NDRANGHETA IL CORTEO DI LIBERA Una piazza gremita «Così la … · 2016. 3. 22. · Pd, per...

Post on 25-Aug-2020

0 views 0 download

Transcript of NDRANGHETA IL CORTEO DI LIBERA Una piazza gremita «Così la … · 2016. 3. 22. · Pd, per...

di Evaristo Sparvieri◗ REGGIOEMILIA

Non sono solo nomi. Sono lestorie di donne e uomini inno-centi, uccisi barbaramente dal-le mafie. Vite spezzate e strap-pate all’affetto dei loro familia-ri, scesi ieri mattina al fianco diLibera in oltre duemila luoghiitaliani – tra piazze, scuole ecarceri – per onorarne il ricor-do e alimentare la speranza.Memoria e impegno che proce-dono di pari passo anche nellungo corteo organizzato qui aReggio, dove il coordinamentodi Libera Emilia-Romagna hadato appuntamento per cele-brare a livello regionale la 21esi-ma edizione della Giornata inricordo delle vittime innocentidelle mafie, organizzata insie-me ad Avviso pubblico con lacollaborazione del Comune.

Un risveglio delle coscienzeche, in concomitanza con il pri-mo giorno di primavera, ha vi-sto scendere ieri mattina inpiazza Prampolini ottomila

persone, per dire “no” a qua-lunque tipo di criminalità orga-nizzata. Almeno per un giorno,Reggio diventa capitale dell’an-timafia, proprio alla vigilia delmaxi-processo Aemilia, al viadomani nell’aula speciale alle-stita nel palazzo di Giustizia:147 gli imputati, per il più gran-de processo contro la ’ndran-gheta mai celebrato nel nordItalia.

Il corteo parte puntuale dapiazzale Marconi, intorno alle9.30, proprio di fronte alla sta-

zione ferroviaria, dove nonhanno voluto far mancare la lo-ro presenza anche il ministroGraziano Delrio e il segretariodella Fiom, Maurizio Landini,mischiati tra la folla prima di es-sere chiamati ai rispettivi impe-gni. In testa al corteo, una deci-na di studenti del presidio uni-versitario di Libera. “Ponti dimemoria, luoghi di impegno”,si legge sul loro striscione. È loslogan di questa 21esima edi-zione, quasi un riferimento alponte sullo stretto di Messina,la città dalla quale don LuigiCiotti si collegherà in strea-ming nelle altre piazze italiane:«Abbiamo bisogno di un’operaquotidiana di cittadini respon-sabili, capaci di tradurre la do-manda di cambiamento in for-za di cambiamento – affermadon Ciotti in diretta video – C'èuna grande riforma da fare initalia: la riforma delle nostre co-scienze».

Il corteo procede lento, attra-versando viale IV Novembre, lavia Emilia, corso Garibaldi, finoa sbucare in piazza Prampolini,dove è stato allestito il palcocon il maxischermo. Gonfalonida diversi Comuni emiliano-ro-magnoli, sindaci, rappresen-tanti delle istituzioni. Un bru-sio interrotto solo dai cori scan-diti dai quattromila studentidelle scuole medie e superiori,arrivati soprattutto dalle pro-vince di Reggio, Modena e Par-ma, che sfilano nel corteo al ter-mine di un lungo percorso disensibilizzazione portato avan-ti insieme agli insegnanti dei lo-ro istituti.

Sul palco, gli interventi deiragazzi si alternano a quelli deirappresentanti dei sindacati,delle associazioni e delle istitu-zioni: il prefetto Raffaele Ruber-to, il sindaco Luca Vecchi, ilpresidente della Provincia,Giammaria Manghi, l’assesso-re regionale alla Legalità Massi-

mo Mezzetti, il questore Isabel-la Fusiello, il comandante pro-vinciale dei Carabinieri Antoni-no Buda, il comandante dellaGuardia di Finanza Ippazio Ble-ve. Sono un centinaio le perso-ne che si alternano sul palco. In

mano, ciascuno di loro ha unfoglio con una decina di nomidi vittime innocenti, fino acompilare un triste elenco di900 donne e uomini cui la ma-fia ha crudelmente spezzato lavita. Non solo i giudici Falcone

e Borsellino, il generale NandoDalla Chiesa, il sindacalista Pla-cido Rizzotto, il giornalistaGiancarlo Siani o Peppino Im-pastato, alcune delle vittimecui la piazza tributa applausicalorosi. Ma anche Giuseppe

Rechichi, vicepreside di unascuola di Polistena, ucciso pererrore dalla mafia nel 1987. OPaolo Castaldi e il suo amicoLuigi Sequino, uccisi per sba-glio durante una faida tra clancamorristici il 10 agosto del2000, a Napoli, quando aveva-no appena 21 e 20 anni.

Sul palco ci sono i loro fami-liari, arrivati qui a Reggio per te-stimoniare il loro impegno e laloro memoria: Annarita, figliadi Rechichi, e Anna, sorella diPaolo Castaldi. Familiari di vit-time innocenti che affidano illoro appello a Mara Fonti, ma-dre di Giovanni Tizian, il gior-nalista del Gruppo Espresso fi-nito sotto scorta proprio per le

minacce di morte ricevute dal-la criminalità organizzata inconseguenza dei suoi articoli.Era il 23 ottobre 1989 quando aLocri è stato assassinato suopadre, il funzionario di bancaGiuseppe Tizian, mentre rien-trava a casa dal lavoro. Secon-do gli investigatori era un fun-zionario integerrimo. E il suoomicidio è rimasto ancora sen-za un colpevole.

«Per noi non esistono vitti-me più importanti di altre – af-ferma dal palco Mara Fonti –Tutti meritano la dignità del ri-cordo perché le storie delle vit-time innocenti delle mafie, chestiamo ricostruendo con pa-zienza e riconoscenza profon-

da, scrivono una parte della sto-ria del nostro Paese. Le storiedelle vittime innocenti ci dico-no che le mafie non hanno maiavuto pietà per nessuno, chehanno ucciso indiscriminata-mente anche donne e bambini.Ci dicono che le mafie rubanosperanza, futuro, lavoro, liber-tà e diritti». Parole alle quali ag-giunge un appello rivolto allasocietà civile, invitando i citta-dini ad assistere ai processi efar sentire la propria presenzanelle aule di giustizia. A Bolo-gna, per il processo BlackMonkey, come a Reggio per ilmaxi-processo Aemilia.

Nome dopo nome, e vittimadopo vittima, la piazza applau-

de commossa. «Il nostro obiet-tivo era di raggiungere le quat-tromila persone, lo abbiamoampiamente superato», affer-ma il referente di Libera a Reg-gio Emilia, Manuel Masini. Peril referente di Libera Emilia-Ro-magna, Daniele Borghi, «la cit-tà ha risposto molto bene. Noici tenevamo ad essere a ReggioEmilia, dove sta per partire ilprocesso: questa è la dimostra-zione che la gente vuole capiree vuole essere informata. Oracadono tutti gli alibi di chi nonsapeva delle infiltrazioni».

GUARDA LE FOTO E I VIDEOE COMMENTAwww.gazzettadireggio.it

Ritorno in citta’

Anna Castaldi, con la foto del fratello Paolo e di Luigi Sequino

In Sala Tricolore assenti Pagliani e ScarpinoVuoti i seggi dei due consiglieri comunali. Frecciate in aula del sindaco Vecchi al Movimento 5 Stelle

Una piazza gremitaper dire no alle mafieOttomila alla manifestazione regionale sull’impegno e la memoriaStudenti e istituzioni sul palco leggono 900 nomi di vittime innocenti

I familiari delle vittime innocenti di mafia sul palco in piazza, fra le quali Mara Fonti, seconda da destra

‘‘LA MAMMADI TIZIAN

I nostri cariscomparsi meritanotutti la dignità del ricordoperchè le loro vitescrivono la storiadel nostro Paese

‘‘danieleborghi

La cittàha risposto molto bene.La gente vuole capire evuole essere informata.Ora cadono tutti gli alibidi chi non sapeva

■■ «Sono qua per una testimonianza di legalità». In corteo c’eraanche Potito Scalzulli, ex direttore del Catasto di Reggio, ora as-sessore a Galeata (Fc). L’ex dirigente (a sinistra, con Enrico Bini)ha presentato esposti su presunte irregolarità al Catasto.

Con Bini l’ex direttore del Catasto

◗ REGGIOEMILIA

Una riunione straordinaria delPd, per presentare alcuni nuovistrumenti di contrasto alla cri-minalità organizzata. L’ha con-vocata ieri sera il segretario pro-vinciale, Andrea Costa, che nel-le vesti di sindaco di Luzzara ierimattina era in prima fila sotto alpalco di Libera. «Il nostro impe-gno è quotidiano – afferma Co-sta – ogni mattina, prima di met-tere in fila il resto, dobbiamochiederci cosa possiamo farecontro la criminalità organizza-ta, sapendo che in questo terri-torio c’è tanto di buono che va

difeso». Numerosi i rappresen-tanti politici presenti al corteo.A partire dall’assessore regiona-le alla Legalità, Massimo Mez-zetti, che ha esortato a «strappa-re questa regione ai tentacolidella ’ndrangheta». Tra i parla-mentari, Antonella Incerti eMaino Marchi, che ha definito ilcorteo «un altro tassello checompleta il lavoro antimafia sulpiano culturale».

«Una massiccia partecipazio-ne, che riafferma la forza dellasocietà sana e dimostra che ladirezione è quella giusta – di-chiara il presidente della Provin-cia, Gianmaria Manghi – molto

significativo il numero degli stu-denti: bisogna costruire sullenuove generazioni».

Tra i Comuni che si sono co-stituiti parte civile in Aemilia (ol-tre a Reggio e Provincia, Mon-tecchio, Brescello, Reggiolo,Gualtieri), mancava Reggiolo(gli amministratori erano a Bo-logna per il post-terremoto) eBrescello, commissariato dopole dimissioni di Coffrini. Presen-ti Paolo Colli di Montecchio, trai Comuni con il più alto numerodi beni sequestrati («Qui la ma-fia non passa»), e Andrea Carlet-ti di Bibbiano («Una piazza pie-na di colori»), il vicesindaco di

Gualtieri, Marcello Stecco («So-lo con un’alleanza tra istituzionie società civile si può fare terrabruciata intorno alla criminalitàorganizzata») ed Enrico Bini,sindaco di Castelnovo Monti,con delega alla Legalità in Pro-vincia: «Alla vigilia del maxipro-cesso, tanta partecipazione èimportante. Non sarò in tribu-nale il primo giorno, ma saròpresente a tutte le altre udienze,è fondamentale per conoscere ecapire». Per la parlamentareM5s, Maria Edera Spadoni, «lalotta alle mafie è una lotta in cuitutti noi siamo chiamati a fare lanostra parte». (am.p.)

i commenti

I sindaci in prima fila: «Qui c’è la società sana»Provincia e Regione hanno aderito all’iniziativa. Il Pd convoca una direzione straordinaria

di Ambra Prati◗ REGGIOEMILIA

«Cosa significa essere parentedi una vittima di mafia? Soprat-tutto tanto dolore, ci vuole co-raggio per combattere, ma noisentiamo che lo Stato ci è vici-no». Paolo Castaldi è stato ucci-so a vent’anni per errore a Na-poli, insieme al suo amico LuigiSequino. Due facce da ragazzi,sorridenti nella foto appesa alcollo di Anna Castaldi, la sorelladi Paolo, che ieri mattina è salitasul palco di piazza Prampoliniinsieme agli altri parenti dellevittime di mafia.

Il fratello fu ucciso per casua-lità, in una esecuzione maturataall’interno della faida di camor-ra tra i clan Marfella e Lago. Sitrovava nel posto sbagliato nelmomento sbagliato.

Era il 10 agosto 2000, quartie-re Pianura di Napoli, a pochimetri da dove abitavano i Ca-staldi: Paolo Castaldi era in au-to, fermo. Stava ascoltando mu-sica e parlando all’amico delviaggio che si accingeva a fare aPiacenza, proprio per il matri-monio della sorella Anna, allaquale doveva fare da testimone.Per una tragica fatalità, la mac-china era parcheggiata propriosotto casa del boss che il clan ri-vale voleva giustiziare, per ritor-sione rispetto a un altro omici-dio avvenuto una settimana pri-ma: i sicari, tratti in ingannodall’auto e forse dalla fretta, spa-rarono sui due giovani, del tuttoestranei e innocenti rispetto albagno di sangue che ha stronca-to le loro vite.

Da allora Anna Castaldi, resi-dente a Reggio, si è impegnatacon Libera e con l’opera di sen-sibilizzazione dell’associazio-ne, soprattutto nelle scuole.«Non credevo che sarei stata ca-pace, qui da sola, di affrontaretutto questo, ma grazie a miomarito, alle figlie e all’esempiodi mio padre, per il quale la sen-sibilizzazione è diventata unaragione di vita, ho trovato la for-za», racconta ricordando com-mossa il fratello. Dopo quattroanni da quella doppia esecuzio-ne, gli assassini sono stati cattu-

rati e condannati all’ergastolo.Ma la pacificazione emotiva èun’altra cosa: «Io non li perdo-no», sottolinea Anna. Quest’ulti-ma, residente nella nostra cittàda anni, ha vissuto sulla sua pel-le il cambiamento di mentalitàreggiano, dove quindici anni fal’argomento criminalità orga-nizzata era terra vergine.

Anna ricorda quando si recòal Registro di Collocamento Mi-rato, per iscriversi nelle liste deifamiliari vittime di mafia, chedal punto di vista lavorativo pos-sono avere agevolazioni fiscalial pari dei disabili: «Mi risero infaccia: era la prima volta che aReggio c’era una richiesta delgenere». Tra i parenti che nel po-

meriggio hanno preso la parolain Sala Tricolore c’era anche An-narita Rechichi, che ha ricorda-to il padre Giuseppe, ucciso il 4marzo 1987, anch’egli per un er-rore: insegnante e vicepreside aPolistena (Reggio Calabria), eraandato in un bar per avvisare uncollega che doveva sostituiredei docenti assenti. Ma, mentreattraversava la strada diretto auna cabina telefonica, scoppiòun agguato, che aveva comebersaglio un direttore di bancarimasto illeso. Rechichi fu rag-giunto da una pallottola vagan-te e morì. Ora l'Istituto Magistra-le in cui era professore è intitola-to a lui, così come un’associa-zione antimafia.

La testimonianza:«Così la camorrauccise mio fratello»Anna Castaldi, sorella di Paolo, freddato per errore a Napoli«Ci vuole coraggio per combattere, ma bisogna reagire»

◗ REGGIOEMILIA

Due assenti: Pagliani e Scarpi-no. Sono stati loro i due consi-glieri che ieri pomeriggio nonerano presenti in Sala Tricoloreper l’incontro tra i parenti dellevittime della mafia e i rappre-sentanti del consiglio. Pagliani,imputato in Aemilia, ha inviatouna mail a tutti i colleghi perchiarire che ieri si trovava a Vi-cenza per lavoro (nominandocolleghi, ristoranti e luoghi incui sarebbe andato). Quantoall’assenza di Salvatore Scarpi-no, unico calabrese eletto per ilPd in consiglio comunale, al ter-

zo mandato (che con gli ex con-siglieri Antonio Olivo e RoccoGualtieri si recò con l’allora sin-daco Delrio dall’ex prefetto diReggio, De Miro), ieri era assen-te «per motivi di lavoro». Lo hariferito il capogruppo Pd, An-drea Capelli, aggiungendo che«essendo saltato il consiglio co-munale (è stato richiesto piùtempo per studiare il caso Irenda parte dei grillini, ndr), Scarpi-no, come tutti i dipendenti, nonpoteva chiedere un permesso,avrebbe dovuto giustificare lasua assenza con ferie o altro».

«Ma il Pd è ben rappresentatoe Scarpino interviene sempre

quando si parla di ‘ndrangheta– si è affrettato a precisare Ca-pelli, accanto al presidenteCommissione Legalità DanieleMarchi e a molti altri – non èun’assenza politica, semmaisimbolica». In una giornata sim-bolica all’ennesima potenza.

Dopo la testimonianza di An-narita Rechichi e il grazie di Ma-nuel Masini, responsabile pro-vinciale di Libera, gran partedell’incontro in sala Tricolore èstato dominato dal discorso delsindaco Luca Vecchi, soddisfat-to perché «erano anni che nonsi vedeva così tanta gente scen-dere in piazza»: «Si respirava

aria buona». Il primo cittadinosi è appuntato al petto il risulta-to di aver reso possibile celebra-re il maxiprocesso nella nostracittà: «Abbiamo fatto i salti mor-tali: non ovunque si sarebbe po-tuto garantire un impegno delgenere, non solo economico.Reggio si trova in un passaggiostorico del tutto inedito e inquest’ultimo anno avrebbe po-tuto reagire in modo diverso: in-vece siamo riusciti, mettendo adisposizione personale con unatabella di marcia pressante e at-ti burocratici non ordinari, adapprontare in tempo l’aula spe-ciale». Non sono mancate tutta-via anche stoccate ai grillini, nelrichiamo alla necessità, da par-te di tutte le forze politiche, di«stare uniti», lasciando «svolge-re alle istituzioni il loro ruolo ealla magistratura inquirente ilsuo». (am.p.)L’incontro di ieri in Sala Tricolore con i familiari delle vittime

Don Luigi Ciottiera collegatoin diretta streamingsu un maxi schermo

NDRANGHETA» IL CORTEO DI LIBERA

2 Primo piano GAZZETTA MARTEDÌ 22 MARZO 2016

di Evaristo Sparvieri◗ REGGIOEMILIA

Non sono solo nomi. Sono lestorie di donne e uomini inno-centi, uccisi barbaramente dal-le mafie. Vite spezzate e strap-pate all’affetto dei loro familia-ri, scesi ieri mattina al fianco diLibera in oltre duemila luoghiitaliani – tra piazze, scuole ecarceri – per onorarne il ricor-do e alimentare la speranza.Memoria e impegno che proce-dono di pari passo anche nellungo corteo organizzato qui aReggio, dove il coordinamentodi Libera Emilia-Romagna hadato appuntamento per cele-brare a livello regionale la 21esi-ma edizione della Giornata inricordo delle vittime innocentidelle mafie, organizzata insie-me ad Avviso pubblico con lacollaborazione del Comune.

Un risveglio delle coscienzeche, in concomitanza con il pri-mo giorno di primavera, ha vi-sto scendere ieri mattina inpiazza Prampolini ottomila

persone, per dire “no” a qua-lunque tipo di criminalità orga-nizzata. Almeno per un giorno,Reggio diventa capitale dell’an-timafia, proprio alla vigilia delmaxi-processo Aemilia, al viadomani nell’aula speciale alle-stita nel palazzo di Giustizia:147 gli imputati, per il più gran-de processo contro la ’ndran-gheta mai celebrato nel nordItalia.

Il corteo parte puntuale dapiazzale Marconi, intorno alle9.30, proprio di fronte alla sta-

zione ferroviaria, dove nonhanno voluto far mancare la lo-ro presenza anche il ministroGraziano Delrio e il segretariodella Fiom, Maurizio Landini,mischiati tra la folla prima di es-sere chiamati ai rispettivi impe-gni. In testa al corteo, una deci-na di studenti del presidio uni-versitario di Libera. “Ponti dimemoria, luoghi di impegno”,si legge sul loro striscione. È loslogan di questa 21esima edi-zione, quasi un riferimento alponte sullo stretto di Messina,la città dalla quale don LuigiCiotti si collegherà in strea-ming nelle altre piazze italiane:«Abbiamo bisogno di un’operaquotidiana di cittadini respon-sabili, capaci di tradurre la do-manda di cambiamento in for-za di cambiamento – affermadon Ciotti in diretta video – C'èuna grande riforma da fare initalia: la riforma delle nostre co-scienze».

Il corteo procede lento, attra-versando viale IV Novembre, lavia Emilia, corso Garibaldi, finoa sbucare in piazza Prampolini,dove è stato allestito il palcocon il maxischermo. Gonfalonida diversi Comuni emiliano-ro-magnoli, sindaci, rappresen-tanti delle istituzioni. Un bru-sio interrotto solo dai cori scan-diti dai quattromila studentidelle scuole medie e superiori,arrivati soprattutto dalle pro-vince di Reggio, Modena e Par-ma, che sfilano nel corteo al ter-mine di un lungo percorso disensibilizzazione portato avan-ti insieme agli insegnanti dei lo-ro istituti.

Sul palco, gli interventi deiragazzi si alternano a quelli deirappresentanti dei sindacati,delle associazioni e delle istitu-zioni: il prefetto Raffaele Ruber-to, il sindaco Luca Vecchi, ilpresidente della Provincia,Giammaria Manghi, l’assesso-re regionale alla Legalità Massi-

mo Mezzetti, il questore Isabel-la Fusiello, il comandante pro-vinciale dei Carabinieri Antoni-no Buda, il comandante dellaGuardia di Finanza Ippazio Ble-ve. Sono un centinaio le perso-ne che si alternano sul palco. In

mano, ciascuno di loro ha unfoglio con una decina di nomidi vittime innocenti, fino acompilare un triste elenco di900 donne e uomini cui la ma-fia ha crudelmente spezzato lavita. Non solo i giudici Falcone

e Borsellino, il generale NandoDalla Chiesa, il sindacalista Pla-cido Rizzotto, il giornalistaGiancarlo Siani o Peppino Im-pastato, alcune delle vittimecui la piazza tributa applausicalorosi. Ma anche Giuseppe

Rechichi, vicepreside di unascuola di Polistena, ucciso pererrore dalla mafia nel 1987. OPaolo Castaldi e il suo amicoLuigi Sequino, uccisi per sba-glio durante una faida tra clancamorristici il 10 agosto del2000, a Napoli, quando aveva-no appena 21 e 20 anni.

Sul palco ci sono i loro fami-liari, arrivati qui a Reggio per te-stimoniare il loro impegno e laloro memoria: Annarita, figliadi Rechichi, e Anna, sorella diPaolo Castaldi. Familiari di vit-time innocenti che affidano illoro appello a Mara Fonti, ma-dre di Giovanni Tizian, il gior-nalista del Gruppo Espresso fi-nito sotto scorta proprio per le

minacce di morte ricevute dal-la criminalità organizzata inconseguenza dei suoi articoli.Era il 23 ottobre 1989 quando aLocri è stato assassinato suopadre, il funzionario di bancaGiuseppe Tizian, mentre rien-trava a casa dal lavoro. Secon-do gli investigatori era un fun-zionario integerrimo. E il suoomicidio è rimasto ancora sen-za un colpevole.

«Per noi non esistono vitti-me più importanti di altre – af-ferma dal palco Mara Fonti –Tutti meritano la dignità del ri-cordo perché le storie delle vit-time innocenti delle mafie, chestiamo ricostruendo con pa-zienza e riconoscenza profon-

da, scrivono una parte della sto-ria del nostro Paese. Le storiedelle vittime innocenti ci dico-no che le mafie non hanno maiavuto pietà per nessuno, chehanno ucciso indiscriminata-mente anche donne e bambini.Ci dicono che le mafie rubanosperanza, futuro, lavoro, liber-tà e diritti». Parole alle quali ag-giunge un appello rivolto allasocietà civile, invitando i citta-dini ad assistere ai processi efar sentire la propria presenzanelle aule di giustizia. A Bolo-gna, per il processo BlackMonkey, come a Reggio per ilmaxi-processo Aemilia.

Nome dopo nome, e vittimadopo vittima, la piazza applau-

de commossa. «Il nostro obiet-tivo era di raggiungere le quat-tromila persone, lo abbiamoampiamente superato», affer-ma il referente di Libera a Reg-gio Emilia, Manuel Masini. Peril referente di Libera Emilia-Ro-magna, Daniele Borghi, «la cit-tà ha risposto molto bene. Noici tenevamo ad essere a ReggioEmilia, dove sta per partire ilprocesso: questa è la dimostra-zione che la gente vuole capiree vuole essere informata. Oracadono tutti gli alibi di chi nonsapeva delle infiltrazioni».

GUARDA LE FOTO E I VIDEOE COMMENTAwww.gazzettadireggio.it

Ritorno in citta’

Anna Castaldi, con la foto del fratello Paolo e di Luigi Sequino

In Sala Tricolore assenti Pagliani e ScarpinoVuoti i seggi dei due consiglieri comunali. Frecciate in aula del sindaco Vecchi al Movimento 5 Stelle

Una piazza gremitaper dire no alle mafieOttomila alla manifestazione regionale sull’impegno e la memoriaStudenti e istituzioni sul palco leggono 900 nomi di vittime innocenti

I familiari delle vittime innocenti di mafia sul palco in piazza, fra le quali Mara Fonti, seconda da destra

‘‘LA MAMMADI TIZIAN

I nostri cariscomparsi meritanotutti la dignità del ricordoperchè le loro vitescrivono la storiadel nostro Paese

‘‘danieleborghi

La cittàha risposto molto bene.La gente vuole capire evuole essere informata.Ora cadono tutti gli alibidi chi non sapeva

■■ «Sono qua per una testimonianza di legalità». In corteo c’eraanche Potito Scalzulli, ex direttore del Catasto di Reggio, ora as-sessore a Galeata (Fc). L’ex dirigente (a sinistra, con Enrico Bini)ha presentato esposti su presunte irregolarità al Catasto.

Con Bini l’ex direttore del Catasto

◗ REGGIOEMILIA

Una riunione straordinaria delPd, per presentare alcuni nuovistrumenti di contrasto alla cri-minalità organizzata. L’ha con-vocata ieri sera il segretario pro-vinciale, Andrea Costa, che nel-le vesti di sindaco di Luzzara ierimattina era in prima fila sotto alpalco di Libera. «Il nostro impe-gno è quotidiano – afferma Co-sta – ogni mattina, prima di met-tere in fila il resto, dobbiamochiederci cosa possiamo farecontro la criminalità organizza-ta, sapendo che in questo terri-torio c’è tanto di buono che va

difeso». Numerosi i rappresen-tanti politici presenti al corteo.A partire dall’assessore regiona-le alla Legalità, Massimo Mez-zetti, che ha esortato a «strappa-re questa regione ai tentacolidella ’ndrangheta». Tra i parla-mentari, Antonella Incerti eMaino Marchi, che ha definito ilcorteo «un altro tassello checompleta il lavoro antimafia sulpiano culturale».

«Una massiccia partecipazio-ne, che riafferma la forza dellasocietà sana e dimostra che ladirezione è quella giusta – di-chiara il presidente della Provin-cia, Gianmaria Manghi – molto

significativo il numero degli stu-denti: bisogna costruire sullenuove generazioni».

Tra i Comuni che si sono co-stituiti parte civile in Aemilia (ol-tre a Reggio e Provincia, Mon-tecchio, Brescello, Reggiolo,Gualtieri), mancava Reggiolo(gli amministratori erano a Bo-logna per il post-terremoto) eBrescello, commissariato dopole dimissioni di Coffrini. Presen-ti Paolo Colli di Montecchio, trai Comuni con il più alto numerodi beni sequestrati («Qui la ma-fia non passa»), e Andrea Carlet-ti di Bibbiano («Una piazza pie-na di colori»), il vicesindaco di

Gualtieri, Marcello Stecco («So-lo con un’alleanza tra istituzionie società civile si può fare terrabruciata intorno alla criminalitàorganizzata») ed Enrico Bini,sindaco di Castelnovo Monti,con delega alla Legalità in Pro-vincia: «Alla vigilia del maxipro-cesso, tanta partecipazione èimportante. Non sarò in tribu-nale il primo giorno, ma saròpresente a tutte le altre udienze,è fondamentale per conoscere ecapire». Per la parlamentareM5s, Maria Edera Spadoni, «lalotta alle mafie è una lotta in cuitutti noi siamo chiamati a fare lanostra parte». (am.p.)

i commenti

I sindaci in prima fila: «Qui c’è la società sana»Provincia e Regione hanno aderito all’iniziativa. Il Pd convoca una direzione straordinaria

di Ambra Prati◗ REGGIOEMILIA

«Cosa significa essere parentedi una vittima di mafia? Soprat-tutto tanto dolore, ci vuole co-raggio per combattere, ma noisentiamo che lo Stato ci è vici-no». Paolo Castaldi è stato ucci-so a vent’anni per errore a Na-poli, insieme al suo amico LuigiSequino. Due facce da ragazzi,sorridenti nella foto appesa alcollo di Anna Castaldi, la sorelladi Paolo, che ieri mattina è salitasul palco di piazza Prampoliniinsieme agli altri parenti dellevittime di mafia.

Il fratello fu ucciso per casua-lità, in una esecuzione maturataall’interno della faida di camor-ra tra i clan Marfella e Lago. Sitrovava nel posto sbagliato nelmomento sbagliato.

Era il 10 agosto 2000, quartie-re Pianura di Napoli, a pochimetri da dove abitavano i Ca-staldi: Paolo Castaldi era in au-to, fermo. Stava ascoltando mu-sica e parlando all’amico delviaggio che si accingeva a fare aPiacenza, proprio per il matri-monio della sorella Anna, allaquale doveva fare da testimone.Per una tragica fatalità, la mac-china era parcheggiata propriosotto casa del boss che il clan ri-vale voleva giustiziare, per ritor-sione rispetto a un altro omici-dio avvenuto una settimana pri-ma: i sicari, tratti in ingannodall’auto e forse dalla fretta, spa-rarono sui due giovani, del tuttoestranei e innocenti rispetto albagno di sangue che ha stronca-to le loro vite.

Da allora Anna Castaldi, resi-dente a Reggio, si è impegnatacon Libera e con l’opera di sen-sibilizzazione dell’associazio-ne, soprattutto nelle scuole.«Non credevo che sarei stata ca-pace, qui da sola, di affrontaretutto questo, ma grazie a miomarito, alle figlie e all’esempiodi mio padre, per il quale la sen-sibilizzazione è diventata unaragione di vita, ho trovato la for-za», racconta ricordando com-mossa il fratello. Dopo quattroanni da quella doppia esecuzio-ne, gli assassini sono stati cattu-

rati e condannati all’ergastolo.Ma la pacificazione emotiva èun’altra cosa: «Io non li perdo-no», sottolinea Anna. Quest’ulti-ma, residente nella nostra cittàda anni, ha vissuto sulla sua pel-le il cambiamento di mentalitàreggiano, dove quindici anni fal’argomento criminalità orga-nizzata era terra vergine.

Anna ricorda quando si recòal Registro di Collocamento Mi-rato, per iscriversi nelle liste deifamiliari vittime di mafia, chedal punto di vista lavorativo pos-sono avere agevolazioni fiscalial pari dei disabili: «Mi risero infaccia: era la prima volta che aReggio c’era una richiesta delgenere». Tra i parenti che nel po-

meriggio hanno preso la parolain Sala Tricolore c’era anche An-narita Rechichi, che ha ricorda-to il padre Giuseppe, ucciso il 4marzo 1987, anch’egli per un er-rore: insegnante e vicepreside aPolistena (Reggio Calabria), eraandato in un bar per avvisare uncollega che doveva sostituiredei docenti assenti. Ma, mentreattraversava la strada diretto auna cabina telefonica, scoppiòun agguato, che aveva comebersaglio un direttore di bancarimasto illeso. Rechichi fu rag-giunto da una pallottola vagan-te e morì. Ora l'Istituto Magistra-le in cui era professore è intitola-to a lui, così come un’associa-zione antimafia.

La testimonianza:«Così la camorrauccise mio fratello»Anna Castaldi, sorella di Paolo, freddato per errore a Napoli«Ci vuole coraggio per combattere, ma bisogna reagire»

◗ REGGIOEMILIA

Due assenti: Pagliani e Scarpi-no. Sono stati loro i due consi-glieri che ieri pomeriggio nonerano presenti in Sala Tricoloreper l’incontro tra i parenti dellevittime della mafia e i rappre-sentanti del consiglio. Pagliani,imputato in Aemilia, ha inviatouna mail a tutti i colleghi perchiarire che ieri si trovava a Vi-cenza per lavoro (nominandocolleghi, ristoranti e luoghi incui sarebbe andato). Quantoall’assenza di Salvatore Scarpi-no, unico calabrese eletto per ilPd in consiglio comunale, al ter-

zo mandato (che con gli ex con-siglieri Antonio Olivo e RoccoGualtieri si recò con l’allora sin-daco Delrio dall’ex prefetto diReggio, De Miro), ieri era assen-te «per motivi di lavoro». Lo hariferito il capogruppo Pd, An-drea Capelli, aggiungendo che«essendo saltato il consiglio co-munale (è stato richiesto piùtempo per studiare il caso Irenda parte dei grillini, ndr), Scarpi-no, come tutti i dipendenti, nonpoteva chiedere un permesso,avrebbe dovuto giustificare lasua assenza con ferie o altro».

«Ma il Pd è ben rappresentatoe Scarpino interviene sempre

quando si parla di ‘ndrangheta– si è affrettato a precisare Ca-pelli, accanto al presidenteCommissione Legalità DanieleMarchi e a molti altri – non èun’assenza politica, semmaisimbolica». In una giornata sim-bolica all’ennesima potenza.

Dopo la testimonianza di An-narita Rechichi e il grazie di Ma-nuel Masini, responsabile pro-vinciale di Libera, gran partedell’incontro in sala Tricolore èstato dominato dal discorso delsindaco Luca Vecchi, soddisfat-to perché «erano anni che nonsi vedeva così tanta gente scen-dere in piazza»: «Si respirava

aria buona». Il primo cittadinosi è appuntato al petto il risulta-to di aver reso possibile celebra-re il maxiprocesso nella nostracittà: «Abbiamo fatto i salti mor-tali: non ovunque si sarebbe po-tuto garantire un impegno delgenere, non solo economico.Reggio si trova in un passaggiostorico del tutto inedito e inquest’ultimo anno avrebbe po-tuto reagire in modo diverso: in-vece siamo riusciti, mettendo adisposizione personale con unatabella di marcia pressante e at-ti burocratici non ordinari, adapprontare in tempo l’aula spe-ciale». Non sono mancate tutta-via anche stoccate ai grillini, nelrichiamo alla necessità, da par-te di tutte le forze politiche, di«stare uniti», lasciando «svolge-re alle istituzioni il loro ruolo ealla magistratura inquirente ilsuo». (am.p.)L’incontro di ieri in Sala Tricolore con i familiari delle vittime

Don Luigi Ciottiera collegatoin diretta streamingsu un maxi schermo

NDRANGHETA» IL CORTEO DI LIBERA

MARTEDÌ 22 MARZO 2016 GAZZETTA Primo piano 3