (Thymus capitatus), il rovo.comune (Rubus ulmifolius), il the siciliano(Prasium majus), il mirto (Myrtus communis). La macchia di Paparazio disgiunta dall’omonima pineta, è un piccolo lembo alquanto degradato per la notevole frequentazione dell’area, così come i due nuclei di macchia bassa vegetanti tra i coltivi in località La

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti Torre, dove lentisco, timo, dafne e qualche perastro si alterna tra ampie chiarie . Particolare apprensione suscita invece la macchia vegetante in località Amici. Si tratta di una vasta area di macchia bassa già inclusa nella precedente perimetrazione Putt/P attualmente minacciata da grandi volumi di terreno di riporto che hanno occupato buona parte della superficie e di quella della lieve incisione carsica contermine.

28 4 015 SAN FRANCESCO (Pineta)

17-18 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione delle pinete si riferisce alla pineta di Pino d’Aleppo specie il cui indignato, in Puglia, viene fatto risalire solo al nucleo presente sul promontorio del Gargano e a quello presente a Massafra nella gravina Madonna della Scala. Poco o nulla si riscontra, nella bibliografia specifica, sul più vasto areale tarantino che la specie fa registrare: Così che spesso si fa accenno alle pinete dell’arco ionico perlopiù come formazioni artificiali naturalizzate in un ambiente consono alla sopravvivenza della specie. Nel territorio di Grottaglie i nuclei naturali di questa formazione forestale sono numerosi, in molti casi resi artificiali dai rimboschimenti, la cui piantagione, per sesti regolari, ha spesso cancellato la disposizione casuale dei singoli individui cancellando il primitivo l’aspetto di naturalità. La formazione costituita dalle pinete di Pino d’Aleppo, nel territorio di Grottaglie, può ritenersi tra le formazioni originarie proprie di questa zona dell’entroterra tarantino. Si tratta di una formazione il cui areale, poco studiato in realtà e di cui le fonti bibliografiche sono piuttosto carenti, è intravedibile nei residui frammenti della pineta originaria di cui

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “C” = valore distinguibile (per la presenza di un consistente consorzio boschivo nell’abitato e la potenzialità faunistica che rappresenta)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti oggi, purtroppo, rimangono scarsi indizi spesso di alcuna leggibilità. Le pinete naturali del territorio di Grottaglie sono, tutte state oggetto di rinfittimento o di rimboschimento delle aree contermini cosi che oggi si distingue con difficoltà la formazione originaria.da quella artificiale. Durante l’indagine sono state rilevate quella di Frantella, di San Francesco, di Paparazio e di Galeasi che, per quanto con soggettive connotazioni ne sono l’esempio eclatante. La pineta di S. Francesco è situata nella periferia ovest della città recinge il fabbricato e le aree sportive dei manufatti ed è a sua volta delimitata da un muro perimetrale. Vegeta occupando il salto di quota naturale al limite tra il primo e il secondo gradino murgiano assecondando la morfologia dei luoghi. Nel suo interno presenta alberi di varie età con rado sottobosco dal momento che la copertura del soprassuolo è pressoché continua e la luce tra le chiome penetra con difficoltà. Nella parte anteriore tra gli alberi di pino sono presenti numerosi, annosi alberi di Cupressus sempervirens nelle due forme di chioma fastigiata e orizzontale che conferiscono all’area un bell’aspetto paesaggistico, occupando un declivio sul quale la massa vegetazionale nel suo insieme, rappresenta un polmone verde per la città.

29 4 022 GALEASI (Pineta) 20-32 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie; 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. La vegetazione delle pinete si riferisce alla pineta di Pino d’Aleppo specie il cui indignato, in Puglia, viene fatto risalire solo al nucleo presente sul promontorio del Gargano e a quello presente a Massafra nella gravina Madonna della Scala. Poco o nulla si riscontra, nella bibliografia specifica, sul più vasto areale tarantino che la specie fa

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “B” = valore rilevante (per la presenza della componente vegetazionale e della potenzialità faunistica)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti registrare: Così che spesso si fa accenno alle pinete dell’arco ionico perlopiù come formazioni artificiali naturalizzate in un ambiente consono alla sopravvivenza della specie. Nel territorio di Grottaglie i nuclei naturali di questa formazione forestale sono numerosi, in molti casi resi artificiali dai rimboschimenti, la cui piantagione, per sesti regolari, ha spesso cancellato la disposizione casuale dei singoli individui cancellando il primitivo l’aspetto di naturalità. La formazione costituita dalle pinete di Pino d’Aleppo, nel territorio di Grottaglie, può ritenersi tra le formazioni originarie proprie di questa zona dell’entroterra tarantino. Si tratta di una formazione il cui areale, poco studiato in realtà e di cui le fonti bibliografiche sono piuttosto carenti, è intravedibile nei residui frammenti della pineta originaria di cui oggi, purtroppo, rimangono scarsi indizi spesso di alcuna leggibilità. Le pinete naturali del territorio di Grottaglie sono, tutte state oggetto di rinfittimento o di rimboschimento delle aree contermini cosi che oggi si distingue con difficoltà la formazione originaria.da quella artificiale. Durante l’indagine sono state rilevate quella di Frantella, di San Francesco, di Paparazio e di Galeasi che, per quanto con soggettive connotazioni ne sono l’esempio eclatante. La pineta Galeasi nasce come formazione artificiale tutt’intorno al fabbricato di Villa Galeasi. Questa parte della pineta, infatti, si presenta come un consistente e regolare consorzio boschivo con sesto pressoché uniforme di quattro metri per quattro, circa, sia sulla fila che tra le file con chiome uniformi che si sfiorano senza soluzione di continuità. L’impianto artificiale, tuttavia, in un contesto ambientale proprio per il pino d’Aleppo ha consentito la rinnovazione naturale della specie che ha esteso la propria distribuzione naturalizzando il cotico roccioso a tratti affiorante della parte anteriore dell’impianto artificiale. Questa disseminazione naturale con la conseguente formazione di una ampia zona di pineta naturale ha favorito anche la crescita di un discreto sottobosco, costituito da lentisco, rosmarino e timo. Piante scaturite dalla rinnovazione naturale del pino sono anche ben individuabili nella contigua lama Galeasi che corre parallelamente ai terreni su cui insistono i fabbricati, in direzione sud ovest.

30 4 029 MELIO 13 Il territorio del Comune di Grottaglie è caratterizzato da una diversificata componente botanico vegetazionale che risponde essenzialmente alla differente morfologia dei luoghi, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla esposizione, alle forme più o meno accentuate di antropizzazione. Dal punto di vista morfologico, un lungo cordone collinare, geologicamente definito come secondo gradino murgiano, separa, in direzione nord-est, il territorio di Grottaglie dal territorio di Martina Franca e da parte del territorio di Taranto e di Villa Castelli, con i quali confina, spesso, per via di alcune enclaves disgiunte della superficie territoriale propria del Comune di Taranto. In direzione sud est il cordone collinare si dirige verso la periferia nord dell’abitato deviando poi, verso est in direzione della provinciale per Villa Castelli, nella parte in cui, da qualche tempo, l’abitato va espandendosi. Per la restante parte il territorio di Grottaglie, situato sul primo gradino murgiano, risulta pressoché pianeggiante e in lieve progressivo declivio. Questo aspetto tabulare in cui, tuttavia, non mancano dolci ondulazioni o fossi, spesso percorsi da canali d’acqua, è di tanto in tanto interrotto da brevi o profonde incisioni carsiche, lame e gravine che contribuiscono a rendere il territorio unico ed eccezionale soprattutto per l’aspetto del paesaggio, la varietà di ambienti, la significatività di alcuni luoghi e la scientificità di alcuni aspetti. L’indagine sulla componente botanico vegetazionale del territorio ha rilevato una molteplicità di ambienti che consentono, tuttavia, di essere semplificati nel seguente inquadramento vegetazionale: 1. Vegetazione della macchia mediterranea; 2. Vegetazione delle pinete; 3. Vegetazione dei boschi di querce caducifoglie;

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982. Braun – Blanquet J., “Les groupements végétaux de la France Méditerranéenne”, Montpellier, 1951. P. Bianco, “Fiori spontanei di Murgia” , Altamura 1990. P. Parenzan, “La Gravina di Riggio”, Fasano 1992. P. Parenzan, “Petruscio la gravina di Mottola”, Mandria 1989. M. Aleffi, “Natura e ambiente della provincia di Taranto”, Martina Franca 1986. S. Marchiori-P. Medagli-L. Ruggiero, Guida botanica del Salento”,Lavello 1998. V. Ingegnoli, Fondamenti di Ecologia del Paesaggio, Torino 1993.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = valore eccezionale (per l’importanza scientifica del bosco costituito da specie di quercia caducifoglie espressione del residuo vasto querceto che caratterizzava la zona situata ai piedi del secondo gradino murgiano)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti 4. Vegetazione del canneto . Inoltre è stata messa in evidenza la presenza di alberi isolati di querce caducufoglie di grandi dimensioni e/o di alberature di querce caducifoglie lungo i muri a secco e di frammenti della vegetazione naturale di estremo interesse scientifico. Infatti la presenza puntiforme di queste specie sul territorio unite alla individuazione di formazioni boscate di maggiore superficie, di analoghe specie, nella stessa zona, costituiscono l’indizio più importante nella ricostruzione della vegetazione reale del territorio posto ai piedi dei gradini murgiani e del quale, ancora oggi, non si conoscono tutte le singolarità. Uno degli elementi più importanti di questa indagine vegetazionale è sicuramente nell’individuazione di residui lembi di querce caducifoflie. In località Masseria Nuova, Melio, Padula Monache, Angiulli Grande e Castagna. Si tratta di piccole aree boscate per molti versi in condizioni di degrado, fortemente minacciati dall’azione antropica, che costituiscono un elemento paesaggistico e scientifico particolarmente importante rafforzato dalla presenza di piante sparse di quercia nel territorio e lungo i muri a secco secondo i tipi della vegetazione reale formata da frammenti della vegetazione originaria. Sono senza dubbio di notevole rilevanza dal momento che consentono di ipotizzare, ancora una volta, quale possa essere la vegetazione potenziale dell’area in esame. La specie arborea maggiormente rappresentata sembra essere la roverella (Quercus pubescens), ben evidente in annose piante anche nei campi coltivati oliveti e vigneti ma è in corso di studio l’accertamento della presenza anche di Quercus virgiliana, di Quercus robur e di Quercus dalechampi, probabilmente esistenti negli ambiti indagati. Il querceto in località Melio, nei fondi dell’omonima masseria è un residuo lembo boscato di interessanti specie caducifoglie identificate, in questa prima analisi, come Quercus virgiliana ma in corso di studi ulteriori, data la eccezionalità della presenza e la rilevanza scientifica che rivestono. La piccola area boscata doveva in passato occupare una superfice di gran lunga maggiore dal momento che in tutta l’azienda sono evidenti le tracce del bosco primigenio nelle lunghe alberature confinate sui muri a secco e gli alberi isolati imponenti riscontrati nei coltivi. Le querce, di varie età e di distribuzione irregolare sono frammiste a un soprassuolo arbustivo stentato, invecchiato e impoverito nel corteggio flogistico, rappresentato perlopiù da biancospino, cisto, asparago e Rosa sp..

31 4 030 PIANTE ISOLATE E ALBERATURE

6-7-12-13-14-15-17-24-27-35-36

L’indagine botanico vegetazionale ha consentito di individuare numerose piante isolate e/o alberature di specie arboree di eccezionale valore scientifico. Si tratta della individuazione puntiforme di numerose piante del genere Quercus, nello specifico appartenenti al gruppo delle specie di quercia caducifoglie mai segnalate nella zona in questione e di fondamentale importanza per la ricostruzione del paesaggio originario delle foreste dell’entroterra ionico. Quanto riscontrato nelle località Visciolo, Castagna, Celano, Padula Monache Masseria nuova Angiulli Grande, Regio Tratturo, Fosso di Rigio e Vallone di Rigio e Vallone Fullonese, infatti, costituisce un fondamentale tassello dell’areale dei querceti vegetanti in tempi passati ai piedi delle colline del secondo gradino murgiano e che, probabilmente, costituivano quella rigogliosa selva di cui Tommaso Niccolò D’Acquino parla nel suo “Delicie tarantinae.. L’incredibile aspetto dei luoghi, i numerosi indizi che si possono cogliere nella lettura del paesaggio rappresentano un importante contributo di unicità e di singolarità probabilmente scomparsi da altri territori simili nei quali la trasformazione durante il corso degli anni è stata ancora più incisiva. Va detto subito che analoghi elementi significativi possono essere colti anche nei limitrofi territori di Crispiano e di Montemesola che, in ogni caso, andrebbero collateralmente indagati.

S. Pignatti, “Flora d’Italia” Voll. I, II, III, Bologna 1982.

Livello del Valore Paesaggistico: “A” = (per l’importanza scientifica dei filari di alberi di querce caducifoglie a ridosso dei muri a secco e di alberi isolati distribuiti in maniera puntiforme sul territorio, espressione del residuo vasto querceto che caratterizzava la zona situata ai piedi del secondo gradino murgiano)

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti Per quanto attiene alla determinazione delle specie riscontrate, va precisato che lo studio per la corretta identificazione è in corso, dal momento che la singolarità delle caratteristiche dei numerosi individui, le forme differenti rilevate e la variabilità propria delle querce, sia da individuo a individuo che nell’ambito dello stesso individuo, impone di accertare con metodologia scientifica quanto rilevato. Si può soltanto azzardare, in questa sede che le specie di quercia rinvenute sono strettamente legate all’umidità ambientale propria di questa parte del territorio di Grottaglie,caratterizzata da piccoli corsi d’acqua, acquitrini e stagni. La dislocazione dei vari individui di quercia presenti è varia ma perlopiù perimetrale ai fondi coltivati e/o lungo le strade interpoderali.

32 4 031 POTENZIALITAnull DELLA FAUNA Per quanto riguarda la presenza faunistica nel territorio di Grottaglie va

sosottolineato come la forte pressione antropica e venatoria, abbiano prodotto la scomparsa di specie animali un tempo presenti. Al di là di quelle specie legate all’ambiente boschivo come il gatto selvatico (Felis silvestris), la martora (Martes martes), il cinghiale (Sus scropha), l’istrice (Hystrix cristata), che non trovano più la foresta originaria né i boschi di sclerofille sempreverdi ridotti ormai a lembi ridottissimi e frammentati tra loro, la fauna ha fortemente risentito della progressiva trasformazione del territorio costituita prevalentemente, oggi, da una vegetazione arbustiva e/o cespugliosa che consente la sopravvivenza di specie fortemente plastiche ed adattabili come la donnola (Mustela nivalis), la faina (Martes foina), la lepre europea (Lepus europaeus), il moscardino (Muscardinus avellanarius), l’orecchione (Plecotus auritus), il riccio (Erinaceus europaeus), il rinolfo maggiore (Rhinolophus ferrumeguinum), la talpa europea (Talpa europaes), il tasso (Meles meles), la volpe (Vulpes vulpes) come ci riporta la bibliografia piuttosto scarsa nell’ambito delle specie di mammiferi. Pochi e fortemente frammentati risultano essere i consorzi boschivi naturali di grande estensione presenti oggi, dal momento che i pochi lembi naturali residui sono spesso situazioni ambientali di notevole antropizzazione e degrado. Più ricca sembra essere l’avifauna. Dalle fonti documentarie bibliografiche, infatti, ma anche da indagini espletate in loco, si ritengono presenti le seguenti specie: l’allocco (Strix aluco), l’allodola (Alauda arvensis), l’assiolo (Otus scopes), l’averla capirossa (Lanius senator), l’averla cenerina (Lanius minor), il barbagianni (Tyto alba), la beccaccia (Scolapax rusticola), il biancone (Circaetus gallicus), la calandra (Elanocorypha calandra), la cappellaccia (Galerida cristata), la capinera (Sylvia atricapilla), il cardellino (Carduelis carduelis), la cinciallegra (Parus major), la civetta (Athena noctua), il codibugnolo (Aegithalos caudatus), il colombaccio (Columba palumbus), la cornacchia grigia (Corpus corone cornix), il cuculo (Cuculus canorus), il fiorrancino (Regulus ignicapillus), il fringuello (Fringilla coelebs), la gazza (Pica pica), il gheppio (Falco tinnunculus), la ghiandaia (Garrulus glandarius), il gufo comune (Asio otus), il lui piccolo (Phyloscopus collybita), il merlo (Tudus merula), il nibbio bruno (Milvus migrans), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), la passera d’Italia (Passer Italiae), la passera europea (Passer domesticus), la passera mattugia (Passer montanus), la passera scopaiola (Prunella modularis), il passero solitario (Monticala solitarius), il pettirosso (Erithacus rubecula), i picchi (Picchio ssp), il piccione selvatico (Colomba livia), il pigliamosche (Muscicapa striata), la poiana (Buteo buteo), il prispolone (Anthus trivialis), la quaglia (Coturnix coturnix), il rigogolo (Oriolus oriolus), la rondine (Hirundo rustica), il rondone (Apus apus), il saltimpalo (Saxicola torquata), la sterpazzolina (Troglodytes troglodytes), lo sparviere (Accipiter nisus), lo strillozzo (Miliaria calandra), il succiacapre (Caprimulgus europaeus), la taccola (Corvus monedula), il torcicollo (Jinx torquilla), il tordo bottaccio (Turdus philomelos), il tordo sassello

Peterso/Mountfort/Hollom, "Guida degli Uccelli di europa" firenze 1988. A. Sigismondi/N. Tedesco, Articoli vari sul mensile "Verde, 1984-1985 Gruppo Umanesimo della Pietra Martina Franca.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti (Turdus iliacus), la tortora (Streptopelia turtus), l’upupa (Upupa epops), l’usignolo (Luscinia megarhynchos), il verdone (Carduelis chloris), il verzellino (Serinus serinus), lo zigolo nero (Emberiza cirrus). Notevole è anche la presenza dei rettili, fra cui si segnalano: il biacco nero (Coluber viridiflavus carbonarius), la biscia dal collare (Natrix natrix), il cervone (Elaphe quatuorlineata), il colubro leopardino (Elaphe situla), il colubro liscio (Coronella austriaca), il geco comune (Tarantola mauritanica), il geco pugliese (Cyrtodactylus kotschyi), la lucertola campestre (Podarcis sicula), la luscengola (Chalcides chalcides), il ramarro (Lacerta viridis), la testuggine acquatica (Emys orbicularis), la testuggine comune (Testudo hermanni), la vipera (Vipera aspis hugyi). Fra gli anfibi s’incontrano: la raganella (Hyla arborea), la rana verde (Rana lessonae), il rospo comune (Bufo bufo), il rospo verde (Bufo viridis), il tritone crestato (Triturus cristatus), il tritone italico (Triturus italicus), l’ululone (Bombina variegata). Al di là, in ogni caso, delle fonti documentarie volte a indicare le potenzialità faunistiche che i vari habitat indagati potrebbero consentire, il dato più importante che emerge dall’indagine esperita in loco è la segnalazione di alcune specie dell’avifauna di eccezionale significato scientifico riscontrate durante i rilievi botanico vegetazionali. Nello specifico si è accertata la presenza dei seguenti rapaci diurni: Falco di palude (Circus aeruginosus) maschio e femmina. Gli individui avvistati e fotografati, in località La Grappolina. nel mese di marzo 2006 ma già segnalati in una zona limitrofa confinante con il territorio di Crispiano nell’inverno 2003, sono legati agli acquitrini, agli stagni e ai canali di acque che in quella zona solcano il territorio. La loro permanenza e sopravvivenza è strettamente legata, pertanto, alla conservazione dell’acqua. Le fonti bibliografiche non segnalano tale specie nella zona in questione. Poiana (Buteo buteo) avvistata e fotografata nel mese di marzo 2006, è stata ripetutamente osservata per tutto il periodo dei rilievi botanico vegetazionali. Il suo è un territorio piuttosto vasto che va dal Canale Visciolo alla Lama Galeasi, volteggiando lungo il Fosso Rigio Buccito Coluccio, il Vallone Rigio, Il Vallone Fantiano , luoghi in cui è stata udita, il suo è un verso riconoscibile, avvistata e fotografata. Nel mese di ottobre 2006 una coppia volteggiava sulla Lama Galeasi con due piccoli. Anche questa segnalazione è sicuramente importante dal momento che la Poiana, negli ultimi anni veniva data per “probabile” e nessuna indagine ne aveva segnalato la presenza in tempi recenti. La Poiana è legata all’ambiente rupestre nidificando negli anfratti delle pareti rocciose. Tra le sue abitudini quella di fermarsi sui rami di alberi nudi dai quali scruta il territorio, atteggiamento fotografato durante l’indagine. Gheppio (Falco tinnunculus) avvistato e ripetutamente ripreso durante l’indagine. Grillaio ((Falco naumanni) avvistato ripetutamente durante l’indagine. Biancone (Circaetus gallicus); avvistato nel mese di settembre 2003 in prossimità dei monti del secondo gradino murgiano. Tutte le fotografie relative all’avifauna personalmente segnalata sono da considerarsi originali.

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id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche riferimenti Tutele fotografie relative alla documentazione bibliografica non sono personali ma tratte da altre fonti.