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PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012
La Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari Il Dirigente U.P. Gestione Faunistico venatoria e forestale Dott. Giovanni Iemmi
Approvato dal Consiglio Provinciale con atto n. 22 del 30/04/2008
Volume 2 – Pianificazione Faunistica
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA Assessorato Ambiente Assessore Alfredo Gennari
AREA CULTURA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Dott.ssa Anna Campeol, Dirigente Servizio Pianificazione Territoriale, Paesaggistica e Ambientale Dott.ssa Annalisa Sansone, Dirigente Servizio Ambiente Dott. Giovanni Iemmi, Dirigente U.P. Gestione Faunistico Venatoria e Forestale Gruppo interno di supporto alla progettazione Dott. Santi Nino Dott. Santini Sergio Dott. Attilio Giacobbe Dott. Alessandro Merlo Dott. Giovanni Raudino Graziella Candiani Giovanna Ligabue Luana Gallingani
Consulenza esterna per progettazione Dott. Willy Reggioni Dott. Marco Picciati Dott. Ambrogio Lanzi Arch. Carlo Galloni
VOLUME 2 - PIANIFICAZIONE FAUNISTICA
INDICE Presentazione i 1 - Definizione della Superficie Agro-Silvo-Pastorale 1 2 - Destinazione territoriale della SASP in rapporto ai Comprensori individuati 10 3- Individuazione dei Comprensori Faunistici Omogenei 20 4- Obiettivi: 34
Conservazione della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico 36 Salvaguardia del tessuto produttivo agricolo 39 Valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo dei cacciatori In un’ottica di gestione attiva delle risorse del territorio 41 Formazione degli operatori 43
5 - Fauna selvatica: pianificazione delle attività gestionali e definizione delle densità obiettivo 75
5.1 - Pianificazione delle attività gestionali 75 5.2 - Definizione delle densità obiettivo 77
5.2.1- Definizione delle densità obiettivo per gli Ungulati 81 5.2.2- Definizione delle densità obiettivo per la Selvaggina Stanziale 103
6 - Gli Istituti faunistici: idoneità territoriale e pianificazione delle attività gestionali 1231 7 – Gestione faunistica ed eventualmente venatoria dei terreni forestali appartenenti al patrimonio regionale 164 8 - Approvvigionamento di richiami vivi di cattura ed allevamento 165 9- Fondi agricoli sottratti all’attività venatoria e Fondi chiusi 166 10- Danni, prevenzione ed interventi ambientali 168 11- Piano Faunistico Venatorio ed integrazione con PSR regionale PRIP 171 12- Individuazione della SASP per la determinazione degli Indici di Densità Venatoria 174 13 - Valichi montani 175
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PRESENTAZIONE Questo piano ha affrontato il tema faunistico venatorio in modo nuovo, e cioè quello di unire insieme e sinergicamente tre principi: a) l'importanza della conservazione della fauna selvatica e degli ecosistemi, in quanto questi rappresentano una risorsa ed un bene prezioso del nostro territorio; b) la salvaguardia del tessuto produttivo agricolo, poiché è solo con il corretto equilibrio fra natura e attività umane presenti sul territorio che si raggiunge una buona sostenibilità; c) valorizzazione dell'attività venatoria e del ruolo dei cacciatori, in quanto è attraverso il buon governo dell'attività venatoria che si può effettivamente raggiungere l'equilibrio fra natura ed uomo e che quindi rappresenta una possibilità in più da cogliere piuttosto che "un problema da affrontare". Il Piano Faunistico si compone di due parti, una prima conoscitiva che è stata momento di sintesi di tutte le conoscenze ed esperienze sin qui maturate. Nel quadro conoscitivo infatti vengono descritte le fasce climatiche e vegetazionali del territorio, sono aggiornati gli usi del suolo. Si descrive l'assetto faunistico della nostra provincia, descrivendo gli areali di distribuzione delle specie animali e si forniscono tutte le necessarie informazioni a base della parte pianificatoria. Nella seconda parte del piano, quella più specificatamente pianificatoria, si affrontano i temi della superficie agrosilvopastorale (SASP) cioè quella superficie del territorio dove si effettua l'attività venatoria o dove prevale la protezione della fauna come nelle oasi, riserve naturali e parchi. Si definiscono anche le azioni di piano, che sono illustrate singolarmente in schede tematiche - anche questa una novità di questo piano - e che si rivolgono, ad esempio al monitoraggio continuo dello stato della fauna presente sul territorio, si mira a migliorare sempre più la collaborazione fra Enti, aziende ed associazioni, ad esempio con la prevista istituzione di un "gruppo di lavoro permanente" e di un istituzionale "osservatorio faunistico provinciale", si dà l'impulso ad una migliore e più efficiente gestione dell'attività venatoria anche attraverso buona pratiche gestionali basate sulle più moderni approcci alla caccia e tecniche di settore, ma altro elemento innovativo è quello di aumentare sempre più la formazione degli operatori del settore, a favore dell'efficacia e della sicurezza, e della sensibilizzazione e divulgazione dei temi faunistico venatori. Il presente piano faunistico venatorio si pone l'obiettivo di accrescere ancora la capacità di programmazione di indirizzo e di controllo da parte dell'Amministrazione provinciale e di prevedere un percorso ed azioni per l'ottimizzazione e l'omogeneità di procedure per gli istituti che operano la gestione venatoria. La collaborazione raggiunta tra agricoltori, cacciatori ed ambientalisti rimane un punto fermo da mantenere; la caccia sociale partecipata, un prelievo improntato alla sostenibilità, un cacciatore legato al territorio, le politiche gestionali, i miglioramenti ambientali finalizzati alla riproduzione naturale della
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fauna selvatica sono il filo conduttore che caratterizza le proposte operative del presente piano. E' stato importante, per la stesura del Piano, il lavoro di concertazione e di ascolto, internamente con la Commissione consiliare e con le strutture dei vari servizi, ed esternamente con gli organi istituzionali, le associazioni agricole ed ambientaliste, il mondo venatorio sia con gli ATC che le associazioni, perchè riteniamo che con il coinvolgimento di tutti gli attori si raggiunge la necessaria coesione che permette di ottenere concreti risultati e di attuare percorsi virtuosi ed efficaci, riteniamo altresì che lo stesso metodo debba caratterizzare il Piano nella sua attuazione. Il nostro impegno è anche quello di stimolare momenti di confronto e sensibilizzazione per accrescere la coesione su una tematica a forte rilevanza sociale, nella volontà di attivare azioni innovative per elevare la qualità ambientale, garantire la salvaguardia dell'attività agricola e la sostenibilità dell'attività venatoria. Alfredo Gennari
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1. PIANIFICAZIONE FAUNISTICA 1.1 - Definizione della Superficie Agro-Silvo-Pastorale La presente parte del piano tratta gli aspetti pianificatori in materia
faunistico-venatoria e risponde alla vigenti disposizioni nazionali e regionali e a
quanto previsto dagli indirizzi regionali per la programmazione faunistico-
venatoria provinciale.
Sono altresì sviluppati gli argomenti secondo un’ottica di aderenza rispetto
ai territori e realtà locali e degli indirizzi delle politiche rivolte al settore.
L’individuazione della Superficie Agro-Silvo-Pastorale (SASP) rappresenta il
primo elemento di definizione della pianificazione faunistico-venatoria
provinciale. Tutto il territorio agro-silvo-pastorale, come previsto dall’art 10
della Legge 157/92, è soggetto infatti a pianificazione faunistico-venatoria
finalizzata, per le diverse specie di fauna selvatica, al conseguimento delle
densità ottimali ed alla loro conservazione mediante riqualificazione delle risorse
ambientali e regolamentazione del prelievo venatorio. Occorre pertanto
procedere alla destinazione differenziata del territorio agro-silvo-pastorale in
prima istanza per le zone di protezione e per le zone a gestione privata; il
rimanente territorio resta quindi destinato a forme di gestione programmata
della caccia, coerentemente con le vigenti disposizioni nazionali (Art. 10 L.
157/92).
Il principio ispiratore della Legge è teso a far ricadere nella definizione di
superficie agro-silvo-pastorale tutto il territorio potenzialmente utile per la
fauna, incluso pertanto nella pianificazione faunistico venatoria da parte delle
Regioni e delle Province. Diversamente da ciò, un approccio prettamente
letterale al termine agro-silvo-pastorale porterebbe all’esclusione di ampie
porzioni di territorio di rilevante interesse faunistico e venatorio, come ad
esempio le zone umide, i corsi d’acqua e gli affioramenti litoidi, sui quali non
sarebbe quindi possibile qualsivoglia forma di gestione o protezione (Spagnesi et
al., 1993) mentre invece l’azione di salvaguardia e di prelievo per fini venatori
della fauna selvatica non può che essere attuata su tutto il territorio idoneo alla
stessa fauna selvatica.
A tale proposito, alla luce delle indicazioni dell’Istituto Nazionale per la
Fauna Selvatica (Spagnesi et al., 1993), la Regione Emilia-Romagna, con propria
DGR 196/2006, fa chiarezza sulle tipologie ambientali (corrispondenti a superfici
territoriali) che concorrono al calcolo della superficie agro-silvo-pastorale di
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ciascuna Provincia, specificando che devono essere comprese anche realtà
territoriali, quali zone umide, corsi d’acqua, incolti, rocce, calanchi ed altro, che
non rientrano nella definizione letterale del termine, ma che devono
necessariamente essere incluse sia per il loro rilevante interesse faunistico che
per rispondere appieno ai dettami della Legge 157/92. Rimangono quindi escluse
dalla quantificazione della SASP tutte le superfici che non vengono utilizzate in
tutto o in buona parte dalla fauna selvatica o che, per le loro stesse
caratteristiche, non possono essere gestite a fini faunistici (Zone urbanizzate ed
industriali, aree estrattive, aree ricreative e sportive ecc.).
Metodologia di calcolo della superficie agro-silvo-pastorale
La base dati utilizzata per il calcolo della SASP provinciale è rappresentata
dalla Carta digitale di uso reale del suolo della Regione Emilia-Romagna, ricavata
dalla fotointerpretazione delle immagini satellitari “Quick bird” dell’anno 2003.
Su base GIS (Geographic Information System), si è dapprima proceduto al calcolo
dell’estensione delle differenti tipologie ambientali all’interno dei 229.029 ettari
del territorio provinciale e successivamente si è proceduto a calcolare la SASP
provinciale sommando tra loro l’estensione delle tipologie ambientali come
espressamente indicato nell’Appendice della DGR 196/2006.
Definizione della superficie agro-silvo-pastorale 2008-2012
In provincia di Reggio Emilia sono presenti 62 delle 83 tipologie ambientali
osservabili sul territorio dell’intera Regione Emilia-Romagna (Tab. 1.1).
Le tipologie ambientali che non concorrono al calcolo della SASP, e
pertanto non sottoposte a pianificazione faunistico venatoria, sono 26 e si
estendono per 24.559 ettari, pari al 10,7% della superficie provinciale (Tab.2).
Si tratta principalmente di zone urbanizzate a tessuto residenziale rado e/o
discontinuo ed insediamenti produttivi industriali e artigianali, che occupano un
totale di quasi 20.000 ettari (8,6%). Ciascuna delle altre categorie ambientali ha
una incidenza sul territorio provinciale inferiore allo 0,5%. Per semplicità,
l’insieme delle tipologie elencate in Tab. 1.2, escluse dal calcolo della SASP e
caratterizzate da una forte presenza antropica, saranno a seguire indicate con il
termine generico di territorio “Urbano”.
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Sigla Tipologia ambientale Superficie (Ha) Superficie
(%)
Se Seminativi semplici 78.982 34,49
Bq Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni 36.228 15,82
Sn Seminativi in aree non irrigue 31.498 13,75
Bf Boschi a prevalenza di faggio 17.452 7,62
Er Zone urbanizzate a tessuto residenziale rado 8.463 3,70
Cv Vigneti 7.340 3,20
Ze Colture agrarie con spazi naturali importanti 6.131 2,68
Ia Insediamenti produttivi industriali e artigianali 5.898 2,58
Tn Aree con vegetazione arbustiva e alberi sparsi 5.759 2,51
Ed Zone urbanizzate a tessuto discontinuo 5.332 2,33
Tp Praterie e brughiere di alta quota 2.782 1,21
Pp Prati stabili 2.477 1,08
Cp Pioppeti colturali 2.416 1,05
Af Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa 2.116 0,92
Dc Aree calanchive 1.778 0,78
Cf Frutteti 1.750 0,76
Bm Boschi misti di conifere e latifoglie 1.164 0,51
Av Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante 1.107 0,48
Qa Aree estrattive attive 1.072 0,47
Ac Canali 1.016 0,44
Ba Boschi di conifere 807 0,35
Zo Sistemi colturali particellari 702 0,31
Vs Campi da calcio, atletica e tennis 669 0,29
Dr Rocce nude, falesie e affioramenti 645 0,28
Vp Parchi e ville 581 0,25
Qc Cantieri 560 0,24
Dx Aree con vegetazione rada 428 0,19
Rs Reti stradale e spazi accessori 376 0,16
Ui Zone umide interne 327 0,14
Ax Bacini artificiali di varia natura 277 0,12
So Colture orticole in tunnel 237 0,10
Bc Castagneti da frutto 210 0,09
Ec Zone urbanizzate a tessuto residenziale compatto 204 0,09
Qs Suoli rimaneggiati ed artefatti 203 0,09
Is Insediamenti di servizi pubblici e privati 198 0,09
Ar Arginature di grandi dimensioni 197 0,09
Vx Aree incolte nell’urbano 158 0,07
Qi Aree estrattive inattive 139 0,06
Vi Ippodromi 138 0,06
Fc Aeroporti 119 0,05
Zt Colture temporanee associate a colture permanenti 115 0,05
Vq Campi da golf 104 0,05
Bs Boschi a prevalenza di salici e pioppi 98 0,04
Vm Cimiteri 91 0,04
Ta Aree con rimboschimenti recenti 73 0,03
Sv Vivai 71 0,03
Rf Reti ferroviarie e spazi accessori 70 0,03
Ic Insediamenti commerciali 68 0,03
Qu Discariche 47 0,02
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Bp Boschi planiziali di farnie e frassini 41 0,02
Cl Noceti 41 0,02
Io Insediamenti ospedalieri 41 0,02
It Insediamenti di impianti tecnologici 41 0,02
Re Centrali per la produzione di energia e reti 41 0,02
Tc Cespuglieti e arbusteti 41 0,02
Va Autodromi e piste da motocross 33 0,01
Ri Aree per la distribuzione idrica 23 0,01
Qr Depositi di rottami e cimiteri autoveicoli 16 0,01
An Bacini naturali 12 0,01
Qq Depositi di cave 11 0,00
Ap Bacini con destinazione produttiva 7 0,00
Ut Torbiere 4 0,00
Totale provinciale 229.029 100 Tab. 1.1 - Estensione delle Tipologie ambientali presenti in Provincia di Reggio Emilia
Sigla Tipologia ambientale Superficie (ettari) Estensione (%)
Er Zone urbanizzate a tessuto residenziale rado 8.463 3,70 Ia Insediamenti produttivi industriali e artigianali 5.898 2,58 Ed Zone urbanizzate a tessuto discontinuo 5.332 2,33 Qa Aree estrattive attive 1.072 0,47 Vs Campi da calcio, atletica e tennis 669 0,29 Vp Parchi e ville 581 0,25 Qc Cantieri 560 0,24 Rs Reti stradale e spazi accessori 376 0,16 Ec Zone urbanizzate a tessuto residenziale compatto 204 0,09 Qs Suoli rimaneggiati ed artefatti 203 0,09 Is Insediamenti di servizi pubblici e privati 198 0,09 Vx Aree incolte nell’urbano 158 0,07 Vi Ippodromi 138 0,06 Fc Aeroporti 119 0,05 Vq Campi da golf 104 0,05 Vm Cimiteri 91 0,04 Rf Reti ferroviarie e spazi accessori 70 0,03 Ic Insediamenti commerciali 68 0,03 Qu Discariche 47 0,02 Io Insediamenti ospedalieri 41 0,02 It Insediamenti di impianti tecnologici 41 0,02 Re Centrali per la produzione di energia e reti 41 0,02 Va Autodromi e piste da motocross 33 0,01 Ri Aree per la distribuzione idrica 23 0,01 Qr Depositi di rottami e cimiteri autoveicoli 16 0,01 Qq Depositi di cave 11 0,00 Totale provinciale 24.559 10,7
Tab. 1.2 - Tipologie ambientali che non concorrono al calcolo della SASP e relative estensioni superficiali per il territorio della Provincia di Reggio Emilia.
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Le tipologie ambientali che concorrono alla determinazione della SASP sono
36 ed occupano una superficie 204.470 ettari, pari al 89,3% della superficie
provinciale (Tab. 1.3). Il contributo maggiore è dato dai seminativi (in aree
irrigue e non) e dai boschi di querce, carpini, castagni e faggi, che occupano
poco più del 70% del territorio provinciale.
La superficie agro-silvo-pastorale della provincia di Reggio Emilia destinata
a pianificazione faunistico-venatoria per il periodo 2008-2012 è di 204.470 ettari.
Sigla Tipologia ambientale Superficie (ettari) Estensione
(%)
Se Seminativi semplici 78.982 34,49
Bq Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni 36.228 15,82
Sn Seminativi in aree non irrigue 31.498 13,75
Bf Boschi a prevalenza di faggio 17.452 7,62
Cv Vigneti 7.340 3,20
Ze Colture agrarie con spazi naturali importanti 6.131 2,68
Tn Aree con vegetazione arbustiva e alberi sparsi 5.759 2,51
Tp Praterie e brughiere di alta quota 2.782 1,21
Pp Prati stabili 2.477 1,08
Cp Pioppeti colturali 2.416 1,06
Af Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa 2.116 0,92
Dc Aree calanchive 1.778 0,78
Cf Frutteti 1.750 0,76
Bm Boschi misti di conifere e latifoglie 1.164 0,51
Av Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante 1.107 0,48
Ac Canali 1.016 0,44
Ba Boschi di conifere 807 0,35
Zo Sistemi colturali particellari 702 0,31
Dr Rocce nude, falesie e affioramenti 645 0,28
Dx Aree con vegetazione rada 568 0,25
Ui Zone umide interne 327 0,14
Ax Bacini artificiali di varia natura 277 0,12
So Colture orticole in tunnel 237 0,10
Bc Castagneti da frutto 210 0,09
Ar Arginature di grandi dimensioni 197 0,09
Qi Aree estrattive inattive 139 0,06 Zt Colture temporanee associate a colture permanenti 115 0,05
Bs Boschi a prevalenza di salici e pioppi 98 0,04
Ta Aree con rimboschimenti recenti 73 0,03
Sv Vivai 71 0,03
Cl Noceti 41 0,02
Bp Boschi planiziali di farnie e frassini 41 0,02
Tc Cespuglieti e arbusteti 41 0,02
An Bacini naturali 12 0,01
Ap Bacini con destinazione produttiva 7 0,00
Ut Torbiere 4 0,00
Totale provinciale 204.470 89,3
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Tab. 1.3 - Estensione delle ipologie ambientali che concorrono al calcolo della SASP per il territorio della Provincia di Reggio Emilia. Superficie agro-silvo-pastorale degli attuali Comprensori Faunistici Omogenei
L’estensione della SASP dei Comprensori Faunistici Omogenei del
precedente Piano Faunistico Venatorio è illustrata in Tab. 1.4. Il comprensorio
che presenta la minor percentuale di SASP (85,8%) è il Comprensorio 1. Il
Comprensorio 2, definito dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2000-2006 di
“Collina”, ricomprende anche aree di alta pianura fortemente antropizzate: per
questo motivo la SASP è pari solo al 87,4% dello stesso.
Comprensorio Superficie
(Ha) Urbano (Ha)
Urbano (%)
SASP (Ha)
SASP (%)
1 - Pianura 81.449 11.530 14,2 69.919 85,8 2 - Collina 89.787 11.287 12,6 78.501 87,4 3 - Montagna 57.793 1.742 3,0 56.050 97,0 Provincia 229.029 24.559 10,7 204.470 89,3
Tab. 1.4 – Estensione della SASP e delle aree urbane negli attuali comprensori faunistici omogenei
Superficie agro-silvo-pastorale dei comuni della Provincia
La percentuale di superficie agro-silvo-pastorale dei 45 comuni reggiani
varia da un minimo del 72,2% ad un massimo del 98,1% (Tab. 1.5).
Alla luce dei elaborazioni prodotte su base GIS, i comuni più antropizzati,
dove è percentualmente minore la SASP, sono Casalgrande, Cavriago, Rubiera e
Reggio Emilia.
La percentuale di aree urbane in pianura è particolarmente alta nei comuni
a ridosso della Via Emilia (da Sant’Ilario d’Enza a Rubiera) e nella fascia di
confine con la Provincia di Modena, da Correggio a Castellarano (Fig. 1.1).
Nella bassa pianura i comuni presentano una percentuale di SASP compresa
tra 85,6 e 91,3, con l’eccezione di Boretto, Brescello e Rolo in cui l’incidenza
delle aree urbane è maggiore.
I comuni collinari e montani sono quelli a maggiori percentuali di territorio
agro-silvo-pastorale. Gli estremi sono compresi tra il 94% del Comune di Carpineti
al 98,1% del Comune di Ramiseto.
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Comune ID Superficie (ettari)
Urbano (ettari)
Urbano (%)
SASP (ettari)
SASP (%)
Casalgrande 1 3.743 1.042 27,8 2.701 72,2 Cavriago 2 1.703 473 27,8 1.230 72,2 Rubiera 3 2.519 650 25,8 1.869 74,2
Reggio Emilia 4 23.151 5.317 23,0 17.834 77,0 Montecchio Emilia 5 2.463 519 21,1 1.944 78,9 Sant’Ilario d’Enza 6 2.026 391 19,3 1.635 80,7
Scandiano 7 4.982 943 18,9 4.039 81,1 Bibbiano 8 2.804 495 17,7 2.309 82,3 Correggio 9 7.774 1.316 16,9 6.458 83,1 Rolo 10 1.404 235 16,7 1.169 83,3
Boretto 11 1.867 312 16,7 1.555 83,3 San Martino in Rio 12 2.267 371 16,4 1.896 83,6
Brescello 13 2.452 370 15,1 2.082 84,9 Campegine 14 2.214 334 15,1 1.880 84,9 Castellarano 15 5.750 835 14,5 4.915 85,5
Bagnolo in Piano 16 2.672 380 14,2 2.292 85,8 San Polo d’Enza 17 3.274 450 13,7 2.824 86,3
Castelnuovo di sotto 18 3.460 474 13,7 2.986 86,3 Quattro Castella 19 4.603 615 13,4 3.988 86,6
Luzzara 20 3.874 499 12,9 3.375 87,1 Guastalla 21 5.249 645 12,3 4.604 87,7 Reggiolo 22 4.305 525 12,2 3.780 87,8 Novellara 23 5.815 669 11,5 5.146 88,5
Campagnola Emilia 24 2.475 281 11,4 2.194 88,6 Gualtieri 25 3.550 390 11,0 3.160 89,0 Albinea 26 4.396 474 10,8 3.922 89,2
Cadelbosco di Sopra 27 4.416 466 10,6 3.950 89,4 Rio Saliceto 28 2.259 238 10,5 2.021 89,5 Fabbrico 29 2.308 233 10,1 2.075 89,9 Gattatico 30 4.234 384 9,1 3.850 90,9 Poviglio 31 4.366 378 8,7 3.988 91,3 Carpineti 32 8.943 537 6,0 8.406 94,0
Castenuovo ne Monti 33 9.666 559 5,8 9.107 94,2 Vezzano sul Crostolo 34 3.765 200 5,3 3.565 94,7
Viano 35 4.522 222 4,9 4.300 95,1 Toano 36 6.727 314 4,7 6.413 95,3 Canossa 37 5.318 239 4,5 5.079 95,5 Baiso 38 7.522 334 4,4 7.188 95,6 Casina 39 6.379 256 4,0 6.123 96,0 Busana 40 3.038 106 3,5 2.932 96,5 Vetto 41 5.319 149 2,8 5.170 97,2
Villa Minozzo 42 16.781 448 2,7 16.333 97,3 Collagna 43 6.686 168 2,5 6.518 97,5 Ligonchio 44 6.172 131 2,1 6.041 97,9 Ramiseto 45 9.817 189 1,9 9.628 98,1 Provincia 229.029 24.559 10,7 204.470 89,3
Tab. 1.5 – Estensione della SASP e delle aree urbane nei comuni della Provincia di Reggio Emilia
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Fig. 1.1 – Classificazione dei Comuni per classi di estensione percentuale del territorio urbanizzato
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Confronto tra SASP all’anno 2000 e SASP all’anno 2007
La Provincia di Reggio Emilia già in occasione della redazione del Piano
Faunistico Venatorio 2000-2006 aveva scelto di avvalersi di basi cartografiche
digitali per la quantificazione della SASP.
Nello specifico si era avvalsa della Carta digitale dell’uso del suolo della
Regione Emilia-Romagna desunta dalle riprese aeree “Volo Italia 1994”. La
superficie destinata a pianificazione faunistico-venatoria nel periodo 2000-2006
era di 213.021 ettari (93% del territorio provinciale), suddivisa tra i tre
comprensori omogenei come illustrato in Tab. 1.6.
Dal 1994 al 2003 (date dei rilievi per la redazione delle carte regionali di
uso del suolo) la diminuzione della superficie agro-silvo-pastorale provinciale è
stata di 8.551 ettari. In poco meno di un decennio si è assistito ad una perdita di
superficie agro-silvo-pastorale pari a circa il 4%. La maggior riduzione della SASP
si è registrata nei comprensori 1 e 2, mentre nel comprensorio 3 (montagna) la
riduzione è risultata di minore rilevo.
A B A-B
Comprensorio SASP 2007 (Ha)
SASP 2000 (Ha)
Differenza (Ha)
1 - Pianura 69.919 73.861 -3.942 2 - Collina 78.501 82.303 -3.802 3 - Montagna 56.050 56.857 -807 Provincia 204.470 213.021 -8.551
Tab. 1.6 – Differenze tra SASP all’anno 2007 e SASP all’anno 2000 a livello di Comprensori Faunistici Omogenei
Seppure la riduzione di SASP è sostanzialmente imputabile all’aumento del
“territorio urbano”, va tuttavia evidenziato che le differenze precedentemente
illustrate dipendono da due ordini di fattori, il cui relativo peso è difficilmente
quantificabile:
• sottrazione di territori agricoli e naturali per l’espansione delle
aree urbane, industriali e delle infrastrutture;
• maggiore grado di dettaglio della base cartografica utilizzata nella
redazione del presente Piano faunistico venatorio, in grado di “riconoscere”
elementi di minori dimensioni, spesso rappresentati da piccoli insediamenti.
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2 - Destinazione territoriale della SASP in rapporto ai Comprensori individuati
Contestualmente alle vigenti disposizioni, la Superficie Agro-Silvo-Pastorale
provinciale (SASP), calcolata come descritto nel precedente paragrafo, deve
essere ripartita tra zone di protezione della fauna e zone a gestione privata. La
restante parte del territorio è quindi destinata alla gestione programmata della
caccia con la seguente procedura %SASP (ATC)=%totale SASP provinciale – (%SASP
istituti privati + % SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS).
In quest’ottica la pianificazione faunistica della Regione Emilia-Romagna
fissa obiettivi e limiti nella destinazione differenziata del territorio che ciascuna
provincia è tenuta localmente a rispettare. In particolare, a livello regionale, si
prevede la destinazione di almeno il 24% della superficie agro-silvo-pastorale a
zone di protezione della fauna selvatica di cui all'art. 10, commi 3 e 4 della L.
157/92. Ciascuna Provincia può tuttavia destinare alle zone di protezione una
quota di superficie agro-silvo-pastorale provinciale compresa tra il 20% e il 30%,
fatta salva la percentuale di aree protette istituite al momento dell'approvazione
del Piano Faunistico.
Possono entrare a far parte della percentuale di cui al punto precedente
anche le Aree di Rispetto nelle quali l'esercizio venatorio sia vietato a tutte le
specie e le aree contigue ai Parchi regionali o porzioni di esse in cui non sia
consentito l'esercizio venatorio.
La Regione Emilia-Romagna individua inoltre nel limite massimo del 15% la
percentuale della Superficie Agro-Silvo-Pastorale che ciascuna Provincia può
destinare agli Istituti a gestione privata (Aziende Venatorie, Centri privati di
riproduzione della fauna e zone per l'addestramento e le gare cinofile),
definendo altresì un limite minimo sulla base della situazione consolidata con la
precedente pianificazione faunistico-venatoria.
Nell’ambito del presente Piano, la destinazione della Superficie Agro Silvo
Pastorale provinciale, calcolata su base GIS, tra le diverse tipologie di istituti
faunistici previsti dalle normative vigenti in materia è realizzata avendo presente
i seguenti aspetti e criteri generali:
� Comprensori Faunistico Omogenei (CFO) provinciali perimetrati
attraverso un metodi integrato sulla base dell’analisi delle principali variabili
ambientali disponibili su base GIS incrociata con la Rete ecologica polifunzionale
della Provincia di Reggio Emilia (cfr. paragrafo 3);
11
� status delle popolazioni delle specie di maggiore interesse
conservazionistico e venatorio e delle maggiori problematiche ad esse associate
(cfr. paragrafo 2.2 – Volume 1);
� status dei cacciatori di Reggio Emilia (cfr. paragrafo 2.1– Volume 1);
� Tenendo conto di un principio di realismo che tenga conto dei risultati
ottenuti nel corso del periodo 2000-2006 rispetto ai previsti obiettivi di
pianificazione ed alla applicazione degli strumenti gestionali previsti (cfr.
paragrafo 2.3– Volume 1);
� Istituti di tipo privato: mantenimento delle possibilità di integrazioni del
reddito per i proprietari e/o conduttori dei fondi ed ottimizzazione della
ripartizione della SASP tra le diverse tipologie di istituti privati sulla base
dell’evoluzioni delle esigenze venatorie (crf. paragrafo 2.3– Volume 1);
� Istituti di protezione: ottimizzazione delle finalità assegnate a questa
tipologia di Istituto aumentando al 25% la Superficie Agro Silvo Pastorale da
destinare alle aree protette rispetto al valore individuato a livello regionale
(24%), seppure in un’ottica di garantire il contenimento dell’impatto degli
Ungulati selvatici e della fauna in generale alle coltivazioni agricole
eventualmente limitando la presenza in queste aree ove sono presenti forti
conflitti e ricorrendo alla tutela della fauna non problematica attraverso
“divieti” ai sensi dell’art. 22 LR 8/’94 e succ. mod. per una percentuale non
superiore al 10 % del territorio SASP provinciale.
� ATC: aumentare le superfici minime al fine di dotare questi Istituti di un
idoneo territorio da destinare alla gestione speciale delle specie “critiche”
destinando a tale scopo adeguati spazi sino ai valori percentuali di superficie
indicati in tabella 2.1.
Alla luce di quanto precedentemente esposto, di seguito viene quantificata,
sia a livello provinciale (Tab. 2.1) che per ciascuno dei tre Comprensori Faunistici
Omogenei, di cui al successivo paragrafo 3 (Tab. 2.2), la destinazione della
Superficie Agro-Silvo-Pastorale provinciale (204.470 ettari) tra i seguenti Istituti
faunistici:
A- Istituti di gestione faunistico-venatoria a carattere privato:
Aziende Faunistico Venatorie (AFV); Aziende Agri-Turistico Venatorie (ATV);
Centri Privati di Riproduzione della Fauna Selvatica (CPRFS); Zone addestramento
cani (ZAC-CAC); Appostamenti fissi.
B- Aree protette o a qualsiasi titolo sottratte alla caccia:
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Parchi nazionali, Parchi regionali e Riserve Naturali, Oasi di protezione;
Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC); Rifugi; Fondi sottratti; Fondi chiusi;
Centri Pubblici di Riproduzione della Fauna Selvatica
Tipologia di istituto SASP (Ha)
SASP (%)
AFV e ATV 22.491,79 11,0
ZAC e CAC 5.727,00 2,8
CPRFS (privati) 2.451,77 1,2 Istituti
Privati
Totale Istituti Privati 30,670,56 15,0
Istituti di
protezione
OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS (pubblici)
51.117,60 25%
Istituti
pubblici
ATC 122.682,24** 60%*
Totale provincia 204.470,40 100,0
* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale Tab. 2.1 – Destinazione differenziata della SASP tra i diversi Istituti faunistici della provincia di Reggio Emilia.
Comprensorio C1 Pianura
Comprensorio C2 Collina
Comprensorio C3 Montagna
SASP SASP SASP SASP SASP SASP Tipologia di istituto
(Ha) (%)*** (Ha) (%)*** (Ha) (%)***
AFV e ATV 5.104,12 7,30 8.870,57 11,30 8.519,65 15,20
ZAC e CAC 1.810,91 2,59 2.355,02 3,00 1.569,41 2,80
CPRFS 699,20 1,00 1.201,06 1,53 560,50 1,00
Istituti Privati
Totale Istituti Privati
7.614,23 10,89 12.426,65 15,83 10.649,56 19,00
Istituti di
protezione
OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS
17.479,80 25,00 19.625,20 25,00 14.012,60 25,00
Istituti
pubblici
ATC 44.825,37** 64,11* 46.448,85** 59,17* 31.388,74** 56,00*
Totale CFO 69.919,4 100 78.500,7 100 56.050,9 100
* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento all’estensione del rispettivo comprensorio Tab. 2.2 – Destinazione differenziata della SASP tra i diversi Istituti nei tre Comprensori Faunistici Omogenei della Provincia di Reggio Emilia.
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Alla luce delle scelte sopra illustrate, in tabella 2.3 è riportata l’estensione
in ettari della quota parte di SASP provinciale che potrà essere attribuita ai
diversi Istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del presente piano.
E’ infatti espressamente quantificata la differenza in termini di ettari di
superficie tra la quota parte di SASP attualmente occupata dai diversi Istituti
faunistici (cfr. paragrafo 1) e quella massima occupabile alla scadenza del PFVP
2008-2012. Analogamente a quanto descritto a livello dell’intero territorio
provinciale, nelle successive tabelle 2.4, 2.5 e 2.6 si quantificano gli ettari di
SASP che potranno essere destinati alle diverse tipologie di Istituti faunistici per
ciascuno dei tre Comprensori Faunistici Omogenei della Provincia.
(A) (B) (A-B)
Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio
SASP attualmente già destinata
SASP ancora da destinare
Tipologia di istituto
(Ha) (%) (Ha) (%) (Ha)
AFV e ATV 22.491,79 11,0 14.987,51 7,3 7.504,28
ZAC e CAC 5.727,00 2,8 3.906,53 1,9 1.820,47
CPRFS 2.451,77 1,2 801,99 0,4 1.649,78
Istituti Privati
Totale Istituti Privati
30,670,56 15,0 19.696,03 9,6 10.974,53
Istituti di
protezione
OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS
51.117,60 25,0 41.071,32 20,1 10.046,28
Istituti
pubblici
ATC 122.682,24** 60,0* 143.703,05** 70,3* - 21.020,81
Totale Provincia 204.470,40 100 204.470,4 100 0,00
* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale
Tab. 2.3 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP.
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(A) (B) (A-B)
Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio
SASP attualmente già destinata
SASP ancora da destinare
Tipologia di istituto
(Ha) (%)*** (Ha) (%) (Ha)
AFV e ATV 5.104,12 7,30 2.819,72 4,0 2.284,4
ZAC e CAC 1.810,91 2,59 526,35 0,8 1.284,6
CPRFS 699,20 1,00 0,00 0,0 699,2
Istituti Privati
Totale Istituti Privati
7.614,23 10,89 3.346,07 4,8 4.268,2
Istituti di
protezione
OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS
17.479,80 25,00 13.151,74 18,8 4.328,0
Istituti
pubblici
ATC 44.825,37** 64,11* 53.421,64** 76,4* -8.596,2
Totale CFO 1 “Pianura” 69.919,4 100 69.919,5 100 0,0
* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento
all’estensione del comprensorioTab. 2.4 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP nel Comprensorio C1 denominato di Pianura.
(A) (B) (A-B)
Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio
SASP attualmente già destinata
SASP ancora da destinare
Tipologia di istituto
(Ha) (%)*** (Ha) (%) (Ha)
AFV e ATV 8.870,57 11,30 8.443,85 10,8 426,72
ZAC e CAC 2.355,02 3,00 2.238,23 2,9 116,79
CPRFS 1.201,06 1,53 801,99 1,02 399,07
Istituti Privati
Totale Istituti Privati
12.426,65 15,83 11.484,07 14,63 942,58
Istituti di
protezione
OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS
19.625,20 25,00 14.226,88 18,12 5.398,32
Istituti
pubblici
ATC 46.448,85** 58,92* 52.789,75** 67,25* -6.340,90
Totale CFO 2 “Collina” 78.500,7 100 78.500,7 100 0,0
* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento
all’estensione del comprensorioTab. 2.5 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP nel Comprensorio C2 denominato di Collina.
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(A) (B) (A-B)
Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio
SASP attualmente già destinata
SASP ancora da destinare
Tipologia di istituto
(Ha) (%)*** (Ha) (%) (Ha)
AFV e ATV 8.519,65 15,20 3.723,98 6,64 4.795,67
ZAC e CAC 1.569,41 2,80 1.141,95 2,04 427,46
CPRFS 560,50 1,00 0,00 0,00 560,50
Istituti Privati
Totale Istituti Privati
10.649,56 19,00 4.865,93 8,68 5.783,63
Istituti di
protezione
OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS
14.012,60 25,00 13.693,09 24,43 319,51
Istituti
pubblici
ATC 31.388,74** 56.00* 37.491,67** 66,89* -6.102,93
Totale CFO 3 “Montagna” 56.050,3 100 56.050,3 100 0,0
* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento all’estensione del comprensorio Tab. 2.6 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP nel Comprensorio C3 denominato di Montagna.
Viene di seguito indicata, per ogni Comprensorio Faunistico Omogeneo,
l'estensione massima di ciascuna Azienda Faunistica Venatoria nonché i criteri
che dovranno assicurare una loro distribuzione sul territorio tale da consentire
un'equa fruizione delle opportunità venatorie rispetto agli Ambiti Territoriali di
Caccia ai sensi di quanto disposto dalla pianificazione faunistica regionale (Tab.
2.7). Le superfici di estensione massima sono state individuate tenendo conto
anche dell’estensione effettiva delle attuali aziende e della loro tipicità a livello
provinciale senza di fatto influire sulle possibilità di sviluppo sul territorio ma
altresì suggerendone una più ampia ed omogenea distribuzione.
Inoltre, diversamente da quanto realizzato in passato, allo scopo di
consolidare e valorizzare i risultati ottenuti dal precedente Piano, si provvede a
determinare anche la superficie minima da destinare agli Istituti privati e a quelli
protetti (Tab. 2.8). In quest’ottica sono espressamente individuati negli attuali
valori di superficie occupata da istituti privati e da quelli protetti gli ettari di
SASP minimi da destinare agli Istituti privati e a quelli di protezione pari
rispettivamente al 9,63% e al 20,09% della SASP provinciale.
16
Comprensorio Faunistico Omogeneo
Estensione massima (Ha)
C1 Pianura 500 C2 Collina 1.200 C3 Montagna 1500 Tab. 2.7- Estensione massima delle Aziende faunistiche nei diversi Comprensori Faunistici Omogenei della provincia di Reggio Emilia
Tipologia di Istituto Superficie minima (ettari) Superficie minima (%)
Istituti privati 23.157,3 9,63 Istituti di protezione 48.310,5 20,09 Tab. 2.8- Superficie minima da destinare agli Istituti di tipo privato e agli istituti di protezione
Criteri generali per la destinazione territoriale
Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi del Piano Faunistico-
Venatorio, in un’ottica di razionalizzazione della densità, della collocazione
reciproca e dell’estensione massima degli Istituti di tipo privato, si adottano i
seguenti specifici criteri:
a) Istituti di tipo privato:
1- La possibilità di istituire nuovi Istituti di tipo privato deve essere valutata
alla luce dell’estensione complessiva dell’Istituto proposto e della superficie già
complessivamente destinata ad istituti privati calcolata su base comunale. In
particolare qualora la superficie complessivamente destinata agli Istituti di tipo
privato esistenti nel comune o nei comuni territorialmente interessati alla nuova
istituzione superi il valore massimo del 15% ne risulta vietata la istituzione,
mentre viene consentita la trasformazione degli Istituti privati esistenti in altro
tipo nel rispetto delle percentuali minime e fino al raggiungimento delle
percentuali massime indicate per il comprensorio omogeneo interessato.
2- E’ individuata una priorità per l’istituzione di CAC (max. 40 ha) fino al
raggiungimento delle percentuali massime indicate per ciascun Comprensorio
Faunistico Omogeneo.
3- Qualora le superfici comunali risultino occupate al di sotto del 15% le
modifiche di confine in ampliamento sono consentite fino al raggiungimento della
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percentuale comunale del 15%, compatibilmente con i limiti minimi e massimi di
estensione consentiti per il tipo di Istituto e le disponibilità territoriali massime
indicate per il Comprensorio Faunistico Omogeneo (per quanto riguarda le AV ai
sensi della direttiva regionale DG 969/’02) riportati in tabella 2.2.
4- Qualora la superficie comunale risulti occupata per il 15% da Istituti di
tipo privato, le eventuali modifiche del confine degli Istituti esistenti (cioè già
istituiti) che comportano un ampliamento della superficie sono consentite fino ad
un massimo del 5% della superficie occupata dall’Istituto prima della richiesta di
ampliamento e comunque non oltre i 50 ha. Inoltre si precisa che in fase di
ampliamento della superficie di un Istituto privato, non sono consentite
modifiche che contemplano anche eventuali parziali revisioni dei confini che
riducano, in misura superiore all’1% la superficie occupata, nel complesso
(indipendentemente dal numero di modifiche), per ogni data azienda, per la
durata del presente piano. Quindi l’insieme di variazioni che complessivamente
determina un aumento della superficie dell’Istituto non può prevedere
contemporaneamente anche modifiche del confine, con una nuova
configurazione geometrica rispetto alla precedente, che portino ad una riduzione
di superficie oltre il limite massimo dell’1%.
5- Per l’istituzioni di ATV e ZAC sono prioritarie le aree con assenza o
presenza estremamente ridotta di ungulati.
6- Fatto salvo l’esistente, nell’istituzione di nuove AAVV è raccomandabile
che sia mantenuta una distanza dell’ordine di 500 m fra le istituende AAVV o fra
queste e le istituite AAVV, con opportuna validazione positiva in organismo
consultivo. Tale indirizzo non si applica in caso di costituzione di consorzi fra
AAVV.
b) Istituti di protezione
Gli istituti di protezione devono garantire, nel loro insieme, il
raggiungimento degli obiettivi di protezione e più in generale l’ottimizzazione
della rete ecologica provinciale. Per ottemperare a questi obiettivi si assume che
gli Istituti, anche per le “Aree di rispetto” ai sensi dell’Art. 22 bis LR 8/’94 e succ.
modifiche, nel redigere i propri piani annuali possano fare riferimento ad
un’ottica pluriennale, possibilmente di tre anni, al fine di massimizzare
l’obiettivo di tutele della piccola selvaggina, similmente agli Istituti faunistici di
competenza provinciale (ZRC ed Oasi di protezione).
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Al termine del primo anno di validità del Piano Faunistico la Provincia
approva la revoca, la modifica, il rinnovo o l’istituzione delle ZRC ed AR secondo
le proposte avanzate dagli ATC e nel caso delle AR sarà programmata nell’ottica
di un triennio, fatto salvo il possibile riesame su motivate condizioni e situazioni
riscontrate. Allo stesso modo la Provincia provvede a dotare gli istituti faunistici
provinciali di adeguati protocolli operativi al fine di regolamentare le attività di
gestione dei diversi istituti previsti ai sensi delle normative vigenti.
Saranno oggetto di specifica regolamentazione i seguenti elementi: 1-
prevenzione, mitigazione e risarcimento dei danni; 2- censimento della fauna
selvatica; 3- cattura e controllo della fauna selvatica; 4- monitoraggio sanitario.
Le ZRC sono opportunità per valorizzare la produttività faunistica, con la
riproduzione naturale delle specie autoctone, l’irradiamento naturale ed il
ripopolamento dei territori contigui, permettendo di reinvestire localmente la
fauna che può essere ivi prelevata e catturata, in quanto una buona gestione
delle ZRC non può prescindere dal supporto del volontariato proveniente dal
mondo venatorio e dall’attiva sinergia tra la Provincia e l’ATC. Si ritiene inoltre
che le ZRC possano anche favorire la sosta e la riproduzione della fauna
migratoria.
Per quanto concerne l’eventuale istituzione di nuove ZRC ed AR, con
finalità produttive di fauna cacciabile, a parità di condizioni ambientali, saranno
da preferire le aree oggetto di divieto di sparo per effetto delle ordinanze
sindacali o comunque quei territori agricoli che per il loro livello di
urbanizzazione non risultano idonei all’attività venatoria (cfr. paragrafo 6). Si
precisa che le ZRC si riferiscono a SASP che rientra nei conteggi della SASP per gli
Istituti di protezione mentre le AR sono forme di tutela che si riferiscono a SASP
destinata alla gestione faunistico-venatoria.
In caso di istituzione di ZRC in aree perturbane sottoposte ad ordinanza
sindacale di divieto di sparo, tali ZRC potranno essere istituite solo in quanto non
pregiudichino la sicurezza introdotta dall’ordinanza e a seguito di un’idonea
valutazione tecnica.
L’estensione delle ZRC verrà determinata in funzione della/delle specie in
indirizzo, della vocazione del territorio e della forma di gestione prevista
(irradiamento, cattura o entrambe le funzioni). Le ZRC destinate all’irradiamento
dovranno essere separate tra di loro da non meno di 500 m, fatte salve situazioni
particolari determinate dalla presenza di barriere faunistiche, che di fatto
impediscono lo spostamento degli animali tra istituti adiacenti, costituite da
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territori artificiali. In particolare per le ZRC e AR sono fissati i valori minimi e
massimi dell’estensione superficiale come espressamente riportati in tabella 2.9.
SPECIE IN INDIRIZZO
AR e ZRC IRRADIAMENTO
AR e ZRC IRRADIAMENTO E CATTURA
SASP MINIMA
(Ha) SASP MASSIMA
(Ha) SASP MINIMA
(Ha) SASP MASSIMA
(Ha) Fagiano 50 300 300 1.000 Starna 50 300 300 1.000
Pernice rossa 50 300 300 1.000 Lepre 50 300 300 1.000 Capriolo non prevista 300 1.000
Tab. 2.9 – valori minimi e massimi dell’estensione superficiale delle nuove ZRC e AR in provincia di Reggio Emilia.
c) Istituti pubblici
Per quanto concerne gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), essendo la loro
estensione il risultato di una differenza algebrica fra il totale della SASP e la
SASP destinata agli Istituti privati e protetti, allo stato attuale, risulta che la
maggior parte dei comuni della provincia ha territorio eccedente rispetto ai
valori massimi di SASP previsti per gli ATC. Pertanto tale situazione, durante il
processo per il raggiungimento degli obiettivi prefissati per gli istituti privati e
protetti, permette comunque una efficace gestione faunistico-venatoria.
Solamente in 9 comuni la percentuale di SASP attualmente occupata da ATC è
inferiore al 60% del SASP provinciale. Di questi 5 sono occupati per oltre il 39% da
Istituti faunistici ai sensi della L. 157/’92 e 3 sono interessati anche dal Parco
nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ai sensi della L. 394/’91 che prevede il
divieto di attività venatoria nei parchi.
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3- Individuazione dei Comprensori Faunistici Omogenei
Come indicato negli “Indirizzi per la pianificazione faunistico-venatoria
provinciale di cui all’art 5 della LR 8/94”, i Comprensori Faunistici Omogenei
(CFO) costituiscono l’articolazione territoriale di base per la pianificazione
faunistica provinciale.
Gli indirizzi regionali per la pianificazione faunistico-venatoria, di cui
all’art. 5 della L.R. 8/94, precisano che i CFO sono definiti a livello provinciale
individuando, sulla base di variabili ambientali e faunistiche, realtà territoriali a
omogenea vocazione faunistica e gestionale. In particolare, gli stessi indirizzi
regionali precisano che possono contribuire a determinare la separazione tra i
CFO variabili significative quali l’altitudine e la complessità morfologica, il
rapporto percentuale tra aree boscate ed aree aperte, la dimensione media delle
aree boscate, la superficie dei boschi ripartiti nelle diverse tipologie, la
superficie a seminativi, quella a prato pascoli, le aree agricole eterogenee, le
zone umide, ed altre variabili eventualmente disponibili su adeguati supporti
informatici.
Si è inoltre ritenuto necessario fornire un quadro dei comprensori quanto
più possibile aderente alla realtà locale e pertanto si sono tenuti in
considerazione i contenuti degli studi relativi alla Rete ecologica provinciale e
agli ecomosaici (PTCP), come più dettagliatamente illustrato nei successivi
paragrafi.
Nell’ambito di questo PFVP, la definizione dei Comprensori Faunistici
Omogenei ha seguito il seguente percorso:
• individuazione dell’Unità di Campionamento (UC);
• scelta delle variabili ambientali;
• analisi di agglomerazione (Cluster analysis) per l’individuazione delle aree
omogenee;
• verifica dei risultati di agglomerazione attraverso l’analisi della funzione
discriminate e razionalizzazione delle aggregazioni di UC;
• verifica della congruità delle aree omogenee con la zonizzazione della
“rete-ecologica polifunzionale” della Provincia di Reggio Emilia;
definizione dei Comprensori Faunistici Omogenei;
21
Individuazione dell’Unità di Campionamento (UC)
In questa sezione del lavoro si è provveduto ad individuare quale Unità di
Campionamento (UC) la cella di estensione pari a 1 km2 appartenente alla griglia
ottenuta attraverso suddivisione del quadro d’unione della CTR 1:5.000. Il
reticolo coincide con quello utilizzato nell’aggiornamento della Carta delle
vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna (Gellini & Zanni, 2006).
Allo scopo di evitare contrasti in fase di analisi sono state scartate tutte le
celle della maglia incluse all’interno dei confini provinciali per meno del 50%
(Gellini et al, 1998).
Il territorio della provincia di Reggio Emilia è così risultato suddiviso in
2.240 Unità di Campionamento (UC).
Scelta delle variabili ambientali
Dopo una attenta fase preliminare di valutazione dell’adeguatezza ed
affidabilità degli strati informativi (layer) disponibili per la quantificazione delle
variabili ambientali, la scelta è ricaduta su 39 variabili e più precisamente:
• 36 di Uso del suolo (Tab. 3.1). Si tratta di variabili di copertura del suolo
ricavate dalla carta digitale dell’uso del suolo della Regione Emilia-Romagna
(anno 2003). A tale scopo si è proceduto preliminarmente a raggruppare sotto la
categoria “Ur” (aree urbane e industriali) tutte le tipologie ambientali che non
concorrono al calcolo della SASP provinciale;
• altitudine media, calcolata come media tra la quota massima e la minima;
• rugosità, ossia lunghezza delle curve di livello (fornisce un’indicazione
sulla complessità morfologica) rapportate all’unità di superficie delle celle;
• lunghezza della rete stradale rapportata all’unità di superficie delle celle.
Per la descrizione delle Unità di Campionamento non sono state quindi
selezionate variabili di abbondanza o distribuzione delle popolazioni
appartenenti a specie di interesse venatorio o conservazionistico perché già ad
un primo esame non sono risultate idonee agli scopi del presente lavoro in quanto
discontinue in termini temporali e perché aventi disomogeneo livello di
definizione sul territorio e tra le diverse specie.
22
Sigla Tipologia
Se Seminativi semplici Bq Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni Sn Seminativi in aree non irrigue Ur Aree urbane e industriali * Bf Boschi a prevalenza di faggio Cv Vigneti Ze Colture agrarie con spazi naturali importanti Tn Aree con vegetazione arbustiva e alberi sparsi Tp Praterie e brughiere di alta quota Pp Prati stabili Cp Pioppeti colturali Af Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa Dc Aree calanchive Cf Frutteti Bm Boschi misti di conifere e latifoglie Av Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante Ac Canali Ba Boschi di conifere Zo Sistemi colturali particellari Dr Rocce nude, falesie e affioramenti Dx Aree con vegetazione rada Ui Zone umide interne Ax Bacini artificiali di varia natura So Colture orticole in tunnel Bc Castagneti da frutto Ar Arginature di grandi dimensioni Zt Colture temporanee associate a colture permanenti Bs Boschi a prevalenza di salici e pioppi Ta Aree con rimboschimenti recenti Sv Vivai Cl Noceti Bp Boschi planiziali di farnie e frassini Tc Cespuglieti e arbusteti An Bacini naturali Ap Bacini con destinazione produttiva Ut Torbiere Totale
Tab. 3.1 – Variabili di uso del suolo selezionate per descrivere le 2.240 UC
Individuazione delle aree omogenee
Per ciascuna delle 2.240 celle sono stati quantificati, su base GIS, i valori
delle 39 variabili ambientali. Le variabili, una volta standardizzate, sono state
analizzate attraverso tecniche statistiche multivariate ricorrendo ad uno
specifico software (WinSTAT ®). In particolare si è fatto ricorso all’analisi di
agglomerazione (Cluster analysis) e all’analisi della funzione discriminante
(Flower & Cohen, 1993).
L’anali di agglomerazione ha permesso di raggruppare le 2.240 Unità di
Campionamento in 4 cluster di celle (Fig. 3.1).
23
Un primo gruppo di Unità di Campionamento risulta formato dall’unione di
108 celle che essendo caratterizzate dalla presenza prevalente di alvei di fiumi
con vegetazione piuttosto scarsa e di tipo ripariale si presentano distribuite sul
territorio in geometria allungata e sovrapposta ai principali corpi idrici e in
minima misura in forma disaggregata e tale da non poter identificare un’area
omogenea. In un ottica di definizione di aree omogenee finalizzate alla
perimetrazione dei Comprensori Faunistici Omogenei queste Unità di
Campionamento sono state necessariamente aggregate ai cluster di Unità di
Campionamento omogenee al cui interno ricadevano. Un’area omogenea,
dell’estensione di circa 109.385,1 ettari, risulta invece dal raggruppamento di
ben 1.084 Unità di Campionamento caratterizzate da una prevalente copertura a
seminativi semplici, a coltivi a vigneto e da una superficie urbanizzata piuttosto
estesa. Questa area si estende dal confine Nord della provincia di Reggio Emilia
lungo tutta la fascia planiziale sino a ricomprendere per intero anche il territorio
dell’alta pianura compreso tra la Via Emilia e la strada pedecollinare. Una
seconda area omogenea, dell’estensione di circa 89.016,9 ettari, risulta
dall’insieme di 887 Unità di Campionamento caratterizzate da una copertura
forestale a boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni, da seminativi in
aree non irrigue, da colture agrarie con importante presenza di spazi naturali e
da aree con vegetazione arbustiva e/o erbacea con alberi sparsi. Questa vasta
area si estende dalla prima collina sino a circa 1.100-1.200 metri di quota.
Una terza area omogenea, dell’estensione di 17.263,7 ettari, risulta infine
dall’aggregazione di 171 Unità di Campionamento caratterizzate da una
prevalenza di boschi di faggio e di praterie e brughiere d’alta quota. Quest’area
omogenea caratterizza la porzione più meridionale del territorio provinciale, a
monte dei 1.200 m di quota. L’analisi della funzione discriminante ha
evidenziato che il 96% dei casi sono stati correttamente classificati (Tab. 3. 2).
CLUSTER N. UC 1 2 3 4
1 877 844 27 2 4
2 171 8 163 0 0
3 108 16 1 80 11
4 1084 15 0 8 1061
95,89% of the case were classified correctly Tab. 3.2 – Risultati dell’Analisi della Funzione Discriminante (AFD)
24
In figura 3.2 è invece riportato il risultato della razionalizzazione
dell’aggregazione delle Unità di Campionamento ottenuta attraverso la cluster
analysis in tre macro aree omogenee separate tra loro. Questa razionalizzazione
ha comportato sia l’attribuzione di tutte le celle del primo gruppo di Unità di
Campionamento alle rispettive aree omogenee più vaste in cui risultavano
singolarmente ricadere sia l’attribuzione di singole UC, classificate come
appartenenti ad un gruppo ben definito, ma separate ed isolate dallo stesso
gruppo di appartenenza.
In particolare è stato necessario attribuire all’area omogenea della collina
24 Unità di Campionamento che risultavano, in seguito alla cluster analysis,
essere aggregate all’area omogenea della pianura, ma che in realtà risultavano
annesse anche se in forma isolata e disaggregata all’interno dell’area omogenea
della collina. Per analoghe ragioni, all’area omogenea della collina sono state
annesse altre 3 Unità di Campionamento che la claster analysis aveva attribuito
all’area omogenea della montagna.
All’area omogenea della pianura sono state aggregate n. 3 Unità di
Campionamento che alla claster analysis risultavano appartenere alla collina e
una Unità di Campionamento classificata come tipicamente di montagna.
25
Fig. 3.1 – Risultato dell’aggregazione delle UC in gruppi omogenei mediante Cluster analysis (N=2.240)
26
Fig. 3.2 – Identificazione delle aree omogenee finalizzate alla perimetrazione dei CFO (N=2.240)
27
Verifica della congruità delle aree omogenee con la zonizzazione della “rete-ecologica polifunzionale” della Provincia di Reggio Emilia Allo scopo di individuare i Comprensori Faunistici Omogenei (CFO), il
risultato della razionalizzazione dell’aggregazione delle Unità di Campionamento
(UC) omogenee è stato messo opportunamente a confronto con alcune
elaborazioni prodotte nell’ambito del PTCP provinciale.
In particolare le aree omogenee sono state sovrapposte alla Carta della
Rete ecologica provinciale che riconosce sul territorio aree (ecomosaici) definite
considerando caratteristiche strutturali e funzionali in grado di evidenziare
ambiti di relativa omogeneità tale da consentire una differenziazione rispetto ad
aree limitrofe.
La Carta delle Rete ecologica individua infatti 47 ecomosaici, con
caratteristiche specifiche per quanto riguarda la matrice ecologica di base
(composizione e naturalità complessiva) e l’incidenza dei fattori primari di
condizionamento (acqua ed elementi antropici di pressione) (Fig. 3.3).
La relazione con gli ecomosaici risulta importante in quanto agli ecomosaici
sono associabili, in funzione della loro natura e specificità, politiche di governo
preferenziali che più in generale sono riconducibili a:
• Riorientamento del sistema delle aree tutelate • Consolidamento delle aree di pregio per la biodiversità non tutelate • Mantenimento e potenziamento delle principali linee di connettività ecologica • Riequilibrio delle aree ecologicamente desertificate mediante rinaturazioni polivalenti • Governo ecosostenibile delle coltivazioni • Governo ecosostenibile del bosco • Governo ecosostenibile della fauna • Governo ecosostenibile del sistema delle acque • Difesa del suolo con criteri di polivalenza • Governo eco-compatibile delle attività estrattive • Contenimento dello sprawl insediativo in ambiti ecologicamente sensibili • Governo polivalente dell’insediato e dei suoi margini • Contenimento delle pressioni legate agli impianti produttivi e tecnologici • Contenimento della frammentazione da infrastrutture lineari • Governo polivalente dei margini delle strade • Valorizzazione dei percorsi per la fruizione ecologica • Potenziamento dell’educazione ambientale • Potenziamento dell’informazione sui temi della REP/RN2000 • Strumenti generali di sostegno alla REP/RN2000
La natura e la distribuzione degli ecomosaici suggerisce anche quali
debbano essere considerate le principali direttrici di connessione ecologica da
considerare nelle analisi e nelle valutazioni.
28
Direttrici primarie (vedi anche figura 3.4)solo quelle lungo i fiumi principali:
il Po (1), l’Enza (8), il Secchia (9). Minori ma non trascurabili quelli legate ai
corsi d’acqua intermedi della pianura (4). Una rete di connessioni non
necessariamente legata a continuità ecosistemiche al suolo (si pensi
all’ornitofauna palustre) è quella tra le rilevanti zone umide del territorio nord-
orientale (2). Relazioni di natura più locale sono quelle ipotizzabili per gli
agroecosistemi nord-occidentali (3) e nord-orientali (5); per questi ultimi si pone
il tema della continuità con gli analoghi della provincia di Modena. Il corridoio
infrastrutturale centrale (6) pone un serio problema di continuità ecologica tra
la bassa e l’alta pianura (7), limitando la capacità del grande serbatoio
naturalistico della collina-montagna di costituire sorgente per ricolonizzazioni
(11). Nella media montagna è da presumere un denso sistema di connessioni di
medio-corto raggio (12), che continua di fatto anche oltre il territorio
provinciale (13). L’alta montagna può invece funzionare anche come punto di
transizione per connessioni di lungo raggio a livello dell’intera dorsale
appenninica (14) (Fig. 3.4).
Quindi allo scopo di perimetrare i CFO, è stato valutato il contributo offerto
delle indicazioni sulle direttrici di connessione ecologica del PTCP. Dalla carta
della Rete ecologica risulta evidente come il corridoio infrastrutturale centrale,
costituito a Nord dal complesso della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) e
dell’Autostrada A1 nonché più a Sud dalla Via Emilia, ponga un serio ed evidente
ostacolo di continuità ecologica tra la media e l’alta pianura reggiana, limitando
la capacità del grande serbatoio naturalistico della collina-montagna di costituire
sorgente (source area) per ricolonizzazioni da parte di specie di interesse
naturalistico.
Per quanto riguarda specificamente il governo della fauna, la Rete
Ecologica Provinciale fornisce un quadro di riferimento per la definizione degli
istituti venatori e delle oasi di protezione, considerato per il presente Piano. Per
contro le conoscenze ed i risultati ottenuti nel settore del governo faunistico
concorreranno ai futuri adeguamenti della Rete ecologica stessa.
Mentre le elaborazioni prodotte dalle variabili ambientali disponibili hanno
restituito una grande area omogenea che si estende dal confine più
settentrionale della provincia sino alla strada pedecollinare (Fig. 3.2). Alla luce
delle barriere e dei corridoi evidenziati dalla Carta della Rete ecologica si
restituisce una più appropriata aderenza alla realtà territoriale locale che tiene
conto più propriamente dei fattori presenti rispetto anche agli ostacoli
infrastrutturali antropici rispetto alla dinamicità degli spostamenti faunistici. Da
29
ciò risulta come l’alta pianura sia nettamente separata dalla media e bassa
pianura.
Definizione dei Comprensori Faunistici Omogenei
In sintesi, in fase di definizione dei CFO sono stati osservati i seguenti
criteri:
1- rispetto della zonizzazione del territorio provinciale in aree omogenee
attraverso aggregazione di UC simili per variabili ambientali misurate su
base GIS;
2- valorizzazione e rispetto degli Ecomosaici e della Rete ecologica
polifunzionale e delle connessioni tra territori limitrofi;
3- valutazione delle principali barriere e corridoi influenti sulla continuità
ecologica territoriale.
Pertanto sulla base di tutte le considerazioni e valutazioni condotte nei
precedenti paragrafi risulta che la definizione dei Comprensori nel territorio è
quella esemplificata nella figura 6
Ulteriori considerazioni sono state condotte per le valutazioni fra i CFO e la
gestione faunistico venatoria esercitata:
a) adeguatezza in termini di dimensioni e forma dei CFO alle esigenze
della gestione dell’intera comunità faunistica presente sul territorio;
b) rispetto delle esigenze e delle tradizioni consolidate nella gestione
faunistico-venatoria del territorio quando non antitetiche rispetto alle
risultanze delle analisi condotte e degli obiettivi definiti.
Tali ulteriori considerazioni peraltro confermano la determinazione dei
Comprensori come appena definito, valorizzando altresì gli assetti gestionali
esistenti sia in riferimento alle pre-esistenti distinzioni fra la pianura e l’alta
pianura-collina sia tra questa e la montagna.
Infatti, sempre allo scopo di massimizzare il ruolo della rete ecologica
provinciale e conseguentemente le connessioni tra territori limitrofi anche
restituendo ai CFO una dimensione adeguata alle esigenze gestionali si è ritenuto
conveniente suddividere l’area omogenea a monte della Via Emilia in due distinte
porzioni omogenee coincidenti con gli attuali Comprensori della Collina e della
Montagna. Ciò trova anche coerenza in quanto l’area omogenea dell’alta
montagna risulta ricompresa quasi interamente nel territorio del Parco nazionale
dell’Appennino tosco-emiliano, che definisce propri strumenti di gestione e ha
30
superiori livelli di tutela di habitat e specie e non rappresenta area di effettiva
gestione della presente pianificazione e pertanto non necessita di una specifica
ed indipendente distinzione in termini di CFO ai fini del presente Piano.
Alla luce di quanto sopra esposto, il territorio della Provincia di Reggio
Emilia è pertanto suddiviso in tre distinti Comprensori Faunistici Omogenei
denominati rispettivamente C1 di “Pianura”, C2 di “Collina” e C3 di “Montagna” i
cui confini coincidono con i CFO del PFVP 2000-2006 (Fig. 3.5).
L’estensione della SASP in ciascuno dei comprensori è riportata in Tab. 3.3.
SASP 2007
(Ha) SASP 2000
(Ha) Variazione SASP
(Ha) Variazione
(%)
C1 Pianura 69.919,4 73.861,2 - 3.941,7 - 5,3
C2 Collina 78.500,6 82.302,7 - 3.802,1 - 4,6
C3 Montagna 56.050,3 56.857,0 - 806,7 - 1,4
Tab. 3.3 – SASP dei Comprensori Faunistici Omogenei 2008-2012
31
Fig. 3.3 – Ecomosaici della Provincia di Reggio Emilia
32
Fig. 3.4 – Principali direttrici di connessione ecologica del territorio provinciale.
33
Fig. 3.5 – Comprensori Faunistici Omogenei
C. 3 Montagna
C. 2 Collina
C. 1 Pianura
34
4- Obiettivi
Alla luce di quanto descritto nel quadro analitico/interpretativo (quadro
conoscitivo) e in ragione del quadro normativo di riferimento, in questa sezione
del Piano si delineano obiettivi, strategie ed azioni.
Il sistema obiettivi – strategie – azioni viene strutturato a partire da alcuni
criteri generali che definiscono il ruolo di garanzia della Provincia in merito alla
formulazione e valutazione stessa delle azioni di piano.
Nel caso della gestione faunistica, il ruolo di garanzia della Provincia nei
confronti dell’interesse collettivo è rappresentato dai seguenti principi
fondamentali che sono imprescindibili ed interdipendenti:
a) conservazione e miglioramento degli ecosistemi e della risorsa fauna
selvatica;
b) salvaguardia del tessuto produttivo agricolo e impulso a nuove
opportunità di sviluppo;
c) valorizzazione delle istanze di tutte le componenti sociali portatrici di
interesse nei confronti della fauna selvatica.
In tale contesto, per il quinquennio di validità dal Piano 2008-2012 si
individuano i seguenti obiettivi:
• Conservazione della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi,
tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico;
• Salvaguardia del tessuto produttivo agricolo e stimolo allo sviluppo
di un tessuto economico locale a lunga sostenibilità;
• Valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo dei cacciatori;
valorizzazione delle componenti sociali portatrici di interesse;
• Formazione degli operatori.
Nei paragrafi seguenti si delineano in modo puntuale gli obiettivi sopra
elencati.
Al fine di raggiungere tali obiettivi si sono definite delle strategie, che per
le loro specifiche possono essere applicate trasversalmente ai vari obiettivi
oppure assumono una caratterizzazione per lo specifico obiettivo.
35
Ulteriore livello di dettaglio è fornito nell'elencazione delle azioni che sono
previste per ciascun obiettivo. Le azioni sono sviluppate su un doppio binario e
quindi classificabili in due tipi:
- azioni di piano, che sono quelle che danno seguito dagli obiettivi sopra
elencati. In questa sezione del corpo del testo, intesa a rendere in modo
sintetico gli aspetti progettuali e propositivi del Piano, si riporta il dettaglio delle
azioni presentate sotto forma di scheda. Questa modalità di presentazione
consente di esplicitare anche gli aspetti più specifici, quali ad esempio l’ambito
di applicazione, gli strumenti di attuazione e i soggetti coinvolti nelle singole
azioni. Per ogni scheda sono inoltre definiti uno o più indicatori funzionali al
monitoraggio delle azioni di piano. Queste azioni sono riportate nelle schede 1-
25;
- azioni per ciascuna specie animale o gruppi di specie, riportate in modo
dettagliato, in apposite tabelle, nell'Allegato I che rappresentano riferimento per
le attività di gestione faunistico-venatoria effettuata dai soggetti pubblici e
privati, fatto salvo che la realizzazione dei prelievi selettivi annuali degli
ungulati selvatici necessitano di tutti i requisiti ed autorizzazioni di legge.
36
Obiettivo: "Conservazione della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico".
La conservazione della fauna selvatica e degli ecosistemi naturali e
seminaturali presenti nel territorio provinciale rappresenta un obiettivo
strategico del presente PFVP.
Coerentemente con le normative nazionali e comunitarie, per il prossimo
quinquennio, è stato infatti individuato l’obiettivo del mantenimento in un buon
stato di conservazione delle popolazioni delle specie selvatiche e degli habitat
naturali presenti sul territorio. E' necessario garantire gli aspetti ecologici e la
diversità della fauna presene sul territorio provinciale, in quanto bene e
patrimonio locale, che devono essere garantiti per le generazioni future
nell'ottica di una sostenibilità ove al forte sviluppo antropico bisogna coniugare la
preservazione e la tutela delle specie biologiche.
In un contesto di normative ed indirizzi europei, la conservazione di una
specie e di un habitat può ritenersi soddisfacente quando:
- i dati relativi all'andamento delle popolazioni indicano che una specie
continua e può continuare a lungo termine ad essere un elemento vitale degli
habitat naturali a cui appartiene;
- l'area di ripartizione naturale di una specie non è in declino né rischia di
declinare in un futuro prevedibile;
- l’area di ripartizione naturale di un habitat e le superfici che comprende
sono stabili o in estensione;
- la struttura e le funzioni specifiche dell’habitat necessarie al suo
mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare ad esistere anche
in un futuro prevedibile;
nel presente Piano sono individuate le seguenti strategie:
• accentuare il ruolo della Provincia nelle attività di programmazione,
indirizzo e controllo, anche attraverso la cooperazione con altri Enti ed
Istituti.
• monitoraggio della situazione faunistica provinciale, con
approfondimento delle conoscenze relative alle specie di interesse
conservazionistico e gestionale, definizione di indicatori e valutazioni
periodiche;
• partecipazione di gruppi di portatori di interessi e
informazione/sensibilizzazione dell’opinione pubblica;
37
• programmare adeguati interventi gestionali e realizzare azioni ed
interventi puntuali sulle specie e sugli habitat;
In quest’ottica la conservazione e la gestione delle specie selvatiche e dei
loro habitat preferenziali, nel prossimo quinquennio, si baserà sulle seguenti
azioni:
� monitoraggio (anche sanitario) della fauna selvatica ricorrendo ad
affidabili tecniche di indagine nonché ad adeguati protocolli operativi da
applicare in forma standardizzata (Scheda n. 1);
� definizione delle densità obiettivo a livello di Unità di Gestione
(Scheda n. 2);
� attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale (Scheda n. 3);
� costruzione e costante aggiornamento di un Sistema Informativo
Territoriale su base GIS, implementazione della banca dati provinciale ed
elaborazione periodica dei dati raccolti a scala provinciale (Scheda n. 4);
� attivazione di azioni ricerca inerenti aspetti strategici della
conservazione delle specie di interesse naturalistico e gestionale con
priorità tra quelle elencate nell’Appendice II della Direttiva “Habitat” e
nelle liste Rosse nazionali (Scheda n. 5);
� attivazione di rapporti di collaborazione con INFS, Università ed
Istituti di ricerca e altri Istituti e Servizi presenti sul territorio previa stipula
di appositi schemi di convenzione (Scheda n. 6);
� adottare specifiche misure di salvaguardia nei confronti delle
eventuali specie in difficoltà (Scheda n. 7);
� attuazione di interventi di ripristino e miglioramento ambientale
(Scheda n. 8);
� attuazione di interventi di reintroduzioni e ripopolamento (Scheda n.
9);
� attuazione di interventi di prelievo programmato e quando possibile
selettivo su tutte le specie oggetto di attività venatoria (Scheda n. 10);
� elaborazione di Protocolli operativi per la realizzazione di Piani di
Controllo finalizzati al contenimento numerico di specie problematiche ed
impattanti o a ricomporre eventuali squilibri ecologici (Scheda n. 11);
� elaborazione di un Protocollo operativo per l’accertamento, la
quantificazione e la liquidazione dei danni e per la definizione di criteri per
i contributi a sostegno dell’agricoltura (Scheda n. 12);
38
� attivazione di corsi di formazione e stage di approfondimento delle
conoscenze relative ai diversi aspetti della gestione della fauna selvatica
(Scheda n. 13);
� definizione di accordi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-
emiliano per la realizzazione di progetti di monitoraggio e ricerca (Scheda
n. 14);
� azioni di divulgazione dei risultati e di informazione e
sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale sui temi della gestione
faunistica (Scheda n. 15);
� monitoraggio e controllo periodico dei risultati acquisiti
dall’applicazione delle azioni e degli interventi (Scheda n. 16).
39
Obiettivo "Salvaguardia del tessuto produttivo agricolo"
In accordo con le disposizioni delle norme attualmente vigenti in materia di
gestione della fauna selvatica, il Piano si pone l’obiettivo di ampliare
l’integrazione tra i settori produttivi agricoli presenti sul territorio, l’attività
venatoria e le esigenze della conservazione e del miglioramento degli ecosistemi
seminaturali.
In particolare il Piano si propone di attuare un'attenta pianificazione
dell’attività venatoria senza trascurare le peculiarità del territorio e il suo
contesto socio-economico prevedendo azioni in grado di favorire lo sviluppo di
una agricoltura multifunzionale in grado di assicurare interventi di creazione,
ripristino o mantenimento di condizioni ambientali idonee alla vita della fauna
selvatica, nonché di riduzione dell’impatto sulle specie selvatiche causato dalle
attività agricole negli agro-ecosistemi e nel contempo di valutare le tematiche
degli impatti causati dalla fauna sul tessuto produttivo agricolo anche con
efficaci interventi di prevenzione dei danni alle produzioni agricole.
In quest’ottica, nel prossimo quinquennio, sono definite le seguenti
strategie:
• conservare e sviluppare le attività agricole tradizionali cercando di
ottimizzare gli effetti positivi sulla conservazione delle specie animali e
della biodiversità locale;
• incrementare le forme di collaborazione con le Associazioni Agricole e
con gli Imprenditori agricoli presenti sul territorio per valorizzare e favorire
la multifunzionalità delle Aziende Agricole allo scopo di ricavare un reddito
aggiuntivo per le imprese agricole multifunzionali impegnate nella
produzione di selvaggina autoctona e di qualità;
• contenere il danneggiamento ai coltivi da fauna selvatica
implementando il coordinamento e la collaborazione tra Istituti faunistici e
le imprese agricole;
• sensibilizzazione e formazione degli operatori e degli addetti nel
settore dell’agricoltura.
In quest’ottica la salvaguardia del tessuto produttivo agricolo, nel prossimo
quinquennio, sarà attuata attraverso le seguenti azioni:
� definizione di protocolli operativi standardizzati di accertamento,
quantificazione e liquidazione dei danni e loro adozione da parte di tutti gli
40
Istituti faunistici competenti in materia di liquidazione dei danni (Scheda
n. 12) e (Scheda 17);
� monitoraggio costante dei danni ed archiviazione dei dati presso una
banca dati centralizzata (Scheda 22), (Scheda n. 3) e (Scheda n. 4);
� realizzazione di azioni finalizzate alla prevenzione dei danni da fauna
selvatica ai coltivi nelle aree a maggior rischio di danneggiamento (Scheda
n. 23), anche attraverso il contenimento di specie problematiche, alloctone
ed invasive (Scheda n. 10) e (Scheda n. 11);
� promozione e coordinamento per l’applicazione di buone pratiche
finalizzate alla mitigazione dell’impatto di talune attività agricole e
zootecniche di tipo intensivo nei confronti della fauna selvatica ed
eventuale riconoscimento di specifiche certificazioni alle aziende agricole
(Scheda n. 24);
� definizione di schemi di convenzione finalizzati alla partecipazione
diretta degli agricoltori alla gestione della fauna selvatica anche attraverso
la destinazione di una quota parte del prelievo sugli Ungulati selvatici al
risarcimento dei danni agli agricoltori (Scheda n. 25);
� realizzazione di corsi di formazione rivolti agli operatori e agli addetti
nel settore dell’agricoltura per l’adozione di buone pratiche colturali
(Scheda n. 13)
� attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica
(Scheda n. 15).
41
Obiettivo "Valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo dei cacciatori in un’ottica di gestione attiva delle risorse del territorio"
La valorizzazione dell’attività venatoria, in armonia con l’esigenza della
tutela dell’ambiente e della conservazione della fauna selvatica, è un importante
obiettivo ed elemento essenziale del presente Piano assieme ai citati aspetti
ambientali e della salvaguardia del tessuto produttivo agricolo.
In particolare il Piano si propone l’adeguamento della gestione faunistico-
venatoria ai principi generali di un prelievo “ecosostenibile” di una risorsa
rinnovabile, la promozione di azioni innovative e condivise con altre componenti
sociali. Sono inoltre strategici il miglioramento delle attuali forme organizzative
e partecipative dei cacciatori e l’integrazione tra i cacciatori e le atre
componenti delle politiche territoriali quali parte integrante ed indispensabile
per una corretta gestione del territorio e quale opportunità di cooperazione
nell’ottica di mirare al migliore equilibrio fra natura ed insediamenti/attività
antropiche.
Inoltre, alla luce dell’esperienza maturata nei precedenti cicli di
programmazione, si ritiene importante la concertazione e il coordinamento tra i
diversi soggetti coinvolti nella gestione faunistica con particolare attenzione al
rapporto con le Aree Protette che dovrà essere di maggiore integrazione per il
raggiungimento degli obiettivi di programmazione contenuti nel presente Piano
Faunistico Venatorio Provinciale.
Per il raggiungimento dell’obiettivo sono definite le seguenti strategie:
• responsabilizzare il mondo venatorio relativamente al proprio ruolo
nella gestione attiva del territorio, anche con incentivazione di forme di
coordinamento tra i diversi Istituti faunistici provinciali e sviluppando
sinergie fra Enti, Associazioni e Volontariato;
• accentuare il ruolo della Provincia nelle attività di programmazione,
indirizzo e controllo, anche attraverso la cooperazione con altri Enti ed
Istituti (strategia trasversale);
• ottimizzare il ruolo della Polizia Provinciale nell’ottica della vigilanza
venatoria, del presidio territoriale, della prevenzione, della formazione e
dell’educazione;
• promuovere la formazione dei cacciatori e di altre categorie sociali
coinvolte nella gestione della fauna (strategia trasversale);
42
• partecipazione di gruppi di portatori di interessi e
informazione/sensibilizzazione dell’opinione pubblica (strategia
trasversale);
• valorizzare la vigilanza venatoria volontaria e il volontariato attivo.
In quest’ottica la valorizzazione del ruolo dei cacciatori, nel prossimo
quinquennio, sarà ottenuta attraverso le seguenti azioni:
� stipula di convenzioni per la gestione omogenea degli Istituti faunistici
anche in forma associata (Scheda n. 17);
� elaborazione di "protocolli operativi standard" per l’attuazione di
adeguati ed omogenei interventi gestionali (Scheda n. 11), (Scheda n. 12);
� cooperazione e confronto teso alla modernizzazione delle attuali
forme organizzative dei cacciatori (statuti ATC) e continuo incremento
dell’efficienza gestionale ed amministrativa degli ATC (Scheda n. 18);
� istituzione di un “Gruppo di lavoro permanente” di confronto tra
Provincia, Istituti Faunistici ed Associazioni Venatorie, Agricole ed
Ambientaliste (Scheda n. 19);
� stesura di forme di intesa e di partecipazione per implementare il
coordinamento fra i soggetti coinvolti e fra le esigenze della conservazione,
la gestione venatoria ed il controllo dell’ambiente (Scheda n. 20);
� partecipazione diretta in progetti di ricerca e monitoraggio della
fauna selvatica (Scheda n. 5);
� organizzazione e promozione di corsi di formazione (Scheda n. 13);
� promozione di regolamenti uniformi tra i diversi Istituti per la gestione
venatoria delle specie selvatiche premiando le prestazioni d’opera (Scheda
21);
� attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica
locale (Scheda n. 15).
43
Obiettivo “Formazione degli operatori”
L’adeguata formazione di tutti gli operatori coinvolti a diverso titolo nella
gestione faunistico-venatoria rappresenta un obiettivo strategico del Piano.
In particolare il Piano si propone di contribuire all’aggiornamento degli
operatori direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione della fauna
selvatica relativamente ai temi della biologia e della gestione delle singole
specie o dei gruppi di queste, delle principali patologie della fauna selvatica e
delle zoonosi, delle tecniche di interventi per ripristini e miglioramenti degli
habitat seminaturali e degli agro-sistemi, delle tecniche di censimento e relativi
protocolli di applicazione nonché delle possibili tecniche di prelievo e controllo
numerico delle specie problematiche. Inoltre con le informazioni e tabelle
relative alle singole specie (Allegato 1) si forniscono indicazioni e riferimenti che
tengano conto di tecniche innovative e metodologie ecocompatibili fornendo
indirizzi e contribuendo così ad un approccio sempre più moderno della gestione
faunistico-venatoria.
Si ritiene comunque che la partecipazione, il coinvolgimento e la
cooperazione del modo associazionistico, degli Istituti faunistici e dei cacciatori
per le varie azioni previste nel piano comunque indirettamente contribuisce alla
formazione e pertanto molte delle azioni riportate nella successiva tabella XX
sono per questa ragione riferite all’obiettivo specifico della formazione degli
operatori.
In quest’ottica è stata definita la seguente strategia di azione:
• valorizzare il ruolo di coordinamento ed indirizzo nei processi
formativi della Provincia con informazione e formazione rivolta ad
associazioni venatorie, agricole, ambientaliste ed ATC;
• valorizzare le professionalità attualmente in carico alla Provincia ed in
particolare l’esperienza maturata dalla Polizia Provinciale nell’ambito delle
proprie funzioni;
• stimolare il ruolo operativo ed organizzativo, delle associazioni
venatorie, agricole, ambientaliste e degli ATC nei processi formativi;
La strategia sopra definita sarà attuata attraverso le seguenti azioni:
� promozione ed organizzazione di corsi di formazione (Scheda n. 13);
44
� coinvolgimento dell’INFS, delle Università, degli Istituti di ricerca
presenti sul territorio dei Servizi Veterinari e degli Istituti zooprofilattici
competenti di zona (Scheda n. 6);
45
DESCRIZIONE Descrizione sintetica dell’azione
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
In questa sezione è indicato lo/gli obiettivi di Piano dal/dai quale/i scaturisce l’azione, pertanto è esplicitato quale/i dei quattro obiettivi specifici l’azione persegue
STATO DI ATTUAZIONE
Si specifica se l’azione è da avviare ex-novo oppure se è la prosecuzione di un’iniziativa già in corso e che pertanto viene implementata, affinata, migliorata. Si specifica se l’attuazione dell’azione è condizionata da eventuali altri strumenti di pianificazione e/o regolamentazione e/o disposizioni; o necessita di supporto operativo di enti/aziende diverse dalla Provincia
REFERENTE In questa sezione è riportato il soggetto referente per l’attuazione dell’azione
SOGGETTI COINVOLTI
In questa sezione sono riportati sotto forma di elenco i diversi soggetti pubblici e/o privati da coinvolgere nell’attuazione dell’azione
CAMPO DI AZIONE Si specifica se il campo dell’azione è circoscritto ad un solo settore o se invece tocca più settori (Venatorio; Agricolo; Ambientale-sociale)
FUNZIONE
Si specifica se l’azione è preventiva (e quindi agisce sulla tutela del sistema faunistico-venatorio, dell’agricoltura e degli ecosistemi); mitigativa (compensa impatti o criticità); programmatoria (espleta la funzione di tipo programmatorio)
SETTORI D’INCIDENZA
Si specifica i settori a cui è rivolta l’azione
RISULTATI ATTESI Si indica il periodo temporale in cui l’azione dispiega la sua efficacia, il quale può essere di breve/medio periodo (entro 3 anni) o periodo medio/lungo (superiore ai 3 anni e/o oltre)
AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
Ambito territoriale in cui va realizzata l’azione
LIVELLI DI PRESTAZIONE
EFFICACIA DELL’AZIONE
Si fornisce un giudizio (o una indicazione) sul grado con cui l’azione incide per il raggiungimento degli obiettivi
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE
Si indica un livello relativo del costo dell’azione
PRIORITA’ Si fornisce un giudizio (o una indicazione) sull’interesse ad attuare un’azione sulla base dei tempi e dei costi necessari e dell’intensità degli effetti attesi
FATTORI LIMITANTI Sono esplicitati e descritti i fattori che possono eventualmente ridurre e limitare la fattibilità dell’azione classificati di natura tecnica, economica e sociale da intendere in relazione al grado di accettazione sociale, delle realtà locali e degli operatori di settore
INDICATORI DI RIFERIMENTO
Previsti come sperimentazione e in riferimento ad alcune azioni prioritarie del presente piano ai fini del monitoraggio
Tabella 4.1- Schema di lettura delle schede descrittive delle azioni di piano.
46
SCHEDA N. 1
Azione: Monitoraggio delle popolazioni selvatiche
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Monitoraggio della distribuzione, consistenza, dinamica di popolazione e dello stato sanitario delle popolazioni selvatiche di particolare interesse conservazionistico o venatorio attraverso tecniche (dirette ed indirette) collaudate ed affidabili e protocolli applicativi standardizzati e replicabili.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia e degli Istituti Faunistici provinciali
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, Oasi di protezione, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste e volontari afferenti a diverse associazioni.
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
Superficie sottoposta a monitoraggio/superficie areale specie specifico; n. specie censite/numero specie presenti nelle check-list; n. prestazioni operatore/anno.
47
SCHEDA N. 2
Azione: Indicazione della densità obiettivo specie specifica a livello di Unità di Gestione
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Dettagliamento delle densità obiettivo delle principali specie selvatiche di interesse venatorio e gestionale a livello di singole Unità di Gestione (particelle di censimento e prelievo) o gruppi omogenei di Unità di gestione.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, …
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. unità di gestione comunali con densità obiettivo dettagliata/ n. unità di gestione distretto
48
SCHEDA N. 3
Azione: Attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Attivazione di un Osservatorio Faunistico Provinciale quale centro operativo di archiviazione ed elaborazione di dati faunistici nonché di coordinamento ed interfaccia tra Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Enti territoriali, Istituti Faunistici provinciali e operatori che a diverso titolo si occupano della conservazione e della gestione della fauna selvatica
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, Ass. Agricole, Ass. Venatorie, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Istituti faunistici
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. risposte evase/numero richieste ricevute; n. medio di giorni intercorsi tra il ricevimento delle richieste/numero massimo di giorni
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SCHEDA N. 4
Azione: Costruzione di un Sistema Informatico Territoriale e di una banca dati provinciale
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Realizzazione di uno strumento informativo territoriale su base GIS costruito su vasta scala e su una base dati organizzati ed archiviati in un formato comune e standardizzato per i diversi Istituti faunistici. L’archivio sarà costruito con strati cartografici e variabili georeferenziate e caratterizzate da tabelle di attributi organizzati in forma di data-base. Tale azione si rivolge a costruire uno strumento in cui sono messi a sistema gli elementi conoscitivi territoriali acquisiti/elaborati per il presente Piano con ulteriori implementazioni relative alla fauna selvatica, attività di cui alla schede 1 e 2 ed altri elementi utili
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco Nazionale, ATC, AFV, ATV,
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. strati informativi/anno n. strati informativi specie specifici/n. specie della check-list
50
SCHEDA N. 5
Azione: Approfondimento di conoscenze nell’ambito di specifiche attività di ricerca sulla fauna locale
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Approfondimento di specifiche conoscenze relative alle popolazioni di specie animali di particolare interesse conservazionistico o gestionale attraverso l’attivazione di ricerche e indagini conoscitive mirate.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste, Ass. Venatorie
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. attività di ricerca/n. specie di particolare interesse conservazionistico (check-list)
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SCHEDA N. 6
Azione: Definizioni di accordi con INFS, Università, Istituti di ricerca e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Accordi con l’INFS, Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Università locali, Istituti di ricerca, Istituti zooprofilattici ed eventuali altri Istituti e Servizi competenti in materia di gestione faunistica per l’attivazione di iniziative di ricerca, monitoraggio e gestione della fauna selvatica nonché di formazione e informazione/sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, INFS, Università, Istituti zooprofilattici, Servizi Veterinari, ecc.
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. accordi/n. Enti competenti
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SCHEDA N. 7
Azione: Adozione di misure di salvaguardia
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Adozione di speciali misure di tutela e salvaguardia di specie di fauna selvatica di particolare interesse conservazionistico o localmente in pericolo di estinzione o gruppi di specie. Adozione di specifiche misure di tutela e salvaguardia di habitat o ecosistemi di particolare interesse per la fauna selvatica locale.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste, Ass. Venatorie
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO: TUTELA
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. misure di salvaguardia adotta/n. specie di prioritario interesse conservazionistico; n. misure di salvaguardia adotta/n. habitat di prioritario interesse conservazionistico;
53
SCHEDA N. 8
Azione: Interventi di ripristino e miglioramento ambientale
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Attuazione di interventi di ripristino e miglioramento ambientale in aree seminaturali allo scopo di incrementare o ripristinare condizioni dell’habitat favorevoli alla fauna (risorse alimentari, zone di rifugio e siti di riproduzione). Si prevedono interventi specifici di miglioramento ambientale in zone di pianura e bassa collina interamente coltivate, in zone di collina e montagna parzialmente coltivate e in zone umide, mirando alla sempre più stretta collaborazione con la Rete ecologica provinciale ed agli aspetti ecologici ambientali della pianificazione provinciale (PTCP)
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia, degli Istituti faunistici e del Parco nazionale
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: cfr. cartografia specifica allegato I
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
Estensione habitat migliorati/estensione habitat critici per istituto faunistico
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SCHEDA N. 9
Azione: Reintroduzioni e ripopolamenti
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Realizzazione di reintroduzioni o ripopolamenti di specie autoctone, localmente estinte o in difficoltà, che non determinano risvolti negativi nei confronti delle attività produttive agricolo-forestali e zootecniche. Si tratta di azioni finalizzate alla ricostruzione delle zoocenosi naturali nell’ambito di programmi approvati in forma condivisa a livello locale e regionale e da autorità scientifiche riconosciute
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta degli Istituti Faunistici provinciali
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, Regione Emilia-Romagna, Oasi di protezione, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste, Ass. Venatorie, Ass. Agricole.
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Unità di gestione
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. reintroduzioni di specie localmente estinte/n. specie localmente estinte N. ripopolamenti effettuati/n. specie critiche N. animali sopravvissuti / animali immessi
55
SCHEDA N. 10
Azione: Prelievo programmato della piccola selvaggina
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Realizzazione di piani di prelievo programmati anche sulla piccola selvaggina (Lepre, Fagiano, Starna e Pernice rossa) da realizzare volontariamente su porzioni di territorio di ATC
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta degli ATC
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia e ATC
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: ATC
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
Estensione del territorio a caccia programmata /superficie istituto; N. di cacciatori che esercitano il prelievo programmato/n. cacciatori.
56
SCHEDA N. 11
Azione: Protocolli operativi per Piani di Controllo numerico
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Elaborazione e condivisione di protocolli operativi per la realizzazione di eventuali Piani di Controllo finalizzati al contenimento numerico di specie problematiche, alla mitigazione dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole e a ricomporre eventuali equilibri ecologici.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia e del Parco nazionale dell’Appennino Reggiano
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti faunistici provinciali, Ass. Venatorie, Ass. Ambientaliste, Ass. agricole
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. protocolli operativi siglati/n. specie problematiche (check-list)
57
SCHEDA N. 12
Azione: Protocollo operativo per accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Elaborazione di un Protocollo operativo in forma condivisa a più livelli gerarchici per l’accertamento, la quantificazione e la liquidazione dei danni da fauna selvatica e per la definizione di criteri per i contributi agli agricoltori che intendono creare condizioni favorevoli alla fauna selvatica. Periodica verifica delle attività e monitoraggio.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, istituti faunistici, Ass. Agricole, Ass.Venatorie
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. istituti (ATC, AFV, ATV) che sottoscrivono il protocollo operativo/n. istituti provinciali (ATC, AFV, ATV).
58
SCHEDA N. 13
Azione: Corsi di formazione
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Attivazione di corsi di formazione/aggiornamento e stage di approfondimento delle conoscenze relative ai diversi aspetti della gestione della fauna selvatica: biologia specie, gestione venatoria, prelievo, piani di controllo, miglioramenti ambientali, aspetti sanitari, etc.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti di Formazione, AUSL, istituti faunistici, Ass. Agricole, Ass.Venatorie, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. corsi formazione/anno N. partecipanti/anno
59
SCHEDA N. 14
Azione: Accordi programmatici ed operativi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Definizione di accordi programmatici ed operativi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano per la realizzazione di attività gestionali, azioni di conservazione, attività formative e progetti di monitoraggio e ricerca.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia e del Parco nazionale
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: PARCO NAZIONALE
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
60
SCHEDA N. 15
Azione: Divulgazione, informazione e sensibilizzazione
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Azioni di divulgazione dei risultati ottenuti nell’ambito di attività di ricerca, monitoraggio, gestione e formazione nonché di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale rispetto ai temi della gestione faunistica anche allo scopo di aumentare il livello di sicurezza dell’attività venatoria
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti di Formazione, INFS, AUSL, Regione Emilia-Romagna, Istituti faunistici, Ass. Agricole, Ass.Venatorie, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: PARCO NAZIONALE
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. azioni divulgazione/anno n. azioni sensibilizzazione/anno n. azioni informazione/anno
61
SCHEDA N. 16
Azione: Verifica periodica dei risultati dei Piani annuali
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Monitoraggio, verifica e controllo periodico dei risultati acquisiti dall’applicazione delle azioni e degli interventi programmati nell’ambito dei piani annuali di gestione degli Istituti faunistici
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti di Formazione, Istituti faunistici
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. verifiche/stagione venatoria
62
SCHEDA N. 17
Azione: Schemi di convenzione “tipo” per la gestione omogenea degli Istituti
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Predisposizione di schemi convenzione tipo per la gestione in forma omogenea degli Istituti faunistici della Provincia eventualmente anche in forma associata allo scopo di standardizzare la gestione, le attività, ottimizzare le risorse ed aumentare il grado di sicurezza.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia e degli Istituti
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. Istituti faunistici i convenzionati/n. Istituti
63
SCHEDA N. 18
Azione: Affinamento delle forme organizzative e miglioramento amministrativo degli ATC
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Attività di cooperazione e confronto teso alla modernizzazione delle attuali forme organizzative dei cacciatori (ATC) e continuo incremento dell’efficienza gestionale ed amministrativa degli ATC
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, ATC
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTI FAUNISTICO � ALTRO: ATC
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
-
64
SCHEDA N. 19
Azione: Attivazione “Gruppo di lavoro permanente”
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Istituzione e attivazione di un “Gruppo di lavoro permanente” di confronto, cooperazione e coinvolgimento tra Provincia, Istituti Faunistici ed Associazioni Venatorie, Agricole ed Ambientaliste finalizzato alla definizioni di strategie, soluzioni e programmi operativi condivisi.
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. incontri/stagione venatoria n. documenti redatti/stagione venatoria
65
SCHEDA N. 20
Azione: Stesura di intese per standardizzare le attività gestionali
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Stesura di forme di intesa e di partecipazione per implementare il coordinamento fra i soggetti coinvolti e fra le esigente della conservazione, la gestione venatoria ed il controllo dell’ambiente
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
-
66
SCHEDA N. 21
Azione: Stesura di regolamenti uniformi
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Promozione di regolamenti standardizzati ed uniformi tra i diversi Istituti per la gestione venatoria delle specie selvatiche anche allo scopo di premiare le prestazioni d’opera e il volontariato associazionistico e per aumentare il grado di sicurezza nelle diverse attività venatorie
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
N. Istituti competenti aderenti/n. Istituti competenti
67
SCHEDA N. 22
Azione: Monitoraggio dei danni
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Monitoraggio permanente dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole ed archiviazione dei dati collezionati in una banca dati centralizzata e standardizzata anche ai fini di aumentare il grado di sicurezza
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici,
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Unità di Gestione
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. pratiche espletate/anno; n. medio dei giorni che intercorrono tra il ricevimento della pratica e il suo espletamento/max numero di giorni osservato per l’espletamento (su base annua)
68
SCHEDA N. 23
Azione: Prevenzione dei danni
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Realizzazione di azioni finalizzate alla prevenzione dei danni che la fauna selvatica arreca ai coltivi nelle aree a maggior rischio di danneggiamento
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, ATC, Ass. Venatorie, Ass. ambientaliste, Ass. agricole
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Unità di Gestione
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
n. interventi effettuati/n. richieste;
69
SCHEDA N. 24
Azione: Applicazione di “buone pratiche” gestionali
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Promozione e coordinamento per l’applicazione di buone pratiche finalizzate alla mitigazione dell’impatto di talune attività agricole e zootecniche di tipo intensivo nei confronti della fauna selvatica ed eventuale riconoscimento di specifiche certificazioni alle aziende agricole che si impegnano nell’adozione di adeguate pratiche gestionali
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, ATC, Ass. Venatorie, Ass. ambientaliste, Ass. agricole
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
-
70
SCHEDA N. 25
Azione: Partecipazione diretta degli agricoltori alla gestione della fauna
DESCRIZIONE:
ATTIVITÀ Definizione di schemi di convenzione finalizzati alla partecipazione diretta degli agricoltori alla gestione della fauna selvatica anche attraverso la destinazione di una quota parte del prelievo sugli Ungulati selvatici al risarcimento dei danni agli agricoltori
� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI
� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI
OBIETTIVI DI RIFERIMENTO
� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO
� FORMAZIONE
� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE
� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI
STRUMENTI Azione diretta della Provincia
SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, ATC, Ass. Venatorie, Ass. ambientaliste, Ass. agricole
CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE
� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE
� PREVENTIVA � ALTRO
� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE
SETTORI D’INCIDENZA
� SETTORE AGRICOLO � ALTRO
RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO
TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE
� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO
� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:
LIVELLI DI PRESTAZIONE
� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO
� BASSO � NON QUANTIFICABILE
PRIORITA’ � ALTA � MEDIA
� BASSA � NON QUANTIFICABILE
� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI
� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO
INDICATORI DI RIFERIMENTO
-
71
Tab. 4.2- Schema obiettivi- azioni di piano
Obiettivi
Azioni
Conservazione
della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico
Salvaguardia del tessuto produttivo
agricolo
Valorizzazione dell’attività
venatoria e del ruolo dei
cacciatori in un’ottica di
gestione attiva delle risorse del
territorio
Formazione degli
operatori
N. totale azioni
Monitoraggio delle popolazioni selvatiche (Scheda n. 1)
prioritaria
4
descrizione della densità obiettivo specie specifica a livello di Unità di Gestione (Scheda n. 2)
prioritaria prioritaria 2
Attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale (Scheda n. 3)
prioritaria prioritaria prioritaria 3
Costruzione di un Sistema Informatico Territoriale e di una banca dati provinciale (Scheda n. 4)
prioritaria prioritaria 4
Approfondimento di conoscenze nell’ambito di specifiche attività di ricerca sulla fauna locale (Scheda n. 5)
prioritaria
prioritaria 3
Definizioni di accordi operativi e di accordi con INFS, Università, Istituti di ricerca e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Scheda n. 6)
prioritaria
prioritaria 4
Adozione di misure di salvaguardia (Scheda n. 7)
prioritaria
1
Interventi di ripristino e miglioramento ambientale (Scheda n. 8)
prioritaria prioritaria prioritaria 3
Reintroduzioni e ripopolamenti (Scheda n. 9)
2
Prelievo programmato della piccola selvaggina (Scheda n. 10)
prioritaria
3
Protocolli operativi per Piani di Controllo numerico (Scheda n. 11)
prioritaria prioritaria 4
Protocollo operativo per accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni (Scheda n. 12)
prioritaria 2
72
Obiettivi
Azioni
Conservazione
della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio
ecologico
Salvaguardia del
tessuto produttivo agricolo
Valorizzazione dell’attività
venatoria e del ruolo dei cacciatori in
un’ottica di gestione attiva delle risorse
del territorio
Formazione degli
operatori
N. totale azioni
Corsi di formazione (Scheda n. 13)
prioritaria prioritaria 4
Accordi programmatici ed operativi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Scheda n. 14)
1
Divulgazione, informazione e sensibilizzazione (Scheda n. 15)
prioritaria
prioritaria 4
Verifica periodica dei risultati dei Piani annuali (Scheda n. 16)
prioritaria prioritaria prioritaria 3
Elaborazione di schemi di convenzione “tipo” per la gestione omogenea degli Istituti (Scheda n. 17)
prioritaria 3
Affinamento delle forme organizzative e miglioramento amministrativo degli ATC (Scheda n. 18)
prioritaria 2
Attivazione “Gruppo di lavoro permanente” (Scheda n. 19)
prioritaria prioritaria prioritaria 4
Stesura di intese per standardizzare le attività gestionali (Scheda n. 20)
prioritaria prioritaria 3
Stesura di regolamenti uniformi (Scheda n. 21)
3
Monitoraggio dei danni (Scheda n. 22)
prioritaria 2
Prevenzione dei danni (Scheda n. 23)
prioritaria 3
Applicazione di “buone pratiche” gestionali (Scheda n. 24)
prioritaria prioritaria 2
Partecipazione diretta degli agricoltori alla gestione della fauna (Scheda n. 25)
prioritaria 2
N. totale azioni 22 21 19 9 71
73
Indicatori e azioni L’innovazione perseguita nella presente pianificazione si declina anche con
l’introduzione di indicatori per alcune azioni prioritarie.
In assenza di specifici indirizzi di settore venatorio e mature esperienze a
livello regionale e di altre pianificazioni provinciali, tale scelta assume significato
necessariamente sperimentale, potendosi successivamente procedere ad ulteriori
implementazioni e specificazioni durante l’attività di monitoraggio.
Sono pertanto definiti essenziali indicatori funzionali a monitorare e
valutare le prestazioni delle azioni di piano. In questo senso vengono utilizzati
indicatori di performance, che sono funzionali a monitorare l’efficacia
dell’attuazione delle azioni.
Si è inoltre rivolta l’attenzione agli effettivi miglioramenti della situazione
faunistico venatoria presente sul territorio e delle condizioni ambientali ed
ecologiche, pertanto sono stati individuati alcuni indicatori rappresentativi di tali
elementi che permettono di monitorare gli effetti del piano a loro favore.
Azioni Indicatori
Monitoraggio delle popolazioni selvatiche (Scheda n. 1)
Superficie sottoposta a monitoraggio/superficie areale specie specifico
n. specie censite/numero specie presenti nelle check-list
n. prestazioni operatore/anno
3
Indicazione della densità obiettivo specie specifica a livello di Unità di Gestione (Scheda n. 2)
n. unità di gestione camunali con densità obiettivo dettagliata/ n. unità di gestione distretto 1
Attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale (Scheda n. 3)
n. risposte evase/numero richieste ricevute
n. medio di giorni intercorsi tra il ricevimento delle richieste/numero massimo di giorni
2
Costruzione di un Sistema Informatico Territoriale e di una banca dati provinciale (Scheda n. 4)
n. strati informativi/anno
n. strati informativi specie specifici/n. specie della check-list 2
Approfondimento di conoscenze nell’ambito di specifiche attività di ricerca sulla fauna locale (Scheda n. 5)
N. attività di ricerca/n. specie di particolare interesse conservazionistico (check-list) 1
Definizioni di accordi operativi e di accordi con INFS, Università, Istituti di ricerca e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Scheda n. 6)
N. accordi/n. Enti competenti 1
Adozione di misure di salvaguardia (Scheda n. 7)
n. misure di salvaguardia adotta/n. specie di prioritario interesse conservazionistico
n. misure di salvaguardia adotta/n. habitat di prioritario interesse
conservazionistico
2
74
Azioni Indicatori
Interventi di ripristino e miglioramento ambientale (Scheda n. 8)
Estensione habitat migliorati/estensione habitat critici per istituto faunistico 1
Reintroduzioni e ripopolamenti (Scheda n. 9)
N. reintroduzioni di specie localmente estinte/n. specie localmente estinte
N. ripopolamenti effettuati/n. specie critiche
N. animali sopravvissuti / animali immessi
3
Prelievo programmato della piccola selvaggina (Scheda n. 10)
Estensione del territorio a caccia programmata /superficie istituto
N. di cacciatori che esercitano il prelievo programmato/n. cacciatori 2
Protocolli operativi per Piani di Controllo numerico (Scheda n. 11)
n. protocolli operativi siglati/n. specie problematiche (check-list) 1
Protocollo operativo per accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni (Scheda n. 12)
N istituti (ATC, AFV, ATV) che sottoscrivono il protocollo operativo/n. istituti provinciali (ATC, AFV, ATV). 1
Corsi di formazione (Scheda n. 13)
N. corsi formazione/anno
N. partecipanti/anno 2
Divulgazione, informazione e sensibilizzazione (Scheda n. 15)
n. azioni divulgazione/anno
n. azioni sensibilizzazione/anno
n. azioni informazione/anno
3
Verifica periodica dei risultati dei Piani annuali (Scheda n. 16)
N. verifiche/stagione venatoria 1
Tab. 4.3- Schema obiettivi- azioni di piano-indicatori
75
5 - Fauna selvatica: pianificazione delle attività gestionali e definizione delle densità obiettivo 5.1 - Pianificazione delle attività gestionali
La puntuale programmazione, anche tramite specifico periodico
documento, delle attività di gestione della fauna selvatica rappresenta lo
strumento principale con il quale realizzare gli obiettivi del PFVP.
In un’ottica di assicurare il pieno raggiungimento degli obiettivi del Piano si
è provveduto ad organizzare le più significative attività gestionali da realizzare
nel prossimo quinquennio in schede specie-specifiche (Allegato I).
Per ogni specie, o gruppi di specie, in ragione della loro rilevanza dal punto
di vista naturalistico e gestionale, sono state infatti precisamente individuate le
azioni da realizzare e sviluppare nel corso di validità del Piano.
In particolare la Provincia assumerà il ruolo di coordinamento, supervisione
e controllo di tutte le attività individuate nelle schede dell’Allegato I e si farà
carico di realizzare e gestire direttamente quelle di propria e specifica
competenza.
La flessibilità ed adattabilità è elemento importante di governo del settore
dove il ricorso a tutte le possibile tipologie di intervento di gestione della fauna
con la loro integrazione ed efficacia di risposta e soluzioni operative alle
esigenze del territorio. La valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo della
caccia passa attraverso una forte cooperazione ed una efficace gestione ed
attuazione della programmazione.
Elemento essenziale in tal senso è la tempestiva acquisizione di dati ed
informazioni preventive e preliminari all’inizio della stagione faunistico-
venatoria, nell’intento di cogliere le specificità, le eccellenze e le criticità
territoriali quanto più vicine alla scala locale che permettano in tempo utile la
definizione degli obiettivi di prelievo per la medesima stagione generando quindi
una migliore coerenza fra programma e situazione locale osservata e portando
altresì ad una maggiore integrazione con le esigenze locali per danni da
selvaggina ed uno spunto propulsivo verso un migliore approccio di acquisizione
delle informazioni anche attraverso l’uso di valutazioni integrate, con metodi
diretti ed indiretti, di monitoraggio delle popolazioni selvatiche sono necessaria
base per mantenere attivo il lavoro per aumentare i gradi di certezza e per la
concretizzazione delle azioni di piano.
76
La trasversalità del mondo venatorio e la sinergia con il mondo agricolo
assumono ancora più valore come strumento che attua un governo volto alla
valorizzazione del territorio e al perseguimento degli equilibri biologici,
incidendo così sulla qualità del territorio che è base per la qualità della vita e di
competitività delle realtà locali.
Si mira inoltre a potenziare l’approccio faunistico venatorio integrato alla
tutela e conservazione della fauna e degli ecotipi locali attraverso un maggiore
sviluppo del prelievo programmato che permetterà il rispetto dei processi e cicli
biologici naturali. In questo modo i prelievi sono commisurati alla presenza di
fauna intesa come capitale notevole da salvaguardare, nell’ottica degli equilibri
biologici, e come approccio moderno al rilancio e rispetto delle “originarie
naturalità” punto di riferimento che trova slancio nel futuro.
Per una sistematizzata lettura di dettaglio degli indirizzi sopraesposti si fa
riferimento alle singole schede/progetto dell’Allegato I, ove per le singole specie
o gruppi di specie sono specificate le principali soluzioni gestionali da adottarsi
nel prossimo quinquennio per raggiungere gli obiettivi specie specifici riportate
in premessa all’Allegato I.
5.2 - Definizione delle densità obiettivo L’individuazione delle densità obiettivo, ovvero le densità a cui si dovrà
tendere nel quinquennio di validità del presente PFVP, rappresenta un elemento
di riferimento della pianificazione per la distribuzione delle specie sul territorio
provinciale e le modalità d’applicazione degli strumenti e degli interventi di
gestione.
I criteri e gli aspetti a cui si è fatto riferimento nella definizione delle
densità obiettivo discendono: 1- dal quadro conoscitivo illustrato nella prima
parte del piano; 2- dalle esperienze maturate nel corso dei quinquenni
precedenti; 3- dalle caratteristiche del territorio e dalle variabili ambientali,
faunistiche ed agronomiche; 4- dalle condizioni sociali ed economiche localmente
presenti; 5- dall’insieme delle specie complessivamente presenti sul territorio.
Specificatamente la definizione della densità obiettivo del presente piano e
la sua rappresentazione cartografica, per le varie specie considerate, tiene conto
dei seguenti elementi:
� indicazioni contenute nella Carta del rischio di danneggiamento da
fauna selvatica con particolare attenzione alle carte di rischio delle
produzioni agricole più comuni (Gellini et al. 2003);
� contenuti della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia
Romagna (Aggiornamento 2006) con particolare attenzione alle carte di
densità agroforestale e alle carte del “Rischio Ungulati” ed alla intensità di
questo sul territorio provinciale (Figg. 5.2 e 5.3);
� distribuzione (areali attuali e trend evolutivo osservato negli ultimi
cinque anni) e status (densità rilevate e stime di consistenza) delle specie,
ove disponibile;
� distribuzione della densità di danni nell’ultimo quinquennio
utilizzando dati disponibili per il territorio provinciale, come ulteriormente
specificato per nei successivi paragrafi relativi ai singoli gruppi di specie.
Tale elemento è stato considerato coerentemente a quelli considerati negli
indirizzi regionali;
� grado di attitudine del territorio provinciale a sviluppare un indotto
turistico-venatorio con rilevanti ricadute economiche.
Inoltre si è fatto riferimento a dati bibliografici relativamente alle densità e per
le specie non contemplate nella Carta delle Vocazioni faunistiche della Regione
Emilia-Romagna (aggiornamento 2006), utilizzando dati effettivamente
disponibili.
78
La densità obiettivo è pertanto definita nell’ottica di permettere la
migliore adeguatezza della pianificazione alle specificità locali, alle condizioni
effettivamente riscontrate sul territorio mirando ad obiettivi che al contempo
possano contemperare le esigenze delle realtà territoriali locali in un’ottica di
realistica attuazione.
Il mosaico ambientale che caratterizza gran parte del territorio provinciale
ha comportato la necessità di definire le densità obiettivo per ciascuna specie a
livello di Comprensorio Faunistico Omogeneo e di singole sotto-unità territoriali e
coincidenti con i confini amministrativi dei comuni (cfr paragrafo 5.1).
Tuttavia, allo scopo di precisare i valori di densità obiettivo attualmente
espressi su base comunale a livello di sotto-unità gestionali o per gruppi di
queste, è prevista una specifica azione di piano finalizzata a definire all’interno
delle unità gestionali valori puntuali di densità obiettivo per ciascuna specie
nell’ambito del range attualmente espresso su base comunale, ipotizzando
periodiche revisioni (biennali) degli obiettivi indicati a questo livello per ogni
specie anche in funzione del carico di fauna complessivamente raggiunto
all’interno delle singole unità di gestione o gruppi di queste.
Tale impostazione risponde in modo efficiente alla necessità di esprimere
per ciascuna specie sia un valore di densità interpretabile come la misura della
compatibilità dell’abbondanza della specie ad una scala sub-provinciale (densità
obiettivo per Comprensorio Faunistico Omogeneo), sia il valore di densità che
rappresenti il termine a cui tendere localmente (densità obiettivo per sotto unità
territoriali comunali e densità obiettivo per sotto-unità gestionali) rispetto alla
attività da attivarsi nel corso del prossimo quinquennio per il suo raggiungimento
(prelievi o in via straordinaria Piani di controllo).
Allo scopo di definire le densità obiettivo sia a livello di Comprensori
Faunistici Omogenei che di sotto-unità comunali, è stato fatto riferimento sia a
valori puntuali che a scale di valori (range), per classi di idoneità ambientale,
pubblicate in letteratura.
Le scale di valori tengono conto dei principi sottesi alla densità obiettivo ed
in particolare del grado di “accettazione” della fauna rispetto alle condizioni
sociali ed economiche localmente presenti e pertanto si pongono comunque al di
sotto della densità biotica, che esprime invece la massima potenzialità di
presenza di fauna tenuto solo conto dei caratteri ambientale ed ecosistemici del
territorio.
79
Nello specifico, per le scale di valori (range) di densità obiettivo si è fatto
riferimento alle seguenti categorie:
� Bassa densità (da valori di densità uguale a zero a valori
estremamente ridotti e comunque sempre abbondantemente al di sotto dei valori
di densità biotica)
� Media densità (da valori di densità bassa a valori di alta densità ma
comunque inferiori ai valori massimi che la specie può raggiungere in quel
contesto territoriale (densità biotica). Si tratta di un intervallo di valori i cui
estremi sono di norma quantificati in modo tale da garantire un range ampio
affinché possa essere applicabile localmente in funzione del contributo che la
specie da al carico complessivo di fauna e le problematiche relative a quel
preciso contesto territoriale)
� Alta densità (valori di densità che per le specie non problematiche
possono risultare anche vicini a quelli della densità biotica, mentre per tutte le
specie in grado di produrre danni alle produzioni agricole risultano entro il limite
della densità agro-forestale determinata a livello regionale e pertanto inferiori ai
valori potenziali della specie. Si tratta di valori normalmente espressi
nell’ambito di un range di media ampiezza affinché possa essere applicabile
localmente anche in funzione del carico complessivo di fauna selvatica e delle
problematiche specifiche che la gestione della specie presenta in quel contesto
territoriale);
� Nessuna presenza (densità uguale a zero)
Considerate le informazioni disponibili relative alle stime di abbondanza
delle diverse specie (quando disponibili), alla serie storica dei danni denunciati e
risarciti, alle tradizioni faunistico-venatorie presenti sul territorio, ai modelli di
vocazione biotica ed agro-forestale ed alle densità ad esse associate, alle carte
del rischio agronomico, alle caratteristiche degli agrosistemi presenti sul
territorio provinciale si provvede di seguito a definire per ogni specie (Ungulati
selvatici e fauna stanziale) le densità obiettivo sia a livello di Comprensorio
Faunistico Omogeneo che di sotto-unità comunali (Fig. 5.1).
80
Fig. 5.1- Comprensori Faunistici Omogenei, sotto-unità comunali e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
81
5.2.1- Definizione delle densità obiettivo per gli Ungulati Nella definizione delle densità obiettivo per gli Ungulati selvatici sono stati
ritenuti prioritari i seguenti aspetti:
� indicazioni contenute nella Carta del rischio di danneggiamento da
fauna selvatica con particolare attenzione alle carte di rischio delle
produzioni agricole più comuni (Gellini et al. 2003);
� contenuti della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia
Romagna (Aggiornamento 2006) con particolare attenzione alle carte di
densità agroforestale e alle carte del “Rischio Ungulati” ed alla intensità di
questo sul territorio provinciale (Figg. 5.2 e 5.3);
� distribuzione (areali attuali e trend evolutivo osservato negli ultimi
cinque anni) e status (densità rilevate e stime di consistenza) delle specie,
in quanto disponibile;
� distribuzione della densità di danni arrecati alle produzioni agricole e
degli incidenti stradali nell’ultimo quinquennio;
� grado di attitudine del territorio provinciale a sviluppare un indotto
turistico-venatorio con rilevanti ricadute economiche.
82
Fig. 5.2 – Comprensori Faunistici Omogenei con reticolo delle zone critiche per la presenza di ungulati. Fonte dati Regione Emilia-Romagna
83
Fig. 5.3 – Comprensori Faunistici Omogenei con reticolo della intensità del rischio di danneggiamento ai coltivi nelle zone della Provincia di Reggio Emilia critiche per la presenza di Ungulati
84
Nel caso degli Ungulati, il mosaico ambientale che caratterizza gran parte
del territorio provinciale e il rischio di danneggiamento associato alle diverse
tipologie di copertura del suolo ha comportato la necessità di definire le densità
obiettivo per ciascuna specie sia a livello di Comprensorio Faunistico Omogeneo
che di singole sotto-unità territoriali.
Queste porzioni di territorio, in questa fase, sono opportunamente
individuate coincidenti con i confini amministrativi dei comuni territorialmente
interessati.
Tale scelta trova giustificazione dall’interpretazione integrata dei
contenuti informativi delle seguenti cartografie:
• densità biotiche di ciascuna specie (fonte dati Regione Emilia-
Romagna);
• “rischio Ungulati”, in termini di estensione e distribuzione spaziale
delle maglie delle reticolo del “rischio di danneggiamento da Ungulati”
(fonte dati Regione Emilia-Romagna);
• distribuzione della densità di danni arrecati alle produzioni agricole
nell’ultimo quinquennio dagli Ungulati selvatici (fonte dati Provincia di
Reggio Emilia);
• intensità degli investimenti stradali di Ungulati selvatici nell’ultimo
quinquennio (fonte dati Provincia di Reggio Emilia);
Nei comprensori di collina e montagna, l’analisi spaziale e le
quantificazioni prodotte su base GIS delle zone a forte rischio di danneggiamento
da Ungulati selvatici mostrano come queste, per alcuni comuni, si presentino di
estensione modesta e tali da poter essere completamente trascurate in fase di
pianificazione delle densità obiettivo oppure distribuite sul territorio in forma
estesa ed aggregata, perfettamente sovrapposta ai confini comunali, oppure in
forma ridotta e in geometrie allungate o diversamente in forma completamente
disaggregata e tale da non poter identificare aree omogenee sufficientemente
estese ai fini della pianificazione delle densità obiettivo (Tabella 5.1).
Nell’ottica di voler quantificare la densità obiettivo per ciascuna specie, in
un contesto caratterizzato dall’impossibilità di operare scelte di maggior
dettaglio rispetto alla scala comunale, si è adottato un approccio conservativo
che è tradotto in valori di densità sempre inferiori alla densità potenziale
espressa nella carta delle densità biotica della Regione Emilia-Romagna anche
per quei comuni del Comprensorio C3 in cui il rischio di danneggiamento è nullo o
del tutto trascurabile.
85
Tale scelta trova giustificazione dalla lettura integrata dei contenuti della
carta del rischio (Fig. 5.3) e della carta di distribuzione dell’intensità di
danneggiamento effettivamente osservato su base comunale nel corso del
precedente quinquennio (Fig. 5.4). Diversamente dai contenuti della carta del
rischio, questo elaborato cartografico mostra infatti come siano proprio i comuni
dell’alto crinale quelli classificati come a maggior densità di importi liquidati in
seguito a danni alle colture.
Analoghe scelte sono effettuate per molti comuni del Comprensorio di
collina C2 dove tuttavia è utilizzato anche il contenuto informativo della carta
del rischio di investimenti stradali con Ungulati selvatici (Fig. 5.5).
Comune Superficie comunale
(ettari)
SASP Comunale
(ettari)
Superficie comunale a
rischio potenziale di
danneggiamento (ettari)
Superficie a rischio potenziale
di danneggiamento
(%)
Distribuzione spaziale delle zone a
rischio di danneggiamento
Collagna 6686,3 6.518,0 0,0 0,0 -
Ligonchio 6172,0 6.041,0 0,0 0,0 -
Ramiseto 9817,0 9.628,0 135,4 1,4 trascurabile
Busana 3038,1 2.932,0 75,0 2,6 trascurabile
Villa Minozzo 16781,2 16.333,0 2042,3 12,5 aggregata
Casalgrande 3742,7 2.701,0 453,8 16,8 disaggregata*
Scandiano 4981,7 4.039,0 912,4 22,6 disaggregata *
Vetto 5319,3 5.170,0 1514,6 29,3 concentrate
Quattro Castella 4603,2 3.988,0 1315,1 33,0 disaggregata *
Castellarano 5749,9 4.915,0 1972,8 40,1 disaggregata
San Polo d’Enza 3273,6 2.824,0 1222,0 43,3 disaggregata *
Albinea 4395,6 3.922,0 1764,0 45,0 disaggregata*
Vezzano sul Crostolo 3764,7 3.565,0 1708,6 47,9 disaggregata
Carpineti 8942,9 8.406,0 4111,1 48,9 disaggregata Castenuovo ne Monti 9666,0 9.107,0 5081,4 55,8 disaggregata Viano 4521,6 4.300,0 2414,2 56,1 disaggregata Casina 6379,0 6.123,0 3604,1 58,9 disaggregata Baiso 7522,4 7.188,0 4337,6 60,3 disaggregata Canossa 5318,1 5.079,0 3170,1 62,4 disaggregata Toano 6726,5 6.413,0 4389,3 68,4 disaggregata * limitatamente alla porzione di territorio a Sud della strada pedemontana
Tab. 5.1- Estensione e distribuzione spaziale della zone a forte rischio di danneggiamento nei comuni della collina e della montagna
86
Fig. 5.4 – Distribuzione del danneggiamento ai coltivi per classi di importi risarciti per unità di superficie nel periodo 2000-2006
Fig. 5.5 – Distribuzione del numero di investimenti stradali per unità di superficie di ungulati selvatici nel periodo 2000-2006
87
Densità obiettivo del Capriolo Motivazioni: 1- la specie è destinata a ultimare l’espansione del proprio areale
verso la pianura; 2- nelle aree vocate la specie ha raggiunto localmente densità
medie anche piuttosto elevate; 3- nella popolazione sono evidenti patologie di
tipo densità dipendenti; 4- i danni all’agricoltura sono aumentati soprattutto nel
settore collinare; 5- gli incidenti stradali sono in aumento anche nel contesto
planiziale; 6- abbondante brucatura dei polloni nei boschi cedui; 7- espansione
dell’areale del Cervo; 8- vocazione biotica mediamente elevata in ambito
appenninico anche a bassa quote; 9- densità agro-forestale normalmente media o
elevata con valori minimi in area di alta collina.
Fig. 5.6- Densità biotica del Capriolo
88
Fig. 5.7- Densità agro-forestale del Capriolo
Strategia: valorizzare il potenziale ambientale, turistico ed evocativo della
specie modulandone nello spazio la densità, favorendo la sua distribuzione
limitatamente alle aree vocate prive di rischio di danneggiamento e nel
contempo minimizzando l’impatto nei confronti dei coltivi e sulla viabilità
stradale soprattutto attraverso una razionale gestione faunistico-venatoria. In
quest’ottica, le densità obiettivo del Capriolo sono individuate sempre al di sotto
dei valori della densità biotica e agroforestale fissati dalla Regione Emilia-
Romagna anche nel caso dei valori massimi previsti di densità obiettivo. Gli
intervalli di densità media ed alta sono inoltre definiti attraverso un contenuto
range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa presenza: 1,5 animali/100ha (range: da 0 a 6 animali/100ha) � Media presenza: 8 animali/100ha (range: da 4 a 16 animali/100ha) � Alta presenza: 16 animali/100ha (range: da 12 a 20 animali/100ha)
89
Definizione delle densità obiettivo a livello di Comprensori: è fissata una alta
densità nel Comprensorio di collina (C2) e una media densità nel Comprensorio di
Montagna (C3). Poiché alla luce di quanto descritto nel paragrafo 2 si ritiene
fisiologicamente tollerabile la presenza del Capriolo in ristrette porzioni del
territorio del Comprensorio di Pianura (C1) è stato ritenuto di determinare una
bassa densità obiettivo all’interno di questo comprensorio (Fig. 5.8).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità comunali si individua una densità obiettivo alta anche per il territorio
dei Comuni di Vetto d’Enza e Castelnovo ne’ Monti compresi nel C3 e si fissa una
densità nulla nel territorio dell’alta pianura coincidente con il tratto compreso
tra la Via Emilia e la strada pedecollinare (Fig. 5.9).
Fig. 5.8 - Densità obiettivo del Capriolo a livello di Comprensorio
90
Fig. 5.9 – Densità obiettivo del Capriolo a livello di singole sotto-unità
91
Densità obiettivo del Daino Motivazioni: 1- la specie, autoctona naturalizzata, attua una lenta espansione
dell’areale in ambito appenninico con sovrapposizione del proprio areale con
quelli del Capriolo, del Cervo e del Muflone; 2- la specie ha raggiunto densità
locali elevate senza rivelare eclatanti problemi di tipo sanitario; 3- i danni
all’agricoltura sono modesti e principalmente su vigneti, così come gli incidenti
stradali risultano pochi e con ricorrenze localizzate; 4- non esistono modelli
regionali di vocazione per la specie.
Strategia: contenere e stabilizzare la distribuzione attualmente esistente.
Valorizzare, localmente, il potenziale turistico ed evocativo della specie
favorendone la stabilità nel tempo e controllando nel contempo l’impatto sui
coltivi ed i problemi della viabilità stradale attraverso una razionale gestione
faunistico-venatoria.
In quest’ottica la densità obiettivo sono definite sempre al di sotto degli attuali
valori e con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range); � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animali/100ha); � Media densità: 1,5 animali/100ha (range da 0,5 a 3 animali /100ha); � Alta densità: 4 animali/100ha (range da 2 a 8 animali/100ha);
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensori: per il Daino è
fissata una densità obiettivo media per il Comprensorio della collina (C2) e una
densità bassa per il Comprensorio di montagna (C3). La presenza della specie non
è contemplata nel Comprensorio di pianura (Fig. 5.10).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto unità comunali non è contemplata la presenza della specie nell’area
planiziale, è individuata un’alta densità obiettivo limitatamente ad una porzione
ristretta del Comprensorio C2 coincidente con l’areale attuale. In corrispondenza
dell’areale di presenza del Cervo è individuata una bassa densità obiettivo. Nel
Comprensorio di montagna non è contemplata la presenza della specie ad
eccezione del territorio del comune di Vetto d’Enza dove è individuata una
media densità obiettivo (Fig. 5.11).
92
Fig. 5.10 - Densità obiettivo del Daino a livello di Comprensorio
Fig. 5.11 – Densità obiettivo del Daino a livello di singole sotto-unità
93
Densità obiettivo del Cervo Motivazioni: 1- la specie risulta in piena fase di colonizzazione del territorio
appenninico; 2- la specie ha raggiunto localmente densità elevate; 3- nella
popolazione non sono evidenti patologie densità dipendenti; 4- i danni ai coltivi
risultano localmente rilevanti; 5 gli incidenti stradali sono relativamente
localizzati; 6- aumento di maturità dei boschi cedui; 7- vocazione biotica elevata
in ambito appenninico a quote elevate, vocazione media e bassa in area
collinare; 8- Densità agroforestale nulla o bassa in area collinare, media e alta in
area montana.
Fig. 5.12 – Carta di vocazione del Cervo. Fonte dati Regione Emilia-Romagna.
94
Fig. 5.13 – Carta della densità agroforestale del Cervo. Fonte dati Regione
Emilia-Romagna.
Strategia: valorizzare il potenziale turistico ed evocativo della specie regolando
la sua densità sul territorio in ragione delle sue potenzialità, monitorando la
naturale espansione di areale in montagna e, nel contempo, minimizzando
l’impatto nei confronti dei coltivi e i problemi relativi ai possibili incidenti
stradali con opportuni interventi gestionali. Questa strategia, in prospettiva,
potrà essere attuata anche una razionale gestione venatoria della specie.
In quest’ottica le densità obiettivo sono individuate sempre al di sotto dei valori
della densità biotica e agro-forestale fissati dalla Regione Emilia-Romagna, anche
nel caso dei valori massimi previsti. Il comprensorio planiziale è ritenuto inadatto
alla presenza della specie mentre le sotto-unità collinari, caratterizzate da una
elevata presenza di colture foraggere, sono classificate complessivamente poco
idonee alla presenza della specie. Sono invece ritenuti potenzialmente idonei
alla specie i settori provinciali a basso rischio agronomico. Al fine di mantenere
ampie possibilità di controllo della consistenza locale gli intervalli di densità
media ed alta sono definiti attraverso un ampio range di variabilità.
95
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa a livello di
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animale/100ha) � Media densità: 1 animale/100ha (range da 0,5 a 2 animali/100ha) � Alta densità: 2 animali/100ha (range da 1 a 6 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per il Cervo nel
Comprensorio di montagna (C3) è fissata una densità obiettivo alta; nel
Comprensorio di collina (C2) si ritiene adeguata una densità bassa, mentre si
ritiene incompatibile la presenza della specie nel Comprensorio C1 di Pianura
(Fig. 5.14).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: restano
confermati alti valori di densità obiettivo su gran parte del Comprensorio di
montagna con la sola eccezione delle sotto-unità di Vetto d’Enza e Castelnovo
ne’ Monti per le quali si individuano rispettivamente densità obiettivo media e
bassa. E’ altresì fissata una densità obiettivo bassa nel Comprensorio di Collina.
Si conferma l’incompatibilità della specie in pianura (Fig 5.15).
96
Fig. 5.14 - Densità obiettivo del Cervo a livello di Comprensorio
Fig. 5.15 – Densità obiettivo del Cervo a livello di singole sotto-unità
97
Densità obiettivo del Cinghiale
Motivazioni: 1- la specie ha in gran parte esaurito la fase di espansione
dell’areale; 2- la specie ha raggiunto densità locali anche elevate; 3- non sono
note patologie densità dipendenti; 4- i danni ai coltivi sono piuttosto diffusi e
localmente anche piuttosto rilevanti; 5- gli incidenti stradali risultano abbastanza
localizzati; 6- il controllo della popolazione non è stato adeguatamente
supportato da strategie di area vasta; 7- la vocazione biotica risulta elevata in
tutto il territorio di montagna mentre risulta ricompressa tra valori bassi e medi
nelle porzioni di territorio di bassa montagna e collina; 7- la carta del rischio di
danneggiamento ai coltivi indica una bassa compatibilità della specie nell’area
collinare.
Fig. 5.16 – Carta di Vocazione del Cinghiale. Fonte dati Regione Emilia-Romagna
98
Fig. 5.17 – Carta di declassamento della Densità biotica del Cinghiale attraverso la carta del rischio ungulati. Fonte dati Regione Emilia-Romagna
Strategia: valorizzare il potenziale turistico ed evocativo della specie,
modulando adeguatamente la sua densità in montagna e limitatamente a quelle
sotto-unità della collina caratterizzate da una modesta presenza di coltivi.
Minimizzare l’impatto nei confronti dei coltivi ricorrendo ad una razionale
gestione faunistico-venatoria e a piani di controllo.
In quest’ottica le densità obiettivo sono individuate al di sotto dei valori della
densità biotica e, di norma, della densità agro-forestale fissati dalla regione
Emilia-Romagna, anche nel caso dei valori massimi previsti. Il comprensorio
planiziale è inadatto alla presenza della specie. Le sotto-unità territoriali della
collina caratterizzate dalla presenza di colture foraggere vengono considerate
poco idonee alla presenza della specie. Sono ritenuti idonei alla specie solamente
i settori provinciali a basso rischio agronomico. Al fine di mantenere ampie
possibilità di controllo sulle consistenze locali della specie gli intervalli di densità
media ed alta sono definiti attraverso un ampio range di variabilità.
99
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animali/100ha) � Media densità: 1,5 animali/100ha (range da 0,5 a 2 animali/100ha) � Alta densità: 3,5 animali/100ha (range da 1,5 a 8 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: è fissata una alta
densità obiettivo per il Comprensorio della montagna (C3), mentre per il
Comprensorio della collina (C2) la densità obiettivo è bassa. In ambito planiziale
(C1) si ritiene incompatibile la presenza della specie (Fig. 5.18).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali:
relativamente al Comprensorio C3 si conferma un’alta densità obiettivo nei
cinque comuni di crinale, mentre è individuata una densità obiettivo bassa nelle
nella sotto-unità comunale di Castelnovo ne’ Monti e media nella sotto-unità di
Vetto d’Enza. In quattro sub-unità del Comprensorio di collina è invece tollerata
una densità media. Trova conferma l’incompatibilità della presenza del Cinghiale
con il territorio di pianura (Fig. 5.19).
Fig. 5.18 - Densità obiettivo del Cinghiale a livello di Comprensorio
100
Fig. 5.19 – Densità obiettivo del Cinghiale a livello di singole sotto-unità
101
Densità obiettivo del Muflone Motivazioni: 1- la specie, alloctona naturalizzata, presenta un areale stabile in
ambito appenninico con parziale sovrapposizione all’areale del Capriolo e del
Cervo; 2- la specie non ha recentemente mostrato problemi di tipo sanitario; 3-
la specie non raggiunge densità locali elevate come nel passato; 4- la specie non
provoca danni ingenti all’agricoltura; 5- gli incidenti stradali sono sporadici ed
occasionali; 6- non esistono modelli di vocazione.
Strategia: contenere e stabilizzare la distribuzione esistente. Valorizzare
localmente il potenziale turistico ed evocativo sostenendo le attuali condizioni e
controllando nel contempo l’impatto sui coltivi attraverso una razionale gestione
faunistico-venatoria. In quest’ottica anche la densità obiettivo è definita al di
sotto delle densità massime rilevate.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 4 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 4 a 12 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: la densità
obiettivo è fissata a bassi livelli sia per il Comprensorio di collina (C2) che per
quello di montagna (C3). Non è contemplata la presenza della specie in pianura
(Fig. 5.20)
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali:
relativamente al Comprensorio di montagna (C3) è individuata una densità
obiettivo media solamente nel territorio dei cinque comuni di crinale
appenninico, mentre è da escludere la presenza del Muflone nella restante parte
del Comprensorio. Analogamente per il Comprensorio della collina (C2) in cui è
individuata una densità obiettivo media esclusivamente sul territorio del Comune
di Vezzano sul Crostoso (Fig. 5.21).
102
Fig. 5.20 - Densità obiettivo del Muflone a livello di Comprensorio
Fig. 5.21 – Densità obiettivo del Muflone a livello di singole sotto-unità
103
5.2.2 - Definizione delle densità obiettivo per la Selvaggina Stanziale
Nella definizione delle densità obiettivo per la Selvaggina Stanziale sono
stati ritenuti prioritari i seguenti aspetti:
� indicazioni contenute nella Carta del rischio di danneggiamento da
fauna selvatica con particolare attenzione alle carte di rischio delle
produzioni agricole più comuni (Gellini et al- 2003);
� contenuti della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-
Romagna (aggiornamento 2006) con particolare attenzione alle carte
di vocazione biotica ed agroforestale;
� distribuzione (areali attuali e trend evolutivo osservato negli ultimi
cinque anni) e status (densità rilevate e stime di consistenza) delle
specie, ove disponibile;
� distribuzione della densità di danni arrecati alle produzioni agricole
nell’ultimo quinquennio;
� grado di attitudine del territorio provinciale a sviluppare un indotto
turistico-venatorio con rilevanti ricadute economiche;
� dati di consistenza numerica e densità relativa pubblicati in
bibliografia limitatamente alle specie per le quali la Carta delle
Vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna (aggiornamento
2006) non fornisce indicazioni di densità agroforestale o biotica.
Tali condizioni (elementi) e sono state considerate nell’ottica di
permettere la migliore adeguatezza alla specificità locali e alle condizioni
effettivamente riscontrate, sulla base dei dati (adeguatezza) disponibili e
mirando ad obiettivi che al contempo possano contemperare le esigenze delle
realtà territoriali locali in un’ottica di realistica attuazione.
104
Per le medesime ragioni illustrate nel paragrafo precedente, anche nel
caso della piccola selvaggina le sotto-unità gestionali per la zonizzazione della
densità obiettivo specie specifica sono individuate coincidenti con i territori dei
Comuni.
Limitatamente alle specie non impattanti nei confronti delle produzioni
agricole, in fase di rappresentazione cartografica della densità obiettivo qualora
questa risulti equivalente alla densità biotica che la specie può raggiungere nel
contesto dell’area interessata, la sotto-unità territoriale è opportunamente
retinata al fine di evidenziare l’obiettivo della massima possibilità di espansione
di questa specie in fase pianificatoria.
105
Densità obiettivo della Lepre Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie e locali piuttosto
importanti; 2- sono presenti evidenze di patologie densità dipendenti; 3- i danni
all’agricoltura sono localizzati soprattutto in pianura; 4- la vocazione biotica è
mediamente elevata su tutto il territorio provinciale.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il ruolo ecologico e il potenziale turistico ed evocativo favorendo la
sua permanenza e controllando nel contempo l’impatto nei confronti dei coltivi
attraverso una accurata gestione faunistico-venatoria. Incoraggiare la gestione
della specie incentivando il prelievo programmato. Le densità obiettivo medie ed
elevate sono in quest’ottica individuate necessariamente con ampio range di
variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 1,5 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 12 animali/100ha (range da 4 a 20 animali/100ha) � Alta densità: 20 animali/100ha (range da 15 a 30 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: nel Comprensorio
di pianura (C1) è fissata una densità obiettivo alta, mentre in collina (C2) e in
montagna (C3) è individuata una densità obiettivo media (Fig. 5.22).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunale: a livello
di sotto-unità comunali restano confermati i valori sopra espressi con la sola
eccezione per una densità obiettivo alta anche per il territorio dell’alta pianura
ricompreso nel Comprensorio C2 (Fig. 5.23).
106
Fig. 5.22 - Densità obiettivo della Lepre a livello di Comprensorio
Fig. 5.23 – Densità obiettivo della Lepre a livello di singole sotto-unità
107
Densità obiettivo della Volpe Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie localmente anche piuttosto
elevate; 2- sono presenti patologie densità dipendenti; 3- i danni arrecati dalla
specie al patrimonio faunistico (piccola selvaggina) sono principalmente
localizzati nel contesto planiziale e nelle aree di produzione; 4- non sono
disponibili modelli di vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
salvaguardarne la conservazione e valorizzarne il proprio ruolo. Controllare
l’impatto predatorio della specie nei confronti del patrimonio faunistico con
particolare attenzione alle popolazioni di piccola selvaggina autoriproducenti.
In quest’ottica le densità obiettivo bassa e media sono definite con un ristretto
range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animali/100ha) � Media densità: 1,5 animali/100ha (range da 0,5 a 2 animali/100ha) � Alta densità: 2,5 animali/100ha (range da 2 a 6 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i comprensori
di collina (C2) e montagna (C3) è individuata una densità obiettivo media,
mentre per il Comprensorio di pianura (C1) la densità obiettivo è bassa (Fig.
5.24).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con la sola eccezione per
una densità obiettivo bassa estesa anche al territorio dell’alta pianura
ricompreso nel comprensorio C2 (Fig. 5.25)
108
Fig. 5.24 - Densità obiettivo della Volpe a livello di Comprensorio
Fig. 5.25 – Densità obiettivo della Volpe a livello di singole sotto-unità
109
Densità obiettivo del Fagiano
Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità basse e solo localmente medie; 2-
sono note alte mortalità tra gli animali immessi; 3- i danni ai coltivi sono
localizzati soprattutto in pianura; 4- vocazione biotica elevata in ambito
provinciale.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il potenziale turistico-venatorio ed evocativo favorendo la sua
presenza sul territorio e nel contempo controllandone l’impatto nei confronti dei
coltivi attraverso una accurata programmazione dell’attività venatoria.
Incoraggiare la gestione della specie incentivando il prelievo programmato anche
allo scopo di contenere i ripopolamenti. Le densità obiettivo media ed alta sono
quindi necessariamente definite con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 2 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 12 animali/100ha (range da 4 a 25 animali/100ha) � Alta densità: 25 animali/100ha (range da 15 a 50 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: sono fissate le
seguenti densità obiettivo: alta per il Comprensorio di pianura (C1); media per il
Comprensorio di collina (C2); bassa per il Comprensorio C3 di montagna (Fig.
5.26).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: è estesa a
valori alti la densità obiettivo del territorio dell’alta pianura (C2) e a valori medi
la densità obiettivo del territorio dei comuni di Vetto d’Enza e Castelnovo ne’
Monti, ricompresi nel Comprensorio C3 della montagna (Fig. 5.27)
110
Fig. 5.26 - Densità obiettivo del Fagiano a livello di Comprensorio
Fig. 5.27 – Densità obiettivo del Fagiano a livello di singole sotto-unità
111
Densità obiettivo della Pernice rossa Motivazioni: 1- la specie non risulta presente su gran parte del territorio
provinciale; 2- quando presente, in aree di limitata estensione, la specie ha
raggiunto densità comunque piuttosto basse; 3- la vocazione biotica risulta
invece elevata su gran parte del territorio appenninico.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il proprio ruolo ecologico, il potenziale turistico-venatorio ed
evocativo favorendo la sua affermazione attraverso un’accurata
regolamentazione e programmazione della gestione faunistico-venatoria.
Incoraggiare la gestione della specie incentivando il prelievo programmato. Le
densità obiettivo sono quindi definite con ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 2 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 6 animali/100ha (range da 4 a 10 animali/100ha) � Alta densità: 14 animali/100ha (range da 8 a 25 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo per comprensori: nel Comprensorio della
collina (C2) è fissata una densità obiettivo alta; in montagna (C3) si individua una
densità obiettivo media; nel Comprensorio di pianura (C1) la densità obiettivo
per la specie è bassa (Fig. 5.28).
Definizione delle densità obiettivo per sotto-unità dei comprensori: a livello di
sotto-unità comunali è fissata una densità obiettivo bassa per il territorio
dell’alta pianura compreso nel C2, mentre si fissa una densità obiettivo alta per
il territorio dei comuni di Vetto d’Enza e Castelnovo ne’ Monti, ricompresi nel
Comprensorio C3 di montagna (Fig. 5.29).
112
Fig. 5.28 - Densità obiettivo della Pernice rossa a livello di Comprensorio
Fig. 5.29 – Densità obiettivo della Pernice rossa a livello di singole sotto-unità
113
Densità obiettivo della Starna Motivazioni: 1- la specie è assente su gran parte del territorio provinciale; 2-
quando presente la specie raggiunge densità piuttosto modeste; 2- la vocazione
biotica per la specie è comunque buona su gran parte del territorio provinciale.
Strategia: modulare la distribuzione sul territorio e la densità della specie con
l’obiettivo di valorizzarne il proprio ruolo ecologico, il potenziale turistico-
venatorio ed evocativo favorendo il suo sviluppo attraverso un’accurata
regolamentazione e programmazione dell’attività venatoria. Incoraggiare la
gestione della specie incentivando il prelievo programmato. Promuovere
l’estensione territoriale delle aree speciali per la reintroduzione della specie e,
più in generale, una sua gestione conservativa. Stabilizzare le popolazioni
autoriproducenti individuando prioritariamente quelle presenti all’interno di
ZRC. Le densità obiettivo sono definite con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 2 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 6 animali/100ha (range da 4 a 10 animali/100ha) � Alta densità: 14 animali/100ha (range da 8 a 25 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: nel Comprensorio
di pianura (C1) è fissata una densità obiettivo alta; in montagna (C3) è
individuata una densità bassa, mentre per la collina (C2) è fissata una densità
obiettivo media (Fig. 5.30).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità comunali la densità obiettivo è alta anche nel territorio dell’alta
pianura mentre risulta media nel territorio dei comuni di Vetto d’Enza e
Castelnovo ne’ Monti (Fig. 5.31).
114
Fig. 5.30 - Densità obiettivo della Starna a livello di Comprensorio
Fig. 5.31 – Densità obiettivo della Starna a livello di singole sotto-unità
115
Densità obiettivo della Nutria Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie e localmente anche elevate;
2- i danni sono economicamente importanti e non più trascurabili; 3- sono
presenti importanti rischi di tipo idraulico.
Strategia: la distribuzione della specie sarà controllata con l’obiettivo della sua
eradicazione in coerenza con gli impegni internazionali.
Definizione delle densità obiettivo: è programmata l’eradicazione della specie (densità “0”).
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: La presenza della
Nutria non è tollerata in alcun Comprensorio Provinciale (Fig. 5.32).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: anche a
livello di sotto-unità comunali la specie non è tollerata persistendo l’obiettivo
generale della eradicazione (Fig. 5.33).
Fig. 5.32 - Densità obiettivo della Nutria a livello di Comprensorio
116
Fig. 5.33 – Densità obiettivo della Nutria a livello di singole sotto-unità
117
Densità obiettivo della Cornacchia Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie ed elevate; 2- la specie
frequenta con alte densità le discariche con potenziali rischi sanitari; 3- i danni
agronomici sono economicamente importanti e localmente non più trascurabili;
4- i danni arrecati al patrimonio faunistico (specie di piccole dimensioni) sono
diffusi e maggiormente visibili nelle aree di produzione; 5- non sono disponibili
modelli di vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il proprio ruolo, controllando nel contempo l’impatto nei confronti
dell’agricoltura, del patrimonio faunistico e la frequentazione delle discariche
attraverso una accurata regolamentazione della gestione faunistico-venatoria. La
densità obiettivo bassa ha un range di applicazione che è al di sotto delle densità
rilevate in aree critiche, mentre la densità media è definita con un ampio range
di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 3 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 6 animali/100ha (range da 2 a 12 animali/100ha) � Alta densità: 12 animali/100ha (range da 8 a 14 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i
comprensori di pianura (C1) e montagna (C3) la densità obiettivo è bassa, mentre
per il comprensorio collinare (C2) la densità obiettivo è media (Fig. 5.34).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano sostanzialmente confermati i valori sopra espressi con
riduzione a una densità obiettivo bassa per i comuni dell’alta pianura ricompresi
nel comprensorio C2 e i comuni limitrofi a grosse discariche di rifiuti solidi urbani
(Fig. 5.35).
118
Fig. 5.34 - Densità obiettivo della Cornacchia a livello di Comprensorio
Fig. 5.35 – Densità obiettivo della Cornacchia a livello di singole sotto-unità
119
Densità obiettivo della Gazza Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità variabili con alte densità nella
fascia pedemontana; 2- i danni agronomici sono economicamente importanti e
localmente non più trascurabili; 3- i danni arrecati al patrimonio faunistico
(specie di piccole dimensioni) sono diffusi e maggiormente visibili nelle aree di
produzione; 4- non sono disponibili modelli di vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il proprio ruolo controllando nel contempo l’impatto nei confronti
dell’agricoltura e del patrimonio faunistico attraverso una accurata
regolamentazione della gestione faunistico-venatoria. La densità obiettivo bassa
ha un range di applicazione che è al di sotto delle densità rilevate in aree
critiche, mentre la densità media è definita con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 4 animali/100ha (range da 0 a 8 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 5 a 15 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i
comprensori di pianura (C1) e montagna (C3) la densità obiettivo è bassa, mentre
per il comprensorio collinare (C2) la densità obiettivo è media, (Fig. 5.36).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione a una densità
obiettivo bassa per i comuni dell’alta pianura ricompresi nel comprensorio C2
(Fig. 5.37).
120
Fig. 5.36 - Densità obiettivo della Gazza a livello di Comprensorio
Fig. 5.37 – Densità obiettivo della Gazza a livello di singole sotto-unità
121
Densità obiettivo della Ghiandaia Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità variabili con alte densità nella
fascia collinare; 2- i danni agronomici sono economicamente importanti e
localmente non più trascurabili nel settore planiziale; 3- i danni arrecati al
patrimonio faunistico (specie di piccole dimensioni) sono diffusi e localmente
segnalati anche nelle aree di produzione; 4- non sono disponibili modelli di
vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il proprio ruolo controllando nel contempo l’impatto nei confronti
dell’agricoltura e del patrimonio faunistico (piccola fauna) attraverso una
accurata regolamentazione della gestione. La densità obiettivo bassa ha un range
di applicazione che è al di sotto delle densità rilevate in aree critiche, mentre la
densità media è definita con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 1 animali/100ha (range da 0 a 3 animali/100ha) � Media densità: 3 animali/100ha (range da 1 a 8 animali/100ha) � Alta densità: 8 animali/100ha (range da 6 a 10 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i
comprensori di pianura (C1) la densità obiettivo è bassa, mentre per i
comprensori collinare (C2) e montano (C3) la densità obiettivo è media (Fig.
5.38).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione a valori di
densità obiettivo bassi per il territorio dei comuni dell’alta pianura ricompresi
nel comprensorio C2 (Fig. 5.39).
122
Fig. 5.38 - Densità obiettivo della Ghiandaia a livello di Comprensorio
Fig. 5.39 – Densità obiettivo della Ghiandaia a livello di singole sotto-unità
123
Densità obiettivo del Piccione domestico rinselvatichito Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità elevate su buona parte del
territorio provinciale; 2- i danni agronomici sono economicamente importanti e
localmente non più trascurabili; 3- i danni arrecati al patrimonio architettonico e
storico sono diffusi e localmente significativi; 4- non sono disponibili modelli di
vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie (porzione
inselvatichita) con l’obiettivo di limitarne il ruolo a favore di specie selvatiche
controllando l’impatto nei confronti dell’agricoltura e del patrimonio
architettonico attraverso una accurata gestione della specie. Le densità obiettivo
bassa e medie sono quindi definite con un ristretto range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 4 animali/100ha (range da 0 a 8 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 5 a 15 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per tutti i
comprensori la densità obiettivo è bassa (Fig. 5.40).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano confermate le densità obiettivo basse (Fig. 5.41).
124
Fig. 5.40 - Densità obiettivo del Piccione domestico a livello di Comprensorio
Fig. 5.41 – Densità obiettivo del Piccione domestico a livello di singole sotto-unità
125
Densità obiettivo della Tortora dal collare Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità basse solo localmente elevate; 2- i
danni agronomici sono localmente importanti non più trascurabili; 3- La specie è
sinantropa con conseguenti danni al patrimonio architettonico e storico
localmente significativi; 4- non sono disponibili modelli di vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di
valorizzarne il proprio ruolo controllando l’impatto nei confronti dell’agricoltura
e del patrimonio architettonico attraverso un’accurata gestione della specie. Le
densità obiettivo sono quindi definite con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 4 animali/100ha (range da 0 a 8 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 5 a 15 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i comprensori
di pianura (C1) e collina (C2) la densità obiettivo è media, mentre per il
comprensorio montano la densità obiettivo è bassa (C3) (Fig. 5.42).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione a una densità
obiettivo bassa per i comuni della collina ricompresi nel comprensorio C2 (Fig.
5.43).
126
Fig. 5.42 - Densità obiettivo della Tortora dal collare a livello di Comprensorio
Fig. 5.43 – Densità obiettivo della Tortora dal collare a livello di singole sotto-unità
127
Densità obiettivo dello Storno Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie ed elevate nella porzione
planiziale della provincia; 2- i danni agronomici sono diffusi e localmente
importanti non più trascurabili; 3- la specie è sinantropa con conseguenti danni
arrecati al patrimonio architettonico; 4- non sono disponibili modelli di
vocazione.
Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie (popolazione
stanziale) con l’obiettivo di valorizzarne il proprio ruolo controllando l’impatto
nei confronti dell’agricoltura e del patrimonio architettonico attraverso una
accurata regolamentazione della gestione faunistica. Considerare aspetti della
temporaneità, della localizzazione e delle circostanze specifiche nei casi di
ricorso al prelievo in deroga alle disposizioni comunitarie. Le densità obiettivo
sono quindi definite con un ampio range di variabilità.
Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per
Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che
identifica possibili e diversi obiettivi locali:
� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 8 animali/100ha (range da 0 a 10 animali/100ha) � Media densità: 16 animali/100ha (range da 8 a 24 animali/100ha) � Alta densità: 24 animali/100ha (range da 18 a 30 animali/100ha)
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i comprensori
di pianura (C1) e collina (C2) la densità obiettivo è media, mentre per il
comprensorio montano (C3) è bassa (Fig. 5.44).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di
sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione ad una
densità obiettivo bassa per i comuni della collina ricompresi nel comprensorio C2
(Fig. 5.45).
128
Fig. 5.44 - Densità obiettivo dello storno a livello di Comprensorio
Fig. 5.45 – Densità obiettivo dello storno a livello di singole sotto-unità
129
Densità obiettivo del Silvilago
Motivazioni: 1- la specie è segnalata in sponda sinistra del Fiume Po; 2- i
danni biologici agli ecosistemi arrecati dalla permanenza del Silvilago
possono risultare rilevanti;
Strategia: la distribuzione della specie sarà monitorata con sistematicità
con l’obiettivo della sua eradicazione in coerenza con gli impegni
internazionali.
Definizione delle densità obiettivo: è programmata l’eradicazione della specie (densità “0”).
Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: La presenza
della Silvilago non è tollerata in alcun Comprensorio Provinciale (Fig. 5.46).
Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali:
anche a livello di sotto-unità comunali la specie non è tollerata persistendo
l’obiettivo generale della eradicazione (Fig. 5.47).
Fig. 5.46 - Densità obiettivo del Silvilago a livello di Comprensorio
130
Fig. 5.47 - Densità obiettivo del Silvilago a livello di singole sotto-unità
131
6 - Gli Istituti faunistici: idoneità territoriale e pianificazione delle attività gestionali
La pianificazione faunistico-venatoria necessita che siano individuati i
criteri di congruenza, compatibilità ed omogeneità territoriale per gli Istituti
esistenti e naturalmente per quelli di nuova istituzione.
I differenti obiettivi di pianificazione faunistico-venatoria individuati nel
PFVP devono trovare rispondenza e piena coerenza con il numero, la dimensione
e la distribuzione sul territorio degli Istituti faunistici organizzati sulla base dei
Comprensori Faunistici Omogenei.
A tale scopo, in questa sezione del Piano, si provvede ad esaminare gli
istituti esistenti sulla base di quanto evidenziato nel quadro conoscitivo,
nell’attesa degli obiettivi precedentemente definiti.
Nel paragrafo successivo vengono invece definiti i criteri e le modalità per
l’istituzione, le modifica, le revoca e il rinnovo degli Istituti faunistici nonché gli
indirizzi per la pianificazione delle attività gestionali per ogni tipologia di
istituto.
6.1 - Gli Istituti faunistici: idoneità territoriale
Siti Rete Natura 2000
La Rete dei siti Natura 2000 è un sistema di aree di particolare interesse
naturalistico che devono essere conservate in tutti gli Stati Membri dell’Unione
Europea.
Mentre la Direttiva Uccelli prevede che per le specie considerate più
minacciate (incluse nell’Allegato I della Direttiva) siano adottate misure speciali
di conservazione degli habitat per garantirne la sopravvivenza e che i territori più
idonei alla conservazione di tali specie siano classificati come ZPS, la Direttiva
Habitat definisce gli elenchi di specie vegetali e animali (uccelli esclusi) e di
habitat di interesse comunitario rari e minacciati e prevede l’individuazione di
SIC ovvero di aree che contribuiscono in modo significativo a mantenere habitat o
una specie di interesse comunitario in uno stato di conservazione soddisfacente.
All’inclusione di un territorio in un’area della Rete natura 2000 (ZPS o SIC)
non corrisponde tuttavia necessariamente un generalizzato divieto di qualsiasi
tipo di utilizzo delle risorse naturali presenti.
Le Direttive comunitarie 92/43 “Habitat” e 79/409 “Uccelli” precisano
infatti che la conservazione della biodiversità nei Siti della Rete natura 2000
132
deve avvenire in modo compatibile con lo sviluppo economico del territorio e nel
rispetto delle esigenze economiche, sociali e culturali di chi vive e lavora in
queste aree. La conservazione delle specie e degli habitat, si rivolge, secondo
una più moderna accezione alla convivenza tra natura e uomo.
In questa prospettiva è possibile quindi anche l’esercizio dell’attività
venatoria purché non arrechi effetti negativi nei confronti degli obiettivi più
generali di conservazione dei siti della Rete Natura 2000.
A livello nazionale le disposizioni attuative delle sopra citate Direttive
europee sono contenute nel DPR n. 357 dell’8 settembre 1997, successivamente
modificato e integrato dal DPR n. 120 del 12 marzo 2003, e nel Decreto del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 3 settembre 2002 “Linee
Guida per la gestione dei siti della rete Natura 2000”. Più recente riferimento
normativo in materia è quello del D.P.R. 17 ottobre 2007 a cui il presente Piano è
coerente.
A livello regionale, dopo un primo atto di Giunta RER (1442/2001) con il
quale la Regione intendeva perseguire obiettivi di coerenza tra gli interventi in
agricoltura (PRSR) e la Rete Natura 2000, è stata emanata la Legge Regionale del
14 aprile 2004, n. 7, recante “Disposizioni in materia ambientale”, che agli
articoli 1-9 delega agli enti Locali l’attuazione della normativa in materia di Rete
Natura 2000. A questo primo atto hanno fatto più recentemente seguito
l’approvazione degli “Indirizzi regionali per la pianificazione faunistico-venatoria
provinciale” (Deliberazione dell’assemblea legislativa della RER 31 maggio 2006,
n. 60), la “disciplina del prelievo venatorio della specie Storno in regime di
deroga al sensi dell’art. 9 lettera A della Direttiva 70/409/CEE” (Delibera di
Giunta Regionale 1223/2006) e le “Misure di conservazione per la gestione delle
ZPS, ai sensi delle Direttive 79/409/CEE, 92/43/CEE e DPR 357/97 con la
recentissima Deliberazione Regionale n. 1435 del 17.10.2006.
Con quest’ultimo atto la Regione Emilia-Romagna, coerentemente ed in
completa corrispondenza con il successivo DPR 17 ottobre 2007, detta le misure
di conservazione e di salvaguardia della ZPS e stabilisce le azioni da promuovere
e/o da incentivare per prevenire il degrado degli habitat naturali e seminaturali
e la perturbazione delle specie tutelate e dei relativi habitat di vita, allo scopo
di favorire il mantenimento delle ZPS dell’Emilia-Romagna in un soddisfacente
stato di conservazione.
Sono in particolare individuate cinque principali tipologie di ambienti: A -
ambienti aperti, B –ambienti forestali, C - acque lentiche, D - acque lotiche ed E
- ambienti agricoli.
133
Per quanto riguarda l’attività venatoria per effetto di tale deliberazione
regionale sono vietate in tutte le ZPS:
• l’attività venatoria in deroga, di cui alla Dir. 79/409/CEE, art 9, par. 1,
lett. c;
• l’abbattimento di esemplari appartenenti alle specie Moretta (Aythya
fuligula) e Combattente (Philomacus pugnax);
• l’attività di controllo delle popolazioni dei corvidi attraverso la pratica
dello sparo al nido;
• l’introduzione di specie animali alloctone in ambienti naturali;
• i ripopolamenti a scopo venatorio, ad esclusione di quelli realizzati con
soggetti appartenenti alle specie autoctone mantenute in purezza e
provenienti da allevamenti nazionali, e di quelli effettuati con fauna
selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e cattura o dai centri
pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale
insistenti sul medesimo territorio;
• la pre-apertura della stagione venatoria, con l’eccezione della caccia di
selezione agli Ungulati selvatici;
• l'attività venatoria in forma vagante nel mese di gennaio per più di due
giornate fisse alla settimana, corrispondenti al giovedì e alla domenica, ad
eccezione della caccia agli Ungulati selvatici che resta regolamentata dal
vigente calendario venatorio regionale;
• l’attività venatoria da appostamento nel mese di gennaio per più di due
giornate alla settimana definite a scelta tra quelle di giovedì, sabato e
domenica;
• l’attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, dal 1
febbraio al 15 settembre;
• la riduzione delle aree precluse all’attività venatoria al momento
dell’approvazione del presente atto, all’interno di ogni singola ZPS.
Inoltre nelle ZPS con acque lentiche e lotiche (tipologie ambientali C e D) è
vietato l’uso di pallini di piombo per l’attività venatoria nelle zone umide
naturali ed artificiali (con acqua dolce, salata e salmastra, compresi i prati
allagati) e in una fascia di rispetto di 150 metri dai loro confini, a decorrere dalla
stagione venatoria 2008-2009; i pallini dovranno, pertanto, essere costituiti da
materiali non tossici per l’avifauna.
Nel territorio della Provincia di Reggio Emilia, con Deliberazione della
Giunta RER n. 167 del 13 febbraio 2006, sono stati istituiti complessivamente 22
134
siti della Rete Natura 2000 destinati alla conservazione delle specie e degli
habitat di interesse comunitario presenti all’interno del loro territorio. Tra questi
solamente uno è classificato come ZPS mentre 10 sono classificati sia come ZPS
che come SIC.
Alla luce di quanto definito dalle normative vigenti, le attività inerenti la
gestione faunistica ed eventualmente venatoria nel territorio dei siti della Rete
natura 2000 presenti in provincia di Reggio Emilia sono state dettagliatamente
trattate nell’allegato studio di incidenza che costituisce parte integrale e
sostanziale del presente Piano.
Tuttavia, in conformità a quanto indicato negli indirizzi regionali, in questa
sede si precisano, per ciascun sito, il numero programmato per gli eventuali
appostamenti fissi.
Tipo Codice Denominazione Compr. ATC N°
appostamenti fissi
SIC-ZPS IT4030020 Golena del Po di Gualtieri, Guastalla e
Luzzara 1 1-2 0
SIC-ZPS IT4030015 Valli di Novellara 1 2 5 ZPS IT4030019 Cassa di Espansione del Tresinaro 1 2 0
SIC-ZPS IT4030023 Fontanili di Gattatico e Fiume Enza 1-2 1-3 0 SIC IT4030007 Fontanili di Corte Valle Re 1 1 1
SIC-ZPS IT4030011 Casse di Espansione del Secchia 1 2 0 SIC IT4030021 Rio Rodano e Fontanili di Fogliano e Ariolo 2 3 0 SIC IT4030017 Cà del Vento, Cà del Lupo, Gessi di Borzano 2 3 0 SIC IT4030014 Rupe di Campotrera, Rossena 2 3 0 SIC IT4030010 Monte Duro 2 3 0 SIC IT4030016 San Valentino, Rio della Rocca 2 3 0 SIC IT4030018 Media Val Tresinaro, Val Dorgola 2 3 0 SIC IT4030013 Fiume Enza da La Mora a Compiano 2-3 3-4 0 SIC IT4030022 Rio Tassaro 3 4 0 SIC IT4030008 Pietra di Bismantova 3 4 0
SIC-ZPS IT4030002 Monte Ventasso 3 4 0 SIC IT4030009 Gessi Triassici 3 4 0
SIC-ZPS IT4030001 Monte Acuto, Alpe di Succiso 3 4 0
SIC-ZPS IT4030003 Monte La Nuda, Cima Belfiore, Passo del
Cerreto 3 4 0
SIC-ZPS IT4030004 Val d'Ozola, Monte Cusna 3 4 0 SIC-ZPS IT4030006 Monte Prado 3 4 0 SIC-ZPS IT4030005 Abetina Reale, Alta Val Dolo 3 4 0
Totale appostamenti fissi nei siti Rete Natura 2000 6 Tab. 6.1 – Numero di appostamenti fissi programmato
Il lavoro di continua integrazione fra gli aspetti faunistico venatori e gli
aspetti più prettamente naturalistici ambientali sui Siti di Rete Natura 2000, è
impegno dei competenti settori provinciali ove si procederà ad un continuo
lavoro trasversale di sviluppo ed integrazione di tali tematiche.
135
Oasi di protezione della fauna
Le informazioni inerenti la composizione faunistica delle Oasi provinciali
allo stato attuale risultano ancora piuttosto modeste. Attualmente gli unici dati
disponibili riguardano esclusivamente le Oasi affidate in gestione convenzionata
ad associazioni ambientaliste, quali LIPU e WWF. Tale circostanza rende in molti
casi difficoltoso, se non impossibile, valutare il loro effettivo valore naturalistico
e conseguentemente esprimere un giudizio circa l’efficacia del vincolo di
protezione.
Obiettivi del prossimo quinquennio saranno:
• indagini mirate a definire la composizione faunistica delle diverse Oasi;
• piani di monitoraggio (utilizzando indicatori quali ad esempio la comunità
degli uccelli nidificanti) per valutare gli effetti del vincolo di protezione.
Per le Oasi esistenti si prevede di:
• modificare i confini dell’Oasi Valle Re, escludendo le aree ricomprese
all’interno dell’omonima RNO. La modifica non comporta nessuna riduzione
della superficie complessivamente protetta, ma evita esclusivamente la
sovrapposizione tra istituti di protezione;
• monitorare l’Oasi Celestina al fine di valutare l’adeguatezza e l’efficacia
dell’area protetta anche in un’ottica di verifica dei confini;
• modificare i confini dell’Oasi dell’Ozola, escludendo le aree ricomprese
all’interno del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. La modifica
non comporta nessuna riduzione della superficie complessivamente
protetta, ma evita semplicemente la sovrapposizione territoriale tra i due
istituti di protezione;
• modificare i confini dell’Oasi delle Casse del fiume Secchia, escludendo le
aree ricomprese all’interno dell’omonima RNO. La modifica non comporta
nessuna riduzione della superficie complessivamente protetta, ma evita
esclusivamente la sovrapposizione tra istituti di protezione. Essa è
finalizzata a garantire il vincolo di protezione ai 17 ettari attualmente
esclusi dal perimetro dell’omonima RNO.
• valutare di modificare i confini dell’Oasi delle Casse di espansione
dell’Enza in un’ottica di affinamento degli obiettivi di destinazione e
dell’efficienza dell’istituto;
• confermare il vincolo di protezione nei restanti istituti.
136
Denominazione Comprensorio ATC SASP
(ettari) Pianificazione
Ghiarole 1-Pianura RE 1 78 C Pantari 1-Pianura RE 1 240 C Valle Re 1-Pianura RE 1 131 M
Casse del fiume Secchia 1-Pianura RE 2 163 M Mandrio 1-Pianura RE 2 82 C Celestina 1-Pianura RE 2 10 M Bianello 2-Collina RE 3 186 C
Rio Coviola 2-Collina RE 3 35 C Crostolo 2-Collina RE 3 261 C Marmirolo 2-Collina RE 3 37 C
Torrente Enza 2-Collina RE 3 137 M Ozola 3-Montagna RE 4 4.196 M
Tab. 6.2 – Pianificazione delle Oasi (C = conferma; M = modifica dei confini; R = revoca)
Ai fini di procedere con possibili complesse, modifiche dei confini e revoche
verrà attuato l’opportuno lavoro sinergico per la pianificazione faunistico-
venatoria e l’ufficio provinciale Parchi e valorizzazione del Paesaggio.
Per il prossimo quinquennio, per l’individuazione dei territori idonei per
l’istituzione di nuove Oasi si ritengono prioritarie le seguenti condizioni:
• aree interne ai siti di Rete Natura 2000 o, se esterne, funzionali alla
tutela degli stessi o alla funzionalità delle Rete Ecologica provinciale;
• aree classificate a medio o alto valore naturalistico complessivo (Casini &
Gellini, 1998), con punteggi compresi tra 7 e 12;
• siti funzionali alla tutela delle Aree di collegamento ecologico;
• aree che si siano rivelate essere di particolare importanza per la
riproduzione, sosta, svernamento di specie di interesse comunitario
(inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE o negli Allegati II, IV, V
della Direttiva 92/43/CEE) o identificate come particolarmente protette
dall’art. 2 della Legge 157/92.
Nelle aree collinari e montane (a Sud del tracciato stradale pedemontano
San Polo – La Veggia) le Oasi dovranno essere di limitata estensione (massimo 150
ettari) e ricomprendere esclusivamente territori con tasso di boscosità inferiore
al 50%.
Anche per l’istituzione di nuove oasi si procederà con il lavoro congiunto
con l’ufficio provinciale Parchi e valorizzazione del Paesaggio.
137
Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC)
Considerati i risultati gestionali conseguiti nel precedente quinquennio, le
densità rilevate, le indicazioni fornite dalla bibliografia (Spagnesi et al., 1993) e
la vocazionalità espressa dal territorio provinciale circa la Lepre ed il Fagiano
(Gellini & Zanni, 2006), si prevede per le ZRC esistenti di:
• revocare la ZRC San Simeone;
• valutare la possibile modifica dei confini della ZRC Rivaltella;
• modificare i confini della ZRC Nuova Stiano;
• revocare o modificare i confini della ZRC Nuova Gazzaro;
• confermare i rimanenti istituti con le specie in indirizzo opportunamente
elencate in Tabella 3.
Nel Comprensorio C1 di pianura e nella porzione planiziale del
Comprensorio C2 di collina sarà privilegiata l’istituzione di ZRC destinate
alla cattura, con dimensioni variabili tra 700 e 1.000 ettari. Le catture
saranno autorizzate nel caso in cui:
• la densità autunnale del Fagiano sia perlomeno uguale a 25 capi/100
ettari;
• il programma di cattura preveda il mantenimento di una densità di Lepri
di almeno 15 capi/100 ettari (Trocchi & Riga, 2005).
Nei medesimi ambiti potranno essere realizzate ZRC di dimensioni inferiori
finalizzate all’irradiamento.
Tenuto conto delle effettive dimensioni delle ZRC sui territori provinciali e
dell’esistente vocazionalità, nella porzione collinare del Comprensorio C2 sarà
privilegiata l’istituzione di ZRC di dimensioni ridotte (inferiori a 500 ettari) in
territori dove la copertura forestale non sia superiore al 50% dell’estensione
dell’istituto. Nelle aree vocate potranno tuttavia essere istituite ZRC con finalità
di cattura. In quest’ultimo caso le catture saranno autorizzate quando:
• la densità autunnale del Fagiano sia perlomeno uguale a 15 capi/100
ettari;
• il programma di cattura preveda il mantenimento di una densità di lepri
di almeno 10 capi/100 ettari.
E’ possibile l’istituzione di nuove ZRC anche nel Comprensorio 3.
Nel Comprensorio C3, i territori idonei all’istituzione di nuove ZRC dovranno
mostrare una effettiva vocazionalità per le specie in indirizzo (Gellini & Zanni,
2006) e non dovranno introdurre aspetti problematici nella gestione degli
ungulati.
138
Denominazione Comprensorio ATC SASP
(ettari) Pianificazione
Specie in indirizzo
S. Croce 1-Pianura RE 1 529 C L+F Nocetolo 1-Pianura RE 1 733 C L+F Cogruzzo 1-Pianura RE 1 594 C L+F
San Martino 1-Pianura RE 1 210 C L Barigazzo 1-Pianura RE 1 767 C L+F Ponte Alto 1-Pianura RE 1 644 C L+F Boschi 1-Pianura RE 2 1.247 C L+F
Zaccarella 1-Pianura RE 2 751 C L+F San Tommaso 1-Pianura RE 2 960 C L+F Selvatiche 1-Pianura RE 2 414 C L+F
Massenzatico 1-Pianura RE 2 331 C L+F Prato 1-Pianura RE 2 802 C L+F
Trignano 1-Pianura RE 2 367 C L Cà del Pino 1-Pianura RE 2 268 M/R L+F Barchessino 1-Pianura RE 2 609 C L+F San Simeone 1-Pianura RE 2 372 M/R -
Vergari 1-Pianura RE 2 636 C L+F Viazzone 1-Pianura RE 2 403 C L+F Del Medico 1-Pianura RE 2 572 C L+F Ponte Forca 1-Pianura RE 2 280 C L+F
Sesso 1-Pianura RE 2 827 C L+F Ghiardo 2-Collina RE 3 1.058 C L+F Costa di
Montecavolo 2-Collina RE 3 1.147 C
L+F
Rivaltella 2-Collina RE 3 1.898 M/R L+F San Maurizio 2-Collina RE 3 623 C L+F Casalunga 2-Collina RE 3 377 C L+F Pratissolo 2-Collina RE 3 913 C L+F Marmirolo 2-Collina RE 3 520 C L+F Chiozzino 2-Collina RE 3 613 C L+F
Nuova Salvaterra 2-Collina RE 3 649 C L+F Bocco 2-Collina RE 3 552 C L+F
Leguigno 2-Collina RE 3 852 C L+F Cà Talami 2-Collina RE 3 594 C L+F
San Valentino 2-Collina RE 3 345 C L+F Nuova Stiano 2-Collina RE 3 822 M/R L Nuova Gazzaro 2-Collina RE 3 290 R/M - Monte Alto 2-Collina RE 3 209 C L+F
Nuova Quercioli 2-Collina RE 3 1.153 C L+F Codemondo 2-Collina RE 3 992 C L+F Gombio 3-Montagna RE 4 347 C L Caselle 3-Montagna RE 4 458 C L
Tab. 6.3 – Pianificazione delle ZRC (C = conferma; M = modifica dei confini; R = revoca), specie in indirizzo (L = Lepre; F = Fagiano)
139
Appostamenti fissi di caccia
Il numero massimo di appostamenti fissi di caccia autorizzabili in provincia
è di 42, così ripartiti:
• 32 appostamenti di zona umida, a Nord della strada pedemontana
(Comprensorio C1 e porzione planiziale del Comprensorio C2);
• 10 appostamenti di terra, a Sud della strada pedemontana (porzione
collinare del Comprensorio C2 e Comprensorio C3).
La quota non utilizzata all’interno dell’ambito collinare e montano come
sopra delimitato, può essere utilizzata per il Comprensorio C1 e la porzione
planiziale del Comprensorio C2 in quanto si ritiene che le zone umide, che sono
requisito propedeutico richiesto in caso di appostamenti fissi, possano essere
incrementate per estensione o numero negli ambiti maggiormente antropizzati,
che sono quelli di pianura, per favorire la biodiversità e le condizioni di
naturalità, pur coerentemente con la Rete Ecologica provinciale.
Ai sensi dell'art. 10, comma 8, lett. h), della Legge 157/92, è possibile
collocare appostamenti fissi in tutto il territorio provinciale, fatta eccezione per
le seguenti ubicazioni:
• a distanza inferiore di 150 m da aziende venatorie (AFV e ATV), zone di
protezione della fauna (Oasi e ZRC);
• a distanza inferiore di 150 m da immobili abitazione o posto di lavoro,
ferrovie, piste ciclabili ed altre ubicazioni espressamente vietate dalla
legge;
• a distanza inferiore di 500 m da argine maestro del fiume Po, torrente
Enza e fiume Secchia;
• a distanza inferiore di 500 m da Aree protette statali o regionali;
• a distanza inferiore di 500 m da capanni di altri appostamenti fissi;
• a distanza inferiore di 1000 m dai valichi montani;
• secondo le limitazioni previste dallo studio d’incidenza del PFVP.
Le autorizzazioni di appostamento fisso rilasciate dalla Provincia hanno una
durata variabile da una a cinque stagioni venatorie. Le autorizzazioni devono
essere richieste dal cacciatore entro i termini di cui all’art. 52, comma 6, della
LR 8/94. Nel caso in cui il numero di richieste sia superiore alla disponibilità,
fermo restando quanto stabilito dall’art. 52, comma 7 e comma 8, della LR 8/94,
viene data la priorità alle istanze che contengano:
• progetti di miglioramento ambientale;
140
• numero maggiore di anni per cui viene fatta domanda;
• impegno ad asciugare l’appostamento solo in caso di necessità e
comunque solo a parti alterne o in rotazione;
• impegno ad asciugare l’appostamento solo in caso di necessità e
comunque solo ad anni alterni;
• impegno a non utilizzare cartucce con pallini contenenti piombo;
Le sole modalità per l’asciugatura dell’appostamento di zona umida, che
non può essere effettuata nel periodo 15 marzo – 1 agosto, sono:
• per settori, ad anni alterni in rotazione; le superfici dei settori allagati
devono avere dimensioni simili tra loro (tolleranza massima consentita
30%);
• per intero, ad anni alterni.
È obbligatoria la compilazione del registro degli abbattimenti e la sua
consegna alla Provincia entro 30 giorni dalla conclusione della stagione
venatoria.
141
Aziende faunistico-venatorie
Attualmente in Provincia di Reggio Emilia, sono presenti 16 Aziende
Venatorie di superficie complessiva pari a circa 13.993 ettari (corrispondenti al
6,8% della SASP provinciale). Di queste 7 sono collocate in pianura, 7 si trovano
nel Comprensorio C2 di collina e 2 in quello di montagna.
Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo
di gestione, all’andamento delle attività osservato nel corso dell’ultimo
quinquennio e alle problematiche eventualmente rilevate per ognuno di questi
istituti, anche in riferimento alle realtà locali limitrofe (cfr.capitolo 2.1), si
osserva una sostanziale ed adeguata collocazione spaziale delle AFV attualmente
presenti.
Mirando ad un continuo incremento di una gestione del patrimonio
faunistico più eco-sostenibile, e in considerazione dell’importante funzione
d’integrazione del reddito delle aziende agricole che questo istituto può
svolgere, risulta auspicabile che alcune AFV adeguino ulteriormente l’attività
gestionale verso forme gestionali più moderne ed adeguate allo scopo di
mantenere la loro piena compatibilità con gli obiettivi di pianificazione
faunistico-venatoria previsti per ciascuno dei comprensori faunistici omogenei in
cui ricadono. Nell’attesa di applicazione dei principi della trasversalità e
cooperazione si auspica la partecipazione di rappresentanti del mondo
associazionistico ambientalistico ai fini di una sempre maggiore concertazione a
livello locale.
Denominazione Comprensorio SASP
(ettari) Pianificazione
Specie in indirizzo
Sant'Ilario C1 526,19 C C Libertà Bigliana C1 309,38 C C
Le Basse C1 301,15 C C Le Risorgive C1 622,94 C C Morona C1 225,28 C C Pianoni C1 229,00 C C Aurelia C1 323,63 C C Visignolo C2 873,56 C A Pianzo C2 841,50 C A
Vendina Lupo C2 1.663,96 C A Monte Evangelo C2 695,97 C A S. Giovanni di Q C2 1.113,05 C A Cà del Vento C2 1.212,45 C A Canossa C2 1.331,68 C A Ventasso C3 2.870,16 C A Strambiana C3 853,78 C A
Totale provinciale 13.993,68
Tab. 6.4 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle AFV (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca
142
Questi opportuni adattamenti gestionali dovranno quindi essere realizzati in
occasione dei rinnovi o di eventuali modifiche e più in generale in coincidenza
con la stesura dei piani tecnici pluriennali di ripristino ambientale.
Relativamente all’idoneità territoriale per l’istituzione di eventuali nuove
AFV si ritiene che queste possano essere istituite sull’intero territorio provinciale
attualmente non diversamente già destinato purché idoneo ad ospitare le specie
in indirizzo, nel pieno rispetto degli indirizzi indicati nel paragrafo 3.2 con
priorità assoluta per il territorio dei comuni in cui la presenza di AFV-ATV è nulla
o al di sotto dell’11%.
Progettazione
Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di una AFV dovrà prevedere
una documentazione predisposta secondo quanto indicato ai sensi della Delibera
della Giunta Regionale n. 969 del 2002 e successive modifiche ed integrazioni. In
particolare i piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe catastali
relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con
evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi
eventualmente incluse in forma coatta.
Relativamente ai rinnovi sono prioritarie le istanze delle AFV che abbiano
pienamente atteso ai programmi annuali e pluriennali e non siano state oggetto
di diffide o sospensioni.
Gestione
Fermo restando quanto specificato dalla Delibera della Giunta regionale n.
969 del 2002 e successive modifiche ed integrazioni, la gestione di questi Istituti
deve svolgersi conformemente a quanto di seguito specificato.
Gli elaborati tecnici previsti per la gestione annuale e pluriennale devono
contenere riferimenti e adeguate rappresentazioni cartografiche dei dati per
ciascuno dei temi sotto elencati.
� Stima della consistenza faunistica; � Ripopolamento � Prelievo venatorio � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale
143
Per il prossimo quinquennio, l’accuratezza e la scala di dettaglio per le
rappresentazioni cartografiche dei dati sarà definita, annualmente, dalla
Provincia.
In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle AFV deve essere
predisposta ai sensi della Delibera della Giunta regionale n. 969 del 2002 e
successive modifiche e, per quanto attiene ai contenuti, deve essere articolata
come di seguito meglio precisato:
� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle
attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra
elencati. La relazione deve essere integrata dalle relative cartografie
tematiche elaborate su base GIS.
� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti
alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno
dei punti sopra indicati.
144
Aziende Agri-Turistico-Venatorie Attualmente in Provincia di Reggio Emilia, sono presenti due Aziende Agri-
Turistico-Venatorie di superficie complessiva pari a circa 994 ettari,
corrispondenti allo 0,49% della SASP provinciale (Tab. 6.5). Le ATV, denominate
Riviera e San Valentino, si trovano rispettivamente nei comprensori di pianura
(C1) e di collina (C2). Non sono presenti ATV nel Comprensorio di montagna (C3).
Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo
di gestione realizzato nel precedente ciclo di programmazione, delle attività
realizzate e delle problematiche osservate e descritte per ciascuna di queste due
ATV nel quadro conoscitivo del presente PFVP, anche in riferimento agli Istituti
faunistici limitrofi (cfr. capitolo 2.1), è osservata una diversa situazione inerente
l’idoneità territoriale delle ATV attualmente presenti.
In particolare, mentre per quanto riguarda l’ATV denominata Riviera,
ubicata nel Comprensorio C1, esiste una sostanziale ed adeguata collocazione
territoriale rispetto alle proprie attività gestionali ordinarie, decisamente più
problematica appare la situazione dell’ATV denominata San Valentino, ubicata
nel Comprensorio C2, per la quale sono evidenti le difficoltà di gestione degli
Ungulati selvatici, attualmente presenti nel territorio dell’ATV, a causa
dell’impossibilità di una loro gestione attiva di tipo ordinario.
Entrambi gli istituti dovranno affinare la loro attività gestionale al fine di
mantenere la loro piena compatibilità con gli obiettivi di pianificazione
faunistico-venatoria previsti per i comprensori entro cui ricadono. Sebbene
infatti le Aziende Agri Turistico Venatorie rappresentano un istituto a sé stante,
come chiaramente stabilito dalla legge statale, la loro gestione deve seguire i
principi generali di una più moderna gestione faunistica e il consumo di
selvaggina, sebbene non debba presentare stretti rapporti con il prelievo
venatorio propriamente detto, deve avvenire nel rispetto degli obiettivi generali
del PFVP.
Questi opportuni affinamenti gestionali, anche in ragione dell’importante
funzione d’integrazione del reddito delle aziende agricole che questo istituto può
svolgere, dovranno essere realizzati in occasione dei rinnovi o di eventuali
modifiche e più in generale in coincidenza con la stesura dei piani tecnici
pluriennali di ripristino ambientale.
Nell’attesa di applicazione dei principi della trasversalità e cooperazione si
auspica la partecipazione di rappresentanti del mondo associazionistico
ambientalistico ai fini di una sempre maggiore concertazione a livello locale.
145
Denominazione Comprensorio SASP
(ettari) Pianificazione
Specie in indirizzo
Riviera C1 282,15 C C San Valentino C2 711,68 C A
Totale provinciale 993,83
Tab. 6.5 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle ATV (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)
Nel caso di richieste di nuove istituzioni, ammissibili al fini d’integrazione
del reddito in aree ad agricoltura svantaggiata, il rilascio sarà subordinato
innanzitutto alla qualità ambientale dell'area, con priorità alla realizzazione in
zone marginali ed a scarso valore naturalistico. In particolare l’istituzione di
nuove ATV dovrà avvenire prioritariamente in area planiziale (CFO 1) purché in
zone a valore naturalistico limitato.
La collocazione di eventuali nuove ATV all’interno del Comprensorio
Faunistico Omogeneo C1 dovrà avvenire secondo le percentuali di destinazione
differenziata della SASP indicate nel capitolo 3.2 con priorità per il territorio dei
comuni dove la presenza di AFV-ATV è nulla o al di sotto dell’11%.
In questo contesto risulta possibile la trasformazione di istituti privati (ZAC,
CPRFS e CAC qualora utili per superficie e caratteristiche) in ATV nei comprensori
C1 e C2 , mentre è esclusa la trasformazione da AFV ad ATV.
L’istituzione di nuove ATV all’interno di SIC e ZPS è vietata, fatti salvi gli
esiti di uno specifico studio di incidenza dell’attività sul sito Rete natura 2000
interessato e della relativa valutazione di incidenza
Progettazione
Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di una ATV dovrà prevedere
una documentazione predisposta secondo quanto indicato ai sensi della Delibera
della Giunta Regionale n. 969 del 2002 e successive modifiche ed integrazioni. In
particolare i piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe catastali
relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con
evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi
eventualmente incluse in forma coatta.
Relativamente ai rinnovi sono prioritarie le istanze delle ATV che abbiano
pienamente atteso ai programmi annuali e pluriennali e non siano state oggetto
di diffide o sospensioni.
146
L’ATV potrà inoltre usufruire di ZAC e CAC ai sensi dell’art. 45, della Legge
Regionale n. 8 del 1994 e successive modifiche in numero superiore ad uno. I
campi gara potranno occupare il 100% dei CAC
Gestione
Fermo restando quanto specificato dalla Delibera della Giunta regionale n.
969 del 2002 e successive modifiche, la gestione di questi Istituti deve svolgersi
conformemente a quanto di seguito descritto.
Gli elaborati tecnici previsti per la gestione annuale e pluriennale dovranno
contenere precisi riferimenti ai temi sotto elencati e la rappresentazione
cartografica dei dati.
� Stima della consistenza faunistica; � Ripopolamento per addestramento cani � Ripopolamento � Prelievo venatorio � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale
Per il prossimo quinquennio, l’accuratezza e la scala di dettaglio per le
rappresentazioni cartografiche dei dati sarà definita annualmente dalla
provincia.
In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle ATV deve essere
articolata ai sensi della Delibera della Giunta regionale n. 969 del 2002 e
successive modifiche e per quanto attiene ai contenuti, come di seguito
descritto:
� Parte consuntiva: la relazione dovrà contenere puntuali riferimenti alle
attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra
elencati. La relazione dovrà essere completata dalle relative cartografie
tematiche elaborate su base GIS.
� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti
alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno
dei punti sopra indicati. Eventuali modifiche di Unità di Gestione o proposte
di modifica di Istituto devono essere presentate in formato GIS
contestualmente alla presentazione del Piano di gestione.
147
Zone Addestramento Cani (ZAC)
Attualmente in Provincia di Reggio Emilia sono presenti 12 Zone
Addestramento Cani di tipo “A” che si estendono per 3.772,6 ettari pari al 1,85%
della superficie agro-silvo-pastorale provinciale. Nel Comprensorio C1 sono
presenti 3 ZAC che si estendono per circa 500 ettari (0,7%); nel Comprensori C2
sono presenti 5 ZAC che si estendono per circa 2.139 ettari ( 2,7%) e nel
Comprensorio C3 sono presenti 4 ZAC che coprono una superficie di circa 1.133
ettari (2,0%).
Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo
di gestione, all’andamento delle attività osservato nel corso dell’ultimo
quinquennio e alle problematiche eventualmente rilevate per ognuno di questi
istituti (cfr.capitolo 2.1.3 Volume 1), si osserva per quanto riguarda le tre ZAC
planiziali una loro collocazione nelle aree a maggiore valore naturalistico del
comprensorio e l’inclusione in aree della Rete natura 2000 (SIC).
Per quanto riguarda le ZAC della collina si osserva una sostanziale
adeguatezza della collocazione sul territorio sebbene risultino evidenti alcuni
problemi gestionali come quello relativo agli Ungulati selvatici essendone
impedita la gestione ordinaria.
Relativamente alle quattro ZAC della montagna si osservano le medesime
problematiche legate alla presenza degli Ungulati selvatici e nello specifico la
bassa idoneità per una ZAC adiacente al Parco nazionale dell’Appennino tosco-
emiliano che risulta anche inclusa nel SIC-SPS denominato Monte Ventasso.
Relativamente a quest’ultima ZAC si evidenzia quindi una relativa incongruenza
in relazione agli obiettivi del vigente PFVP da tenersi in considerazione nelle
opportune fasi amministrative della concessione.
Anche per minimizzare gli aspetti sopra elencati, tutti gli istituti esistenti
dovranno affinare la loro attività gestionale al fine di mantenere la loro piena
compatibilità con gli obiettivi di pianificazione faunistico-venatoria previsti per i
comprensori entro cui ricadono. Questi affinamenti dovranno essere realizzati in
occasione dei rinnovi o delle modifiche in coincidenza con la stesura dei piani
tecnici.
Nel prossimo quinquennio, l’istituzione di nuove ZAC potrà avvenire
preferibilmente in area planiziale (CFO 1) purché in zone a valore naturalistico
limitato secondo le percentuali indicate nel capitolo 3.2 con priorità per i comuni
in cui la presenza di ZAC-CAC è nulla o al di sotto dei valori di destinazione della
SASP riportati in tabella 2.2.
148
L’istituzione di nuove ZAC all’interno di SIC e ZPS è vietata, fatti salvi gli
esiti di uno specifico studio di incidenza dell’attività sul sito Rete natura 2000
interessato e della relativa valutazione di incidenza.
Denominazione Comprensorio SASP
(ettari) Pianificazione
Specie in indirizzo
Malaspina C1 102,17 A A Lancone C1 113,61 A A Bruciati C1 284,88 A A
Viano San Pietro C2 574,41 A A Macigno C2 633,96 A A
Monte Corvo C2 244,72 A A Toano C2 245,16 A A
Cà del Monte C2 440,59 A A Busana C3 246,67 R/A R Boschi C3 310,73 A A
Monte Urano C3 320,72 A A Gottano C3 254,98 A A
Totale provinciale 3.772,60
Tab. 6.6 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle ZAC tipo “A” (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)
Progettazione
Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di una ZAC dovrà prevedere
una documentazione predisposta secondo quanto indicato ai sensi dell’art. 45,
comma 1, della Legge Regionale n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni.
Inoltre l’istanza dovrà essere dotata dei seguenti allegati:
� rappresentazione dei confini su CTR 1:25.000 (anche in formato GIS); � cartografia tematica della zona su base 1:10.000 CTR, con rappresentate le diverse tipologie ambientali che la costituiscono; � individuazione su base CTR 1: 10.000 dell’eventuale campo gara che si intende costituire (anche in formato GIS); � regolamento di esercizio ed accesso della ZAC e del Campo Gara; � scelta delle specie allevate che si intendono immettere per le finalità previste dall’istituto; � scelta delle specie di avifauna di allevamento a carico delle quali si intende esercitare l’attività con sparo; � atto di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi territorialmente interessati; � mappe catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma coatta.
Le ZAC istituite a Sud della strada pedemontana, ivi comprese quelle il cui
territorio risulta parzialmente a Sud della strada pedemontana, devono osservare
149
il periodo di sospensione delle attività stabilito al comma 8 dell’art.45 della
Legge Regionale (15 aprile - 1 agosto di ogni anno).
Rispetto ai rinnovi sono prioritari quelli relativi alle ZAC che abbiano
pienamente atteso ai programmi annuali e pluriennali e non siano state oggetto
di diffide o sospensioni.
Gestione
Fermo restando quanto specificato indicato all’art. 45 della Legge
Regionale n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni, la gestione di questi
Istituti deve svolgersi conformemente a quanto di seguito precisato.
In particolare i piani pluriennali dovranno trattare ciascuno dei punto sotto
elencati e dovranno essere completati delle mappe catastali relative ai fondi che
si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle
catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma
coatta.
� Stima della consistenza faunistica � Ripopolamento per addestramento cani � Ripopolamento per campo cani � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale
In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle ZAC deve essere
articolata ai sensi dell’art. 45, comma 1, della Legge Regionale n. 8 del 1994 e
successive modifiche e per quanto attiene ai contenuti, come di seguito
precisato:
� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle
attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra
elencati, e deve essere completata dalle relative cartografie tematiche
elaborate su base GIS.
� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti
alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno
dei punti sopra indicati.
Qualora autorizzato il campo gara con facoltà di sparo deve essere
segnalato sul territorio mediante tabelle, recanti la scritta:
150
CAMPO GARA CON FACOLTA’ DI SPARO
Legge Regionale n. 8 del 15 febbraio 1994 e succ. modifiche.
Articolo 45, comma 4
Campi Addestramento Cani (CAC)
Nel territorio della provincia di Reggio Emilia i Campi Addestramento Cani
sono complessivamente 11 di cui 5 non recintati e classificati ai sensi dell’art. 45
comma 1, lettera “B”, comunemente nominati CAC di tipo “B” e 6 recintati e
classificati ai sensi dell’art. 45 comma 1, lettera “C” comunemente noti come
CAC di tipo “C”.
Questi istituti hanno una estensione complessiva di circa 134 ettari
corrispondente al 0,7% della SASP provinciale. A livello di singoli Comprensori
Faunistici Omogenei l’estensione dei CAC è la seguente: 25,7 ettari (0,04%) nel
C1; 99,4 ettari (0,13%) nel C2 e 8,85 ettari (0,02%) nel C3.
Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo
di gestione, all’andamento delle attività osservato nel corso dell’ultimo
quinquennio e alle problematiche rilevate per questi istituti (cfr.capitolo 2.1.3
Volume 1), si osserva una generale adeguatezza nella collocazione sul territorio
degli istituti attualmente presenti.
Sebbene il miglioramento del livello qualitativo degli ausiliari sia un
importante obiettivo da perseguire soprattutto per quanto riguarda i cani da
seguita ed i cani limieri per la caccia al Cinghiale, resta auspicabile che anche
questi Istituti affinino la loro attività gestionale complessiva al fine di conservare
la loro piena compatibilità con gli obiettivi di pianificazione faunistico-venatoria
previsti per i comprensori entro cui ricadono. Questi opportuni adattamenti
gestionali dovranno essere realizzati in coincidenza dei rinnovi o di eventuali
modifiche e più in generale in coincidenza con la stesura dei piani tecnici
pluriennali di ripristino ambientale.
Relativamente all’idoneità territoriale per l’istituzione di eventuali nuovi
CAC si ritiene che questi possano essere istituiti sull’intero territorio provinciale
attualmente non diversamente già destinato, nel pieno rispetto delle percentuali
151
indicate nel paragrafo 3.2 con priorità assoluta per il territorio dei comuni in cui
la presenza di ZAC e CAC è nulla o al di sotto del 2,5% della SASP provinciale.
L’istituzione di nuove CAC all’interno di SIC e ZPS è di norma vietata.
Denominazione Comprensorio SASP
(ettari) Pianificazione Specie in indirizzo
Ponte Alto C1 25,69 C C La Madonica C2 6,75 C C Cortogno C2 21,04 C C Riana C2 11,20 C C
Rio dei Sassi C2 25,07 C C Croce C2 1,93 C C
Giardino C2 11,79 C C Barcaccia C2 6,63 C C
Città di Reggio C2 9,64 C C La Riserva C2 5,34 C C Garfagno C3 8,85 C C
Totale provinciale 133,93
Tab. 6.7 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle CAC tipo “B” e “C” (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)
Progettazione
Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di un CAC dovrà prevedere
una adeguata documentazione. In particolare la richiesta dovrà essere
predisposta secondo quanto indicato ai sensi dell’art. 45, comma 1, della Legge
Regionale n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni.
Inoltre dovrà essere completata dei seguenti allegati:
� rappresentazione dei confini su CTR 1:25.000 (anche in formato GIS); � cartografia tematica della zona su base 1:10.000 CTR, con rappresentate le diverse tipologie ambientali che la costituiscono; � individuazione su base CTR 1: 10.000 dell’eventuale campo gara che si intende costituire (anche in formato GIS); � regolamento di esercizio ed accesso della CAC e del Campo Gara; � scelta delle specie allevate che si intendono immettere per le finalità previste dall’istituto; � scelta delle specie di avifauna di allevamento a carico delle quali si intende esercitare l’attività con sparo; � atto di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi territorialmente interessati; � mappe catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma coatta.
152
Relativamente ai campi gara di cui al comma 4 dell’art. 45 comma 1 lettera
“B” della Legge Regionale 8/94, si precisa che non possono estendersi per una
superficie superiore al 50% dell’intero CAC.
Le modalità di esercizio dell’attività venatoria, per l’intera durata
dell’istituzione di ogni CAC tipo “B” sono disposte dalla Provincia su espressa
richiesta del Gestore.
I CAC tipo “C” per l’addestramento dei cani da Cinghiale sono istituiti, ai
sensi del presente Piano Faunistico Venatorio Provinciale, solamente nel
territorio del Comprensorio C2 e limitatamente al territorio collinare e con una
superficie non superiore ai 30 ha. Allo scopo di rendere chiara l’applicazione
operativa si definisce il limite nella strada pedemontana quale lineamento
antropico facilmente identificabile sul territorio.
In questi istituti possono essere immessi solamente animali del medesimo
sesso. La densità massima di animali non può essere superiore ad un cinghiale per
ogni 2,5 ha di terreno ricoperto da arbusteti o boschi. Gli animali da immettere,
in ragione delle vigenti norme regionali relative agli allevamenti di fauna
selvatica, devono essere acquistati in allevamenti nazionali. I soggetti
debitamente marcati devono essere provvisti di certificato sanitario che ne
attesti lo stato di salute. Ciascun turno di addestramento, al fine di preservare i
cinghiali da un eccessivo sfruttamento, non può protrarsi oltre 30 minuti; tra un
turno di addestramento ed il successivo deve trascorrere il medesimo lasso di
tempo. L’eventuale presenza di Ungulati selvatici, accidentalmente intrappolati
nel recinto, deve essere segnalata tempestivamente alla Provincia che
provvederà ad effettuare od autorizzare la cattura dei medesimi. La mancata
segnalazione da parte del titolare, comporta la revoca della concessione.
L’attività di addestramento è sospesa sino al completamento delle operazioni di
cattura.
Le spese derivanti dalle operazioni suddette sono a carico del titolare.
I CAC per l’addestramento e l’allenamento di cani da tana in aree
delimitate devono essere provvisti di recinzione tale da impedire la fuoriuscita
dei cani. In questi ambiti è consentito l’utilizzo di tane artificiali o simili.
Per le operazioni di addestramento degli ausiliari si ritiene che ricorrere ad
esemplari di Volpe, pur protetti in modo tale da garantirne l’incolumità, non sia
pratica opportuna e sostenibile nell’ottica di un moderno approccio
all’addestramento dei cani all’interno dei CAC e pertanto ne è fatto divieto.
153
E’ fatto inoltre obbligo di vaccinazione dei soggetti detenuti verso tutte le
patologie stabilite dall’Autorità Sanitaria Locale.
Gestione
Fermo restando quanto specificato all’art. 45 della Legge Regionale n. 8/94
e successive modifiche ed integrazioni, la gestione di questi Istituti deve
svolgersi conformemente a quanto di seguito precisato.
In particolare i piani pluriennali dovranno trattare ciascuno dei punti sotto
elencati e dovranno essere completati delle mappe catastali relative ai fondi che
si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle
catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma
coatta.
� Stima della consistenza faunistica � Ripopolamento per campo cani � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale
In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle CAC deve essere
articolata ai sensi dell’art. 45, comma 1, della Legge Regionale n. 8 del 1994 e
successive modifiche e per quanto attiene ai contenuti, come di seguito descritto
in una:
� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle
attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra
elencati. La relazione dovrà essere completata dalle relative cartografie
tematiche elaborate su base GIS.
� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti
alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno
dei punti sopra indicati.
Qualora autorizzato, il campo gara con facoltà di sparo dovrà
necessariamente essere segnalato sul territorio mediante tabelle simile a quelle
indicate per i campi gara delle ZAC.
154
Centri Privati e Pubblici di riproduzione della Fauna
Attualmente in Provincia di Reggio Emilia è presente un unico CPRFS di
estensione pari a 801,9 ettari, corrispondente allo 0,4% della superficie agro-
silvo-pastorale provinciale. Il CPRFS è collocato nel Comprensorio Faunistico
Omogeneo denominato C2 collina del quale occupa circa l’1,02% della SASP.
Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali, delle modalità di
gestione e delle problematiche emerse, anche in rapporto alle altre realtà locali
limitrofe, si osserva una sostanziale adeguatezza nella collocazione spaziale di
questo istituto, mentre sono evidenti difficoltà nella gestione degli Ungulati
selvatici in quanto la normativa non prevede la possibilità di ricorrere alla
gestione ordinaria di queste specie.
Il CPRFS dovrà quindi adeguare la propria attività gestionale al fine di
mantenere pienamente la compatibilità con gli obiettivi di pianificazione
faunistico-venatoria previsti per il comprensorio. Questi opportuni affinamenti
gestionali dovranno essere realizzati in coincidenza con la stesura del piano
tecnico di ripristino ambientale.
In un ottica generale di favorire la possibilità di reddito per le imprese
agricole anche attraverso il riconoscimento di nuovi Centri Privati di
Riproduzione Fauna Selvatica, alla luce di quanto disposto nel paragrafo 2, resta
inteso che questi possano essere istituiti sul territorio provinciale vocato per le
specie in indirizzo e attualmente non diversamente già destinato nel pieno
rispetto della percentuale di destinazione della SASP riportate in tabella 2.2.
Resta comunque intesa la conformità con la L. R. 8/94 che stabilisce i soggetti e
le forme organizzative che possono costituire i CPRFS.
L’istituzione di nuovi CPRFS all’interno di SIC e ZPS e vietata, fatte salve
diverse disposizioni indicate nell’apposito studio di incidenza.
Denominazione Comprensorio SASP
(ettari) Pianificazione
Specie in indirizzo
Delle Carpinete C2 801,99 C A Totale provinciale 801,99
Tab. 6.8 – Pianificazione e Specie in indirizzo dei CPRFS (C = conferma idoneità territoriale; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)
155
Progettazione
Ogni richiesta di istituzione, modifica e rinnovo di un CPRFS dovrà
prevedere una adeguata documentazione. In particolare l’istanza dovrà essere
predisposta secondo quanto indicato ai sensi dell’art. 41, della Legge Regionale
n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni e del Regolamento Regionale n. 22
del 1996.
Inoltre dovrà essere completata con i seguenti allegati:
� rappresentazione dei confini su CTR 1:25.000 (anche in formato GIS); � cartografia tematica della zona su base 1:10.000 CTR, con rappresentate le diverse tipologie ambientali che la costituiscono; � scelta delle specie che si intendono gestire per le finalità previste dall’istituto; � metodologie e tempi tramite i quali prevede di adempiere a quanto previsto al comma 1 lett. e dell’art. 2 ed al comma 2 dell’art. 3 del R.R. 22, riguardo le stime della consistenza delle specie in indirizzo; � metodologie e tempi tramite i quali prevede di adempiere a quanto previsto al comma 3 dell’art. 3 del R.R. 22, riguardo le operazioni di cattura delle specie in indirizzo; � atto di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi territorialmente interessati; � mappe catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma coatta.
Relativamente a quanto sancito al comma 2 dell’art. 2 del R.R. 22, si
stabilisce che la produttività media per ciascuna specie in indirizzo è la
seguente:
VOCAZIONE MEDIA
VOCAZIONE ALTA
Specie Produttività per 100 ettari di superficie
Specie Produttività per 100 ettari di superficie
Fagiano 10 capi Fagiano 20 capi Starna 5 capi Starna 10 capi Pernice rossa 5 capi Pernice rossa 10 capi Lepre 5 capi Lepre 10 capi Capriolo 5 capi Capriolo 10 capi
Tab. 6.9 – Produttività media per specie in indirizzo
Ai sensi del comma 1 dell’art. 3 del R.R. 22 sono possibili immissioni di
esemplari solo nei primi tre anni dall’istituzione del centro secondo le procedure
autorizzative e controllo sanitario previste per le AF.
Ai sensi dei commi 2 e 3 del R.R. 22, a seguito di autorizzazione da parte
della Provincia, il titolare provvede annualmente alla cattura di una quota di
156
soggetti appartenenti alle specie in indirizzo secondo le metodologie sotto
indicate.
Specie Metodo di cattura
Fagiano Reti e trappole Starna Reti e trappole Pernice rossa Reti e trappole Lepre Reti a tramaglio Capriolo Reti a caduta e reti a tramaglio
Tab. 6.10 – Metodi di cattura
Le catture devono essere effettuate tra il mese di Dicembre e quello di
marzo di ogni anno provvedendo a strumenti di segnalazione in loco e ad
assicurare la certificazione sanitaria previste dalle normative vigenti. E’ fatto
obbligo del titolare di marcare i soggetti in uscita dal centro, ricorrendo ai
materiali di seguito descritti, sui quali dovrà essere impresso, in modo indelebile,
il numero di matricola che contraddistingue il Centro. L’applicazione delle
marche auricolari dovrà avvenire nel pieno rispetto delle normative vigenti in
materia di benessere animale.
Specie Tipo di marcatura
Fagiano Anello inamovibile al tarso Starna Anello inamovibile al tarso Pernice rossa Anello inamovibile al tarso Lepre auricolare Capriolo auricolare
Tab. 6.11 – Tipologie di marcatura
Gestione
Fermo restando quanto specificato dalla Delibera della dell’art. 41, della
Legge Regionale n. 8/94 e successive modifiche e del Regolamento Regionale n.
22 del 1996, la gestione di questi Istituti deve svolgersi conformemente a quanto
di seguito precisato.
In particolare i piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe
catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con
evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi
eventualmente incluse in forma coatta.
La documentazione tecnica annuale dei CPRFS deve essere articolata ai
sensi dell’art. 41, della Legge Regionale n. 8/94 e successive modifiche e del
Regolamento Regionale n. 22 del 1996 e per quanto attiene ai contenuti dovrà
contenere espliciti riferimenti ai punti sotto elencati:
� Stima della consistenza faunistica
157
� Ripopolamento � Cattura � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale
� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle
attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra
elencati, comprensiva dalle relative cartografie tematiche elaborate su
base GIS.
� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti
alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno
dei punti sopra indicati.
158
Aree di Rispetto
Le Aree di Rispetto rappresentano una potenziale soluzione a locali
esigenze o problemi gestionali, in quanto la loro funzione prevalente è quella di
assicurare la necessaria tutela alla piccola selvaggina in contesti territoriali nei
quali risulta indispensabile esercitare il prelievo venatoria agli ungulati selvatici
al fine di contenere il rischio di danneggiamento ai coltivi. Tuttavia l’analisi della
situazione attuale ha permesso di evidenziare che nel quinquennio precedente si
è fatto ricorso alle Aree di Rispetto sia per la tutela della Selvaggina stanziale,
nella porzione di territorio in cui sono presenti gli Ungulati, sia come area di
produzione (cattura) in ambiente planiziale se non addirittura come surrogato di
Ordinanze comunali.
Alla luce di quanto osservato in fase di definizione del quadro conoscitivo,
per il prossimo quinquennio si ritiene inadatto il ricorso alle Aree di rispetto per
mere finalità di produzione e cattura di selvaggina rispetto alle quali si dovranno
necessariamente preferire ZRC anche a ridosso di aree peri-urbane, mentre si
conferma la possibile istituzione di AR in aree in cui la presenza di Ungulati
selvatici è significativa.
Progettazione
Al fine di consentire una adeguata tutela per la specie stanziali oggetto di
salvaguardia (Ungulati esclusi) attraverso il ricorso ad Aree di rispetto e quindi
per garantire un regolare svolgimento dei propri cicli biologici, si ritiene che nel
redigere i propri piani annuali gli ATC possano fare riferimento ad un’ottica
pluriennale, possibilmente di tre anni, al fine di massimizzare l’obiettivo di
tutele della piccola selvaggina, similmente agli Istituti faunistici di competenza
provinciale (ZRC ed Oasi di protezione).
All’atto della proposta di istituzione, modifica, rinnovo e revoca da inviare
contestualmente al piano di gestione (cfr. Ambiti Territoriali di Caccia), gli ATC
dovranno fornire per ciascuna delle aree di rispetto: 1- denominazione; 2-
cartografia (anche in formato GIS); 3- regolamento di gestione; 4- durata in
anni.
159
Ordinanze comunali
Le Ordinanze comunali, pur non essendo istituti faunistici ai sensi delle
normative vigenti hanno interazioni con la gestione venatoria in quanto è fatto
divieto di esercizio dello sparo, legato ad esigenze di pubblica sicurezza,
risultano pluriennali e nella quasi totalità dei casi interessano porzioni di SASP
che ricadono, più in generale, in aree destinate alla gestione venatoria di tipo
ordinario ai sensi delle normative vigenti.
L’imprescindibile ed importante finalità di salvaguardia della pubblica
sicurezza attuata con le ordinanze può avere effetti indiretti; in particolare, nel
caso in cui l’ordinanza venga applicata sul territorio di ATC o AAVV determina il
divieto di esercizio della caccia, il dover far ricorso all’allontanamento, alla
cattura e alla traslocazione della fauna in esubero con evidenti riflessi anche nei
confronti dei territori limitrofi.
In una prospettiva di mantenimento di entrambe le funzioni di sicurezza
pubblica e di gestione venatoria per questi territori, nel prossimo quinquennio, si
configura l’opportunità di incentivare l’istituzione di ZRC anche in aree peri-
urbane interessate da eventuali ordinanze sindacali di divieto di sparo o
l’istituzione di AR limitatamente ai quei territori in cui la presenza di Ungulati
selvatici sia particolarmente significativa, o eventualmente di oasi di protezione
qualora le caratteristiche ambientali risultino idonee. Resta inteso che le ZRC e
le AR in aree perturbane interessate da ordinanze sindacali potranno essere
istituite soli in quanto non pregiudicano la sicurezza introdotta dall’ordinanza e
dopo una idonea valutazione tecnica.
Poiché le Ordinanze comunali di divieto di attività venatoria rappresentano
un elemento da tenersi in considerazione per la pianificazione dell’attività
faunistico-venatoria, si ritiene opportuno che i Comuni informino i competenti
uffici provinciali sui provvedimenti assunti al fine di mantenere aggiornato il
quadro della situazione. In tal senso è indispensabile che i Comuni redigano e
trasmettano tempestivamente idonea documentazione informativa e cartografica
a favore di una più efficace gestione interna e della Provincia. Nello specifico,
affinché la Provincia possa esercitare al meglio il proprio ruolo in fase di
pianificazione e coordinamento, i Comuni all’atto di assunzione di un’ordinanza
di sospensione dell’attività venatoria dovranno comunicare tempestivamente alla
Provincia la cartografia relativa all’area, nella forma più dettagliata possibile
(anche in formato GIS), l’estensione della superficie interessata e la durata
temporale (in anni) oltre a copia dell’atto deliberativo. La Provincia potrà così
160
provvedere a costituire un quadro unitario provinciale delle ordinanze ed a
comunicarlo periodicamente agli istituti di gestione. Qualora le ordinanze
sindacali siano pluriennali e comunque di durata superiore a 3 anni si dovrà
affinare la pianificazione territoriale relativa agli Istituti faunistici di protezione
ricorrendo all’eventuale istituzione di ZRC peri-urbane.
Elemento essenziale per la sicurezza sono le disposizioni di cui alla L.
157/92 ed in particolare si richiama l’articolo 21 con i divieti generali, in cui
sono esplicitati riferimenti per situazioni di tipo territoriale, urbanistico, di vie di
comunicazione ed altro.
Gli enti e gli organi competenti in materia di sicurezza potranno altresì
condurre le opportune valutazioni di merito, anche tenuto conto della
sopraccitata normativa al fine di garantire idonea sicurezza agli utilizzatori delle
piste ciclabili.
161
Ambiti Territoriali di Caccia
La pluriennale e consolidata presenza di 4 ATC sul territorio della Provincia
di Reggio Emilia rispecchia di fatto le diverse specificità ambientali presenti sul
territorio e conseguenti peculiarità e differenze faunistico-venatorie e gestionali.
L’esame della situazione generale relativa agli ATC ha messo in evidenzia
una buona efficienza gestionale e amministrativa di questi istituti, nonché una
capacità finanziaria adeguata a supportare sia gli interventi a favore della
prevenzione e della liquidazione dei danni che quelli relativi ai miglioramenti
ambientali delle aree più degradate.
Un secondo aspetto non trascurabile è l’influenza reciproca tra ATC ed altri
istituti faunistici inclusi o adiacenti ai primi che può generare ripercussioni sulla
gestione del territorio e nei confronti della fauna. Tra questi aspetti i più noti
sono: 1- l’effetto rifugio/irradiamento realizzato da porzioni di territorio per
alcune specie; 2- l’irradiamento naturale di piccola selvaggina verso il territorio
dell’ATC; 3- la dipendenza dalle catture per i ripopolamenti in territori di caccia.
L’insieme di questi effetti è naturalmente determinato sia da fattori naturali che
da attività antropiche (disturbo venatorio). In una prospettiva di piena soluzione
dei problemi sopra elencati, gli ATC dovranno attenersi agli obiettivi di densità
definiti nel presente Piano e successivi affinamenti ed alla applicazione di tutti
gli strumenti gestionali possibili.
Una eventuale modifica del numero e della perimetrazione degli attuali ATC
provinciali potrà avvenire esclusivamente allo scopo di migliorare ulteriormente
il raggiungimento degli obiettivi generali espressi nel PFVP e di assicurare al
meglio l’esercizio delle diverse tipologie di caccia.
Progettazione
L’eventuale istituzione di nuovi A.T.C. o la modifica della perimetrazione di
quelli esistenti deve avvenire con le modalità stabilite al comma 1 dell'art. 30,
Legge Regionale 8/94 e successive modifiche ed integrazioni, anche a seguito di
motivata richiesta inoltrata da Enti locali, associazioni, gruppi di cittadini,
comitati promotori, ecc.
L’eventuale istituzione di nuovi A.T.C potrà comunque riguardare territori
non necessariamente ricadenti all’interno di un solo comprensorio faunistico
omogeneo. Relativamente ai confini, essi devono preferibilmente coincidere con
elementi fissi del territorio, facilmente riconoscibili ed individuabili (strade,
fiumi, crinali, ecc.) o con confini amministrativi. Relativamente alle dimensioni
162
del territorio, in accordo con quanto suggerito nel Documento tecnico INFS n. 15,
gli ATC devono avere dimensioni proporzionate al ciclo biologico delle specie
presenti. La decisione sull’istanza di istituzione e/o modifica, viene adottata
dalla Provincia entro 180 giorni dalla presentazione della domanda.
Gestione
Il resoconto e la programmazione delle attività alla Provincia, Ente
preposto al controllo dell’operato degli ATC, ai sensi del comma 2 dell’articolo
31 della Legge Regionale 8/94 e successive modifiche ed integrazioni, avviene
attraverso un documento annuale, previsto dal comma 2 dell’articolo 33 della
stessa L.R. 8/94. La Provincia, controlla la conformità di tale documento annuale
con il piano faunistico venatorio provinciale, ed approva i piani annuali degli
ATC. In caso di difformità può richiederne la revisione.
Alla luce di quanto osservato nel quadro conoscitivo ed ai sensi delle
emergenze evidenziate nella parte pianificatoria, di seguito si provvede ad
indicare le specifiche tecniche a cui gli ATC si dovranno attenere.
I piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe catastali
relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con
evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi
eventualmente incluse in forma coatta.
I programmi annuali degli ATC devono essere articolati, per quanto attiene
ai contenuti, come di seguito descritto:
� Stima della consistenza faunistica; � Ripopolamento � Prelievo venatorio � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale
� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle
attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra
elencati. La relazione deve essere comprensiva dalle relative cartografie
tematiche elaborate su base GIS.
163
� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti
alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno
dei punti sopra indicati. Eventuali modifiche di Unità di gestione o proposte
di modifica di Istituto devono essere presentate in formato GIS
contestualmente alla presentazione del Piano di gestione.
164
7 – Gestione faunistica ed eventualmente venatoria dei terreni forestali appartenenti al patrimonio regionale
Tutto il patrimonio forestale appartenente al demanio regionale sul
territorio provinciale risulta ricompreso all’interno del perimetro del Parco
nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Ne consegue che sul territorio del
demanio regionale non è consentita alcuna forma di attività venatoria, fatto salvi
eventuali piani di controllo che restano di competenza del Parco nazionale.
Il territorio demaniale forestale regionale risulta inoltre compreso
all’interno di tre SIC-ZPS denominati IT4030003 Monte la Nuda Cima Belfiore,
IT4030004 Val D’Ozola Monte Cusna e IT 403005 Abetina Reale Alta Val Dolo.
Fig. 7.1. Demanio forestale regionale, parco nazionale e SIC-ZPS territorialmente interessati
165
8 - Approvvigionamento di richiami vivi di cattura ed allevamento
Non sono autorizzabili impianti di cattura.
Si prevede di realizzare un archivio provinciale del patrimonio di richiami
vivi (di cattura e di allevamento).
166
9 - Fondi agricoli sottratti all’attività venatoria e Fondi chiusi.
Secondo l'art. 842 del Codice Civile, il proprietario di un fondo non può
impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso
secondo quanto espressamente sancito dalla legge sulla caccia o vi siano colture
in atto suscettibili di danno.
La Legge n. 157/92 disciplina, all’art. 15, l’utilizzo dei fondi privati ai fini
della programmazione dell’attività venatoria.
I proprietari e i conduttori dei fondi possono infatti includere il loro fondo
nell’ambito del territorio agro-silvo-pastorale dedicato alla caccia, garantendosi
in questo modo un contributo determinato dall’amministrazione regionale in
relazione alle condizioni agronomiche della regione, oppure possono vietare
l’esercizio dell’attività venatoria sul proprio territorio secondo le modalità
previste allo stesso articolo.
La L.R. 8/94 disciplina la materia in argomento all’art. 15 “Fondi agricoli
sottratti all’attività venatoria” e l’art. 45 bis “Fondi chiusi”.
Fondi agricoli sottratti all’attività venatoria
Il proprietario o conduttore agricolo è liberamente titolato, a norma del
comma 3 dell'art. 15 della legge statale, a vietare la caccia nel proprio fondo
rustico; per far ciò deve presentare richiesta motivata alla Provincia entro trenta
giorni dalla pubblicazione del piano faunistico provinciale oppure, in caso di
sopravvenute e comprovate esigenze, entro il 31 dicembre di ogni anno
successivo.
La Provincia, entro i successivi sessanta giorni, con provvedimento motivato
si pronuncia sulla richiesta e la accoglie se non in contrasto con il piano
faunistico-venatorio provinciale e nei casi di esigenza di salvaguardia di colture
agricole specializzate, nonché di produzioni agricole condotte con sistemi
sperimentali o a fine di ricerca scientifica ovvero di attività di rilevante interesse
economico, sociale o ambientale.
In presenza di attività di rilevante interesse ambientale la domanda deve
essere corredata dal piano di ripristino o mantenimento.
Condizioni previste
Perché la richiesta possa essere accolta essa non deve contrastare con la
pianificazione territoriale ai fini venatori, oppure deve rientrare in uno dei casi
specificamente individuati con norme regionali.
167
Tra questi casi si considera il contrasto tra l’attività venatoria e l’esigenza
di salvaguardia di colture specializzate, siano esse condotte con sistemi
sperimentali o a fine di ricerca scientifica, ovvero quando siano motivo di danno
ad attività di rilevante interesse economico, sociale o ambientale.
Una volta accolta la richiesta, non sarà possibile svolgere attività venatoria
su tutto il fondo in questione e tale divieto sarà evidenziato con l’apposizione di
tabelle, a cura del proprietario, che delimitano il perimetro dell’area
interessata. Nei territori chiusi in tal modo alla caccia, il divieto vale sia per i
cacciatori che per lo stesso proprietario o conduttore fino al venir meno dei
presupposti.
Fondi chiusi
L'esercizio venatorio è vietato a chiunque nei fondi chiusi da muro o da rete
metallica o da altra effettiva chiusura di altezza non inferiore a metri 1,20; da
corsi o specchi d'acqua perenni il cui letto abbia la profondità di almeno metri
1,50 e la larghezza di almeno metri 3; da muro e/o siepe e/o steccato.
I fondi chiusi devono essere notificati ai competenti uffici provinciali. I
proprietari o i conduttori dei fondi provvedono ad apporre a loro carico adeguate
tabellazioni esenti da tasse.
Per la protezione delle colture agricole e su richiesta del proprietario o
conduttore, la Provincia può autorizzare catture di fauna selvatica che dovranno
comunque essere realizzate secondo quanto espressamente definito dalle
normative vigenti in materia di benessere degli animali; la Provincia può altresì,
in accordo con il proprietario o conduttore, effettuare catture di fauna selvatica.
In entrambi i casi la fauna selvatica catturata viene destinata a scopo di
ripopolamento.
Condizioni previste
La superficie dei terreni recintati viene compresa nella quota del territorio
agro-silvopastorale che è prevista dal legislatore a protezione della fauna
selvatica. Circa le tipologie di sbarramento e recinzione si ritiene che possa
valere anche la continuità per tutto il perimetro di mezzi diversi per es. in parte
con un muro e in parte con una siepe o con uno steccato o con un corso d’acqua.
In merito a quest’ultimo, fermo restando il presupposto, previsto dalla legge,
della presenza dell’acqua durante tutto l’anno, sembra corretto ritenere che si
debba considerare il letto minimo del corso d’acqua come riferimento per la non
necessaria apposizione della recinzione.
Non si ritiene compatibile con la mobilità degli animali il ricorso al filo
spinato.
168
10- Danni, prevenzione ed interventi ambientali
L’indennizzo dei danni è regolamentato dalla disciplina regionale e si
articola sostanzialmente in un regime differenziato fra quanto dovuto alla
Provincia e quanto a carico degli Ambiti Territoriali di Caccia e degli Istituti
privati.
Con la Legge regionale n. 8/94, Legge regionale n. 6/2000 e successive
integrazioni, concernente la gestione faunistico-venatoria e l’esercizio della
caccia è stato istituito il fondo ai fini della prevenzione e dell’indennizzo dei
danni a quegli imprenditori agricoli il cui terreno ricade nella zone di protezione
della fauna selvatica (Oasi di protezione, Zone di Ripopolamento e Cattura,
Centri Pubblici di Riproduzione della Fauna Selvatica) e nei parchi e riserve
naturali regionali con riferimento alle specie cacciabili e protette.
Il fondo è a disposizione anche degli imprenditori il cui terreno ricade fuori
dalle aree sopra elencate, ma soltanto per specie protette ed altre specie il cui
prelievo sia vietato, anche temporaneamente, per ragioni di pubblico interesse.
Differentemente da quanto sopra sono a carico degli ambiti territoriali di
caccia e degli Istituti privati (Aziende Faunistico Venatorie, Aziende Agri-
Turistico Venatorie e Centri Privati di Riproduzione della Fauna Selvatica) i danni
arrecati dalla fauna selvatica nei territori di questi Istituti, ad esclusione dei
danni provocati da specie protette o non cacciabili.
Sul versante dei danni, si ritiene utile attivare strategie che portino alla
sempre più efficace ed efficiente gestione tecnico-amministrativa, con un
approccio moderno, a favore degli utenti.
Ulteriore strategia consiste nel continuo miglioramento organizzativo con
l’istituzione di una unica struttura di riferimento a livello provinciale come
centro di raccolta delle domande di danno e prevenzione e per i relativi aspetti
funzionali e procedurali.
A tale proposito le azioni che si attiveranno prevedono l’adozione di
apposite procedure il più possibile standardizzate per l’accertamento, la
quantificazione e la liquidazione dei danni con ottimizzazione, snellimento e
informatizzazione di dati e procedure omogenee sul territorio.
Le strategie e conseguenti specifiche attività saranno definite in apposito
documento operativo che sarà predisposto entro sei mesi dall’approvazione del
Piano ed attraverso il coinvolgimento attivo degli Istituti faunistici e del mondo
associazionistico nell’ottica di un processo comune e della più ampia
divulgazione ed adozione di efficienti pratiche gestionali.
169
Si sottolinea che sia la prevenzione dei danni all’agricoltura sia la
prevenzione dei danni generati da incidenti stradali abbiano grande importanza.
Per la prevenzione dei danni all’agricoltura, oltre quanto già sopra indicato,
si indirizzano le aziende agricole che effettuano nuovi impianti di vigneti e
frutteti, coltivazioni orticole di pregio, allevamento di piante ornamentali, in
aree a rischio di danneggiamento, a prevedere in concomitanza della messa in
opera anche le relative opere di prevenzione opportunamente concordate con la
Provincia. Importante è il coinvolgimento degli imprenditori per la prevenzione
attraverso una fase informativa e diffusione di conoscenze atte a prevenire i
danni, le associazioni agricole saranno il perno su cui diffondere tali azioni.
Per quanto riguarda la prevenzione dei danni causati dagli incidenti si
dovranno utilizzare le migliori tecniche offerte dalla più moderna letteratura e/o
comprovata sperimentazione per aumentare il grado di sicurezza nei tratti
stradali a maggior rischio di incidenti.
Si è provveduto in questi anni al recupero della selvaggina incidentata,
questo ha fornito un monitoraggio puntuale degli incidenti.
Interventi ambientali
Ci si riferisce agli interventi di miglioramento ambientale che sono nel
presente Piano contestualizzati con prevalenza nell’ambito dello sviluppo di
una agricoltura multifunzionale in grado di assicurare interventi di creazione,
ripristino o mantenimento di condizioni ambientali idonee alla vita della fauna
selvatica, nonché di riduzione dell’impatto ambientale, causato dalle attività
agricole negli agroecosistemi, soprattutto nei riguardi della distribuzione, della
densità e della biodiversità delle popolazioni costituenti le specie di fauna
selvatica. Sicuramente il PTCP diventa un riferimento utile dove la relazione tra
le due pianificazioni concorrono all’ottenimento dei risultati ed in particolare per
la tipologia di intervento da effettuare rispetto alla rete ecologica ed alle
tipologie ecologico-ambientali degli ecomosaici entro cui contestualizzare gli
specifici interventi di miglioramento ambientale
Si rivolge l’attenzione alle tipologie di intervento di seguito elencate:
1. Gestione e cura dei boschi, finalizzata a favorire e contribuire ad una
corretta gestione del patrimonio boschivo sia di pianura che di montagna, in
un’ottica di conservazione e valorizzazione della fauna selvatica.
170
2. Recupero dei pascoli montani abbandonati e del paesaggio agrario che si
pone l’obiettivo di conservare spazi seminaturali, elementi dell’agrosistema e del
paesaggio agrario nonché ricreare condizioni ambientali idonee a specie
appartenenti alla fauna tipica di tradizionali agroecosistemi montani garantendo
un mosaico di situazioni ambientali diversificate.
3. Colture a perdere, definite al fine di garantire rifugio e alimentazione
alla selvaggina, sia stanziale che migratoria, durante il periodo autunno–
invernale.
4. Salvaguardia della fauna selvatica durante le operazioni colturali nei
pioppeti, finalizzato alla creazione di ambienti idonei alla fauna selvatica e alla
sua salvaguardia attraverso la limitazione degli interventi colturali nei pioppeti e
alla loro attuazione solo in periodi post-riproduttivi.
5. Ripristino e mantenimento di zone umide, finalizzato al mantenimento di
aree fondamentali per la sosta e l’alimentazione dell’avifauna acquatica.
6. Piantumazione e conservazione di siepi, cespugli, boschetti e filari,
finalizzati alla creazione e al mantenimento di ambienti idonei al rifugio, alla
nidificazione e all’alimentazione della fauna selvatica sia stanziale che
migratoria. In particolare, la costituzione e/o il mantenimento di filari sono
finalizzati alla costituzione del tipico paesaggio agrario della pianura reggiana e
alla creazione di ambienti comunque idonei alla presenza e alla sosta della fauna
selvatica.
Per la realizzazione degli interventi sopra elencati è fondamentale il pieno
coinvolgimento degli Enti locali e delle forze economiche e sociali intensificando
la concertazione attraverso il rafforzamento della governance e l’integrazione
degli strumenti di programmazione e pianificazione settoriale, mirando alla
coerenza e convergenza nelle fasi operative.
Un strumento è offerto dall’integrazione con il PSR regionale e il PRIP
provinciale di seguito richiamati.
171
11- Piano Faunistico Venatorio ed integrazione con PSR regionale PRIP
Le linee strategiche del PFVP puntano all’integrazione piena con le
strategie di intervento individuate dal PSR regionale e in particolare con il
riconoscimento del ruolo svolto dall’agricoltura per il presidio, la gestione del
territorio, la valorizzazione del paesaggio e la salvaguardia delle risorse
ambientali e quindi del riconoscimento del ruolo multifunzionale dell’impresa
agricola così come riportato nel Programma Rurale Integrato Provinciale
(P.R.I.P.), approvato con deliberazione del Consiglio provinciale n.126 del
08/11/2007. Il PRIP è il documento programmatico provinciale che dettaglia le
scelte strategiche contenute nel Programma di Sviluppo Rurale della Regione
Emilia- Romagna, calandole sul territorio e adattandole alle specificità
provinciali. Sono individuate le misure, nell'ambito di quelle enunciate nel PSR,
è definito il riparto finanziario fra le misure e sono definiti gli elementi di
priorità di carattere locale in aggiunta a quelli del PSR.
Il PSR individua quattro assi di intervento:
- Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
- Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
-Asse 3 - Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia
rurale
- Asse 4 - Attuazione dell'approccio leader
Allo scopo di finanziare interventi coordinati per migliorare l’efficacia
complessiva in grado di originare effetti positivi e sinergici in tutti i campi di
azioni del PSR, è individuato prioritariamente l’Asse 2 denominato
“Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” espressamente mirato alla
tutela e alla conservazione delle risorse naturali, in particolare della
biodiversità, delle risorse idriche, dei sistemi agro-forestali ad alto valore
naturale e alla riduzione dei gas serra senza escludere possibili relazioni con gli
altri Assi del Programma.
Per una più dettagliata descrizione delle azioni si rimanda al PSR ed al PRIP,
per le localizzazioni e priorità, rispettivamente regionali e provinciali. Nel
contesto del Piano faunistico venatorio, le principali azioni attivabili per il
raggiungimento degli obiettivi di Piano possono essere così riassunte:
172
⇒⇒⇒⇒ Misura 214 – Azione 8: Regime sodivo e praticoltura estensiva.
L’azione prevede espressamente la conversione dei seminativi in prati e/o
pascoli estensivi e il mantenimento dei prati e/o dei pascoli estensivi.
Nell’ambito dell’intervento di mantenimento dei prati e/o dei pascoli estensivi si
individuano le seguenti tipologie di intervento:
- mantenimento dei prati permanenti e/o pascoli;
- mantenimento di medicai a fine ciclo;
- mantenimento di prati polititi permanenti storicamente presenti nelle
aree di pianura interessate dall’azione;
- recupero dei prati di montagna abbandonati;
- mantenimento dei prati già realizzati.
⇒⇒⇒⇒ Misura 214 – Azione 9: Conservazione degli spazi naturali, seminaturali
e del paesaggio agrario.
L’azione prevede espressamente il finanziamento della conservazione di
spazi naturali e seminaturali, degli elementi dell’agrosistema e del paesaggio
agrario ed in particolare il mantenimento di:
- piantate e/o di alberi isolati o in filare;
- siepi e/o boschetti;
- stagni, laghetti e bacini;
- maceri, risorgive e fontanili.
⇒⇒⇒⇒ Misura 216 – Azione 1: Accesso al pubblico e gestione faunistica
Gli interventi riguardano progetti finalizzati alla realizzazione e
ristrutturazione di sentieri e piazzole, schermature finalizzate a mitigare il
disturbo sulla fauna, punti di osservazione per birdwatching, strutture per la
gestione della fauna selvatica finalizzate a garantirne la coesistenza con le
attività produttive agro-forestali e interventi finalizzati al sostentamento della
fauna selvatica.
⇒⇒⇒⇒ Misura 216 – Azione 3: Ripristino di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario L’azione sostiene il ripristino di elementi paesaggistici, naturali e
seminaturali caratteristici del paesaggio agrario dell'Emilia-Romagna, attraverso i
seguenti investimenti non produttivi:
• siepi anche alberate e con finalità di fasce tampone;
173
• boschetti (costituiti da appezzamenti occupati da vegetazione arborea
e/o arbustiva);
stagni, laghetti, e bacini per la fitodepurazione delle acque.
Tali ultime due misure sono espletate direttamente dalla regione secondo
modalità che verranno specificate con prossimi atti di indirizzo operativo,
l'azione verrà attuata attraverso specifici accordi approvati dalle Province.
Il tipo di intervento mi sembra fatto per le zone umide romagnole non so se
sia il caso di metterlo.
174
12- Individuazione della SASP per la determinazione degli Indici di Densità Venatoria
La Provincia individua la superficie agro-silvo-pastorale effettivamente
destinata alla gestione programmata della caccia sottraendo alla superficie agro-
silvo-pastorale provinciale inclusa entro il perimetro di ogni ATC, la superficie di:
• istituti privati (aziende venatorie, centri privati di riproduzione della
fauna, zone e campi per l’addestramento dei cani), nonché gli istituti di
protezione di cui al Titolo I, Capo III della LR 8/1994, i parchi e le riserve
naturali;
• aree protette individuate dalla LR 6/2005 in cui sussiste il divieto di
caccia;
• aree di rispetto, ai sensi dell’art. 22-bis della LR 8/94, in cui sussiste il
divieto di caccia;
• aree a divieto di caccia per effetto di Ordinanze comunali;
• territori di cui al comma 1, lett. e) dell'art. 21 della Legge 157/1992,
fino al raggiungimento della percentuale massima di cui al comma 3
dell'art. 10 della medesima legge;
• fondi chiusi ai sensi dell’art. 45-bis della LR 8/94.
Il calcolo della superficie agro-silvo-pastorale effettivamente destinata alla
gestione programmata della caccia è effettuata da ogni ATC entro il 31 gennaio
di ogni anno utilizzando esclusivamente le basi cartografiche digitali fornite dalla
Provincia.
La Provincia approva annualmente il calcolo della superficie agro-silvo-
pastorale effettivamente destinata alla gestione programmata della caccia
eseguito dagli ATC, accertata la conformità con le indicazioni contenute nel
Piano.
175
13 - Valichi montani L’individuazione dei valichi montani interessati dal transito migratorio
postriproduttivo riveste particolare importanza nella conservazione degli Uccelli.
Nei valichi montani, come previsto dall’art. 52, comma 9, della LR 8/94, è infatti
vietato l’esercizio venatorio per un r aggio di mille metri intorno agli stessi. Non
si dispone a tutt’oggi di informazioni volte a confermare l’effettiva rilevanza dei
valichi individuati nel Piano Faunistico in scadenza. Stante questa circostanza,
vengono riconfermati per il prossimo quinquennio i valichi montani già individuati
dal Piano Faunistico in scadenza (Tab. 13.1 e Fig. 13.1). Il PFVP, coerentemente
con gli indirizzi regionali, individua esclusivamente i valichi montani di interesse
per le rotte di migrazione. Si precisa che il passo della Cisa ricade nel Parco
nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e il suo ambito di pertinenza ricade
all’interno del SIC-ZPS “Val d’Ozola-Monte Cusna” per il quale sono previste
misure di protezione nello Studio di d’Incidenza (divieto di caccia da
appostamento fisso e temporaneo) che sostanzialmente riconducono l’ambito di
sua pertinenza a forme di tutela valide per i valichi montani permettendo quindi
il suo inserimento nella tabella 13.1. Relativamente al Monte Penna si ritiene di
attenersi ad un approccio conservativo stanti le segnalazioni sulla possibile sua
rilevanza nel contesto delle possibili rotte di migrazione dell’avifauna e pertanto
potrà essere individuata nell’ambito del “Gruppo di lavoro permanente” una
proposta volta a maggior grado di tutela di tale ambito per un intorno adeguata
dalla vetta del Monte Penna e che prevede inoltre il monitoraggio della fauna
migratoria allo scopo di verificare l’eventuale necessità di includere il Monte
Penna alla liste dei valichi di monte.
ID Valico montano Comprensorio
Istituti interessati dal divieto di caccia
1 Passo del Lagastrello o dei Linari 3 Parco Nazionale – ATC RE4 2 Passo di Pietra Tagliata 3 Parco Nazionale 3 Passo dell’Ospedalaccio 3 Parco Nazionale 4 Passo del Cerreto 3 Parco Nazionale 5 Passo Belfiore 3 Parco Nazionale 6 Passo del Lupo 3 Parco Nazionale 7 Passo di Cavorsella 3 Parco Nazionale 8 Passo di Pradarena 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 9 Passo della Comunella 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 10 Passo di Romecchio 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 11 Passo di Lama Lite 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 12 Passo delle Forbici 3 Parco Nazionale – Oasi Ozola 13 Passo Giovarello 3 Parco Nazionale – Oasi Ozola Passo Cisa* 3 Parco Nazionale – ATC RE4
* Sono previste specifiche misure di protezione nello Studio di d’Incidenza (divieto di caccia da appostamento fisso e temporaneo) Tab. 13.1. – Valichi montani e istituti interessati dal divieto di caccia di 1 km
176
Fig. 13.1 – Ubicazione dei valichi montani. (dell’Oasi dell’Ozola vengono rappresentate esclusivamente le porzioni esterne al Parco nazionale)
Allegato I – Pianificazione faunistica 1
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012
La Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari Il Dirigente U.P. Gestione Faunistico venatoria e forestale Dott. Giovanni Iemmi
Allegato I – Pianificazione Faunistica
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA Assessorato Ambiente Assessore Alfredo Gennari
AREA CULTURA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Dott.ssa Anna Campeol, Dirigente Servizio Pianificazione Territoriale, Paesaggistica e Ambientale Dott.ssa Annalisa Sansone, Dirigente Servizio Ambiente Dott. Giovanni Iemmi, Dirigente U.P. Gestione Faunistico Venatoria e Forestale Gruppo interno di supporto alla progettazione Dott. Santi Nino Dott. Santini Sergio Dott. Attilio Giacobbe Dott. Alessandro Merlo Dott. Giovanni Raudino Graziella Candiani Giovanna Ligabue Luana Gallingani
Consulenza esterna per progettazione Dott. Willy Reggioni Dott. Marco Picciati Dott. Ambrogio Lanzi Arch. Carlo Galloni
Allegato I – Pianificazione faunistica 1
Allegato I – Pianificazione faunistica (parte integrante al paragrafo 5.2 - Volume 2)
Quanto espresso nel paragrafo di pianificazione delle attività gestionali 5.2
contenuto nel Volume 2 del Piano Faunistico Venatorio Provinciale trova più
dettagliata espressione nelle attività sotto riassunte, contenute e dettagliate
opportunamente nelle schede specie-specifiche.
Di seguito si riporta in forma sintetica e schematica una descrizione delle
attività generali destinate ad una realizzazione per il presente piano.
1. Per garantire un adeguato livello di dettaglio nella realizzazione di molte
azioni di Piano si provvederà, subito dopo l’istituzione degli ATC provinciali, ad
una zonizzazione del territorio provinciale ricorrendo all’individuazione di
specifiche Unità di gestione e di loro eventuali sotto-unità la cui estensione
risulterà variabile in relazione alle diverse specie o gruppi di specie presenti in
provincia.
2. In particolare, nel caso degli Ungulati selvatici le Unità e le sotto-unità di
gestione saranno coincidenti con i Distretti e con le aree di censimento e prelievo
indicate ai sensi del RR 4/02 e successive modifiche ed integrazioni. Tutti gli
Istituti faunistici inclusi nelle Unità di gestione degli Ungulati saranno considerati
territori appartenenti a tale Unità nel contesto del calcolo della superficie
complessiva, e conseguentemente per la stima della consistenza delle
popolazioni presenti e per questa ragione sono intesi come equivalenti alle aree
di censimento e prelievo dei Distretti.
3. Nel caso della fauna stanziale, invece, le Unità e le sotto-unità di
gestione saranno coincidenti con l’intero territorio degli Istituti faunistici e per
quanto riguarda gli ATC ai territori dei Comuni territorialmente interessati ed in
sub-ordine alle aree di censimento e prelievo (sotto-unità di gestione degli
Ungulati selvatici).
4. Ogni anno, entro la data del 10 marzo, la Provincia definirà le Unità e
delle sotto-unità di gestione degli Ungulati selvatici e della fauna stanziale, di
cui ai punti 1, 2 e 3, per tutto il territorio provinciale in accordo e sulla base
delle proposte formulate dagli stessi Istituti faunistici. Queste porzioni del
territorio provinciale, che rimarranno invariate per tutta la durata della stagione
Allegato I – Pianificazione faunistica 2
faunistico-venatoria, saranno identificate in modo univoco per ogni Istituto e
rappresenteranno il grado di risoluzione minimo per la restituzione
georeferenziata dei dati annualmente raccolti sul campo.
5. In un’ottica di corretta ed affidabile interpretazione dei trend delle
popolazioni oggetto di monitoraggio, nel caso specifico degli Ungulati selvatici, a
supporto delle attuali tecniche di stima diretta (vantage point survey e
censimenti in battuta) saranno affiancate tecniche indirette finalizzate alla
quantificazione di indici di abbondanza o della densità.
6. La quantificazione dei danni complessivamente prodotti dalla fauna
selvatica alle coltivazioni agricole sarà prodotta per ciascuna Unità o sotto-unità
di gestione, e sarà espressa in Euro risarciti/ettaro.
Questo parametro concorrerà, unitamente ad altre variabili ed aspetti, a
modulare le densità obiettivo per la specie o per il gruppo di specie individuate
come responsabili del danno, nell’ambito del range di densità obiettivo previsto
per quelle Unità di gestione e specie (cfr. paragrafo 1.5 Volume 2). In
quest’ottica gli Istituti gestori del territorio potranno essere chiamati a
modificare il tipo di intervento o l’intensità dell’intervento previsto per riportare
il carico di fauna selvatica complessivo entro i termini compatibili con quanto
disposto per le Unità o sotto-unità di gestione e per le specie.
7. Per raggiungere gli obiettivi di cui al punto precedente (densità
obiettivo), resta intesa la possibilità per tutti gli Istituti venatori di poter fare
ricorso a tutti i metodi e le strategie previste dalle normative vigenti e le
eventuali prescrizioni definite nei protocolli operativi delle attività per il
controllo numerico delle specie generaliste.
8. Al fine di dare origine ad un quadro di conoscenze per quanto possibile
completo e multidisciplinare, la Provincia in collaborazione con Enti, Istituti e
Servizi presenti sul territorio (Servizi Veterinari dell’AUSL, Istituti Zoo-profilattici
e di ricerca, INFS, ecc.) si farà promotrice di protocolli applicativi per realizzare
in forma adeguata e periodica il monitoraggio sanitario della fauna selvatica
contestualmente alla organizzazione di un servizio di raccolta, stoccaggio e
conferimento della fauna rinvenuta morta, ferita o debilitata ai Servizi
competenti in materia.
Allegato I – Pianificazione faunistica 3
9. Allo scopo di indirizzare l’attività venatoria verso un modello più vicino
all’uso eco-sostenibile di una risorsa rinnovabile quale è la fauna, si intende
attivare un percorso virtuoso di prima sperimentazione finalizzato alla
destinazione di porzioni di territorio alla caccia programmata anche per alcune
specie di fauna stanziale. Pertanto gli ATC, nei propri programmi annuali di
gestione, potranno volontariamente individuare porzioni di territorio per la
caccia programmata della Lepre, Fagiano, Pernice rossa e Starna. La
sperimentazione avrà attuazione annuale, seppure in un’ottica pluriennale per
garantire maggiore efficacia e successo alla sperimentazione medesima, e
prevedendo per la sua durata di non ricorrere alla pratica del ripopolamento e
dell’importazione di animali provenienti dall’estero, vigendo comunque il divieto
per la Lepre (cfr. scheda Lepre).
Ai fini di incentivare tale pratica gestionale e la sua attuazione da parte
degli ATC sarà criterio aggiuntivo/prioritario per l’erogazione di finanziamenti da
parte della Provincia.
L’attuazione della sopraccitata sperimentazione, la sua valutazione e le
risultanze ottenute saranno oggetto di confronto e cooperazione nell’ambito del
Gruppo di lavoro permanente (scheda 19) ai fini dell’assunzione di tale pratica
come prassi volontaria da estendersi ulteriormente sul territorio durante la
vigenza del presente piano.
10. Di prevedere nel territorio di cui al punto precedente la possibilità di
valorizzare l’attività cinofila, la possibilità di ricorrere ad adeguati piani di
controllo sulle specie opportuniste di eccessivo impatto sul successo riproduttivo
della fauna stanziale e di indirizzare su queste aree parte degli incentivi
all'agricoltura (cfr. capitolo 1.9 - volume) destinati agli interventi di ricostruzione
e miglioramento ambientale e degli habitat.
11. Per incentivare la riproduzione della fauna stanziale si provvederà ad
una sua stabilizzazione a medio periodo prolungando da 3 a 6 anni i tempi di
istituzione delle Aree di Rispetto, istituendo le ZRC peri-urbane, introducendo la
possibilità di istituire CPRFS pubblici, valorizzando la Rete ecologica provinciale
ed inoltre adottando una puntuale strategia per la tutela dei piccoli e dei
nidiacei tramite sottoscrizione di protocolli operativi con le aziende agricole e
l’introduzione di certificazioni per le aziende agricole disponibili ad adottare
modalità operative a basso impatto per la fauna (modalità di sfalcio, barre di
involo, ecc.).
Allegato I – Pianificazione faunistica 4
12. La Provincia si impegnerà per regolamentare e coordinare la gestione
degli interventi di prevenzione, mitigazione, verifica e risarcimento danni da
fauna selvatica alle coltivazioni attraverso la promozione di protocolli operativi
con gli istituti faunistici e la associazioni di categoria interessate.
13. Al fine di realizzare il maggior numero di progetti specie-specifici di
seguito elencati in distinte schede, la Provincia potrà definire con i gestori degli
istituti faunistici, con gli Enti territoriali interessati e le Associazioni apposite
convenzioni per la realizzazione dei progetti individuati nel PFVP.
Per chiarezza espositiva e per una più immediata comprensione delle
schede/progetto si precisa quanto segue:
� ciascuna scheda racchiude 15 tipologie di azioni che possono così essere
definite:
� coordinamento di progetti di ricerca o gestione interprovinciali e
nazionali
� pianificazione delle attività di ricerca su aspetti sconosciuti delle specie
� aggiornamento periodico degli obiettivi faunistici per specie
� pianificazione delle stime di popolazione e dinamica delle specie
� regolamentazione del prelievo venatorio
� regolamentazione dell’allevamento
� regolamentazione del controllo numerico
� regolamentazione del controllo sanitario
� regolamentazione del recupero di spoglie
� regolamentazione della prevenzione
� regolamentazione del risarcimento danni
� organizzazione dei miglioramenti ambientali
� predisposizione di documentazione tecnica idonea alla costruzione di
una banca dati faunistica provinciale
� formazione degli operatori coinvolti nei progetti
� per la loro complessità, molte azioni principali prevedono delle sotto-
azioni da realizzare per il completamento e raggiungimento degli obiettivi
dell’azione principale.
Allegato I – Pianificazione faunistica 5
Alla luce dell’esperienza maturata nel corso degli ultimi cicli di
programmazione e di quanto emerso nel quadro conoscitivo, sono state
predisposte le seguenti schede:
� fauna stanziale ungulata cacciabile e/o soggetta a piani di controllo:
Capriolo, Daino, Cervo, Muflone e Cinghiale;
� fauna stanziale cacciabile e/o soggetta a piani di controllo: Lepre,
Volpe, Nutria, Fagiano, Pernice rossa, Starna;
� Fauna migratoria cacciabile, cacciabile in deroga e/o soggetta a piani di
controllo: Quaglia, Germano reale, Storno, Cornacchia grigia, Gazza,
Ghiandaia, Taccola, Colombaccio, Tortora dal collare, Piccione domestico,
Cormorano, Ardeidi, Anatidi, Passeri;
� Fauna stanziale e migratoria protetta o super protetta di interesse
naturalistico: Lupo, Istrice, Tarabuso, Moretta tabaccata, Aquila reale,
Mustelidi, Rapaci diurni, Rapaci notturni;
� Specie domestiche : Randagismo canino e felino.
Allo scopo di assicurare l’efficienza delle azioni rispetto agli obiettivi del
Piano in Tabella 1 sono individuate le priorità di attuazione delle schede
progetto.
Allegato I – Pianificazione faunistica 6
Scheda/Progetto Priorità
naturalistica Priorità gestionale
Priorità
Capriolo Media Media Media
Daino Bassa Media Bassa
Cervo Alta Alta Molto Alta
Muflone Bassa Media Media
Cinghiale Media Alta Alta
Lepre Media Alta Alta
Volpe Media Alta Alta
Nutria Bassa Alta Media
Fagiano Bassa Alta Media
Pernice rossa Alta Media Alta
Starna Alta Media Alta
Quaglia Media Media Media
Germano reale Bassa Alta Media
Cornacchia grigia Media Alta Alta
Gazza Media Alta Alta
Ghiandaia Media Alta Alta
Taccola Alta Media Alta
Storno Alta Alta Molto Alta
Piccione domestico Bassa Alta Media
Tortora dal collare Bassa Media Bassa
Colombaccio Media Bassa Bassa
Tordi e merli (gruppo) Media Media Media
Cormorano Alta Media Alta
Ardeidi (gruppo) Alta Media Alta
Anatidi (gruppo) Alta Alta Molto Alta
Passeri (gruppo) Alta Bassa Media
Lupo Alta Alta Molto Alta
Istrice Alta Media Alta
Mustelidi (gruppo) Alta Media Alta
Moretta tabaccata Alta Bassa Media
Aquila reale Alta Media Alta
Rapaci diurni (gruppo) Alta Media Alta
Rapaci notturni (gruppo) Alta Media Alta
Tarabuso Alta Bassa Media
Randagismo canino Alta Alta Molto Alta
Randagismo felino Alta Alta Molto Alta
Tab. 1 – Livello di priorità nella realizzazione dei progetti per specie previsti nel PFVP
Allegato I – Pianificazione faunistica 7
Fig. 1- Direttrici stradali ad alto rischio di incidente da ungulati con previsione di prioritari interventi finalizzati alla prevenzione degli incidenti.
Allegato I – Pianificazione faunistica 8
Fig. 2- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni ai seminativi (foraggere e grano) da parte degli ungulati.
Fig. 3- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni alle coltivazioni arboricole (vigneti e frutteti) da parte degli ungulati.
Allegato I – Pianificazione faunistica 9
Fig. 4- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni da corvidi
Fig. 5- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni da parte dello storno.
Allegato I – Pianificazione faunistica 10
Fig. 6- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni agli argini fluviali da parte della Nutria.
Fig. 7- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per ripristini e miglioramenti ambientali.
Allegato I – Pianificazione faunistica 11
Fig. 8- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per recupero e mantenimento di spazi aperti.
Fig. 9- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per l’eradicazione del Silvilago.
Anatidi (Anatidae)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione delle attuali distribuzioni
Attività di ricerca Areali di distribuzione delle
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca Areali di distribuzione delle
specie Entro anno 2011
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areali di distribuzione delle
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areali di distribuzione delle
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage point Count Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti svernanti Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Analisi cinegetiche Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point Count Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Areale di distribuzione delle
specie cacciabili Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria e
invernale Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti acquistati
geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto solo nel caso di soggetti
acquistati geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 8. Controllo
Collezione di misure biometriche Non previste
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati e
raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Attrattori non consentiti
11. Prevenzioni
Allontanamento Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areali di distribuzione delle specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta
Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
14. Documentazione tecnica
Trasmissione in forma standardizzata ed archiviazione dati su supporti informatici
Areali di distribuzione delle specie
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Aquila reale (Aquila chrysaetos)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2011
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio Areale di distribuzione delle
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 3. Stima della consistenza numerica
Censimento/monitoraggio siti nidificazione Areale di distribuzione delle
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Valutazione del trend demografico
Monitoraggio Areale di distribuzione delle
specie Entro anno 2011
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Intero territorio provinciale Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale,
6. Liquidazione dei danni Alta Liquidazione del danno
Areali di distribuzione delle specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale Provincia,
Parco Nazionale
7. Misure di salvaguardia Tutela siti nidificazione Siti di nidificazione Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Formazione e addestramento Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale
Progetto Ardeidi (Ardeidae)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione delle attuali distribuzioni Attività di ricerca
Areali di distribuzione delle specie
Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca Areali di distribuzione
delle specie Entro anno 2011
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni agli allevamenti
ittici Areali di distribuzione
delle specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio delle specie Areali di distribuzione
delle specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage point counts Aree campione negli areali
di distribuzione delle specie
Periodico annuale Provincia
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento dormitoi Aree campione negli areali
di distribuzione delle specie
Periodico annuale Provincia
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento presso allevamenti ittici Aree campione negli areali
di distribuzione delle specie
Periodico annuale Provincia
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta monitoraggio Aree campione negli areali
di distribuzione delle specie
Entro anno 2011 Provincia
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Controllo Allontanamento Aree con densità superiore
agli obiettivi o danni conclamati
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
8. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco
Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areali di distribuzione
delle specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Istallazione di protezioni Areali di distribuzione
delle specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
9. Prevenzione
Allontanamento Areali di distribuzione
delle specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di accertamento e quantificazione del danno
Areali di distribuzione delle specie*
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 10. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areali di distribuzione
delle specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
11. Miglioramenti ambientali
Controllo fonti alimentari di origine
artificiale Areali di distribuzione
delle specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard
tramite supporti informatici
Areali di distribuzione delle specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
*: prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche del testo)
Capriolo (Capreolus capreolus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione
Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale 2008- 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Tutte le aree in cui si esercita
la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage Point Survey Areale di distribuzione della
specie con priorità nel C2 e C3 Periodico: annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione con priorità nel
C2 e C3 Periodico: annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento con faro Aree campione con priorità nel
C2 e C3 Periodico: annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Pellet Count Group Aree campione con priorità nel
C2 e C3 Periodico: annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste
Prelievo selettivo C2 e C3. In C1 e a nord della strada pedecollinare l’attività
venatoria è vietata
Nel rispetto dei calendari venatori
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a prelievo
venatorio Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Allevamento o detenzione di animali
Solo nel caso di soggetti raccolti
accidentalmente, recuperati o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Area ad alto rischio incolumità
ed incidenti stradali in C.1; C.2 e C.3
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Controllo numerico (abbattimento) Area ad alto rischio incidenti,
sanitario o alte densità Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Allontanamento Non previsto
Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
latra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di recinzioni elettrificate o
metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
11. Prevenzione
Attrattori (saline) non consentiti
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie*
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Tutta la Provincia Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche del testo)
Cervo (Cervus elaphus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Gestione coordinata della specie nell’areale di distribuzione dell’Appennino tosco-emiliano
Alta Istituzione gruppo di coordinamento tecnico- amministrativo interprovinciale con coordinamento INFS
Province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Massa- Carrara
Entro il 2009 Provincia, Parco Nazionale INFS, Altre Province
Provincia, Parco Nazionale, INFS, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
2. Quantificazione dell’areale di distribuzione
Alta Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
3. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Anno 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Tutte le aree in cui si esercita
la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
4. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage Point Survey Areale di distribuzione della
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento Bramito Areale di distribuzione della
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Stima della consistenza numerica e valutazione del trend demografico
Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Aree ad alto rischio
incolumità ed incidenti stradali
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Prelievo selettivo Areale di distribuzione della
specie
Nel rispetto dei calendari venatori
entro 2 anni
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
entro 2 anni
Provincia, Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Allevamento o detenzione di animali
Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Area ad alto rischio
incolumità ed incidenti stradali
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Controllo numerico Area ad alto rischio incidenti,
sanitario o alte densità Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Allontanamento Non previsto
Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a controllo
numerico Tutto l’anno
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo controllo e raccolti Aree campione nell’areale di
distribuzione Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o altra
causa Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Istallazione di recinzioni elettrificate o metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
11. Prevenzione
Attrattori non consentiti
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi
fissi naturali, gestione forestale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, INFS Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari definiti
dalla Provincia
Provincia, INFS Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, INFS Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Cinghiale (Sus scrofa)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione
Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Anno 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento su neve Areale di distribuzione della
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Area ad alto rischio incolumità
ed incidenti stradali Occasionale Soprattutto
in inverno
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Prelievo selettivo Areale di distribuzione della
specie Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Prelievo collettivo Areale di distribuzione della
specie Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a prelievo
venatorio Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Allevamento o detenzione di animali
Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati
o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Area ad alto rischio incidenti o
sanitario Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Controllo numerico Areale di distribuzione della
specie non soggetto a prelievo venatorio
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Allontanamento Areale di distribuzione della
specie non soggetto a prelievo venatorio
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di recinzioni elettrificate o
metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie*
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Colombaccio (Colomba palumbus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Analisi cinegetiche Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Allevamento a fini di detenzione
In cattività Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In campo aperto Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e
controllo numerico Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annualmente
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Cormorano (Phalacrocorax carbo)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni agli allevamenti ittici Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo in deroga Aree in cui si esercita il
prelievo Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento presso allevamenti ittici Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro anno 2011
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo in deroga Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia,
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo in deroga e controllo numerico
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annualmente
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche indicate nel testo)
Cornacchia grigia (Corvus corone cornix)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie presso le
discariche provinciali Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro l’anno 2011
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti
recuperati o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Non Consentite Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti
con prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine
artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard
tramite supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Corvo imperiale (corvus corax)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio delle specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica
Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito
7. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
8. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
9. Prevenzione
Allontanamento Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 10. Liquidazione dei danni
Alta Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
12. Misure di salvaguardia Alta Tutela siti nidificazione Siti di nidificazione Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Daino (Dama dama)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Entro l’anno 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Tutte le aree in cui si esercita
la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage Point Survey Areale di distribuzione della
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Aree ad alto rischio
incolumità ed incidenti stradali
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia , Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Prelievo selettivo Areale di distribuzione della
specie Nel rispetto dei
calendari venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Allevamento o detenzione di animali
Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Area ad alto rischio
incolumità ed incidenti stradali
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Controllo numerico Area ad alto rischio incidenti,
sanitario o alte densità Tutto l’anno Provincia,
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Alta Allontanamento Non previsto
Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a controllo
numerico Tutto l’anno Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno Provincia,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo controllo e raccolti Aree campione nell’areale di
distribuzione Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di recinzioni elettrificate o
metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
11. Prevenzione
Attrattori (saline) non consentiti
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi
fissi naturali, gestione forestale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti
Faunistici
Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni
convenzionate
*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Fagiano (Phasianus colchicus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Osservazioni cinegetiche Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture
Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi inclusi in urbanizzato con densità
superiore agli obiettivi (all’interno dello stesso istituto)
Invernali Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Invernali
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da allevamento Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Primaverili-estivi
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo con regolamentazione speciale (caccia
programmata) Aree sperimentali
Programmazione su base pluriennale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio e traslocazione
Stagione venatoria e invernale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti di origine
locale o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di ripopolamento
In campo aperto solo con soggetti naturalmente in loco, recuperati di origine locale o acquistati
Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Catture
Traslocazione da aree di produzione con densità
superiore agli obiettivi o danni conclamati
Invernali Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi
Invernali con riduzione progressiva del 4%/anno
dell’area ripopolata
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto
Alta Allontanamento Aree di produzione con densità superiore agli obiettivi o danni
conclamati
Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree di Produzione oggetto di
cattura Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati,
traslocati, catturati e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie*
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Gazza (Pica pica)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie presso le discariche
provinciali Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Vantage Point Survey Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro l’anno 2012
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori Aree soggette a controllo
numerico in essere Tutto l’anno Provincia,
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo
numerico in essere Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti
Faunistici
Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni
convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Germano (Anas platyrhynchos)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia, ,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Point Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti svernanti Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Analisi cinegetiche Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste Ripopolamenti da traslocazioni Non previste
Ripopolamenti da allevamento Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi
Primaverili con prelievo venatorio posticipato ad
ottobre
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria e
invernale Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati geneticamente certificati
Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di
ripopolamento
In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati geneticamente certificati
Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Catture Non previste Ripopolamenti Non previsti Controllo numerico Non previsto
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Non previste
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati e
raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Alta Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie
Tutto l’anno Provincia,,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti
Faunistici
Provincia, , AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni
convenzionate
Ghiandaia (Garrulus Glandarius)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di attività/applicazione Crono Programma Responsabilità
Azioni/interventi Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della specie Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della specie Entro anno 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie presso le
discariche provinciali Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la gestione
venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il controllo
numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage Point Survey Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo Areale di distribuzione della specie
cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a prelievo
venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti
recuperati o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori Aree soggette a controllo numerico
in essere Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo numerico Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti
con prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine
artificiale Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard
tramite supporti informatici
Areale di distribuzione della specie Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento
per operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Istrice (Hystrix cristata)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento su tracce Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento eventi riproduttivi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi catturati e
raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
7. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate
o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Catture per traslocazione Areale di presenza con rischio idraulico e danni conclamati
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti
8. Prevenzione/ Mitigazione del conflitto con l’agricoltura
Allontanamento Non consentito
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 9. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
10. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 11. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
12. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Lepre (Lepus europaeus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di attività/applicazione Crono Programma Responsabilità
Azioni/interventi Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della specie Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della specie Entro anno 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la gestione
venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Avvistamenti cinegetici Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimenti con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Pellet Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi
inclusi in urbanizzato con densità superiore agli obiettivi (all’interno dello stesso istituto)
Invernali Provincia
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Invernali
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti con animali da
allevamento o provenienti dall’ estero Non consentiti
Prelievo Areale di distribuzione della specie
cacciabile Nel rispetto dei
calendari venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo con regolamentazione speciale
(caccia programmata) Aree sperimentali
Annuale con programmazione su
base pluriennale
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a prelievo
venatorio e traslocazione Stagione venatoria e
invernale Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti
acquistati con certificazione genetica Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di ripopolamento
In campo aperto solo con soggetti
naturalmente in loco, o di origine locale Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Catture Traslocazione da aree di produzione con densità superiore agli obiettivi o
danni conclamati Invernali
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Invernali
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto
Allontanamento Aree di produzione con densità superiore agli obiettivi o danni
conclamati
Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
traslocazione Invernale
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti
con prelievo, traslocati e raccolti A campione su tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti
stradali o altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti e dissuasori Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Istallazione di protezioni, recinzioni
elettrificate o metalliche Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard
tramite supporti informatici
Areale di distribuzione della specie Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento
per operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Lupo (Canis lupus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Periodo
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione spaziale
Alta Attività di ricerca/ricerca (scheda 1; scheda 5)) Areale di distribuzione della
specie 2008-2011 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Quantificazione del numero, composizione e grado di aggregazione dei branchi locali
Alta Monitoraggio della presenza del Lupo
(scheda 1) Settore montano e collinare 2008-2011
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Monitoraggio degli eventi di predazione e dei
danni (scheda 12) Settore montano e collinare 2008-2011
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Interventi di prevenzione: installazione di
recinti fissi ed elettrificati a protezione delle greggi
Settore montano e collinare 2008-2011 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
3. Mitigazione del conflitto con la zootecnia
Alta Incontri con Stakeholders, diffusione delle
conoscenze e delle informazioni acquisiti nel corso degli studi(scheda 15)
Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Snow-traching (scheda 5) Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Genetica molecolare non invasiva (scheda 5) Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Wolf-howling (scheda 5) Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Monitoraggio della presenza del Lupo
Alta Radio-traching (scheda 5) Areale di distribuzione della
specie
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno (scheda 12)
Areale di distribuzione della specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale,
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Liquidazione dei danni
Alta Liquidazione del danno (scheda 12) Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Formazione personale Alta Corsi di formazione ed aggiornamento Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Parco Nazionale, Provincia, Parco Nazionale
Moretta tabaccata (Aythya nyroca)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012 Provincia
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio delle specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento svernanti Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro anno 2012
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Raccolta reperti biologici di capi raccolti Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
6. Controllo sanitario
Collezione di misure biometriche su capi
raccolti Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
7. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
8. Prevenzione
Allontanamento Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 9. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areali di distribuzione delle specie
Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 10. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areali di distribuzione delle specie
Annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
11. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti
Faunistici
Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni
convenzionate
Muflone (Ovis musimon)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione
Alta Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Entro l’anno 2012 Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Tutte le aree in cui si esercita
la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage Point Survey Areale di distribuzione della
specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di
distribuzione Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Aree ad alto rischio
incolumità ed incidenti stradali
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo selettivo Areale di distribuzione della
specie Nel rispetto dei
calendari venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della
specie Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Allevamento o detenzione di animali
Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Area ad alto rischio
incolumità ed incidenti stradali
Occasionale Soprattutto in inverno
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Controllo numerico Area ad alto rischio incidenti,
sanitario o alte densità Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Allontanamento Non previsto
Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di
controllo Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo controllo e raccolti Aree campione nell’areale di
distribuzione Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o altra
causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di recinzioni elettrificate o metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
11. Prevenzione
Attrattori (saline) non consentiti
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi
fissi naturali, gestione forestale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari definiti
dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annualmente
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Mustelidi (Musteldae)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Determinazione delle attuali distribuzioni spaziali
Attività di monitoraggio/ricerca Areali di distribuzione delle
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Stima della consistenza numerica
Alta Attività di monitoraggio/ricerca Areali di distribuzione delle
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento su traccia Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 3. Stima della consistenza numerica
Censimento con faro Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Valutazione del trend demografico
Alta Pellet counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
6. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
7. Prevenzione/mitigazione danni
Allontanamento Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 8. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 10. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areali di distribuzione delle specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
11. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Nutria (Myocastor coypus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento su tracce Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Avvistamenti e risultati abbattimenti Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie 2008-2012
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture (traslocazione) Non consentite Ripopolamenti Non consentiti Prelievo Non consentito
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Non consentite
In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture per traslocazione Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Alta Controllo numerico (eradicazione)
Areale di presenza con particolare intensità nelle aree
a densità elevate, rischio idraulico e danni conclamati
Tutto l’anno Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Non consentito
Attrattori Aree soggette a controllo
numerico in essere Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno Provincia
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, ,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate
o metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Non consentito
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, ,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, ,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, ,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti
Faunistici
Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni
convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr.cartografie tematiche nel testo)
Passeri (Passeridae)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione delle attuali distribuzioni
Attività di ricerca Areali di distribuzione delle
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areali di distribuzione delle
specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areali di distribuzione delle
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areali di distribuzione delle
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento dormitoi Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo Areali di distribuzione delle
specie cacciabili Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Non Consentite Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Non consentito Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Non consentite
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areali di distribuzione delle specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areali di distribuzione delle specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Pernice rossa (Alectoris rufa)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Osservazioni cinegetiche Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture
Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi inclusi in urbanizzato con densità superiore agli obiettivi
(all’interno dello stesso istituto)
Invernali Provincia
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Invernali
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Ripopolamenti da allevamento con
certificazione genetica Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Primaverili-estivi
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo sperimentale con regolamentazione
speciale (caccia programmata) Aree sperimentali
Annuale con programmazione su base
pluriennale
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio e traslocazione
Stagione venatoria e invernale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati con certificazione genetica
Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di
ripopolamento
In campo aperto solo con soggetti naturalmente in loco, recuperati di origine locale o acquistati
con certificazione genetica Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Traslocazione da aree di produzione con densità superiore agli obiettivi
Invernale Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Invernali
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto
Allontanamento Aree di produzione con densità
superiore agli obiettivi Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree di Produzione oggetto di
cattura Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati,
traslocati, catturati e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Piccione Domestico (Colomba livia)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro anno 2011
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti Prelievo Non consentito
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Non consentite
In cattività Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di
detenzione In campo aperto Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e
controllo numerico Tutto l’anno Provincia
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, , AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Quaglia (Coturnix coturnix)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Monitoraggio dei danni Non previsti
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica
Analisi cinegetiche Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste Ripopolamenti da traslocazione Non previsti
Ripopolamenti da allevamento Liberazione di esemplari con
certificazione genetica Primaverile estiva
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da allevamento per
addestramento cani Liberazione di esemplari con
certificazione genetica
Nel rispetto dei regolamenti su CAC e
Campi gara
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria e
invernale Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti acquistati
geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di ripopolamento
In cattività solo nel caso di soggetti acquistati
geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste Ripopolamenti Non previsti Controllo numerico Non previsto Allontanamento Non previsto
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Non previste
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati e
raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti Non previsto
Istallazione di protezioni Non previsto Diversivi alimentari Non previsto Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Non previsto
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Non previsto 12. Liquidazione dei danni ai
coltivi Liquidazione del danno Non previsto
13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Randagismo canino (Canis domesticus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Tutta la Provincia Entro due anni Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutta la Provincia Entro l’anno 2012 Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Aree campione su tutta la
Provincia Entro 2 anni
Provincia, AUSL Parco Nazionale, Comitato
provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio delle anagrafi canine Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il Piano
di controllo Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Censimento canino Aree campione su tutta la
Provincia Periodico annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza
numerica
Alta Monitoraggio delle anagrafi canine Aree campione su tutta la
Provincia Periodico annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Transect Aree campione su tutta la
Provincia Periodico annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
6. Allevamento a fini di detenzione
In cattività solo nel caso di soggetti
legalmente detenuti Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati
Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati
Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
7. Piano di controllo
Collezione di misure identificative Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
8. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi catturati e
raccolti, campagna di sterilizzazione A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
9. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali
o altra causa A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni, recinzioni
elettrificate o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
10. Prevenzione
Allontanamento Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate 11. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
12. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine
artificiale Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
13. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard
tramite supporti informatici
Tutta la Provincia Annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
14. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Comitato provinciale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Randagismo felino (Felix catus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Tutta la Provincia Entro due anni Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Tutta la Provincia Entro l’anno 2012 Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Aree campione su tutta la
Provincia Entro 2 anni
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio delle anagrafi feline Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il Piano
di controllo Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia, AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Censimento Aree campione su tutta la
Provincia Periodico annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza
numerica Alta Monitoraggio delle anagrafi feline
Aree campione su tutta la Provincia
Periodico annuale Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Transect Aree campione su tutta la
Provincia Periodico annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti
legalmente detenuti Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito
Catture Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati
Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti Non consentiti Controllo numerico Non consentiti
Allontanamento Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati
Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
7. Piano di controllo
Collezione di misure identificative Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
8. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi catturati e
raccolti, campagna di sterilizzazione A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
9. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali
o altra causa A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni, recinzioni
elettrificate o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
10. Prevenzioni
Allontanamento Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
11. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL
Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
12. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine
artificiale Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
13. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard
tramite supporti informatici
Tutta la Provincia Annuale
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
14. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Rapaci diurni (Accipitride, Falonidae)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Determinazione delle attuali distribuzioni spaziali
Alta Attività di monitoraggio Areali di distribuzione delle
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 2. Stima della consistenza numerica
Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
3. Valutazione del trend demografico
Point counts/osservazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 5. Accertamento e liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Miglioramenti ambientali Alta Tutela siti nidificazione per le specie più a
rischio Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Formazione e addestramento Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Rapaci notturnii: Strigidae
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Determinazione delle attuali distribuzioni spaziali
Alta Attività di monitoraggio Areali di distribuzione delle
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 2. Stima della consistenza numerica
Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
3. Valutazione del trend demografico
Point counts/osservazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 5. Accertamento e liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Miglioramenti ambientali Alta Tutela siti nidificazione per le specie più a
rischio Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Formazione e addestramento Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Starna (Perdix perdix)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Osservazioni cinegetiche Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture
Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi inclusi in urbanizzato con densità superiore agli obiettivi
(all’interno dello stesso istituto)
Invernali Provincia
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti da traslocazione Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi
Invernali con riduzione progressiva del 8%/anno
dell’area ripopolata
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Ripopolamenti da allevamento con
certificazione genetica Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi
Primaverili- estivi con riduzione progressiva del
8%/anno dell’area ripopolata
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Prelievo sperimentale con regolamentazione
speciale (caccia programmata) Aree sperimentali Annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio e traslocazione
Stagione venatoria e invernale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati con certificazione genetica
Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di
ripopolamento
In campo aperto solo con soggetti naturalmente in loco, recuperati di origine locale o acquistati
con certificazione genetica Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Catture Traslocazione da aree di produzione con densità superiore agli obiettivi
Invernali Provincia, Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Ripopolamenti Liberazione in aree con densità
inferiore agli obiettivi Invernali
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto
Allontanamento Aree di produzione con densità
superiore agli obiettivi Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree di Produzione oggetto di
cattura Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati,
traslocati, catturati e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Diversivi alimentari Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areale di distribuzione della specie
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Storno (Sturnus vulgaris)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico/
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo in deroga Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro l’anno 2012
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
6. Prelievo
Prelievo in deroga, purché nel rispettato della temporaneità, localizzazione e circostanze
specifiche previsti negli appositi atti e coerentemente al calendario venatorio
Areale di distribuzione della specie cacciabile
Nel rispetto dei calendari venatori
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e
controllo numerico Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale e
siti nidificazione Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti
Faunistici
Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni
convenzionate
*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Taccola (/orpus monedula)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie presso le discariche
provinciali Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Point count Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Anno 2011
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Crowing Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
6. Prelievo Prelievo
Areale di distribuzione della specie cacciabile
Nel rispetto dei calendari venatori
Provincia Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Non Consentite Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL
Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzioni
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Tarabuso (Botaurus stellaris)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro due anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012 Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio delle specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo Entro 2 anni Provincia
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Vantage point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica
Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Periodico annuale
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione negli areali di
distribuzione delle specie Entro l’anno 2012
Provincia Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
6. Prevenzione
Allontanamento Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle
specie Tutto l’anno
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale
Areali di distribuzione delle specie
Tutto l’anno Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia Provincia,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 9. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areali di distribuzione delle specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
10. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Tortora dal collare (Streptopelia decaocto)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Vantage point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento su transetto Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Point counts Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti
Controllo numerico Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Attrattori Aree con densità superiore agli
obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
7. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e
controllo numerico Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
9. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
10. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 11. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
12. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 13. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
14. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)
Volpe rossa (Vulpes vulpes)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
2. Qualificazione dello status demografico
Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della
specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la
gestione venatoria Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate
Avvistamenti cinegetici Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
4. Stima della consistenza numerica
Censimento eventi riproduttivi Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Entro l’anno 2012
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Transect Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Prelievo Areale di distribuzione della
specie cacciabile Nel rispetto dei calendari
venatori Provincia
Gestori Istituti Faunistici,
Provincia, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a
prelievo venatorio Stagione venatoria
Provincia, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
In cattività solo nel caso di soggetti sequestrati,
recuperati o acquistati di origine locale Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Alta Controllo numerico
Aree di produzione e aree non soggette a prelievo venatorio
con densità superiore agli obiettivi o danni conclamati
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento
Aree di produzione e aree non soggette a prelievo venatorio
con densità superiore agli obiettivi o danni conclamati
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate
o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzione
Allontanamento Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo
schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendari
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in formato standard tramite
supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Annuale
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate
Progetto Silvilago (Sylvilagus floridanus)
Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di
attività/applicazione Crono Programma
Responsabilità Azioni/interventi
Realizzatori Azioni/interventi
1. Quantificazione dell’attuale distribuzione
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Entro due anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie
Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della
specie Anno 2011
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della
specie Entro 2 anni
Provincia Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il
controllo numerico Entro 2 anni Provincia
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione
Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Censimento con faro Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica
Censimento su tracce Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Avvistamenti e risultati abbattimenti Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Anno 2011
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
5. Valutazione del trend demografico
Alta Aree campione nell’areale di
distribuzione della specie Periodico annuale
Provincia Parco Nazionale, Gestori
Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate Catture (traslocazione) Non consentite Ripopolamenti Non consentiti Prelievo Non consentito
6. Prelievo
Collezione di misure biometriche Non consentite
In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o
acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione
In campo aperto Non consentito Catture per traslocazione Non consentite Ripopolamenti Non consentiti
Alta Controllo numerico (eradicazione)
Areale di presenza con particolare intensità nelle aree
a densità elevate e danni conclamati
Tutto l’anno Provincia,
Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Allontanamento Non consentito
Attrattori Aree soggette a controllo
numerico in essere Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
8. Piano di controllo
Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo
numerico Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con
prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno
Provincia, AUSL Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate
10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o
altra causa A campione su tutta la
Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate
Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate
o metalliche Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni
convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti
11. Prevenzioni
Allontanamento Non consentito
Alta Protocollo standardizzato per perizie di
accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi
Liquidazione del danno Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della
specie* Tutto l’anno
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Alta Trasmissione in forma standardizzata ed archiviazione dati su supporti informatici
Areale di distribuzione della specie
Redazione di idonee relazioni tecniche
secondo schema definito dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
Trasmissione dati nel rispetto di calendario
definiti dalla Provincia
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
14. Documentazione tecnica
Trasmissione dati in
formato standard tramite supporti informatici
Provincia, Parco Nazionale,
Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,
Enti/Associazioni convenzionate
15. Formazione e addestramento
Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per
operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno
Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici
Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate