Nessuno viene lasciato indietro? Gli ammortizzatori sociali in Italia

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A causa della crisi internazionale, molti lavoratori rischiano di perdere il lavoro e molti altri si trovano già disoccupati. Quali aiuti offre lo Stato per venire incontro ai bisogni di queste famiglie? In questa presentazione parliamo degli ammortizzatori sociali in Italia. Cosa sono? Chi ne ha diritto? Quanti lavoratori non ricevono alcun aiuto? E' vero che Nessuno viene lasciato indietro?

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Nessuno viene lasciato indietro?

Gli ammortizzatori sociali in Italia

Paolo Lucchino

Luglio 2009

www.quattrogatti.info

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Introduzione

Dati: Variazione % del Prodotto Interno Lordo (PIL) dal 2007-IV al 2008-IV, OCSE

Italia

La crisi finanziaria ha portato con se una crisi economica che sta colpendo i paesi di tutto il mondo, inclusa l’Italia.

L’andamento dell’economia

Molti lavoratori hanno perso il lavoro e altri rischiano di trovarsi senza lavoro nei prossimi mesi.

In questo contesto, si è tornato a parlare di

ammortizzatori sociali contro la ammortizzatori sociali contro la disoccupazionedisoccupazione

Introduzione

Cosa sono?

Come sono organizzati in Italia?

Come si potrebbe migliorarli?

Cosa sono gli ammortizzatori sociali?

Cosa sono gli ammortizzatori sociali?

Gli ammortizzatori sociali sono aiuti temporanei che vengono dati a chi si trova in difficoltà economiche, per esempio quando si

perde il lavoro.

Come gli ammortizzatori di una moto, questi aiuti servono ad assorbire la ‘botta’ e ridurre

il danno.

Servono quindi ad evitare che una situazione di una famiglia con problemi economici diventi ancora più drammatica (magari dovendosi

indebitare con degli usurai, per fare un esempio).

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Gli ammortizzatori sociali in Italia

Purtroppo, come si vede in questo grafico, rispetto agli altri paesi europei, l’Italia spende poco per gli aiuti a chi perde lavoro, solo lo

0.5% del nostro Prodotto Interno Lordo (PIL).

Dati: Spesa Sociale Contro la Disoccupazione, 2006, Eurostat

Italia Regno Unito

GermaniaFrancia

Spagna

Come funzionano gli ammortizzatori sociali in Italia?

Come vengono spesi i soldi destinati agli ammortizzatori sociali?

Esistono diversi tipi di ammortizzatori sociali, risultando in un panorama complesso e frammentato.

Ma questo è necessariamente un difetto?

Magari avere tanti tipi di aiuti permette di fare interventi specifici e mirati…

Gli ammortizzatori sociali in Italia

Infatti, secondo il Ministro della Pubblica Amministrazione,

Renato Brunetta:“Gli ammortizzatori sociali funzionano

proprio in quanto segmentati e diversificati… Il mercato del lavoro

italiano, al di la' delle sue contraddizioni, e' mirabile, funzionale, efficiente,

flessibile, reattivo, intelligente, e a modo suo equo.”

Come vedremo però, molti altri esperti del mercato del lavoro non sarebbero d’accordo.

Ma prima, quali sono i principali ammortizzatori in Italia?

Gli ammortizzatori sociali in Italia

Sono 3 i principali ammortizzatori sociali per chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo.

•Cassa Integrazione Guadagni

•Mobilità

•Indennità di Disoccupazione

Andiamoli a vedere meglio…

Gli ammortizzatori sociali in Italia

Cassa Integrazione Guadagni e Mobilità

La Cassa Integrazione Guadagni serve per aiutare le aziende ad affrontare difficoltà temporanee, contribuendo a pagare i salari

dei lavoratori che sono stati sospesi dal lavoro.

Quindi, i dipendenti non lavorano (o lavorano ad orario ridotto) ma non sono ancora considerati disoccupati.

Se invece i problemi temporanei dell’impresa non si risolvono, l’azienda potrebbe decide di licenziare i suoi dipendenti. In alcuni

di questi casi, i lavoratori possono ricevere un altro aiuto dallo Stato: la Mobilità

Indennità di disoccupazione

Infine, l’Indennità di Disoccupazione funziona un po’ come una assicurazione…

…cioè i lavoratori pagano un piccolo contributo (del 1,91%) dalla busta paga per avere diritto all’Indennità, nel caso dovessero

perdere il lavoro.

Per ricevere l’Indennità è quindi necessario soddisfare requisiti contributivi, come per esempio avere versato contributi nell’arco

dei 2 anni precendenti.

Cassa Integrazione

GuadagniMobilità

Indennità di Disoccupazione

Prevalentemente per le imprese dei settori industriali

Solo alle imprese con più di 15 dipendenti

Solo a chi aveva un contratto a

tempo indeterminato

Non per gli autonomi

Non i perparasubordinati

(cioè in molti casi i ‘precari’)

Ci sono importanti eccezioni nei requisiti di accesso agli ammortizzatori sociali…

Un panorama complesso

Un panorama iniquo

Laura, ingengere chimico

€ 20,000 l’anno, 35 anni, 2 figli

Ottiene la Cassa Integrazione

Gigi, pescatore industriale

€ 20,000 l’anno, 35 anni, 2 figli

A casa senza aiuti

Insomma, con questo assetto, i nostri ammortizzatori sociali trattano in modo diverso lavoratori uguali.

Un panorama iniquo

Insomma, con questo assetto, i nostri ammortizzatori sociali trattano in modo diverso lavoratori uguali.

Sandro, Operatore Call Center

Contratto ‘Partita IVA’ (‘precario’)

A casa senza aiuti

Francesca, Operatrice Call Center

Contratto a tempo indeterminato

Ottiene l’Indennità di Disoccupazione

Riassumiamo…

Si ricevono o no gli aiuti a seconda del settore in cui lavori, il tipo di contratto che hai, il numero di persone

impiegate dalla tua azienda…

Invece, avrebbe senso se gli aiuti considerassero anche criteri di necessità oggettiva come per esempio il

reddito o il numero di persone a carico.

E tanti scoperti.

Inoltre, il nostro sistema di ammortizzatori lascia senza protezione gruppi particolari di lavoratori, come chi è senza

contratto stabile, o chi ha una storia lavorativa frammentata o limitata.

Ma con ammortizzatori come i nostri, cosa succede con l’arrivo della crisi?

Ad aggravare il problema, sono spesso proprio i lavoratori senza protezione ad essere più a rischio di perdere il lavoro quando

si entra in recessione.

Infatti, i dati ISTAT mostrano che nei primi tre mesi del 2009, hanno perso il lavoro 205,000 persone…

.. per la maggioranza lavoratori ‘precari’ (co.co.co,

parasubordinati e così via), cioè proprio i lavoratori meno protetti dagli ammortizzatori…

Inoltre, il Consiglio Nazionale dell‘Economia e del Lavoro prevede che si potrebbero perdere fino a 820,000 posti di lavoro entro

Dicembre 2009.

La Recessione

Ma che fa il Governo per affrontare questo problema?

Con il ‘pacchetto anti-crisi’ del 2008 il governo ha:

• Finanziato la Cassa Integrazione Guadagni e Mobilità in deroga

• Introdotto aiuti ai collaboratori continuativi a progetto (cosiddetti co.co.pro) e gli apprendisti, cioè due di quelle tipologie contrattuali che non sono coperte da aiuti.

Andiamo a vedere meglio in cosa consistono…

Le misure del Governo

‘In deroga’ significa che Cassa Integrazione e Mobilità potranno essere concessi, nel 2009 e 2010, anche a chi in situazioni

normali non soddisferebbe i requisiti prima accennati.

Però, quali restrizioni verranno ignorate sarà a discrezione di ciascuna Regione.

Il Governo ha stanziato per questo intervento 8 miliardi di euro. Più della metà di questi verranno dal Fondo Sociale Europeo e dal

Fondo per le Aree Sottoutilizzate.

Cassa Integrazione e Mobilità in Deroga

Inoltre, il governo ha introdotto degli aiuti ai co.co.pro e apprendisti. Purtroppo, per ottenerli bisognerà soddisfare

requisiti molto stretti.

se perde il lavoro riceverà una tantum uguale a 20% di quello che hanno guadagnato nel 2008. Si stima € 1,600 in media.

Aiuti a co.co.pro e apprendisti

•Solo se un co.co.pro ha guadagnato almeno €5000 ma non più di € 13,819 nel 2008

•E ha lavorato anche nel 2009

Insomma, sulla base di dati ISTAT e INPS, è stato stimato che soddisferanno i requisiti solo:

Inoltre, nel decreto ‘anti-crisi’ del Luglio 2009, soldi messi a disposizione per questo intervento sono stati

riallocati al Fondo Sociale per l’Occupazione e Formazione.

Aiuti a co.co.pro e apprendisti

Fonte delle stime: Berton, Richiardi, & Sacchi, ‘Il sussidio “Lascia e Raddoppia”’, 2009

Ma gli interventi del Governo sono sufficienti affinché

“nessuno venga lasciato indietro”?

Purtroppo, anche con le ultime misure del governo, il nostro sistema rimane inadeguato e lascia gruppi interi

di lavoratori senza protezione.

La Banca d’Italia ha recentemente stimato che:

non riceverebbero alcun aiuto in caso di perdita del lavoro.

E, ricordiamo, si tratta spesso dei tipi di lavoratori più a rischio di perdere il lavoro durante una recessione

I buchi del sistema

A questi bisogna anche aggiungere circa

che, non avendo un contratto regolare, sono esclusi da tutti gli ammortizzatori che abbiamo appena visto

I buchi del sistema

Fonte del dato: Manasse, P. “Regioni in Conflitto per i fondi Europei”, 2009

Come si potrebbero riformare gli ammortizzatori sociali per renderli più

efficaci?

Da più parti si è iniziato a parlare di riforma degli ammortizzatori sociali da un punto di vista

universalistico.

In quest’ottica, si trova la proposta di un sussidio di disoccupazione per tutti, dato a chiunque si ritrovi senza lavoro, senza distinzioni di settore, contratto o

dimensione dell’azienda.

Questo sussidio, molto simile a quello che si trova in Gran Bretagna o Francia, chiuderebbe i buchi del

nostro sistemaAndiamo a vedere meglio…

Che fare?

Si tratterebbe di un aiuto economico a chiunque perde il lavoro.

In cambio degli aiuti, il lavoratore è tenuto a partecipare ad attività di formazione e a

dimostrare che sta cercando un nuovo lavoro.

Il lavoratore può decidere di non partecipare alle attività di formazione o può rifiutare l’offerte di

lavoro che riceve, ma in questo caso perderebbe anche il diritto al sussidio.

Un sussidio per tutti

Esistono vari tipi di sussidi, ma per fare un esempio, potrebbe funzionare su tre livelli*:

Livello 1

Quando si perde il lavoro o scade il contratto, un lavoratore che soddisfa certi requisiti contributivi riceverebbe fino a 9 mesi di

aiuti pari al 70% di quanto guadagnava

Livello 2Se dopo 9 mesi il lavoratore non ha ancora trovato un lavoro e non ha altre fonti di reddito, ha diritto fino ad altri 9 mesi e fino

€700 mensili di aiuto.

* Il sussidio che descriviamo qui è una versione semplificata della proposta di Fabio Berton, Matteo Richiardi e Stefano Sacchi

Un sussidio per tutti

Livello 2 (continua)

I lavoratori che non soddisfano i requisiti contributivi del Livello 1, possono ricevere direttamente il secondo livello di aiuti, ma con

una durata massima di 18 mesi invece di 9.

Livello 3

Se, dopo i 18 mesi totali, il lavoratore ancora non ha trovato lavoro, riceverà comunque un reddito minimo, che per un single

sarebbe €320, e di più se si ha famiglia

Un sussidio per tutti

Va bene, sembra interessante, ma…Va bene, sembra interessante, ma…

Chi lo paga? Dove si prenderebbero i Chi lo paga? Dove si prenderebbero i soldi?soldi?

Un sussidio per tutti

L’intero pacchetto nel 2008 sarebbe costato

13,4 miliardi di euro, divisi:

6,2 miliardi per il primo livello

e circa 7,2 miliardi per il secondo e terzo livello

Ma i soldi?

il primo livello è assicurativo, come l’attuale Indennità di Disoccupazione.

cioè tutti i lavoratori pagherebbero un piccolo contributo (del 1,22%) dalla loro busta paga per avere diritto al

primo livello di aiuti nel caso dovessero perdere il lavoro.

Lo Stato non deve aggiungere fondi propri.

Ma i soldi?

Il secondo e terzo livello sono invece assistenziali…

e viene quindi finanziato dallo Stato attraverso le tasse di tutti i cittadini.

Quindi, l’intero pacchetto costerebbe allo Stato

i 7,2 miliardi di euro per il livello 2 e 3

Ma 7 miliardi all’anno sono tanti o sono pochi?

Ma i soldi?

Guardando i dati, anche se la spesa per gli ammortizzatori contro la disoccupazione aumentasse di 7,2 miliardi, saremmo

comunque sotto la media europea

Ma i soldi?

Dati: Spesa Sociale Contro la Disoccupazione, 2006, Eurostat

0.0%

0.2%

0.4%

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0.8%

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1.2%

1.4%

1.6%

Italia Italia + 7,2 miliardi Media Europea

Alcuni dicono che l’Italia non si può permettere un sussidio per tutti perché ha già un debito pubblico

enorme.

Questo è vero ma non considera il fatto che gli ammortizzatori non solo sono un aiuto contro il disagio

sociale della disoccupazione ma…

…sono anche un buon investimento economico

Vediamo come…

Si ma i soldi?

Avere buoni ammortizzatori sociali vuol dire ridurre l’impatto delle crisi economiche e la profondità delle

recessioni.

Andiamo a vedere perché…

Ammortizzatori Sociali

Senza buoni ammortizzatori, la crisi economica può diventare una spirale negativa

Economia senza ammortizzatori

Licenziamenti

Crisi Economica

Calo dei Consumi

Le Imprese non Vendono

Invece, gli ammortizzatori sociali servono proprio a ridurre l’impatto della crisi.

Economia Con Gli Ammortizzatori

Licenziamenti

Crisi Economica

Calo MINORE dei Consumi

Calo MINORE delle venduite

Impatto MINORE della Crisi

Sussidio di Disoccupazione

Uno studio dell’OCSE ha quantificato che avere buoni ammortizzatori sociali contro la disoccupazione

può assorbire circa il 5% di uno shock economico.

Insomma, per fare un esempio e semplificando un po’, se nei primi 3 mesi del 2009 hanno perso il lavoro

205,000 persone, con il sussidio universale, non solo tutti riceverebbero aiuti, ma forse 10,000 addirittura

non avrebbero perso il lavoro…

Ammortizzatori Sociali

Fonte: Fuceri, ‘Stabilization Effects of Social Spending’, 2009

Riducendo l’impatto della crisi,

lo Stato riceverebbe in tasse più soldi rispetto ad una economia senza buoni ammortizzatori.

Quei 7,2 miliardi per il sussidio universale sarebbero quindi ben spesi perché aiuterebbero a ridurre l’impatto

delle crisi e migliorerebbero la capacità di ripresa economica.

Quindi anche più soldi allo Stato…

Conclusione

La crisi economica porta chiaramente alla luce le limitazioni,i buchi e le iniquità del nostro sistema di

aiuti a chi perde il lavoro.

Questa andrebbe presa come un’opportunità per fare una seria riforma degli ammortizzatori sociali che

garantisca, in modo sostenibile per le casse dello Stato, aiuti a tutti coloro che perdono il lavoro.

In altri paesi questo si fa già da tempo, perché non lo si fa anche in Italia?

Una grande opportunità

Grazie!Se hai apprezzato la presentazione, inoltra il link del nostro sito!

Per commenti sul progetto Quattrogatti.info :commenti@quattrogatti.info

Per contattare l’autore: paolo.lucchino@quattrogatti.info

www.quattrogatti.info

Ringraziamo Fabio Berton, Matteo Richiardi e Stefano Sacchi, autori del libro “Flex-insecurity” (il Mulino), e Alessandro Cugini per i commenti recevuti e la

revisone della presentazione. Le fonti dei dati e note bibliografiche sono reperibili sul nostro sito.