Monsignor Giovanni Volta ricordato “Durante la sua ... del...commovente ricordo di Don Enzo...

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Domenica 4 marzo in Carminela Santa Messa nel trigesimodella morte di Mons. VoltaMonsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia,presiederà domenica 4 marzo, alle 18 nellachiesa di Santa Maria del Carmine, la Santa

Messa capitolare nel tri-gesimo della morte di

monsignor Giovan-ni Volta. Sarà

un’altra occasio-ne importante

per pregaretutti insiemenel ricordodel nostrovescovo eme-rito, scom-parso loscorso 4 feb-braio.

Sollecitato dal direttore aggiungo an-ch’io il mio mattoncino di ricordi suMonsignor Giovanni Volta. Mi soffer-merò su pochi aspetti, per me moltosignificativi.Di lui pastore ricordo anzitutto l’at-tenzione alla famiglia, di cui è segnola serie di lettere alla famiglie pave-si, iniziata nel 1987, ognuna dellequali dedicata ad aspetti specificidella vita coniugale e familiare. Poi, verso la fine della sua missionea Pavia, c’è stata l’esperienza del Si-nodo, cui ho potuto partecipare suinvito dello stesso Monsignor Volta.Le prime riunioni occuparono tutti isabati pomeriggio per tre o quattromesi e furono costantemente direttedal Vescovo. E’ stata una bella espe-rienza di chiesa, nella quale si sonosentite le diverse voci e aspettativedella diocesi. Durante la cerimoniaconclusiva lo stesso Monsignor Voltaconsegnò a ciascun partecipante ildocumento finale del Sinodo e sitrattò di un momento molto coinvol-gente.Vale la pena di ricordare anche l’im-pegno spiegato da Monsignor Voltaall’interno della Commissione eccle-siale “Giustizia e pace”. Durante lasua Presidenza fu elaborato il docu-mento “Educare alla legalità” di cuisi può apprezzare una quasi immu-tata attualità, il che non è esatta-mente un bel segno per la societàitaliana.Il documento fu licenziato il 16 otto-bre 1991 e stigmatizzava quel malco-stume politico amministrativo chesarebbe apparso evidente tre mesidopo, quando iniziò l’epoca cosiddet-ta di “mani pulite”; esso fu presenta-to dallo stesso Mons. Volta inun’affollata manifestazione nella Sa-la dell’Annunciata e suscitò un viva-ce dibattito. Ma non c’è stato solo il volto ufficialedel Vescovo.L’autorevolezza della funzione e delruolo fanno considerare di solito ilVescovo come una persona difficil-mente accessibile, impressione chesvaniva quando s’aveva occasione diincontro personale con MonsignorVolta, al di fuori dell’ufficialità. Conquel suo sguardo schietto e direttoegli sapeva esprimere un’affabilitàed un interesse reale per il suo inter-locutore: qualche volta la sua do-manda “vanno sempre bene i figlio-li?” finiva per anticipare il saluto chemia moglie ed io stavamo per porgli.Questo aspetto si è reso ancora piùevidente dopo il termine della suamissione episcopale, quando nei suoifrequenti ritorni a Pavia aveva occa-sione di incontrare tante persone in

modo più informale.Ho avuto modo di verificarlo in occa-sione della partecipazione di Monsi-gnor Volta a diversi momenti di vitae di festa della Casa del Giovane,istituzione cui è sempre stato vicino.Proprio su queste pagine, giusto unanno fa, sottolineai l’appassionato ecommovente ricordo di Don Enzo Bo-schetti che, nell’anniversario dellamorte, Mons. Volta consegnò alla Co-munità.L’ultimo incontro e l’ultimo salutofurono dopo la celebrazione euca-ristica a ricordo del suo venticin-quesimo anno di episcopato, nelgiugno 2011, occasione cheavrebbe meritato maggiore pre-senza di fedeli. Ma nessuno al-lora pensò che si sarebbe trat-tato dell’ultimo incontro.

Cesare Beretta(presidente

della sezione penaledel Tribunale di Pavia)

4 Mons. Giovanni VoltaVenerdì, 24 febbraio 2012

Monsignor Giovanni Volta ricordato con grande affetto anche dal giudice Cesare Beretta

“L’attenzione alla famiglia e la grandeesperienza del Sinodo”

“Durante la sua malattiaho capito che era lui la presenza viva della Passione di Cristo”Giulio, quattro anni, ha la febbre, rannicchiato inbraccio alla sua mamma, quieto, il faccino spento elo sguardo assopito. Fa impressione vederlo così,lui, così vivace e attento. Non vuole starsene nellettino. Se ne sta lì tranquillo, rilassato nonostantela tosse che non gli dà tregua. Un Gesù bambinofragile, che ha bisogno di sentirsi avvolto d’amore.Non sarà certo lo stare in braccio alla mamma afargli passare l’influenza, eppure nessuno direbbeche la mamma lo sta viziando e che i suoi sono solocapricci.Lo guardo e mi vien da pensare che anche noi adul-ti quando siamo gravemente ammalati non siamopoi tanto diversi: anche noi deboli e talora impoten-ti di fronte al male che ci assale. I medici fanno laloro parte e noi li lasciamo fare, sperando che l’az-zecchino. Ma non ci fa piacere sentirci soli. E nonsolo per la necessità che qualcuno ci porga un bic-chier d’acqua o ci metta una coperta in più, coseche chiunque può fare. Abbiamo bisogno di un supplemento d’affetto daparte delle persone a noi care, del conforto e del so-stegno della loro presenza. Non è necessario parlar-si, anzi il silenzio è spesso più eloquente di tanteinutili parole. Le esortazioni alla pazienza e allasopportazione, pronunciate disinvoltamente da chiva a far visita, possono essere addirittura fastidioseed esigere – esse sì - un supplemento di pazienza.Ammalati, ma anche anziani non più autosufficien-ti: persone un tempo sane e svelte ed ora bisognosedell’aiuto degli altri. Ricordo che un giorno, da ra-gazzina che vuole scandagliare i segreti dell’univer-so, chiesi a don Volta perché mai il Signore nondesse a tutti la stessa quantità di talenti in terminidi condizioni di vita, di capacità e di salute. Misembrava un’ingiustizia. La risposta fu di quelleche orientano una vita. Mi disse: “È perché il diva-rio possa essere colmato nell’amore della condivisio-ne fraterna.”E così penso che ogni bisogno d’aiuto, ogni fragilitàpossano diventare occasioni di un supplemento d’a-more e quindi essere anch’esse a loro modo motividi gioia, o quantomeno di consolazione.Certo, condividere la malattia di una persona caranon è possibile: si vorrebbe essere come il Cireneoche aiuta Gesù a portare la croce e l’impotenza èmotivo di dolore. Anche di questo ebbi occasione diparlare con don Volta. Mi rispose: “L’importante èla presenza: Dio abita nel cuore dell’uomo.” In realtà durante la sua malattia ho compreso cheera lui la presenza viva della passione di Cristo ac-canto a me, e pensavo a tutti i Corpi di Cristo mar-toriati che stavano patendo e morendo talora in so-litudine, e ai molti santi morti nel curare il Corpodel Signore negli appestati e nei lebbrosi, primo tratutti il nostro S. Luigi Gonzaga.E mi ricordai delle parole di Bonhoeffer: “Gli uomini corrono a Dio nel loro bisogno, / implo-rano aiuto, invocano pane e fortuna, / salvezza dal-la malattia, dalla colpa, dalla morte. / Tutti, tutti,cristiani e pagani.Gli uomini vanno da Dio nel suo bisogno, / lo tro-vano povero, umiliato, senza tetto né pane, / lo ve-dono soffocato dal peccato, dalla debolezza, dallamorte. / I cristiani stanno accanto a Dio nellasua sofferenza.Dio va a tutti gli uomini nel loro bisogno, / sazia ilcorpo e l’anima con il suo pane, / muore crocifissoper cristiani e pagani / e a tutti perdona.

Anna Orlandi Pincella

Il 10 e l’11 marzo la Diocesi chiama araccolta i ragazzi dei primi due annidelle superioriUna “due giorni” all’oratorio di S.MauroSabato 10 e domenica 11 marzo presso l’oratorio di San Mau-ro a Pavia (via Folla di Sopra) si terrà una “due giorni” dedi-cata ai ragazzi che frequentano la prima e la seconda superio-re. L’iniziativa è organizzata dagli uffici Insegnanti di religio-ne, Scuola, Sport, Pastorale giovanile e Oratori della Diocesipavese. Abbiamo chiesto a Luca Gregorelli, responsabile dellapastorale dello sport di descriverci la genesi di questa iniziati-va e gli obiettivi che si prefigge.“La sollecitazione”, ci spiega, “proviene dal vescovo mons. Giu-dici che, considerata la positiva esperienza dei campi scuolaper i ragazzi delle scuole medie (prima a Pragelato ora aBrentonico) degli insegnanti di religione ha chiesto di esten-dere un’esperienza simile anche alla delicata fascia dei ragaz-zi che frequentano i primi due anni delle superiori. Insieme a

don Franco Tassone, a don Davide Diegoli, ad Antonia Pasto-rino abbiamo dunque pensato a un “seguito” che coinvolgessei ragazzi delle superiori e per iniziare abbiamo scelto un’espe-rienza logisticamente attuabile chiamando i ragazzi alla par-rocchia di S.Mauro in città. L’auspicio è che negli anni questaesperienza cresca e si possano organizzare campi scuola estivianche per questa fascia d’età”.Come si svolgeranno le due giornate all’oratorio di S.Mauro?“Sabato 10 marzo alle 17.30 ci ritroveremo in oratorio, seguiràla cena e una serata in maschera organizzata dagli animatoridel campo estivo. La notte dormiremo nei sacchi a pelo nellapalestra dell’oratorio, la mattina seguente il vescovo verrà atrovarci e celebrerà la S.Messa per noi. Il pranzo segnerà laconclusione della due giorni. Rifletteremo sul tema “Educare igiovani alla giustizia alla pace” (il messaggio del Papa per laGiornata Mondiale della Pace) e presenteremo ai ragazzi testi-monianze di persone attive nel mondo del volontariato”. Come è possibile “prenotarsi” per partecipare alla “due giorni”?“Chi vuole partecipare può iscriversi entro il 4 marzo via maila sport@diocesi.pavia.it oppure aderire su facebook al gruppo“Camposcuola Idr Pavia-Pragelato Brentonico” oppure può farpervenire la propria adesione tramite il proprio insegnante direligione o il proprio parroco”.

Matteo Ranzini

Sport e oratorio, una commissione diocesana per elaborare nuovi progettiSport e oratorio. Un binomio da rafforzare anche nelladiocesi di Pavia. E’ in questa direzione che si muove l’atti-vità di una nuova commissione creata “ad hoc” che com-prende la pastorale dello sport della diocesi, il Csi di Pa-via e alcune realtà cittadine in cui l’attività sportiva inoratorio è collaudata (S.Pietro Apostolo, S.Carlo Borro-meo, Pgs). La commissione è stata sollecitata da mons.Giovanni Giudici al fine di creare un gruppo di lavoro cheelabori nuove proposte “cristiane” in ambito sportivo. Sisono tenute le prime riunioni nelle quali sono emerse lecriticità su cui intervenire e anche primi progetti operati-vi: su tutti la possibile organizzazione di un “torneo dipallavolo” dedicato ai grest da organizzarsi a livello vica-riale e l’organizzazione di una “Scuola di tifo” che coinvol-ga gli istituti scolastici cittadini e non solo. La volontà,inoltre, è quella di allargare, nel tempo, la composizionedella stessa commissione coinvolgendo altri oratori in cuisi pratica l’attività sportiva non solo nei campionati affi-liati al Csi.

Matteo Ranzini