Paleografia Latina 1

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Paleografia Latina 1

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ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSEGENOVA

APPUNTI DI LATINOAntonio Musarra

Cattedra: Prof. P. M. De Gioia

INDICE

I. Cenni di Paleografia latina

II. Cenni di grammatica latina

III. Alcuni termini particolari del latino ecclesiastico

IV. Esempi e testi

NB. Gli argomenti riportati di seguito non possono che essere una brevissima introduzione informativa al vasto argomento della Paleografia latina medievale e del latino ecclesiastico. Tuttavia essi rappresentano una prima informazione utile per chi desiderasse approfondire, in un secondo momento, l’argomento (Antonio Musarra)

I. Cenni di Paleografia latina

1. Di che si tratta: la Paleografia latina è la scienza che studia la storia della scrittura latina al fine di permettere l’identificazione cronologia e geografica di un testo e la sua lettura.

2. Un pò di storia: La disciplina paleografica nasce a seguito della revisione critica protestante dei testi sacri nel XVI secolo. Nel corso della polemica successiva si avverte la necessità di rinnovare i criteri della filologia sacra per una migliore esegesi biblica. In Francia nascono nel XVI secolo due scuole: a) quella benedettina della Congregazione di San Mauro (1618), il cui maggiore esponente sarà Jean Mabillon (autore del “De re diplomatica”, 1681, considerato l’atto di nascita della disciplina paleografica e diplomatica); b) quella gesuitica dei Bollandisti il cui iniziatore fu Jean Bolland (1643: pubblicazione degli “Acta Sanctorum”).

3. La Paleografia latina. Alcuni termini fondamentali:

- tratteggio: indica il modo di tracciare le lettere:

- forma: è l’aspetto delle singole lettere. Una lettera può apparire in più forme.- modulo: indica le dimensioni della lettera. Può essere grande, medio, piccolo.- peso: indica lo spessore del segno grafico dovuto alla posizione dello stilo:

- ductus: indica la rapidità del tratto. Può essere posato (scrittura lenta con poche legature e nessuna inclinazione) o corsivo (scrittura veloce, legata e inclinata). - legatura: è il legame tra due lettere.

- nesso: è la fusione tra due lettere.

- maiuscolo: è la scrittura compresa tra due righe parallele. Le lettere hanno tutte la stessa altezza.

- minuscolo: è la scrittura compresa tra quattro linee parallele. Le lettere non hanno tutte la stessa altezza.

4. La Paleografia latina. Le abbreviature. Il principio abbreviativo è coevo alla stessa scrittura. Nasce per risparmiare spazio sulla costosa pergamena e tempo nello scrivere ma anche per assuefazione all’uso (in epoca medievale). Esistono abbreviature per:

- troncamento: della parola è utilizzata solo parte iniziale: es. L. = Libertus; COS. = Consul; Q. D. = Qui Dicitur; S. T. T. L. = Sit tibi terra levis, che nel latino ecclesiastico diventa: R. I. P. = Requiescat in pace;

- contrazione: in latino la parola esprime la sua funzione nella frase mediante la desinenza che il troncamento cancellerebbe. Si ricorre allora alla contrazione, di una parola è espressa soltanto la prima o l’ultima lettera o, in certi casi, anche qualche lettera interna: es. HDE. = herede; DMS = Dominus; SCS = Sanctus; CLRS = Clericus.

Il latino ecclesiastico, il quale per lo più (ma non sempre) coincide con il latino medievale, rielabora i sistemi di abbreviamento del latino classico tra cui le note tironiane (Fig. 1), il più efficiente sistema tachigrafico dell’antichità (ideato, secondo la tradizione da M. Tullio Tirone, liberto di Cicerone); il sistema delle notae iuris (Fig. 2), abbreviazioni di termini tecnici e di parole usuali nei testi giuridici; il sistema dei nomina sacra (Fig. 3), nato dalla traduzione biblica dei Settanta (III - II secolo a. C.).

Fig. 1: le note tironiane

Fig. 2: le notae iuris

Fig. 3: i nomina sacra

Il sistema abbreviativo fu rifondato in epoca carolingia (IX secolo). Sono presenti abbreviature per troncamento, per contrazione e miste. In genere è apposto un segno (un punto o una piccola lineetta) per indicare l’abbreviatura. Di seguito sono riportati alcuni esempi:

- nelle abbreviature per troncamento cade solitamente la sillaba finale: es. ab = abbas; am = amen.

- nelle abbreviature per contrazione si conservano l’inizio e la fine della parola, talvolta anche qualche lettera intermedia: es. ds = deus; oe = omne; apls = apostolus; aia = anima.

- nelle abbreviature miste si adoperano assieme le due precedenti:

ATTENZIONE: Talvolta gli stessi segni grafici (punto o linea, punto e virgola, trattino...) possono assumere un significato. Nelle tavole seguenti è possibile trovare un prontuario per risolvere ogni difficoltà: