Osservatore_2015.10.01

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jornal do Vaticano de 01 de Outubro de 2010 em italiano

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLV n. 223 (4 7. 0 6 1 ) Città del Vaticano giovedì 1 ottobre 2015

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All’udienza generale il Papa ricorda il passaggio emblematico del viaggio

Da Cuba agli Stati Unitiper ricostruire un ponte

«Da Cuba agli Stati Uniti: è statoun passaggio emblematico, un ponteche grazie a Dio si sta ricostruen-do». C’è la constatazione del pro-gressivo miglioramento delle relazio-ni tra i due Paesi nel bagaglio concui Papa Francesco è tornato dal re-cente viaggio in America. Parlando-ne all’udienza generale di mercoledì30 settembre, il Pontefice ha sottoli-neato infatti che «Dio sempre vuolecostruire ponti. Siamo noi che co-struiamo muri». Anche se — ha fatto

Domani il numero di ottobre di «donne chiesa mondo»

Catene spezzate

Donne usate, donne inca-tenate, donne umiliate eabbandonate. È una real-tà scomoda, scandalosa,quella al centro del nu-mero di ottobre di «don-ne chiesa mondo» allega-to al giornale di domani,2 ottobre. Come scriveLucetta Scaraffia nell’edi-toriale, «per secoli, masarebbe più corretto direper millenni, le donne so-no state giudicate dall’usoche facevano, o più spes-so che altri facevano, delloro corpo». Le chiama-vano donne perdute. E larivoluzione sessuale nonha cambiato le cose. Manella Chiesa queste don-ne hanno trovato, soprat-tutto attraverso altre don-ne, una casa dove qualcu-no si prende cura di loroe dei loro figli, offrendola possibilità di un riscat-to. Perché le catene pos-sono essere spezzate.

Secondo fonti di Washington

Primi raid russi in Siria

Residenti della città siriana di Douma dopo un bombardamento (Reuters)

NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha accettato larinuncia al governo pastoraledella Diocesi di Lins (Brasile),presentata da Sua EccellenzaMonsignor Irineu Danelon,S.D.B., in conformità al canone401 § 1 del Codice di DirittoCanonico.

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato

Vescovo di Lins (Brasile) SuaEccellenza Monsignor Franci-sco Carlos da Silva, t r a s f e re n -dolo dalla Diocesi di Ituiu-taba.

Per strappare ai talebani la città settentrionale afghana

La Nato a Kunduz

NEW YORK, 30. Primi raid russi inSiria. Secondo fonti dell’Ammini-strazione statunitense, i caccia diMosca hanno iniziato oggi le ope-razioni per contrastare l’avanzatadello Stato islamico (Is) nei pressidi Homs. Damasco ha reso noto diaver chiesto l’intervento delle forzerusse: «Qualunque incremento nelsostegno militare russo alla Siria èavvenuto, e sta avvenendo come ri-sultato di una richiesta formulatadallo Stato siriano» si legge in unanota. Il Parlamento russo ha appro-vato all’unanimità i raid; il centrodelle operazioni — ha informato ilCremlino — è la capitale irachenaBaghdad. Sempre questa mattina lacoalizione a guida statunitense haeffettuato trenta raid, 26 in Iraq ealtri quattro in Siria.

Sul terreno, intanto, le violenzenon conoscono tregua. Sono alme-no 27 le persone, tra le quali seibambini, uccise oggi in bombarda-menti nella regione di Homs. Adarne notizia è l’Osservatorio na-zionale per i diritti umani in Siria,espressione di una parte dell’opp o-sizione al presidente Al Assad.

Il lancio dei raid russi arriva ameno di 24 ore dalle ultime dichia-razioni del presidente statunitense,Barack Obama, in un summit sulterrorismo alle Nazioni Unite. «So-no ottimista: in Iraq e in Siria l’Is ècircondato da forze che voglionodistruggerlo e abbiamo visto chepuò essere sconfitto sul campo dibattaglia» aveva dichiarato Obama,ieri, lanciando l’ipotesi di una gran-de coalizione per fermare la minac-cia jihadista. Al summit avevanopreso parte i leader di almeno centoPaesi, ma era assente proprio Putin.«La lotta all’Is non è solo una cam-pagna militare, ma una situazionemolto complessa», nella quale unruolo determinante deve averlo so-prattutto la lotta alla propaganda, a

partire da quella on line» avevadetto l’inquilino della Casa Bianca.

Oggi a Mosca si tiene un nuovovertice tra il segretario di Statoamericano, John Kerry, e il ministrodegli Esteri russo, Serghiei Lavrov.Wa s h i n g ton non cambia la proprialinea: rafforzare la coalizione inter-nazionale, aumentare la pressionesul terreno al fine di sconfiggerel’Is e aprire la transizione politicanel Paese, escludendo il presidenteAl Assad, al quale la Casa Biancanon riconosce alcuna legittimità.Washington è pronta a collaborarecon tutti: Russia e Iran compresi,ma pretende un cambio netto alvertice dello Stato siriano. In que-sta azione Obama può contare sulsostegno concreto di due alleatichiave: la Francia di François Hol-lande, che da alcuni giorni ha lan-ciato i suoi primi raid sul territoriosiriano, e la Turchia di Recep Ta-yyip Erdoğan, che ha già messo adisposizione uomini e mezzi.

Il vero avversario, sul piano di-plomatico, è appunto la Russia diPutin che sta lavorando a pieno re-gime per inaugurare a ottobre ilnuovo gruppo di contatto sulla Si-ria. A fronte del sostanziale stalloin Ucraina, gli interessi del Cremli-no si concentrano sulla Siria per ri-lanciare il ruolo internazionale dellaRussia. Per Putin la soluzione allacrisi siriana passa attraverso un ac-cordo tra Teheran e Riad — le duepotenze antagoniste che influenza-no gli equilibri in Medio e Vicinooriente — e i rispettivi leader deifronti sciita e sunnita. La costituzio-ne di un ponte tra i due Paesi è lachiave per sostenere l’azione milita-re in Siria, sconfiggere l’Is e risolve-re l’emergenza umanitaria, salvandoanche il ruolo di Al Assad, che, perMosca, deve restare al suo posto.

Restano aperte due incognite. Laprima è quella europea: l’Unionenon ha ancora espresso una linea

comune. «Vedo un possibile terrenocondiviso per la diplomazia» hadetto ieri l’Alto rappresentante Ueper la politica estera e di sicurezzacomune, Federica Mogherini.

La seconda incognita è costituitadai ribelli siriani, ovvero l’indefinitagalassia di gruppi che combatte leforze di Al Assad e l’Is. Molti diquesti gruppi sono infatti legati adAl Qaeda.

notare, ripetendo quanto detto du-rante il volo da Philadelphia a Ro-ma — «i muri crollano, sempre».

Nella catechesi per i fedeli presen-ti in piazza San Pietro, il Papa ha ri-costruito in ordine cronologico letappe principali del viaggio. Dellaterra cubana ha elogiato la bellezzanaturale e la ricchezza di cultura edi fede. E citando il motto della visi-ta Misionero de la misericordia ha evi-denziato come quest’ultima sia «piùgrande di ogni ferita, di ogni conflit-

to, di ogni ideologia». Perciò per icubani Francesco ha auspicato «nonpiù chiusure, non più sfruttamentodella povertà, ma libertà nella digni-tà». Del resto, ha proseguito, «que-sta è la strada che fa vibrare il cuoredi tanti giovani cubani: non unastrada di evasione e facili guadagni,ma di responsabilità, di servizio alprossimo, di cura della fragilità. Uncammino — ha commentato — chetrae forza dalle radici cristiane diquel popolo, che ha tanto sofferto».

Riguardo alla tappa statunitense,il Papa ha ribadito «che la più gran-de ricchezza di quel Paese e dellasua gente sta nel patrimonio spiri-tuale ed etico». Da qui l’incoraggia-mento «a portare avanti la costruzio-ne sociale nella fedeltà al suo princi-pio fondamentale, che cioè tutti gliuomini sono creati da Dio uguali edotati di inalienabili diritti».

Quindi ha rievocato gli avveni-menti salienti vissuti a Washington,New York e Philadelphia — la cano-nizzazione di Junípero Serra, il di-scorso all’Onu, la preghiera interreli-giosa a Ground Zero e l’ottavo In-contro mondiale delle famiglie — e inumerosi temi affrontati nei vari ap-puntamenti: la libertà e l’accoglien-za, la promozione della pace e la cu-ra del creato, il no alle violenze con-tro le minoranze etniche e religiose econtro le popolazioni civili, la tuteladella famiglia. A tal proposito Fran-cesco ha messo in luce come gli Sta-ti Uniti siano il «Paese che nel seco-lo scorso ha raggiunto il massimosviluppo economico e tecnologicosenza rinnegare le sue radici religio-se». E alla vigilia del Sinodo dei ve-scovi ha detto che «ora queste stesseradici chiedono di ripartire dalla fa-miglia per ripensare e cambiare ilmodello di sviluppo, per il benedell’intera famiglia umana».

PAGINA 8

KABUL, 30. Forze speciali della Natohanno raggiunto Kunduz per soste-nere le truppe afghane nella ricon-quista della strategica città del nord,caduta lunedì scorso in mano ai tale-bani.

Tre i raid delle forze speciali dellacoalizione: uno alla periferia diKunduz e due nei pressi dell’a e ro -porto. Secondo i servizi afghani, i ri-belli uccisi sono almeno diciassette.

«Vi è un numero limitato di forzedella coalizione nell’area di Kunduz,impegnate ad assistere e fornire con-sigli, nell’ambito della missione Re-solute Support», ha detto il colon-nello Brian Tribus, portavoce delleforze statunitensi in Afghanistan.

Il Governo afghano ha ammassatoingenti forze militari alle porte dellacittà e ha cominciato ieri un contrat-tacco che si presenta però né sempli-ce né rapido per la presenza sul ter-reno di tantissimi civili. Lo ha chia-rito lo stesso presidente afghano,Ashraf Ghani, quando, in una confe-renza stampa a Kabul, ha reso notoche i militari «stanno avanzandoverso le aree tenute dai talebani» echiesto allo stesso tempo «alle forzedi sicurezza di considerare i civili co-me loro priorità».

Kunduz, crocevia di traffici ecommerci, è il quinto centro più im-portante dell’Afghanistan, con circa300.000 abitanti. E una controffensi-va basata solo sulla forza, avvertonogli esperti, potrebbe essere catastro-fica in termini di vittime civili.

Ghani avrebbe dovuto celebrareieri il primo anniversario del suo in-sediamento, ma per la crisi a Kun-duz ogni cerimonia è stata annulla-ta. Anche il premier Abdullah Ab-dullah ha cancellato i suoi impegni aNew York — dove partecipava all’As-semblea generale delle Nazioni Uni-te — ed è rientrato in patria.

E ieri sera un folto gruppo di tale-bani ha attaccato l’aeroporto diKunduz, ma è stato respinto dalleforze di sicurezza afghane. Lo riferi-sce oggi Tolo Tv. Faiz MohammadAmiri, vicepresidente del Consiglioprovinciale che si trova con i militariafghani nello scalo, ha rivolto un ap-pello al Governo affinché sia lancia-ta il più presto possibile una con-troffensiva». Amiri ha precisato che«gli scontri sono durati alcune ore»e che «gli insorti si sono ritirati vistala risposta dei militari afghani» eavendo subito «pesanti perdite».

Il responsabile ha poi aggiunto diaver ricevuto il rinforzo di una unitàdi élite. «Ma stiamo ancora aspet-tando l’arrivo di un contingente mi-litare di terra» ha aggiunto.

Secondo la Bbc, circa 5000 milita-ri sono stati schierati questa mattinapresso lo scalo aeroportuale in segui-to a combattimenti iniziati nella not-te. Molti dei rinforzi attesi nella cit-tà, tuttavia, sono ancora fermi nellaprovincia di Baghlan, dove i talebanihanno bloccato le strade principali.Nella notte, le forze afghane sono

comunque riuscite a riprendere ilcontrollo del quartier generale dellapolizia a Kunduz.

Il Pentagono ha assicurato ieril’appoggio statunitense a Kabul perriprendere Kunduz. Il portavoce deldipartimento alla Difesa, PeterCook, ha dichiarato che Washingtonmetterà a disposizione mezzi suffi-cienti per garantire il mantenimentodel controllo del territorio da partedelle forze afghane, che stanno attra-versando «momenti difficili». L’avia-zione sta partecipando alla controf-fensiva dell’esercito afghano per ri-prendere Kunduz, ha aggiuntoCook, sottolineando che i caccia sisono comunque astenuti da attacchiche avrebbero potuto mettere a ri-schio la popolazione civile.

La comunicazione perduta

Senza guardarel’o ro l o g i o

ANTONELLA LUMINI A PA G I N A 5

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 giovedì 1 ottobre 2015

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Migranti fatti sgomberare dopo un blitz delle forze dell’o rd i n e

Tensione a Ventimiglia

L’Avana insiste per la revoca definitiva dell’e m b a rg o

Da Stati Uniti e Cubaaltri passi in avanti

Migrante sugli scogli di Ventimigliaal confine tra Italia e Francia (Ansa)

Intervento della Santa Sede

Per un mondolib ero

dalle armi atomiche

Dopo lo scandalo dei test truccati sui gas di scarico

Volkswagen richiamaundici milioni di auto

Proclamato lo stato di emergenza

Disordini in Perú

LIMA, 30. Alta tensione in Perú: il Governo ha pro-clamato lo stato di emergenza in cinque province nelsud est del Paese dopo i violenti scontri in cui alme-no tre persone sono state uccise e altre diciassette fe-rite. I disordini sono esplosi ieri tra polizia e conta-dini che protestavano per bloccare il progetto di unaminiera di rame di proprietà cinese da 7,4 miliardi didollari. La polizia — stando a fonti della stampa lo-cale — avrebbe aperto il fuoco sui manifestanti en-trati in un’area della miniera di Las Bambas, nellaregione peruviana di Apurimac. Tre dei feriti sono incondizioni critiche, rendono noto fonti ospedaliere.Lo stato di emergenza — valido per trenta giorni, eproclamato per tre province del dipartimento diApurimac e due di quello di Cuzco — comporta lasospensione delle garanzie costituzionali e l’invio dipersonale militare per rafforzare il controllo della si-curezza da parte della polizia. In particolare, i con-tadini contestano una modifica fatta allo studiosull’impatto ambientale del progetto.

Intesa a Minsksul disarmo

nel sud-est ucraino

MINSK, 30. Un’intesa per il ritirodelle armi dal calibro inferiore ai100 millimetri a 15 chilometridalla linea del fronte è stata si-glata ieri sera a Minsk dai rap-presentanti del cosiddetto Grup-po di contatto (Mosca, Kiev, ri-belli separatisti e rappresentantidell’Organizzazione per la sicu-rezza e la cooperazione in Euro-pa) sul conflitto nel sud-estucraino. Lo ha reso noto il me-diatore dei ribelli citato da Inter-fax. L’accordo arriva pochi gior-ni prima del vertice del cosiddet-to formato Normandia (Russia,Ucraina, Francia e Germania)previsto a Parigi venerdì 2 otto-bre. Secondo l’ex presidenteucraino, Leonid Kuchma, cherappresenta il Governo di Kievnel Gruppo di contatto, i leaderseparatisti hanno promesso difirmare il documento per il ritirodelle armi entro domani, giovedìI° ottobre.

ROMA, 30. Mentre la polizia franceseha deciso di chiudere il confine, aVentimiglia sono intervenute oggi inun blitz le forze dell’ordine italianeper far sgomberare il campo di pro-fughi e migranti. Per evitare losgombero e l’arresto, almeno centopersone sono fuggite dal campo e sisono rifugiate sugli scogli, portandotutto con loro, come a giugno all’ini-zio della protesta.

Le forze dell’ordine sono entratenell’accampamento con un’o rd i n a n -za di sgombero. «Come chiedevamoda tempo, troppi i disagi che causa-va» ha commentato il sindaco diVentimiglia, Enrico Ioculano. Ungruppo di attivisti ha indetto unamanifestazione per mezzogiorno nelcentro della città; in arrivo giovanida varie parti d’Italia, confermata lapresenza di associazioni solidali. In-tanto, il vescovo di Ventimiglia -San Remo, Antonio Suetta, sta ten-tando una mediazione tra migranti eforze dell’o rd i n e .

«Con lo sgombero dei migrantiabbiamo affermato un principio dilegalità: tu non puoi stare nel nostroPaese e fare quello che ti pare, ri-spetti le nostre regole e se non le ri-spetti ti sgombriamo, perché questofa un Paese democratico, civile e chefa rispettare le regole» ha dichiaratoil ministro dell’Interno italiano, An-gelino Alfano. «Il 16 settembre l’Ita-lia ha inviato alla Commissione eu-ropea una precisa Road Map conl’indicazione delle misure attuativenei settori dell’asilo, della prima ac-coglienza e del rimpatrio per raffor-zare la qualità, la capacità e l’effi-cienza del sistema» ha spiegato il ti-tolare del Viminale. Nella Road

Pubblichiamo una traduzione dell’in-tervento dell’arcivescovo Paul RichardGallagher, segretario per i Rapporticon gli Stati, alla nona Conferenzasulla facilitazione dell’entrata in vigo-re del Trattato di completa messa albando degli esperimenti atomici, tenu-tasi a New York il 29 settembre2015.

Presidente, segretario esecutivo, si-gnore e signori, sono lieto di por-tarvi il saluto di Papa Francesco,che, in occasione della III Confe-renza sull’impatto umanitario dellearmi atomiche, affermò che: «Oc-corre un’etica globale se vogliamoridurre la minaccia nucleare edoperare per un disarmo nucleare.Ora più che mai, l’interdip endenzatecnologica, sociale e politica esigeurgentemente un’etica di solidarietà(cfr. Giovanni Paolo II, Sollicitudorei socialis, 38), che incoraggi i po-poli ad operare insieme per unmondo più sicuro ed un futuro chesia radicato sempre più nei valorimorali e sulla responsabilità in unadimensione globale» (Papa France-sco, Messaggio in occasione dellaConferenza sull’impatto umanitariodelle armi nucleari, 7 dicembre2014).

Il Trattato per la completa messaal bando degli esperimenti atomici(Ctbt) può giocare un significativoruolo nel rafforzare questa “eticaglobale”. Il Trattato Ctbt richiedenon solo che ogni Stato parte siimpegni a non effettuare, ad aste-nersi dal provocare, incoraggiare, opartecipare in qualsiasi altra manie-ra nell’effettuare qualsiasi esperi-

mento che comporti test con arminucleari o qualsivoglia altre esplo-sioni nucleari, e a proibire e preve-nire tali esplosioni nucleari comestabilito nell’Articolo 1. Il Trattatorichiede anche la collaborazione ditutti gli Stati parti nell’implementa-zione di un Sistema di verifica delCtbt stesso, che rappresenta un ef-ficace deterrente verso qualsiasi ti-po di sviluppo delle armi nucleari,così come un importante strumentodi “allerta precoce” in ambiti civilie scientifici, idoneo a favorire unamigliore risposta alle catastrofi na-turali.

Alla base di questa “etica globa-le”, deve porsi una consapevolezzae determinazione che, al fine di ri-spondere adeguatamente alle sfidedel ventunesimo secolo, sia in gra-do di sostituire alla logica dellapaura e della sfiducia, l’etica dellaresponsabilità, e in tal modo favo-rire un clima di fiducia che valoriz-zi il dialogo multilaterale medianteuna consistente e responsabile coo-perazione tra tutti i membri dellacomunità internazionale.

Questa responsabilità divienesempre più necessaria nel momentoin cui, come il Santo Padre ha sot-tolineato nell’Enciclica Laudato si’,menzionando tra le altre cose latecnologia nucleare: «Mai l’umani-tà ha avuto tanto potere su sé stes-sa e niente garantisce che lo utiliz-zerà bene, soprattutto se si consi-dera il modo in cui se ne sta ser-vendo» (n. 104). Il lancio dellebombe atomiche su Hiroshima eNagasaki, il cui settantesimo anni-versario ricordiamo quest’anno, «èdiventato il simbolo dello smisura-to potere distruttivo dell’uomoquando fa un uso distorto deiprogressi della scienza e della tec-nica, e costituisce un monito pe-renne all’umanità, affinché ripudiper sempre la guerra e bandisca learmi nucleari e ogni arma di di-struzione di massa» (Angelus, 9agosto 2015).

È nostro dovere verso l’umanitànel suo insieme, e specialmenteverso i poveri e le future generazio-ni, usare del potere senza prece-denti di cui la scienza e la tecnolo-gia dispone al servizio del bene co-mune e per promuovere una genui-na cultura della pace.

Signor Presidente, quando laSanta Sede ratificò il trattato Ctbt,il 18 luglio 2001, essa ha conferma-to la sua visione tradizionale in ba-se alla quale il bando degli esperi-menti e di un ulteriore sviluppodelle armi nucleari, il disarmo e lanon proliferazione «sono stretta-mente connessi e devono essereraggiunti il più rapidamente possi-bile mediante un efficace controllointernazionale». Oggi, nell’e l o g i a requegli Stati che hanno deciso diratificare il Trattato, la mia Delega-zione desidera rinnovare il suo ap-pello ai rimanenti Stati, la cui rati-fica è necessaria per l’entrata in vi-gore del Trattato, dimostrando intal maniera una l e a d e rs h i p coraggio-sa e un alto senso della responsabi-lità politica al servizio, una volta dipiù, del bene comune e della pro-mozione di una genuina cultura dipace.

Questo è inoltre uno dei modimigliori per rafforzare la promozio-ne di due fattori interdipendenti: ildisarmo atomico e la non prolifera-zione atomica, così come per raf-forzare la lotta contro il terrorismonucleare. L’entrata in vigore delTrattato sulla completa messa albando degli esperimenti atomiciopererà come una pietra miliarenella fondazione di una strutturaglobale per promuovere un mondolibero dalle armi atomiche e pergarantire una sicurezza frutto dicooperazione e basata su un’eticadi responsabilità. La Santa Sedeoffre il suo completo appoggio mo-rale all’atto solenne della ratificacome un aspetto indispensabiledella concreta realizzazione di unacultura della vita, della pace e dellaprosperità che può assicurare unmigliore domani.

Grazie, signor Presidente.

Map «sono individuati anche glihotspot, dove personale dei compe-tenti servizi nazionali con il suppor-to di rappresentanti delle agenzieeuropee e delle organizzazioni inter-nazionali, procederà allo screeningsanitario in primo luogo, deimigranti, alla loro identificazione,fotosegnalamento, registrazionedell’eventuale volontà di chiedereasilo e al trasferimento nei Cie (Cen-tri di identificazione ed espulsione,ndr) di chi sarà rimpatriato».

Intanto, sul piano politico, il Go-verno tedesco si appresta a inasprirele norme sul diritto d’asilo con unpacchetto di leggi che entrerà in vi-

gore già dal primo novembre, dopol’approvazione del Parlamento previ-sta per la metà ottobre. Tra le misu-re, secondo quanto anticipato daimedia tedeschi, ci sono regole piùsevere per le espulsioni, accelerazio-ne delle procedure d’esame delle ri-chieste di asilo, classificazione di Al-bania, Kosovo e Montenegro comepaesi di origine “sicuri” e quindi me-ta di rimpatri. Sul versante delle pre-stazioni sociali, nei centri di primaaccoglienza il contributo giornalieroin denaro ai profughi verrà sostituitocon la fornitura di beni materiali.Saranno facilitate le espulsioni attra-verso un meccanismo che dovrebbe

scoraggiare il rifiuto di lasciare ilPaese: chi farà passare la data limiteper la partenza andrà incontro a unariduzione delle prestazioni fino atermini di pura sussistenza. Non sa-rà comunicata una nuova data dipartenza e l’espulsione avverrà inmaniera coatta. Per chi invece rimar-rà in Germania perché riconosciutocome profugo, sarà più veloce lastrada dell’integrazione: già dopo tremesi sarà possibile ottenere contrattidi lavoro temporaneo e accesso acorsi di lingua gratuiti. Per il 2015 ilGoverno intende raddoppiare a duemiliardi di euro il contributo alle re-gioni per gestire l’e m e rg e n z a .

BE R L I N O, 30. Dopo lo scandalo del-le emissioni dei gas di scarico truc-cate e il tracollo in Borsa, laVolkswagen ha annunciato ieri unmaxipiano di richiami per circa un-dici milioni di vetture coinvolte nelcosiddetto Dieselgate. E Berlino siè detta pronta a intervenire perscongiurare un disastro economicoper i 600.000 lavoratori del gruppoautomobilistico.

«Abbiamo davanti una stradadifficile e un lavoro molto duro dafare», ha detto l’amministratore de-legato Matthias Müller, fresco dinomina dopo la defenestrazione di

Martin Winterkorn, a un migliaiodi top manager riuniti nel quartiergenerale di Wolfsburg. Il pianod’azione — precisa una nota dellasocietà — partirà entro la fine di ot-tobre con un’informativa ai posses-sori dei veicoli coinvolti, che saran-no poi aggiornati con un sito webdei vari marchi.

Della sola Volkswagen sarannocoinvolte almeno cinque milioni diautovetture, fra cui la Golf di sestagenerazione, la Passat di settima ge-nerazione e la Tiguan di prima ge-nerazione. E poi ci sono le Audi(2,1 milioni), le Skoda (1,2 milioni)e le Seat, che ha annunciato700.000 veicoli coinvolti, oltre aiveicoli commerciali. Con modificheda fare al software che potrebberorichiedere poco tempo, ma in alcu-ni casi anche agli iniettori, questeultime più costose: gli analisti sti-mano un impatto complessivo inoltre 6,5 miliardi di dollari.

Non riceveranno il richiamo lenuove auto Euro6, mentre per quel-le con il motore Tdi (alimentate adiesel con iniezione diretta e unturbocompressore) e omologazioneinferiore prosegue il blocco allevendite. In Spagna oltre 3300 vei-coli sono già stati ritirati perchédotati del software incriminato concui il gruppo Volkswagen ha am-messo di avere barato ai test sulleemissioni.

Intanto, si muovono anche i Go-verni di Portogallo, Svezia e Giap-pone, con la Bmw che è finita sottoesame da parte dell’Autorità per lasicurezza stradale negli Stati Unitiper i ritardi nel risolvere i problemidelle Mini che non hanno superatoi crash test.

E dopo un crollo alla Borsa diFrancoforte che in quasi due setti-mane è arrivato a sfiorare il 40 percento, le azioni della Volkswagenhanno rallentato oggi la caduta,con un meno 3,54 per cento per leprivilegiate e un meno 2,8 per cen-to per le ordinarie. L’incontro tra Castro e Obama all’Onu (Epa)

NEW YORK, 30. La stretta di mano, ieri all’Onu a mar-gine all’Assemblea generale, tra i presidenti statunitensee cubano, Barack Obama e Raúl Castro, evidenzia pro-gressi nel processo di ritorno alla normalità dei rappor-ti tra i due Paesi. In merito, comunque, il Governodell’Avana insiste affinché venga definitivamente rimos-so l’embargo statunitense in atto da oltre mezzo secolo.

I due hanno avuto un incontro al quale Obama si èfatto accompagnare dal suo segretario di Stato, JohnKerry, dal consigliere per la sicurezza nazionale, SusanRice, e dal consigliere Ben Rhodes. Nella delegazionecubana c’era il ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez,

ed è stato proprio lui a parlare con la stampa a incon-tro concluso. Rodríguez ha detto che certamente l’op-portunità di compiere significativi passi avanti nellanormalizzazione delle relazioni durante l’Amministra-zione Obama è concreta, ma ha sostenuto che il desti-no di questo processo è appunto nelle mani del presi-dente statunitense. Secondo il ministro cubano, le deci-sioni esecutive adottate finora da Obama «hanno unvalore molto limitato». A giudizio dell’Avana, il presi-dente statunitense avrebbe infatti i poteri necessari persollevare l’ostacolo che ancora sussiste, per eliminarequel «blocco che ha provocato danni e difficoltà al po-polo cubano e che influisce sugli interessi dei cittadiniamericani». Come noto, peraltro, molte delle misurecollegate devono passare al vaglio del Congresso.

Subito dopo, una nota della Casa Bianca ha ricorda-to i cambiamenti introdotti negli Stati Uniti che con-sentiranno a un numero maggiore di americani di viag-giare verso Cuba e di fare affari nel Paese caraibico. Lanota sottolinea come su questi affari avranno un impat-to i progressi nei rapporti diplomatici e le riforme incorso a Cuba e ribadisce l’attenzione di Washingtonper il rispetto dei diritti umani a Cuba.

L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 1 ottobre 2015 pagina 3

Non si fermano i disordini nella Repubblica Centroafricana

L’Onu chiede la finedelle violenze a Bangui

In seguito al lancio di un razzo palestinese

Raid israeliani su Gaza

La coalizione a guida saudita nega un bombardamento su una festa nuziale

Ban Ki-moon condannale azioni contro i civili yemeniti

Al via la campagna elettoraleper le legislative in Egitto

La quantità di petrolio estratta non è tale da giustificare le spese

Shell abbandona le trivellazioni nell’Artico

L’esercito ha rioccupato la base dei golpisti

Arresti dopo il colpo di Statoin Burkina Faso

Un militare israeliano bloccaun palestinese presso la moschea di Al Aqsa

a Gerusalemme (Reuters)

La bandiera con il logo della compagnia nella sede centrale all’Aja (Ap)

BANGUI, 30. Il Consiglio di sicu-rezza dell’Onu ha espresso ieri seraprofonda preoccupazione per la re-crudescenza delle violenze interreli-giose nella capitale della Repubbli-ca Centroafricana e ne ha chiestol’immediata cessazione. I quindicimembri del Consiglio hanno con-dannato gli attacchi ai civili e chie-sto che i responsabili siano chiama-ti davanti alla giustizia. L’app ellodelle Nazioni Unite è anche a tuttele milizie perché depongano le ar-mi e mettano fine a ogni atto chedestabilizzi la situazione.

La presidente di transizione del-la Repubblica Centroafricana, Ca-

therine Samba-Panza, ha lasciatolunedì l’Assemblea generaledell’Onu ed è tornata ieri nel suoPaese dove le violenze interreligio-se non si fermano: le persone ucci-se sono almeno 42, oltre cento i fe-riti. Le forze armate internazionali(presenti militarmente nel Paeseper gestire una difficile transizioneverso la democrazia) faticano acontenere le violenze. Intensi scon-tri si sono verificati nella giornatadi ieri nei pressi dell’aerop orto.

E la capitale Bangui è in pienocaos dopo che oltre 500 carceratisono riusciti a fuggire da una pri-gione. La presidente Samba-Panzaha chiesto alla popolazione di nonuscire di casa e alle forze interna-zionali di proteggere i civili e fer-mare sobillatori e violenti che isti-gano allo scontro armato.

Il coordinatore umanitario delleNazioni Unite a Bangui, MarcVandenberghe, ha dichiarato che lanuova fiammata di violenza nel po-verissimo Paese africano «indica unpesante passo indietro». La capita-le è paralizzata dalle barricate eret-te dai manifestanti che chiedono ledimissioni della presidente di tran-sizione dopo le violenze iniziatedurante il fine settimana.

La Repubblica Centroafricana èprecipitata nel caos e nella violenzanel 2013 e da allora è stata dispie-gata una forza di peacekeepingdelle Nazioni Unite. La situazioneè degenerata mentre il Governo ditransizione stava preparando le ele-zioni fissate per il 18 ottobre, cheora appaiono a rischio.

SANA’A, 30. Il segretario generaledell’Onu, Ban Ki-moon, ha con-dannato ieri un doppio raid su unafesta di nozze in Yemen in cui sonorimaste uccise almeno 131 persone.«Ogni attacco intenzionale controcivili è considerato una seria viola-zione della legge umanitaria inter-nazionale», ha detto Ban Ki-moon,citato dalla televisione Al Jazeera.Il segretario generale delle NazioniUnite ha inoltre affermato che «leviolazioni della legge internazionaledevono essere investigate attraversomeccanismi pronti, efficaci, indi-pendenti e imparziali per accertarele responsabilità».

Dal canto suo, la coalizione gui-data dall’Arabia Saudita che appog-gia il legittimo presidente AbdRabbo Mansour Hadi contro i ri-belli sciiti huthi — che dall’annoscorso controllano la capitale Sa-na’a e molte zone del territorio —ha negato qualsiasi coinvolgimentonel bombardamento di un localedov’era in corso una festa nuziale aWahijah, villaggio situato nei pressidel porto di Mokha, sul Mar Ros-so: secondo lo stesso Unhcr, l’altocommissariato delle Nazioni Uniteper i Rifugiati, avrebbero perso lavita almeno 131 civili.

«La coalizione non ha condottoincursioni aeree in quell’area negliultimi tre giorni», ha dichiarato unportavoce alleato, generale Ahmed

Al Assiri. «È tutto completamentefalso». Altre fonti a Riad hannosollecitato l’apertura di un’inchiestaindipendente sulla vicenda. «Graziealle immagini satellitari siamo ingrado di dimostrare che non abbia-mo sorvolato tale zona», hannospiegato le fonti della coalizione.

Ma, intanto, il conflitto nello Ye-men sta causando enormi sofferen-ze alla popolazione. Sono almeno

2355 i civili uccisi, come ha reso no-to ieri l’ufficio dell’alto commissa-riato per i Diritti umani delle Na-zioni Unite, spiegando che solonelle ultime due settimane sonomorti 151 civili. L’ufficio dell’O nuindica come responsabili delle mor-ti civili sia la coalizione a sostegnodel Governo yemenita, sia i milizia-ni huthi e le forze rimaste fedeliall’ex presidente Saleh.

IL CA I R O, 30. I partiti e le listeelettorali in Egitto sono pronti adavviare la campagna elettorale invista delle elezioni politiche che siterranno in più fasi a partire daottobre. Il giornale egiziano «AlAhram», parla della convocazionedei primi comizi elettorali a parti-re dalla giornata di ieri in diversezone dell’Egitto. In particolare lacoalizione Fronte per l’Egitto terràtre comizi nei prossimi giorni adAl Jiza, Al Qalabiun e Al Dahqi-liya per sostenere i propri candi-dati. Si tratta delle prime elezioniparlamentari dell’era del presiden-

te Abdel Fattah Al Sisi. Il comita-to supremo elettorale egiziano haaccettato i documenti di 5420 can-didati e 9 liste che prenderannoparte alle prossime legislative.

Le elezioni parlamentari inEgitto si terranno in due fasi. Laprima fase riguarderà 14 governa-torati e avrà due turni, uno il 18 e19 ottobre e l’altro il 27 e 28 otto-bre. La seconda fase, per i rima-nenti 13 governatorati, inizierà il22 e 23 novembre e si concluderàcon un secondo turno il 1° e 2 di-c e m b re .

WASHINGTON, 30. Il gigante petroli-fero anglo-olandese Royal DutchShell ha annunciato la fine dellecontroverse trivellazioni esplorativein Alaska, spiegando di avere rinve-nuto quantitativi di idrocarburi in-sufficienti a giustificare un investi-mento estrattivo. Si tratta di un ulte-riore caso di abbandono di nuovigiacimenti, seguito al crollo dei prez-zi petroliferi dei mesi passati.

Il pozzo Burger J, scavato 240 chi-lometri circa al largo delle coste diBarrow, città situata all’estremo norddell’Alaska, verrà, quindi, sigillato eabbandonato, ha confermato in unanota la compagnia petrolifera. La de-cisione è arrivata appena due mesidopo che il presidente degli StatiUniti, Barack Obama, aveva appro-vato, tra mille polemiche e protestedegli ecologisti, il via libera alle tri-vellazioni esplorative in Alaska.

Secondo gli esperti, la rinuncia diShell equivale a una vittoria per gliambientalisti, per i quali le perfora-zioni mettevano particolarmente a ri-schio un ecosistema delicato, mentrele condizioni particolarmente difficiliin cui si svolgono le trivellazioniavrebbero moltiplicato il rischio diincidenti. Lo stop alle trivellazioni sifarà però sentire sui conti: Shell ave-va previsto in bilancio un investi-mento del valore di tre miliardi didollari per la sua posizione in Ala-ska, con ulteriori 1,1 miliardi di dolla-ri per futuri impegni contrattuali.Negli ultimi dieci anni, il gruppo an-glo-olandese ha speso circa sette mi-liardi di dollari per acquisire licenzedi esplorazione artiche nei mari diChukchi e Beaufort. I titoli dellaShell hanno immediatamente risenti-to della decisione, perdendo in Borsaoltre l’1,5 per cento.

TEL AV I V, 30. Alta tensione al confi-ne tra la Striscia di Gaza e Israele.Un razzo è stato lanciato ieri seradal territorio palestinese verso Israe-le e intercettato dall’Iron Dome (ilsistema di difesa israeliano) nel cielodi Ashdod. Poche ore dopo, la rap-presaglia: l’aviazione ha colpitoquattro postazioni nella Striscia. Ilportavoce dell’esercito Peter Lernerha detto che «Hamas è responsabiledi ogni attacco che viene dalla Stri-scia». Lerner ha quindi spiegato che

il lancio del razzo — avvenuto du-rante la terza sera della festa ebraicadi Sukkot — ha costretto la popola-zione di Ashdod e delle zone vicine,dove sono risuonate le sirene di al-larme, a recarsi nei rifugi.

Il rischio di un’escalation delleviolenze è alto anche al confine conla Siria. Ieri infatti un razzo prove-niente dal territorio siriano è esplosonel settore israeliano delle alture delGolan, senza provocare vittime nédanni. Per il momento, le autorità

israeliane escludono che si sia tratta-to di un attacco intenzionale e pre-sumono che l’incidente vada ricon-dotto agli intensi combattimenti incorso da giorni sul versante sirianodella linea di demarcazione. La rea-zione, comunque, c’è stata: i militariisraeliani hanno esploso colpi di arti-glieria contro due obiettivi in Siria,riferiscono i media.

«Israele desidera la pace con i pa-lestinesi» ha dichiarato ieri il pre-mier israeliano, Benjamin Neta-

nyahu, che domani parlerà all’As-semblea generale delle NazioniUnite.

Sempre giovedì il leader del Li-kud incontrerà anche il segretario diStato americano, John Kerry. «Sfor-tunatamente i palestinesi continuanoa diffondere bugie sulla politica sulMonte del Tempio» ha detto il pre-mier poco prima di partire per NewYork, riferendosi ai recenti disordiniesplosi nell’area circostante la mo-schea di Al Aqsa a Gerusalemme.«Chiederò che si metta fine a questaistigazione selvaggia. Israele intendemantenere l’attuale status quo»nell’area. «I manifestanti palestinesiche portano armi sul Monte delTempio sono gli unici a danneggiarei luoghi santi e gli unici a violare lostatus quo» ha aggiunto Netanyahu.

Il premier ha poi annunciato chenel suo discorso alle Nazioni Uniteillustrerà la politica di Israele alla lu-ce della situazione in Siria e delleminacce al confine nord del Paese.Così come spiegherà «cosa provanoi cittadini di Israele dopo l’a c c o rd osul nucleare dell’Iran e cosa si aspet-tano dalla comunità internazionale».In effetti — ha detto — «ogni giornoche passa è sempre più chiaro che inun Medio oriente al collasso Israeleè un’isola di progresso e stabilità».

Oggi è invece in programma alleNazioni Unite l’intervento del presi-dente palestinese, Mahmoud Abbas,che avrà anche numerosi incontri bi-laterali con diversi leader.

AN KA R A , 30. Al termine, ieri, di duevaste offensive dell’aviazione, il co-mando generale dell’esercito turcoha confermato l’uccisione di almenoventicinque ribelli separatisti delPartito dei lavoratori del Kurdistan(Pkk). La prima operazione ha avu-to luogo nel nord dell’Iraq, nellaprovincia di Gara, sulle montagnedel Kandil, vera e propria roccafortedei miliziani secessionisti.

La seconda si è invece svolta aÇukurca, nella provincia di Hakkâri,nel sud est della Turchia. Queste ul-time operazioni militari — rilevanogli analisti politici — sono la rispostadell’esercito di Ankara alla ripresadelle ostilità dei ribelli del Pkk, av-venuta lo scorso 24 luglio al terminedi una tregua che andava avanti damarzo del 2013.

Negli ultimi due mesi, il Pkk haucciso centoventicinque tra soldati eagenti delle forze di sicurezza turchee trenta civili, mentre in base alle sti-me fornite dall’esercito di Ankara sa-rebbero più di mille i miliziani mortinei raid dell’aeronautica e dalle ope-razioni dell’e s e rc i t o .

Il Partito dei Lavoratori del Kur-distan — che combatte dal 1984 unasanguinosa lotta armata contro ilGoverno turco per ottenere uno Sta-to indipendente nella regione stori-co-linguistica del Kurdistan, a caval-lo tra Turchia, Iraq, Iran e Siria — èconsiderato organizzazione terroristi-ca dagli Stati Uniti, dall’Unione eu-ropea e dalla Nato. Si calcola chequesto ultratrentennale conflitto ab-bia già provocato più di quarantami-la vittime e danni incalcolabili.

O ffensivet u rc h e

contro i ribellidel Pkk

OUAGAD OUGOU, 30. Resta alta latensione a Ouagadougou, la capi-tale del Burkina Faso, dove oggil’esercito ha comunicato di aver ri-preso il controllo del campo milita-re di Naaba Koom. Qui erano ac-quartierati gli uomini del reggi-mento di sicurezza presidenziale(Rsp), che avevano sostenuto il lo-ro comandante, il generale GilbertDiendéré, nel fallito colpo di Statodel 17 settembre contro le autoritàdi transizione.

Dopo l’arresto, ieri, dell’ex mini-stro degli Esteri, Djibril Bassolé,accusato di aver anch’egli sostenu-to il golpe, in serata erano stati se-gnalati scontri nei pressi del campoNaaba Koom, mentre l’aerop ortodi Ouagadougou veniva chiuso el’esercito si dispiegava nei quartieristrategici della capitale

Poi era giunta la notizia della re-sa dei principali capi dell’Rsp an-cora resistenti, in particolare il co-mandante Korhogo Aziz e un se-

condo ufficiale citato come capita-no Abdoulaye, e delle centinaia diuomini asserragliati nel campo. Po-co prima della fine dei combatti-menti, attraverso la radio localeOmega, lo stesso Diendéré avevachiesto ai suoi uomini di deporre learmi per evitare un bagno di san-gue. Non è chiaro, tuttavia, dove sitrovi ora lo stesso Diendéré, negliscorsi giorni oggetto di sequestrodi beni e conti bancari insieme adaltri esponenti politici ritenuti vici-ni ai golpisti, compreso appuntol’ex ministro Bassolé, o comunquelegati all’ex presidente Blaise Com-paoré costretto l’anno scorso a la-sciare il potere dalle proteste popo-lari. Diendéré ha spiegato di averlasciato il campo poco primadell’attacco e di essere attualmenteal sicuro. «Quando la situazionesarà calma mi metterò a disposizio-ne della giustizia», ha assicuratosempre attraverso radio Omega.

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 giovedì 1 ottobre 2015

Una nuova casa religiosa nel distretto indiano di Kandhamal

In marciaper il futuro

Nel settimo anniversario delle violenzeche provocarono morti e devastazionila popolazione chiede giustiziaCon il sostegno di suor Teresa Xalxodi suor Shanti Tirkey e di suor Sabita Nayak

Le religiose con i bambini dell’o ra t o r i o

«Rebel Without a Cause» il capolavoro di Nicholas Rey a sessant’anni dall’uscita nelle sale

Giovinezza di un classico

Le religiose stanno portandouna ventata di nuova speranzaLa sfida è quella di raggiungereanche i villaggi più defilatiper garantire servizi educativi

di EMILIO RA N Z AT O

Quando capita di rivedere Gioventùbruciata (Rebel Without a Cause,1955), di solito ci si aspetta di trovar-lo terribilmente invecchiato, per certiversi persino ridicolo, quasi una spe-cie di G re a s e meno divertente. E in-vece no. A tutt’oggi, a sessant’annidi distanza dalla sua uscita, rimaneun grande film. Nonostante i limitiche una produzione del genere pote-va avere.

A metà degli anni Cinquanta suHollywood cominciava ad arrivarepiù d’un refolo di crisi. Inseguire igusti del pubblico giovanile poteva

essere una buona scappatoia, cosìcome stava facendo il cinema indi-pendente che imperversava nei drive-in. Con film come Il selvaggio (Th ewild one di László Benedek, 1953) oIl seme della violenza (The blackboardjungle di Richard Brooks, 1955) lemajors tentarono timidamente e unp o’ goffamente di inserirsi nel filonedella cosiddetta juvenile delinquency,sottogenere drammatico che testimo-niava un malessere delle nuove gene-

razioni, un rancore rivolto a padrireduci dall’impresa antinazista maproprio per questo considerati relittidi un altro mondo, e a madri troppoaccondiscendenti verso l’angustoruolo domestico che la societàdell’immediato dopoguerra sembravavoler cucire loro addosso.

Mentre però le produzioni a bassocosto avevano sostanzialmente manolibera nel rappresentare questi con-flitti generazionali, accennando an-

che a temi tabù come quello delledroghe, Hollywood era sotto losguardo di un codice Hays già scric-chiolante ma ancora vigile.

La juvenile delinquency delle produ-zioni di serie A, dunque, rischiava diapparire come qualcosa di piuttostoaddomesticato e sociologicamentepoco credibile. Più che film per ra-gazzi, sembravano prodotti destinatia mostrare agli adulti i pericoli cuiincorrevano i figli adolescenti.

In superficie, anche Gioventù bru-ciata sembra avere gli stessi limiti.La fotografia dai colori accesi, laconsueta cura per la composizionedell’inquadratura, la colonna sonoraovviamente sinfonica poco in lineacol mondo dei t e e n a g e rs , ne smussa-no inevitabilmente l’impatto rispettoagli omologhi espressivamente sel-vaggi della serie B, in cui una foto-grafia viceversa sporca e una resacomplessivamente documentaria so-no quanto mai funzionali a un feno-meno reale e, per l’epoca, attualissi-mo e scottante.

La regia di Nicholas Ray e la bel-lissima sceneggiatura firmata da Ste-wart Stern, tuttavia, sanno bene co-me affondare lo sguardo nei turba-menti giovanili senza velleità scanda-listiche ma anche senza reticenze.

In fin dei conti, non sono molti ifilm di quegli anni in cui degli stu-denti si sfidano con un coltello, unragazzo muore tragicamente per ungioco in auto, i genitori sono messicostantemente sotto accusa e ridico-lizzati, la scuola viene descritta comeun’istituzione lontana dalla realtà esostanzialmente inutile, la polizia co-me un’ottusa forza reazionaria.

Tutto ciò, però, è inserito in unasolida e anche furba struttura narra-tiva e drammaturgica, che alla lungacontrappone la gang dei ragazzi piùscalmanati a protagonisti sempre ri-belli ma in fondo avveduti e razio-nali, sin troppo maturi nelle loroscelte morali, a sottolineare il divariocon il modello più sovversivo dei b-movie. Soprattutto, la componente

una foto di Alan Ladd, cavaliere del-la valle solitaria nell’omonimo filmdi un paio d’anni prima, romanticoarchetipo di quella protezione che ilragazzo non ha ricevuto dalla fami-glia. L’anziano professore di scienzeche al planetario parla con gelido di-stacco agli studenti di un universoindifferente e destinato a finire nelnulla, perfetta sintesi di come i gio-vani potevano vedere gli adulti aquell’epoca, lungi dall’essere un mo-dello propositivo, sottilmente di-spensatori horror vacui.

Il personaggio di James Dean chetornando a casa trova il padre con il

Il film si regge in straordinario equilibriofra valori tradizionalie istanze protocontestatariedisamina sociologica e astrazione tragicaTra vecchio solido cinemae nuove azzardate tematiche

trasgressiva viene controbilanciata davalori edificanti come quelli chespingono i giovani a ricrearsi istinti-vamente una famiglia alternativa. Oa costituirsi in commissariato mentrei genitori vorrebbero coprirli. A con-ferma di come le critiche alla vecchiagenerazione non muovano da un’ag-gressività gratuita — a dispetto deltitolo originale, mutuato da un trat-tato psichiatrico su un soggetto cri-minale — ma da un fondato deside-rio di affetto e giustizia.

Sono molte le scene capaci dicondensare quanto detto in pochiminuti, se non in una singola imma-gine, anche scartando quelle più fa-mose e scontate. Il personaggio diSal Mineo che si pettina osservando

reinterpretata secondo gli schemiidealisti dei figli.

La morte violenta di Dean a ven-tiquattro anni, il 30 settembre 1955,ha conferito al film un indesideratoalone di maledettismo prima ancorache arrivasse nelle sale, alimentato inseguito dalla scomparsa altrettantotragica e prematura degli altri duep ro t a g o n i s t i .

Ma Gioventù bruciata si regge in-vece in straordinario equilibrio fravalori tradizionali e istanze proto-contestatarie, disamina sociologica eastrazione tragica, vecchio, solido ci-nema e nuove, azzardate tematiche.Lontano tanto dai ritratti sguaiatidei drive-in, quanto da quelli inami-dati del resto di Hollywood.

grembiule dellamoglie, emblemadi una confusio-ne di ruoli edell’incapacità diassumersi il pro-prio. La casa di-roccata sulla col-lina dove i ragaz-zi vorrebbero ri-fugiarsi e difen-dersi dal mondo,un’iconografia fi-losofica dei padri

di ELENA RASTELLO

Kandhamal, nell’India orien-tale, è uno dei distretticentrali dello Stato diOrissa. Con un’economiache dipende principalmen-

te dalla coltivazione, è il XXIV d i s t re t t ourbanizzato (con appena il sei virgolaotto per cento della popolazione chevive in zone urbane, a fronte del quat-tordici virgola nove degli abitanti diquesto Stato ormai urbanizzato) ed èanche il meno densamente popolato.

Nell’agosto del 2008 fu testimone diuna violenza senza precedenti. I mortifurono numerosi, soprattutto cristiani.Cinquantaseimila persone rimasero sen-za casa. Quell’agitazione così violentacoinvolse più di seicento villaggi. Al-meno seimila e cinquecento case venne-ro saccheggiate e bruciate, trecentocin-quanta chiese e luoghi di culto vennerorasi al suolo o sventrati. La violenzainoltre spinse a saccheggiare e distrug-gere trentacinque scuole, e numeroseistituzioni filantropiche, tra le quali an-che lebbrosari, sanatori per malati ditubercolosi e dozzine di strutture di or-ganizzazioni no-profit. Moltissimi bam-bini e ragazzi dovettero abbandonaregli studi.

Fu l’assassinio del leader induistaSwami Laxmananda Saraswati, nellanotte del 23 agosto 2008 nel suo

a s h ra m a Kandhamal — si suppone permano dei maoisti — a scatenare disordi-ni e violenze che per diversi mesi ricad-dero pesantemente e ingiustamente so-prattutto sui cristiani.

Nel settimo anniversario delle violen-ze a Kandhamal è stata organizzatauna marcia: vi hanno preso parte mi-gliaia di persone che hanno chiesto alGoverno di assicurare giustizia, pace earmonia per tutti i cittadini, di porre fi-ne alle atrocità contro le minoranze e ledonne e di modificare il sistema che ve-de la divisione tra le persone nel nomedi religione e caste. Le vittime di così

poveri e proclamare il Vangelo, per es-sere dono di san Giovanni Bosconell’anno in cui si è celebrato il bicen-tenario della sua nascita, in linea conl’invito del Capitolo generale XXIII:«Allargate lo sguardo. Con i giovanimissionarie di speranza e di gioia». Co-

partecipazione alle varie attività propo-ste.

Attraverso regolari lezioni di soste-gno e di doposcuola per un buon nu-mero di studenti, le religiose stannocercando di contribuire alla crescitadella Chiesa e della società, conun’azione educativa tesa a rendere chivi prende parte non solo un buon cri-stiano, ma anche un onesto cittadino.Visitando le famiglie e condividendo laparola di Dio, le suore stanno portandouna ventata di nuova speranza efiducia.

A oggi, la risposta della gente delluogo è positiva: le tre religiose ascolta-no la popolazione, con cui si stannocreando legami sempre più duraturi. Illavoro da fare è comunque molto, an-che sul versante strettamente religioso,dal momento che la maggioranza dellagente ha accolto il cristianesimo piutto-sto recentemente. Nelle famiglie è spes-so presente l’appartenenza a religionidiverse e per questo le religiose stannomettendo un impegno particolare nellacatechesi dei parrocchiani.

Le violenze senza precedenti che siverificarono nel 2008 hanno generatouna profonda paura tra la popolazione.Il Governo non è ancora venuto in aiu-to né ha offerto un compenso adegua-to. Le proprietà perse o confiscate conla forza non sono state ancora resti-tuite.

C’è una sfida grande per la comunitàdelle Figlie di Maria Ausiliatrice: quelladi raggiungere la popolazione dei paesie dei villaggi limitrofi offrendo istruzio-ne di qualità, educazione alla fede, assi-stenza sanitaria e promozione umana,igiene, cultura e sano uso del tempo li-bero. La missione educativa può avve-nire soprattutto attraverso l’educazioneai valori, mentre è necessario motivaree sostenere l’interesse dei giovani e de-gli adulti per le questioni di fede. Mo-tivare i giovani all’incontro con il Si-gnore e proporre loro ragioni di spe-ranza è il bisogno pastorale attualmenteprioritario: il lavoro delle tre religiose èdunque diretto a essere davvero missio-narie di speranza e di gioia.

tanta violenza soffrono ancora a causadelle costrizioni e delle perdite socio-economiche, e per i traumi psicologicisubiti.

In questo frangente, le Figlie di Ma-ria Ausiliatrice dell’ispettoria di Calcut-ta sono entrate, con coraggio, nel di-stretto di Kandhamal per raggiungere i

Nella casa, sono andate a vivere treFiglie di Maria Ausiliatrice, suor TeresaXalxo, suor Shanti Tirkey e suor SabitaNayak che, sin dal loro arrivo, si sonosubito inserite nella realtà del luogo.Qui hanno avviato un oratorio per ibambini e le bambine del quartiere, ot-tenendo una buona risposta a livello di

sì, il 16 agosto scorso,mentre il mondo salesianocelebrava il suo fondatore,l’arcivescovo John Barwadi Cuttack-Bhubaneswarha inaugurato la Casa Au-xilium presso la parrocchiadi san Sebastiano a Kur-tumgarh, trecentodiciasset-te chilometri a ovest diBhubaneswar, la capitaledello Stato di Orissa.

L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 1 ottobre 2015 pagina 5

Inaugurata a Loreto la statua della Visitazione

La danzadi un abbraccio

di SI LV I A GUIDI

Q uando si pensa alla Vi-sitazione, il secondomistero gaudioso delRosario, non sonomolte le opere d’arte

celebri che vengono in mente, oltreal capolavoro del primo manierismofiorentino firmato da Pontormo, cu-stodito nella Propositura dei SantiMichele e Francesco a Carmignano,e, forse, alla sua rilettura contempo-ranea filmata da Bill Viola a metàanni Novanta, un accorato still lifeal rallentatore che fa centellinare achi guarda l’incanto dell’incontro. Ilettori più attenti dell’O sservatoreRomano ricorderanno la pitturasintetica e intensa di Isabella Du-crot, che ha illustrato il primo nu-mero del mensile del nostro giorna-le «donne chiesa mondo», nato,non a caso, proprio il 31 maggio2012, nel giorno della Visitazione.Bassorilievi e sculture sono ancorapiù rari.

Dal 26 settembre Loreto celebracon un’opera imponente — le statuesono alte circa due metri e raggiun-gono i tre metri di altezza con ilbasamento — l’incontro tra Maria e

mo dei profeti e il primo dei martiridella fede cristiana, e Gesù, l’Em-manuele, il Dio-con-noi.

La sintesi visiva dell’incontro èstata disegnata e realizzata dall’arti-sta anconetano Floriano Ippoliti: ilgruppo scultoreo è stato posto nel-lo slargo antistante la celebre piazzadel santuario, dove è stato recupe-rato un antico basamento da anniadibito ad area verde. L’opera diIppoliti è formata da tre figurefemminili in bronzo dorato. Nonsolo Maria ed Elisabetta, ma anchesant’Anna. Una presenza di cui nelracconto evangelico non si parla,volutamente inserita dall’artista persottolineare l’importanza della ma-dre della Madonna ed esaltare unamaestà e una bellezza che trascen-dono l’età anagrafica.

Non solo: la presenza di un terzoelemento nella composizione per-mette di imprimere movimento aivolumi, posti in relazione costantetra di loro, riecheggiando la danzadelle innumerevoli raffigurazionidelle tre Grazie nella storia dell’ar-te. Un’immagine fresca e intensa-mente affettiva che accoglierà i turi-sti mordi e fuggi di passaggio a Lo-reto, come anche i pellegrini stan-chi ma felici dopo una notte dimarcia (i 27 chilometri percorsi dal-le migliaia di persone che parteci-pano al pellegrinaggio Macerata-L o re t o ) .

In realtà, spiega lo scultore, ilgruppo della Visitazione vuol essereun’esaltazione “tridimensionale”della Madonna del Ma g n i f i c a t : Eli-sabetta accoglie la cugina salutan-dola come la Benedetta tra le don-ne, con il bambino nel suo gremboche sussulta alla presenza della Ma-dre e del Figlio di Dio. Maria, asua volta, esulta con il bellissimocanto intessuto di riferimenti scrit-turali giunto fino a noi e parte inte-grante della liturgia: ogni giornomilioni di cristiani lo intonano du-rante la recita delle Lodi, ricordan-do implicitamente anche l’Hic Ver-bum caro factum est dell’Annuncia-zione.

L’abbraccio di tre donne investitedalla Grazia divina, dicevamo, ac-coglierà le centinaia di migliaia dipellegrini che ogni anno andrannoa Loreto. Come pellegrina e vian-dante è stata la stessa Madre diDio, che si mise in viaggio spintadal desiderio di condividere con lacugina la fatica e la gioia della gra-vidanza. Maria che visita Elisabetta,spiega monsignor Giovanni Tonuc-ci, arcivescovo prelato di Loreto, ècosciente di portare in sé il Messia,il germoglio di un’umanità nuova.«Il Gruppo scultoreo — ha ripetutoTonucci il giorno dell’inaugurazio-ne — indica anche quel percorso diuscita verso il mondo che PapaFrancesco spesso ci ricorda. Qui aLoreto sarà parte integrante delcammino, fisico e spirituale, cheporta alla Santa Casa».

Tra gli enti che hanno partecipa-to anche economicamente all’inizia-tiva — finanziando solo le spesedella realizzazione, perché Ippolitiha rinunciato ad avere compensiper il disegno e la progettazionedell’opera — vi sono la FondazioneOpere Laiche Lauretane, la Fonda-zione Cassa Risparmio Loreto, laRainbow e il comune bavarese diAltötting, gemellato con la cittàmarchigiana. Uno dei rari casi incui la collaborazione tra pubblico esoggetti privati ha portato a risulta-ti concreti.

Disponibile on line tutto il magistero pontificio sulla comunicazione

Uno sviluppo continuo

René Magritte, «Le double secret» (1927)

Raramente si trova qualcuno dispostoa mettersi veramente in ascoltoAnche fra i religiosi prevalgono spessol’efficientismo e la fretta

di ANTONELLA LUMINI

«C omunicare è uscireda se stessi e imme-desimarsi nella vitainteriore di un altroda noi». Sono parole

di Eugenio Borgna, tratte dal suo ultimolibro, Parlarsi. La comunicazione perduta(Torino, Einaudi, 2015, pagine 100, euro11). Il noto psichiatra, esponente di unapsichiatria volta a rifondarsi come scienzaumana, propone in questo, come in altrisuoi saggi sulla patologia psichica, un ap-proccio che si basa essenzialmente sullaricerca interiore.

Comunicare richiede di entrare in rela-zione con se stessi per imparare a cono-scere i più reconditi misteri dell’animaumana. Richiede di mettersi in gioco perscandagliare la propria realtà profonda.Cosa che Borgna ha praticato fin daquando, a partire dagli anni Sessanta, de-cise di rinunciare alla carriera universitariaper dirigere il reparto psichiatrico femmi-nile dell’ospedale di Novara e dedicarsicompletamente a «esseri umani a cui erastata tolta la dignità di vivere».

Il problema della comunicazione si po-ne quindi come possibilità di gettare unponte fra chi cura e chi è curato. «Comemettersi in comunicazione con chi è mala-to?», «come comunicare con esistenze si-gillate dalla tristezza patologica», con«sguardi che chiedono aiuto e che fiam-meggiano in volti apparentemente aridi eghiacciati, impassibili, nondimeno ar-denti»?

L’oggetto dell’indagine è dunque la co-municazione emozionale che implica unatotale disponibilità allo scavo interioreperché non ci può essere vera conoscenzadelle profondità dell’anima umana se nona partire da se stessi. Non si può entrare

in contatto con chi è lacerato da formegravi di depressione, psicosi, se non cer-cando di raggiungere quella sofferenzaper condividerla.

La cura parte dall’ascolto: «La malattiaè come un grande confessionale», in essasi dicono verità che spesso rimangonomascherate. Ma «quale abisso l’uomo me-desimo», ricorda l’autore citandosant’Agostino, «e come è difficile cono-scere se stessi». La comunicazione «crea-trice di dialogo e di cura» scaturisce soloquando «la ragione calcolante si convertein passione». Passione proviene da p a t i o r,patire. È un sentire intenso, che immettesulla stessa lunghezza d’onda, convibra.

Ed è proprio di questa intensità vibran-te che tratta questo piccolo, ma preziosolibro dal linguaggio poetico, cioè di unacomunicazione fatta di silenzio, di sempli-ci gesti. Il testo fluisce attraverso citazionidi sant’Agostino, san Giovanni della Cro-ce, Kierkegaard, Goethe, Rilke e così via,come se santi, filosofi e poeti fossero i ve-ri depositari di quei frammenti di luce ca-paci di far risplendere l’invisibile, di direquanto resterebbe muto, perché l’esp e-rienza della patologia psichica, così estre-ma e misteriosa, è come indicibile.

Attraverso i versi dei poeti però certevolte «quello che sfugge, che non vuoleessere guardato, appare». Borgna afferma:«nella malattia le parole sembrano posse-dere una qualità mistica». Chi cura deveaccettare di inoltrarsi «nel lago oscuro delmistero». In ultima istanza «il misterodella comunicazione è il mistero della de-cifrazione del dolore» che passa attraversoil silenzio e i segni incisi sul «corpo vi-vente», espressione particolarmente signi-ficativa che rimanda al più arcaico lin-guaggio biblico.

Nella Bibbia corpo, carne, rinvianoall’essere vivente tutto intero. Il «corpo

sciuta perché tenuta ai margini, reietta, inrealtà presente in ogni essere umano. È laterra sconfinata del dolore. E porta lì, conla tenerezza e con la fermezza di chi l’haattraversata e che, conoscendola, non neha più paura. Dunque una grande testi-monianza di umanità.

La grave patologia mentale è come il ri-cettacolo in cui va a finire la parte malatache tutti lasciamo sotterranea e che poitrova in qualcuno, nel più debole, fragile,indifeso, il canale attraverso cui poter tra-cimare. In questo senso la malattia «faparte di un destino comune di chi è cura-to e di chi cura». Diviene mezzo di com-passione. Solo il patire insieme può riusci-re a far veicolare emozioni rimaste come“ghiacciate”. È la caratteristica più esplici-tà della carità, dell’amore cristiano auten-tico.

Seppure da un punto di vista laico, inquesto piccolo libro, si ritrovano tutte lecoordinate di quella che dovrebbe esserela cura animarum, oggi forse un po’ tra-scurata anche in ambito religioso. Rara-

vivente» diviene quindi ilregistro su cui le remotesofferenze dell’anima re-stano incise. Volti irrigiditiin «maschere di angoscia»parlano col silenzio, attra-verso espressioni, sguardi,lacrime. Emanano la forzadel sacro custodito nelledimensioni più arcane einsondabili dell’umanità.Chi cura deve accettare diguardare fino in fondo, dicondividere facendo risuo-nare in se stesso ogniabisso. Allo stesso tempoè proprio il «corpo viven-te» che si fa strumentodella parola che non sipuò dire. In situazioniestreme di dolore, solosguardi, sorrisi, possonodivenire ponti capaci ditoccare l’imp enetrabile.

L’autore non offre unasemplice lettura, conducedentro una terra scono-

mente si trova qualcuno disposto a met-tersi veramente in ascolto. Anche fra i re-ligiosi prevale spesso l’efficientismo, lafretta. In queste pagine c’è un invito co-stante all’attenzione, all’attesa di queltempo propizio in cui sia possibile gettareun ponte con l’anima smarrita, un invitoquindi a rimanere accanto a chi soffre«senza guardare l’o ro l o g i o » .

È sempre più importante far convergereesperienze di grande umanità, come que-sta, che provengono dal mondo laico edesperienze più esplicitamente spirituali,forse a volte un po’ tiepide. Solo attraver-so lo scavo interiore si può pervenireall’essenza dell’anima. Oltre la realtà psi-chica legata alla sfera relazionale, si spa-lanca la realtà profonda, spirituale. Il fon-do dell’anima costituisce la dimensioneessenziale, il punto in cui l’anima è sem-pre in contatto con lo Spirito da cui haorigine e vita. Attraverso il fondo lo Spiri-to risale in ogni realtà di angoscia e didolore. Ma lo Spirito è amore che ha bi-sogno di incarnarsi, di divenire atto diamore. Dove c’è umanità, dove c’è amoreincarnato, vuol dire che lo Spirito opera.

Queste esperienze forti, in cui si mani-festano atti concreti di amore, divengonoquindi vive testimonianze di una autenticaspiritualità che agisce per forza propriaperché lo Spirito penetra dove più trovadisponibilità, apertura di mente e di cuo-re, apertura verso la verità.

All’Antonianum parlanole donne cattoliche

Nel giorno dedicato a Teresa di Lisieux, moltedelle quarantaquattro tra teologhe,missionarie, docenti ed esperte di questionifemminili autrici del volume Catholic WomenSpeak: Bringing Our Gifts to the Table ( Pa u l i s tPress, 2015) saranno a Roma, presso laPontificia Università Antonianum per unagiornata di lavori nel corso della qualepresenteranno il loro lavoro in vista delSinodo. Curatrice del volume — che verràconsegnato a ogni padre sinodale — è TinaBeattie, docente di studi cattolici all’universitàdi Roehampton, a Londra, che ha raccoltodonne provenienti da diversi contesti culturalie parti del mondoper comporre un’antologia di saggiaccomunati dalla certezza che la Chiesa nonpossa affrontare il tema della famiglia senzaascoltare le voci femminili. Dopo i salutiiniziali, tra cui quelli di suor Mary Melone,rettore dell’Antonianum, i lavori sarannosuddivisi in varie sessioni, dedicate adapprofondire i diversi aspetti dellapartecipazione femminile alla vita dellaChiesa. Tra le autrici del volume cheprenderanno la parola il 1° ottobre, ricordiamoLucetta Scaraffia, Mary McAleese, Carolinadel Río e Cristina Lledo Gómez.

La comunicazione perduta

Senza guardarel’o ro l o g i o

«La comunicazione non è solo una delleattività della Chiesa, ma è l’essenza stes-sa della sua vita». Lo ha detto l’a rc i v e -scovo Claudio Maria Celli, presidentedel Pontificio Consiglio delle comunica-zioni sociali (Pccs), presentando il 30settembre presso la Sala stampa dellaSanta Sede il progetto «On line tutto ilMagistero Pontificio sulla comunicazio-ne. Dal Baragli ai nostri giorni». Daglistudi che abbiamo compiuto, ha aggiun-to, emerge «uno sforzo costante da partedella Chiesa per garantire che la buonanotizia del Vangelo sia fatta conoscere aisuoi contemporanei, in modi cultural-mente appropriati e che realizzano pie-namente le potenzialità dei nuovi model-li di comunicazione e delle tecnologie invia di sviluppo».

Da ora su www.chiesaecomunicazio-ne.com sarà dunque disponibile una bi-blioteca digitale dedicata ai documentisulla comunicazione proposti dal Magi-stero Pontificio. Un sito che mette a di-sposizione brani scelti da oltre 1100 do-cumenti in traduzione multilingue, dal I

al XXI secolo; un “n a v i g a t o re ” che guidaa esplorarne le fonti disponibili in rete;una piattaforma per la lettura e per lostudio personale; un ambiente aperto al-la collaborazione. I destinatari sono lepersone interessate al tema, ma soprat-tutto quanti lavorano in centri di studioe di formazione della Chiesa e non di-spongono di una grande biblioteca.

La pubblicazione di questi materialion line, ha sottolineato Celli, «fornirà lerisorse primarie che consentiranno a teo-logi e studiosi di comunicazione di ap-profondire le loro riflessioni su come laChiesa oggi deve svolgere l’impegno dicondividere il suo messaggio con tutte lepersone». Nel suo discorso ai parteci-panti all’assemblea plenaria del Pccs del28 febbraio 2011, «Benedetto XVI ha par-lato della sfida di trovare nuovi linguag-gi per assicurare un’adeguata espressioneal messaggio cristiano nel contesto dellaradicale trasformazione effettuata dallenuove tecnologie nella cultura della co-municazione. In particolare, egli identifi-

ca la necessità di una riflessione e di unimpegno teologico».

Il progetto, promosso dal PontificioConsiglio delle comunicazioni sociali, ècurato da don Franco Lever e da PaoloSparaci, docenti della Facoltà di Scienzedella Comunicazione sociale dell’Univer-sità pontificia salesiana. Don Lever hasottolineato in conferenza stampa chel’iniziativa rimarrà comunque un work inp ro g re s s con almeno tre direzioni di lavo-ro: far crescere l’archivio, costruire unarete di collaboratori e offrire nuovi stru-menti e metodologie attraverso la piatta-forma di pubblicazione Ipernote, chesperimenta e propone nuove tecnologie avantaggio della lettura, dello studio edella condivisione nella comunità dei let-tori. «Questo progetto — ha aggiunto —ha un preciso riferimento: una persona ele sue opere. La persona è il gesuitaEnrico Baragli, vissuto tra il 1908 e il2001, un pioniere nella Chiesa italianadello studio degli strumenti della comu-nicazione sociale».

La caratteristica dell’o p e raè la presenza di Annanon citata nel racconto evangelicoL’artista l’ha voluta per sottolinearel’importanza della nonna di Gesù

sua cugina Elisabetta, due donnecolme di gratitudine per il disegnodi Dio sulla loro vita che le ha rese,in modo misterioso ma concretissi-mo, portatrici di futuro, speranza esalvezza per tutto il genere umano.Entrambe saranno presto madri edaranno alla luce Giovanni, l’ulti-

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 giovedì 1 ottobre 2015

Nella prolusione del presidente ai lavori del Consiglio permanente della Cei

Per un futuroche non ha bisogno di barriere

FIRENZE, 30. «A chi ha fame biso-gna, innanzitutto, dar da mangia-re». È quello delle migrazioni dalMedio oriente uno dei temi centralidella prolusione con cui il cardinaleAngelo Bagnasco ha aperto nel po-meriggio di oggi a Firenze — dovetra poco più di un mese si svolgeràil convegno ecclesiale nazionale — ilavori del Consiglio permanentedella Conferenza episcopale italiana(Cei). «Un esodo di disperazione»,così definisce l’ondata migratoria ilpresidente della Cei, che pur ricono-scendo, anzi proprio per questo, lacomplessità della situazione, è tor-nato a chiedere interventi urgenti ea largo raggio, coinvolgendo dun-que le istituzioni internazionali, co-me per esempio le Nazioni Unite, emisure in grado di incidere positiva-mente nei Paesi d’origine dei flussimigratori.

«Di fronte a persone che per fug-gire alla disperazione rischiano lavita, non si può né stare a guardarecon fastidio — come l’Europa ha fat-to per anni — né fare i sofisti. Lacoscienza umana esige di interveni-re», ha detto il cardinale Bagnasco,che ha ricordato quanto l’Italia hafatto «fin dalla prima ora, e conti-nua con impegno, generosità, al me-glio del possibile», facendo riferi-mento all’opera di salvataggio e ac-coglienza sulle coste siciliane. Ades-so, però, «l’onda di piena si allargapoiché il Sud del mondo si è messoin marcia e non è disposto a fermar-si. Sembra essere giunta l’ora dellaconcertazione: vogliamo sperare chetale processo non si fermi e sia nelsegno di una gratuità senza calcoli.Così come speriamo che, senza bi-

sogno di barriere, si progetti un fu-turo sicuro, produttivo e sereno pertutti, per chi ospita come per chi ar-riva».

Per il presidente della Cei, «il fe-nomeno richiede di intervenire suun triplice fronte: l’oggi, il domanie i Paesi di provenienza». Quantoall’immediato, il porporato ha riba-dito che occorre in primo luogo ri-spondere all’emergenza, sfamando eassistendo. «Le comunità cristianelo sanno e operano con trasparenza,lontane da qualunque basso interes-se, seguendo le normative delle pre-fetture», ha osservato Bagnasco. Ilsecondo fronte «è quello di un futu-ro di dignità, poiché non si può vi-vere perennemente da assistiti: ciòrichiede condivisione della stessalingua, lavoro e casa». Infine, «laComunità internazionale deve con-cretamente intervenire favorendo losviluppo dei Paesi di provenienza,perché nessuno sia costretto a fuggi-re da guerra, persecuzione e miseria.Tale impegno necessita di risorse in-genti, tempi lunghi e volontà politi-che certe. La sfida è grande, ma ine-ludibile: chi credesse di porvi rime-dio attraverso improbabili scorcia-toie, sbaglierebbe sul piano etico esarebbe miope su quello politico».Di qui anche parole di rinnovatagratitudine per l’appello di PapaFrancesco che, come è noto, ha invi-tato ad accogliere una famiglia diimmigrati in ogni parrocchia, comu-nità religiosa, santuario, monastero.«Vogliamo essere in prima fila nelrispondere a questo pressante appel-lo», afferma Bagnasco assicurandoche «in questi giorni cercheremo levie più sicure e praticabili per corri-

spondere all’appello del Papa, fa-cendo anche una mappa dei mi-granti che già sono ospitati nellestrutture ecclesiali o sono accompa-gnati dai nostri volontari in entinon diocesani».

Al tema dell’ondata migratoria ècollegato poi anche quello della fu-ga da situazioni di sanguinosa per-secuzione a sfondo religioso o etni-co. Una realtà, ricorda Bagnasco ci-tando anche il recente discorso delPontefice alle Nazioni Unite, checolpisce soprattutto i cristiani. Sitratta, di una «mattanza continua,programmata e feroce sia in Terrasanta che in altri Paesi del Mediooriente e del Continente africano».Sembra quasi, si osserva amaramen-te, che «qualcuno abbia deciso disradicare i cristiani per bonificare ilterritorio». Da qui una serie di in-terrogativi, il primo dei quali è ri-volto al mondo occidentale, al qualesi chiede «perché non alza la vocesu tanta ferocia e ingiustizia?».

Fenomeno migratorio e persecu-zioni religiose sono dunque le prin-cipali emergenze dell’oggi che van-no lette e affrontate nel «grandeorizzonte» dell’ormai imminentegiubileo della misericordia. Occorre,cioè, «ricostruire la nostra societàalla luce della misericordia, riveden-do le logiche che la reggono. Sitratta di ri-progettare, ri-fondare eri-costruire un tessuto più umano,fondato sulla fiducia e sulla com-prensione». E questo, ovviamente,coinvolge anche l’attenzione che tra-dizionalmente la Chiesa in Italia ri-volge ai poveri, alla famiglia — cheva tutelata nei suoi fondamenti an-tropologici — all’educazione.

Iniziativa di una parrocchia di Bruxelles

Prima donne e bambiniBRUXELLES, 30. A Bruxelles, a po-che decine di metri da Parc Maxi-milien, dove da mesi sono accampa-ti centinaia di migranti in attesa diessere ricevuti all’Ufficio stranieri, laparrocchia di Saint-Roch — riferisceil Sir Europa che dedica un ampioservizio sull’argomento — ha datempo aperto le sue porte per dareun posto caldo dove dormire. I mi-granti arrivano spesso tutti bagnati.«Negli ultimi tre giorni — raccontail parroco, padre Hugo Van Geel —è piovuto incessantemente a Bruxel-les e la pioggia qui batte forte sottoi colpi di un vento impetuoso». Perquesto le prime cose che vengonoofferte sono dei vestiti asciutti e unabevanda calda. La disponibilità è li-mitata a venticinque posti: ogni seragli operatori della Caritas vanno alParc Maximilien e cercano tra i mi-granti quelli che hanno un assolutobisogno di aiuto. Viene consegnatoloro un foglio e con questo si pre-sentano in parrocchia.

Sono dunque le persone più fra-gili e vulnerabili a transitare per ilocali della chiesa. Il parroco rac-conta di un gruppo di ragazzini frai 14 e i 17 anni provenienti dalla Si-ria. Si sono conosciuti in viaggio ehanno deciso di unirsi perché insie-me era più facile superare, nei tremesi di cammino a piedi, ostacoli edifficoltà. Moltissime le donne chearrivano a Saint-Roch, spesso incin-te e con bambini piccoli, a volte incondizioni molto precarie. Un bim-bo è arrivato con una mano brucia-ta, un altro respirava talmente maleche hanno dovuto accompagnarlo inospedale. «Eppure — dice padreHugo — questi bambini sono sem-pre gentili, gioiosi, ti prendono permano per dirti che vogliono giocare.Non li abbiamo mai visti piangere».I corridoi della parrocchia hannosentito risuonare in questi mesi sto-rie di guerra e di dolore, ma nessu-no si lamenta: «Esprimono solo gra-titudine e sono riconoscenti perquello che si dà».

L’accoglienza in parrocchia impli-ca un’organizzazione complessa. I

migranti devono essere ricevuti, ac-compagnati e non possono esserelasciati soli. Nella chiesa di Saint-Roch è un’équipe di dieci persone agarantire il servizio; una persona aturno rimane la notte. C’è poi ungruppo a parte che pensa alla distri-buzione dei vestiti. La solidarietà ètanta e inesauribile: ogni giorno ar-rivano biscotti, pane, formaggio, co-perte e «tutto quello che riceviamodoniamo», sottolinea il parroco.

Nei mesi scorsi la Conferenzaepiscopale belga ha rilanciato unappello della Caritas ai proprietaridi alloggi inutilizzati affinché limettessero a disposizione per l’acco-glienza: l’invito ha raccolto oltre tre-cento offerte, dando vita a un pro-getto-pilota in Europa.

Tuttavia i presuli guardano conpreoccupazione ai prossimi mesi.

Monsignor Jean Kockerols, vescovoausiliare di Malines-Bruxelles, èspesso a Parc Maximilien: «Se almomento attuale le autorità civili epolitiche, le organizzazioni caritati-ve e numerosi volontari sono impe-gnati sul campo per rispondereall’emergenza e ai bisogni più im-mediati, è chiaro che tra qualchemese, quando una parte significativadei rifugiati avrà ottenuto lo statutolegale dell’asilo, l’aiuto di tutti saràancor più necessario. Si pensi, peresempio, all’importanza di inserire ibambini nel mondo della scuola, ditrovare un lavoro ai genitori o unalloggio dove poter stare», sottoli-nea Kockerols, esortando a «impa-rare ad ascoltare queste persone, adaprirsi ad altre culture e, al tempostesso, a dare loro il meglio dellanostra assistenza».

Al centro della plenaria dei vescovi tedeschi la necessità di promuovere un’assistenza stabile

Oltre l’e m e rg e n z aBE R L I N O, 30. Il ruolo dei cattolicinell’accoglienza di profughi e rifu-giati mediorientali è stato uno deiprincipali argomenti al centro dellaplenaria autunnale della Conferenzaepiscopale tedesca, che si è riunitanei giorni scorsi a Fulda. Significati-vamente l’incontro si è aperto pro-prio con l’ascolto delle testimonian-ze di alcuni operatori sociali, volon-tari, responsabili e coordinatori deiservizi diocesani per i migranti.

Rispondendo così all’appello diPapa Francesco, i vescovi tedeschihanno soprattutto posto l’accentosulla necessità di fornire un’assisten-za stabile, che superi dunque la pri-ma fase dell’emergenza, garantendoalloggi che non siano dei rifugiestemporanei e precari. In questosenso, l’impegno formale da partedella Chiesa in Germania è quellodi ampliare lo sforzo a favore dei ri-fugiati. È questo anche il senso del-

la la nomina di un presule — nel ca-so, l'arcivescovo di Amburgo, StefanHesse — che avrà il ruolo di «coor-dinatore e contatto per le questionidelle diocesi di frontiera». Comuni-cando la nomina, il presidentedell’episcopato, il cardinale arcive-scovo di München und Freising,Reinhard Marx, ha sottolineato co-me la Chiesa tedesca, nel corso del2015, abbia già messo a disposizione98,6 milioni di euro. In particolare,le diocesi tedesche hanno destinatopiù di 66,5 milioni di euro ai fondispeciali per l’assistenza ai rifugiati,mentre le agenzie di solidarietà e ca-ritative hanno realizzato progettiper i profughi all’estero per 32,1 mi-lioni di euro. Ciononostante, il por-porato ha sottolineato la necessitàdi un sempre maggior coinvolgi-mento perché — ha detto — «p erdia-mo la nostra identità di cristianiquando siamo indifferenti».

Al riguardo, monsignor NorbertTrelle, vescovo di Hildesheim e re-sponsabile per la pastorale dei mi-granti, ha espresso timori per unventilato inasprimento delle normesul diritto d’asilo. Un tema, que-st’ultimo, ripreso anche dal cardina-le Rainer Maria Woelki, arcivescovodi Colonia, che ha messo l’accentosulla necessità di una inclusione deibambini rifugiati nelle scuole catto-liche, come anche di rendere possi-bile la prosecuzione degli studi uni-versitari abbandonati dopo la fugadal proprio Paese d’origine. Il cardi-nale Woelki ha anche analizzato laquestione relativa al diverso tratta-mento nei confronti degli immigratiprovenienti dai Balcani, che non sipossono avvalere del diritto d’asilo,perché «le legittime preoccupazionidi queste persone di trovare lavoronon possono essere pregiudizial-mente negate».

La risposta in Slovacchia all’appello del Papa

Laici in aiuto di chi fugge dalla guerraBR AT I S L AVA , 30. In Slovacchia, la ri-sposta dei cattolici all’appello delPapa ad accogliere una famiglia diprofughi nelle parrocchie, nelle co-munità religiose, nei monasteri e neisantuari di tutta Europa, non vedein prima fila solo le istituzioni eccle-siali ma anche organizzazioni di lai-ci cristiani. Come la Ladislav HanusFellowship (cattolica ma aperta atutti i cristiani) che — riferisce il SirEuropa — ha creato l’iniziativa «Chili aiuterà se non noi?» alla qualehanno aderito associazioni e movi-menti per un totale di oltre millevolontari disposti ad aiutare migran-ti e rifugiati in un multiforme itine-rario di sostegno.

Il presidente, Juraj Sust, spiegache questa comunità laica (che siispira agli insegnamenti di LadislavHanus, prete, filosofo e teologo cat-tolico slovacco scomparso nel 1994)cerca di coinvolgere l’opinione pub-blica attraverso la cooperazione configure conosciute e rispettate dellavita pubblica come artisti, politici, ealtri. «Siamo convinti che questeiniziative civili dimostrano che ci so-no davvero solidarietà e volontà diaccogliere i migranti, di parteciparealla loro integrazione nel nostroPaese. Speriamo — ha aggiunto — dirappresentare un punto di riferimen-to forte per il Governo, rispetto alfatto che fornire asilo non deve es-sere una decisione politicamente ri-schiosa ma, al contrario, responsabi-le e preziosa, perché basata su unavasta rete di persone e organizzazio-ni disposte ad aiutare famiglie indifficoltà, vittime della grave situa-zione nel loro Paese, specialmentein Siria e in Iraq». L’obiettivo è

dunque quello di presentare una vi-sione realizzabile dell’integrazionedi queste famiglie nella società slo-vacca, rappresentata dalla promessadi migliaia di famiglie, organizza-zioni, parrocchie e aziende, dispostea un supporto concreto.

La Conferenza episcopale, riuni-tasi la settimana scorsa in sessioneplenaria, ha intanto nominato mon-signor Jozef Hal’ko, vescovo ausilia-re di Bratislava, coordinatore degliaiuti ecclesiali. Molti fedeli hannoinfatti espresso la loro volontà didare una mano a coloro che fuggo-no dalla guerra e dalla fame. I rap-

presentanti della Chiesa cattolicaconcordano sul fatto che la situazio-ne richiede l’adozione di misure nelcuore della persecuzione e dei con-flitti ma, allo stesso tempo, rivolgo-no un appello a tutte le persone dibuona volontà affinché aprano lebraccia e il cuore a coloro che nonhanno altra scelta che fuggire dallaloro patria. Un intenso lavoro — ri-corda il Sir — è svolto da tempo dadiverse comunità religiose, come laProvincia slovacca della Compagniadi Gesù e la famiglia salesiana gui-data da suor Jana Kurkinova, supe-riora provinciale. In Irlanda

Scuole cattoliche aperteai piccoli rifugiati

DU B L I N O, 30. Le scuole elementaricattoliche d’Irlanda danno il ben-venuto ai bambini rifugiati. Le2.900 scuole elementari presentinel Paese sarebbero liete di acco-gliere ed educare i bambini dellefamiglie che arrivano in Irlandadalla Siria e da altre zone di con-flitto. È quanto ha affermato neigiorni scorsi padre Tom Deenihan,segretario generale dell’Asso ciazio-ne delle scuole cattoliche elemen-tari della Repubblica d’Irlanda.

Secondo il religioso — riferisce ilSir — la maggior parte delle scuoledispone di spazio necessario periscrivere i bambini, «e sarebberofelici di farlo». «Le scuole parroc-chiali cattoliche — ha detto — sonoimpegnate in prima linea ad aiuta-re i migranti a inserirsi nelle nostre

comunità locali. I bambini di di-verse fedi e nazionalità contribui-scono a dare un profilo multina-zionale alle scuole cattoliche intutto il Paese. Tutti i nostri studen-ti — ha aggiunto padre Deenihan— ricevono un’istruzione di qualitàe, a loro volta, arricchiscono la vitaquotidiana delle nostre scuole. Ilrecente appello di Papa Francescoad aprire le porte delle parrocchiealle persone che hanno sofferto, èun invito anche alle scuole cattoli-che perché diano il loro supporto.Come parte integrante della vitaparrocchiale in Irlanda — ha con-cluso il sacerdote — le scuole catto-liche non vogliono tirarsi indietroin questo momento critico per i ri-fugiati».

L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 1 ottobre 2015 pagina 7

Dichiarazione delle Commissioni europee di giustizia e pace

Lavoro comuneper lo sviluppo sostenibile

Nel magistero di Papa Francesco

L’uomo e le cause della fame

Gruppi di fedeli all’udienza generaleAl l ’udienza generale di mercoledì 30 settem-bre, in piazza San Pietro, erano presenti iseguenti gruppi:

Da diversi Paesi: Sacerdoti del Colle-gio San Paolo Apostolo, in Roma; Sa-cerdoti del Pontificio Collegio Messica-no, in Roma; Canonichesse RegolariOspedaliere della Misericordia di Gesùdell’Ordine di Sant’Agostino; Pie Disce-pole del Divin Maestro; Ancelle dellaVisitazione; Missionarie del sacerdozioregale di Cristo; Seminaristi del Pontifi-cio Collegio Maria Mater Ecclesiae, inRoma.

Dall’Italia: Pellegrinaggio dei devotidi Santa Rita da Cascia, con l’A rc i v e -scovo di Spoleto-Norcia, Renato Boc-cardo. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie:Santa Maria di Piave, in San Donà diPiave; Santa Maria, in Castelnuovo delGarda; Sant’Antonio da Padova al Ro-mito, in Firenze; Santa Caterina d’Ales-sandria, in Comunanza; Santissima Tri-nità, in Avigliano Umbro; Santa MariaAssunta, in Amaseno, con il Vescovo diFrosinone-Veroli-Ferentino, AmbrogioSpreafico; San Rocco, in Valenzano;San Marco, in Locorotondo; Santa Cro-ce, in Torre del Greco. Gruppi di fedelidalle Parrocchie di Polizzi Generosa,Maratea, Portobuffolè. Partecipanti allaConferenza promossa dalla Guardia diFinanza; Associazione nazionale Maria-ni d’Italia, di Monopoli; AssociazioneAmici di Papa Luciani, di Altamura; As-sociazione Cesaris, di Lodi; Associazio-ne Agafh, di Orbassano; Associazioneamici Oratorio San Mauro, di Pavia;Associazione culturale anziani, di Mo-nopoli; Associazione La stanza accanto,di Firenze; Associazione seniores FI AT,di Modugno, e di Surbo; Associazionecon Don Tonino per la solidarietà, diMolfetta; Reparto di Oncologia pedia-trica dell’Ospedale Giovanni XXIII, diBergamo; Reparto di dermatologiadell’Ospedale di Grosseto; Ospedale diSant’Agata di Militello; Gruppo terapiaintensiva neonatale dell’Ospedale Um-berto I, di Nocera Inferiore; Gruppo delSindacato Ugl; Gruppo della BancaMediolanum, di Caltanissetta; Grupposportivo Madonna del Ghisallo; Societàsportiva Basket Napoli; Coro PietroPiazza, di Palermo; Fanfara di Sant’An-tonio, di Monterotondo; Confraternitadi Santa Maria Maggiore, di Spello;Centro polivalente di Rutigliano-Noi-cattaro; gruppo Confagricoltura dellaBasilicata; gruppo dell’Unitalsi; gruppodi preghiera Padre Pio, di Messina;gruppo Federalberghi dalla Sardegna;Casa dei Piccoli Operai, di Riano;gruppo della Fo csiv; Centro Il melo-grano, di Triuggio; Centro anziani Rej-na, di Jerago-Albizzate; Università Ter-za età, di Asti; gruppo Cammino dellapace, di Brindisi; gruppo Avo, di Savi-gliano; Scuola Falcone-Borsellino, diRoma; Scuola Piccolo uomo, di Roma.Gruppi di fedeli da Oristano, Pescara,Casacanditella.

Coppie di sposi novelli.

Gruppi di fedeli da: Slovacchia; Un-gheria; Croazia; Repubblica Ceca.

I polacchi: Katolickie StowarzyszenieMło dzieży z diecezji rzeszowskiej; piel-grzymi z parafii: Matki Bożej KrólowejPolski z Mławy, Niepokalanego SercaNajświętszej Maryi Panny z PolankiWielkiej, Matki Boskiej Częstochowskiejw Myczkowcach, św. Ojca Pio z War-szawy, św. Antoniego z Padwy wMińsku Mazowieckim, Matki Bożej Fa-timskiej z Gubina; Polska Misja Kato-licka ze Schwäbisch-Gmünde w Niem-czech; pielgrzymka formacyjno-ewange-lizacyjnej wspólnoty «Przyjaciele Oblu-

From Denmark: Students and pro-fessors from: Aarhus Business College;Slothaven Business High School,Holbæk.

From Norway: A group of SeniorCitizens, Torvikbukt.

From Guinea: Participants in the Na-tional Pilgrimage, accompanied byArchbishop Vincent Coulibaly, Arch-diocese of Conakry.

From Kenya: A group of pilgrims.

From Nigeria: A group of priests cel-ebrating the Silver Jubilee of their or-

by Archbishop Malcolm CardinalRanjith.

From Canada: Pilgrims from St An-thony’s Parish, Toronto, Ontario.

From American Samoa: A group ofpriests from the Diocese of Samoa-PagoPa g o .

From the United States of America:Pilgrims from: Archdiocese of Atlanta,Georgia; Diocese of Joliet, Illinois; Dio-cese of Syracuse, New York; Pilgrimsfrom the following parishes: MissionSan Diego, San Diego, California; Sac-red Heart, Saratoga, California; StCatherine of Siena, Miami, Florida; St

mann-Gymnasium, Altötting; Clara-Fey-Gymnasium, Bonn; Katholisches Privat-gymnasium der Missionare Oblaten derMakellosen Jungfrau Maria (Mariengar-den), Borken; Erzbischöfliches St. Ur-sula-Gymnasium, Brühl; Heinrich-Ema-nuel-Merck-Schule, Darmstadt; Mal-linckrodt-Gymnasium, Dortmund; Elly-Heuss-Knapp-Gymnasium, Duisburg-Marxloh; Landrat Lucas-Gymnasium,Leverkusen; Integrierte GesamtschuleNordend, Frankfurt; Realschule St.Elisabeth, Friedrichshafen; Otto-Hahn-Gymnasium, Herne; Verbundschule derGemeinde Hille; Friedrich-Wilhelm-Gymnasium, Köln; Werner-Jaeger-Gym-nasium, Nettetal; Gymnasium Marien-berg, Neuss; Erzbischöfliches St. Jo-seph-Gymnasium und Vinzenz-Palotti-Kolleg, Rheinbach; FachoberschuleRheinbach, Rheinbach; Friedrich-Al-bert-Lange-Gesamtschule, Solingen;Hermann-Josef-Kolleg Steinfeld, Stein-feld; Gymnasium Walldorf.

Aus der Republik Österreich: Seni-orenbund Burgenland; Schülerinnen,Schüler und Lehrer folgender Schulen:Bildungsanstalt für Kindergartenpä-dagogik, Hartberg; Bischöfliches Gym-nasium St. Ursula, Klagenfurt; Gymna-sium Sacré-Coeur, Riedenburg.

Aus der Schweizerischen Eidgenos-senschaft: Pilger aus Eggersriet; Jubi-läumsreise der Polizeischule der Kan-tonspolizei Basel-Stadt; Schülerinnen,Schüler und Lehrer aus folgendenSchulen: Kantonsschule am Burggra-ben, St. Gallen; Kantonsschule Enge,Zürich; Ministranten aus folgendenPfarreien: Deitingen; Niederhelfen-schwil-Lenggenwil und Zuckenriet; St.Peter und Paul, Sattel und St. Anna,Steinerberg; Seelsorgeeinheit Uzwil,Oberuzwil und Umgebung.

Aus dem Fürstentum Liechtenstein:Diözesanwallfahrt aus dem ErzbistumVaduz in Begleitung S.Exz. ErzbischofWolfgang Haas.

Uit het Koninkrijk der Nederlanden:Pelgrimsgroep uit de Parochie Salvator,Utrecht; Sint Martha en Maria, Soest.

De España: Parroquias de Viso delMarqués, Valdepeñas y Torrenueva;Asociación española de Usuarios, Em-presarios y Profesionales del TransporteAéreo; Fundación Ande, de Madrid;Asociación Belenista Mondragón, deSan Sebastián.

De México: grupo de peregrinos.

De Costa Rica: grupo de sacerdotes;Asociación misionera club de paz, deSan José; grupo de peregrinos.

De Ecuador: grupo de peregrinos,con S. E. Mons. Hugolino Vicente Ce-rasuolo Stacey.

De República Dominicana: grupo dep eregrinos.

De Chile: grupo de la Escuela de Ca-r a b i n e ro s .

De Argentina: Comunidad carismáti-ca católica «Pena del Horeb»; Parroquiade la Natividad de la Virgen, de Córdo-ba; Parroquia Santa Julia, de Pergami-no; grupos de peregrinos.

Do Brasil: Paróquia Nossa SenhoraMãe de Deus, de São Paulo; ParóquiaNossa Senhora da Candelária, de Itu;Paróquia Sagrado Coração de Jesus, deCampo Grande; grupo de peregrinosdo Rio de Janeiro.

Nomina episcopalein Brasile

La nomina di oggi riguarda laChiesa in Brasile.

Francisco Carlos da Silvavescovo di Lins

Nato il 30 settembre 1955 a Ta-batinga, nello Stato di São Paulo,diocesi di São Carlos, ha compiu-to gli studi di filosofia nel semi-nario diocesano e quelli di teolo-gia alla Pontificia università catto-lica di Campinas. Ordinato sacer-dote l’11 dicembre 1982, nella dio-cesi di São Carlos è stato vicarioparrocchiale a Itápolis, ammini-stratore parrocchiale e poi parro-co a Itajú, parroco di São Seba-stião a Borborema, responsabiledella pastorale giovanile, coordi-natore di pastorale della regioneI V, coordinatore diocesano di pa-storale, vicario generale, vicarioepiscopale per la regione pastora-le I V, membro del consiglio pre-sbiterale e del collegio dei consul-tori, canonico della cattedrale epresidente del capitolo diocesano,amministratore diocesano, diretto-re dell’archivio diocesano e mem-bro della commissione per i beniculturali della diocesi. Nominatovescovo di Ituiutaba il 19 settem-bre 2007, ha ricevuto l’o rd i n a z i o -ne episcopale il successivo 22 no-v e m b re .

dination, accompanied by Bishop JudeArogundade, Diocese of Ondo.

From South Africa: Pilgrims fromHoly Family Parish, Newlands East,Archdiocese of Durban.

From New Zeland: Pilgrims from StMichael’s Parish, Auckland; Studentsand staff from St John’s College,Hamilton.

From India: A group of pilgrimsfrom Lourdes Hospital, Kochi, Kerala.

From Japan: Pilgrims from St Johnthe Apostle Church, Senzoku.

From The Philippines: Participants in«The Peoples Pilgrimage».

From Sri Lanka: Priests from theArchdiocese of Colombo, accompanied

Aus der Bundesrepublik Deut-schland: Pilgergruppen aus den Pfarrge-meinden: Heilig Geist und Zwölf Apo-stel, Augsburg; St. Salvator, Berlin-Lichtenrade; Maria Himmelfahrt, Drie-dorf; St. Antonius und St. Elisabeth,Düsseldorf; Bischof Benno, Dresden;St. Johannes, Duisburg-Homberg; St.Lamberti, Gladbeck; St. Peter und Paul,Gündlkofen; St. Elisabeth, Hanau; St.Michael, Hohentengen; St. JohannesBaptist, Homberg; St. Paulus, Menden;Seelsorgeeinheit Mudau; St. Peter undPaul, Owingen; St. Jakobus, Trienz; Pil-gergruppe aus dem Bistum Münster;Pilgergruppen aus Dinkelsbühl; Hut-thurm; Koblenz; Neustrelitz; MalteserHilfsdienst; St. Matthias Bruderschaft,Drove; Diakonie Lobetalarbeit, Celle;Studienreise des Deutschen Richterbun-des; Studienreisegruppe Karlsruhe;Schülerinnen, Schüler und Lehrer fol-gender Schulen: Gymnasium St. Micha-el, Ahlen in Westfalen; König-Karl-

Francis of Assisi, AnnArbor, Michigan; StPaul, Ithaca, Michigan;Holy Trinity, Harting-ton, Nebraska; StThomas Syro-MalabarParish, Somerset, NewJersey; St Thomas Aqui-nas, Rio Rancho, NewMexico; St Joseph, Col-bert, Washington; Can-didates for DiaconateOrdination, at the Pon-tifical North AmericanCollege, with familymembers and friends;Members of the Cathol-ic Foundation, Ok-lahoma City, Oklahoma;Class of 1965-1966 fromLoyola University,Chicago, Illinois; Pil-grims from the RogerBacon Assisi ScholarsProgram, Cincinnati,Ohio; Students and stafffrom Aquinas College,Nashville, Tennessee,Rome Campus.

bieńca» z Polski zczłonkami PallotyńskiejSzkoły Nowej Ewangeli-zacji; grupa osób nie-p ełnosprawnych z opie-kunami ze WspólnotyBurego Misia w Koście-rzynie; pielgrzymi zGrupy Polonijnej «Re-dyk» z Chicago w Sta-nach ZjednoczonychAmeryki; uczniowie i na-uczyciele Zespołu SzkółPonadgimnazjalnych im.Władysława Reymontaw Rawie Mazowieckiej;grupa pracownikówZakładu GospodarkiKomunalnej z ZąbkowicŚląskich; pielgrzymki zBrzeska, Nowego Sączai Tarnowa; grupy tury-styczne: z Bydgoszczy,Kurytyby w Brazylii,Częstochowy, Rzeszowa,Łodzi i Poznania; piel-grzymi indywidualni.

De France: les Cha-noines de la cathédralede Lyon; groupe de pè-lerins du diocèse deSaint-Dié; paroisse Sainte-Foy-en-Béarn,de Morlaàs; groupe de l’HospitalitéMontfortaine, à Lourdes; Ecole SainteThérèse, de Remire Montjoly; groupeArts et traditions La Mentonnaise, deNice.

De Suisse: groupe contemporains1950 du Clos-du-Doubs, avec S. Exc.Mgr Denis Theurillat; groupe sacris-tains du Jura.

De Belgique: groupe de Linter-Or-smaal.

De Côte d’I v o i re : groupe de pèlerins.

From England: Pilgrims from theDiocese of Salford, accompanied byBishop Terence Brain.

From Scotland: Pilgrims from StPe t e r ’s Parish, Hamilton, South Lanark-s h i re .

PIACENZA, 30. L’enciclica Laudato si’che Papa Francesco ha dedicato alla“cura della casa comune” ha ancorauna volta evidenziato l’attenzioneche la Chiesa e la Sede apostolicadedicano ai temi dell’ecologia, e inparticolare allo sforzo per il supera-mento della fame, lo sviluppo delmondo agricolo e la lotta contro lapovertà nel mondo. Temi che Ber-goglio, sin dall’inizio del pontifica-to, ha sottolineato, soprattuttoquando ha avuto modo di indirizza-re il suo pensiero alla Food andAgricolture Organization (Fao) delleNazioni Unite. Presso l’o rg a n i s m ola Santa Sede ha accreditato sin daiprimi tempi un osservatore perma-nente, la cui azione è stata successi-vamente estesa anche agli altri orga-nismi delle Nazioni Unite che ope-rano in questi ambiti e hanno sede aRoma: l’Ifad (International Fundfor Agricultural Development) e ilPam (Programma alimentare mon-diale).

Su questi temi, presso la facoltàdi Economia e giurisprudenzadell’Università Cattolica del SacroCuore, e nell’ambito di un corso sucultura ed etica del cibo tenuto daAntonio Chizzoniti, l’o s s e r v a t o repermanente della Santa Sede pressole Organizzazioni e gli altri organi-smi delle Nazioni Unite per l’Ali-mentazione e l’Agricoltura (Fao,Ifad e Pam), monsignor FernandoChica Arellano, ha svolto una lezio-ne sulle iniziative della Santa Sedenella comunità internazionale.

Il prelato ha sviluppato l’a rg o -mento a partire dalla dottrina socia-le della Chiesa, facendo particolareriferimento al magistero di Papa

Francesco e proponendo soprattuttouna lettura degli insegnamenti delPontefice sulle cause della fame, sul-la produzione agricola e sulla pover-tà rurale.

Particolare attenzione è stata riser-vata soprattutto alle proposte espres-se il 20 novembre scorso durante lavisita del Papa alla sede romana del-la Fao in occasione della secondaconferenza internazionale sulla nu-trizione, nel discorso ai partecipantialla trentanovesima conferenza dellaFao tenuto dal Pontefice lo scorso 11giugno, nell’enciclica Laudato si’, neldiscorso ai ministri dell’ambiente deiPaesi membri dell’Unione europeadel 16 settembre scorso e nei diversiinterventi durante il recentissimoviaggio a Cuba e negli Stati Unitid’America, in particolare nel discor-so tenuto il 25 settembre all’Assem-blea generale delle Nazioni Unite.

Monsignor Chica ha concluso ilsuo intervento ricordando le corag-giose parole di Papa Francesco, nelsuo messaggio alla Fao, in occasionedella Giornata mondiale dell’alimen-tazione del 2013: «È uno scandaloche ci sia ancora fame e malnutrizio-

ne nel mondo». Questa affermazio-ne ci pone di fronte a uno dei pro-blemi più seri che l’umanità del XXIsecolo deve affrontare: «La tragicacondizione nella quale vivono anco-ra milioni di affamati e malnutriti,tra i quali moltissimi bambini».

Abiterai la terra

ROMA, 30. È uscito in questi giorniil volume, a cura del vicepresidentedi Azione cattolica, GiuseppeNotarstefano, Abiterai la terra.Commento all’enciclica Laudato si’(Ave, Roma, 2015, pagine 256, euro10) che raccoglie diverse riflessionisul documento papale, di cui viene

anche riportato integralmente il te-sto. Il volume si apre con alcuniinterventi scritti, fra gli altri, daFlaminia Giovanelli, sottosegreta-rio del Pontificio Consiglio dellagiustizia e della pace e dal presi-dente di Azione cattolica, MatteoTru f f e l l i .

NEW YORK, 30. «Auspichiamo chequesti nuovi obiettivi di svilupposostenibile — insieme a un nuovoaccordo globale sul cambiamentoclimatico che sarà adottato a Parigi— abbiano un impatto ancora piùforte nel prossimo decennio». Èquanto si legge in una dichiarazio-ne diffusa dalla Conferenza dellecommissioni europee giustizia e pa-ce, circa l’adozione da parte dell’as-semblea generale delle NazioniUnite dei 17 nuovi obiettivi per losviluppo sostenibile e dei 169 tra-guardi specifici che sostituiscono gliObiettivi per il millennio adottatinel 2000.

L’organismo che rappresenta lecommissioni giustizia e pace degliepiscopati europei, esprime apprez-zamento per alcuni degli obiettiviche sono stati ribaditi. Fra questi,porre fine alla povertà e alla famein tutte le sue forme; ridurre la di-suguaglianza all’interno dei Paesi etra gli stessi; adottare e rafforzarepolitiche solide per la promozionedelle donne; porre fine all’abuso,allo sfruttamento e al traffico e atutte le forme di violenza e torturanei confronti dei bambini, nel pie-no rispetto della dignità e dellapersona umana. «Siamo grati al Pa-pa — si legge nella dichiarazione —che ha definito l’adozione degliobiettivi di sviluppo sostenibili “unimportante segno di speranza”. Ri-teniamo la presenza e le parole diPapa Francesco a New York unapromessa da parte dei cattolici a

contribuire a realizzare, entro il2030, un mondo senza povertà, fa-me, malattia, dove tutti possonoprosperare, liberi da paura e violen-za, nel rispetto universale dei dirittiumani».

La Conferenza vuole promuovereil concetto di sviluppo sostenibilenelle sue tre dimensioni economica,sociale e ambientale «come un pos-sibile paradigma strutturale» per ilsuo lavoro futuro. Se la comunitàinternazionale — prosegue la dichia-razione — «riuscirà a raggiungeregli obiettivi entro il 2030 ciò dipen-derà dagli sforzi costanti per comu-nicarne i contenuti e il significato,nonché l’impegno attivo dei gruppireligiosi e della società civile».

Anche perché, si specifica nel do-cumento, non tutto è perfetto: «al-cuni dei nuovi obiettivi creano con-fusione», «non distinguono tra finie mezzi», mentre non si riescono aindividuare priorità. In particolare,si auspica un maggiore controllo eun intervento sulle politiche di fi-nanza pubblica con una «raccoltapiù efficace delle tasse e un sistemadi tassazione più trasparente», al fi-ne di ridurre flussi finanziari illeciti.«Al momento — conclude la dichia-razione — c’è ancora un spaccatura:da una parte diplomatici, attivistidelle ong e mondo accademico»,più consapevoli, e dall’altra «il cit-tadino medio, meno informato.Giustizia e pace Europa farà di tut-to per aiutare a superare questaspaccatura».

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 giovedì 1 ottobre 2015

All’udienza generale il Papa ricorda il passaggio emblematico da Cuba agli Stati Uniti

Per ricostruire un ponteE invita a ripensare il modello di sviluppo ripartendo dalla famiglia

«Da Cuba agli Stati Uniti: è stato un passaggio emblematico, un ponte chegrazie a Dio si sta ricostruendo. Dio sempre vuole costruire ponti; siamo noi checostruiamo muri. E i muri crollano sempre». Lo ha sottolineato Papa Francescoall’udienza generale di mercoledì 30 settembre, rivivendo con i numerosissimi fedelipresenti in piazza San Pietro il recente viaggio in America.

là di ogni divisione. Simbolo di que-sta unità profonda dell’anima cuba-na è la Vergine della Carità del Co-bre, che proprio cento anni fa è stataproclamata Patrona di Cuba. Mi so-no recato pellegrino al Santuario diquesta Madre di speranza, Madreche guida nel cammino di giustizia,pace, libertà e riconciliazione.

Ho potuto condividere col popolocubano la speranza del compiersi

della profezia di san Giovanni PaoloII: che Cuba si apra al mondo e ilmondo si apra a Cuba. Non piùchiusure, non più sfruttamento dellapovertà, ma libertà nella dignità.Questa è la strada che fa vibrare ilcuore di tanti giovani cubani: nonuna strada di evasione, di facili gua-dagni, ma di responsabilità, di servi-zio al prossimo, di cura della fragili-tà. Un cammino che trae forza dalleradici cristiane di quel popolo, cheha tanto sofferto. Un cammino nelquale ho incoraggiato in modo par-ticolare i sacerdoti e tutti i consacra-ti, gli studenti e le famiglie. Lo Spi-rito Santo, con l’intercessione diMaria Santissima, faccia crescere isemi che abbiamo gettato.

Da Cuba agli Stati Uniti d’Ameri-ca: è stato un passaggio emblemati-co, un ponte che grazie a Dio si staricostruendo. Dio sempre vuole co-struire ponti; siamo noi che costruia-mo muri! E i muri crollano, sempre!

E negli Stati Uniti ho compiutotre tappe: Washington, New York eFiladelfia.

A Washington ho incontrato leAutorità politiche, la gente comune,i Vescovi, i sacerdoti e i consacrati, ipiù poveri ed emarginati. Ho ricor-dato che la più grande ricchezza diquel Paese e della sua gente sta nelpatrimonio spirituale ed etico. E cosìho voluto incoraggiare a portareavanti la costruzione sociale nella fe-deltà al suo principio fondamentale,che cioè tutti gli uomini sono creatida Dio uguali e dotati di inalienabilidiritti, quali la vita, la libertà e ilperseguimento della felicità. Questivalori, condivisibili da tutti, trovanonel Vangelo il loro pieno compimen-to, come ha ben evidenziato la cano-nizzazione del Padre Junípero Serra,francescano, grande evangelizzatoredella California. San Junípero mo-stra la strada della gioia: andare econdividere con gli altri l’amore diCristo. Questa è la via del cristiano,ma anche di ogni uomo che ha co-nosciuto l’amore: non tenerlo per séma condividerlo con gli altri. Suquesta base religiosa e morale sononati e cresciuti gli Stati Unitid’America, e su questa base essi pos-sono continuare ad essere terra di li-bertà e di accoglienza e cooperaread un mondo più giusto e fraterno.

A New York ho potuto visitare laSede centrale dell’O nu e salutare ilpersonale che vi lavora. Ho avutocolloqui con il Segretario Generale ei Presidenti delle ultime AssembleeGenerali e del Consiglio di Sicurez-za. Parlando ai Rappresentanti delleNazioni, nella scia dei miei Prede-

cessori, ho rinnovato l’incoraggia-mento della Chiesa Cattolica a quel-la Istituzione e al suo ruolo nellapromozione dello sviluppo e dellapace, richiamando in particolare lanecessità dell’impegno concorde efattivo per la cura del creato. Ho ri-badito anche l’appello a fermare eprevenire le violenze contro le mino-ranze etniche e religiose e contro lepopolazioni civili.

Per la pace e la fraternità abbiamopregato presso il Memoriale diGround Zero, insieme con i rappre-sentanti delle religioni, i parenti ditanti caduti e il popolo di NewYork, così ricco di varietà culturali.E per la pace e la giustizia ho cele-brato l’Eucaristia nel Madison Squa-re Garden.

Sia a Washington che a New Yorkho potuto incontrare alcune realtàcaritative ed educative, emblemati-che dell’enorme servizio che le co-munità cattoliche — sacerdoti, reli-giose, religiosi, laici — offrono inquesti campi.

Culmine del viaggio è stato l’In-contro delle Famiglie a Filadelfia,dove l’orizzonte si è allargato a tutto

il mondo, attraverso il “prisma”, percosì dire, della famiglia. La famiglia,cioè l’alleanza feconda tra l’uomo ela donna, è la risposta alla grandesfida del nostro mondo, che è unasfida duplice: la frammentazione e lamassificazione, due estremi che con-vivono e si sostengono a vicenda, einsieme sostengono il modello eco-nomico consumistico. La famiglia èla risposta perché è la cellula di unasocietà che equilibra la dimensionepersonale e quella comunitaria, eche nello stesso tempo può essere ilmodello di una gestione sostenibiledei beni e delle risorse del creato. Lafamiglia è il soggetto protagonista diun’ecologia integrale, perché è ilsoggetto sociale primario, che con-tiene al proprio interno i due principi-base della civiltà umana sulla terra:il principio di comunione e il princi-pio di fecondità. L’umanesimo biblicoci presenta questa icona: la coppiaumana, unita e feconda, posta daDio nel giardino del mondo, percoltivarlo e custodirlo.

Desidero rivolgere un fraterno ecaloroso ringraziamento a Mons.Chaput, Arcivescovo di Filadelfia,per il suo impegno, la sua pietà, ilsuo entusiasmo e il suo grande amo-re alla famiglia nell’o rg a n i z z a z i o n edi questo evento. A ben vedere, nonè un caso ma è provvidenziale che ilmessaggio, anzi, la testimonianzadell’Incontro Mondiale delle Fami-glie sia venuta in questo momentodagli Stati Uniti d’America, cioè dalPaese che nel secolo scorso ha rag-giunto il massimo sviluppo economi-co e tecnologico senza rinnegare lesue radici religiose. Ora queste stes-se radici chiedono di ripartire dallafamiglia per ripensare e cambiare ilmodello di sviluppo, per il benedell’intera famiglia umana.

Storiedi solidarietà

Lo ha chiesto il Pontefice nei saluti a vari gruppi di fedeli presenti in piazza San Pietro

In preghiera verso il sinodo

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

L’udienza di oggi sarà in due posti:qui in piazza e anche in Aula PaoloVI, dove ci sono tanti ammalati chela seguono sul maxischermo. Vistoche il tempo è un po’ brutto abbia-mo scelto che loro siano coperti epiù tranquilli lì. Uniamoci gli uni glialtri e salutiamoci.

Nei giorni scorsi ho compiuto ilviaggio apostolico a Cuba e negliStati Uniti d’America. Esso è natodalla volontà di partecipare all’In-contro Mondiale delle Famiglie, inprogramma da tempo a Filadelfia.Questo “nucleo originario” si è allar-gato ad una visita agli Stati Unitid’America e alla sede centrale delleNazioni Unite, e poi anche a Cuba,che è diventata la prima tappadell’itinerario. Esprimo nuovamentela mia riconoscenza al PresidenteCastro, al Presidente Obama e al Se-gretario Generale Ban Ki-moon perl’accoglienza che mi hanno riservato.Ringrazio di cuore i fratelli Vescovie tutti i collaboratori per il grandelavoro compiuto e per l’amore allaChiesa che lo ha animato.

“Misionero de la Misericordia”: cosìmi sono presentato a Cuba, una ter-ra ricca di bellezza naturale, di cul-tura e di fede. La misericordia di

Dio è più grande di ogni ferita, diogni conflitto, di ogni ideologia; econ questo sguardo di misericordiaho potuto abbracciare tutto il po-polo cubano, in patria e fuori, al di

La messa finale dell’i n c o n t romondiale delle famiglie

a Philadelphia (27 settembre)

Nel santuario della Vergine del Cobre a Cuba (22 settembre)

Ai malati nell’aula Paolo VI

Presi per mano

Preghiere per «il prossimo sinodo dei Vescovi checomincia tra qualche giorno» sono state chiesteda Papa Francesco alle famiglie presentiin piazza San Pietro. Nel salutare i vari gruppilinguistici il Pontefice ha anche ricordatola beatificazione in Polonia di suor ClaraLudovica Szczęsna.

Saluto cordialmente i fedeli di lingua france-se, in particolare il pellegrinaggio nazionaledella Guinea, accompagnato da Mons. Couli-baly, Arcivescovo di Conakry, e le persone ve-nute dalla Svizzera, dal Belgio, dalla Costad’Avorio e dalla Francia.

Ricordo particolarmente nella mia preghierale vostre famiglie affinché esse perseverinonella testimonianza intorno a loro della gioiadel Vangelo, e vi chiedo di continuare a pre-gare per me e per il prossimo sinodo dei Ve-scovi che comincia tra qualche giorno.

Che Dio vi benedica!

Saluto i pellegrini di lingua inglese presentiall’odierna Udienza, specialmente quelli pro-venienti da Inghilterra, Scozia, Danimarca,Norvegia, Kenya, Nigeria, Sud Africa, NuovaZelanda, India, Sri Lanka, Giappone, Filippi-ne, Samoa Americana, Canada e Stati Unitid’America. Vi chiedo di pregare per il Sinodosulla Famiglia, e di essere testimoni della pre-senza costante di Dio nel mondo attraverso lavostra vita familiare. Dio vi benedica tutti!

Rivolgo un cordiale saluto a tutti i visitatoridi lingua tedesca, in particolare al gruppo del

Malteser Hilfsdienst, ai pellegrini dell’A rc i d i o -cesi di Va d u z , e agli studenti del liceo cattolicodei Missionari Oblati di Maria Immacolata diB o rk e n . Che il Signore vi benedica e la Vergi-ne Santa vi protegga.

Saludo a los peregrinos de lengua española,en especial a los grupos provenientes de Espa-ña y Latinoamérica. Encomendamos a Dioslos frutos de este viaje, y que el ejemplo desan Junípero Serra, nos haga a todos auténti-cos evangelizadores, que vayan por el mundocompartiendo con todos el amor de Cristo.Muchas gracias.

Carissimi pellegrini di lingua portoghese,benvenuti! Di cuore vi saluto tutti, in partico-lare i fedeli brasiliani venuti da São Paulo,Rio de Janeiro, Itú e Campo grande, ricor-dandovi che la risposta alla grave sfida delladivisione e massificazione nel mondo attuale èla famiglia. Su di voi e sulle vostre famiglie,scenda la benedizione di Dio!

Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli dilingua araba, in particolare a quelli provenien-ti dal Libano e dalla Terra Santa. La Fami-glia, fondata sul patto tra uomo e donna, è lapietra angolare di tutta la società umana, illuogo della nostra nascita e crescita. Non esi-ste una vera crescita o un reale progresso sen-za salvaguardare la dignità della famiglia. Pre-ghiamo affinché il Signore protegga tutte lefamiglie dal cadere nelle tentazioni della ne-

gligenza o della negazione della sua alta voca-zione. Il Signore vi benedica tutti e vi proteg-ga dal maligno!

Saluto cordialmente i polacchi e li ringrazioper la preghiera durante il mio Viaggio Apo-stolico a Cuba e negli Stati Uniti. Saluto oggiin modo particolare le Ancelle del Sacro Cuo-re di Gesù con la loro Madre Generale, venu-te a ringraziare qui, nel cuore della Chiesa,per la beatificazione svoltasi domenica scorsaa Cracovia, di Klara Ludwika Szczęsna, Co-fondatrice della Congregazione. La nuovaBeata con la sua vita ci ha insegnato la dona-zione a Dio, l’umile servizio al prossimo, lavita secondo lo spirito del Vangelo, la sensibi-lità ai poveri, a coloro che si trovano nel biso-gno e a quanti si sono smarriti nella vita. Ilsuo motto “Tutto per il Cuore di Gesù” siaper ciascuno di noi una sfida, affinché possia-mo vivere secondo la Volontà di Dio. Sia lo-dato Gesù Cristo!

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrinidi lingua italiana. Sono lieto di accogliere idevoti di Santa Rita da Cascia, accompagnatidall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons.Renato Boccardo. Nel benedire la grande sta-tua della Santa, invito tutti, nel prossimo Giu-bileo della Misericordia, a rileggere la suastraordinaria esperienza umana e spirituale co-me segno della potenza della misericordia diDio. Saluto i fedeli di Amaseno, con il Vesco-vo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Mons. Am-brogio Spreafico, in occasione dell’anno giu-

Ci ha pensato Francesco, stamani, adare dignità e a far conoscere storiedi solidarietà cristiana. Incontrandogli ammalati, nell’aula Paolo VI, harilanciato la testimonianza di GiuliaGabrieli, tredicenne bergamascamorta di tumore nel 2012, nel cuinome si sta muovendo tutta ladiocesi, e non solo, con iniziativeconcrete. Lo testimonia la presenzadi trentacinque bambini ricoveratinel reparto di oncologia pediatricadell’ospedale Giovanni XXIII diBergamo, accompagnati daifamiliari, dal personale medico edai volontari dell’associazione chericorda Giulia. Con loro anchetantissimi malati giunti daGermania e Paesi Bassi e i disabilidella fondazione spagnola Ande.Successivamente, in piazza SanPietro, la forza di questi abbracci èstata rilanciata dal Papa con alcunisignificativi incontri: tutti gli alunnidella sezione A della secondaelementare della scuola romanaFalcone e Borsellino sono volutivenire in udienza «per raccontare aFrancesco la bellezza di esserecompagni di classe di Livio», unbambino non vedente. SpiegaAndrea Oliva, papà di Michele,uno degli amici di Livio: «In classesi respira amore, amicizia, rispetto,reciproco, disponibilità e solidarietàgrazie a maestre eccezionali, abimbi meravigliosi e alla voglia divivere di Livio». E così tra lematerie da studiare è stato inseritoil sistema Braille «per comunicaremeglio con il loro amico». Unmodo di comunicare diretto èanche quello scelto da GuidoCapra, un giovane disabile diBuenos Aires, protagonista deldocumentario Yo soy el Artista. Èun film, spiegano i genitori, «cheinvita a rimarcare le potenzialità diciascuno per superare ostacoliapparentemente insormontabili».E con lo stesso stile paterno,intanto, Francesco ha preso carta epenna per rispondere alvideomessaggio inviatogli daDamiano, 8 anni, un bambinoammalato che ora è a Lourdes. Alui il Papa ha chiesto in particolaredi pregare «per i piccoli migrantiche tentano viaggi di speranza». Leparole del Pontefice saranno lettestasera nel santuario marianofrancese nell’ambito delpellegrinaggio dei bambinipromosso dall’Unitalsi.A Francesco all’udienza generale èstata consegnata, poi, la tessera dipresidente onorariodell’associazione legata al santuario

bilare di San Lorenzo e le Missionarie del Sa-cerdozio Regale di Cristo, che ricordano i 70anni di fondazione.

Saluto i bambini del Reparto oncologicodell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo chesono in Aula Paolo VI; i sacerdoti del CollegioMessicano e del Collegio San Paolo in Roma;i soci della Banca Mediolanum di Caltanisset-ta e i seminaristi del Pontificio Collegio Ma -ria Mater Ecclesiae di Roma. A tutti auguroche la visita alla Città Eterna costituiscaun’occasione per irrobustire la speranza e ac-crescere la carità.

Porgo un pensiero speciale ai giovani, agliammalati, oggi numerosi in Aula Paolo VI, eagli sposi novelli. Oggi celebriamo la memo-ria di San Girolamo. Cari giovani, la sua pas-sione per la Sacra Scrittura vi faccia innamo-rare del Libro della Vita; cari ammalati, la suaausterità riempia di significato la vostra soffe-renza; cari sposi novelli, il suo vigore spiritua-le fortifichi la fede nella vostra nuova casa.

della Madonna del Ghisallo,riconosciuta da Pio XII patrona ditutti i ciclisti del mondo. Perl’occasione il Papa ha benedettoanche il nuovo gonfalone di questo«punto di riferimento spirituale peri ciclisti, voluto fortemente da GinoBartali» spiegano i responsabiliDomenico Magrì e Bruno Carraro.A due mesi dalla Conferenzadell’Onu sul clima, si sono messi incammino verso Parigi «per portareun contributo ispirato dall’enciclicaLaudato si’»: ecco l’obiettivodell’iniziativa della Focsiv, incollaborazione con l’asso ciazioneThe People’s pilgrimage di cuifanno parte anche sopravvissuti al

tifone Yolanda che nel 2013 si èabbattuto sulle Filppine.Tra Roma e Parigi faranno tappaanche ad Assisi, Firenze e Taizé.Infine il Papa ha benedetto unagrande statua di santa Rita daCascia, alta sei metri.A presentargli l’iniziativa,l’arcivescovo di Spoleto-Norcia,monsignor Renato Boccardo.L’opera sarà collocata alle porte diCascia, lungo la strada perRoccaporena, paese natale di Rita.Alla cerimonia, il 18 ottobre,sarà presente il cardinale BécharaBoutros Raï, patriarca di Antiochiadei maroniti. È in Libano infattiche lo scultore Nayef Alwanha scolpito la statua in pietracalcarea, estratta dalle montagnedel Paese dei cedri «per esprimereun messaggio di pace».

Prima di recarsi in piazza San Pietro, il Papa ha incontrato nell’aula PaoloVI i numerosi malati che hanno voluto partecipare all’udienza generalenonostante il tempo incerto. Ecco il saluto rivolto loro.

Buongiorno!

Vi saluto tutti. L’udienza di oggi cisarà in due posti: qui e in piazza.Siccome il tempo sembrava essereun po’ brutto, abbiamo preso ladecisione che voi siate qui, tran-quilli, più comodi, e possiate vede-re l’udienza sul maxi schermo. Viringrazio tanto per questa visita evi chiedo di pregare per me. Lamalattia è una cosa brutta, e ci so-no i medici — sono bravi! — gli in-fermieri, le infermiere, le medicine,

guardando Gesù con la sua pazien-za, la nostra fede viene più forte.

E sempre con la nostra malattiaandiamo, con Gesù accanto, presiper mano da Gesù. Lui sa cosa si-gnifica la sofferenza, Lui ci capiscee Lui ci consola e ci dà forza.

E adesso do a tutti voi la bene-dizione, chiedo che il Signore vibenedica e vi accompagni. Ma pri-ma preghiamo la Madonna.

[Ave Maria... Benedizione]tutto, ma è sempre unacosa brutta. Ma c’è la fe-de, la fede che ci inco-raggia, e quel pensieroche a tutti noi viene:Dio si è fatto malato pernoi, cioè ha inviato suoFiglio, che ha preso sudi sé tutte le nostre ma-lattie, fino alla croce. E