PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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PROVINCIA DI REGGIO EMILIA PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012 La Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari Il Dirigente U.P. Gestione Faunistico venatoria e forestale Dott. Giovanni Iemmi Approvato dal Consiglio Provinciale con atto n. 22 del 30/04/2008 Volume 2 – Pianificazione Faunistica

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PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

La Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari Il Dirigente U.P. Gestione Faunistico venatoria e forestale Dott. Giovanni Iemmi

Approvato dal Consiglio Provinciale con atto n. 22 del 30/04/2008

Volume 2 – Pianificazione Faunistica

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PROVINCIA DI REGGIO EMILIA Assessorato Ambiente Assessore Alfredo Gennari

AREA CULTURA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Dott.ssa Anna Campeol, Dirigente Servizio Pianificazione Territoriale, Paesaggistica e Ambientale Dott.ssa Annalisa Sansone, Dirigente Servizio Ambiente Dott. Giovanni Iemmi, Dirigente U.P. Gestione Faunistico Venatoria e Forestale Gruppo interno di supporto alla progettazione Dott. Santi Nino Dott. Santini Sergio Dott. Attilio Giacobbe Dott. Alessandro Merlo Dott. Giovanni Raudino Graziella Candiani Giovanna Ligabue Luana Gallingani

Consulenza esterna per progettazione Dott. Willy Reggioni Dott. Marco Picciati Dott. Ambrogio Lanzi Arch. Carlo Galloni

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VOLUME 2 - PIANIFICAZIONE FAUNISTICA

INDICE Presentazione i 1 - Definizione della Superficie Agro-Silvo-Pastorale 1 2 - Destinazione territoriale della SASP in rapporto ai Comprensori individuati 10 3- Individuazione dei Comprensori Faunistici Omogenei 20 4- Obiettivi: 34

Conservazione della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico 36 Salvaguardia del tessuto produttivo agricolo 39 Valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo dei cacciatori In un’ottica di gestione attiva delle risorse del territorio 41 Formazione degli operatori 43

5 - Fauna selvatica: pianificazione delle attività gestionali e definizione delle densità obiettivo 75

5.1 - Pianificazione delle attività gestionali 75 5.2 - Definizione delle densità obiettivo 77

5.2.1- Definizione delle densità obiettivo per gli Ungulati 81 5.2.2- Definizione delle densità obiettivo per la Selvaggina Stanziale 103

6 - Gli Istituti faunistici: idoneità territoriale e pianificazione delle attività gestionali 1231 7 – Gestione faunistica ed eventualmente venatoria dei terreni forestali appartenenti al patrimonio regionale 164 8 - Approvvigionamento di richiami vivi di cattura ed allevamento 165 9- Fondi agricoli sottratti all’attività venatoria e Fondi chiusi 166 10- Danni, prevenzione ed interventi ambientali 168 11- Piano Faunistico Venatorio ed integrazione con PSR regionale PRIP 171 12- Individuazione della SASP per la determinazione degli Indici di Densità Venatoria 174 13 - Valichi montani 175

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PRESENTAZIONE Questo piano ha affrontato il tema faunistico venatorio in modo nuovo, e cioè quello di unire insieme e sinergicamente tre principi: a) l'importanza della conservazione della fauna selvatica e degli ecosistemi, in quanto questi rappresentano una risorsa ed un bene prezioso del nostro territorio; b) la salvaguardia del tessuto produttivo agricolo, poiché è solo con il corretto equilibrio fra natura e attività umane presenti sul territorio che si raggiunge una buona sostenibilità; c) valorizzazione dell'attività venatoria e del ruolo dei cacciatori, in quanto è attraverso il buon governo dell'attività venatoria che si può effettivamente raggiungere l'equilibrio fra natura ed uomo e che quindi rappresenta una possibilità in più da cogliere piuttosto che "un problema da affrontare". Il Piano Faunistico si compone di due parti, una prima conoscitiva che è stata momento di sintesi di tutte le conoscenze ed esperienze sin qui maturate. Nel quadro conoscitivo infatti vengono descritte le fasce climatiche e vegetazionali del territorio, sono aggiornati gli usi del suolo. Si descrive l'assetto faunistico della nostra provincia, descrivendo gli areali di distribuzione delle specie animali e si forniscono tutte le necessarie informazioni a base della parte pianificatoria. Nella seconda parte del piano, quella più specificatamente pianificatoria, si affrontano i temi della superficie agrosilvopastorale (SASP) cioè quella superficie del territorio dove si effettua l'attività venatoria o dove prevale la protezione della fauna come nelle oasi, riserve naturali e parchi. Si definiscono anche le azioni di piano, che sono illustrate singolarmente in schede tematiche - anche questa una novità di questo piano - e che si rivolgono, ad esempio al monitoraggio continuo dello stato della fauna presente sul territorio, si mira a migliorare sempre più la collaborazione fra Enti, aziende ed associazioni, ad esempio con la prevista istituzione di un "gruppo di lavoro permanente" e di un istituzionale "osservatorio faunistico provinciale", si dà l'impulso ad una migliore e più efficiente gestione dell'attività venatoria anche attraverso buona pratiche gestionali basate sulle più moderni approcci alla caccia e tecniche di settore, ma altro elemento innovativo è quello di aumentare sempre più la formazione degli operatori del settore, a favore dell'efficacia e della sicurezza, e della sensibilizzazione e divulgazione dei temi faunistico venatori. Il presente piano faunistico venatorio si pone l'obiettivo di accrescere ancora la capacità di programmazione di indirizzo e di controllo da parte dell'Amministrazione provinciale e di prevedere un percorso ed azioni per l'ottimizzazione e l'omogeneità di procedure per gli istituti che operano la gestione venatoria. La collaborazione raggiunta tra agricoltori, cacciatori ed ambientalisti rimane un punto fermo da mantenere; la caccia sociale partecipata, un prelievo improntato alla sostenibilità, un cacciatore legato al territorio, le politiche gestionali, i miglioramenti ambientali finalizzati alla riproduzione naturale della

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fauna selvatica sono il filo conduttore che caratterizza le proposte operative del presente piano. E' stato importante, per la stesura del Piano, il lavoro di concertazione e di ascolto, internamente con la Commissione consiliare e con le strutture dei vari servizi, ed esternamente con gli organi istituzionali, le associazioni agricole ed ambientaliste, il mondo venatorio sia con gli ATC che le associazioni, perchè riteniamo che con il coinvolgimento di tutti gli attori si raggiunge la necessaria coesione che permette di ottenere concreti risultati e di attuare percorsi virtuosi ed efficaci, riteniamo altresì che lo stesso metodo debba caratterizzare il Piano nella sua attuazione. Il nostro impegno è anche quello di stimolare momenti di confronto e sensibilizzazione per accrescere la coesione su una tematica a forte rilevanza sociale, nella volontà di attivare azioni innovative per elevare la qualità ambientale, garantire la salvaguardia dell'attività agricola e la sostenibilità dell'attività venatoria. Alfredo Gennari

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1. PIANIFICAZIONE FAUNISTICA 1.1 - Definizione della Superficie Agro-Silvo-Pastorale La presente parte del piano tratta gli aspetti pianificatori in materia

faunistico-venatoria e risponde alla vigenti disposizioni nazionali e regionali e a

quanto previsto dagli indirizzi regionali per la programmazione faunistico-

venatoria provinciale.

Sono altresì sviluppati gli argomenti secondo un’ottica di aderenza rispetto

ai territori e realtà locali e degli indirizzi delle politiche rivolte al settore.

L’individuazione della Superficie Agro-Silvo-Pastorale (SASP) rappresenta il

primo elemento di definizione della pianificazione faunistico-venatoria

provinciale. Tutto il territorio agro-silvo-pastorale, come previsto dall’art 10

della Legge 157/92, è soggetto infatti a pianificazione faunistico-venatoria

finalizzata, per le diverse specie di fauna selvatica, al conseguimento delle

densità ottimali ed alla loro conservazione mediante riqualificazione delle risorse

ambientali e regolamentazione del prelievo venatorio. Occorre pertanto

procedere alla destinazione differenziata del territorio agro-silvo-pastorale in

prima istanza per le zone di protezione e per le zone a gestione privata; il

rimanente territorio resta quindi destinato a forme di gestione programmata

della caccia, coerentemente con le vigenti disposizioni nazionali (Art. 10 L.

157/92).

Il principio ispiratore della Legge è teso a far ricadere nella definizione di

superficie agro-silvo-pastorale tutto il territorio potenzialmente utile per la

fauna, incluso pertanto nella pianificazione faunistico venatoria da parte delle

Regioni e delle Province. Diversamente da ciò, un approccio prettamente

letterale al termine agro-silvo-pastorale porterebbe all’esclusione di ampie

porzioni di territorio di rilevante interesse faunistico e venatorio, come ad

esempio le zone umide, i corsi d’acqua e gli affioramenti litoidi, sui quali non

sarebbe quindi possibile qualsivoglia forma di gestione o protezione (Spagnesi et

al., 1993) mentre invece l’azione di salvaguardia e di prelievo per fini venatori

della fauna selvatica non può che essere attuata su tutto il territorio idoneo alla

stessa fauna selvatica.

A tale proposito, alla luce delle indicazioni dell’Istituto Nazionale per la

Fauna Selvatica (Spagnesi et al., 1993), la Regione Emilia-Romagna, con propria

DGR 196/2006, fa chiarezza sulle tipologie ambientali (corrispondenti a superfici

territoriali) che concorrono al calcolo della superficie agro-silvo-pastorale di

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ciascuna Provincia, specificando che devono essere comprese anche realtà

territoriali, quali zone umide, corsi d’acqua, incolti, rocce, calanchi ed altro, che

non rientrano nella definizione letterale del termine, ma che devono

necessariamente essere incluse sia per il loro rilevante interesse faunistico che

per rispondere appieno ai dettami della Legge 157/92. Rimangono quindi escluse

dalla quantificazione della SASP tutte le superfici che non vengono utilizzate in

tutto o in buona parte dalla fauna selvatica o che, per le loro stesse

caratteristiche, non possono essere gestite a fini faunistici (Zone urbanizzate ed

industriali, aree estrattive, aree ricreative e sportive ecc.).

Metodologia di calcolo della superficie agro-silvo-pastorale

La base dati utilizzata per il calcolo della SASP provinciale è rappresentata

dalla Carta digitale di uso reale del suolo della Regione Emilia-Romagna, ricavata

dalla fotointerpretazione delle immagini satellitari “Quick bird” dell’anno 2003.

Su base GIS (Geographic Information System), si è dapprima proceduto al calcolo

dell’estensione delle differenti tipologie ambientali all’interno dei 229.029 ettari

del territorio provinciale e successivamente si è proceduto a calcolare la SASP

provinciale sommando tra loro l’estensione delle tipologie ambientali come

espressamente indicato nell’Appendice della DGR 196/2006.

Definizione della superficie agro-silvo-pastorale 2008-2012

In provincia di Reggio Emilia sono presenti 62 delle 83 tipologie ambientali

osservabili sul territorio dell’intera Regione Emilia-Romagna (Tab. 1.1).

Le tipologie ambientali che non concorrono al calcolo della SASP, e

pertanto non sottoposte a pianificazione faunistico venatoria, sono 26 e si

estendono per 24.559 ettari, pari al 10,7% della superficie provinciale (Tab.2).

Si tratta principalmente di zone urbanizzate a tessuto residenziale rado e/o

discontinuo ed insediamenti produttivi industriali e artigianali, che occupano un

totale di quasi 20.000 ettari (8,6%). Ciascuna delle altre categorie ambientali ha

una incidenza sul territorio provinciale inferiore allo 0,5%. Per semplicità,

l’insieme delle tipologie elencate in Tab. 1.2, escluse dal calcolo della SASP e

caratterizzate da una forte presenza antropica, saranno a seguire indicate con il

termine generico di territorio “Urbano”.

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Sigla Tipologia ambientale Superficie (Ha) Superficie

(%)

Se Seminativi semplici 78.982 34,49

Bq Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni 36.228 15,82

Sn Seminativi in aree non irrigue 31.498 13,75

Bf Boschi a prevalenza di faggio 17.452 7,62

Er Zone urbanizzate a tessuto residenziale rado 8.463 3,70

Cv Vigneti 7.340 3,20

Ze Colture agrarie con spazi naturali importanti 6.131 2,68

Ia Insediamenti produttivi industriali e artigianali 5.898 2,58

Tn Aree con vegetazione arbustiva e alberi sparsi 5.759 2,51

Ed Zone urbanizzate a tessuto discontinuo 5.332 2,33

Tp Praterie e brughiere di alta quota 2.782 1,21

Pp Prati stabili 2.477 1,08

Cp Pioppeti colturali 2.416 1,05

Af Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa 2.116 0,92

Dc Aree calanchive 1.778 0,78

Cf Frutteti 1.750 0,76

Bm Boschi misti di conifere e latifoglie 1.164 0,51

Av Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante 1.107 0,48

Qa Aree estrattive attive 1.072 0,47

Ac Canali 1.016 0,44

Ba Boschi di conifere 807 0,35

Zo Sistemi colturali particellari 702 0,31

Vs Campi da calcio, atletica e tennis 669 0,29

Dr Rocce nude, falesie e affioramenti 645 0,28

Vp Parchi e ville 581 0,25

Qc Cantieri 560 0,24

Dx Aree con vegetazione rada 428 0,19

Rs Reti stradale e spazi accessori 376 0,16

Ui Zone umide interne 327 0,14

Ax Bacini artificiali di varia natura 277 0,12

So Colture orticole in tunnel 237 0,10

Bc Castagneti da frutto 210 0,09

Ec Zone urbanizzate a tessuto residenziale compatto 204 0,09

Qs Suoli rimaneggiati ed artefatti 203 0,09

Is Insediamenti di servizi pubblici e privati 198 0,09

Ar Arginature di grandi dimensioni 197 0,09

Vx Aree incolte nell’urbano 158 0,07

Qi Aree estrattive inattive 139 0,06

Vi Ippodromi 138 0,06

Fc Aeroporti 119 0,05

Zt Colture temporanee associate a colture permanenti 115 0,05

Vq Campi da golf 104 0,05

Bs Boschi a prevalenza di salici e pioppi 98 0,04

Vm Cimiteri 91 0,04

Ta Aree con rimboschimenti recenti 73 0,03

Sv Vivai 71 0,03

Rf Reti ferroviarie e spazi accessori 70 0,03

Ic Insediamenti commerciali 68 0,03

Qu Discariche 47 0,02

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Bp Boschi planiziali di farnie e frassini 41 0,02

Cl Noceti 41 0,02

Io Insediamenti ospedalieri 41 0,02

It Insediamenti di impianti tecnologici 41 0,02

Re Centrali per la produzione di energia e reti 41 0,02

Tc Cespuglieti e arbusteti 41 0,02

Va Autodromi e piste da motocross 33 0,01

Ri Aree per la distribuzione idrica 23 0,01

Qr Depositi di rottami e cimiteri autoveicoli 16 0,01

An Bacini naturali 12 0,01

Qq Depositi di cave 11 0,00

Ap Bacini con destinazione produttiva 7 0,00

Ut Torbiere 4 0,00

Totale provinciale 229.029 100 Tab. 1.1 - Estensione delle Tipologie ambientali presenti in Provincia di Reggio Emilia

Sigla Tipologia ambientale Superficie (ettari) Estensione (%)

Er Zone urbanizzate a tessuto residenziale rado 8.463 3,70 Ia Insediamenti produttivi industriali e artigianali 5.898 2,58 Ed Zone urbanizzate a tessuto discontinuo 5.332 2,33 Qa Aree estrattive attive 1.072 0,47 Vs Campi da calcio, atletica e tennis 669 0,29 Vp Parchi e ville 581 0,25 Qc Cantieri 560 0,24 Rs Reti stradale e spazi accessori 376 0,16 Ec Zone urbanizzate a tessuto residenziale compatto 204 0,09 Qs Suoli rimaneggiati ed artefatti 203 0,09 Is Insediamenti di servizi pubblici e privati 198 0,09 Vx Aree incolte nell’urbano 158 0,07 Vi Ippodromi 138 0,06 Fc Aeroporti 119 0,05 Vq Campi da golf 104 0,05 Vm Cimiteri 91 0,04 Rf Reti ferroviarie e spazi accessori 70 0,03 Ic Insediamenti commerciali 68 0,03 Qu Discariche 47 0,02 Io Insediamenti ospedalieri 41 0,02 It Insediamenti di impianti tecnologici 41 0,02 Re Centrali per la produzione di energia e reti 41 0,02 Va Autodromi e piste da motocross 33 0,01 Ri Aree per la distribuzione idrica 23 0,01 Qr Depositi di rottami e cimiteri autoveicoli 16 0,01 Qq Depositi di cave 11 0,00 Totale provinciale 24.559 10,7

Tab. 1.2 - Tipologie ambientali che non concorrono al calcolo della SASP e relative estensioni superficiali per il territorio della Provincia di Reggio Emilia.

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Le tipologie ambientali che concorrono alla determinazione della SASP sono

36 ed occupano una superficie 204.470 ettari, pari al 89,3% della superficie

provinciale (Tab. 1.3). Il contributo maggiore è dato dai seminativi (in aree

irrigue e non) e dai boschi di querce, carpini, castagni e faggi, che occupano

poco più del 70% del territorio provinciale.

La superficie agro-silvo-pastorale della provincia di Reggio Emilia destinata

a pianificazione faunistico-venatoria per il periodo 2008-2012 è di 204.470 ettari.

Sigla Tipologia ambientale Superficie (ettari) Estensione

(%)

Se Seminativi semplici 78.982 34,49

Bq Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni 36.228 15,82

Sn Seminativi in aree non irrigue 31.498 13,75

Bf Boschi a prevalenza di faggio 17.452 7,62

Cv Vigneti 7.340 3,20

Ze Colture agrarie con spazi naturali importanti 6.131 2,68

Tn Aree con vegetazione arbustiva e alberi sparsi 5.759 2,51

Tp Praterie e brughiere di alta quota 2.782 1,21

Pp Prati stabili 2.477 1,08

Cp Pioppeti colturali 2.416 1,06

Af Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa 2.116 0,92

Dc Aree calanchive 1.778 0,78

Cf Frutteti 1.750 0,76

Bm Boschi misti di conifere e latifoglie 1.164 0,51

Av Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante 1.107 0,48

Ac Canali 1.016 0,44

Ba Boschi di conifere 807 0,35

Zo Sistemi colturali particellari 702 0,31

Dr Rocce nude, falesie e affioramenti 645 0,28

Dx Aree con vegetazione rada 568 0,25

Ui Zone umide interne 327 0,14

Ax Bacini artificiali di varia natura 277 0,12

So Colture orticole in tunnel 237 0,10

Bc Castagneti da frutto 210 0,09

Ar Arginature di grandi dimensioni 197 0,09

Qi Aree estrattive inattive 139 0,06 Zt Colture temporanee associate a colture permanenti 115 0,05

Bs Boschi a prevalenza di salici e pioppi 98 0,04

Ta Aree con rimboschimenti recenti 73 0,03

Sv Vivai 71 0,03

Cl Noceti 41 0,02

Bp Boschi planiziali di farnie e frassini 41 0,02

Tc Cespuglieti e arbusteti 41 0,02

An Bacini naturali 12 0,01

Ap Bacini con destinazione produttiva 7 0,00

Ut Torbiere 4 0,00

Totale provinciale 204.470 89,3

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Tab. 1.3 - Estensione delle ipologie ambientali che concorrono al calcolo della SASP per il territorio della Provincia di Reggio Emilia. Superficie agro-silvo-pastorale degli attuali Comprensori Faunistici Omogenei

L’estensione della SASP dei Comprensori Faunistici Omogenei del

precedente Piano Faunistico Venatorio è illustrata in Tab. 1.4. Il comprensorio

che presenta la minor percentuale di SASP (85,8%) è il Comprensorio 1. Il

Comprensorio 2, definito dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2000-2006 di

“Collina”, ricomprende anche aree di alta pianura fortemente antropizzate: per

questo motivo la SASP è pari solo al 87,4% dello stesso.

Comprensorio Superficie

(Ha) Urbano (Ha)

Urbano (%)

SASP (Ha)

SASP (%)

1 - Pianura 81.449 11.530 14,2 69.919 85,8 2 - Collina 89.787 11.287 12,6 78.501 87,4 3 - Montagna 57.793 1.742 3,0 56.050 97,0 Provincia 229.029 24.559 10,7 204.470 89,3

Tab. 1.4 – Estensione della SASP e delle aree urbane negli attuali comprensori faunistici omogenei

Superficie agro-silvo-pastorale dei comuni della Provincia

La percentuale di superficie agro-silvo-pastorale dei 45 comuni reggiani

varia da un minimo del 72,2% ad un massimo del 98,1% (Tab. 1.5).

Alla luce dei elaborazioni prodotte su base GIS, i comuni più antropizzati,

dove è percentualmente minore la SASP, sono Casalgrande, Cavriago, Rubiera e

Reggio Emilia.

La percentuale di aree urbane in pianura è particolarmente alta nei comuni

a ridosso della Via Emilia (da Sant’Ilario d’Enza a Rubiera) e nella fascia di

confine con la Provincia di Modena, da Correggio a Castellarano (Fig. 1.1).

Nella bassa pianura i comuni presentano una percentuale di SASP compresa

tra 85,6 e 91,3, con l’eccezione di Boretto, Brescello e Rolo in cui l’incidenza

delle aree urbane è maggiore.

I comuni collinari e montani sono quelli a maggiori percentuali di territorio

agro-silvo-pastorale. Gli estremi sono compresi tra il 94% del Comune di Carpineti

al 98,1% del Comune di Ramiseto.

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Comune ID Superficie (ettari)

Urbano (ettari)

Urbano (%)

SASP (ettari)

SASP (%)

Casalgrande 1 3.743 1.042 27,8 2.701 72,2 Cavriago 2 1.703 473 27,8 1.230 72,2 Rubiera 3 2.519 650 25,8 1.869 74,2

Reggio Emilia 4 23.151 5.317 23,0 17.834 77,0 Montecchio Emilia 5 2.463 519 21,1 1.944 78,9 Sant’Ilario d’Enza 6 2.026 391 19,3 1.635 80,7

Scandiano 7 4.982 943 18,9 4.039 81,1 Bibbiano 8 2.804 495 17,7 2.309 82,3 Correggio 9 7.774 1.316 16,9 6.458 83,1 Rolo 10 1.404 235 16,7 1.169 83,3

Boretto 11 1.867 312 16,7 1.555 83,3 San Martino in Rio 12 2.267 371 16,4 1.896 83,6

Brescello 13 2.452 370 15,1 2.082 84,9 Campegine 14 2.214 334 15,1 1.880 84,9 Castellarano 15 5.750 835 14,5 4.915 85,5

Bagnolo in Piano 16 2.672 380 14,2 2.292 85,8 San Polo d’Enza 17 3.274 450 13,7 2.824 86,3

Castelnuovo di sotto 18 3.460 474 13,7 2.986 86,3 Quattro Castella 19 4.603 615 13,4 3.988 86,6

Luzzara 20 3.874 499 12,9 3.375 87,1 Guastalla 21 5.249 645 12,3 4.604 87,7 Reggiolo 22 4.305 525 12,2 3.780 87,8 Novellara 23 5.815 669 11,5 5.146 88,5

Campagnola Emilia 24 2.475 281 11,4 2.194 88,6 Gualtieri 25 3.550 390 11,0 3.160 89,0 Albinea 26 4.396 474 10,8 3.922 89,2

Cadelbosco di Sopra 27 4.416 466 10,6 3.950 89,4 Rio Saliceto 28 2.259 238 10,5 2.021 89,5 Fabbrico 29 2.308 233 10,1 2.075 89,9 Gattatico 30 4.234 384 9,1 3.850 90,9 Poviglio 31 4.366 378 8,7 3.988 91,3 Carpineti 32 8.943 537 6,0 8.406 94,0

Castenuovo ne Monti 33 9.666 559 5,8 9.107 94,2 Vezzano sul Crostolo 34 3.765 200 5,3 3.565 94,7

Viano 35 4.522 222 4,9 4.300 95,1 Toano 36 6.727 314 4,7 6.413 95,3 Canossa 37 5.318 239 4,5 5.079 95,5 Baiso 38 7.522 334 4,4 7.188 95,6 Casina 39 6.379 256 4,0 6.123 96,0 Busana 40 3.038 106 3,5 2.932 96,5 Vetto 41 5.319 149 2,8 5.170 97,2

Villa Minozzo 42 16.781 448 2,7 16.333 97,3 Collagna 43 6.686 168 2,5 6.518 97,5 Ligonchio 44 6.172 131 2,1 6.041 97,9 Ramiseto 45 9.817 189 1,9 9.628 98,1 Provincia 229.029 24.559 10,7 204.470 89,3

Tab. 1.5 – Estensione della SASP e delle aree urbane nei comuni della Provincia di Reggio Emilia

Page 14: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

8

Fig. 1.1 – Classificazione dei Comuni per classi di estensione percentuale del territorio urbanizzato

Page 15: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

9

Confronto tra SASP all’anno 2000 e SASP all’anno 2007

La Provincia di Reggio Emilia già in occasione della redazione del Piano

Faunistico Venatorio 2000-2006 aveva scelto di avvalersi di basi cartografiche

digitali per la quantificazione della SASP.

Nello specifico si era avvalsa della Carta digitale dell’uso del suolo della

Regione Emilia-Romagna desunta dalle riprese aeree “Volo Italia 1994”. La

superficie destinata a pianificazione faunistico-venatoria nel periodo 2000-2006

era di 213.021 ettari (93% del territorio provinciale), suddivisa tra i tre

comprensori omogenei come illustrato in Tab. 1.6.

Dal 1994 al 2003 (date dei rilievi per la redazione delle carte regionali di

uso del suolo) la diminuzione della superficie agro-silvo-pastorale provinciale è

stata di 8.551 ettari. In poco meno di un decennio si è assistito ad una perdita di

superficie agro-silvo-pastorale pari a circa il 4%. La maggior riduzione della SASP

si è registrata nei comprensori 1 e 2, mentre nel comprensorio 3 (montagna) la

riduzione è risultata di minore rilevo.

A B A-B

Comprensorio SASP 2007 (Ha)

SASP 2000 (Ha)

Differenza (Ha)

1 - Pianura 69.919 73.861 -3.942 2 - Collina 78.501 82.303 -3.802 3 - Montagna 56.050 56.857 -807 Provincia 204.470 213.021 -8.551

Tab. 1.6 – Differenze tra SASP all’anno 2007 e SASP all’anno 2000 a livello di Comprensori Faunistici Omogenei

Seppure la riduzione di SASP è sostanzialmente imputabile all’aumento del

“territorio urbano”, va tuttavia evidenziato che le differenze precedentemente

illustrate dipendono da due ordini di fattori, il cui relativo peso è difficilmente

quantificabile:

• sottrazione di territori agricoli e naturali per l’espansione delle

aree urbane, industriali e delle infrastrutture;

• maggiore grado di dettaglio della base cartografica utilizzata nella

redazione del presente Piano faunistico venatorio, in grado di “riconoscere”

elementi di minori dimensioni, spesso rappresentati da piccoli insediamenti.

Page 16: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

10

2 - Destinazione territoriale della SASP in rapporto ai Comprensori individuati

Contestualmente alle vigenti disposizioni, la Superficie Agro-Silvo-Pastorale

provinciale (SASP), calcolata come descritto nel precedente paragrafo, deve

essere ripartita tra zone di protezione della fauna e zone a gestione privata. La

restante parte del territorio è quindi destinata alla gestione programmata della

caccia con la seguente procedura %SASP (ATC)=%totale SASP provinciale – (%SASP

istituti privati + % SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS).

In quest’ottica la pianificazione faunistica della Regione Emilia-Romagna

fissa obiettivi e limiti nella destinazione differenziata del territorio che ciascuna

provincia è tenuta localmente a rispettare. In particolare, a livello regionale, si

prevede la destinazione di almeno il 24% della superficie agro-silvo-pastorale a

zone di protezione della fauna selvatica di cui all'art. 10, commi 3 e 4 della L.

157/92. Ciascuna Provincia può tuttavia destinare alle zone di protezione una

quota di superficie agro-silvo-pastorale provinciale compresa tra il 20% e il 30%,

fatta salva la percentuale di aree protette istituite al momento dell'approvazione

del Piano Faunistico.

Possono entrare a far parte della percentuale di cui al punto precedente

anche le Aree di Rispetto nelle quali l'esercizio venatorio sia vietato a tutte le

specie e le aree contigue ai Parchi regionali o porzioni di esse in cui non sia

consentito l'esercizio venatorio.

La Regione Emilia-Romagna individua inoltre nel limite massimo del 15% la

percentuale della Superficie Agro-Silvo-Pastorale che ciascuna Provincia può

destinare agli Istituti a gestione privata (Aziende Venatorie, Centri privati di

riproduzione della fauna e zone per l'addestramento e le gare cinofile),

definendo altresì un limite minimo sulla base della situazione consolidata con la

precedente pianificazione faunistico-venatoria.

Nell’ambito del presente Piano, la destinazione della Superficie Agro Silvo

Pastorale provinciale, calcolata su base GIS, tra le diverse tipologie di istituti

faunistici previsti dalle normative vigenti in materia è realizzata avendo presente

i seguenti aspetti e criteri generali:

� Comprensori Faunistico Omogenei (CFO) provinciali perimetrati

attraverso un metodi integrato sulla base dell’analisi delle principali variabili

ambientali disponibili su base GIS incrociata con la Rete ecologica polifunzionale

della Provincia di Reggio Emilia (cfr. paragrafo 3);

Page 17: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

11

� status delle popolazioni delle specie di maggiore interesse

conservazionistico e venatorio e delle maggiori problematiche ad esse associate

(cfr. paragrafo 2.2 – Volume 1);

� status dei cacciatori di Reggio Emilia (cfr. paragrafo 2.1– Volume 1);

� Tenendo conto di un principio di realismo che tenga conto dei risultati

ottenuti nel corso del periodo 2000-2006 rispetto ai previsti obiettivi di

pianificazione ed alla applicazione degli strumenti gestionali previsti (cfr.

paragrafo 2.3– Volume 1);

� Istituti di tipo privato: mantenimento delle possibilità di integrazioni del

reddito per i proprietari e/o conduttori dei fondi ed ottimizzazione della

ripartizione della SASP tra le diverse tipologie di istituti privati sulla base

dell’evoluzioni delle esigenze venatorie (crf. paragrafo 2.3– Volume 1);

� Istituti di protezione: ottimizzazione delle finalità assegnate a questa

tipologia di Istituto aumentando al 25% la Superficie Agro Silvo Pastorale da

destinare alle aree protette rispetto al valore individuato a livello regionale

(24%), seppure in un’ottica di garantire il contenimento dell’impatto degli

Ungulati selvatici e della fauna in generale alle coltivazioni agricole

eventualmente limitando la presenza in queste aree ove sono presenti forti

conflitti e ricorrendo alla tutela della fauna non problematica attraverso

“divieti” ai sensi dell’art. 22 LR 8/’94 e succ. mod. per una percentuale non

superiore al 10 % del territorio SASP provinciale.

� ATC: aumentare le superfici minime al fine di dotare questi Istituti di un

idoneo territorio da destinare alla gestione speciale delle specie “critiche”

destinando a tale scopo adeguati spazi sino ai valori percentuali di superficie

indicati in tabella 2.1.

Alla luce di quanto precedentemente esposto, di seguito viene quantificata,

sia a livello provinciale (Tab. 2.1) che per ciascuno dei tre Comprensori Faunistici

Omogenei, di cui al successivo paragrafo 3 (Tab. 2.2), la destinazione della

Superficie Agro-Silvo-Pastorale provinciale (204.470 ettari) tra i seguenti Istituti

faunistici:

A- Istituti di gestione faunistico-venatoria a carattere privato:

Aziende Faunistico Venatorie (AFV); Aziende Agri-Turistico Venatorie (ATV);

Centri Privati di Riproduzione della Fauna Selvatica (CPRFS); Zone addestramento

cani (ZAC-CAC); Appostamenti fissi.

B- Aree protette o a qualsiasi titolo sottratte alla caccia:

Page 18: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

12

Parchi nazionali, Parchi regionali e Riserve Naturali, Oasi di protezione;

Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC); Rifugi; Fondi sottratti; Fondi chiusi;

Centri Pubblici di Riproduzione della Fauna Selvatica

Tipologia di istituto SASP (Ha)

SASP (%)

AFV e ATV 22.491,79 11,0

ZAC e CAC 5.727,00 2,8

CPRFS (privati) 2.451,77 1,2 Istituti

Privati

Totale Istituti Privati 30,670,56 15,0

Istituti di

protezione

OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS (pubblici)

51.117,60 25%

Istituti

pubblici

ATC 122.682,24** 60%*

Totale provincia 204.470,40 100,0

* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale Tab. 2.1 – Destinazione differenziata della SASP tra i diversi Istituti faunistici della provincia di Reggio Emilia.

Comprensorio C1 Pianura

Comprensorio C2 Collina

Comprensorio C3 Montagna

SASP SASP SASP SASP SASP SASP Tipologia di istituto

(Ha) (%)*** (Ha) (%)*** (Ha) (%)***

AFV e ATV 5.104,12 7,30 8.870,57 11,30 8.519,65 15,20

ZAC e CAC 1.810,91 2,59 2.355,02 3,00 1.569,41 2,80

CPRFS 699,20 1,00 1.201,06 1,53 560,50 1,00

Istituti Privati

Totale Istituti Privati

7.614,23 10,89 12.426,65 15,83 10.649,56 19,00

Istituti di

protezione

OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS

17.479,80 25,00 19.625,20 25,00 14.012,60 25,00

Istituti

pubblici

ATC 44.825,37** 64,11* 46.448,85** 59,17* 31.388,74** 56,00*

Totale CFO 69.919,4 100 78.500,7 100 56.050,9 100

* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento all’estensione del rispettivo comprensorio Tab. 2.2 – Destinazione differenziata della SASP tra i diversi Istituti nei tre Comprensori Faunistici Omogenei della Provincia di Reggio Emilia.

Page 19: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

13

Alla luce delle scelte sopra illustrate, in tabella 2.3 è riportata l’estensione

in ettari della quota parte di SASP provinciale che potrà essere attribuita ai

diversi Istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del presente piano.

E’ infatti espressamente quantificata la differenza in termini di ettari di

superficie tra la quota parte di SASP attualmente occupata dai diversi Istituti

faunistici (cfr. paragrafo 1) e quella massima occupabile alla scadenza del PFVP

2008-2012. Analogamente a quanto descritto a livello dell’intero territorio

provinciale, nelle successive tabelle 2.4, 2.5 e 2.6 si quantificano gli ettari di

SASP che potranno essere destinati alle diverse tipologie di Istituti faunistici per

ciascuno dei tre Comprensori Faunistici Omogenei della Provincia.

(A) (B) (A-B)

Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio

SASP attualmente già destinata

SASP ancora da destinare

Tipologia di istituto

(Ha) (%) (Ha) (%) (Ha)

AFV e ATV 22.491,79 11,0 14.987,51 7,3 7.504,28

ZAC e CAC 5.727,00 2,8 3.906,53 1,9 1.820,47

CPRFS 2.451,77 1,2 801,99 0,4 1.649,78

Istituti Privati

Totale Istituti Privati

30,670,56 15,0 19.696,03 9,6 10.974,53

Istituti di

protezione

OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS

51.117,60 25,0 41.071,32 20,1 10.046,28

Istituti

pubblici

ATC 122.682,24** 60,0* 143.703,05** 70,3* - 21.020,81

Totale Provincia 204.470,40 100 204.470,4 100 0,00

* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale

Tab. 2.3 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP.

Page 20: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

14

(A) (B) (A-B)

Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio

SASP attualmente già destinata

SASP ancora da destinare

Tipologia di istituto

(Ha) (%)*** (Ha) (%) (Ha)

AFV e ATV 5.104,12 7,30 2.819,72 4,0 2.284,4

ZAC e CAC 1.810,91 2,59 526,35 0,8 1.284,6

CPRFS 699,20 1,00 0,00 0,0 699,2

Istituti Privati

Totale Istituti Privati

7.614,23 10,89 3.346,07 4,8 4.268,2

Istituti di

protezione

OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS

17.479,80 25,00 13.151,74 18,8 4.328,0

Istituti

pubblici

ATC 44.825,37** 64,11* 53.421,64** 76,4* -8.596,2

Totale CFO 1 “Pianura” 69.919,4 100 69.919,5 100 0,0

* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento

all’estensione del comprensorioTab. 2.4 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP nel Comprensorio C1 denominato di Pianura.

(A) (B) (A-B)

Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio

SASP attualmente già destinata

SASP ancora da destinare

Tipologia di istituto

(Ha) (%)*** (Ha) (%) (Ha)

AFV e ATV 8.870,57 11,30 8.443,85 10,8 426,72

ZAC e CAC 2.355,02 3,00 2.238,23 2,9 116,79

CPRFS 1.201,06 1,53 801,99 1,02 399,07

Istituti Privati

Totale Istituti Privati

12.426,65 15,83 11.484,07 14,63 942,58

Istituti di

protezione

OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS

19.625,20 25,00 14.226,88 18,12 5.398,32

Istituti

pubblici

ATC 46.448,85** 58,92* 52.789,75** 67,25* -6.340,90

Totale CFO 2 “Collina” 78.500,7 100 78.500,7 100 0,0

* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento

all’estensione del comprensorioTab. 2.5 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP nel Comprensorio C2 denominato di Collina.

Page 21: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

15

(A) (B) (A-B)

Obiettivo destinazione SASP a fine quinquennio

SASP attualmente già destinata

SASP ancora da destinare

Tipologia di istituto

(Ha) (%)*** (Ha) (%) (Ha)

AFV e ATV 8.519,65 15,20 3.723,98 6,64 4.795,67

ZAC e CAC 1.569,41 2,80 1.141,95 2,04 427,46

CPRFS 560,50 1,00 0,00 0,00 560,50

Istituti Privati

Totale Istituti Privati

10.649,56 19,00 4.865,93 8,68 5.783,63

Istituti di

protezione

OASI RNO PARCHI ZRC CPRFS

14.012,60 25,00 13.693,09 24,43 319,51

Istituti

pubblici

ATC 31.388,74** 56.00* 37.491,67** 66,89* -6.102,93

Totale CFO 3 “Montagna” 56.050,3 100 56.050,3 100 0,0

* Il calcolo della SASP per gli istituti pubblici (ATC) è effettuato come differenza: %totale – (% SASP istituti privati + %SASP Oasi, RNO, Parchi, ZRC, CPRFS) ** desunto da percentuale ***Percentuale, con approssimazione algebrica, desunta in riferimento all’estensione del comprensorio Tab. 2.6 – Quota parte di SASP provinciale che può essere destinata ai diversi istituti faunistici nel corso del quinquennio di validità del PFVP nel Comprensorio C3 denominato di Montagna.

Viene di seguito indicata, per ogni Comprensorio Faunistico Omogeneo,

l'estensione massima di ciascuna Azienda Faunistica Venatoria nonché i criteri

che dovranno assicurare una loro distribuzione sul territorio tale da consentire

un'equa fruizione delle opportunità venatorie rispetto agli Ambiti Territoriali di

Caccia ai sensi di quanto disposto dalla pianificazione faunistica regionale (Tab.

2.7). Le superfici di estensione massima sono state individuate tenendo conto

anche dell’estensione effettiva delle attuali aziende e della loro tipicità a livello

provinciale senza di fatto influire sulle possibilità di sviluppo sul territorio ma

altresì suggerendone una più ampia ed omogenea distribuzione.

Inoltre, diversamente da quanto realizzato in passato, allo scopo di

consolidare e valorizzare i risultati ottenuti dal precedente Piano, si provvede a

determinare anche la superficie minima da destinare agli Istituti privati e a quelli

protetti (Tab. 2.8). In quest’ottica sono espressamente individuati negli attuali

valori di superficie occupata da istituti privati e da quelli protetti gli ettari di

SASP minimi da destinare agli Istituti privati e a quelli di protezione pari

rispettivamente al 9,63% e al 20,09% della SASP provinciale.

Page 22: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

16

Comprensorio Faunistico Omogeneo

Estensione massima (Ha)

C1 Pianura 500 C2 Collina 1.200 C3 Montagna 1500 Tab. 2.7- Estensione massima delle Aziende faunistiche nei diversi Comprensori Faunistici Omogenei della provincia di Reggio Emilia

Tipologia di Istituto Superficie minima (ettari) Superficie minima (%)

Istituti privati 23.157,3 9,63 Istituti di protezione 48.310,5 20,09 Tab. 2.8- Superficie minima da destinare agli Istituti di tipo privato e agli istituti di protezione

Criteri generali per la destinazione territoriale

Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi del Piano Faunistico-

Venatorio, in un’ottica di razionalizzazione della densità, della collocazione

reciproca e dell’estensione massima degli Istituti di tipo privato, si adottano i

seguenti specifici criteri:

a) Istituti di tipo privato:

1- La possibilità di istituire nuovi Istituti di tipo privato deve essere valutata

alla luce dell’estensione complessiva dell’Istituto proposto e della superficie già

complessivamente destinata ad istituti privati calcolata su base comunale. In

particolare qualora la superficie complessivamente destinata agli Istituti di tipo

privato esistenti nel comune o nei comuni territorialmente interessati alla nuova

istituzione superi il valore massimo del 15% ne risulta vietata la istituzione,

mentre viene consentita la trasformazione degli Istituti privati esistenti in altro

tipo nel rispetto delle percentuali minime e fino al raggiungimento delle

percentuali massime indicate per il comprensorio omogeneo interessato.

2- E’ individuata una priorità per l’istituzione di CAC (max. 40 ha) fino al

raggiungimento delle percentuali massime indicate per ciascun Comprensorio

Faunistico Omogeneo.

3- Qualora le superfici comunali risultino occupate al di sotto del 15% le

modifiche di confine in ampliamento sono consentite fino al raggiungimento della

Page 23: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

17

percentuale comunale del 15%, compatibilmente con i limiti minimi e massimi di

estensione consentiti per il tipo di Istituto e le disponibilità territoriali massime

indicate per il Comprensorio Faunistico Omogeneo (per quanto riguarda le AV ai

sensi della direttiva regionale DG 969/’02) riportati in tabella 2.2.

4- Qualora la superficie comunale risulti occupata per il 15% da Istituti di

tipo privato, le eventuali modifiche del confine degli Istituti esistenti (cioè già

istituiti) che comportano un ampliamento della superficie sono consentite fino ad

un massimo del 5% della superficie occupata dall’Istituto prima della richiesta di

ampliamento e comunque non oltre i 50 ha. Inoltre si precisa che in fase di

ampliamento della superficie di un Istituto privato, non sono consentite

modifiche che contemplano anche eventuali parziali revisioni dei confini che

riducano, in misura superiore all’1% la superficie occupata, nel complesso

(indipendentemente dal numero di modifiche), per ogni data azienda, per la

durata del presente piano. Quindi l’insieme di variazioni che complessivamente

determina un aumento della superficie dell’Istituto non può prevedere

contemporaneamente anche modifiche del confine, con una nuova

configurazione geometrica rispetto alla precedente, che portino ad una riduzione

di superficie oltre il limite massimo dell’1%.

5- Per l’istituzioni di ATV e ZAC sono prioritarie le aree con assenza o

presenza estremamente ridotta di ungulati.

6- Fatto salvo l’esistente, nell’istituzione di nuove AAVV è raccomandabile

che sia mantenuta una distanza dell’ordine di 500 m fra le istituende AAVV o fra

queste e le istituite AAVV, con opportuna validazione positiva in organismo

consultivo. Tale indirizzo non si applica in caso di costituzione di consorzi fra

AAVV.

b) Istituti di protezione

Gli istituti di protezione devono garantire, nel loro insieme, il

raggiungimento degli obiettivi di protezione e più in generale l’ottimizzazione

della rete ecologica provinciale. Per ottemperare a questi obiettivi si assume che

gli Istituti, anche per le “Aree di rispetto” ai sensi dell’Art. 22 bis LR 8/’94 e succ.

modifiche, nel redigere i propri piani annuali possano fare riferimento ad

un’ottica pluriennale, possibilmente di tre anni, al fine di massimizzare

l’obiettivo di tutele della piccola selvaggina, similmente agli Istituti faunistici di

competenza provinciale (ZRC ed Oasi di protezione).

Page 24: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

18

Al termine del primo anno di validità del Piano Faunistico la Provincia

approva la revoca, la modifica, il rinnovo o l’istituzione delle ZRC ed AR secondo

le proposte avanzate dagli ATC e nel caso delle AR sarà programmata nell’ottica

di un triennio, fatto salvo il possibile riesame su motivate condizioni e situazioni

riscontrate. Allo stesso modo la Provincia provvede a dotare gli istituti faunistici

provinciali di adeguati protocolli operativi al fine di regolamentare le attività di

gestione dei diversi istituti previsti ai sensi delle normative vigenti.

Saranno oggetto di specifica regolamentazione i seguenti elementi: 1-

prevenzione, mitigazione e risarcimento dei danni; 2- censimento della fauna

selvatica; 3- cattura e controllo della fauna selvatica; 4- monitoraggio sanitario.

Le ZRC sono opportunità per valorizzare la produttività faunistica, con la

riproduzione naturale delle specie autoctone, l’irradiamento naturale ed il

ripopolamento dei territori contigui, permettendo di reinvestire localmente la

fauna che può essere ivi prelevata e catturata, in quanto una buona gestione

delle ZRC non può prescindere dal supporto del volontariato proveniente dal

mondo venatorio e dall’attiva sinergia tra la Provincia e l’ATC. Si ritiene inoltre

che le ZRC possano anche favorire la sosta e la riproduzione della fauna

migratoria.

Per quanto concerne l’eventuale istituzione di nuove ZRC ed AR, con

finalità produttive di fauna cacciabile, a parità di condizioni ambientali, saranno

da preferire le aree oggetto di divieto di sparo per effetto delle ordinanze

sindacali o comunque quei territori agricoli che per il loro livello di

urbanizzazione non risultano idonei all’attività venatoria (cfr. paragrafo 6). Si

precisa che le ZRC si riferiscono a SASP che rientra nei conteggi della SASP per gli

Istituti di protezione mentre le AR sono forme di tutela che si riferiscono a SASP

destinata alla gestione faunistico-venatoria.

In caso di istituzione di ZRC in aree perturbane sottoposte ad ordinanza

sindacale di divieto di sparo, tali ZRC potranno essere istituite solo in quanto non

pregiudichino la sicurezza introdotta dall’ordinanza e a seguito di un’idonea

valutazione tecnica.

L’estensione delle ZRC verrà determinata in funzione della/delle specie in

indirizzo, della vocazione del territorio e della forma di gestione prevista

(irradiamento, cattura o entrambe le funzioni). Le ZRC destinate all’irradiamento

dovranno essere separate tra di loro da non meno di 500 m, fatte salve situazioni

particolari determinate dalla presenza di barriere faunistiche, che di fatto

impediscono lo spostamento degli animali tra istituti adiacenti, costituite da

Page 25: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

19

territori artificiali. In particolare per le ZRC e AR sono fissati i valori minimi e

massimi dell’estensione superficiale come espressamente riportati in tabella 2.9.

SPECIE IN INDIRIZZO

AR e ZRC IRRADIAMENTO

AR e ZRC IRRADIAMENTO E CATTURA

SASP MINIMA

(Ha) SASP MASSIMA

(Ha) SASP MINIMA

(Ha) SASP MASSIMA

(Ha) Fagiano 50 300 300 1.000 Starna 50 300 300 1.000

Pernice rossa 50 300 300 1.000 Lepre 50 300 300 1.000 Capriolo non prevista 300 1.000

Tab. 2.9 – valori minimi e massimi dell’estensione superficiale delle nuove ZRC e AR in provincia di Reggio Emilia.

c) Istituti pubblici

Per quanto concerne gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), essendo la loro

estensione il risultato di una differenza algebrica fra il totale della SASP e la

SASP destinata agli Istituti privati e protetti, allo stato attuale, risulta che la

maggior parte dei comuni della provincia ha territorio eccedente rispetto ai

valori massimi di SASP previsti per gli ATC. Pertanto tale situazione, durante il

processo per il raggiungimento degli obiettivi prefissati per gli istituti privati e

protetti, permette comunque una efficace gestione faunistico-venatoria.

Solamente in 9 comuni la percentuale di SASP attualmente occupata da ATC è

inferiore al 60% del SASP provinciale. Di questi 5 sono occupati per oltre il 39% da

Istituti faunistici ai sensi della L. 157/’92 e 3 sono interessati anche dal Parco

nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ai sensi della L. 394/’91 che prevede il

divieto di attività venatoria nei parchi.

Page 26: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

20

3- Individuazione dei Comprensori Faunistici Omogenei

Come indicato negli “Indirizzi per la pianificazione faunistico-venatoria

provinciale di cui all’art 5 della LR 8/94”, i Comprensori Faunistici Omogenei

(CFO) costituiscono l’articolazione territoriale di base per la pianificazione

faunistica provinciale.

Gli indirizzi regionali per la pianificazione faunistico-venatoria, di cui

all’art. 5 della L.R. 8/94, precisano che i CFO sono definiti a livello provinciale

individuando, sulla base di variabili ambientali e faunistiche, realtà territoriali a

omogenea vocazione faunistica e gestionale. In particolare, gli stessi indirizzi

regionali precisano che possono contribuire a determinare la separazione tra i

CFO variabili significative quali l’altitudine e la complessità morfologica, il

rapporto percentuale tra aree boscate ed aree aperte, la dimensione media delle

aree boscate, la superficie dei boschi ripartiti nelle diverse tipologie, la

superficie a seminativi, quella a prato pascoli, le aree agricole eterogenee, le

zone umide, ed altre variabili eventualmente disponibili su adeguati supporti

informatici.

Si è inoltre ritenuto necessario fornire un quadro dei comprensori quanto

più possibile aderente alla realtà locale e pertanto si sono tenuti in

considerazione i contenuti degli studi relativi alla Rete ecologica provinciale e

agli ecomosaici (PTCP), come più dettagliatamente illustrato nei successivi

paragrafi.

Nell’ambito di questo PFVP, la definizione dei Comprensori Faunistici

Omogenei ha seguito il seguente percorso:

• individuazione dell’Unità di Campionamento (UC);

• scelta delle variabili ambientali;

• analisi di agglomerazione (Cluster analysis) per l’individuazione delle aree

omogenee;

• verifica dei risultati di agglomerazione attraverso l’analisi della funzione

discriminate e razionalizzazione delle aggregazioni di UC;

• verifica della congruità delle aree omogenee con la zonizzazione della

“rete-ecologica polifunzionale” della Provincia di Reggio Emilia;

definizione dei Comprensori Faunistici Omogenei;

Page 27: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

21

Individuazione dell’Unità di Campionamento (UC)

In questa sezione del lavoro si è provveduto ad individuare quale Unità di

Campionamento (UC) la cella di estensione pari a 1 km2 appartenente alla griglia

ottenuta attraverso suddivisione del quadro d’unione della CTR 1:5.000. Il

reticolo coincide con quello utilizzato nell’aggiornamento della Carta delle

vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna (Gellini & Zanni, 2006).

Allo scopo di evitare contrasti in fase di analisi sono state scartate tutte le

celle della maglia incluse all’interno dei confini provinciali per meno del 50%

(Gellini et al, 1998).

Il territorio della provincia di Reggio Emilia è così risultato suddiviso in

2.240 Unità di Campionamento (UC).

Scelta delle variabili ambientali

Dopo una attenta fase preliminare di valutazione dell’adeguatezza ed

affidabilità degli strati informativi (layer) disponibili per la quantificazione delle

variabili ambientali, la scelta è ricaduta su 39 variabili e più precisamente:

• 36 di Uso del suolo (Tab. 3.1). Si tratta di variabili di copertura del suolo

ricavate dalla carta digitale dell’uso del suolo della Regione Emilia-Romagna

(anno 2003). A tale scopo si è proceduto preliminarmente a raggruppare sotto la

categoria “Ur” (aree urbane e industriali) tutte le tipologie ambientali che non

concorrono al calcolo della SASP provinciale;

• altitudine media, calcolata come media tra la quota massima e la minima;

• rugosità, ossia lunghezza delle curve di livello (fornisce un’indicazione

sulla complessità morfologica) rapportate all’unità di superficie delle celle;

• lunghezza della rete stradale rapportata all’unità di superficie delle celle.

Per la descrizione delle Unità di Campionamento non sono state quindi

selezionate variabili di abbondanza o distribuzione delle popolazioni

appartenenti a specie di interesse venatorio o conservazionistico perché già ad

un primo esame non sono risultate idonee agli scopi del presente lavoro in quanto

discontinue in termini temporali e perché aventi disomogeneo livello di

definizione sul territorio e tra le diverse specie.

Page 28: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

22

Sigla Tipologia

Se Seminativi semplici Bq Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni Sn Seminativi in aree non irrigue Ur Aree urbane e industriali * Bf Boschi a prevalenza di faggio Cv Vigneti Ze Colture agrarie con spazi naturali importanti Tn Aree con vegetazione arbustiva e alberi sparsi Tp Praterie e brughiere di alta quota Pp Prati stabili Cp Pioppeti colturali Af Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa Dc Aree calanchive Cf Frutteti Bm Boschi misti di conifere e latifoglie Av Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante Ac Canali Ba Boschi di conifere Zo Sistemi colturali particellari Dr Rocce nude, falesie e affioramenti Dx Aree con vegetazione rada Ui Zone umide interne Ax Bacini artificiali di varia natura So Colture orticole in tunnel Bc Castagneti da frutto Ar Arginature di grandi dimensioni Zt Colture temporanee associate a colture permanenti Bs Boschi a prevalenza di salici e pioppi Ta Aree con rimboschimenti recenti Sv Vivai Cl Noceti Bp Boschi planiziali di farnie e frassini Tc Cespuglieti e arbusteti An Bacini naturali Ap Bacini con destinazione produttiva Ut Torbiere Totale

Tab. 3.1 – Variabili di uso del suolo selezionate per descrivere le 2.240 UC

Individuazione delle aree omogenee

Per ciascuna delle 2.240 celle sono stati quantificati, su base GIS, i valori

delle 39 variabili ambientali. Le variabili, una volta standardizzate, sono state

analizzate attraverso tecniche statistiche multivariate ricorrendo ad uno

specifico software (WinSTAT ®). In particolare si è fatto ricorso all’analisi di

agglomerazione (Cluster analysis) e all’analisi della funzione discriminante

(Flower & Cohen, 1993).

L’anali di agglomerazione ha permesso di raggruppare le 2.240 Unità di

Campionamento in 4 cluster di celle (Fig. 3.1).

Page 29: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

23

Un primo gruppo di Unità di Campionamento risulta formato dall’unione di

108 celle che essendo caratterizzate dalla presenza prevalente di alvei di fiumi

con vegetazione piuttosto scarsa e di tipo ripariale si presentano distribuite sul

territorio in geometria allungata e sovrapposta ai principali corpi idrici e in

minima misura in forma disaggregata e tale da non poter identificare un’area

omogenea. In un ottica di definizione di aree omogenee finalizzate alla

perimetrazione dei Comprensori Faunistici Omogenei queste Unità di

Campionamento sono state necessariamente aggregate ai cluster di Unità di

Campionamento omogenee al cui interno ricadevano. Un’area omogenea,

dell’estensione di circa 109.385,1 ettari, risulta invece dal raggruppamento di

ben 1.084 Unità di Campionamento caratterizzate da una prevalente copertura a

seminativi semplici, a coltivi a vigneto e da una superficie urbanizzata piuttosto

estesa. Questa area si estende dal confine Nord della provincia di Reggio Emilia

lungo tutta la fascia planiziale sino a ricomprendere per intero anche il territorio

dell’alta pianura compreso tra la Via Emilia e la strada pedecollinare. Una

seconda area omogenea, dell’estensione di circa 89.016,9 ettari, risulta

dall’insieme di 887 Unità di Campionamento caratterizzate da una copertura

forestale a boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni, da seminativi in

aree non irrigue, da colture agrarie con importante presenza di spazi naturali e

da aree con vegetazione arbustiva e/o erbacea con alberi sparsi. Questa vasta

area si estende dalla prima collina sino a circa 1.100-1.200 metri di quota.

Una terza area omogenea, dell’estensione di 17.263,7 ettari, risulta infine

dall’aggregazione di 171 Unità di Campionamento caratterizzate da una

prevalenza di boschi di faggio e di praterie e brughiere d’alta quota. Quest’area

omogenea caratterizza la porzione più meridionale del territorio provinciale, a

monte dei 1.200 m di quota. L’analisi della funzione discriminante ha

evidenziato che il 96% dei casi sono stati correttamente classificati (Tab. 3. 2).

CLUSTER N. UC 1 2 3 4

1 877 844 27 2 4

2 171 8 163 0 0

3 108 16 1 80 11

4 1084 15 0 8 1061

95,89% of the case were classified correctly Tab. 3.2 – Risultati dell’Analisi della Funzione Discriminante (AFD)

Page 30: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

24

In figura 3.2 è invece riportato il risultato della razionalizzazione

dell’aggregazione delle Unità di Campionamento ottenuta attraverso la cluster

analysis in tre macro aree omogenee separate tra loro. Questa razionalizzazione

ha comportato sia l’attribuzione di tutte le celle del primo gruppo di Unità di

Campionamento alle rispettive aree omogenee più vaste in cui risultavano

singolarmente ricadere sia l’attribuzione di singole UC, classificate come

appartenenti ad un gruppo ben definito, ma separate ed isolate dallo stesso

gruppo di appartenenza.

In particolare è stato necessario attribuire all’area omogenea della collina

24 Unità di Campionamento che risultavano, in seguito alla cluster analysis,

essere aggregate all’area omogenea della pianura, ma che in realtà risultavano

annesse anche se in forma isolata e disaggregata all’interno dell’area omogenea

della collina. Per analoghe ragioni, all’area omogenea della collina sono state

annesse altre 3 Unità di Campionamento che la claster analysis aveva attribuito

all’area omogenea della montagna.

All’area omogenea della pianura sono state aggregate n. 3 Unità di

Campionamento che alla claster analysis risultavano appartenere alla collina e

una Unità di Campionamento classificata come tipicamente di montagna.

Page 31: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

25

Fig. 3.1 – Risultato dell’aggregazione delle UC in gruppi omogenei mediante Cluster analysis (N=2.240)

Page 32: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

26

Fig. 3.2 – Identificazione delle aree omogenee finalizzate alla perimetrazione dei CFO (N=2.240)

Page 33: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

27

Verifica della congruità delle aree omogenee con la zonizzazione della “rete-ecologica polifunzionale” della Provincia di Reggio Emilia Allo scopo di individuare i Comprensori Faunistici Omogenei (CFO), il

risultato della razionalizzazione dell’aggregazione delle Unità di Campionamento

(UC) omogenee è stato messo opportunamente a confronto con alcune

elaborazioni prodotte nell’ambito del PTCP provinciale.

In particolare le aree omogenee sono state sovrapposte alla Carta della

Rete ecologica provinciale che riconosce sul territorio aree (ecomosaici) definite

considerando caratteristiche strutturali e funzionali in grado di evidenziare

ambiti di relativa omogeneità tale da consentire una differenziazione rispetto ad

aree limitrofe.

La Carta delle Rete ecologica individua infatti 47 ecomosaici, con

caratteristiche specifiche per quanto riguarda la matrice ecologica di base

(composizione e naturalità complessiva) e l’incidenza dei fattori primari di

condizionamento (acqua ed elementi antropici di pressione) (Fig. 3.3).

La relazione con gli ecomosaici risulta importante in quanto agli ecomosaici

sono associabili, in funzione della loro natura e specificità, politiche di governo

preferenziali che più in generale sono riconducibili a:

• Riorientamento del sistema delle aree tutelate • Consolidamento delle aree di pregio per la biodiversità non tutelate • Mantenimento e potenziamento delle principali linee di connettività ecologica • Riequilibrio delle aree ecologicamente desertificate mediante rinaturazioni polivalenti • Governo ecosostenibile delle coltivazioni • Governo ecosostenibile del bosco • Governo ecosostenibile della fauna • Governo ecosostenibile del sistema delle acque • Difesa del suolo con criteri di polivalenza • Governo eco-compatibile delle attività estrattive • Contenimento dello sprawl insediativo in ambiti ecologicamente sensibili • Governo polivalente dell’insediato e dei suoi margini • Contenimento delle pressioni legate agli impianti produttivi e tecnologici • Contenimento della frammentazione da infrastrutture lineari • Governo polivalente dei margini delle strade • Valorizzazione dei percorsi per la fruizione ecologica • Potenziamento dell’educazione ambientale • Potenziamento dell’informazione sui temi della REP/RN2000 • Strumenti generali di sostegno alla REP/RN2000

La natura e la distribuzione degli ecomosaici suggerisce anche quali

debbano essere considerate le principali direttrici di connessione ecologica da

considerare nelle analisi e nelle valutazioni.

Page 34: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

28

Direttrici primarie (vedi anche figura 3.4)solo quelle lungo i fiumi principali:

il Po (1), l’Enza (8), il Secchia (9). Minori ma non trascurabili quelli legate ai

corsi d’acqua intermedi della pianura (4). Una rete di connessioni non

necessariamente legata a continuità ecosistemiche al suolo (si pensi

all’ornitofauna palustre) è quella tra le rilevanti zone umide del territorio nord-

orientale (2). Relazioni di natura più locale sono quelle ipotizzabili per gli

agroecosistemi nord-occidentali (3) e nord-orientali (5); per questi ultimi si pone

il tema della continuità con gli analoghi della provincia di Modena. Il corridoio

infrastrutturale centrale (6) pone un serio problema di continuità ecologica tra

la bassa e l’alta pianura (7), limitando la capacità del grande serbatoio

naturalistico della collina-montagna di costituire sorgente per ricolonizzazioni

(11). Nella media montagna è da presumere un denso sistema di connessioni di

medio-corto raggio (12), che continua di fatto anche oltre il territorio

provinciale (13). L’alta montagna può invece funzionare anche come punto di

transizione per connessioni di lungo raggio a livello dell’intera dorsale

appenninica (14) (Fig. 3.4).

Quindi allo scopo di perimetrare i CFO, è stato valutato il contributo offerto

delle indicazioni sulle direttrici di connessione ecologica del PTCP. Dalla carta

della Rete ecologica risulta evidente come il corridoio infrastrutturale centrale,

costituito a Nord dal complesso della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) e

dell’Autostrada A1 nonché più a Sud dalla Via Emilia, ponga un serio ed evidente

ostacolo di continuità ecologica tra la media e l’alta pianura reggiana, limitando

la capacità del grande serbatoio naturalistico della collina-montagna di costituire

sorgente (source area) per ricolonizzazioni da parte di specie di interesse

naturalistico.

Per quanto riguarda specificamente il governo della fauna, la Rete

Ecologica Provinciale fornisce un quadro di riferimento per la definizione degli

istituti venatori e delle oasi di protezione, considerato per il presente Piano. Per

contro le conoscenze ed i risultati ottenuti nel settore del governo faunistico

concorreranno ai futuri adeguamenti della Rete ecologica stessa.

Mentre le elaborazioni prodotte dalle variabili ambientali disponibili hanno

restituito una grande area omogenea che si estende dal confine più

settentrionale della provincia sino alla strada pedecollinare (Fig. 3.2). Alla luce

delle barriere e dei corridoi evidenziati dalla Carta della Rete ecologica si

restituisce una più appropriata aderenza alla realtà territoriale locale che tiene

conto più propriamente dei fattori presenti rispetto anche agli ostacoli

infrastrutturali antropici rispetto alla dinamicità degli spostamenti faunistici. Da

Page 35: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

29

ciò risulta come l’alta pianura sia nettamente separata dalla media e bassa

pianura.

Definizione dei Comprensori Faunistici Omogenei

In sintesi, in fase di definizione dei CFO sono stati osservati i seguenti

criteri:

1- rispetto della zonizzazione del territorio provinciale in aree omogenee

attraverso aggregazione di UC simili per variabili ambientali misurate su

base GIS;

2- valorizzazione e rispetto degli Ecomosaici e della Rete ecologica

polifunzionale e delle connessioni tra territori limitrofi;

3- valutazione delle principali barriere e corridoi influenti sulla continuità

ecologica territoriale.

Pertanto sulla base di tutte le considerazioni e valutazioni condotte nei

precedenti paragrafi risulta che la definizione dei Comprensori nel territorio è

quella esemplificata nella figura 6

Ulteriori considerazioni sono state condotte per le valutazioni fra i CFO e la

gestione faunistico venatoria esercitata:

a) adeguatezza in termini di dimensioni e forma dei CFO alle esigenze

della gestione dell’intera comunità faunistica presente sul territorio;

b) rispetto delle esigenze e delle tradizioni consolidate nella gestione

faunistico-venatoria del territorio quando non antitetiche rispetto alle

risultanze delle analisi condotte e degli obiettivi definiti.

Tali ulteriori considerazioni peraltro confermano la determinazione dei

Comprensori come appena definito, valorizzando altresì gli assetti gestionali

esistenti sia in riferimento alle pre-esistenti distinzioni fra la pianura e l’alta

pianura-collina sia tra questa e la montagna.

Infatti, sempre allo scopo di massimizzare il ruolo della rete ecologica

provinciale e conseguentemente le connessioni tra territori limitrofi anche

restituendo ai CFO una dimensione adeguata alle esigenze gestionali si è ritenuto

conveniente suddividere l’area omogenea a monte della Via Emilia in due distinte

porzioni omogenee coincidenti con gli attuali Comprensori della Collina e della

Montagna. Ciò trova anche coerenza in quanto l’area omogenea dell’alta

montagna risulta ricompresa quasi interamente nel territorio del Parco nazionale

dell’Appennino tosco-emiliano, che definisce propri strumenti di gestione e ha

Page 36: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

30

superiori livelli di tutela di habitat e specie e non rappresenta area di effettiva

gestione della presente pianificazione e pertanto non necessita di una specifica

ed indipendente distinzione in termini di CFO ai fini del presente Piano.

Alla luce di quanto sopra esposto, il territorio della Provincia di Reggio

Emilia è pertanto suddiviso in tre distinti Comprensori Faunistici Omogenei

denominati rispettivamente C1 di “Pianura”, C2 di “Collina” e C3 di “Montagna” i

cui confini coincidono con i CFO del PFVP 2000-2006 (Fig. 3.5).

L’estensione della SASP in ciascuno dei comprensori è riportata in Tab. 3.3.

SASP 2007

(Ha) SASP 2000

(Ha) Variazione SASP

(Ha) Variazione

(%)

C1 Pianura 69.919,4 73.861,2 - 3.941,7 - 5,3

C2 Collina 78.500,6 82.302,7 - 3.802,1 - 4,6

C3 Montagna 56.050,3 56.857,0 - 806,7 - 1,4

Tab. 3.3 – SASP dei Comprensori Faunistici Omogenei 2008-2012

Page 37: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

31

Fig. 3.3 – Ecomosaici della Provincia di Reggio Emilia

Page 38: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

32

Fig. 3.4 – Principali direttrici di connessione ecologica del territorio provinciale.

Page 39: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

33

Fig. 3.5 – Comprensori Faunistici Omogenei

C. 3 Montagna

C. 2 Collina

C. 1 Pianura

Page 40: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

34

4- Obiettivi

Alla luce di quanto descritto nel quadro analitico/interpretativo (quadro

conoscitivo) e in ragione del quadro normativo di riferimento, in questa sezione

del Piano si delineano obiettivi, strategie ed azioni.

Il sistema obiettivi – strategie – azioni viene strutturato a partire da alcuni

criteri generali che definiscono il ruolo di garanzia della Provincia in merito alla

formulazione e valutazione stessa delle azioni di piano.

Nel caso della gestione faunistica, il ruolo di garanzia della Provincia nei

confronti dell’interesse collettivo è rappresentato dai seguenti principi

fondamentali che sono imprescindibili ed interdipendenti:

a) conservazione e miglioramento degli ecosistemi e della risorsa fauna

selvatica;

b) salvaguardia del tessuto produttivo agricolo e impulso a nuove

opportunità di sviluppo;

c) valorizzazione delle istanze di tutte le componenti sociali portatrici di

interesse nei confronti della fauna selvatica.

In tale contesto, per il quinquennio di validità dal Piano 2008-2012 si

individuano i seguenti obiettivi:

• Conservazione della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi,

tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico;

• Salvaguardia del tessuto produttivo agricolo e stimolo allo sviluppo

di un tessuto economico locale a lunga sostenibilità;

• Valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo dei cacciatori;

valorizzazione delle componenti sociali portatrici di interesse;

• Formazione degli operatori.

Nei paragrafi seguenti si delineano in modo puntuale gli obiettivi sopra

elencati.

Al fine di raggiungere tali obiettivi si sono definite delle strategie, che per

le loro specifiche possono essere applicate trasversalmente ai vari obiettivi

oppure assumono una caratterizzazione per lo specifico obiettivo.

Page 41: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

35

Ulteriore livello di dettaglio è fornito nell'elencazione delle azioni che sono

previste per ciascun obiettivo. Le azioni sono sviluppate su un doppio binario e

quindi classificabili in due tipi:

- azioni di piano, che sono quelle che danno seguito dagli obiettivi sopra

elencati. In questa sezione del corpo del testo, intesa a rendere in modo

sintetico gli aspetti progettuali e propositivi del Piano, si riporta il dettaglio delle

azioni presentate sotto forma di scheda. Questa modalità di presentazione

consente di esplicitare anche gli aspetti più specifici, quali ad esempio l’ambito

di applicazione, gli strumenti di attuazione e i soggetti coinvolti nelle singole

azioni. Per ogni scheda sono inoltre definiti uno o più indicatori funzionali al

monitoraggio delle azioni di piano. Queste azioni sono riportate nelle schede 1-

25;

- azioni per ciascuna specie animale o gruppi di specie, riportate in modo

dettagliato, in apposite tabelle, nell'Allegato I che rappresentano riferimento per

le attività di gestione faunistico-venatoria effettuata dai soggetti pubblici e

privati, fatto salvo che la realizzazione dei prelievi selettivi annuali degli

ungulati selvatici necessitano di tutti i requisiti ed autorizzazioni di legge.

Page 42: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

36

Obiettivo: "Conservazione della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico".

La conservazione della fauna selvatica e degli ecosistemi naturali e

seminaturali presenti nel territorio provinciale rappresenta un obiettivo

strategico del presente PFVP.

Coerentemente con le normative nazionali e comunitarie, per il prossimo

quinquennio, è stato infatti individuato l’obiettivo del mantenimento in un buon

stato di conservazione delle popolazioni delle specie selvatiche e degli habitat

naturali presenti sul territorio. E' necessario garantire gli aspetti ecologici e la

diversità della fauna presene sul territorio provinciale, in quanto bene e

patrimonio locale, che devono essere garantiti per le generazioni future

nell'ottica di una sostenibilità ove al forte sviluppo antropico bisogna coniugare la

preservazione e la tutela delle specie biologiche.

In un contesto di normative ed indirizzi europei, la conservazione di una

specie e di un habitat può ritenersi soddisfacente quando:

- i dati relativi all'andamento delle popolazioni indicano che una specie

continua e può continuare a lungo termine ad essere un elemento vitale degli

habitat naturali a cui appartiene;

- l'area di ripartizione naturale di una specie non è in declino né rischia di

declinare in un futuro prevedibile;

- l’area di ripartizione naturale di un habitat e le superfici che comprende

sono stabili o in estensione;

- la struttura e le funzioni specifiche dell’habitat necessarie al suo

mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare ad esistere anche

in un futuro prevedibile;

nel presente Piano sono individuate le seguenti strategie:

• accentuare il ruolo della Provincia nelle attività di programmazione,

indirizzo e controllo, anche attraverso la cooperazione con altri Enti ed

Istituti.

• monitoraggio della situazione faunistica provinciale, con

approfondimento delle conoscenze relative alle specie di interesse

conservazionistico e gestionale, definizione di indicatori e valutazioni

periodiche;

• partecipazione di gruppi di portatori di interessi e

informazione/sensibilizzazione dell’opinione pubblica;

Page 43: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

37

• programmare adeguati interventi gestionali e realizzare azioni ed

interventi puntuali sulle specie e sugli habitat;

In quest’ottica la conservazione e la gestione delle specie selvatiche e dei

loro habitat preferenziali, nel prossimo quinquennio, si baserà sulle seguenti

azioni:

� monitoraggio (anche sanitario) della fauna selvatica ricorrendo ad

affidabili tecniche di indagine nonché ad adeguati protocolli operativi da

applicare in forma standardizzata (Scheda n. 1);

� definizione delle densità obiettivo a livello di Unità di Gestione

(Scheda n. 2);

� attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale (Scheda n. 3);

� costruzione e costante aggiornamento di un Sistema Informativo

Territoriale su base GIS, implementazione della banca dati provinciale ed

elaborazione periodica dei dati raccolti a scala provinciale (Scheda n. 4);

� attivazione di azioni ricerca inerenti aspetti strategici della

conservazione delle specie di interesse naturalistico e gestionale con

priorità tra quelle elencate nell’Appendice II della Direttiva “Habitat” e

nelle liste Rosse nazionali (Scheda n. 5);

� attivazione di rapporti di collaborazione con INFS, Università ed

Istituti di ricerca e altri Istituti e Servizi presenti sul territorio previa stipula

di appositi schemi di convenzione (Scheda n. 6);

� adottare specifiche misure di salvaguardia nei confronti delle

eventuali specie in difficoltà (Scheda n. 7);

� attuazione di interventi di ripristino e miglioramento ambientale

(Scheda n. 8);

� attuazione di interventi di reintroduzioni e ripopolamento (Scheda n.

9);

� attuazione di interventi di prelievo programmato e quando possibile

selettivo su tutte le specie oggetto di attività venatoria (Scheda n. 10);

� elaborazione di Protocolli operativi per la realizzazione di Piani di

Controllo finalizzati al contenimento numerico di specie problematiche ed

impattanti o a ricomporre eventuali squilibri ecologici (Scheda n. 11);

� elaborazione di un Protocollo operativo per l’accertamento, la

quantificazione e la liquidazione dei danni e per la definizione di criteri per

i contributi a sostegno dell’agricoltura (Scheda n. 12);

Page 44: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

38

� attivazione di corsi di formazione e stage di approfondimento delle

conoscenze relative ai diversi aspetti della gestione della fauna selvatica

(Scheda n. 13);

� definizione di accordi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-

emiliano per la realizzazione di progetti di monitoraggio e ricerca (Scheda

n. 14);

� azioni di divulgazione dei risultati e di informazione e

sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale sui temi della gestione

faunistica (Scheda n. 15);

� monitoraggio e controllo periodico dei risultati acquisiti

dall’applicazione delle azioni e degli interventi (Scheda n. 16).

Page 45: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

39

Obiettivo "Salvaguardia del tessuto produttivo agricolo"

In accordo con le disposizioni delle norme attualmente vigenti in materia di

gestione della fauna selvatica, il Piano si pone l’obiettivo di ampliare

l’integrazione tra i settori produttivi agricoli presenti sul territorio, l’attività

venatoria e le esigenze della conservazione e del miglioramento degli ecosistemi

seminaturali.

In particolare il Piano si propone di attuare un'attenta pianificazione

dell’attività venatoria senza trascurare le peculiarità del territorio e il suo

contesto socio-economico prevedendo azioni in grado di favorire lo sviluppo di

una agricoltura multifunzionale in grado di assicurare interventi di creazione,

ripristino o mantenimento di condizioni ambientali idonee alla vita della fauna

selvatica, nonché di riduzione dell’impatto sulle specie selvatiche causato dalle

attività agricole negli agro-ecosistemi e nel contempo di valutare le tematiche

degli impatti causati dalla fauna sul tessuto produttivo agricolo anche con

efficaci interventi di prevenzione dei danni alle produzioni agricole.

In quest’ottica, nel prossimo quinquennio, sono definite le seguenti

strategie:

• conservare e sviluppare le attività agricole tradizionali cercando di

ottimizzare gli effetti positivi sulla conservazione delle specie animali e

della biodiversità locale;

• incrementare le forme di collaborazione con le Associazioni Agricole e

con gli Imprenditori agricoli presenti sul territorio per valorizzare e favorire

la multifunzionalità delle Aziende Agricole allo scopo di ricavare un reddito

aggiuntivo per le imprese agricole multifunzionali impegnate nella

produzione di selvaggina autoctona e di qualità;

• contenere il danneggiamento ai coltivi da fauna selvatica

implementando il coordinamento e la collaborazione tra Istituti faunistici e

le imprese agricole;

• sensibilizzazione e formazione degli operatori e degli addetti nel

settore dell’agricoltura.

In quest’ottica la salvaguardia del tessuto produttivo agricolo, nel prossimo

quinquennio, sarà attuata attraverso le seguenti azioni:

� definizione di protocolli operativi standardizzati di accertamento,

quantificazione e liquidazione dei danni e loro adozione da parte di tutti gli

Page 46: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

40

Istituti faunistici competenti in materia di liquidazione dei danni (Scheda

n. 12) e (Scheda 17);

� monitoraggio costante dei danni ed archiviazione dei dati presso una

banca dati centralizzata (Scheda 22), (Scheda n. 3) e (Scheda n. 4);

� realizzazione di azioni finalizzate alla prevenzione dei danni da fauna

selvatica ai coltivi nelle aree a maggior rischio di danneggiamento (Scheda

n. 23), anche attraverso il contenimento di specie problematiche, alloctone

ed invasive (Scheda n. 10) e (Scheda n. 11);

� promozione e coordinamento per l’applicazione di buone pratiche

finalizzate alla mitigazione dell’impatto di talune attività agricole e

zootecniche di tipo intensivo nei confronti della fauna selvatica ed

eventuale riconoscimento di specifiche certificazioni alle aziende agricole

(Scheda n. 24);

� definizione di schemi di convenzione finalizzati alla partecipazione

diretta degli agricoltori alla gestione della fauna selvatica anche attraverso

la destinazione di una quota parte del prelievo sugli Ungulati selvatici al

risarcimento dei danni agli agricoltori (Scheda n. 25);

� realizzazione di corsi di formazione rivolti agli operatori e agli addetti

nel settore dell’agricoltura per l’adozione di buone pratiche colturali

(Scheda n. 13)

� attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica

(Scheda n. 15).

Page 47: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

41

Obiettivo "Valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo dei cacciatori in un’ottica di gestione attiva delle risorse del territorio"

La valorizzazione dell’attività venatoria, in armonia con l’esigenza della

tutela dell’ambiente e della conservazione della fauna selvatica, è un importante

obiettivo ed elemento essenziale del presente Piano assieme ai citati aspetti

ambientali e della salvaguardia del tessuto produttivo agricolo.

In particolare il Piano si propone l’adeguamento della gestione faunistico-

venatoria ai principi generali di un prelievo “ecosostenibile” di una risorsa

rinnovabile, la promozione di azioni innovative e condivise con altre componenti

sociali. Sono inoltre strategici il miglioramento delle attuali forme organizzative

e partecipative dei cacciatori e l’integrazione tra i cacciatori e le atre

componenti delle politiche territoriali quali parte integrante ed indispensabile

per una corretta gestione del territorio e quale opportunità di cooperazione

nell’ottica di mirare al migliore equilibrio fra natura ed insediamenti/attività

antropiche.

Inoltre, alla luce dell’esperienza maturata nei precedenti cicli di

programmazione, si ritiene importante la concertazione e il coordinamento tra i

diversi soggetti coinvolti nella gestione faunistica con particolare attenzione al

rapporto con le Aree Protette che dovrà essere di maggiore integrazione per il

raggiungimento degli obiettivi di programmazione contenuti nel presente Piano

Faunistico Venatorio Provinciale.

Per il raggiungimento dell’obiettivo sono definite le seguenti strategie:

• responsabilizzare il mondo venatorio relativamente al proprio ruolo

nella gestione attiva del territorio, anche con incentivazione di forme di

coordinamento tra i diversi Istituti faunistici provinciali e sviluppando

sinergie fra Enti, Associazioni e Volontariato;

• accentuare il ruolo della Provincia nelle attività di programmazione,

indirizzo e controllo, anche attraverso la cooperazione con altri Enti ed

Istituti (strategia trasversale);

• ottimizzare il ruolo della Polizia Provinciale nell’ottica della vigilanza

venatoria, del presidio territoriale, della prevenzione, della formazione e

dell’educazione;

• promuovere la formazione dei cacciatori e di altre categorie sociali

coinvolte nella gestione della fauna (strategia trasversale);

Page 48: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

42

• partecipazione di gruppi di portatori di interessi e

informazione/sensibilizzazione dell’opinione pubblica (strategia

trasversale);

• valorizzare la vigilanza venatoria volontaria e il volontariato attivo.

In quest’ottica la valorizzazione del ruolo dei cacciatori, nel prossimo

quinquennio, sarà ottenuta attraverso le seguenti azioni:

� stipula di convenzioni per la gestione omogenea degli Istituti faunistici

anche in forma associata (Scheda n. 17);

� elaborazione di "protocolli operativi standard" per l’attuazione di

adeguati ed omogenei interventi gestionali (Scheda n. 11), (Scheda n. 12);

� cooperazione e confronto teso alla modernizzazione delle attuali

forme organizzative dei cacciatori (statuti ATC) e continuo incremento

dell’efficienza gestionale ed amministrativa degli ATC (Scheda n. 18);

� istituzione di un “Gruppo di lavoro permanente” di confronto tra

Provincia, Istituti Faunistici ed Associazioni Venatorie, Agricole ed

Ambientaliste (Scheda n. 19);

� stesura di forme di intesa e di partecipazione per implementare il

coordinamento fra i soggetti coinvolti e fra le esigenze della conservazione,

la gestione venatoria ed il controllo dell’ambiente (Scheda n. 20);

� partecipazione diretta in progetti di ricerca e monitoraggio della

fauna selvatica (Scheda n. 5);

� organizzazione e promozione di corsi di formazione (Scheda n. 13);

� promozione di regolamenti uniformi tra i diversi Istituti per la gestione

venatoria delle specie selvatiche premiando le prestazioni d’opera (Scheda

21);

� attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica

locale (Scheda n. 15).

Page 49: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

43

Obiettivo “Formazione degli operatori”

L’adeguata formazione di tutti gli operatori coinvolti a diverso titolo nella

gestione faunistico-venatoria rappresenta un obiettivo strategico del Piano.

In particolare il Piano si propone di contribuire all’aggiornamento degli

operatori direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione della fauna

selvatica relativamente ai temi della biologia e della gestione delle singole

specie o dei gruppi di queste, delle principali patologie della fauna selvatica e

delle zoonosi, delle tecniche di interventi per ripristini e miglioramenti degli

habitat seminaturali e degli agro-sistemi, delle tecniche di censimento e relativi

protocolli di applicazione nonché delle possibili tecniche di prelievo e controllo

numerico delle specie problematiche. Inoltre con le informazioni e tabelle

relative alle singole specie (Allegato 1) si forniscono indicazioni e riferimenti che

tengano conto di tecniche innovative e metodologie ecocompatibili fornendo

indirizzi e contribuendo così ad un approccio sempre più moderno della gestione

faunistico-venatoria.

Si ritiene comunque che la partecipazione, il coinvolgimento e la

cooperazione del modo associazionistico, degli Istituti faunistici e dei cacciatori

per le varie azioni previste nel piano comunque indirettamente contribuisce alla

formazione e pertanto molte delle azioni riportate nella successiva tabella XX

sono per questa ragione riferite all’obiettivo specifico della formazione degli

operatori.

In quest’ottica è stata definita la seguente strategia di azione:

• valorizzare il ruolo di coordinamento ed indirizzo nei processi

formativi della Provincia con informazione e formazione rivolta ad

associazioni venatorie, agricole, ambientaliste ed ATC;

• valorizzare le professionalità attualmente in carico alla Provincia ed in

particolare l’esperienza maturata dalla Polizia Provinciale nell’ambito delle

proprie funzioni;

• stimolare il ruolo operativo ed organizzativo, delle associazioni

venatorie, agricole, ambientaliste e degli ATC nei processi formativi;

La strategia sopra definita sarà attuata attraverso le seguenti azioni:

� promozione ed organizzazione di corsi di formazione (Scheda n. 13);

Page 50: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

44

� coinvolgimento dell’INFS, delle Università, degli Istituti di ricerca

presenti sul territorio dei Servizi Veterinari e degli Istituti zooprofilattici

competenti di zona (Scheda n. 6);

Page 51: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

45

DESCRIZIONE Descrizione sintetica dell’azione

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

In questa sezione è indicato lo/gli obiettivi di Piano dal/dai quale/i scaturisce l’azione, pertanto è esplicitato quale/i dei quattro obiettivi specifici l’azione persegue

STATO DI ATTUAZIONE

Si specifica se l’azione è da avviare ex-novo oppure se è la prosecuzione di un’iniziativa già in corso e che pertanto viene implementata, affinata, migliorata. Si specifica se l’attuazione dell’azione è condizionata da eventuali altri strumenti di pianificazione e/o regolamentazione e/o disposizioni; o necessita di supporto operativo di enti/aziende diverse dalla Provincia

REFERENTE In questa sezione è riportato il soggetto referente per l’attuazione dell’azione

SOGGETTI COINVOLTI

In questa sezione sono riportati sotto forma di elenco i diversi soggetti pubblici e/o privati da coinvolgere nell’attuazione dell’azione

CAMPO DI AZIONE Si specifica se il campo dell’azione è circoscritto ad un solo settore o se invece tocca più settori (Venatorio; Agricolo; Ambientale-sociale)

FUNZIONE

Si specifica se l’azione è preventiva (e quindi agisce sulla tutela del sistema faunistico-venatorio, dell’agricoltura e degli ecosistemi); mitigativa (compensa impatti o criticità); programmatoria (espleta la funzione di tipo programmatorio)

SETTORI D’INCIDENZA

Si specifica i settori a cui è rivolta l’azione

RISULTATI ATTESI Si indica il periodo temporale in cui l’azione dispiega la sua efficacia, il quale può essere di breve/medio periodo (entro 3 anni) o periodo medio/lungo (superiore ai 3 anni e/o oltre)

AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

Ambito territoriale in cui va realizzata l’azione

LIVELLI DI PRESTAZIONE

EFFICACIA DELL’AZIONE

Si fornisce un giudizio (o una indicazione) sul grado con cui l’azione incide per il raggiungimento degli obiettivi

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE

Si indica un livello relativo del costo dell’azione

PRIORITA’ Si fornisce un giudizio (o una indicazione) sull’interesse ad attuare un’azione sulla base dei tempi e dei costi necessari e dell’intensità degli effetti attesi

FATTORI LIMITANTI Sono esplicitati e descritti i fattori che possono eventualmente ridurre e limitare la fattibilità dell’azione classificati di natura tecnica, economica e sociale da intendere in relazione al grado di accettazione sociale, delle realtà locali e degli operatori di settore

INDICATORI DI RIFERIMENTO

Previsti come sperimentazione e in riferimento ad alcune azioni prioritarie del presente piano ai fini del monitoraggio

Tabella 4.1- Schema di lettura delle schede descrittive delle azioni di piano.

Page 52: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

46

SCHEDA N. 1

Azione: Monitoraggio delle popolazioni selvatiche

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Monitoraggio della distribuzione, consistenza, dinamica di popolazione e dello stato sanitario delle popolazioni selvatiche di particolare interesse conservazionistico o venatorio attraverso tecniche (dirette ed indirette) collaudate ed affidabili e protocolli applicativi standardizzati e replicabili.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia e degli Istituti Faunistici provinciali

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, Oasi di protezione, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste e volontari afferenti a diverse associazioni.

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

Superficie sottoposta a monitoraggio/superficie areale specie specifico; n. specie censite/numero specie presenti nelle check-list; n. prestazioni operatore/anno.

Page 53: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

47

SCHEDA N. 2

Azione: Indicazione della densità obiettivo specie specifica a livello di Unità di Gestione

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Dettagliamento delle densità obiettivo delle principali specie selvatiche di interesse venatorio e gestionale a livello di singole Unità di Gestione (particelle di censimento e prelievo) o gruppi omogenei di Unità di gestione.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, …

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. unità di gestione comunali con densità obiettivo dettagliata/ n. unità di gestione distretto

Page 54: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

48

SCHEDA N. 3

Azione: Attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Attivazione di un Osservatorio Faunistico Provinciale quale centro operativo di archiviazione ed elaborazione di dati faunistici nonché di coordinamento ed interfaccia tra Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Enti territoriali, Istituti Faunistici provinciali e operatori che a diverso titolo si occupano della conservazione e della gestione della fauna selvatica

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, Ass. Agricole, Ass. Venatorie, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Istituti faunistici

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. risposte evase/numero richieste ricevute; n. medio di giorni intercorsi tra il ricevimento delle richieste/numero massimo di giorni

Page 55: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

49

SCHEDA N. 4

Azione: Costruzione di un Sistema Informatico Territoriale e di una banca dati provinciale

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Realizzazione di uno strumento informativo territoriale su base GIS costruito su vasta scala e su una base dati organizzati ed archiviati in un formato comune e standardizzato per i diversi Istituti faunistici. L’archivio sarà costruito con strati cartografici e variabili georeferenziate e caratterizzate da tabelle di attributi organizzati in forma di data-base. Tale azione si rivolge a costruire uno strumento in cui sono messi a sistema gli elementi conoscitivi territoriali acquisiti/elaborati per il presente Piano con ulteriori implementazioni relative alla fauna selvatica, attività di cui alla schede 1 e 2 ed altri elementi utili

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco Nazionale, ATC, AFV, ATV,

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. strati informativi/anno n. strati informativi specie specifici/n. specie della check-list

Page 56: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

50

SCHEDA N. 5

Azione: Approfondimento di conoscenze nell’ambito di specifiche attività di ricerca sulla fauna locale

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Approfondimento di specifiche conoscenze relative alle popolazioni di specie animali di particolare interesse conservazionistico o gestionale attraverso l’attivazione di ricerche e indagini conoscitive mirate.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste, Ass. Venatorie

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. attività di ricerca/n. specie di particolare interesse conservazionistico (check-list)

Page 57: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

51

SCHEDA N. 6

Azione: Definizioni di accordi con INFS, Università, Istituti di ricerca e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Accordi con l’INFS, Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Università locali, Istituti di ricerca, Istituti zooprofilattici ed eventuali altri Istituti e Servizi competenti in materia di gestione faunistica per l’attivazione di iniziative di ricerca, monitoraggio e gestione della fauna selvatica nonché di formazione e informazione/sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, INFS, Università, Istituti zooprofilattici, Servizi Veterinari, ecc.

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. accordi/n. Enti competenti

Page 58: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

52

SCHEDA N. 7

Azione: Adozione di misure di salvaguardia

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Adozione di speciali misure di tutela e salvaguardia di specie di fauna selvatica di particolare interesse conservazionistico o localmente in pericolo di estinzione o gruppi di specie. Adozione di specifiche misure di tutela e salvaguardia di habitat o ecosistemi di particolare interesse per la fauna selvatica locale.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia di Reggio Emilia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste, Ass. Venatorie

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO: TUTELA

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. misure di salvaguardia adotta/n. specie di prioritario interesse conservazionistico; n. misure di salvaguardia adotta/n. habitat di prioritario interesse conservazionistico;

Page 59: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

53

SCHEDA N. 8

Azione: Interventi di ripristino e miglioramento ambientale

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Attuazione di interventi di ripristino e miglioramento ambientale in aree seminaturali allo scopo di incrementare o ripristinare condizioni dell’habitat favorevoli alla fauna (risorse alimentari, zone di rifugio e siti di riproduzione). Si prevedono interventi specifici di miglioramento ambientale in zone di pianura e bassa collina interamente coltivate, in zone di collina e montagna parzialmente coltivate e in zone umide, mirando alla sempre più stretta collaborazione con la Rete ecologica provinciale ed agli aspetti ecologici ambientali della pianificazione provinciale (PTCP)

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia, degli Istituti faunistici e del Parco nazionale

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: cfr. cartografia specifica allegato I

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

Estensione habitat migliorati/estensione habitat critici per istituto faunistico

Page 60: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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SCHEDA N. 9

Azione: Reintroduzioni e ripopolamenti

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Realizzazione di reintroduzioni o ripopolamenti di specie autoctone, localmente estinte o in difficoltà, che non determinano risvolti negativi nei confronti delle attività produttive agricolo-forestali e zootecniche. Si tratta di azioni finalizzate alla ricostruzione delle zoocenosi naturali nell’ambito di programmi approvati in forma condivisa a livello locale e regionale e da autorità scientifiche riconosciute

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta degli Istituti Faunistici provinciali

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale, Regione Emilia-Romagna, Oasi di protezione, ATC, AFV, ATV, Ass. Ambientaliste, Ass. Venatorie, Ass. Agricole.

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Unità di gestione

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. reintroduzioni di specie localmente estinte/n. specie localmente estinte N. ripopolamenti effettuati/n. specie critiche N. animali sopravvissuti / animali immessi

Page 61: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

55

SCHEDA N. 10

Azione: Prelievo programmato della piccola selvaggina

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Realizzazione di piani di prelievo programmati anche sulla piccola selvaggina (Lepre, Fagiano, Starna e Pernice rossa) da realizzare volontariamente su porzioni di territorio di ATC

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta degli ATC

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia e ATC

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: ATC

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

Estensione del territorio a caccia programmata /superficie istituto; N. di cacciatori che esercitano il prelievo programmato/n. cacciatori.

Page 62: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

56

SCHEDA N. 11

Azione: Protocolli operativi per Piani di Controllo numerico

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Elaborazione e condivisione di protocolli operativi per la realizzazione di eventuali Piani di Controllo finalizzati al contenimento numerico di specie problematiche, alla mitigazione dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole e a ricomporre eventuali equilibri ecologici.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia e del Parco nazionale dell’Appennino Reggiano

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti faunistici provinciali, Ass. Venatorie, Ass. Ambientaliste, Ass. agricole

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. protocolli operativi siglati/n. specie problematiche (check-list)

Page 63: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

57

SCHEDA N. 12

Azione: Protocollo operativo per accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Elaborazione di un Protocollo operativo in forma condivisa a più livelli gerarchici per l’accertamento, la quantificazione e la liquidazione dei danni da fauna selvatica e per la definizione di criteri per i contributi agli agricoltori che intendono creare condizioni favorevoli alla fauna selvatica. Periodica verifica delle attività e monitoraggio.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, istituti faunistici, Ass. Agricole, Ass.Venatorie

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. istituti (ATC, AFV, ATV) che sottoscrivono il protocollo operativo/n. istituti provinciali (ATC, AFV, ATV).

Page 64: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

58

SCHEDA N. 13

Azione: Corsi di formazione

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Attivazione di corsi di formazione/aggiornamento e stage di approfondimento delle conoscenze relative ai diversi aspetti della gestione della fauna selvatica: biologia specie, gestione venatoria, prelievo, piani di controllo, miglioramenti ambientali, aspetti sanitari, etc.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti di Formazione, AUSL, istituti faunistici, Ass. Agricole, Ass.Venatorie, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. corsi formazione/anno N. partecipanti/anno

Page 65: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

59

SCHEDA N. 14

Azione: Accordi programmatici ed operativi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Definizione di accordi programmatici ed operativi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano per la realizzazione di attività gestionali, azioni di conservazione, attività formative e progetti di monitoraggio e ricerca.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia e del Parco nazionale

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: PARCO NAZIONALE

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

Page 66: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

60

SCHEDA N. 15

Azione: Divulgazione, informazione e sensibilizzazione

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Azioni di divulgazione dei risultati ottenuti nell’ambito di attività di ricerca, monitoraggio, gestione e formazione nonché di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale rispetto ai temi della gestione faunistica anche allo scopo di aumentare il livello di sicurezza dell’attività venatoria

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti di Formazione, INFS, AUSL, Regione Emilia-Romagna, Istituti faunistici, Ass. Agricole, Ass.Venatorie, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: PARCO NAZIONALE

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. azioni divulgazione/anno n. azioni sensibilizzazione/anno n. azioni informazione/anno

Page 67: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

61

SCHEDA N. 16

Azione: Verifica periodica dei risultati dei Piani annuali

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Monitoraggio, verifica e controllo periodico dei risultati acquisiti dall’applicazione delle azioni e degli interventi programmati nell’ambito dei piani annuali di gestione degli Istituti faunistici

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti di Formazione, Istituti faunistici

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. verifiche/stagione venatoria

Page 68: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

62

SCHEDA N. 17

Azione: Schemi di convenzione “tipo” per la gestione omogenea degli Istituti

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Predisposizione di schemi convenzione tipo per la gestione in forma omogenea degli Istituti faunistici della Provincia eventualmente anche in forma associata allo scopo di standardizzare la gestione, le attività, ottimizzare le risorse ed aumentare il grado di sicurezza.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia e degli Istituti

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. Istituti faunistici i convenzionati/n. Istituti

Page 69: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

63

SCHEDA N. 18

Azione: Affinamento delle forme organizzative e miglioramento amministrativo degli ATC

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Attività di cooperazione e confronto teso alla modernizzazione delle attuali forme organizzative dei cacciatori (ATC) e continuo incremento dell’efficienza gestionale ed amministrativa degli ATC

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, ATC

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTI FAUNISTICO � ALTRO: ATC

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

-

Page 70: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

64

SCHEDA N. 19

Azione: Attivazione “Gruppo di lavoro permanente”

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Istituzione e attivazione di un “Gruppo di lavoro permanente” di confronto, cooperazione e coinvolgimento tra Provincia, Istituti Faunistici ed Associazioni Venatorie, Agricole ed Ambientaliste finalizzato alla definizioni di strategie, soluzioni e programmi operativi condivisi.

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. incontri/stagione venatoria n. documenti redatti/stagione venatoria

Page 71: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

65

SCHEDA N. 20

Azione: Stesura di intese per standardizzare le attività gestionali

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Stesura di forme di intesa e di partecipazione per implementare il coordinamento fra i soggetti coinvolti e fra le esigente della conservazione, la gestione venatoria ed il controllo dell’ambiente

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

-

Page 72: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

66

SCHEDA N. 21

Azione: Stesura di regolamenti uniformi

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Promozione di regolamenti standardizzati ed uniformi tra i diversi Istituti per la gestione venatoria delle specie selvatiche anche allo scopo di premiare le prestazioni d’opera e il volontariato associazionistico e per aumentare il grado di sicurezza nelle diverse attività venatorie

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, Ass. Venatorie, Ass. Agricole, Ass. Ambientaliste

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

N. Istituti competenti aderenti/n. Istituti competenti

Page 73: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

67

SCHEDA N. 22

Azione: Monitoraggio dei danni

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Monitoraggio permanente dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole ed archiviazione dei dati collezionati in una banca dati centralizzata e standardizzata anche ai fini di aumentare il grado di sicurezza

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici,

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Unità di Gestione

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. pratiche espletate/anno; n. medio dei giorni che intercorrono tra il ricevimento della pratica e il suo espletamento/max numero di giorni osservato per l’espletamento (su base annua)

Page 74: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

68

SCHEDA N. 23

Azione: Prevenzione dei danni

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Realizzazione di azioni finalizzate alla prevenzione dei danni che la fauna selvatica arreca ai coltivi nelle aree a maggior rischio di danneggiamento

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, ATC, Ass. Venatorie, Ass. ambientaliste, Ass. agricole

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO: Unità di Gestione

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

n. interventi effettuati/n. richieste;

Page 75: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

69

SCHEDA N. 24

Azione: Applicazione di “buone pratiche” gestionali

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Promozione e coordinamento per l’applicazione di buone pratiche finalizzate alla mitigazione dell’impatto di talune attività agricole e zootecniche di tipo intensivo nei confronti della fauna selvatica ed eventuale riconoscimento di specifiche certificazioni alle aziende agricole che si impegnano nell’adozione di adeguate pratiche gestionali

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, ATC, Ass. Venatorie, Ass. ambientaliste, Ass. agricole

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

-

Page 76: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

70

SCHEDA N. 25

Azione: Partecipazione diretta degli agricoltori alla gestione della fauna

DESCRIZIONE:

ATTIVITÀ Definizione di schemi di convenzione finalizzati alla partecipazione diretta degli agricoltori alla gestione della fauna selvatica anche attraverso la destinazione di una quota parte del prelievo sugli Ungulati selvatici al risarcimento dei danni agli agricoltori

� CONSERVAZIONE DELLA RISORSA FAUNA SELVATICA E DEGLI ECOSISTEMI

� VALORIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E DEL RUOLO DEI CACCIATORI

OBIETTIVI DI RIFERIMENTO

� SALVAGUARDIA DEL TESSUTO PRODUTTIVO AGRICOLO

� FORMAZIONE

� PROSECUZIONE DI AZIONE GIÀ ATTIVATA STATO DI ATTUAZIONE

� IMMEDIATO � CONDIZIONATO DA STRUMENTI/SUPPORTI

STRUMENTI Azione diretta della Provincia

SOGGETTI COINVOLTI Provincia di Reggio Emilia, Istituti faunistici, ATC, Ass. Venatorie, Ass. ambientaliste, Ass. agricole

CAMPO DI AZIONE � SETTORIALE � INTERSETTORIALE

� PROGRAMMATORIA � MITIGATIVA FUNZIONE

� PREVENTIVA � ALTRO

� SETTORE VENATORIO � SETTORE AMBIENTALE-SOCIALE

SETTORI D’INCIDENZA

� SETTORE AGRICOLO � ALTRO

RISULTATI ATTESI � A BREVE / MEDIO

TERMINE � A MEDIO / LUNGO TERMINE

� PROVINCIA � C.F.O. AMBITO TERRITORIALE DI INTERVENTO

� ISTITUTO FAUNISTICO � ALTRO:

LIVELLI DI PRESTAZIONE

� ALTA � MEDIA EFFICACIA DELL’AZIONE

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

LIVELLO COSTI ATTUAZIONE � ALTO � MEDIO

� BASSO � NON QUANTIFICABILE

PRIORITA’ � ALTA � MEDIA

� BASSA � NON QUANTIFICABILE

� TECNICO � ECONOMICO � SOCIALE FATTORI LIMITANTI

� CARATTERISTICHE TERRITORIO � ALTRO

INDICATORI DI RIFERIMENTO

-

Page 77: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

71

Tab. 4.2- Schema obiettivi- azioni di piano

Obiettivi

Azioni

Conservazione

della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio ecologico

Salvaguardia del tessuto produttivo

agricolo

Valorizzazione dell’attività

venatoria e del ruolo dei

cacciatori in un’ottica di

gestione attiva delle risorse del

territorio

Formazione degli

operatori

N. totale azioni

Monitoraggio delle popolazioni selvatiche (Scheda n. 1)

prioritaria

4

descrizione della densità obiettivo specie specifica a livello di Unità di Gestione (Scheda n. 2)

prioritaria prioritaria 2

Attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale (Scheda n. 3)

prioritaria prioritaria prioritaria 3

Costruzione di un Sistema Informatico Territoriale e di una banca dati provinciale (Scheda n. 4)

prioritaria prioritaria 4

Approfondimento di conoscenze nell’ambito di specifiche attività di ricerca sulla fauna locale (Scheda n. 5)

prioritaria

prioritaria 3

Definizioni di accordi operativi e di accordi con INFS, Università, Istituti di ricerca e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Scheda n. 6)

prioritaria

prioritaria 4

Adozione di misure di salvaguardia (Scheda n. 7)

prioritaria

1

Interventi di ripristino e miglioramento ambientale (Scheda n. 8)

prioritaria prioritaria prioritaria 3

Reintroduzioni e ripopolamenti (Scheda n. 9)

2

Prelievo programmato della piccola selvaggina (Scheda n. 10)

prioritaria

3

Protocolli operativi per Piani di Controllo numerico (Scheda n. 11)

prioritaria prioritaria 4

Protocollo operativo per accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni (Scheda n. 12)

prioritaria 2

Page 78: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

72

Obiettivi

Azioni

Conservazione

della risorsa fauna selvatica e degli ecosistemi, tutela della biodiversità e dell’equilibrio

ecologico

Salvaguardia del

tessuto produttivo agricolo

Valorizzazione dell’attività

venatoria e del ruolo dei cacciatori in

un’ottica di gestione attiva delle risorse

del territorio

Formazione degli

operatori

N. totale azioni

Corsi di formazione (Scheda n. 13)

prioritaria prioritaria 4

Accordi programmatici ed operativi con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Scheda n. 14)

1

Divulgazione, informazione e sensibilizzazione (Scheda n. 15)

prioritaria

prioritaria 4

Verifica periodica dei risultati dei Piani annuali (Scheda n. 16)

prioritaria prioritaria prioritaria 3

Elaborazione di schemi di convenzione “tipo” per la gestione omogenea degli Istituti (Scheda n. 17)

prioritaria 3

Affinamento delle forme organizzative e miglioramento amministrativo degli ATC (Scheda n. 18)

prioritaria 2

Attivazione “Gruppo di lavoro permanente” (Scheda n. 19)

prioritaria prioritaria prioritaria 4

Stesura di intese per standardizzare le attività gestionali (Scheda n. 20)

prioritaria prioritaria 3

Stesura di regolamenti uniformi (Scheda n. 21)

3

Monitoraggio dei danni (Scheda n. 22)

prioritaria 2

Prevenzione dei danni (Scheda n. 23)

prioritaria 3

Applicazione di “buone pratiche” gestionali (Scheda n. 24)

prioritaria prioritaria 2

Partecipazione diretta degli agricoltori alla gestione della fauna (Scheda n. 25)

prioritaria 2

N. totale azioni 22 21 19 9 71

Page 79: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

73

Indicatori e azioni L’innovazione perseguita nella presente pianificazione si declina anche con

l’introduzione di indicatori per alcune azioni prioritarie.

In assenza di specifici indirizzi di settore venatorio e mature esperienze a

livello regionale e di altre pianificazioni provinciali, tale scelta assume significato

necessariamente sperimentale, potendosi successivamente procedere ad ulteriori

implementazioni e specificazioni durante l’attività di monitoraggio.

Sono pertanto definiti essenziali indicatori funzionali a monitorare e

valutare le prestazioni delle azioni di piano. In questo senso vengono utilizzati

indicatori di performance, che sono funzionali a monitorare l’efficacia

dell’attuazione delle azioni.

Si è inoltre rivolta l’attenzione agli effettivi miglioramenti della situazione

faunistico venatoria presente sul territorio e delle condizioni ambientali ed

ecologiche, pertanto sono stati individuati alcuni indicatori rappresentativi di tali

elementi che permettono di monitorare gli effetti del piano a loro favore.

Azioni Indicatori

Monitoraggio delle popolazioni selvatiche (Scheda n. 1)

Superficie sottoposta a monitoraggio/superficie areale specie specifico

n. specie censite/numero specie presenti nelle check-list

n. prestazioni operatore/anno

3

Indicazione della densità obiettivo specie specifica a livello di Unità di Gestione (Scheda n. 2)

n. unità di gestione camunali con densità obiettivo dettagliata/ n. unità di gestione distretto 1

Attivazione dell’Osservatorio Faunistico Provinciale (Scheda n. 3)

n. risposte evase/numero richieste ricevute

n. medio di giorni intercorsi tra il ricevimento delle richieste/numero massimo di giorni

2

Costruzione di un Sistema Informatico Territoriale e di una banca dati provinciale (Scheda n. 4)

n. strati informativi/anno

n. strati informativi specie specifici/n. specie della check-list 2

Approfondimento di conoscenze nell’ambito di specifiche attività di ricerca sulla fauna locale (Scheda n. 5)

N. attività di ricerca/n. specie di particolare interesse conservazionistico (check-list) 1

Definizioni di accordi operativi e di accordi con INFS, Università, Istituti di ricerca e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Scheda n. 6)

N. accordi/n. Enti competenti 1

Adozione di misure di salvaguardia (Scheda n. 7)

n. misure di salvaguardia adotta/n. specie di prioritario interesse conservazionistico

n. misure di salvaguardia adotta/n. habitat di prioritario interesse

conservazionistico

2

Page 80: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

74

Azioni Indicatori

Interventi di ripristino e miglioramento ambientale (Scheda n. 8)

Estensione habitat migliorati/estensione habitat critici per istituto faunistico 1

Reintroduzioni e ripopolamenti (Scheda n. 9)

N. reintroduzioni di specie localmente estinte/n. specie localmente estinte

N. ripopolamenti effettuati/n. specie critiche

N. animali sopravvissuti / animali immessi

3

Prelievo programmato della piccola selvaggina (Scheda n. 10)

Estensione del territorio a caccia programmata /superficie istituto

N. di cacciatori che esercitano il prelievo programmato/n. cacciatori 2

Protocolli operativi per Piani di Controllo numerico (Scheda n. 11)

n. protocolli operativi siglati/n. specie problematiche (check-list) 1

Protocollo operativo per accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni (Scheda n. 12)

N istituti (ATC, AFV, ATV) che sottoscrivono il protocollo operativo/n. istituti provinciali (ATC, AFV, ATV). 1

Corsi di formazione (Scheda n. 13)

N. corsi formazione/anno

N. partecipanti/anno 2

Divulgazione, informazione e sensibilizzazione (Scheda n. 15)

n. azioni divulgazione/anno

n. azioni sensibilizzazione/anno

n. azioni informazione/anno

3

Verifica periodica dei risultati dei Piani annuali (Scheda n. 16)

N. verifiche/stagione venatoria 1

Tab. 4.3- Schema obiettivi- azioni di piano-indicatori

Page 81: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

75

5 - Fauna selvatica: pianificazione delle attività gestionali e definizione delle densità obiettivo 5.1 - Pianificazione delle attività gestionali

La puntuale programmazione, anche tramite specifico periodico

documento, delle attività di gestione della fauna selvatica rappresenta lo

strumento principale con il quale realizzare gli obiettivi del PFVP.

In un’ottica di assicurare il pieno raggiungimento degli obiettivi del Piano si

è provveduto ad organizzare le più significative attività gestionali da realizzare

nel prossimo quinquennio in schede specie-specifiche (Allegato I).

Per ogni specie, o gruppi di specie, in ragione della loro rilevanza dal punto

di vista naturalistico e gestionale, sono state infatti precisamente individuate le

azioni da realizzare e sviluppare nel corso di validità del Piano.

In particolare la Provincia assumerà il ruolo di coordinamento, supervisione

e controllo di tutte le attività individuate nelle schede dell’Allegato I e si farà

carico di realizzare e gestire direttamente quelle di propria e specifica

competenza.

La flessibilità ed adattabilità è elemento importante di governo del settore

dove il ricorso a tutte le possibile tipologie di intervento di gestione della fauna

con la loro integrazione ed efficacia di risposta e soluzioni operative alle

esigenze del territorio. La valorizzazione dell’attività venatoria e del ruolo della

caccia passa attraverso una forte cooperazione ed una efficace gestione ed

attuazione della programmazione.

Elemento essenziale in tal senso è la tempestiva acquisizione di dati ed

informazioni preventive e preliminari all’inizio della stagione faunistico-

venatoria, nell’intento di cogliere le specificità, le eccellenze e le criticità

territoriali quanto più vicine alla scala locale che permettano in tempo utile la

definizione degli obiettivi di prelievo per la medesima stagione generando quindi

una migliore coerenza fra programma e situazione locale osservata e portando

altresì ad una maggiore integrazione con le esigenze locali per danni da

selvaggina ed uno spunto propulsivo verso un migliore approccio di acquisizione

delle informazioni anche attraverso l’uso di valutazioni integrate, con metodi

diretti ed indiretti, di monitoraggio delle popolazioni selvatiche sono necessaria

base per mantenere attivo il lavoro per aumentare i gradi di certezza e per la

concretizzazione delle azioni di piano.

Page 82: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

76

La trasversalità del mondo venatorio e la sinergia con il mondo agricolo

assumono ancora più valore come strumento che attua un governo volto alla

valorizzazione del territorio e al perseguimento degli equilibri biologici,

incidendo così sulla qualità del territorio che è base per la qualità della vita e di

competitività delle realtà locali.

Si mira inoltre a potenziare l’approccio faunistico venatorio integrato alla

tutela e conservazione della fauna e degli ecotipi locali attraverso un maggiore

sviluppo del prelievo programmato che permetterà il rispetto dei processi e cicli

biologici naturali. In questo modo i prelievi sono commisurati alla presenza di

fauna intesa come capitale notevole da salvaguardare, nell’ottica degli equilibri

biologici, e come approccio moderno al rilancio e rispetto delle “originarie

naturalità” punto di riferimento che trova slancio nel futuro.

Per una sistematizzata lettura di dettaglio degli indirizzi sopraesposti si fa

riferimento alle singole schede/progetto dell’Allegato I, ove per le singole specie

o gruppi di specie sono specificate le principali soluzioni gestionali da adottarsi

nel prossimo quinquennio per raggiungere gli obiettivi specie specifici riportate

in premessa all’Allegato I.

Page 83: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

5.2 - Definizione delle densità obiettivo L’individuazione delle densità obiettivo, ovvero le densità a cui si dovrà

tendere nel quinquennio di validità del presente PFVP, rappresenta un elemento

di riferimento della pianificazione per la distribuzione delle specie sul territorio

provinciale e le modalità d’applicazione degli strumenti e degli interventi di

gestione.

I criteri e gli aspetti a cui si è fatto riferimento nella definizione delle

densità obiettivo discendono: 1- dal quadro conoscitivo illustrato nella prima

parte del piano; 2- dalle esperienze maturate nel corso dei quinquenni

precedenti; 3- dalle caratteristiche del territorio e dalle variabili ambientali,

faunistiche ed agronomiche; 4- dalle condizioni sociali ed economiche localmente

presenti; 5- dall’insieme delle specie complessivamente presenti sul territorio.

Specificatamente la definizione della densità obiettivo del presente piano e

la sua rappresentazione cartografica, per le varie specie considerate, tiene conto

dei seguenti elementi:

� indicazioni contenute nella Carta del rischio di danneggiamento da

fauna selvatica con particolare attenzione alle carte di rischio delle

produzioni agricole più comuni (Gellini et al. 2003);

� contenuti della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia

Romagna (Aggiornamento 2006) con particolare attenzione alle carte di

densità agroforestale e alle carte del “Rischio Ungulati” ed alla intensità di

questo sul territorio provinciale (Figg. 5.2 e 5.3);

� distribuzione (areali attuali e trend evolutivo osservato negli ultimi

cinque anni) e status (densità rilevate e stime di consistenza) delle specie,

ove disponibile;

� distribuzione della densità di danni nell’ultimo quinquennio

utilizzando dati disponibili per il territorio provinciale, come ulteriormente

specificato per nei successivi paragrafi relativi ai singoli gruppi di specie.

Tale elemento è stato considerato coerentemente a quelli considerati negli

indirizzi regionali;

� grado di attitudine del territorio provinciale a sviluppare un indotto

turistico-venatorio con rilevanti ricadute economiche.

Inoltre si è fatto riferimento a dati bibliografici relativamente alle densità e per

le specie non contemplate nella Carta delle Vocazioni faunistiche della Regione

Emilia-Romagna (aggiornamento 2006), utilizzando dati effettivamente

disponibili.

Page 84: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

78

La densità obiettivo è pertanto definita nell’ottica di permettere la

migliore adeguatezza della pianificazione alle specificità locali, alle condizioni

effettivamente riscontrate sul territorio mirando ad obiettivi che al contempo

possano contemperare le esigenze delle realtà territoriali locali in un’ottica di

realistica attuazione.

Il mosaico ambientale che caratterizza gran parte del territorio provinciale

ha comportato la necessità di definire le densità obiettivo per ciascuna specie a

livello di Comprensorio Faunistico Omogeneo e di singole sotto-unità territoriali e

coincidenti con i confini amministrativi dei comuni (cfr paragrafo 5.1).

Tuttavia, allo scopo di precisare i valori di densità obiettivo attualmente

espressi su base comunale a livello di sotto-unità gestionali o per gruppi di

queste, è prevista una specifica azione di piano finalizzata a definire all’interno

delle unità gestionali valori puntuali di densità obiettivo per ciascuna specie

nell’ambito del range attualmente espresso su base comunale, ipotizzando

periodiche revisioni (biennali) degli obiettivi indicati a questo livello per ogni

specie anche in funzione del carico di fauna complessivamente raggiunto

all’interno delle singole unità di gestione o gruppi di queste.

Tale impostazione risponde in modo efficiente alla necessità di esprimere

per ciascuna specie sia un valore di densità interpretabile come la misura della

compatibilità dell’abbondanza della specie ad una scala sub-provinciale (densità

obiettivo per Comprensorio Faunistico Omogeneo), sia il valore di densità che

rappresenti il termine a cui tendere localmente (densità obiettivo per sotto unità

territoriali comunali e densità obiettivo per sotto-unità gestionali) rispetto alla

attività da attivarsi nel corso del prossimo quinquennio per il suo raggiungimento

(prelievi o in via straordinaria Piani di controllo).

Allo scopo di definire le densità obiettivo sia a livello di Comprensori

Faunistici Omogenei che di sotto-unità comunali, è stato fatto riferimento sia a

valori puntuali che a scale di valori (range), per classi di idoneità ambientale,

pubblicate in letteratura.

Le scale di valori tengono conto dei principi sottesi alla densità obiettivo ed

in particolare del grado di “accettazione” della fauna rispetto alle condizioni

sociali ed economiche localmente presenti e pertanto si pongono comunque al di

sotto della densità biotica, che esprime invece la massima potenzialità di

presenza di fauna tenuto solo conto dei caratteri ambientale ed ecosistemici del

territorio.

Page 85: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

79

Nello specifico, per le scale di valori (range) di densità obiettivo si è fatto

riferimento alle seguenti categorie:

� Bassa densità (da valori di densità uguale a zero a valori

estremamente ridotti e comunque sempre abbondantemente al di sotto dei valori

di densità biotica)

� Media densità (da valori di densità bassa a valori di alta densità ma

comunque inferiori ai valori massimi che la specie può raggiungere in quel

contesto territoriale (densità biotica). Si tratta di un intervallo di valori i cui

estremi sono di norma quantificati in modo tale da garantire un range ampio

affinché possa essere applicabile localmente in funzione del contributo che la

specie da al carico complessivo di fauna e le problematiche relative a quel

preciso contesto territoriale)

� Alta densità (valori di densità che per le specie non problematiche

possono risultare anche vicini a quelli della densità biotica, mentre per tutte le

specie in grado di produrre danni alle produzioni agricole risultano entro il limite

della densità agro-forestale determinata a livello regionale e pertanto inferiori ai

valori potenziali della specie. Si tratta di valori normalmente espressi

nell’ambito di un range di media ampiezza affinché possa essere applicabile

localmente anche in funzione del carico complessivo di fauna selvatica e delle

problematiche specifiche che la gestione della specie presenta in quel contesto

territoriale);

� Nessuna presenza (densità uguale a zero)

Considerate le informazioni disponibili relative alle stime di abbondanza

delle diverse specie (quando disponibili), alla serie storica dei danni denunciati e

risarciti, alle tradizioni faunistico-venatorie presenti sul territorio, ai modelli di

vocazione biotica ed agro-forestale ed alle densità ad esse associate, alle carte

del rischio agronomico, alle caratteristiche degli agrosistemi presenti sul

territorio provinciale si provvede di seguito a definire per ogni specie (Ungulati

selvatici e fauna stanziale) le densità obiettivo sia a livello di Comprensorio

Faunistico Omogeneo che di sotto-unità comunali (Fig. 5.1).

Page 86: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

80

Fig. 5.1- Comprensori Faunistici Omogenei, sotto-unità comunali e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

Page 87: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

81

5.2.1- Definizione delle densità obiettivo per gli Ungulati Nella definizione delle densità obiettivo per gli Ungulati selvatici sono stati

ritenuti prioritari i seguenti aspetti:

� indicazioni contenute nella Carta del rischio di danneggiamento da

fauna selvatica con particolare attenzione alle carte di rischio delle

produzioni agricole più comuni (Gellini et al. 2003);

� contenuti della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia

Romagna (Aggiornamento 2006) con particolare attenzione alle carte di

densità agroforestale e alle carte del “Rischio Ungulati” ed alla intensità di

questo sul territorio provinciale (Figg. 5.2 e 5.3);

� distribuzione (areali attuali e trend evolutivo osservato negli ultimi

cinque anni) e status (densità rilevate e stime di consistenza) delle specie,

in quanto disponibile;

� distribuzione della densità di danni arrecati alle produzioni agricole e

degli incidenti stradali nell’ultimo quinquennio;

� grado di attitudine del territorio provinciale a sviluppare un indotto

turistico-venatorio con rilevanti ricadute economiche.

Page 88: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

82

Fig. 5.2 – Comprensori Faunistici Omogenei con reticolo delle zone critiche per la presenza di ungulati. Fonte dati Regione Emilia-Romagna

Page 89: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

83

Fig. 5.3 – Comprensori Faunistici Omogenei con reticolo della intensità del rischio di danneggiamento ai coltivi nelle zone della Provincia di Reggio Emilia critiche per la presenza di Ungulati

Page 90: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

84

Nel caso degli Ungulati, il mosaico ambientale che caratterizza gran parte

del territorio provinciale e il rischio di danneggiamento associato alle diverse

tipologie di copertura del suolo ha comportato la necessità di definire le densità

obiettivo per ciascuna specie sia a livello di Comprensorio Faunistico Omogeneo

che di singole sotto-unità territoriali.

Queste porzioni di territorio, in questa fase, sono opportunamente

individuate coincidenti con i confini amministrativi dei comuni territorialmente

interessati.

Tale scelta trova giustificazione dall’interpretazione integrata dei

contenuti informativi delle seguenti cartografie:

• densità biotiche di ciascuna specie (fonte dati Regione Emilia-

Romagna);

• “rischio Ungulati”, in termini di estensione e distribuzione spaziale

delle maglie delle reticolo del “rischio di danneggiamento da Ungulati”

(fonte dati Regione Emilia-Romagna);

• distribuzione della densità di danni arrecati alle produzioni agricole

nell’ultimo quinquennio dagli Ungulati selvatici (fonte dati Provincia di

Reggio Emilia);

• intensità degli investimenti stradali di Ungulati selvatici nell’ultimo

quinquennio (fonte dati Provincia di Reggio Emilia);

Nei comprensori di collina e montagna, l’analisi spaziale e le

quantificazioni prodotte su base GIS delle zone a forte rischio di danneggiamento

da Ungulati selvatici mostrano come queste, per alcuni comuni, si presentino di

estensione modesta e tali da poter essere completamente trascurate in fase di

pianificazione delle densità obiettivo oppure distribuite sul territorio in forma

estesa ed aggregata, perfettamente sovrapposta ai confini comunali, oppure in

forma ridotta e in geometrie allungate o diversamente in forma completamente

disaggregata e tale da non poter identificare aree omogenee sufficientemente

estese ai fini della pianificazione delle densità obiettivo (Tabella 5.1).

Nell’ottica di voler quantificare la densità obiettivo per ciascuna specie, in

un contesto caratterizzato dall’impossibilità di operare scelte di maggior

dettaglio rispetto alla scala comunale, si è adottato un approccio conservativo

che è tradotto in valori di densità sempre inferiori alla densità potenziale

espressa nella carta delle densità biotica della Regione Emilia-Romagna anche

per quei comuni del Comprensorio C3 in cui il rischio di danneggiamento è nullo o

del tutto trascurabile.

Page 91: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

85

Tale scelta trova giustificazione dalla lettura integrata dei contenuti della

carta del rischio (Fig. 5.3) e della carta di distribuzione dell’intensità di

danneggiamento effettivamente osservato su base comunale nel corso del

precedente quinquennio (Fig. 5.4). Diversamente dai contenuti della carta del

rischio, questo elaborato cartografico mostra infatti come siano proprio i comuni

dell’alto crinale quelli classificati come a maggior densità di importi liquidati in

seguito a danni alle colture.

Analoghe scelte sono effettuate per molti comuni del Comprensorio di

collina C2 dove tuttavia è utilizzato anche il contenuto informativo della carta

del rischio di investimenti stradali con Ungulati selvatici (Fig. 5.5).

Comune Superficie comunale

(ettari)

SASP Comunale

(ettari)

Superficie comunale a

rischio potenziale di

danneggiamento (ettari)

Superficie a rischio potenziale

di danneggiamento

(%)

Distribuzione spaziale delle zone a

rischio di danneggiamento

Collagna 6686,3 6.518,0 0,0 0,0 -

Ligonchio 6172,0 6.041,0 0,0 0,0 -

Ramiseto 9817,0 9.628,0 135,4 1,4 trascurabile

Busana 3038,1 2.932,0 75,0 2,6 trascurabile

Villa Minozzo 16781,2 16.333,0 2042,3 12,5 aggregata

Casalgrande 3742,7 2.701,0 453,8 16,8 disaggregata*

Scandiano 4981,7 4.039,0 912,4 22,6 disaggregata *

Vetto 5319,3 5.170,0 1514,6 29,3 concentrate

Quattro Castella 4603,2 3.988,0 1315,1 33,0 disaggregata *

Castellarano 5749,9 4.915,0 1972,8 40,1 disaggregata

San Polo d’Enza 3273,6 2.824,0 1222,0 43,3 disaggregata *

Albinea 4395,6 3.922,0 1764,0 45,0 disaggregata*

Vezzano sul Crostolo 3764,7 3.565,0 1708,6 47,9 disaggregata

Carpineti 8942,9 8.406,0 4111,1 48,9 disaggregata Castenuovo ne Monti 9666,0 9.107,0 5081,4 55,8 disaggregata Viano 4521,6 4.300,0 2414,2 56,1 disaggregata Casina 6379,0 6.123,0 3604,1 58,9 disaggregata Baiso 7522,4 7.188,0 4337,6 60,3 disaggregata Canossa 5318,1 5.079,0 3170,1 62,4 disaggregata Toano 6726,5 6.413,0 4389,3 68,4 disaggregata * limitatamente alla porzione di territorio a Sud della strada pedemontana

Tab. 5.1- Estensione e distribuzione spaziale della zone a forte rischio di danneggiamento nei comuni della collina e della montagna

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86

Fig. 5.4 – Distribuzione del danneggiamento ai coltivi per classi di importi risarciti per unità di superficie nel periodo 2000-2006

Fig. 5.5 – Distribuzione del numero di investimenti stradali per unità di superficie di ungulati selvatici nel periodo 2000-2006

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Densità obiettivo del Capriolo Motivazioni: 1- la specie è destinata a ultimare l’espansione del proprio areale

verso la pianura; 2- nelle aree vocate la specie ha raggiunto localmente densità

medie anche piuttosto elevate; 3- nella popolazione sono evidenti patologie di

tipo densità dipendenti; 4- i danni all’agricoltura sono aumentati soprattutto nel

settore collinare; 5- gli incidenti stradali sono in aumento anche nel contesto

planiziale; 6- abbondante brucatura dei polloni nei boschi cedui; 7- espansione

dell’areale del Cervo; 8- vocazione biotica mediamente elevata in ambito

appenninico anche a bassa quote; 9- densità agro-forestale normalmente media o

elevata con valori minimi in area di alta collina.

Fig. 5.6- Densità biotica del Capriolo

Page 94: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

88

Fig. 5.7- Densità agro-forestale del Capriolo

Strategia: valorizzare il potenziale ambientale, turistico ed evocativo della

specie modulandone nello spazio la densità, favorendo la sua distribuzione

limitatamente alle aree vocate prive di rischio di danneggiamento e nel

contempo minimizzando l’impatto nei confronti dei coltivi e sulla viabilità

stradale soprattutto attraverso una razionale gestione faunistico-venatoria. In

quest’ottica, le densità obiettivo del Capriolo sono individuate sempre al di sotto

dei valori della densità biotica e agroforestale fissati dalla Regione Emilia-

Romagna anche nel caso dei valori massimi previsti di densità obiettivo. Gli

intervalli di densità media ed alta sono inoltre definiti attraverso un contenuto

range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa presenza: 1,5 animali/100ha (range: da 0 a 6 animali/100ha) � Media presenza: 8 animali/100ha (range: da 4 a 16 animali/100ha) � Alta presenza: 16 animali/100ha (range: da 12 a 20 animali/100ha)

Page 95: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

89

Definizione delle densità obiettivo a livello di Comprensori: è fissata una alta

densità nel Comprensorio di collina (C2) e una media densità nel Comprensorio di

Montagna (C3). Poiché alla luce di quanto descritto nel paragrafo 2 si ritiene

fisiologicamente tollerabile la presenza del Capriolo in ristrette porzioni del

territorio del Comprensorio di Pianura (C1) è stato ritenuto di determinare una

bassa densità obiettivo all’interno di questo comprensorio (Fig. 5.8).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità comunali si individua una densità obiettivo alta anche per il territorio

dei Comuni di Vetto d’Enza e Castelnovo ne’ Monti compresi nel C3 e si fissa una

densità nulla nel territorio dell’alta pianura coincidente con il tratto compreso

tra la Via Emilia e la strada pedecollinare (Fig. 5.9).

Fig. 5.8 - Densità obiettivo del Capriolo a livello di Comprensorio

Page 96: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Fig. 5.9 – Densità obiettivo del Capriolo a livello di singole sotto-unità

Page 97: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Densità obiettivo del Daino Motivazioni: 1- la specie, autoctona naturalizzata, attua una lenta espansione

dell’areale in ambito appenninico con sovrapposizione del proprio areale con

quelli del Capriolo, del Cervo e del Muflone; 2- la specie ha raggiunto densità

locali elevate senza rivelare eclatanti problemi di tipo sanitario; 3- i danni

all’agricoltura sono modesti e principalmente su vigneti, così come gli incidenti

stradali risultano pochi e con ricorrenze localizzate; 4- non esistono modelli

regionali di vocazione per la specie.

Strategia: contenere e stabilizzare la distribuzione attualmente esistente.

Valorizzare, localmente, il potenziale turistico ed evocativo della specie

favorendone la stabilità nel tempo e controllando nel contempo l’impatto sui

coltivi ed i problemi della viabilità stradale attraverso una razionale gestione

faunistico-venatoria.

In quest’ottica la densità obiettivo sono definite sempre al di sotto degli attuali

valori e con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range); � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animali/100ha); � Media densità: 1,5 animali/100ha (range da 0,5 a 3 animali /100ha); � Alta densità: 4 animali/100ha (range da 2 a 8 animali/100ha);

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensori: per il Daino è

fissata una densità obiettivo media per il Comprensorio della collina (C2) e una

densità bassa per il Comprensorio di montagna (C3). La presenza della specie non

è contemplata nel Comprensorio di pianura (Fig. 5.10).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto unità comunali non è contemplata la presenza della specie nell’area

planiziale, è individuata un’alta densità obiettivo limitatamente ad una porzione

ristretta del Comprensorio C2 coincidente con l’areale attuale. In corrispondenza

dell’areale di presenza del Cervo è individuata una bassa densità obiettivo. Nel

Comprensorio di montagna non è contemplata la presenza della specie ad

eccezione del territorio del comune di Vetto d’Enza dove è individuata una

media densità obiettivo (Fig. 5.11).

Page 98: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

92

Fig. 5.10 - Densità obiettivo del Daino a livello di Comprensorio

Fig. 5.11 – Densità obiettivo del Daino a livello di singole sotto-unità

Page 99: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

93

Densità obiettivo del Cervo Motivazioni: 1- la specie risulta in piena fase di colonizzazione del territorio

appenninico; 2- la specie ha raggiunto localmente densità elevate; 3- nella

popolazione non sono evidenti patologie densità dipendenti; 4- i danni ai coltivi

risultano localmente rilevanti; 5 gli incidenti stradali sono relativamente

localizzati; 6- aumento di maturità dei boschi cedui; 7- vocazione biotica elevata

in ambito appenninico a quote elevate, vocazione media e bassa in area

collinare; 8- Densità agroforestale nulla o bassa in area collinare, media e alta in

area montana.

Fig. 5.12 – Carta di vocazione del Cervo. Fonte dati Regione Emilia-Romagna.

Page 100: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

94

Fig. 5.13 – Carta della densità agroforestale del Cervo. Fonte dati Regione

Emilia-Romagna.

Strategia: valorizzare il potenziale turistico ed evocativo della specie regolando

la sua densità sul territorio in ragione delle sue potenzialità, monitorando la

naturale espansione di areale in montagna e, nel contempo, minimizzando

l’impatto nei confronti dei coltivi e i problemi relativi ai possibili incidenti

stradali con opportuni interventi gestionali. Questa strategia, in prospettiva,

potrà essere attuata anche una razionale gestione venatoria della specie.

In quest’ottica le densità obiettivo sono individuate sempre al di sotto dei valori

della densità biotica e agro-forestale fissati dalla Regione Emilia-Romagna, anche

nel caso dei valori massimi previsti. Il comprensorio planiziale è ritenuto inadatto

alla presenza della specie mentre le sotto-unità collinari, caratterizzate da una

elevata presenza di colture foraggere, sono classificate complessivamente poco

idonee alla presenza della specie. Sono invece ritenuti potenzialmente idonei

alla specie i settori provinciali a basso rischio agronomico. Al fine di mantenere

ampie possibilità di controllo della consistenza locale gli intervalli di densità

media ed alta sono definiti attraverso un ampio range di variabilità.

Page 101: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

95

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa a livello di

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animale/100ha) � Media densità: 1 animale/100ha (range da 0,5 a 2 animali/100ha) � Alta densità: 2 animali/100ha (range da 1 a 6 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per il Cervo nel

Comprensorio di montagna (C3) è fissata una densità obiettivo alta; nel

Comprensorio di collina (C2) si ritiene adeguata una densità bassa, mentre si

ritiene incompatibile la presenza della specie nel Comprensorio C1 di Pianura

(Fig. 5.14).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: restano

confermati alti valori di densità obiettivo su gran parte del Comprensorio di

montagna con la sola eccezione delle sotto-unità di Vetto d’Enza e Castelnovo

ne’ Monti per le quali si individuano rispettivamente densità obiettivo media e

bassa. E’ altresì fissata una densità obiettivo bassa nel Comprensorio di Collina.

Si conferma l’incompatibilità della specie in pianura (Fig 5.15).

Page 102: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Fig. 5.14 - Densità obiettivo del Cervo a livello di Comprensorio

Fig. 5.15 – Densità obiettivo del Cervo a livello di singole sotto-unità

Page 103: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Densità obiettivo del Cinghiale

Motivazioni: 1- la specie ha in gran parte esaurito la fase di espansione

dell’areale; 2- la specie ha raggiunto densità locali anche elevate; 3- non sono

note patologie densità dipendenti; 4- i danni ai coltivi sono piuttosto diffusi e

localmente anche piuttosto rilevanti; 5- gli incidenti stradali risultano abbastanza

localizzati; 6- il controllo della popolazione non è stato adeguatamente

supportato da strategie di area vasta; 7- la vocazione biotica risulta elevata in

tutto il territorio di montagna mentre risulta ricompressa tra valori bassi e medi

nelle porzioni di territorio di bassa montagna e collina; 7- la carta del rischio di

danneggiamento ai coltivi indica una bassa compatibilità della specie nell’area

collinare.

Fig. 5.16 – Carta di Vocazione del Cinghiale. Fonte dati Regione Emilia-Romagna

Page 104: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

98

Fig. 5.17 – Carta di declassamento della Densità biotica del Cinghiale attraverso la carta del rischio ungulati. Fonte dati Regione Emilia-Romagna

Strategia: valorizzare il potenziale turistico ed evocativo della specie,

modulando adeguatamente la sua densità in montagna e limitatamente a quelle

sotto-unità della collina caratterizzate da una modesta presenza di coltivi.

Minimizzare l’impatto nei confronti dei coltivi ricorrendo ad una razionale

gestione faunistico-venatoria e a piani di controllo.

In quest’ottica le densità obiettivo sono individuate al di sotto dei valori della

densità biotica e, di norma, della densità agro-forestale fissati dalla regione

Emilia-Romagna, anche nel caso dei valori massimi previsti. Il comprensorio

planiziale è inadatto alla presenza della specie. Le sotto-unità territoriali della

collina caratterizzate dalla presenza di colture foraggere vengono considerate

poco idonee alla presenza della specie. Sono ritenuti idonei alla specie solamente

i settori provinciali a basso rischio agronomico. Al fine di mantenere ampie

possibilità di controllo sulle consistenze locali della specie gli intervalli di densità

media ed alta sono definiti attraverso un ampio range di variabilità.

Page 105: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

99

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animali/100ha) � Media densità: 1,5 animali/100ha (range da 0,5 a 2 animali/100ha) � Alta densità: 3,5 animali/100ha (range da 1,5 a 8 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: è fissata una alta

densità obiettivo per il Comprensorio della montagna (C3), mentre per il

Comprensorio della collina (C2) la densità obiettivo è bassa. In ambito planiziale

(C1) si ritiene incompatibile la presenza della specie (Fig. 5.18).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali:

relativamente al Comprensorio C3 si conferma un’alta densità obiettivo nei

cinque comuni di crinale, mentre è individuata una densità obiettivo bassa nelle

nella sotto-unità comunale di Castelnovo ne’ Monti e media nella sotto-unità di

Vetto d’Enza. In quattro sub-unità del Comprensorio di collina è invece tollerata

una densità media. Trova conferma l’incompatibilità della presenza del Cinghiale

con il territorio di pianura (Fig. 5.19).

Fig. 5.18 - Densità obiettivo del Cinghiale a livello di Comprensorio

Page 106: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Fig. 5.19 – Densità obiettivo del Cinghiale a livello di singole sotto-unità

Page 107: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Densità obiettivo del Muflone Motivazioni: 1- la specie, alloctona naturalizzata, presenta un areale stabile in

ambito appenninico con parziale sovrapposizione all’areale del Capriolo e del

Cervo; 2- la specie non ha recentemente mostrato problemi di tipo sanitario; 3-

la specie non raggiunge densità locali elevate come nel passato; 4- la specie non

provoca danni ingenti all’agricoltura; 5- gli incidenti stradali sono sporadici ed

occasionali; 6- non esistono modelli di vocazione.

Strategia: contenere e stabilizzare la distribuzione esistente. Valorizzare

localmente il potenziale turistico ed evocativo sostenendo le attuali condizioni e

controllando nel contempo l’impatto sui coltivi attraverso una razionale gestione

faunistico-venatoria. In quest’ottica anche la densità obiettivo è definita al di

sotto delle densità massime rilevate.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 4 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 4 a 12 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: la densità

obiettivo è fissata a bassi livelli sia per il Comprensorio di collina (C2) che per

quello di montagna (C3). Non è contemplata la presenza della specie in pianura

(Fig. 5.20)

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali:

relativamente al Comprensorio di montagna (C3) è individuata una densità

obiettivo media solamente nel territorio dei cinque comuni di crinale

appenninico, mentre è da escludere la presenza del Muflone nella restante parte

del Comprensorio. Analogamente per il Comprensorio della collina (C2) in cui è

individuata una densità obiettivo media esclusivamente sul territorio del Comune

di Vezzano sul Crostoso (Fig. 5.21).

Page 108: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

102

Fig. 5.20 - Densità obiettivo del Muflone a livello di Comprensorio

Fig. 5.21 – Densità obiettivo del Muflone a livello di singole sotto-unità

Page 109: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

103

5.2.2 - Definizione delle densità obiettivo per la Selvaggina Stanziale

Nella definizione delle densità obiettivo per la Selvaggina Stanziale sono

stati ritenuti prioritari i seguenti aspetti:

� indicazioni contenute nella Carta del rischio di danneggiamento da

fauna selvatica con particolare attenzione alle carte di rischio delle

produzioni agricole più comuni (Gellini et al- 2003);

� contenuti della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-

Romagna (aggiornamento 2006) con particolare attenzione alle carte

di vocazione biotica ed agroforestale;

� distribuzione (areali attuali e trend evolutivo osservato negli ultimi

cinque anni) e status (densità rilevate e stime di consistenza) delle

specie, ove disponibile;

� distribuzione della densità di danni arrecati alle produzioni agricole

nell’ultimo quinquennio;

� grado di attitudine del territorio provinciale a sviluppare un indotto

turistico-venatorio con rilevanti ricadute economiche;

� dati di consistenza numerica e densità relativa pubblicati in

bibliografia limitatamente alle specie per le quali la Carta delle

Vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna (aggiornamento

2006) non fornisce indicazioni di densità agroforestale o biotica.

Tali condizioni (elementi) e sono state considerate nell’ottica di

permettere la migliore adeguatezza alla specificità locali e alle condizioni

effettivamente riscontrate, sulla base dei dati (adeguatezza) disponibili e

mirando ad obiettivi che al contempo possano contemperare le esigenze delle

realtà territoriali locali in un’ottica di realistica attuazione.

Page 110: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

104

Per le medesime ragioni illustrate nel paragrafo precedente, anche nel

caso della piccola selvaggina le sotto-unità gestionali per la zonizzazione della

densità obiettivo specie specifica sono individuate coincidenti con i territori dei

Comuni.

Limitatamente alle specie non impattanti nei confronti delle produzioni

agricole, in fase di rappresentazione cartografica della densità obiettivo qualora

questa risulti equivalente alla densità biotica che la specie può raggiungere nel

contesto dell’area interessata, la sotto-unità territoriale è opportunamente

retinata al fine di evidenziare l’obiettivo della massima possibilità di espansione

di questa specie in fase pianificatoria.

Page 111: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

105

Densità obiettivo della Lepre Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie e locali piuttosto

importanti; 2- sono presenti evidenze di patologie densità dipendenti; 3- i danni

all’agricoltura sono localizzati soprattutto in pianura; 4- la vocazione biotica è

mediamente elevata su tutto il territorio provinciale.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il ruolo ecologico e il potenziale turistico ed evocativo favorendo la

sua permanenza e controllando nel contempo l’impatto nei confronti dei coltivi

attraverso una accurata gestione faunistico-venatoria. Incoraggiare la gestione

della specie incentivando il prelievo programmato. Le densità obiettivo medie ed

elevate sono in quest’ottica individuate necessariamente con ampio range di

variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 1,5 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 12 animali/100ha (range da 4 a 20 animali/100ha) � Alta densità: 20 animali/100ha (range da 15 a 30 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: nel Comprensorio

di pianura (C1) è fissata una densità obiettivo alta, mentre in collina (C2) e in

montagna (C3) è individuata una densità obiettivo media (Fig. 5.22).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunale: a livello

di sotto-unità comunali restano confermati i valori sopra espressi con la sola

eccezione per una densità obiettivo alta anche per il territorio dell’alta pianura

ricompreso nel Comprensorio C2 (Fig. 5.23).

Page 112: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

106

Fig. 5.22 - Densità obiettivo della Lepre a livello di Comprensorio

Fig. 5.23 – Densità obiettivo della Lepre a livello di singole sotto-unità

Page 113: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Densità obiettivo della Volpe Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie localmente anche piuttosto

elevate; 2- sono presenti patologie densità dipendenti; 3- i danni arrecati dalla

specie al patrimonio faunistico (piccola selvaggina) sono principalmente

localizzati nel contesto planiziale e nelle aree di produzione; 4- non sono

disponibili modelli di vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

salvaguardarne la conservazione e valorizzarne il proprio ruolo. Controllare

l’impatto predatorio della specie nei confronti del patrimonio faunistico con

particolare attenzione alle popolazioni di piccola selvaggina autoriproducenti.

In quest’ottica le densità obiettivo bassa e media sono definite con un ristretto

range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 0,5 animali/100ha (range da 0 a 1 animali/100ha) � Media densità: 1,5 animali/100ha (range da 0,5 a 2 animali/100ha) � Alta densità: 2,5 animali/100ha (range da 2 a 6 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i comprensori

di collina (C2) e montagna (C3) è individuata una densità obiettivo media,

mentre per il Comprensorio di pianura (C1) la densità obiettivo è bassa (Fig.

5.24).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con la sola eccezione per

una densità obiettivo bassa estesa anche al territorio dell’alta pianura

ricompreso nel comprensorio C2 (Fig. 5.25)

Page 114: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

108

Fig. 5.24 - Densità obiettivo della Volpe a livello di Comprensorio

Fig. 5.25 – Densità obiettivo della Volpe a livello di singole sotto-unità

Page 115: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Densità obiettivo del Fagiano

Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità basse e solo localmente medie; 2-

sono note alte mortalità tra gli animali immessi; 3- i danni ai coltivi sono

localizzati soprattutto in pianura; 4- vocazione biotica elevata in ambito

provinciale.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il potenziale turistico-venatorio ed evocativo favorendo la sua

presenza sul territorio e nel contempo controllandone l’impatto nei confronti dei

coltivi attraverso una accurata programmazione dell’attività venatoria.

Incoraggiare la gestione della specie incentivando il prelievo programmato anche

allo scopo di contenere i ripopolamenti. Le densità obiettivo media ed alta sono

quindi necessariamente definite con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 2 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 12 animali/100ha (range da 4 a 25 animali/100ha) � Alta densità: 25 animali/100ha (range da 15 a 50 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: sono fissate le

seguenti densità obiettivo: alta per il Comprensorio di pianura (C1); media per il

Comprensorio di collina (C2); bassa per il Comprensorio C3 di montagna (Fig.

5.26).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: è estesa a

valori alti la densità obiettivo del territorio dell’alta pianura (C2) e a valori medi

la densità obiettivo del territorio dei comuni di Vetto d’Enza e Castelnovo ne’

Monti, ricompresi nel Comprensorio C3 della montagna (Fig. 5.27)

Page 116: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

110

Fig. 5.26 - Densità obiettivo del Fagiano a livello di Comprensorio

Fig. 5.27 – Densità obiettivo del Fagiano a livello di singole sotto-unità

Page 117: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

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Densità obiettivo della Pernice rossa Motivazioni: 1- la specie non risulta presente su gran parte del territorio

provinciale; 2- quando presente, in aree di limitata estensione, la specie ha

raggiunto densità comunque piuttosto basse; 3- la vocazione biotica risulta

invece elevata su gran parte del territorio appenninico.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il proprio ruolo ecologico, il potenziale turistico-venatorio ed

evocativo favorendo la sua affermazione attraverso un’accurata

regolamentazione e programmazione della gestione faunistico-venatoria.

Incoraggiare la gestione della specie incentivando il prelievo programmato. Le

densità obiettivo sono quindi definite con ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 2 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 6 animali/100ha (range da 4 a 10 animali/100ha) � Alta densità: 14 animali/100ha (range da 8 a 25 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo per comprensori: nel Comprensorio della

collina (C2) è fissata una densità obiettivo alta; in montagna (C3) si individua una

densità obiettivo media; nel Comprensorio di pianura (C1) la densità obiettivo

per la specie è bassa (Fig. 5.28).

Definizione delle densità obiettivo per sotto-unità dei comprensori: a livello di

sotto-unità comunali è fissata una densità obiettivo bassa per il territorio

dell’alta pianura compreso nel C2, mentre si fissa una densità obiettivo alta per

il territorio dei comuni di Vetto d’Enza e Castelnovo ne’ Monti, ricompresi nel

Comprensorio C3 di montagna (Fig. 5.29).

Page 118: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

112

Fig. 5.28 - Densità obiettivo della Pernice rossa a livello di Comprensorio

Fig. 5.29 – Densità obiettivo della Pernice rossa a livello di singole sotto-unità

Page 119: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

113

Densità obiettivo della Starna Motivazioni: 1- la specie è assente su gran parte del territorio provinciale; 2-

quando presente la specie raggiunge densità piuttosto modeste; 2- la vocazione

biotica per la specie è comunque buona su gran parte del territorio provinciale.

Strategia: modulare la distribuzione sul territorio e la densità della specie con

l’obiettivo di valorizzarne il proprio ruolo ecologico, il potenziale turistico-

venatorio ed evocativo favorendo il suo sviluppo attraverso un’accurata

regolamentazione e programmazione dell’attività venatoria. Incoraggiare la

gestione della specie incentivando il prelievo programmato. Promuovere

l’estensione territoriale delle aree speciali per la reintroduzione della specie e,

più in generale, una sua gestione conservativa. Stabilizzare le popolazioni

autoriproducenti individuando prioritariamente quelle presenti all’interno di

ZRC. Le densità obiettivo sono definite con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 2 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 6 animali/100ha (range da 4 a 10 animali/100ha) � Alta densità: 14 animali/100ha (range da 8 a 25 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: nel Comprensorio

di pianura (C1) è fissata una densità obiettivo alta; in montagna (C3) è

individuata una densità bassa, mentre per la collina (C2) è fissata una densità

obiettivo media (Fig. 5.30).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità comunali la densità obiettivo è alta anche nel territorio dell’alta

pianura mentre risulta media nel territorio dei comuni di Vetto d’Enza e

Castelnovo ne’ Monti (Fig. 5.31).

Page 120: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

114

Fig. 5.30 - Densità obiettivo della Starna a livello di Comprensorio

Fig. 5.31 – Densità obiettivo della Starna a livello di singole sotto-unità

Page 121: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

115

Densità obiettivo della Nutria Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie e localmente anche elevate;

2- i danni sono economicamente importanti e non più trascurabili; 3- sono

presenti importanti rischi di tipo idraulico.

Strategia: la distribuzione della specie sarà controllata con l’obiettivo della sua

eradicazione in coerenza con gli impegni internazionali.

Definizione delle densità obiettivo: è programmata l’eradicazione della specie (densità “0”).

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: La presenza della

Nutria non è tollerata in alcun Comprensorio Provinciale (Fig. 5.32).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: anche a

livello di sotto-unità comunali la specie non è tollerata persistendo l’obiettivo

generale della eradicazione (Fig. 5.33).

Fig. 5.32 - Densità obiettivo della Nutria a livello di Comprensorio

Page 122: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

116

Fig. 5.33 – Densità obiettivo della Nutria a livello di singole sotto-unità

Page 123: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

117

Densità obiettivo della Cornacchia Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie ed elevate; 2- la specie

frequenta con alte densità le discariche con potenziali rischi sanitari; 3- i danni

agronomici sono economicamente importanti e localmente non più trascurabili;

4- i danni arrecati al patrimonio faunistico (specie di piccole dimensioni) sono

diffusi e maggiormente visibili nelle aree di produzione; 5- non sono disponibili

modelli di vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il proprio ruolo, controllando nel contempo l’impatto nei confronti

dell’agricoltura, del patrimonio faunistico e la frequentazione delle discariche

attraverso una accurata regolamentazione della gestione faunistico-venatoria. La

densità obiettivo bassa ha un range di applicazione che è al di sotto delle densità

rilevate in aree critiche, mentre la densità media è definita con un ampio range

di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 3 animali/100ha (range da 0 a 6 animali/100ha) � Media densità: 6 animali/100ha (range da 2 a 12 animali/100ha) � Alta densità: 12 animali/100ha (range da 8 a 14 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i

comprensori di pianura (C1) e montagna (C3) la densità obiettivo è bassa, mentre

per il comprensorio collinare (C2) la densità obiettivo è media (Fig. 5.34).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano sostanzialmente confermati i valori sopra espressi con

riduzione a una densità obiettivo bassa per i comuni dell’alta pianura ricompresi

nel comprensorio C2 e i comuni limitrofi a grosse discariche di rifiuti solidi urbani

(Fig. 5.35).

Page 124: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

118

Fig. 5.34 - Densità obiettivo della Cornacchia a livello di Comprensorio

Fig. 5.35 – Densità obiettivo della Cornacchia a livello di singole sotto-unità

Page 125: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

119

Densità obiettivo della Gazza Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità variabili con alte densità nella

fascia pedemontana; 2- i danni agronomici sono economicamente importanti e

localmente non più trascurabili; 3- i danni arrecati al patrimonio faunistico

(specie di piccole dimensioni) sono diffusi e maggiormente visibili nelle aree di

produzione; 4- non sono disponibili modelli di vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il proprio ruolo controllando nel contempo l’impatto nei confronti

dell’agricoltura e del patrimonio faunistico attraverso una accurata

regolamentazione della gestione faunistico-venatoria. La densità obiettivo bassa

ha un range di applicazione che è al di sotto delle densità rilevate in aree

critiche, mentre la densità media è definita con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 4 animali/100ha (range da 0 a 8 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 5 a 15 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i

comprensori di pianura (C1) e montagna (C3) la densità obiettivo è bassa, mentre

per il comprensorio collinare (C2) la densità obiettivo è media, (Fig. 5.36).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione a una densità

obiettivo bassa per i comuni dell’alta pianura ricompresi nel comprensorio C2

(Fig. 5.37).

Page 126: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

120

Fig. 5.36 - Densità obiettivo della Gazza a livello di Comprensorio

Fig. 5.37 – Densità obiettivo della Gazza a livello di singole sotto-unità

Page 127: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

121

Densità obiettivo della Ghiandaia Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità variabili con alte densità nella

fascia collinare; 2- i danni agronomici sono economicamente importanti e

localmente non più trascurabili nel settore planiziale; 3- i danni arrecati al

patrimonio faunistico (specie di piccole dimensioni) sono diffusi e localmente

segnalati anche nelle aree di produzione; 4- non sono disponibili modelli di

vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il proprio ruolo controllando nel contempo l’impatto nei confronti

dell’agricoltura e del patrimonio faunistico (piccola fauna) attraverso una

accurata regolamentazione della gestione. La densità obiettivo bassa ha un range

di applicazione che è al di sotto delle densità rilevate in aree critiche, mentre la

densità media è definita con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 1 animali/100ha (range da 0 a 3 animali/100ha) � Media densità: 3 animali/100ha (range da 1 a 8 animali/100ha) � Alta densità: 8 animali/100ha (range da 6 a 10 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i

comprensori di pianura (C1) la densità obiettivo è bassa, mentre per i

comprensori collinare (C2) e montano (C3) la densità obiettivo è media (Fig.

5.38).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione a valori di

densità obiettivo bassi per il territorio dei comuni dell’alta pianura ricompresi

nel comprensorio C2 (Fig. 5.39).

Page 128: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

122

Fig. 5.38 - Densità obiettivo della Ghiandaia a livello di Comprensorio

Fig. 5.39 – Densità obiettivo della Ghiandaia a livello di singole sotto-unità

Page 129: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

123

Densità obiettivo del Piccione domestico rinselvatichito Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità elevate su buona parte del

territorio provinciale; 2- i danni agronomici sono economicamente importanti e

localmente non più trascurabili; 3- i danni arrecati al patrimonio architettonico e

storico sono diffusi e localmente significativi; 4- non sono disponibili modelli di

vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie (porzione

inselvatichita) con l’obiettivo di limitarne il ruolo a favore di specie selvatiche

controllando l’impatto nei confronti dell’agricoltura e del patrimonio

architettonico attraverso una accurata gestione della specie. Le densità obiettivo

bassa e medie sono quindi definite con un ristretto range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 4 animali/100ha (range da 0 a 8 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 5 a 15 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per tutti i

comprensori la densità obiettivo è bassa (Fig. 5.40).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano confermate le densità obiettivo basse (Fig. 5.41).

Page 130: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

124

Fig. 5.40 - Densità obiettivo del Piccione domestico a livello di Comprensorio

Fig. 5.41 – Densità obiettivo del Piccione domestico a livello di singole sotto-unità

Page 131: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

125

Densità obiettivo della Tortora dal collare Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità basse solo localmente elevate; 2- i

danni agronomici sono localmente importanti non più trascurabili; 3- La specie è

sinantropa con conseguenti danni al patrimonio architettonico e storico

localmente significativi; 4- non sono disponibili modelli di vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie con l’obiettivo di

valorizzarne il proprio ruolo controllando l’impatto nei confronti dell’agricoltura

e del patrimonio architettonico attraverso un’accurata gestione della specie. Le

densità obiettivo sono quindi definite con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 4 animali/100ha (range da 0 a 8 animali/100ha) � Media densità: 8 animali/100ha (range da 5 a 15 animali/100ha) � Alta densità: 16 animali/100ha (range da 12 a 20 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i comprensori

di pianura (C1) e collina (C2) la densità obiettivo è media, mentre per il

comprensorio montano la densità obiettivo è bassa (C3) (Fig. 5.42).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione a una densità

obiettivo bassa per i comuni della collina ricompresi nel comprensorio C2 (Fig.

5.43).

Page 132: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

126

Fig. 5.42 - Densità obiettivo della Tortora dal collare a livello di Comprensorio

Fig. 5.43 – Densità obiettivo della Tortora dal collare a livello di singole sotto-unità

Page 133: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

127

Densità obiettivo dello Storno Motivazioni: 1- la specie ha raggiunto densità medie ed elevate nella porzione

planiziale della provincia; 2- i danni agronomici sono diffusi e localmente

importanti non più trascurabili; 3- la specie è sinantropa con conseguenti danni

arrecati al patrimonio architettonico; 4- non sono disponibili modelli di

vocazione.

Strategia: modulare la distribuzione e la densità della specie (popolazione

stanziale) con l’obiettivo di valorizzarne il proprio ruolo controllando l’impatto

nei confronti dell’agricoltura e del patrimonio architettonico attraverso una

accurata regolamentazione della gestione faunistica. Considerare aspetti della

temporaneità, della localizzazione e delle circostanze specifiche nei casi di

ricorso al prelievo in deroga alle disposizioni comunitarie. Le densità obiettivo

sono quindi definite con un ampio range di variabilità.

Definizione delle densità obiettivo: la densità obiettivo è espressa per

Comprensorio Faunistico Omogeneo e ad essa è associato un range di valori che

identifica possibili e diversi obiettivi locali:

� Nessuna presenza: densità zero (nessun range) � Bassa densità: 8 animali/100ha (range da 0 a 10 animali/100ha) � Media densità: 16 animali/100ha (range da 8 a 24 animali/100ha) � Alta densità: 24 animali/100ha (range da 18 a 30 animali/100ha)

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: per i comprensori

di pianura (C1) e collina (C2) la densità obiettivo è media, mentre per il

comprensorio montano (C3) è bassa (Fig. 5.44).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali: a livello di

sotto-unità restano confermati i valori sopra espressi con riduzione ad una

densità obiettivo bassa per i comuni della collina ricompresi nel comprensorio C2

(Fig. 5.45).

Page 134: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

128

Fig. 5.44 - Densità obiettivo dello storno a livello di Comprensorio

Fig. 5.45 – Densità obiettivo dello storno a livello di singole sotto-unità

Page 135: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

129

Densità obiettivo del Silvilago

Motivazioni: 1- la specie è segnalata in sponda sinistra del Fiume Po; 2- i

danni biologici agli ecosistemi arrecati dalla permanenza del Silvilago

possono risultare rilevanti;

Strategia: la distribuzione della specie sarà monitorata con sistematicità

con l’obiettivo della sua eradicazione in coerenza con gli impegni

internazionali.

Definizione delle densità obiettivo: è programmata l’eradicazione della specie (densità “0”).

Definizione delle densità obiettivo a livello di comprensorio: La presenza

della Silvilago non è tollerata in alcun Comprensorio Provinciale (Fig. 5.46).

Definizione delle densità obiettivo a livello di sotto-unità comunali:

anche a livello di sotto-unità comunali la specie non è tollerata persistendo

l’obiettivo generale della eradicazione (Fig. 5.47).

Fig. 5.46 - Densità obiettivo del Silvilago a livello di Comprensorio

Page 136: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

130

Fig. 5.47 - Densità obiettivo del Silvilago a livello di singole sotto-unità

Page 137: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

131

6 - Gli Istituti faunistici: idoneità territoriale e pianificazione delle attività gestionali

La pianificazione faunistico-venatoria necessita che siano individuati i

criteri di congruenza, compatibilità ed omogeneità territoriale per gli Istituti

esistenti e naturalmente per quelli di nuova istituzione.

I differenti obiettivi di pianificazione faunistico-venatoria individuati nel

PFVP devono trovare rispondenza e piena coerenza con il numero, la dimensione

e la distribuzione sul territorio degli Istituti faunistici organizzati sulla base dei

Comprensori Faunistici Omogenei.

A tale scopo, in questa sezione del Piano, si provvede ad esaminare gli

istituti esistenti sulla base di quanto evidenziato nel quadro conoscitivo,

nell’attesa degli obiettivi precedentemente definiti.

Nel paragrafo successivo vengono invece definiti i criteri e le modalità per

l’istituzione, le modifica, le revoca e il rinnovo degli Istituti faunistici nonché gli

indirizzi per la pianificazione delle attività gestionali per ogni tipologia di

istituto.

6.1 - Gli Istituti faunistici: idoneità territoriale

Siti Rete Natura 2000

La Rete dei siti Natura 2000 è un sistema di aree di particolare interesse

naturalistico che devono essere conservate in tutti gli Stati Membri dell’Unione

Europea.

Mentre la Direttiva Uccelli prevede che per le specie considerate più

minacciate (incluse nell’Allegato I della Direttiva) siano adottate misure speciali

di conservazione degli habitat per garantirne la sopravvivenza e che i territori più

idonei alla conservazione di tali specie siano classificati come ZPS, la Direttiva

Habitat definisce gli elenchi di specie vegetali e animali (uccelli esclusi) e di

habitat di interesse comunitario rari e minacciati e prevede l’individuazione di

SIC ovvero di aree che contribuiscono in modo significativo a mantenere habitat o

una specie di interesse comunitario in uno stato di conservazione soddisfacente.

All’inclusione di un territorio in un’area della Rete natura 2000 (ZPS o SIC)

non corrisponde tuttavia necessariamente un generalizzato divieto di qualsiasi

tipo di utilizzo delle risorse naturali presenti.

Le Direttive comunitarie 92/43 “Habitat” e 79/409 “Uccelli” precisano

infatti che la conservazione della biodiversità nei Siti della Rete natura 2000

Page 138: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

132

deve avvenire in modo compatibile con lo sviluppo economico del territorio e nel

rispetto delle esigenze economiche, sociali e culturali di chi vive e lavora in

queste aree. La conservazione delle specie e degli habitat, si rivolge, secondo

una più moderna accezione alla convivenza tra natura e uomo.

In questa prospettiva è possibile quindi anche l’esercizio dell’attività

venatoria purché non arrechi effetti negativi nei confronti degli obiettivi più

generali di conservazione dei siti della Rete Natura 2000.

A livello nazionale le disposizioni attuative delle sopra citate Direttive

europee sono contenute nel DPR n. 357 dell’8 settembre 1997, successivamente

modificato e integrato dal DPR n. 120 del 12 marzo 2003, e nel Decreto del

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 3 settembre 2002 “Linee

Guida per la gestione dei siti della rete Natura 2000”. Più recente riferimento

normativo in materia è quello del D.P.R. 17 ottobre 2007 a cui il presente Piano è

coerente.

A livello regionale, dopo un primo atto di Giunta RER (1442/2001) con il

quale la Regione intendeva perseguire obiettivi di coerenza tra gli interventi in

agricoltura (PRSR) e la Rete Natura 2000, è stata emanata la Legge Regionale del

14 aprile 2004, n. 7, recante “Disposizioni in materia ambientale”, che agli

articoli 1-9 delega agli enti Locali l’attuazione della normativa in materia di Rete

Natura 2000. A questo primo atto hanno fatto più recentemente seguito

l’approvazione degli “Indirizzi regionali per la pianificazione faunistico-venatoria

provinciale” (Deliberazione dell’assemblea legislativa della RER 31 maggio 2006,

n. 60), la “disciplina del prelievo venatorio della specie Storno in regime di

deroga al sensi dell’art. 9 lettera A della Direttiva 70/409/CEE” (Delibera di

Giunta Regionale 1223/2006) e le “Misure di conservazione per la gestione delle

ZPS, ai sensi delle Direttive 79/409/CEE, 92/43/CEE e DPR 357/97 con la

recentissima Deliberazione Regionale n. 1435 del 17.10.2006.

Con quest’ultimo atto la Regione Emilia-Romagna, coerentemente ed in

completa corrispondenza con il successivo DPR 17 ottobre 2007, detta le misure

di conservazione e di salvaguardia della ZPS e stabilisce le azioni da promuovere

e/o da incentivare per prevenire il degrado degli habitat naturali e seminaturali

e la perturbazione delle specie tutelate e dei relativi habitat di vita, allo scopo

di favorire il mantenimento delle ZPS dell’Emilia-Romagna in un soddisfacente

stato di conservazione.

Sono in particolare individuate cinque principali tipologie di ambienti: A -

ambienti aperti, B –ambienti forestali, C - acque lentiche, D - acque lotiche ed E

- ambienti agricoli.

Page 139: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

133

Per quanto riguarda l’attività venatoria per effetto di tale deliberazione

regionale sono vietate in tutte le ZPS:

• l’attività venatoria in deroga, di cui alla Dir. 79/409/CEE, art 9, par. 1,

lett. c;

• l’abbattimento di esemplari appartenenti alle specie Moretta (Aythya

fuligula) e Combattente (Philomacus pugnax);

• l’attività di controllo delle popolazioni dei corvidi attraverso la pratica

dello sparo al nido;

• l’introduzione di specie animali alloctone in ambienti naturali;

• i ripopolamenti a scopo venatorio, ad esclusione di quelli realizzati con

soggetti appartenenti alle specie autoctone mantenute in purezza e

provenienti da allevamenti nazionali, e di quelli effettuati con fauna

selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e cattura o dai centri

pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale

insistenti sul medesimo territorio;

• la pre-apertura della stagione venatoria, con l’eccezione della caccia di

selezione agli Ungulati selvatici;

• l'attività venatoria in forma vagante nel mese di gennaio per più di due

giornate fisse alla settimana, corrispondenti al giovedì e alla domenica, ad

eccezione della caccia agli Ungulati selvatici che resta regolamentata dal

vigente calendario venatorio regionale;

• l’attività venatoria da appostamento nel mese di gennaio per più di due

giornate alla settimana definite a scelta tra quelle di giovedì, sabato e

domenica;

• l’attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, dal 1

febbraio al 15 settembre;

• la riduzione delle aree precluse all’attività venatoria al momento

dell’approvazione del presente atto, all’interno di ogni singola ZPS.

Inoltre nelle ZPS con acque lentiche e lotiche (tipologie ambientali C e D) è

vietato l’uso di pallini di piombo per l’attività venatoria nelle zone umide

naturali ed artificiali (con acqua dolce, salata e salmastra, compresi i prati

allagati) e in una fascia di rispetto di 150 metri dai loro confini, a decorrere dalla

stagione venatoria 2008-2009; i pallini dovranno, pertanto, essere costituiti da

materiali non tossici per l’avifauna.

Nel territorio della Provincia di Reggio Emilia, con Deliberazione della

Giunta RER n. 167 del 13 febbraio 2006, sono stati istituiti complessivamente 22

Page 140: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

134

siti della Rete Natura 2000 destinati alla conservazione delle specie e degli

habitat di interesse comunitario presenti all’interno del loro territorio. Tra questi

solamente uno è classificato come ZPS mentre 10 sono classificati sia come ZPS

che come SIC.

Alla luce di quanto definito dalle normative vigenti, le attività inerenti la

gestione faunistica ed eventualmente venatoria nel territorio dei siti della Rete

natura 2000 presenti in provincia di Reggio Emilia sono state dettagliatamente

trattate nell’allegato studio di incidenza che costituisce parte integrale e

sostanziale del presente Piano.

Tuttavia, in conformità a quanto indicato negli indirizzi regionali, in questa

sede si precisano, per ciascun sito, il numero programmato per gli eventuali

appostamenti fissi.

Tipo Codice Denominazione Compr. ATC N°

appostamenti fissi

SIC-ZPS IT4030020 Golena del Po di Gualtieri, Guastalla e

Luzzara 1 1-2 0

SIC-ZPS IT4030015 Valli di Novellara 1 2 5 ZPS IT4030019 Cassa di Espansione del Tresinaro 1 2 0

SIC-ZPS IT4030023 Fontanili di Gattatico e Fiume Enza 1-2 1-3 0 SIC IT4030007 Fontanili di Corte Valle Re 1 1 1

SIC-ZPS IT4030011 Casse di Espansione del Secchia 1 2 0 SIC IT4030021 Rio Rodano e Fontanili di Fogliano e Ariolo 2 3 0 SIC IT4030017 Cà del Vento, Cà del Lupo, Gessi di Borzano 2 3 0 SIC IT4030014 Rupe di Campotrera, Rossena 2 3 0 SIC IT4030010 Monte Duro 2 3 0 SIC IT4030016 San Valentino, Rio della Rocca 2 3 0 SIC IT4030018 Media Val Tresinaro, Val Dorgola 2 3 0 SIC IT4030013 Fiume Enza da La Mora a Compiano 2-3 3-4 0 SIC IT4030022 Rio Tassaro 3 4 0 SIC IT4030008 Pietra di Bismantova 3 4 0

SIC-ZPS IT4030002 Monte Ventasso 3 4 0 SIC IT4030009 Gessi Triassici 3 4 0

SIC-ZPS IT4030001 Monte Acuto, Alpe di Succiso 3 4 0

SIC-ZPS IT4030003 Monte La Nuda, Cima Belfiore, Passo del

Cerreto 3 4 0

SIC-ZPS IT4030004 Val d'Ozola, Monte Cusna 3 4 0 SIC-ZPS IT4030006 Monte Prado 3 4 0 SIC-ZPS IT4030005 Abetina Reale, Alta Val Dolo 3 4 0

Totale appostamenti fissi nei siti Rete Natura 2000 6 Tab. 6.1 – Numero di appostamenti fissi programmato

Il lavoro di continua integrazione fra gli aspetti faunistico venatori e gli

aspetti più prettamente naturalistici ambientali sui Siti di Rete Natura 2000, è

impegno dei competenti settori provinciali ove si procederà ad un continuo

lavoro trasversale di sviluppo ed integrazione di tali tematiche.

Page 141: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

135

Oasi di protezione della fauna

Le informazioni inerenti la composizione faunistica delle Oasi provinciali

allo stato attuale risultano ancora piuttosto modeste. Attualmente gli unici dati

disponibili riguardano esclusivamente le Oasi affidate in gestione convenzionata

ad associazioni ambientaliste, quali LIPU e WWF. Tale circostanza rende in molti

casi difficoltoso, se non impossibile, valutare il loro effettivo valore naturalistico

e conseguentemente esprimere un giudizio circa l’efficacia del vincolo di

protezione.

Obiettivi del prossimo quinquennio saranno:

• indagini mirate a definire la composizione faunistica delle diverse Oasi;

• piani di monitoraggio (utilizzando indicatori quali ad esempio la comunità

degli uccelli nidificanti) per valutare gli effetti del vincolo di protezione.

Per le Oasi esistenti si prevede di:

• modificare i confini dell’Oasi Valle Re, escludendo le aree ricomprese

all’interno dell’omonima RNO. La modifica non comporta nessuna riduzione

della superficie complessivamente protetta, ma evita esclusivamente la

sovrapposizione tra istituti di protezione;

• monitorare l’Oasi Celestina al fine di valutare l’adeguatezza e l’efficacia

dell’area protetta anche in un’ottica di verifica dei confini;

• modificare i confini dell’Oasi dell’Ozola, escludendo le aree ricomprese

all’interno del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. La modifica

non comporta nessuna riduzione della superficie complessivamente

protetta, ma evita semplicemente la sovrapposizione territoriale tra i due

istituti di protezione;

• modificare i confini dell’Oasi delle Casse del fiume Secchia, escludendo le

aree ricomprese all’interno dell’omonima RNO. La modifica non comporta

nessuna riduzione della superficie complessivamente protetta, ma evita

esclusivamente la sovrapposizione tra istituti di protezione. Essa è

finalizzata a garantire il vincolo di protezione ai 17 ettari attualmente

esclusi dal perimetro dell’omonima RNO.

• valutare di modificare i confini dell’Oasi delle Casse di espansione

dell’Enza in un’ottica di affinamento degli obiettivi di destinazione e

dell’efficienza dell’istituto;

• confermare il vincolo di protezione nei restanti istituti.

Page 142: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

136

Denominazione Comprensorio ATC SASP

(ettari) Pianificazione

Ghiarole 1-Pianura RE 1 78 C Pantari 1-Pianura RE 1 240 C Valle Re 1-Pianura RE 1 131 M

Casse del fiume Secchia 1-Pianura RE 2 163 M Mandrio 1-Pianura RE 2 82 C Celestina 1-Pianura RE 2 10 M Bianello 2-Collina RE 3 186 C

Rio Coviola 2-Collina RE 3 35 C Crostolo 2-Collina RE 3 261 C Marmirolo 2-Collina RE 3 37 C

Torrente Enza 2-Collina RE 3 137 M Ozola 3-Montagna RE 4 4.196 M

Tab. 6.2 – Pianificazione delle Oasi (C = conferma; M = modifica dei confini; R = revoca)

Ai fini di procedere con possibili complesse, modifiche dei confini e revoche

verrà attuato l’opportuno lavoro sinergico per la pianificazione faunistico-

venatoria e l’ufficio provinciale Parchi e valorizzazione del Paesaggio.

Per il prossimo quinquennio, per l’individuazione dei territori idonei per

l’istituzione di nuove Oasi si ritengono prioritarie le seguenti condizioni:

• aree interne ai siti di Rete Natura 2000 o, se esterne, funzionali alla

tutela degli stessi o alla funzionalità delle Rete Ecologica provinciale;

• aree classificate a medio o alto valore naturalistico complessivo (Casini &

Gellini, 1998), con punteggi compresi tra 7 e 12;

• siti funzionali alla tutela delle Aree di collegamento ecologico;

• aree che si siano rivelate essere di particolare importanza per la

riproduzione, sosta, svernamento di specie di interesse comunitario

(inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE o negli Allegati II, IV, V

della Direttiva 92/43/CEE) o identificate come particolarmente protette

dall’art. 2 della Legge 157/92.

Nelle aree collinari e montane (a Sud del tracciato stradale pedemontano

San Polo – La Veggia) le Oasi dovranno essere di limitata estensione (massimo 150

ettari) e ricomprendere esclusivamente territori con tasso di boscosità inferiore

al 50%.

Anche per l’istituzione di nuove oasi si procederà con il lavoro congiunto

con l’ufficio provinciale Parchi e valorizzazione del Paesaggio.

Page 143: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

137

Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC)

Considerati i risultati gestionali conseguiti nel precedente quinquennio, le

densità rilevate, le indicazioni fornite dalla bibliografia (Spagnesi et al., 1993) e

la vocazionalità espressa dal territorio provinciale circa la Lepre ed il Fagiano

(Gellini & Zanni, 2006), si prevede per le ZRC esistenti di:

• revocare la ZRC San Simeone;

• valutare la possibile modifica dei confini della ZRC Rivaltella;

• modificare i confini della ZRC Nuova Stiano;

• revocare o modificare i confini della ZRC Nuova Gazzaro;

• confermare i rimanenti istituti con le specie in indirizzo opportunamente

elencate in Tabella 3.

Nel Comprensorio C1 di pianura e nella porzione planiziale del

Comprensorio C2 di collina sarà privilegiata l’istituzione di ZRC destinate

alla cattura, con dimensioni variabili tra 700 e 1.000 ettari. Le catture

saranno autorizzate nel caso in cui:

• la densità autunnale del Fagiano sia perlomeno uguale a 25 capi/100

ettari;

• il programma di cattura preveda il mantenimento di una densità di Lepri

di almeno 15 capi/100 ettari (Trocchi & Riga, 2005).

Nei medesimi ambiti potranno essere realizzate ZRC di dimensioni inferiori

finalizzate all’irradiamento.

Tenuto conto delle effettive dimensioni delle ZRC sui territori provinciali e

dell’esistente vocazionalità, nella porzione collinare del Comprensorio C2 sarà

privilegiata l’istituzione di ZRC di dimensioni ridotte (inferiori a 500 ettari) in

territori dove la copertura forestale non sia superiore al 50% dell’estensione

dell’istituto. Nelle aree vocate potranno tuttavia essere istituite ZRC con finalità

di cattura. In quest’ultimo caso le catture saranno autorizzate quando:

• la densità autunnale del Fagiano sia perlomeno uguale a 15 capi/100

ettari;

• il programma di cattura preveda il mantenimento di una densità di lepri

di almeno 10 capi/100 ettari.

E’ possibile l’istituzione di nuove ZRC anche nel Comprensorio 3.

Nel Comprensorio C3, i territori idonei all’istituzione di nuove ZRC dovranno

mostrare una effettiva vocazionalità per le specie in indirizzo (Gellini & Zanni,

2006) e non dovranno introdurre aspetti problematici nella gestione degli

ungulati.

Page 144: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

138

Denominazione Comprensorio ATC SASP

(ettari) Pianificazione

Specie in indirizzo

S. Croce 1-Pianura RE 1 529 C L+F Nocetolo 1-Pianura RE 1 733 C L+F Cogruzzo 1-Pianura RE 1 594 C L+F

San Martino 1-Pianura RE 1 210 C L Barigazzo 1-Pianura RE 1 767 C L+F Ponte Alto 1-Pianura RE 1 644 C L+F Boschi 1-Pianura RE 2 1.247 C L+F

Zaccarella 1-Pianura RE 2 751 C L+F San Tommaso 1-Pianura RE 2 960 C L+F Selvatiche 1-Pianura RE 2 414 C L+F

Massenzatico 1-Pianura RE 2 331 C L+F Prato 1-Pianura RE 2 802 C L+F

Trignano 1-Pianura RE 2 367 C L Cà del Pino 1-Pianura RE 2 268 M/R L+F Barchessino 1-Pianura RE 2 609 C L+F San Simeone 1-Pianura RE 2 372 M/R -

Vergari 1-Pianura RE 2 636 C L+F Viazzone 1-Pianura RE 2 403 C L+F Del Medico 1-Pianura RE 2 572 C L+F Ponte Forca 1-Pianura RE 2 280 C L+F

Sesso 1-Pianura RE 2 827 C L+F Ghiardo 2-Collina RE 3 1.058 C L+F Costa di

Montecavolo 2-Collina RE 3 1.147 C

L+F

Rivaltella 2-Collina RE 3 1.898 M/R L+F San Maurizio 2-Collina RE 3 623 C L+F Casalunga 2-Collina RE 3 377 C L+F Pratissolo 2-Collina RE 3 913 C L+F Marmirolo 2-Collina RE 3 520 C L+F Chiozzino 2-Collina RE 3 613 C L+F

Nuova Salvaterra 2-Collina RE 3 649 C L+F Bocco 2-Collina RE 3 552 C L+F

Leguigno 2-Collina RE 3 852 C L+F Cà Talami 2-Collina RE 3 594 C L+F

San Valentino 2-Collina RE 3 345 C L+F Nuova Stiano 2-Collina RE 3 822 M/R L Nuova Gazzaro 2-Collina RE 3 290 R/M - Monte Alto 2-Collina RE 3 209 C L+F

Nuova Quercioli 2-Collina RE 3 1.153 C L+F Codemondo 2-Collina RE 3 992 C L+F Gombio 3-Montagna RE 4 347 C L Caselle 3-Montagna RE 4 458 C L

Tab. 6.3 – Pianificazione delle ZRC (C = conferma; M = modifica dei confini; R = revoca), specie in indirizzo (L = Lepre; F = Fagiano)

Page 145: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

139

Appostamenti fissi di caccia

Il numero massimo di appostamenti fissi di caccia autorizzabili in provincia

è di 42, così ripartiti:

• 32 appostamenti di zona umida, a Nord della strada pedemontana

(Comprensorio C1 e porzione planiziale del Comprensorio C2);

• 10 appostamenti di terra, a Sud della strada pedemontana (porzione

collinare del Comprensorio C2 e Comprensorio C3).

La quota non utilizzata all’interno dell’ambito collinare e montano come

sopra delimitato, può essere utilizzata per il Comprensorio C1 e la porzione

planiziale del Comprensorio C2 in quanto si ritiene che le zone umide, che sono

requisito propedeutico richiesto in caso di appostamenti fissi, possano essere

incrementate per estensione o numero negli ambiti maggiormente antropizzati,

che sono quelli di pianura, per favorire la biodiversità e le condizioni di

naturalità, pur coerentemente con la Rete Ecologica provinciale.

Ai sensi dell'art. 10, comma 8, lett. h), della Legge 157/92, è possibile

collocare appostamenti fissi in tutto il territorio provinciale, fatta eccezione per

le seguenti ubicazioni:

• a distanza inferiore di 150 m da aziende venatorie (AFV e ATV), zone di

protezione della fauna (Oasi e ZRC);

• a distanza inferiore di 150 m da immobili abitazione o posto di lavoro,

ferrovie, piste ciclabili ed altre ubicazioni espressamente vietate dalla

legge;

• a distanza inferiore di 500 m da argine maestro del fiume Po, torrente

Enza e fiume Secchia;

• a distanza inferiore di 500 m da Aree protette statali o regionali;

• a distanza inferiore di 500 m da capanni di altri appostamenti fissi;

• a distanza inferiore di 1000 m dai valichi montani;

• secondo le limitazioni previste dallo studio d’incidenza del PFVP.

Le autorizzazioni di appostamento fisso rilasciate dalla Provincia hanno una

durata variabile da una a cinque stagioni venatorie. Le autorizzazioni devono

essere richieste dal cacciatore entro i termini di cui all’art. 52, comma 6, della

LR 8/94. Nel caso in cui il numero di richieste sia superiore alla disponibilità,

fermo restando quanto stabilito dall’art. 52, comma 7 e comma 8, della LR 8/94,

viene data la priorità alle istanze che contengano:

• progetti di miglioramento ambientale;

Page 146: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

140

• numero maggiore di anni per cui viene fatta domanda;

• impegno ad asciugare l’appostamento solo in caso di necessità e

comunque solo a parti alterne o in rotazione;

• impegno ad asciugare l’appostamento solo in caso di necessità e

comunque solo ad anni alterni;

• impegno a non utilizzare cartucce con pallini contenenti piombo;

Le sole modalità per l’asciugatura dell’appostamento di zona umida, che

non può essere effettuata nel periodo 15 marzo – 1 agosto, sono:

• per settori, ad anni alterni in rotazione; le superfici dei settori allagati

devono avere dimensioni simili tra loro (tolleranza massima consentita

30%);

• per intero, ad anni alterni.

È obbligatoria la compilazione del registro degli abbattimenti e la sua

consegna alla Provincia entro 30 giorni dalla conclusione della stagione

venatoria.

Page 147: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

141

Aziende faunistico-venatorie

Attualmente in Provincia di Reggio Emilia, sono presenti 16 Aziende

Venatorie di superficie complessiva pari a circa 13.993 ettari (corrispondenti al

6,8% della SASP provinciale). Di queste 7 sono collocate in pianura, 7 si trovano

nel Comprensorio C2 di collina e 2 in quello di montagna.

Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo

di gestione, all’andamento delle attività osservato nel corso dell’ultimo

quinquennio e alle problematiche eventualmente rilevate per ognuno di questi

istituti, anche in riferimento alle realtà locali limitrofe (cfr.capitolo 2.1), si

osserva una sostanziale ed adeguata collocazione spaziale delle AFV attualmente

presenti.

Mirando ad un continuo incremento di una gestione del patrimonio

faunistico più eco-sostenibile, e in considerazione dell’importante funzione

d’integrazione del reddito delle aziende agricole che questo istituto può

svolgere, risulta auspicabile che alcune AFV adeguino ulteriormente l’attività

gestionale verso forme gestionali più moderne ed adeguate allo scopo di

mantenere la loro piena compatibilità con gli obiettivi di pianificazione

faunistico-venatoria previsti per ciascuno dei comprensori faunistici omogenei in

cui ricadono. Nell’attesa di applicazione dei principi della trasversalità e

cooperazione si auspica la partecipazione di rappresentanti del mondo

associazionistico ambientalistico ai fini di una sempre maggiore concertazione a

livello locale.

Denominazione Comprensorio SASP

(ettari) Pianificazione

Specie in indirizzo

Sant'Ilario C1 526,19 C C Libertà Bigliana C1 309,38 C C

Le Basse C1 301,15 C C Le Risorgive C1 622,94 C C Morona C1 225,28 C C Pianoni C1 229,00 C C Aurelia C1 323,63 C C Visignolo C2 873,56 C A Pianzo C2 841,50 C A

Vendina Lupo C2 1.663,96 C A Monte Evangelo C2 695,97 C A S. Giovanni di Q C2 1.113,05 C A Cà del Vento C2 1.212,45 C A Canossa C2 1.331,68 C A Ventasso C3 2.870,16 C A Strambiana C3 853,78 C A

Totale provinciale 13.993,68

Tab. 6.4 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle AFV (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca

Page 148: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

142

Questi opportuni adattamenti gestionali dovranno quindi essere realizzati in

occasione dei rinnovi o di eventuali modifiche e più in generale in coincidenza

con la stesura dei piani tecnici pluriennali di ripristino ambientale.

Relativamente all’idoneità territoriale per l’istituzione di eventuali nuove

AFV si ritiene che queste possano essere istituite sull’intero territorio provinciale

attualmente non diversamente già destinato purché idoneo ad ospitare le specie

in indirizzo, nel pieno rispetto degli indirizzi indicati nel paragrafo 3.2 con

priorità assoluta per il territorio dei comuni in cui la presenza di AFV-ATV è nulla

o al di sotto dell’11%.

Progettazione

Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di una AFV dovrà prevedere

una documentazione predisposta secondo quanto indicato ai sensi della Delibera

della Giunta Regionale n. 969 del 2002 e successive modifiche ed integrazioni. In

particolare i piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe catastali

relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con

evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi

eventualmente incluse in forma coatta.

Relativamente ai rinnovi sono prioritarie le istanze delle AFV che abbiano

pienamente atteso ai programmi annuali e pluriennali e non siano state oggetto

di diffide o sospensioni.

Gestione

Fermo restando quanto specificato dalla Delibera della Giunta regionale n.

969 del 2002 e successive modifiche ed integrazioni, la gestione di questi Istituti

deve svolgersi conformemente a quanto di seguito specificato.

Gli elaborati tecnici previsti per la gestione annuale e pluriennale devono

contenere riferimenti e adeguate rappresentazioni cartografiche dei dati per

ciascuno dei temi sotto elencati.

� Stima della consistenza faunistica; � Ripopolamento � Prelievo venatorio � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale

Page 149: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

143

Per il prossimo quinquennio, l’accuratezza e la scala di dettaglio per le

rappresentazioni cartografiche dei dati sarà definita, annualmente, dalla

Provincia.

In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle AFV deve essere

predisposta ai sensi della Delibera della Giunta regionale n. 969 del 2002 e

successive modifiche e, per quanto attiene ai contenuti, deve essere articolata

come di seguito meglio precisato:

� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle

attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra

elencati. La relazione deve essere integrata dalle relative cartografie

tematiche elaborate su base GIS.

� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti

alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno

dei punti sopra indicati.

Page 150: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

144

Aziende Agri-Turistico-Venatorie Attualmente in Provincia di Reggio Emilia, sono presenti due Aziende Agri-

Turistico-Venatorie di superficie complessiva pari a circa 994 ettari,

corrispondenti allo 0,49% della SASP provinciale (Tab. 6.5). Le ATV, denominate

Riviera e San Valentino, si trovano rispettivamente nei comprensori di pianura

(C1) e di collina (C2). Non sono presenti ATV nel Comprensorio di montagna (C3).

Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo

di gestione realizzato nel precedente ciclo di programmazione, delle attività

realizzate e delle problematiche osservate e descritte per ciascuna di queste due

ATV nel quadro conoscitivo del presente PFVP, anche in riferimento agli Istituti

faunistici limitrofi (cfr. capitolo 2.1), è osservata una diversa situazione inerente

l’idoneità territoriale delle ATV attualmente presenti.

In particolare, mentre per quanto riguarda l’ATV denominata Riviera,

ubicata nel Comprensorio C1, esiste una sostanziale ed adeguata collocazione

territoriale rispetto alle proprie attività gestionali ordinarie, decisamente più

problematica appare la situazione dell’ATV denominata San Valentino, ubicata

nel Comprensorio C2, per la quale sono evidenti le difficoltà di gestione degli

Ungulati selvatici, attualmente presenti nel territorio dell’ATV, a causa

dell’impossibilità di una loro gestione attiva di tipo ordinario.

Entrambi gli istituti dovranno affinare la loro attività gestionale al fine di

mantenere la loro piena compatibilità con gli obiettivi di pianificazione

faunistico-venatoria previsti per i comprensori entro cui ricadono. Sebbene

infatti le Aziende Agri Turistico Venatorie rappresentano un istituto a sé stante,

come chiaramente stabilito dalla legge statale, la loro gestione deve seguire i

principi generali di una più moderna gestione faunistica e il consumo di

selvaggina, sebbene non debba presentare stretti rapporti con il prelievo

venatorio propriamente detto, deve avvenire nel rispetto degli obiettivi generali

del PFVP.

Questi opportuni affinamenti gestionali, anche in ragione dell’importante

funzione d’integrazione del reddito delle aziende agricole che questo istituto può

svolgere, dovranno essere realizzati in occasione dei rinnovi o di eventuali

modifiche e più in generale in coincidenza con la stesura dei piani tecnici

pluriennali di ripristino ambientale.

Nell’attesa di applicazione dei principi della trasversalità e cooperazione si

auspica la partecipazione di rappresentanti del mondo associazionistico

ambientalistico ai fini di una sempre maggiore concertazione a livello locale.

Page 151: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

145

Denominazione Comprensorio SASP

(ettari) Pianificazione

Specie in indirizzo

Riviera C1 282,15 C C San Valentino C2 711,68 C A

Totale provinciale 993,83

Tab. 6.5 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle ATV (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)

Nel caso di richieste di nuove istituzioni, ammissibili al fini d’integrazione

del reddito in aree ad agricoltura svantaggiata, il rilascio sarà subordinato

innanzitutto alla qualità ambientale dell'area, con priorità alla realizzazione in

zone marginali ed a scarso valore naturalistico. In particolare l’istituzione di

nuove ATV dovrà avvenire prioritariamente in area planiziale (CFO 1) purché in

zone a valore naturalistico limitato.

La collocazione di eventuali nuove ATV all’interno del Comprensorio

Faunistico Omogeneo C1 dovrà avvenire secondo le percentuali di destinazione

differenziata della SASP indicate nel capitolo 3.2 con priorità per il territorio dei

comuni dove la presenza di AFV-ATV è nulla o al di sotto dell’11%.

In questo contesto risulta possibile la trasformazione di istituti privati (ZAC,

CPRFS e CAC qualora utili per superficie e caratteristiche) in ATV nei comprensori

C1 e C2 , mentre è esclusa la trasformazione da AFV ad ATV.

L’istituzione di nuove ATV all’interno di SIC e ZPS è vietata, fatti salvi gli

esiti di uno specifico studio di incidenza dell’attività sul sito Rete natura 2000

interessato e della relativa valutazione di incidenza

Progettazione

Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di una ATV dovrà prevedere

una documentazione predisposta secondo quanto indicato ai sensi della Delibera

della Giunta Regionale n. 969 del 2002 e successive modifiche ed integrazioni. In

particolare i piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe catastali

relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con

evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi

eventualmente incluse in forma coatta.

Relativamente ai rinnovi sono prioritarie le istanze delle ATV che abbiano

pienamente atteso ai programmi annuali e pluriennali e non siano state oggetto

di diffide o sospensioni.

Page 152: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

146

L’ATV potrà inoltre usufruire di ZAC e CAC ai sensi dell’art. 45, della Legge

Regionale n. 8 del 1994 e successive modifiche in numero superiore ad uno. I

campi gara potranno occupare il 100% dei CAC

Gestione

Fermo restando quanto specificato dalla Delibera della Giunta regionale n.

969 del 2002 e successive modifiche, la gestione di questi Istituti deve svolgersi

conformemente a quanto di seguito descritto.

Gli elaborati tecnici previsti per la gestione annuale e pluriennale dovranno

contenere precisi riferimenti ai temi sotto elencati e la rappresentazione

cartografica dei dati.

� Stima della consistenza faunistica; � Ripopolamento per addestramento cani � Ripopolamento � Prelievo venatorio � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale

Per il prossimo quinquennio, l’accuratezza e la scala di dettaglio per le

rappresentazioni cartografiche dei dati sarà definita annualmente dalla

provincia.

In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle ATV deve essere

articolata ai sensi della Delibera della Giunta regionale n. 969 del 2002 e

successive modifiche e per quanto attiene ai contenuti, come di seguito

descritto:

� Parte consuntiva: la relazione dovrà contenere puntuali riferimenti alle

attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra

elencati. La relazione dovrà essere completata dalle relative cartografie

tematiche elaborate su base GIS.

� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti

alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno

dei punti sopra indicati. Eventuali modifiche di Unità di Gestione o proposte

di modifica di Istituto devono essere presentate in formato GIS

contestualmente alla presentazione del Piano di gestione.

Page 153: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

147

Zone Addestramento Cani (ZAC)

Attualmente in Provincia di Reggio Emilia sono presenti 12 Zone

Addestramento Cani di tipo “A” che si estendono per 3.772,6 ettari pari al 1,85%

della superficie agro-silvo-pastorale provinciale. Nel Comprensorio C1 sono

presenti 3 ZAC che si estendono per circa 500 ettari (0,7%); nel Comprensori C2

sono presenti 5 ZAC che si estendono per circa 2.139 ettari ( 2,7%) e nel

Comprensorio C3 sono presenti 4 ZAC che coprono una superficie di circa 1.133

ettari (2,0%).

Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo

di gestione, all’andamento delle attività osservato nel corso dell’ultimo

quinquennio e alle problematiche eventualmente rilevate per ognuno di questi

istituti (cfr.capitolo 2.1.3 Volume 1), si osserva per quanto riguarda le tre ZAC

planiziali una loro collocazione nelle aree a maggiore valore naturalistico del

comprensorio e l’inclusione in aree della Rete natura 2000 (SIC).

Per quanto riguarda le ZAC della collina si osserva una sostanziale

adeguatezza della collocazione sul territorio sebbene risultino evidenti alcuni

problemi gestionali come quello relativo agli Ungulati selvatici essendone

impedita la gestione ordinaria.

Relativamente alle quattro ZAC della montagna si osservano le medesime

problematiche legate alla presenza degli Ungulati selvatici e nello specifico la

bassa idoneità per una ZAC adiacente al Parco nazionale dell’Appennino tosco-

emiliano che risulta anche inclusa nel SIC-SPS denominato Monte Ventasso.

Relativamente a quest’ultima ZAC si evidenzia quindi una relativa incongruenza

in relazione agli obiettivi del vigente PFVP da tenersi in considerazione nelle

opportune fasi amministrative della concessione.

Anche per minimizzare gli aspetti sopra elencati, tutti gli istituti esistenti

dovranno affinare la loro attività gestionale al fine di mantenere la loro piena

compatibilità con gli obiettivi di pianificazione faunistico-venatoria previsti per i

comprensori entro cui ricadono. Questi affinamenti dovranno essere realizzati in

occasione dei rinnovi o delle modifiche in coincidenza con la stesura dei piani

tecnici.

Nel prossimo quinquennio, l’istituzione di nuove ZAC potrà avvenire

preferibilmente in area planiziale (CFO 1) purché in zone a valore naturalistico

limitato secondo le percentuali indicate nel capitolo 3.2 con priorità per i comuni

in cui la presenza di ZAC-CAC è nulla o al di sotto dei valori di destinazione della

SASP riportati in tabella 2.2.

Page 154: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

148

L’istituzione di nuove ZAC all’interno di SIC e ZPS è vietata, fatti salvi gli

esiti di uno specifico studio di incidenza dell’attività sul sito Rete natura 2000

interessato e della relativa valutazione di incidenza.

Denominazione Comprensorio SASP

(ettari) Pianificazione

Specie in indirizzo

Malaspina C1 102,17 A A Lancone C1 113,61 A A Bruciati C1 284,88 A A

Viano San Pietro C2 574,41 A A Macigno C2 633,96 A A

Monte Corvo C2 244,72 A A Toano C2 245,16 A A

Cà del Monte C2 440,59 A A Busana C3 246,67 R/A R Boschi C3 310,73 A A

Monte Urano C3 320,72 A A Gottano C3 254,98 A A

Totale provinciale 3.772,60

Tab. 6.6 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle ZAC tipo “A” (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)

Progettazione

Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di una ZAC dovrà prevedere

una documentazione predisposta secondo quanto indicato ai sensi dell’art. 45,

comma 1, della Legge Regionale n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni.

Inoltre l’istanza dovrà essere dotata dei seguenti allegati:

� rappresentazione dei confini su CTR 1:25.000 (anche in formato GIS); � cartografia tematica della zona su base 1:10.000 CTR, con rappresentate le diverse tipologie ambientali che la costituiscono; � individuazione su base CTR 1: 10.000 dell’eventuale campo gara che si intende costituire (anche in formato GIS); � regolamento di esercizio ed accesso della ZAC e del Campo Gara; � scelta delle specie allevate che si intendono immettere per le finalità previste dall’istituto; � scelta delle specie di avifauna di allevamento a carico delle quali si intende esercitare l’attività con sparo; � atto di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi territorialmente interessati; � mappe catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma coatta.

Le ZAC istituite a Sud della strada pedemontana, ivi comprese quelle il cui

territorio risulta parzialmente a Sud della strada pedemontana, devono osservare

Page 155: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

149

il periodo di sospensione delle attività stabilito al comma 8 dell’art.45 della

Legge Regionale (15 aprile - 1 agosto di ogni anno).

Rispetto ai rinnovi sono prioritari quelli relativi alle ZAC che abbiano

pienamente atteso ai programmi annuali e pluriennali e non siano state oggetto

di diffide o sospensioni.

Gestione

Fermo restando quanto specificato indicato all’art. 45 della Legge

Regionale n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni, la gestione di questi

Istituti deve svolgersi conformemente a quanto di seguito precisato.

In particolare i piani pluriennali dovranno trattare ciascuno dei punto sotto

elencati e dovranno essere completati delle mappe catastali relative ai fondi che

si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle

catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma

coatta.

� Stima della consistenza faunistica � Ripopolamento per addestramento cani � Ripopolamento per campo cani � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale

In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle ZAC deve essere

articolata ai sensi dell’art. 45, comma 1, della Legge Regionale n. 8 del 1994 e

successive modifiche e per quanto attiene ai contenuti, come di seguito

precisato:

� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle

attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra

elencati, e deve essere completata dalle relative cartografie tematiche

elaborate su base GIS.

� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti

alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno

dei punti sopra indicati.

Qualora autorizzato il campo gara con facoltà di sparo deve essere

segnalato sul territorio mediante tabelle, recanti la scritta:

Page 156: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

150

CAMPO GARA CON FACOLTA’ DI SPARO

Legge Regionale n. 8 del 15 febbraio 1994 e succ. modifiche.

Articolo 45, comma 4

Campi Addestramento Cani (CAC)

Nel territorio della provincia di Reggio Emilia i Campi Addestramento Cani

sono complessivamente 11 di cui 5 non recintati e classificati ai sensi dell’art. 45

comma 1, lettera “B”, comunemente nominati CAC di tipo “B” e 6 recintati e

classificati ai sensi dell’art. 45 comma 1, lettera “C” comunemente noti come

CAC di tipo “C”.

Questi istituti hanno una estensione complessiva di circa 134 ettari

corrispondente al 0,7% della SASP provinciale. A livello di singoli Comprensori

Faunistici Omogenei l’estensione dei CAC è la seguente: 25,7 ettari (0,04%) nel

C1; 99,4 ettari (0,13%) nel C2 e 8,85 ettari (0,02%) nel C3.

Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali e faunistiche, del tipo

di gestione, all’andamento delle attività osservato nel corso dell’ultimo

quinquennio e alle problematiche rilevate per questi istituti (cfr.capitolo 2.1.3

Volume 1), si osserva una generale adeguatezza nella collocazione sul territorio

degli istituti attualmente presenti.

Sebbene il miglioramento del livello qualitativo degli ausiliari sia un

importante obiettivo da perseguire soprattutto per quanto riguarda i cani da

seguita ed i cani limieri per la caccia al Cinghiale, resta auspicabile che anche

questi Istituti affinino la loro attività gestionale complessiva al fine di conservare

la loro piena compatibilità con gli obiettivi di pianificazione faunistico-venatoria

previsti per i comprensori entro cui ricadono. Questi opportuni adattamenti

gestionali dovranno essere realizzati in coincidenza dei rinnovi o di eventuali

modifiche e più in generale in coincidenza con la stesura dei piani tecnici

pluriennali di ripristino ambientale.

Relativamente all’idoneità territoriale per l’istituzione di eventuali nuovi

CAC si ritiene che questi possano essere istituiti sull’intero territorio provinciale

attualmente non diversamente già destinato, nel pieno rispetto delle percentuali

Page 157: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

151

indicate nel paragrafo 3.2 con priorità assoluta per il territorio dei comuni in cui

la presenza di ZAC e CAC è nulla o al di sotto del 2,5% della SASP provinciale.

L’istituzione di nuove CAC all’interno di SIC e ZPS è di norma vietata.

Denominazione Comprensorio SASP

(ettari) Pianificazione Specie in indirizzo

Ponte Alto C1 25,69 C C La Madonica C2 6,75 C C Cortogno C2 21,04 C C Riana C2 11,20 C C

Rio dei Sassi C2 25,07 C C Croce C2 1,93 C C

Giardino C2 11,79 C C Barcaccia C2 6,63 C C

Città di Reggio C2 9,64 C C La Riserva C2 5,34 C C Garfagno C3 8,85 C C

Totale provinciale 133,93

Tab. 6.7 – Pianificazione e Specie in indirizzo delle CAC tipo “B” e “C” (C = conferma idoneità territoriale o specie in indirizzo; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)

Progettazione

Ogni istanza di istituzione, modifica e rinnovo di un CAC dovrà prevedere

una adeguata documentazione. In particolare la richiesta dovrà essere

predisposta secondo quanto indicato ai sensi dell’art. 45, comma 1, della Legge

Regionale n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni.

Inoltre dovrà essere completata dei seguenti allegati:

� rappresentazione dei confini su CTR 1:25.000 (anche in formato GIS); � cartografia tematica della zona su base 1:10.000 CTR, con rappresentate le diverse tipologie ambientali che la costituiscono; � individuazione su base CTR 1: 10.000 dell’eventuale campo gara che si intende costituire (anche in formato GIS); � regolamento di esercizio ed accesso della CAC e del Campo Gara; � scelta delle specie allevate che si intendono immettere per le finalità previste dall’istituto; � scelta delle specie di avifauna di allevamento a carico delle quali si intende esercitare l’attività con sparo; � atto di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi territorialmente interessati; � mappe catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma coatta.

Page 158: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

152

Relativamente ai campi gara di cui al comma 4 dell’art. 45 comma 1 lettera

“B” della Legge Regionale 8/94, si precisa che non possono estendersi per una

superficie superiore al 50% dell’intero CAC.

Le modalità di esercizio dell’attività venatoria, per l’intera durata

dell’istituzione di ogni CAC tipo “B” sono disposte dalla Provincia su espressa

richiesta del Gestore.

I CAC tipo “C” per l’addestramento dei cani da Cinghiale sono istituiti, ai

sensi del presente Piano Faunistico Venatorio Provinciale, solamente nel

territorio del Comprensorio C2 e limitatamente al territorio collinare e con una

superficie non superiore ai 30 ha. Allo scopo di rendere chiara l’applicazione

operativa si definisce il limite nella strada pedemontana quale lineamento

antropico facilmente identificabile sul territorio.

In questi istituti possono essere immessi solamente animali del medesimo

sesso. La densità massima di animali non può essere superiore ad un cinghiale per

ogni 2,5 ha di terreno ricoperto da arbusteti o boschi. Gli animali da immettere,

in ragione delle vigenti norme regionali relative agli allevamenti di fauna

selvatica, devono essere acquistati in allevamenti nazionali. I soggetti

debitamente marcati devono essere provvisti di certificato sanitario che ne

attesti lo stato di salute. Ciascun turno di addestramento, al fine di preservare i

cinghiali da un eccessivo sfruttamento, non può protrarsi oltre 30 minuti; tra un

turno di addestramento ed il successivo deve trascorrere il medesimo lasso di

tempo. L’eventuale presenza di Ungulati selvatici, accidentalmente intrappolati

nel recinto, deve essere segnalata tempestivamente alla Provincia che

provvederà ad effettuare od autorizzare la cattura dei medesimi. La mancata

segnalazione da parte del titolare, comporta la revoca della concessione.

L’attività di addestramento è sospesa sino al completamento delle operazioni di

cattura.

Le spese derivanti dalle operazioni suddette sono a carico del titolare.

I CAC per l’addestramento e l’allenamento di cani da tana in aree

delimitate devono essere provvisti di recinzione tale da impedire la fuoriuscita

dei cani. In questi ambiti è consentito l’utilizzo di tane artificiali o simili.

Per le operazioni di addestramento degli ausiliari si ritiene che ricorrere ad

esemplari di Volpe, pur protetti in modo tale da garantirne l’incolumità, non sia

pratica opportuna e sostenibile nell’ottica di un moderno approccio

all’addestramento dei cani all’interno dei CAC e pertanto ne è fatto divieto.

Page 159: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

153

E’ fatto inoltre obbligo di vaccinazione dei soggetti detenuti verso tutte le

patologie stabilite dall’Autorità Sanitaria Locale.

Gestione

Fermo restando quanto specificato all’art. 45 della Legge Regionale n. 8/94

e successive modifiche ed integrazioni, la gestione di questi Istituti deve

svolgersi conformemente a quanto di seguito precisato.

In particolare i piani pluriennali dovranno trattare ciascuno dei punti sotto

elencati e dovranno essere completati delle mappe catastali relative ai fondi che

si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle

catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma

coatta.

� Stima della consistenza faunistica � Ripopolamento per campo cani � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale

In ogni caso la documentazione tecnica annuale delle CAC deve essere

articolata ai sensi dell’art. 45, comma 1, della Legge Regionale n. 8 del 1994 e

successive modifiche e per quanto attiene ai contenuti, come di seguito descritto

in una:

� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle

attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra

elencati. La relazione dovrà essere completata dalle relative cartografie

tematiche elaborate su base GIS.

� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti

alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno

dei punti sopra indicati.

Qualora autorizzato, il campo gara con facoltà di sparo dovrà

necessariamente essere segnalato sul territorio mediante tabelle simile a quelle

indicate per i campi gara delle ZAC.

Page 160: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

154

Centri Privati e Pubblici di riproduzione della Fauna

Attualmente in Provincia di Reggio Emilia è presente un unico CPRFS di

estensione pari a 801,9 ettari, corrispondente allo 0,4% della superficie agro-

silvo-pastorale provinciale. Il CPRFS è collocato nel Comprensorio Faunistico

Omogeneo denominato C2 collina del quale occupa circa l’1,02% della SASP.

Alla luce dell’esame delle caratteristiche ambientali, delle modalità di

gestione e delle problematiche emerse, anche in rapporto alle altre realtà locali

limitrofe, si osserva una sostanziale adeguatezza nella collocazione spaziale di

questo istituto, mentre sono evidenti difficoltà nella gestione degli Ungulati

selvatici in quanto la normativa non prevede la possibilità di ricorrere alla

gestione ordinaria di queste specie.

Il CPRFS dovrà quindi adeguare la propria attività gestionale al fine di

mantenere pienamente la compatibilità con gli obiettivi di pianificazione

faunistico-venatoria previsti per il comprensorio. Questi opportuni affinamenti

gestionali dovranno essere realizzati in coincidenza con la stesura del piano

tecnico di ripristino ambientale.

In un ottica generale di favorire la possibilità di reddito per le imprese

agricole anche attraverso il riconoscimento di nuovi Centri Privati di

Riproduzione Fauna Selvatica, alla luce di quanto disposto nel paragrafo 2, resta

inteso che questi possano essere istituiti sul territorio provinciale vocato per le

specie in indirizzo e attualmente non diversamente già destinato nel pieno

rispetto della percentuale di destinazione della SASP riportate in tabella 2.2.

Resta comunque intesa la conformità con la L. R. 8/94 che stabilisce i soggetti e

le forme organizzative che possono costituire i CPRFS.

L’istituzione di nuovi CPRFS all’interno di SIC e ZPS e vietata, fatte salve

diverse disposizioni indicate nell’apposito studio di incidenza.

Denominazione Comprensorio SASP

(ettari) Pianificazione

Specie in indirizzo

Delle Carpinete C2 801,99 C A Totale provinciale 801,99

Tab. 6.8 – Pianificazione e Specie in indirizzo dei CPRFS (C = conferma idoneità territoriale; A = aggiornamento situazione territoriale o specie in indirizzo; R = revoca)

Page 161: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

155

Progettazione

Ogni richiesta di istituzione, modifica e rinnovo di un CPRFS dovrà

prevedere una adeguata documentazione. In particolare l’istanza dovrà essere

predisposta secondo quanto indicato ai sensi dell’art. 41, della Legge Regionale

n. 8/94 e successive modifiche ed integrazioni e del Regolamento Regionale n. 22

del 1996.

Inoltre dovrà essere completata con i seguenti allegati:

� rappresentazione dei confini su CTR 1:25.000 (anche in formato GIS); � cartografia tematica della zona su base 1:10.000 CTR, con rappresentate le diverse tipologie ambientali che la costituiscono; � scelta delle specie che si intendono gestire per le finalità previste dall’istituto; � metodologie e tempi tramite i quali prevede di adempiere a quanto previsto al comma 1 lett. e dell’art. 2 ed al comma 2 dell’art. 3 del R.R. 22, riguardo le stime della consistenza delle specie in indirizzo; � metodologie e tempi tramite i quali prevede di adempiere a quanto previsto al comma 3 dell’art. 3 del R.R. 22, riguardo le operazioni di cattura delle specie in indirizzo; � atto di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi territorialmente interessati; � mappe catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi eventualmente incluse in forma coatta.

Relativamente a quanto sancito al comma 2 dell’art. 2 del R.R. 22, si

stabilisce che la produttività media per ciascuna specie in indirizzo è la

seguente:

VOCAZIONE MEDIA

VOCAZIONE ALTA

Specie Produttività per 100 ettari di superficie

Specie Produttività per 100 ettari di superficie

Fagiano 10 capi Fagiano 20 capi Starna 5 capi Starna 10 capi Pernice rossa 5 capi Pernice rossa 10 capi Lepre 5 capi Lepre 10 capi Capriolo 5 capi Capriolo 10 capi

Tab. 6.9 – Produttività media per specie in indirizzo

Ai sensi del comma 1 dell’art. 3 del R.R. 22 sono possibili immissioni di

esemplari solo nei primi tre anni dall’istituzione del centro secondo le procedure

autorizzative e controllo sanitario previste per le AF.

Ai sensi dei commi 2 e 3 del R.R. 22, a seguito di autorizzazione da parte

della Provincia, il titolare provvede annualmente alla cattura di una quota di

Page 162: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

156

soggetti appartenenti alle specie in indirizzo secondo le metodologie sotto

indicate.

Specie Metodo di cattura

Fagiano Reti e trappole Starna Reti e trappole Pernice rossa Reti e trappole Lepre Reti a tramaglio Capriolo Reti a caduta e reti a tramaglio

Tab. 6.10 – Metodi di cattura

Le catture devono essere effettuate tra il mese di Dicembre e quello di

marzo di ogni anno provvedendo a strumenti di segnalazione in loco e ad

assicurare la certificazione sanitaria previste dalle normative vigenti. E’ fatto

obbligo del titolare di marcare i soggetti in uscita dal centro, ricorrendo ai

materiali di seguito descritti, sui quali dovrà essere impresso, in modo indelebile,

il numero di matricola che contraddistingue il Centro. L’applicazione delle

marche auricolari dovrà avvenire nel pieno rispetto delle normative vigenti in

materia di benessere animale.

Specie Tipo di marcatura

Fagiano Anello inamovibile al tarso Starna Anello inamovibile al tarso Pernice rossa Anello inamovibile al tarso Lepre auricolare Capriolo auricolare

Tab. 6.11 – Tipologie di marcatura

Gestione

Fermo restando quanto specificato dalla Delibera della dell’art. 41, della

Legge Regionale n. 8/94 e successive modifiche e del Regolamento Regionale n.

22 del 1996, la gestione di questi Istituti deve svolgersi conformemente a quanto

di seguito precisato.

In particolare i piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe

catastali relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con

evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi

eventualmente incluse in forma coatta.

La documentazione tecnica annuale dei CPRFS deve essere articolata ai

sensi dell’art. 41, della Legge Regionale n. 8/94 e successive modifiche e del

Regolamento Regionale n. 22 del 1996 e per quanto attiene ai contenuti dovrà

contenere espliciti riferimenti ai punti sotto elencati:

� Stima della consistenza faunistica

Page 163: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

157

� Ripopolamento � Cattura � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale

� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle

attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra

elencati, comprensiva dalle relative cartografie tematiche elaborate su

base GIS.

� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti

alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno

dei punti sopra indicati.

Page 164: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

158

Aree di Rispetto

Le Aree di Rispetto rappresentano una potenziale soluzione a locali

esigenze o problemi gestionali, in quanto la loro funzione prevalente è quella di

assicurare la necessaria tutela alla piccola selvaggina in contesti territoriali nei

quali risulta indispensabile esercitare il prelievo venatoria agli ungulati selvatici

al fine di contenere il rischio di danneggiamento ai coltivi. Tuttavia l’analisi della

situazione attuale ha permesso di evidenziare che nel quinquennio precedente si

è fatto ricorso alle Aree di Rispetto sia per la tutela della Selvaggina stanziale,

nella porzione di territorio in cui sono presenti gli Ungulati, sia come area di

produzione (cattura) in ambiente planiziale se non addirittura come surrogato di

Ordinanze comunali.

Alla luce di quanto osservato in fase di definizione del quadro conoscitivo,

per il prossimo quinquennio si ritiene inadatto il ricorso alle Aree di rispetto per

mere finalità di produzione e cattura di selvaggina rispetto alle quali si dovranno

necessariamente preferire ZRC anche a ridosso di aree peri-urbane, mentre si

conferma la possibile istituzione di AR in aree in cui la presenza di Ungulati

selvatici è significativa.

Progettazione

Al fine di consentire una adeguata tutela per la specie stanziali oggetto di

salvaguardia (Ungulati esclusi) attraverso il ricorso ad Aree di rispetto e quindi

per garantire un regolare svolgimento dei propri cicli biologici, si ritiene che nel

redigere i propri piani annuali gli ATC possano fare riferimento ad un’ottica

pluriennale, possibilmente di tre anni, al fine di massimizzare l’obiettivo di

tutele della piccola selvaggina, similmente agli Istituti faunistici di competenza

provinciale (ZRC ed Oasi di protezione).

All’atto della proposta di istituzione, modifica, rinnovo e revoca da inviare

contestualmente al piano di gestione (cfr. Ambiti Territoriali di Caccia), gli ATC

dovranno fornire per ciascuna delle aree di rispetto: 1- denominazione; 2-

cartografia (anche in formato GIS); 3- regolamento di gestione; 4- durata in

anni.

Page 165: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

159

Ordinanze comunali

Le Ordinanze comunali, pur non essendo istituti faunistici ai sensi delle

normative vigenti hanno interazioni con la gestione venatoria in quanto è fatto

divieto di esercizio dello sparo, legato ad esigenze di pubblica sicurezza,

risultano pluriennali e nella quasi totalità dei casi interessano porzioni di SASP

che ricadono, più in generale, in aree destinate alla gestione venatoria di tipo

ordinario ai sensi delle normative vigenti.

L’imprescindibile ed importante finalità di salvaguardia della pubblica

sicurezza attuata con le ordinanze può avere effetti indiretti; in particolare, nel

caso in cui l’ordinanza venga applicata sul territorio di ATC o AAVV determina il

divieto di esercizio della caccia, il dover far ricorso all’allontanamento, alla

cattura e alla traslocazione della fauna in esubero con evidenti riflessi anche nei

confronti dei territori limitrofi.

In una prospettiva di mantenimento di entrambe le funzioni di sicurezza

pubblica e di gestione venatoria per questi territori, nel prossimo quinquennio, si

configura l’opportunità di incentivare l’istituzione di ZRC anche in aree peri-

urbane interessate da eventuali ordinanze sindacali di divieto di sparo o

l’istituzione di AR limitatamente ai quei territori in cui la presenza di Ungulati

selvatici sia particolarmente significativa, o eventualmente di oasi di protezione

qualora le caratteristiche ambientali risultino idonee. Resta inteso che le ZRC e

le AR in aree perturbane interessate da ordinanze sindacali potranno essere

istituite soli in quanto non pregiudicano la sicurezza introdotta dall’ordinanza e

dopo una idonea valutazione tecnica.

Poiché le Ordinanze comunali di divieto di attività venatoria rappresentano

un elemento da tenersi in considerazione per la pianificazione dell’attività

faunistico-venatoria, si ritiene opportuno che i Comuni informino i competenti

uffici provinciali sui provvedimenti assunti al fine di mantenere aggiornato il

quadro della situazione. In tal senso è indispensabile che i Comuni redigano e

trasmettano tempestivamente idonea documentazione informativa e cartografica

a favore di una più efficace gestione interna e della Provincia. Nello specifico,

affinché la Provincia possa esercitare al meglio il proprio ruolo in fase di

pianificazione e coordinamento, i Comuni all’atto di assunzione di un’ordinanza

di sospensione dell’attività venatoria dovranno comunicare tempestivamente alla

Provincia la cartografia relativa all’area, nella forma più dettagliata possibile

(anche in formato GIS), l’estensione della superficie interessata e la durata

temporale (in anni) oltre a copia dell’atto deliberativo. La Provincia potrà così

Page 166: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

160

provvedere a costituire un quadro unitario provinciale delle ordinanze ed a

comunicarlo periodicamente agli istituti di gestione. Qualora le ordinanze

sindacali siano pluriennali e comunque di durata superiore a 3 anni si dovrà

affinare la pianificazione territoriale relativa agli Istituti faunistici di protezione

ricorrendo all’eventuale istituzione di ZRC peri-urbane.

Elemento essenziale per la sicurezza sono le disposizioni di cui alla L.

157/92 ed in particolare si richiama l’articolo 21 con i divieti generali, in cui

sono esplicitati riferimenti per situazioni di tipo territoriale, urbanistico, di vie di

comunicazione ed altro.

Gli enti e gli organi competenti in materia di sicurezza potranno altresì

condurre le opportune valutazioni di merito, anche tenuto conto della

sopraccitata normativa al fine di garantire idonea sicurezza agli utilizzatori delle

piste ciclabili.

Page 167: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

161

Ambiti Territoriali di Caccia

La pluriennale e consolidata presenza di 4 ATC sul territorio della Provincia

di Reggio Emilia rispecchia di fatto le diverse specificità ambientali presenti sul

territorio e conseguenti peculiarità e differenze faunistico-venatorie e gestionali.

L’esame della situazione generale relativa agli ATC ha messo in evidenzia

una buona efficienza gestionale e amministrativa di questi istituti, nonché una

capacità finanziaria adeguata a supportare sia gli interventi a favore della

prevenzione e della liquidazione dei danni che quelli relativi ai miglioramenti

ambientali delle aree più degradate.

Un secondo aspetto non trascurabile è l’influenza reciproca tra ATC ed altri

istituti faunistici inclusi o adiacenti ai primi che può generare ripercussioni sulla

gestione del territorio e nei confronti della fauna. Tra questi aspetti i più noti

sono: 1- l’effetto rifugio/irradiamento realizzato da porzioni di territorio per

alcune specie; 2- l’irradiamento naturale di piccola selvaggina verso il territorio

dell’ATC; 3- la dipendenza dalle catture per i ripopolamenti in territori di caccia.

L’insieme di questi effetti è naturalmente determinato sia da fattori naturali che

da attività antropiche (disturbo venatorio). In una prospettiva di piena soluzione

dei problemi sopra elencati, gli ATC dovranno attenersi agli obiettivi di densità

definiti nel presente Piano e successivi affinamenti ed alla applicazione di tutti

gli strumenti gestionali possibili.

Una eventuale modifica del numero e della perimetrazione degli attuali ATC

provinciali potrà avvenire esclusivamente allo scopo di migliorare ulteriormente

il raggiungimento degli obiettivi generali espressi nel PFVP e di assicurare al

meglio l’esercizio delle diverse tipologie di caccia.

Progettazione

L’eventuale istituzione di nuovi A.T.C. o la modifica della perimetrazione di

quelli esistenti deve avvenire con le modalità stabilite al comma 1 dell'art. 30,

Legge Regionale 8/94 e successive modifiche ed integrazioni, anche a seguito di

motivata richiesta inoltrata da Enti locali, associazioni, gruppi di cittadini,

comitati promotori, ecc.

L’eventuale istituzione di nuovi A.T.C potrà comunque riguardare territori

non necessariamente ricadenti all’interno di un solo comprensorio faunistico

omogeneo. Relativamente ai confini, essi devono preferibilmente coincidere con

elementi fissi del territorio, facilmente riconoscibili ed individuabili (strade,

fiumi, crinali, ecc.) o con confini amministrativi. Relativamente alle dimensioni

Page 168: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

162

del territorio, in accordo con quanto suggerito nel Documento tecnico INFS n. 15,

gli ATC devono avere dimensioni proporzionate al ciclo biologico delle specie

presenti. La decisione sull’istanza di istituzione e/o modifica, viene adottata

dalla Provincia entro 180 giorni dalla presentazione della domanda.

Gestione

Il resoconto e la programmazione delle attività alla Provincia, Ente

preposto al controllo dell’operato degli ATC, ai sensi del comma 2 dell’articolo

31 della Legge Regionale 8/94 e successive modifiche ed integrazioni, avviene

attraverso un documento annuale, previsto dal comma 2 dell’articolo 33 della

stessa L.R. 8/94. La Provincia, controlla la conformità di tale documento annuale

con il piano faunistico venatorio provinciale, ed approva i piani annuali degli

ATC. In caso di difformità può richiederne la revisione.

Alla luce di quanto osservato nel quadro conoscitivo ed ai sensi delle

emergenze evidenziate nella parte pianificatoria, di seguito si provvede ad

indicare le specifiche tecniche a cui gli ATC si dovranno attenere.

I piani pluriennali dovranno essere completati delle mappe catastali

relative ai fondi che si intendono includere nel territorio aziendale con

evidenziate le particelle catastali dei proprietari e/o conduttori dei fondi

eventualmente incluse in forma coatta.

I programmi annuali degli ATC devono essere articolati, per quanto attiene

ai contenuti, come di seguito descritto:

� Stima della consistenza faunistica; � Ripopolamento � Prelievo venatorio � Allevamento o detenzione di animali � Controllo numerico � Controllo sanitario � Recupero � Prevenzione dei danni � Liquidazione dei danni � Miglioramento ambientale

� Parte consuntiva: la relazione deve contenere puntuali riferimenti alle

attività svolte nella precedente stagione per ciascuno dei punti sopra

elencati. La relazione deve essere comprensiva dalle relative cartografie

tematiche elaborate su base GIS.

Page 169: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

163

� Parte programmatica: la relazione deve contenere puntuali riferimenti

alle attività che si intendono svolgere nella stagione successiva per ciascuno

dei punti sopra indicati. Eventuali modifiche di Unità di gestione o proposte

di modifica di Istituto devono essere presentate in formato GIS

contestualmente alla presentazione del Piano di gestione.

Page 170: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

164

7 – Gestione faunistica ed eventualmente venatoria dei terreni forestali appartenenti al patrimonio regionale

Tutto il patrimonio forestale appartenente al demanio regionale sul

territorio provinciale risulta ricompreso all’interno del perimetro del Parco

nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Ne consegue che sul territorio del

demanio regionale non è consentita alcuna forma di attività venatoria, fatto salvi

eventuali piani di controllo che restano di competenza del Parco nazionale.

Il territorio demaniale forestale regionale risulta inoltre compreso

all’interno di tre SIC-ZPS denominati IT4030003 Monte la Nuda Cima Belfiore,

IT4030004 Val D’Ozola Monte Cusna e IT 403005 Abetina Reale Alta Val Dolo.

Fig. 7.1. Demanio forestale regionale, parco nazionale e SIC-ZPS territorialmente interessati

Page 171: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

165

8 - Approvvigionamento di richiami vivi di cattura ed allevamento

Non sono autorizzabili impianti di cattura.

Si prevede di realizzare un archivio provinciale del patrimonio di richiami

vivi (di cattura e di allevamento).

Page 172: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

166

9 - Fondi agricoli sottratti all’attività venatoria e Fondi chiusi.

Secondo l'art. 842 del Codice Civile, il proprietario di un fondo non può

impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso

secondo quanto espressamente sancito dalla legge sulla caccia o vi siano colture

in atto suscettibili di danno.

La Legge n. 157/92 disciplina, all’art. 15, l’utilizzo dei fondi privati ai fini

della programmazione dell’attività venatoria.

I proprietari e i conduttori dei fondi possono infatti includere il loro fondo

nell’ambito del territorio agro-silvo-pastorale dedicato alla caccia, garantendosi

in questo modo un contributo determinato dall’amministrazione regionale in

relazione alle condizioni agronomiche della regione, oppure possono vietare

l’esercizio dell’attività venatoria sul proprio territorio secondo le modalità

previste allo stesso articolo.

La L.R. 8/94 disciplina la materia in argomento all’art. 15 “Fondi agricoli

sottratti all’attività venatoria” e l’art. 45 bis “Fondi chiusi”.

Fondi agricoli sottratti all’attività venatoria

Il proprietario o conduttore agricolo è liberamente titolato, a norma del

comma 3 dell'art. 15 della legge statale, a vietare la caccia nel proprio fondo

rustico; per far ciò deve presentare richiesta motivata alla Provincia entro trenta

giorni dalla pubblicazione del piano faunistico provinciale oppure, in caso di

sopravvenute e comprovate esigenze, entro il 31 dicembre di ogni anno

successivo.

La Provincia, entro i successivi sessanta giorni, con provvedimento motivato

si pronuncia sulla richiesta e la accoglie se non in contrasto con il piano

faunistico-venatorio provinciale e nei casi di esigenza di salvaguardia di colture

agricole specializzate, nonché di produzioni agricole condotte con sistemi

sperimentali o a fine di ricerca scientifica ovvero di attività di rilevante interesse

economico, sociale o ambientale.

In presenza di attività di rilevante interesse ambientale la domanda deve

essere corredata dal piano di ripristino o mantenimento.

Condizioni previste

Perché la richiesta possa essere accolta essa non deve contrastare con la

pianificazione territoriale ai fini venatori, oppure deve rientrare in uno dei casi

specificamente individuati con norme regionali.

Page 173: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

167

Tra questi casi si considera il contrasto tra l’attività venatoria e l’esigenza

di salvaguardia di colture specializzate, siano esse condotte con sistemi

sperimentali o a fine di ricerca scientifica, ovvero quando siano motivo di danno

ad attività di rilevante interesse economico, sociale o ambientale.

Una volta accolta la richiesta, non sarà possibile svolgere attività venatoria

su tutto il fondo in questione e tale divieto sarà evidenziato con l’apposizione di

tabelle, a cura del proprietario, che delimitano il perimetro dell’area

interessata. Nei territori chiusi in tal modo alla caccia, il divieto vale sia per i

cacciatori che per lo stesso proprietario o conduttore fino al venir meno dei

presupposti.

Fondi chiusi

L'esercizio venatorio è vietato a chiunque nei fondi chiusi da muro o da rete

metallica o da altra effettiva chiusura di altezza non inferiore a metri 1,20; da

corsi o specchi d'acqua perenni il cui letto abbia la profondità di almeno metri

1,50 e la larghezza di almeno metri 3; da muro e/o siepe e/o steccato.

I fondi chiusi devono essere notificati ai competenti uffici provinciali. I

proprietari o i conduttori dei fondi provvedono ad apporre a loro carico adeguate

tabellazioni esenti da tasse.

Per la protezione delle colture agricole e su richiesta del proprietario o

conduttore, la Provincia può autorizzare catture di fauna selvatica che dovranno

comunque essere realizzate secondo quanto espressamente definito dalle

normative vigenti in materia di benessere degli animali; la Provincia può altresì,

in accordo con il proprietario o conduttore, effettuare catture di fauna selvatica.

In entrambi i casi la fauna selvatica catturata viene destinata a scopo di

ripopolamento.

Condizioni previste

La superficie dei terreni recintati viene compresa nella quota del territorio

agro-silvopastorale che è prevista dal legislatore a protezione della fauna

selvatica. Circa le tipologie di sbarramento e recinzione si ritiene che possa

valere anche la continuità per tutto il perimetro di mezzi diversi per es. in parte

con un muro e in parte con una siepe o con uno steccato o con un corso d’acqua.

In merito a quest’ultimo, fermo restando il presupposto, previsto dalla legge,

della presenza dell’acqua durante tutto l’anno, sembra corretto ritenere che si

debba considerare il letto minimo del corso d’acqua come riferimento per la non

necessaria apposizione della recinzione.

Non si ritiene compatibile con la mobilità degli animali il ricorso al filo

spinato.

Page 174: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

168

10- Danni, prevenzione ed interventi ambientali

L’indennizzo dei danni è regolamentato dalla disciplina regionale e si

articola sostanzialmente in un regime differenziato fra quanto dovuto alla

Provincia e quanto a carico degli Ambiti Territoriali di Caccia e degli Istituti

privati.

Con la Legge regionale n. 8/94, Legge regionale n. 6/2000 e successive

integrazioni, concernente la gestione faunistico-venatoria e l’esercizio della

caccia è stato istituito il fondo ai fini della prevenzione e dell’indennizzo dei

danni a quegli imprenditori agricoli il cui terreno ricade nella zone di protezione

della fauna selvatica (Oasi di protezione, Zone di Ripopolamento e Cattura,

Centri Pubblici di Riproduzione della Fauna Selvatica) e nei parchi e riserve

naturali regionali con riferimento alle specie cacciabili e protette.

Il fondo è a disposizione anche degli imprenditori il cui terreno ricade fuori

dalle aree sopra elencate, ma soltanto per specie protette ed altre specie il cui

prelievo sia vietato, anche temporaneamente, per ragioni di pubblico interesse.

Differentemente da quanto sopra sono a carico degli ambiti territoriali di

caccia e degli Istituti privati (Aziende Faunistico Venatorie, Aziende Agri-

Turistico Venatorie e Centri Privati di Riproduzione della Fauna Selvatica) i danni

arrecati dalla fauna selvatica nei territori di questi Istituti, ad esclusione dei

danni provocati da specie protette o non cacciabili.

Sul versante dei danni, si ritiene utile attivare strategie che portino alla

sempre più efficace ed efficiente gestione tecnico-amministrativa, con un

approccio moderno, a favore degli utenti.

Ulteriore strategia consiste nel continuo miglioramento organizzativo con

l’istituzione di una unica struttura di riferimento a livello provinciale come

centro di raccolta delle domande di danno e prevenzione e per i relativi aspetti

funzionali e procedurali.

A tale proposito le azioni che si attiveranno prevedono l’adozione di

apposite procedure il più possibile standardizzate per l’accertamento, la

quantificazione e la liquidazione dei danni con ottimizzazione, snellimento e

informatizzazione di dati e procedure omogenee sul territorio.

Le strategie e conseguenti specifiche attività saranno definite in apposito

documento operativo che sarà predisposto entro sei mesi dall’approvazione del

Piano ed attraverso il coinvolgimento attivo degli Istituti faunistici e del mondo

associazionistico nell’ottica di un processo comune e della più ampia

divulgazione ed adozione di efficienti pratiche gestionali.

Page 175: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

169

Si sottolinea che sia la prevenzione dei danni all’agricoltura sia la

prevenzione dei danni generati da incidenti stradali abbiano grande importanza.

Per la prevenzione dei danni all’agricoltura, oltre quanto già sopra indicato,

si indirizzano le aziende agricole che effettuano nuovi impianti di vigneti e

frutteti, coltivazioni orticole di pregio, allevamento di piante ornamentali, in

aree a rischio di danneggiamento, a prevedere in concomitanza della messa in

opera anche le relative opere di prevenzione opportunamente concordate con la

Provincia. Importante è il coinvolgimento degli imprenditori per la prevenzione

attraverso una fase informativa e diffusione di conoscenze atte a prevenire i

danni, le associazioni agricole saranno il perno su cui diffondere tali azioni.

Per quanto riguarda la prevenzione dei danni causati dagli incidenti si

dovranno utilizzare le migliori tecniche offerte dalla più moderna letteratura e/o

comprovata sperimentazione per aumentare il grado di sicurezza nei tratti

stradali a maggior rischio di incidenti.

Si è provveduto in questi anni al recupero della selvaggina incidentata,

questo ha fornito un monitoraggio puntuale degli incidenti.

Interventi ambientali

Ci si riferisce agli interventi di miglioramento ambientale che sono nel

presente Piano contestualizzati con prevalenza nell’ambito dello sviluppo di

una agricoltura multifunzionale in grado di assicurare interventi di creazione,

ripristino o mantenimento di condizioni ambientali idonee alla vita della fauna

selvatica, nonché di riduzione dell’impatto ambientale, causato dalle attività

agricole negli agroecosistemi, soprattutto nei riguardi della distribuzione, della

densità e della biodiversità delle popolazioni costituenti le specie di fauna

selvatica. Sicuramente il PTCP diventa un riferimento utile dove la relazione tra

le due pianificazioni concorrono all’ottenimento dei risultati ed in particolare per

la tipologia di intervento da effettuare rispetto alla rete ecologica ed alle

tipologie ecologico-ambientali degli ecomosaici entro cui contestualizzare gli

specifici interventi di miglioramento ambientale

Si rivolge l’attenzione alle tipologie di intervento di seguito elencate:

1. Gestione e cura dei boschi, finalizzata a favorire e contribuire ad una

corretta gestione del patrimonio boschivo sia di pianura che di montagna, in

un’ottica di conservazione e valorizzazione della fauna selvatica.

Page 176: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

170

2. Recupero dei pascoli montani abbandonati e del paesaggio agrario che si

pone l’obiettivo di conservare spazi seminaturali, elementi dell’agrosistema e del

paesaggio agrario nonché ricreare condizioni ambientali idonee a specie

appartenenti alla fauna tipica di tradizionali agroecosistemi montani garantendo

un mosaico di situazioni ambientali diversificate.

3. Colture a perdere, definite al fine di garantire rifugio e alimentazione

alla selvaggina, sia stanziale che migratoria, durante il periodo autunno–

invernale.

4. Salvaguardia della fauna selvatica durante le operazioni colturali nei

pioppeti, finalizzato alla creazione di ambienti idonei alla fauna selvatica e alla

sua salvaguardia attraverso la limitazione degli interventi colturali nei pioppeti e

alla loro attuazione solo in periodi post-riproduttivi.

5. Ripristino e mantenimento di zone umide, finalizzato al mantenimento di

aree fondamentali per la sosta e l’alimentazione dell’avifauna acquatica.

6. Piantumazione e conservazione di siepi, cespugli, boschetti e filari,

finalizzati alla creazione e al mantenimento di ambienti idonei al rifugio, alla

nidificazione e all’alimentazione della fauna selvatica sia stanziale che

migratoria. In particolare, la costituzione e/o il mantenimento di filari sono

finalizzati alla costituzione del tipico paesaggio agrario della pianura reggiana e

alla creazione di ambienti comunque idonei alla presenza e alla sosta della fauna

selvatica.

Per la realizzazione degli interventi sopra elencati è fondamentale il pieno

coinvolgimento degli Enti locali e delle forze economiche e sociali intensificando

la concertazione attraverso il rafforzamento della governance e l’integrazione

degli strumenti di programmazione e pianificazione settoriale, mirando alla

coerenza e convergenza nelle fasi operative.

Un strumento è offerto dall’integrazione con il PSR regionale e il PRIP

provinciale di seguito richiamati.

Page 177: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

171

11- Piano Faunistico Venatorio ed integrazione con PSR regionale PRIP

Le linee strategiche del PFVP puntano all’integrazione piena con le

strategie di intervento individuate dal PSR regionale e in particolare con il

riconoscimento del ruolo svolto dall’agricoltura per il presidio, la gestione del

territorio, la valorizzazione del paesaggio e la salvaguardia delle risorse

ambientali e quindi del riconoscimento del ruolo multifunzionale dell’impresa

agricola così come riportato nel Programma Rurale Integrato Provinciale

(P.R.I.P.), approvato con deliberazione del Consiglio provinciale n.126 del

08/11/2007. Il PRIP è il documento programmatico provinciale che dettaglia le

scelte strategiche contenute nel Programma di Sviluppo Rurale della Regione

Emilia- Romagna, calandole sul territorio e adattandole alle specificità

provinciali. Sono individuate le misure, nell'ambito di quelle enunciate nel PSR,

è definito il riparto finanziario fra le misure e sono definiti gli elementi di

priorità di carattere locale in aggiunta a quelli del PSR.

Il PSR individua quattro assi di intervento:

- Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale

- Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale

-Asse 3 - Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia

rurale

- Asse 4 - Attuazione dell'approccio leader

Allo scopo di finanziare interventi coordinati per migliorare l’efficacia

complessiva in grado di originare effetti positivi e sinergici in tutti i campi di

azioni del PSR, è individuato prioritariamente l’Asse 2 denominato

“Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” espressamente mirato alla

tutela e alla conservazione delle risorse naturali, in particolare della

biodiversità, delle risorse idriche, dei sistemi agro-forestali ad alto valore

naturale e alla riduzione dei gas serra senza escludere possibili relazioni con gli

altri Assi del Programma.

Per una più dettagliata descrizione delle azioni si rimanda al PSR ed al PRIP,

per le localizzazioni e priorità, rispettivamente regionali e provinciali. Nel

contesto del Piano faunistico venatorio, le principali azioni attivabili per il

raggiungimento degli obiettivi di Piano possono essere così riassunte:

Page 178: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

172

⇒⇒⇒⇒ Misura 214 – Azione 8: Regime sodivo e praticoltura estensiva.

L’azione prevede espressamente la conversione dei seminativi in prati e/o

pascoli estensivi e il mantenimento dei prati e/o dei pascoli estensivi.

Nell’ambito dell’intervento di mantenimento dei prati e/o dei pascoli estensivi si

individuano le seguenti tipologie di intervento:

- mantenimento dei prati permanenti e/o pascoli;

- mantenimento di medicai a fine ciclo;

- mantenimento di prati polititi permanenti storicamente presenti nelle

aree di pianura interessate dall’azione;

- recupero dei prati di montagna abbandonati;

- mantenimento dei prati già realizzati.

⇒⇒⇒⇒ Misura 214 – Azione 9: Conservazione degli spazi naturali, seminaturali

e del paesaggio agrario.

L’azione prevede espressamente il finanziamento della conservazione di

spazi naturali e seminaturali, degli elementi dell’agrosistema e del paesaggio

agrario ed in particolare il mantenimento di:

- piantate e/o di alberi isolati o in filare;

- siepi e/o boschetti;

- stagni, laghetti e bacini;

- maceri, risorgive e fontanili.

⇒⇒⇒⇒ Misura 216 – Azione 1: Accesso al pubblico e gestione faunistica

Gli interventi riguardano progetti finalizzati alla realizzazione e

ristrutturazione di sentieri e piazzole, schermature finalizzate a mitigare il

disturbo sulla fauna, punti di osservazione per birdwatching, strutture per la

gestione della fauna selvatica finalizzate a garantirne la coesistenza con le

attività produttive agro-forestali e interventi finalizzati al sostentamento della

fauna selvatica.

⇒⇒⇒⇒ Misura 216 – Azione 3: Ripristino di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario L’azione sostiene il ripristino di elementi paesaggistici, naturali e

seminaturali caratteristici del paesaggio agrario dell'Emilia-Romagna, attraverso i

seguenti investimenti non produttivi:

• siepi anche alberate e con finalità di fasce tampone;

Page 179: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

173

• boschetti (costituiti da appezzamenti occupati da vegetazione arborea

e/o arbustiva);

stagni, laghetti, e bacini per la fitodepurazione delle acque.

Tali ultime due misure sono espletate direttamente dalla regione secondo

modalità che verranno specificate con prossimi atti di indirizzo operativo,

l'azione verrà attuata attraverso specifici accordi approvati dalle Province.

Il tipo di intervento mi sembra fatto per le zone umide romagnole non so se

sia il caso di metterlo.

Page 180: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

174

12- Individuazione della SASP per la determinazione degli Indici di Densità Venatoria

La Provincia individua la superficie agro-silvo-pastorale effettivamente

destinata alla gestione programmata della caccia sottraendo alla superficie agro-

silvo-pastorale provinciale inclusa entro il perimetro di ogni ATC, la superficie di:

• istituti privati (aziende venatorie, centri privati di riproduzione della

fauna, zone e campi per l’addestramento dei cani), nonché gli istituti di

protezione di cui al Titolo I, Capo III della LR 8/1994, i parchi e le riserve

naturali;

• aree protette individuate dalla LR 6/2005 in cui sussiste il divieto di

caccia;

• aree di rispetto, ai sensi dell’art. 22-bis della LR 8/94, in cui sussiste il

divieto di caccia;

• aree a divieto di caccia per effetto di Ordinanze comunali;

• territori di cui al comma 1, lett. e) dell'art. 21 della Legge 157/1992,

fino al raggiungimento della percentuale massima di cui al comma 3

dell'art. 10 della medesima legge;

• fondi chiusi ai sensi dell’art. 45-bis della LR 8/94.

Il calcolo della superficie agro-silvo-pastorale effettivamente destinata alla

gestione programmata della caccia è effettuata da ogni ATC entro il 31 gennaio

di ogni anno utilizzando esclusivamente le basi cartografiche digitali fornite dalla

Provincia.

La Provincia approva annualmente il calcolo della superficie agro-silvo-

pastorale effettivamente destinata alla gestione programmata della caccia

eseguito dagli ATC, accertata la conformità con le indicazioni contenute nel

Piano.

Page 181: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

175

13 - Valichi montani L’individuazione dei valichi montani interessati dal transito migratorio

postriproduttivo riveste particolare importanza nella conservazione degli Uccelli.

Nei valichi montani, come previsto dall’art. 52, comma 9, della LR 8/94, è infatti

vietato l’esercizio venatorio per un r aggio di mille metri intorno agli stessi. Non

si dispone a tutt’oggi di informazioni volte a confermare l’effettiva rilevanza dei

valichi individuati nel Piano Faunistico in scadenza. Stante questa circostanza,

vengono riconfermati per il prossimo quinquennio i valichi montani già individuati

dal Piano Faunistico in scadenza (Tab. 13.1 e Fig. 13.1). Il PFVP, coerentemente

con gli indirizzi regionali, individua esclusivamente i valichi montani di interesse

per le rotte di migrazione. Si precisa che il passo della Cisa ricade nel Parco

nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e il suo ambito di pertinenza ricade

all’interno del SIC-ZPS “Val d’Ozola-Monte Cusna” per il quale sono previste

misure di protezione nello Studio di d’Incidenza (divieto di caccia da

appostamento fisso e temporaneo) che sostanzialmente riconducono l’ambito di

sua pertinenza a forme di tutela valide per i valichi montani permettendo quindi

il suo inserimento nella tabella 13.1. Relativamente al Monte Penna si ritiene di

attenersi ad un approccio conservativo stanti le segnalazioni sulla possibile sua

rilevanza nel contesto delle possibili rotte di migrazione dell’avifauna e pertanto

potrà essere individuata nell’ambito del “Gruppo di lavoro permanente” una

proposta volta a maggior grado di tutela di tale ambito per un intorno adeguata

dalla vetta del Monte Penna e che prevede inoltre il monitoraggio della fauna

migratoria allo scopo di verificare l’eventuale necessità di includere il Monte

Penna alla liste dei valichi di monte.

ID Valico montano Comprensorio

Istituti interessati dal divieto di caccia

1 Passo del Lagastrello o dei Linari 3 Parco Nazionale – ATC RE4 2 Passo di Pietra Tagliata 3 Parco Nazionale 3 Passo dell’Ospedalaccio 3 Parco Nazionale 4 Passo del Cerreto 3 Parco Nazionale 5 Passo Belfiore 3 Parco Nazionale 6 Passo del Lupo 3 Parco Nazionale 7 Passo di Cavorsella 3 Parco Nazionale 8 Passo di Pradarena 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 9 Passo della Comunella 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 10 Passo di Romecchio 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 11 Passo di Lama Lite 3 Parco Nazionale - Oasi Ozola 12 Passo delle Forbici 3 Parco Nazionale – Oasi Ozola 13 Passo Giovarello 3 Parco Nazionale – Oasi Ozola Passo Cisa* 3 Parco Nazionale – ATC RE4

* Sono previste specifiche misure di protezione nello Studio di d’Incidenza (divieto di caccia da appostamento fisso e temporaneo) Tab. 13.1. – Valichi montani e istituti interessati dal divieto di caccia di 1 km

Page 182: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

176

Fig. 13.1 – Ubicazione dei valichi montani. (dell’Oasi dell’Ozola vengono rappresentate esclusivamente le porzioni esterne al Parco nazionale)

Page 183: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 1

PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

La Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari Il Dirigente U.P. Gestione Faunistico venatoria e forestale Dott. Giovanni Iemmi

Allegato I – Pianificazione Faunistica

Page 184: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

PROVINCIA DI REGGIO EMILIA Assessorato Ambiente Assessore Alfredo Gennari

AREA CULTURA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Dott.ssa Anna Campeol, Dirigente Servizio Pianificazione Territoriale, Paesaggistica e Ambientale Dott.ssa Annalisa Sansone, Dirigente Servizio Ambiente Dott. Giovanni Iemmi, Dirigente U.P. Gestione Faunistico Venatoria e Forestale Gruppo interno di supporto alla progettazione Dott. Santi Nino Dott. Santini Sergio Dott. Attilio Giacobbe Dott. Alessandro Merlo Dott. Giovanni Raudino Graziella Candiani Giovanna Ligabue Luana Gallingani

Consulenza esterna per progettazione Dott. Willy Reggioni Dott. Marco Picciati Dott. Ambrogio Lanzi Arch. Carlo Galloni

Page 185: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 1

Allegato I – Pianificazione faunistica (parte integrante al paragrafo 5.2 - Volume 2)

Quanto espresso nel paragrafo di pianificazione delle attività gestionali 5.2

contenuto nel Volume 2 del Piano Faunistico Venatorio Provinciale trova più

dettagliata espressione nelle attività sotto riassunte, contenute e dettagliate

opportunamente nelle schede specie-specifiche.

Di seguito si riporta in forma sintetica e schematica una descrizione delle

attività generali destinate ad una realizzazione per il presente piano.

1. Per garantire un adeguato livello di dettaglio nella realizzazione di molte

azioni di Piano si provvederà, subito dopo l’istituzione degli ATC provinciali, ad

una zonizzazione del territorio provinciale ricorrendo all’individuazione di

specifiche Unità di gestione e di loro eventuali sotto-unità la cui estensione

risulterà variabile in relazione alle diverse specie o gruppi di specie presenti in

provincia.

2. In particolare, nel caso degli Ungulati selvatici le Unità e le sotto-unità di

gestione saranno coincidenti con i Distretti e con le aree di censimento e prelievo

indicate ai sensi del RR 4/02 e successive modifiche ed integrazioni. Tutti gli

Istituti faunistici inclusi nelle Unità di gestione degli Ungulati saranno considerati

territori appartenenti a tale Unità nel contesto del calcolo della superficie

complessiva, e conseguentemente per la stima della consistenza delle

popolazioni presenti e per questa ragione sono intesi come equivalenti alle aree

di censimento e prelievo dei Distretti.

3. Nel caso della fauna stanziale, invece, le Unità e le sotto-unità di

gestione saranno coincidenti con l’intero territorio degli Istituti faunistici e per

quanto riguarda gli ATC ai territori dei Comuni territorialmente interessati ed in

sub-ordine alle aree di censimento e prelievo (sotto-unità di gestione degli

Ungulati selvatici).

4. Ogni anno, entro la data del 10 marzo, la Provincia definirà le Unità e

delle sotto-unità di gestione degli Ungulati selvatici e della fauna stanziale, di

cui ai punti 1, 2 e 3, per tutto il territorio provinciale in accordo e sulla base

delle proposte formulate dagli stessi Istituti faunistici. Queste porzioni del

territorio provinciale, che rimarranno invariate per tutta la durata della stagione

Page 186: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 2

faunistico-venatoria, saranno identificate in modo univoco per ogni Istituto e

rappresenteranno il grado di risoluzione minimo per la restituzione

georeferenziata dei dati annualmente raccolti sul campo.

5. In un’ottica di corretta ed affidabile interpretazione dei trend delle

popolazioni oggetto di monitoraggio, nel caso specifico degli Ungulati selvatici, a

supporto delle attuali tecniche di stima diretta (vantage point survey e

censimenti in battuta) saranno affiancate tecniche indirette finalizzate alla

quantificazione di indici di abbondanza o della densità.

6. La quantificazione dei danni complessivamente prodotti dalla fauna

selvatica alle coltivazioni agricole sarà prodotta per ciascuna Unità o sotto-unità

di gestione, e sarà espressa in Euro risarciti/ettaro.

Questo parametro concorrerà, unitamente ad altre variabili ed aspetti, a

modulare le densità obiettivo per la specie o per il gruppo di specie individuate

come responsabili del danno, nell’ambito del range di densità obiettivo previsto

per quelle Unità di gestione e specie (cfr. paragrafo 1.5 Volume 2). In

quest’ottica gli Istituti gestori del territorio potranno essere chiamati a

modificare il tipo di intervento o l’intensità dell’intervento previsto per riportare

il carico di fauna selvatica complessivo entro i termini compatibili con quanto

disposto per le Unità o sotto-unità di gestione e per le specie.

7. Per raggiungere gli obiettivi di cui al punto precedente (densità

obiettivo), resta intesa la possibilità per tutti gli Istituti venatori di poter fare

ricorso a tutti i metodi e le strategie previste dalle normative vigenti e le

eventuali prescrizioni definite nei protocolli operativi delle attività per il

controllo numerico delle specie generaliste.

8. Al fine di dare origine ad un quadro di conoscenze per quanto possibile

completo e multidisciplinare, la Provincia in collaborazione con Enti, Istituti e

Servizi presenti sul territorio (Servizi Veterinari dell’AUSL, Istituti Zoo-profilattici

e di ricerca, INFS, ecc.) si farà promotrice di protocolli applicativi per realizzare

in forma adeguata e periodica il monitoraggio sanitario della fauna selvatica

contestualmente alla organizzazione di un servizio di raccolta, stoccaggio e

conferimento della fauna rinvenuta morta, ferita o debilitata ai Servizi

competenti in materia.

Page 187: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 3

9. Allo scopo di indirizzare l’attività venatoria verso un modello più vicino

all’uso eco-sostenibile di una risorsa rinnovabile quale è la fauna, si intende

attivare un percorso virtuoso di prima sperimentazione finalizzato alla

destinazione di porzioni di territorio alla caccia programmata anche per alcune

specie di fauna stanziale. Pertanto gli ATC, nei propri programmi annuali di

gestione, potranno volontariamente individuare porzioni di territorio per la

caccia programmata della Lepre, Fagiano, Pernice rossa e Starna. La

sperimentazione avrà attuazione annuale, seppure in un’ottica pluriennale per

garantire maggiore efficacia e successo alla sperimentazione medesima, e

prevedendo per la sua durata di non ricorrere alla pratica del ripopolamento e

dell’importazione di animali provenienti dall’estero, vigendo comunque il divieto

per la Lepre (cfr. scheda Lepre).

Ai fini di incentivare tale pratica gestionale e la sua attuazione da parte

degli ATC sarà criterio aggiuntivo/prioritario per l’erogazione di finanziamenti da

parte della Provincia.

L’attuazione della sopraccitata sperimentazione, la sua valutazione e le

risultanze ottenute saranno oggetto di confronto e cooperazione nell’ambito del

Gruppo di lavoro permanente (scheda 19) ai fini dell’assunzione di tale pratica

come prassi volontaria da estendersi ulteriormente sul territorio durante la

vigenza del presente piano.

10. Di prevedere nel territorio di cui al punto precedente la possibilità di

valorizzare l’attività cinofila, la possibilità di ricorrere ad adeguati piani di

controllo sulle specie opportuniste di eccessivo impatto sul successo riproduttivo

della fauna stanziale e di indirizzare su queste aree parte degli incentivi

all'agricoltura (cfr. capitolo 1.9 - volume) destinati agli interventi di ricostruzione

e miglioramento ambientale e degli habitat.

11. Per incentivare la riproduzione della fauna stanziale si provvederà ad

una sua stabilizzazione a medio periodo prolungando da 3 a 6 anni i tempi di

istituzione delle Aree di Rispetto, istituendo le ZRC peri-urbane, introducendo la

possibilità di istituire CPRFS pubblici, valorizzando la Rete ecologica provinciale

ed inoltre adottando una puntuale strategia per la tutela dei piccoli e dei

nidiacei tramite sottoscrizione di protocolli operativi con le aziende agricole e

l’introduzione di certificazioni per le aziende agricole disponibili ad adottare

modalità operative a basso impatto per la fauna (modalità di sfalcio, barre di

involo, ecc.).

Page 188: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 4

12. La Provincia si impegnerà per regolamentare e coordinare la gestione

degli interventi di prevenzione, mitigazione, verifica e risarcimento danni da

fauna selvatica alle coltivazioni attraverso la promozione di protocolli operativi

con gli istituti faunistici e la associazioni di categoria interessate.

13. Al fine di realizzare il maggior numero di progetti specie-specifici di

seguito elencati in distinte schede, la Provincia potrà definire con i gestori degli

istituti faunistici, con gli Enti territoriali interessati e le Associazioni apposite

convenzioni per la realizzazione dei progetti individuati nel PFVP.

Per chiarezza espositiva e per una più immediata comprensione delle

schede/progetto si precisa quanto segue:

� ciascuna scheda racchiude 15 tipologie di azioni che possono così essere

definite:

� coordinamento di progetti di ricerca o gestione interprovinciali e

nazionali

� pianificazione delle attività di ricerca su aspetti sconosciuti delle specie

� aggiornamento periodico degli obiettivi faunistici per specie

� pianificazione delle stime di popolazione e dinamica delle specie

� regolamentazione del prelievo venatorio

� regolamentazione dell’allevamento

� regolamentazione del controllo numerico

� regolamentazione del controllo sanitario

� regolamentazione del recupero di spoglie

� regolamentazione della prevenzione

� regolamentazione del risarcimento danni

� organizzazione dei miglioramenti ambientali

� predisposizione di documentazione tecnica idonea alla costruzione di

una banca dati faunistica provinciale

� formazione degli operatori coinvolti nei progetti

� per la loro complessità, molte azioni principali prevedono delle sotto-

azioni da realizzare per il completamento e raggiungimento degli obiettivi

dell’azione principale.

Page 189: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 5

Alla luce dell’esperienza maturata nel corso degli ultimi cicli di

programmazione e di quanto emerso nel quadro conoscitivo, sono state

predisposte le seguenti schede:

� fauna stanziale ungulata cacciabile e/o soggetta a piani di controllo:

Capriolo, Daino, Cervo, Muflone e Cinghiale;

� fauna stanziale cacciabile e/o soggetta a piani di controllo: Lepre,

Volpe, Nutria, Fagiano, Pernice rossa, Starna;

� Fauna migratoria cacciabile, cacciabile in deroga e/o soggetta a piani di

controllo: Quaglia, Germano reale, Storno, Cornacchia grigia, Gazza,

Ghiandaia, Taccola, Colombaccio, Tortora dal collare, Piccione domestico,

Cormorano, Ardeidi, Anatidi, Passeri;

� Fauna stanziale e migratoria protetta o super protetta di interesse

naturalistico: Lupo, Istrice, Tarabuso, Moretta tabaccata, Aquila reale,

Mustelidi, Rapaci diurni, Rapaci notturni;

� Specie domestiche : Randagismo canino e felino.

Allo scopo di assicurare l’efficienza delle azioni rispetto agli obiettivi del

Piano in Tabella 1 sono individuate le priorità di attuazione delle schede

progetto.

Page 190: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 6

Scheda/Progetto Priorità

naturalistica Priorità gestionale

Priorità

Capriolo Media Media Media

Daino Bassa Media Bassa

Cervo Alta Alta Molto Alta

Muflone Bassa Media Media

Cinghiale Media Alta Alta

Lepre Media Alta Alta

Volpe Media Alta Alta

Nutria Bassa Alta Media

Fagiano Bassa Alta Media

Pernice rossa Alta Media Alta

Starna Alta Media Alta

Quaglia Media Media Media

Germano reale Bassa Alta Media

Cornacchia grigia Media Alta Alta

Gazza Media Alta Alta

Ghiandaia Media Alta Alta

Taccola Alta Media Alta

Storno Alta Alta Molto Alta

Piccione domestico Bassa Alta Media

Tortora dal collare Bassa Media Bassa

Colombaccio Media Bassa Bassa

Tordi e merli (gruppo) Media Media Media

Cormorano Alta Media Alta

Ardeidi (gruppo) Alta Media Alta

Anatidi (gruppo) Alta Alta Molto Alta

Passeri (gruppo) Alta Bassa Media

Lupo Alta Alta Molto Alta

Istrice Alta Media Alta

Mustelidi (gruppo) Alta Media Alta

Moretta tabaccata Alta Bassa Media

Aquila reale Alta Media Alta

Rapaci diurni (gruppo) Alta Media Alta

Rapaci notturni (gruppo) Alta Media Alta

Tarabuso Alta Bassa Media

Randagismo canino Alta Alta Molto Alta

Randagismo felino Alta Alta Molto Alta

Tab. 1 – Livello di priorità nella realizzazione dei progetti per specie previsti nel PFVP

Page 191: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 7

Fig. 1- Direttrici stradali ad alto rischio di incidente da ungulati con previsione di prioritari interventi finalizzati alla prevenzione degli incidenti.

Page 192: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 8

Fig. 2- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni ai seminativi (foraggere e grano) da parte degli ungulati.

Fig. 3- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni alle coltivazioni arboricole (vigneti e frutteti) da parte degli ungulati.

Page 193: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 9

Fig. 4- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni da corvidi

Fig. 5- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni da parte dello storno.

Page 194: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 10

Fig. 6- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per la mitigazione dei danni agli argini fluviali da parte della Nutria.

Fig. 7- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per ripristini e miglioramenti ambientali.

Page 195: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Allegato I – Pianificazione faunistica 11

Fig. 8- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per recupero e mantenimento di spazi aperti.

Fig. 9- Sotto unità territoriali a priorità di intervento per l’eradicazione del Silvilago.

Page 196: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012
Page 197: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Anatidi (Anatidae)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione delle attuali distribuzioni

Attività di ricerca Areali di distribuzione delle

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca Areali di distribuzione delle

specie Entro anno 2011

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areali di distribuzione delle

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areali di distribuzione delle

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage point Count Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti svernanti Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Analisi cinegetiche Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point Count Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Areale di distribuzione delle

specie cacciabili Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria e

invernale Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti acquistati

geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto solo nel caso di soggetti

acquistati geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 8. Controllo

Collezione di misure biometriche Non previste

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati e

raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Attrattori non consentiti

11. Prevenzioni

Allontanamento Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areali di distribuzione delle specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta

Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

14. Documentazione tecnica

Trasmissione in forma standardizzata ed archiviazione dati su supporti informatici

Areali di distribuzione delle specie

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 198: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Aquila reale (Aquila chrysaetos)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2011

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio Areale di distribuzione delle

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 3. Stima della consistenza numerica

Censimento/monitoraggio siti nidificazione Areale di distribuzione delle

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Valutazione del trend demografico

Monitoraggio Areale di distribuzione delle

specie Entro anno 2011

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Intero territorio provinciale Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale,

6. Liquidazione dei danni Alta Liquidazione del danno

Areali di distribuzione delle specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale Provincia,

Parco Nazionale

7. Misure di salvaguardia Tutela siti nidificazione Siti di nidificazione Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Formazione e addestramento Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale

Page 199: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Progetto Ardeidi (Ardeidae)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione delle attuali distribuzioni Attività di ricerca

Areali di distribuzione delle specie

Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca Areali di distribuzione

delle specie Entro anno 2011

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni agli allevamenti

ittici Areali di distribuzione

delle specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio delle specie Areali di distribuzione

delle specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage point counts Aree campione negli areali

di distribuzione delle specie

Periodico annuale Provincia

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento dormitoi Aree campione negli areali

di distribuzione delle specie

Periodico annuale Provincia

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento presso allevamenti ittici Aree campione negli areali

di distribuzione delle specie

Periodico annuale Provincia

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta monitoraggio Aree campione negli areali

di distribuzione delle specie

Entro anno 2011 Provincia

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Controllo Allontanamento Aree con densità superiore

agli obiettivi o danni conclamati

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

8. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco

Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areali di distribuzione

delle specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Istallazione di protezioni Areali di distribuzione

delle specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

9. Prevenzione

Allontanamento Areali di distribuzione

delle specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di accertamento e quantificazione del danno

Areali di distribuzione delle specie*

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 10. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areali di distribuzione

delle specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

11. Miglioramenti ambientali

Controllo fonti alimentari di origine

artificiale Areali di distribuzione

delle specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard

tramite supporti informatici

Areali di distribuzione delle specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

*: prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche del testo)

Page 200: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Capriolo (Capreolus capreolus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione

Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale 2008- 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Tutte le aree in cui si esercita

la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage Point Survey Areale di distribuzione della

specie con priorità nel C2 e C3 Periodico: annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione con priorità nel

C2 e C3 Periodico: annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento con faro Aree campione con priorità nel

C2 e C3 Periodico: annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Pellet Count Group Aree campione con priorità nel

C2 e C3 Periodico: annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste

Prelievo selettivo C2 e C3. In C1 e a nord della strada pedecollinare l’attività

venatoria è vietata

Nel rispetto dei calendari venatori

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a prelievo

venatorio Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Allevamento o detenzione di animali

Solo nel caso di soggetti raccolti

accidentalmente, recuperati o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Area ad alto rischio incolumità

ed incidenti stradali in C.1; C.2 e C.3

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Controllo numerico (abbattimento) Area ad alto rischio incidenti,

sanitario o alte densità Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Allontanamento Non previsto

Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

latra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di recinzioni elettrificate o

metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

11. Prevenzione

Attrattori (saline) non consentiti

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie*

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Tutta la Provincia Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche del testo)

Page 201: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Cervo (Cervus elaphus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Gestione coordinata della specie nell’areale di distribuzione dell’Appennino tosco-emiliano

Alta Istituzione gruppo di coordinamento tecnico- amministrativo interprovinciale con coordinamento INFS

Province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Massa- Carrara

Entro il 2009 Provincia, Parco Nazionale INFS, Altre Province

Provincia, Parco Nazionale, INFS, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

2. Quantificazione dell’areale di distribuzione

Alta Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

3. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Anno 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Tutte le aree in cui si esercita

la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

4. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage Point Survey Areale di distribuzione della

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento Bramito Areale di distribuzione della

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Stima della consistenza numerica e valutazione del trend demografico

Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Aree ad alto rischio

incolumità ed incidenti stradali

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Prelievo selettivo Areale di distribuzione della

specie

Nel rispetto dei calendari venatori

entro 2 anni

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

entro 2 anni

Provincia, Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Allevamento o detenzione di animali

Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Area ad alto rischio

incolumità ed incidenti stradali

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Controllo numerico Area ad alto rischio incidenti,

sanitario o alte densità Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Allontanamento Non previsto

Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a controllo

numerico Tutto l’anno

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo controllo e raccolti Aree campione nell’areale di

distribuzione Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o altra

causa Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Istallazione di recinzioni elettrificate o metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

11. Prevenzione

Attrattori non consentiti

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi

fissi naturali, gestione forestale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, INFS Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari definiti

dalla Provincia

Provincia, INFS Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, INFS Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 202: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Cinghiale (Sus scrofa)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione

Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Anno 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento su neve Areale di distribuzione della

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Area ad alto rischio incolumità

ed incidenti stradali Occasionale Soprattutto

in inverno

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Prelievo selettivo Areale di distribuzione della

specie Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Prelievo collettivo Areale di distribuzione della

specie Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a prelievo

venatorio Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Allevamento o detenzione di animali

Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati

o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Area ad alto rischio incidenti o

sanitario Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Controllo numerico Areale di distribuzione della

specie non soggetto a prelievo venatorio

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Allontanamento Areale di distribuzione della

specie non soggetto a prelievo venatorio

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di recinzioni elettrificate o

metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie*

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 203: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Colombaccio (Colomba palumbus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Analisi cinegetiche Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Allevamento a fini di detenzione

In cattività Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In campo aperto Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e

controllo numerico Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annualmente

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 204: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni agli allevamenti ittici Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo in deroga Aree in cui si esercita il

prelievo Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento presso allevamenti ittici Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro anno 2011

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo in deroga Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia,

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo in deroga e controllo numerico

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annualmente

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche indicate nel testo)

Page 205: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Cornacchia grigia (Corvus corone cornix)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie presso le

discariche provinciali Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro l’anno 2011

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti

recuperati o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Non Consentite Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti

con prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine

artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard

tramite supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 206: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Corvo imperiale (corvus corax)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio delle specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica

Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito

7. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

8. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

9. Prevenzione

Allontanamento Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 10. Liquidazione dei danni

Alta Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

12. Misure di salvaguardia Alta Tutela siti nidificazione Siti di nidificazione Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 207: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Daino (Dama dama)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Entro l’anno 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Tutte le aree in cui si esercita

la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage Point Survey Areale di distribuzione della

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Aree ad alto rischio

incolumità ed incidenti stradali

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia , Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Prelievo selettivo Areale di distribuzione della

specie Nel rispetto dei

calendari venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Allevamento o detenzione di animali

Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Area ad alto rischio

incolumità ed incidenti stradali

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Controllo numerico Area ad alto rischio incidenti,

sanitario o alte densità Tutto l’anno Provincia,

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Alta Allontanamento Non previsto

Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a controllo

numerico Tutto l’anno Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno Provincia,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo controllo e raccolti Aree campione nell’areale di

distribuzione Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di recinzioni elettrificate o

metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

11. Prevenzione

Attrattori (saline) non consentiti

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi

fissi naturali, gestione forestale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti

Faunistici

Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni

convenzionate

*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 208: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Fagiano (Phasianus colchicus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Osservazioni cinegetiche Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture

Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi inclusi in urbanizzato con densità

superiore agli obiettivi (all’interno dello stesso istituto)

Invernali Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Invernali

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da allevamento Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Primaverili-estivi

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo con regolamentazione speciale (caccia

programmata) Aree sperimentali

Programmazione su base pluriennale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio e traslocazione

Stagione venatoria e invernale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti di origine

locale o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di ripopolamento

In campo aperto solo con soggetti naturalmente in loco, recuperati di origine locale o acquistati

Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Catture

Traslocazione da aree di produzione con densità

superiore agli obiettivi o danni conclamati

Invernali Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi

Invernali con riduzione progressiva del 4%/anno

dell’area ripopolata

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto

Alta Allontanamento Aree di produzione con densità superiore agli obiettivi o danni

conclamati

Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree di Produzione oggetto di

cattura Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati,

traslocati, catturati e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie*

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 209: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Gazza (Pica pica)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie presso le discariche

provinciali Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Vantage Point Survey Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro l’anno 2012

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori Aree soggette a controllo

numerico in essere Tutto l’anno Provincia,

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo

numerico in essere Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti

Faunistici

Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni

convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 210: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Germano (Anas platyrhynchos)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia, ,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Point Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti svernanti Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Analisi cinegetiche Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste Ripopolamenti da traslocazioni Non previste

Ripopolamenti da allevamento Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi

Primaverili con prelievo venatorio posticipato ad

ottobre

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria e

invernale Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati geneticamente certificati

Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di

ripopolamento

In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati geneticamente certificati

Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Catture Non previste Ripopolamenti Non previsti Controllo numerico Non previsto

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Non previste

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati e

raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Alta Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie

Tutto l’anno Provincia,,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti

Faunistici

Provincia, , AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni

convenzionate

Page 211: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Ghiandaia (Garrulus Glandarius)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di attività/applicazione Crono Programma Responsabilità

Azioni/interventi Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della specie Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della specie Entro anno 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie presso le

discariche provinciali Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la gestione

venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il controllo

numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage Point Survey Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo Areale di distribuzione della specie

cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a prelievo

venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti

recuperati o acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori Aree soggette a controllo numerico

in essere Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo numerico Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti

con prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine

artificiale Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard

tramite supporti informatici

Areale di distribuzione della specie Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento

per operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 212: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Istrice (Hystrix cristata)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento su tracce Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento eventi riproduttivi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi catturati e

raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

7. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate

o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Catture per traslocazione Areale di presenza con rischio idraulico e danni conclamati

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti

8. Prevenzione/ Mitigazione del conflitto con l’agricoltura

Allontanamento Non consentito

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 9. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

10. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 11. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

12. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 213: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Lepre (Lepus europaeus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di attività/applicazione Crono Programma Responsabilità

Azioni/interventi Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della specie Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della specie Entro anno 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della specie Entro 2 anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la gestione

venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Avvistamenti cinegetici Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimenti con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Pellet Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi

inclusi in urbanizzato con densità superiore agli obiettivi (all’interno dello stesso istituto)

Invernali Provincia

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Invernali

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti con animali da

allevamento o provenienti dall’ estero Non consentiti

Prelievo Areale di distribuzione della specie

cacciabile Nel rispetto dei

calendari venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo con regolamentazione speciale

(caccia programmata) Aree sperimentali

Annuale con programmazione su

base pluriennale

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a prelievo

venatorio e traslocazione Stagione venatoria e

invernale Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti

acquistati con certificazione genetica Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di ripopolamento

In campo aperto solo con soggetti

naturalmente in loco, o di origine locale Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Catture Traslocazione da aree di produzione con densità superiore agli obiettivi o

danni conclamati Invernali

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Invernali

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto

Allontanamento Aree di produzione con densità superiore agli obiettivi o danni

conclamati

Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

traslocazione Invernale

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti

con prelievo, traslocati e raccolti A campione su tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti

stradali o altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti e dissuasori Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Istallazione di protezioni, recinzioni

elettrificate o metalliche Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie* Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard

tramite supporti informatici

Areale di distribuzione della specie Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento

per operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 214: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Lupo (Canis lupus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Periodo

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione spaziale

Alta Attività di ricerca/ricerca (scheda 1; scheda 5)) Areale di distribuzione della

specie 2008-2011 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Quantificazione del numero, composizione e grado di aggregazione dei branchi locali

Alta Monitoraggio della presenza del Lupo

(scheda 1) Settore montano e collinare 2008-2011

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Monitoraggio degli eventi di predazione e dei

danni (scheda 12) Settore montano e collinare 2008-2011

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Interventi di prevenzione: installazione di

recinti fissi ed elettrificati a protezione delle greggi

Settore montano e collinare 2008-2011 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

3. Mitigazione del conflitto con la zootecnia

Alta Incontri con Stakeholders, diffusione delle

conoscenze e delle informazioni acquisiti nel corso degli studi(scheda 15)

Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Snow-traching (scheda 5) Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Genetica molecolare non invasiva (scheda 5) Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Wolf-howling (scheda 5) Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Monitoraggio della presenza del Lupo

Alta Radio-traching (scheda 5) Areale di distribuzione della

specie

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno (scheda 12)

Areale di distribuzione della specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale,

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Liquidazione dei danni

Alta Liquidazione del danno (scheda 12) Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Formazione personale Alta Corsi di formazione ed aggiornamento Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Parco Nazionale, Provincia, Parco Nazionale

Page 215: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Moretta tabaccata (Aythya nyroca)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012 Provincia

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio delle specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento svernanti Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro anno 2012

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Raccolta reperti biologici di capi raccolti Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

6. Controllo sanitario

Collezione di misure biometriche su capi

raccolti Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

7. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

8. Prevenzione

Allontanamento Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 9. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areali di distribuzione delle specie

Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 10. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areali di distribuzione delle specie

Annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

11. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti

Faunistici

Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni

convenzionate

Page 216: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Muflone (Ovis musimon)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale areale di distribuzione

Alta Attività di ricerca Tutto il territorio Provinciale Entro due anni Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutto il territorio Provinciale Entro l’anno 2012 Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Tutte le aree in cui si esercita

la gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage Point Survey Areale di distribuzione della

specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Pellet Count Group Aree campione nell’areale di

distribuzione Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Aree ad alto rischio

incolumità ed incidenti stradali

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo selettivo Areale di distribuzione della

specie Nel rispetto dei

calendari venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Recupero capi feriti o deceduti da prelievo Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della

specie Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Allevamento o detenzione di animali

Solo nel caso di soggetti sequestrati, recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Area ad alto rischio

incolumità ed incidenti stradali

Occasionale Soprattutto in inverno

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Controllo numerico Area ad alto rischio incidenti,

sanitario o alte densità Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Allontanamento Non previsto

Recupero capi feriti o deceduti da controllo Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Areale di distribuzione della specie soggetto a Piano di

controllo Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo controllo e raccolti Aree campione nell’areale di

distribuzione Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o altra

causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di recinzioni elettrificate o metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno esclusa Stagione venatoria

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

11. Prevenzione

Attrattori (saline) non consentiti

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi

fissi naturali, gestione forestale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari definiti

dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annualmente

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 217: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Mustelidi (Musteldae)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Determinazione delle attuali distribuzioni spaziali

Attività di monitoraggio/ricerca Areali di distribuzione delle

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Stima della consistenza numerica

Alta Attività di monitoraggio/ricerca Areali di distribuzione delle

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento su traccia Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 3. Stima della consistenza numerica

Censimento con faro Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Valutazione del trend demografico

Alta Pellet counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

6. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

7. Prevenzione/mitigazione danni

Allontanamento Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 8. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 10. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areali di distribuzione delle specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

11. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 218: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Nutria (Myocastor coypus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento su tracce Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Avvistamenti e risultati abbattimenti Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie 2008-2012

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture (traslocazione) Non consentite Ripopolamenti Non consentiti Prelievo Non consentito

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Non consentite

In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture per traslocazione Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Alta Controllo numerico (eradicazione)

Areale di presenza con particolare intensità nelle aree

a densità elevate, rischio idraulico e danni conclamati

Tutto l’anno Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Non consentito

Attrattori Aree soggette a controllo

numerico in essere Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno Provincia

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, ,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate

o metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Non consentito

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, ,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, ,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, ,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti

Faunistici

Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni

convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr.cartografie tematiche nel testo)

Page 219: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Passeri (Passeridae)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione delle attuali distribuzioni

Attività di ricerca Areali di distribuzione delle

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areali di distribuzione delle

specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areali di distribuzione delle

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areali di distribuzione delle

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento dormitoi Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo Areali di distribuzione delle

specie cacciabili Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Non Consentite Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Non consentito Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Non consentite

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areali di distribuzione delle specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areali di distribuzione delle specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 220: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Pernice rossa (Alectoris rufa)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Osservazioni cinegetiche Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture

Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi inclusi in urbanizzato con densità superiore agli obiettivi

(all’interno dello stesso istituto)

Invernali Provincia

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Invernali

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Ripopolamenti da allevamento con

certificazione genetica Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Primaverili-estivi

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo sperimentale con regolamentazione

speciale (caccia programmata) Aree sperimentali

Annuale con programmazione su base

pluriennale

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio e traslocazione

Stagione venatoria e invernale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati con certificazione genetica

Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di

ripopolamento

In campo aperto solo con soggetti naturalmente in loco, recuperati di origine locale o acquistati

con certificazione genetica Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Traslocazione da aree di produzione con densità superiore agli obiettivi

Invernale Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da traslocazioni Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Invernali

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto

Allontanamento Aree di produzione con densità

superiore agli obiettivi Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree di Produzione oggetto di

cattura Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati,

traslocati, catturati e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 221: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Piccione Domestico (Colomba livia)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro anno 2011

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti Prelievo Non consentito

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Non consentite

In cattività Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di

detenzione In campo aperto Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e

controllo numerico Tutto l’anno Provincia

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, , AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 222: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Quaglia (Coturnix coturnix)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Monitoraggio dei danni Non previsti

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica

Analisi cinegetiche Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste Ripopolamenti da traslocazione Non previsti

Ripopolamenti da allevamento Liberazione di esemplari con

certificazione genetica Primaverile estiva

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da allevamento per

addestramento cani Liberazione di esemplari con

certificazione genetica

Nel rispetto dei regolamenti su CAC e

Campi gara

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori non consentiti

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria e

invernale Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti acquistati

geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di ripopolamento

In cattività solo nel caso di soggetti acquistati

geneticamente certificati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non previste Ripopolamenti Non previsti Controllo numerico Non previsto Allontanamento Non previsto

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Non previste

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati e

raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti Non previsto

Istallazione di protezioni Non previsto Diversivi alimentari Non previsto Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Non previsto

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Non previsto 12. Liquidazione dei danni ai

coltivi Liquidazione del danno Non previsto

13. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 223: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Randagismo canino (Canis domesticus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Tutta la Provincia Entro due anni Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Tutta la Provincia Entro l’anno 2012 Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Aree campione su tutta la

Provincia Entro 2 anni

Provincia, AUSL Parco Nazionale, Comitato

provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio delle anagrafi canine Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il Piano

di controllo Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Censimento canino Aree campione su tutta la

Provincia Periodico annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza

numerica

Alta Monitoraggio delle anagrafi canine Aree campione su tutta la

Provincia Periodico annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Transect Aree campione su tutta la

Provincia Periodico annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

6. Allevamento a fini di detenzione

In cattività solo nel caso di soggetti

legalmente detenuti Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati

Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati

Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

7. Piano di controllo

Collezione di misure identificative Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

8. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi catturati e

raccolti, campagna di sterilizzazione A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

9. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali

o altra causa A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni, recinzioni

elettrificate o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

10. Prevenzione

Allontanamento Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate 11. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

12. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine

artificiale Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

13. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard

tramite supporti informatici

Tutta la Provincia Annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

14. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Comitato provinciale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 224: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Randagismo felino (Felix catus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Tutta la Provincia Entro due anni Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Tutta la Provincia Entro l’anno 2012 Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Aree campione su tutta la

Provincia Entro 2 anni

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio delle anagrafi feline Tutta la Provincia Entro 2 anni Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il Piano

di controllo Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia, AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Censimento Aree campione su tutta la

Provincia Periodico annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza

numerica Alta Monitoraggio delle anagrafi feline

Aree campione su tutta la Provincia

Periodico annuale Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Transect Aree campione su tutta la

Provincia Periodico annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti

legalmente detenuti Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito

Catture Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati

Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti Non consentiti Controllo numerico Non consentiti

Allontanamento Aree di produzione o aree peri-urbane con danni conclamati

Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

7. Piano di controllo

Collezione di misure identificative Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

8. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi catturati e

raccolti, campagna di sterilizzazione A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

9. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali

o altra causa A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni, recinzioni

elettrificate o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

10. Prevenzioni

Allontanamento Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

11. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia AUSL

Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

12. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine

artificiale Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

13. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard

tramite supporti informatici

Tutta la Provincia Annuale

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

14. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 225: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Rapaci diurni (Accipitride, Falonidae)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Determinazione delle attuali distribuzioni spaziali

Alta Attività di monitoraggio Areali di distribuzione delle

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 2. Stima della consistenza numerica

Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

3. Valutazione del trend demografico

Point counts/osservazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 5. Accertamento e liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Miglioramenti ambientali Alta Tutela siti nidificazione per le specie più a

rischio Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Formazione e addestramento Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Rapaci notturnii: Strigidae

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Determinazione delle attuali distribuzioni spaziali

Alta Attività di monitoraggio Areali di distribuzione delle

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 2. Stima della consistenza numerica

Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

3. Valutazione del trend demografico

Point counts/osservazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 5. Accertamento e liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Miglioramenti ambientali Alta Tutela siti nidificazione per le specie più a

rischio Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Formazione e addestramento Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 226: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Starna (Perdix perdix)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimenti in battuta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Osservazioni cinegetiche Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture

Traslocazione da Aree di Rispetto e spazi inclusi in urbanizzato con densità superiore agli obiettivi

(all’interno dello stesso istituto)

Invernali Provincia

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti da traslocazione Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi

Invernali con riduzione progressiva del 8%/anno

dell’area ripopolata

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Ripopolamenti da allevamento con

certificazione genetica Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi

Primaverili- estivi con riduzione progressiva del

8%/anno dell’area ripopolata

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Prelievo sperimentale con regolamentazione

speciale (caccia programmata) Aree sperimentali Annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio e traslocazione

Stagione venatoria e invernale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti di origine locale o acquistati con certificazione genetica

Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia Provincia, Privati

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di

ripopolamento

In campo aperto solo con soggetti naturalmente in loco, recuperati di origine locale o acquistati

con certificazione genetica Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Catture Traslocazione da aree di produzione con densità superiore agli obiettivi

Invernali Provincia, Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Ripopolamenti Liberazione in aree con densità

inferiore agli obiettivi Invernali

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Controllo numerico Non previsto

Allontanamento Aree di produzione con densità

superiore agli obiettivi Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree di Produzione oggetto di

cattura Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi prelevati,

traslocati, catturati e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Diversivi alimentari Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Alta Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areale di distribuzione della specie

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 227: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Storno (Sturnus vulgaris)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico/

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo in deroga Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimenti su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro l’anno 2012

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

6. Prelievo

Prelievo in deroga, purché nel rispettato della temporaneità, localizzazione e circostanze

specifiche previsti negli appositi atti e coerentemente al calendario venatorio

Areale di distribuzione della specie cacciabile

Nel rispetto dei calendari venatori

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e

controllo numerico Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale e

siti nidificazione Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Gestori Istituti

Faunistici

Provincia, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni

convenzionate

*prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 228: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Taccola (/orpus monedula)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie presso le discariche

provinciali Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Point count Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento nidi attivi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Anno 2011

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Crowing Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

6. Prelievo Prelievo

Areale di distribuzione della specie cacciabile

Nel rispetto dei calendari venatori

Provincia Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Non Consentite Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno Provincia

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Attrattori Non consentiti

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, AUSL

Provincia, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzioni

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 229: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Tarabuso (Botaurus stellaris)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro due anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012 Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio delle specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo Entro 2 anni Provincia

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Vantage point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica

Censimento siti nidificazione Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Periodico annuale

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione negli areali di

distribuzione delle specie Entro l’anno 2012

Provincia Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

6. Prevenzione

Allontanamento Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areali di distribuzione delle

specie Tutto l’anno

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, , Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Miglioramenti ambientali Semine alimentari, sfalci programmati, elementi fissi naturali, gestione forestale

Areali di distribuzione delle specie

Tutto l’anno Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia Provincia,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 9. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areali di distribuzione delle specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

10. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 230: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Tortora dal collare (Streptopelia decaocto)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Vantage point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Censimento dormitoi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento su transetto Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Point counts Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Consentite solo per richiamo Ripopolamenti Non consentiti

Controllo numerico Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Attrattori Aree con densità superiore agli

obiettivi o danni conclamati Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

7. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a prelievo e

controllo numerico Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Controllo sanitario Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

9. Recupero Recupero capi deceduti per cause varie A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

10. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 11. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

12. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 13. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

14. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

* prevalentemente nelle sotto-unità con maggiore incidenza dei danni (cfr. cartografie tematiche nel testo)

Page 231: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Volpe rossa (Vulpes vulpes)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

2. Qualificazione dello status demografico

Alta Attività di ricerca/monitoraggio Areale di distribuzione della

specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del prelievo Aree in cui si esercita la

gestione venatoria Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate

Avvistamenti cinegetici Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

4. Stima della consistenza numerica

Censimento eventi riproduttivi Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Entro l’anno 2012

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Transect Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Prelievo Areale di distribuzione della

specie cacciabile Nel rispetto dei calendari

venatori Provincia

Gestori Istituti Faunistici,

Provincia, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Aree campione soggette a

prelievo venatorio Stagione venatoria

Provincia, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

In cattività solo nel caso di soggetti sequestrati,

recuperati o acquistati di origine locale Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Alta Controllo numerico

Aree di produzione e aree non soggette a prelievo venatorio

con densità superiore agli obiettivi o danni conclamati

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento

Aree di produzione e aree non soggette a prelievo venatorio

con densità superiore agli obiettivi o danni conclamati

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di dissuasori Tutta la Provincia Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate

o metalliche Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzione

Allontanamento Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno (escluso periodo riproduttivo)

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Redazione di idonee relazioni tecniche secondo

schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendari

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in formato standard tramite

supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Annuale

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate

Page 232: PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2008-2012

Progetto Silvilago (Sylvilagus floridanus)

Obiettivo Priorità Azioni/interventi Area di

attività/applicazione Crono Programma

Responsabilità Azioni/interventi

Realizzatori Azioni/interventi

1. Quantificazione dell’attuale distribuzione

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Entro due anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 2. Qualificazione dello status demografico/genetico della specie

Alta Attività di ricerca Areale di distribuzione della

specie Anno 2011

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio dei danni Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio della specie Areale di distribuzione della

specie Entro 2 anni

Provincia Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Monitoraggio del controllo Aree in cui si esercita il

controllo numerico Entro 2 anni Provincia

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

3. Revisione delle strategie di azione: dei metodi di gestione e delle densità obiettivo differenziate a livello di comprensori faunistico omogenei, unità e sotto-unità di gestione

Incontri con Stakeholders Tutta la Provincia Periodici Provincia

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Censimento con faro Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Associazioni convenzionate 4. Stima della consistenza numerica

Censimento su tracce Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Avvistamenti e risultati abbattimenti Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Anno 2011

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

5. Valutazione del trend demografico

Alta Aree campione nell’areale di

distribuzione della specie Periodico annuale

Provincia Parco Nazionale, Gestori

Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate Catture (traslocazione) Non consentite Ripopolamenti Non consentiti Prelievo Non consentito

6. Prelievo

Collezione di misure biometriche Non consentite

In cattività solo nel caso di soggetti recuperati o

acquistati Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Privati Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 7. Allevamento a fini di detenzione

In campo aperto Non consentito Catture per traslocazione Non consentite Ripopolamenti Non consentiti

Alta Controllo numerico (eradicazione)

Areale di presenza con particolare intensità nelle aree

a densità elevate e danni conclamati

Tutto l’anno Provincia,

Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Allontanamento Non consentito

Attrattori Aree soggette a controllo

numerico in essere Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

8. Piano di controllo

Collezione di misure biometriche Aree soggette a controllo

numerico Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

9. Controllo sanitario Alta Raccolta reperti biologici di capi abbattuti con

prelievo, controllo e raccolti A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno

Provincia, AUSL Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, AUSL Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni convenzionate

10. Recupero Recupero capi deceduti per incidenti stradali o

altra causa A campione su tutta la

Provincia Tutto l’anno Provincia, Parco Nazionale

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Utilizzo di repellenti o dissuasori Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate

Istallazione di protezioni, recinzioni elettrificate

o metalliche Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici, Enti/Associazioni

convenzionate Diversivi alimentari non consentiti Attrattori non consentiti

11. Prevenzioni

Allontanamento Non consentito

Alta Protocollo standardizzato per perizie di

accertamento e quantificazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate 12. Liquidazione dei danni ai coltivi

Liquidazione del danno Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

13. Miglioramenti ambientali Controllo fonti alimentari di origine artificiale Areale di distribuzione della

specie* Tutto l’anno

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Alta Trasmissione in forma standardizzata ed archiviazione dati su supporti informatici

Areale di distribuzione della specie

Redazione di idonee relazioni tecniche

secondo schema definito dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

Trasmissione dati nel rispetto di calendario

definiti dalla Provincia

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

14. Documentazione tecnica

Trasmissione dati in

formato standard tramite supporti informatici

Provincia, Parco Nazionale,

Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici,

Enti/Associazioni convenzionate

15. Formazione e addestramento

Alta Corsi di formazione ed aggiornamento per

operatori del progetto Tutta la Provincia Tutto l’anno

Provincia AUSL Comuni, Parco Nazionale, Gestori Istituti Faunistici

Provincia, Parco Nazionale, AUSL, Comuni, Gestori Istit. Faunistici., Enti/Associazioni convenzionate