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Melodia in pagina—Numero 3 pagina 1
MAGGIO 2011
Numero 3
Il percorso che ha por-tato alla formazione del Regno d'Italia è iniziato dopo il Congresso di Vien-na del 1815, ma il regno è stato istituito dopo la fine della Seconda Guerra di Indipendenza e la spe-dizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Alla fine della Seconda Guerra di Indi-pendenza, infatti, il Regno di Sardegna comprendeva i territori attuali di Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Nel 1860 Garibaldi organizzava la spedizione dei Mille partendo da Quarto il 5 maggio
2° Istituto
Comprensivo
“Giuseppe Melodia”
Si festeggiano i 150 anni dell‟Unità d‟Italia, proclamata ufficialmente il 17 Marzo 1861 quando Vittorio Emanuele II fu nominato Re d‟Italia “per grazia di Dio e volontà della Nazione”,
e sbarcando a Marsala l'11 mag-gio. Ad agosto la Basilicata si univa al Regno d'Italia e, sempre ad ago-sto Giuseppe Ga-ribaldi attraver-sava lo stretto di Messina; la Puglia
dichiarava decaduti i Borboni (insurrezione di Altamura), Garibaldi entrava a Napoli , ormai abbandonata dal re Francesco II di Borbone , il 7 set-tembre 1860. Nel mese di ottobre una serie di plebisciti stabilivano l'annessio-ne dei territori delle Due Sicilie al Re-
Giorno venticinque gennaio, su idea della prof.ssa Giusi Rizza e anticipandola di due giorni, è stata celebrata nel Secondo Istituto Comprensivo‖Giuseppe Melodia ― la giornata della memoria. La giornata della memoria per non dimenticare, ma come possono i nostri ragazzi dimentica-re ciò che non conoscono? Ecco allora un itinerario didattico pluridisciplinare che,abbracciando la letteratura,la sto-ria,la musica,i testi,le immagini cinemato-grafiche e l‘ espressività corporea e artistica,li porta a conoscere una delle più immani tragedie della storia,ossia la shoah. Il termine,di derivazione ebrai-ca,sottintende una catastrofe improvvisa e inattesa;tuttavia, etimologia a parte,la guerre e atrocità,non è mai la storia dell‘uomo che vive in pace. Si trat-ta,dunque,di educare le future genera-
I social networks
MELODIA IN PAGINA
150° Anniversario dell’ Unità d’Italia
1861- 2011
Gli alunni della nostra scuola, quest‘anno,
tra le tante attività del POF, hanno po-
tuto scegliere l‘Avviamento alla pratica
(Continua a pagina 12)
gno Sabaudo. Nel 1861, con la prima con-vocazione del Parlamento Italiano, è sta-to così proclamato il Regno d'Italia, al quale mancavano ancora Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, territori che sarebbero entrati negli anni successivi. Lo Statuto Alberti-no, promulgato da Carlo Alberto di Sa-voia il 4 marzo 1848, viene esteso a tut-to il regno per definire le caratteristi-che della nuova monarchia costituzionale. Il Regno d'Italia nasceva, quindi, come ingrandimento del Regno di Sardegna. Si diffonde l'idea che una Italia unita a-vrebbe potuto rappresentare un elemen-to di stabilità per l'intero continente.
G. Garofalo III A –(Sec. I grado)
zioni a un nuovo umanesimo che ponga l‘ uomo e la sua positività al centro di un universo di concordia e di fratellanza. Tra suoni, immagini e musiche, sono sta-te riviste le pagine di Primo Levi,la vita e il pensiero di Edith Stein,il Diario di Anna Frank, poesie e testimonianze dei deportati, e il tutto sintetizzato nell‘ opera pittorica del prof. Ciro Carbone. Tuttavia, il fil rouge che ha legato tutti i momenti dello spettacolo sono stati i versi di Jouce Lussus. I piedi dei bambi-ni morti non crescono,c‘è un paio di scar-pette a Buchenwald, quasi nove, perché i piedini dei bambini non consumano suole. La trama teatrale si è snodata attraver-so la drammaticità di questi versi e il punto culminante dello spettacolo è sta-to il balbetto curato dalla prof.ssa Gia-
(Continua a pagina 2)
Parlando di social networks siamo indot-
ti a pensare a tante cose: divertimento,
giochi, nuovi amici. Ma non è proprio così
e l‘ho capito partecipando al progetto
―Minori on line – Sicurezza e internet‖
proposto dall‘associazione onlus Meter di
Don Fortunato di Noto. Una psicologa ci
ha spiegato che su internet ci sono molti
casi di pedofilia e sottrazione di dati
personali, carte di credito e accessi ille-
gittimi ai conti correnti bancari. Facebo-ok è uno dei primi a non essere sicuro
(Continua a pagina 5)
GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI
Il giorno della memoria…per non dimenticare
Squadra di pallavolo maschile
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 2
Si incomincia a parlare
del mar Mediterraneo
nell‘Odissea. Ulisse in-
fatti nel suo viaggio
meraviglioso approda in
luoghi e terre di quasi
tutto il Mediterraneo.
Ma non solo. In questo
meraviglioso mare hanno
anche navigato le navi
delle Città Marinare, che si servivano di
esso per il loro commercio. Il termine
Mediterraneo deriva dalla parola latina
―Mediterraneus‖ che significa ―in mezzo
alle terre‖. Questo mare, attraverso la
storia dell‘umanità, è stato definito con
diversi nomi: per esempio gli antichi
Il giorno della memoria IL MEDITERRANEO UNO DEI MARI PIÙ’
IMPORTANTI NELLA STORIA DELL’UMANITÀ
Romani lo chiamavano
―Mare Nostrum‖ ossia il
nostro mare. Adesso
viene navigato dagli e-
xtracomunitari che cer-
cano di rifugiarsi nelle
nostre terre siciliane
per fuggire dalla guerra
in Libia e purtroppo a
questo meraviglioso ma-
re è stato dato l‘appellativo di
―cimitero‖ perché pochi giorni fa una
barca si è ribaltata e hanno perso la
vita molte persone tra cui anche bam-
bini ed io ne sono molto addolorata.
Ester Greco I C (sec. I grado)
cinta Castaldo, la cui coreografia ha messo in mostra come sia possibile far sì che le scarpe dei bambini morti, di qual-sivoglia colore non restino per sempre nuove e non consumate. Basta rimetterle ai piedi dei bambini morti che, riportati in vita, potranno consumarle. Ecco, dun-que, l‘inno alla vita e il rifiuto di ogni sopraffazione tirannica che genera vio-lenze gratuite e lutti. Allo spettacolo hanno partecipato un po‘ tutti gli alunni delle classi della scuola Secondaria In-feriore, compresa la sezione staccata di Granieri, coordinati dalle insegnanti S.Berretta, G.Geranio, V.Lauretta, M. Mauceri, C. Salerno e C. Sortino.
C. Scollo IV B (Sc. primaria)
(Continua da pagina 1)
ramente a Siracusa e nulla vieta di pen-
sare che passò anche da Noto. Una con-
trada di Noto è intitolata al Santo Apo-
stolo e si chiama ―Contrata San Paolo‖.
Gli Arabi introdussero nuove colture:
limoni, canna da zucchero, pistacchio,
gelso… Numerosi nomi di fiumi e località
denunciano l‘origine araba: Busulumuni,
Baulì, Bufalefi , Bummisca e ancora Vad-
deddi, Cassibile, Antiddaru (Tellaro).
Intanto i Normanni iniziavano la conqui-
sta dell‘isola. Così la Sicilia passò dalla
dominazione araba a quella normanna .
Noto fu l‘ultima fortezza araba a cade-
re nelle mani dei Normanni. I Normanni
guidati dai fratelli Altavilla occuparono
Palermo e Noto. Con la conquista nor-
manna in Sicilia ritornano i feudi con-
cessi dal re ai sudditi. Tra la nuova no-
biltà normanna di Noto ricordiamo la
famiglia Landolina che è stata partico-
larmente generosa verso la chiesa del
SS Crocifisso, nella quale riposano le
ossa di alcuni dei suoi componenti. Nella
prima metà del XII secolo venne co-
struita la Chiesa Madre di Noto, intito-
lata, come l‘attuale a S. Niccolò di Bari,
vescovo di Mira. Fu in questo periodo
che arrivò a Noto il nobile piacentino
Corrado Confalonieri, che si era fatto
frate dopo una disavventura di caccia.
Egli visse prima alle celle vicino alla
chiesa del SS. Crocifisso e poi si tra-
sferì al Pizzoni, dove morì il 19 febbraio
1351; oggi è il protettore di Noto. Nel
1584 fu realizzata l’Arca d’argento che
racchiude il Corpo di San Corrado e che
sa allora viene portata in processione
nei giorni della festa del Santo. La città
di Noto ha avuto un luminoso passato, al
quale hanno contribuito i suoi figli mi-
gliori, rendendola famosa nel mondo. I
personaggi più importanti di Noto sono:
Ducezio, Ibn Hamdis, Guglielmo Buc-
chermi, Giovanni Aurispa, Nicolò Spe-
ciale, Matteo Carnilivari, Vincenzo Lit-
tara, Rocco Pirri, Filippo Tortora. Dopo
il terremoto dell‘11 gennaio 1693 la nuo-
va Noto fu costruita sul colle Meti (poi
chiamato cianazzu). La città, alla pro-
pria rinascita, vedrà impegnati archi-
tetti e capomastri locali, da Rosario
Gagliardi a Vincenzo Sinatra, a Paolo e
Bernardo Labisi, ad Antonio Mazza, che
daranno vita alle bellezze architettoni-
che che faranno della nuova Noto la
capitale del barocco.
S. Santuccio V C (Sc. primaria)
Racconta La tua Città
La nostra Noto ha origini antichissime.
Secondo le tradizioni la sua nascita
risalirebbe al tempo della caduta di
Troia. Si chiamava Neas che significa
―La Nuova‖ e sorgeva sul colle della
Mendola o Aguglia, a pochi chilometri da
Palazzolo Acreide . Ebbe un re famoso,
Ducezio , che vi nacque nel 488 a.C, Egli
trasferì la sua città sul monte Alveria
che circondò con potenti mura e formi-
dabili torri, per renderla inattaccabile
dai nemici. Quando Ducezio morì la sua
città fu assoggettata dai Greci. Poi fu
allentata dai Romani e si chiamò Netum.
L‘alleanza con Roma inaugura per Noto
un lunghissimo periodo di pace. Molti
prodotti della campagna netina:frutta,
legumi, olio, frumento e poi tonno, cuoio,
lana arrivano a Roma. A Noto si hanno
allevamenti di api che producono il fa-
moso miele di sàtara (timo). Esistevano
numerose ville Romane. Di esse rimane
la Villa del Tellaro, in contrada
―Valleddi‖. Nell‘827 inizia la conquista
dell‘isola da parte degli Arabi. Essi divi-
sero la Sicilia in tre grandi valli:Val di
Noto, Val di Mazara e Val di Demone o
Catania. Sotto gli Arabi, Noto,fu capo-
valle ed ebbe un lungo periodo di splen-
dore, diventando una rocca tra le più
forti ed una delle più belle città. Gli
Arabi permisero ai Cristiani di praticare
la loro religione. Nasce così il Cristiane-
simo. Sappiamo attraverso i libri e gli
atti degli Apostoli che S. Paolo fu sicu-
Noto antica—mura di cinta
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 3
Le immagini delle architetture monu-
mentali di Noto sono ormai famose in
tutto il mondo, ma poco o niente si sa
della storia dei quartieri popolari di
Noto. Per tale ragione voglio descrive-
re proprio uno di questi quartieri, a cui
sono molto legata grazie ai racconti
dei miei nonni. Si tratta del quartiere
―Agliastrello‖ che si trova tra via XX
Settembre e via Antonio Sofia. Un
labirinto di viuzze e scalinate che se-
guono la collina su su fino al palazzo
del nobile signore, costruito nella par-
te più alta , è sicuramente il più bello
dei quartieri popolari della città. Dalle
vie principali si dipartono sinuose stra-
dine e vicoli che sgusciano sotto archi
improvvisi, sbucano davanti ad edicole
votive recanti sculturine della madon-
na con bambino o del santo
protettore. Esse si perdono in
improvvisi slarghi circondati
da casupole come di fango ,
quasi modellate con le mani.
Oltre alla bellezza architetto-
nica di questo quartiere, che
mi affascina tantissimo , voglio
parlarvi della comunità che lo
abitava, ovvero di ciò che ac-
cadeva giornalmente in quel
quartiere. Dal racconto dei
miei nonni ho appreso che lì la
vita era più frenetica all‘ ora di pranzo
quando le innumerevoli ―commari‖ iniziava-
no un animato e ―odoroso‖ via vai di piatti
fumanti , che correvano per tutto il quar-
tiere suscitando un‘ ilarità che metteva in
subbuglio tutti . Era sicuramente l‘ ora più
bella della comunità , quella dello scambio
giornaliero del cibo. A tavola non si sedeva
solo il nucleo familiare , ma c‘ erano la
―commare Turidda‖ , ―a signura Ciccina ―,
―a zia Michelina ―, ―u zio Ciccinu‖, eccete-
ra ,eccetera. In ogni quartiere c‘ era sem-
pre un personaggio che animava la società;
ebbene anche il quartiere ―Agliastrello ―
aveva un personaggio di nome ―Lisfera‖
dalla lingua tagliente, povero ma di grande
dignità ed amico di tutti. Per i suoi aned-
doti quotidiani, molto divertenti, è diven-
tato per i netini un ―Giufà‖dei nostri tem-
pi, tanto che fino ad oggi ci si racconta
ancora l‘ultima vicenda di ―Lisfera‖.
Ma il giorno dell‘anno in cui il quartiere
si ritrovava nella gioia e nel dolore, era
quello dedicato ai defunti. Nella notte
tra l‘uno ed il due Novembre, le anime
dei congiunti più cari abbandonano il
cimitero per deporre i doni fino ai
letti dei bambini. In queste occasioni il
quartier ere era tutto un vocio; i bam-
bini correvano felici per ogni vicolo
con i doni ricevuti, mentre in un angolo
si riunivano gli uomini che raccontava-
no fantastici ―cunti‖di paladini e sara-
ceni, spiriti e ―truvaturi‖, in attesa di
mogli e sorelle per formare un corteo
che si dirigeva verso il cimitero. Quel
giorno la comunità dei vivi e dei morti
si ritrovava insieme nel sorriso dei
bambini. Quest‘anno, presa dai raccon-
ti di mio nonno e sempre più spinta
dalla curiosità, in un caldo pomeriggio
di estate decisi di fare una passeggia-
ta nel quartiere ―Agliastrello‖. Mi ac-
colsero i profumi delle conserve esti-
ve, l‘odore delle mandorle stese al
sole, il profumo aspro della citronella
e quello intenso del gelsomino. Furono
quegli odori, che mescolatisi con i miei
pensieri, mi inebriarono e mi fecero
smarrire l‘uscita da quel labirinto.
M. Pelligra IV A (sc. Primaria)
Quartiere “Agliastrello” Un labirinto di viuzze e scalinate
Noto—Quartiere Agliastello
L’Infiorata 2011
Anche quest‘anno la nostra scuola par-
tecipa all‘iniziativa ―Scuole in fiore‖
promossa dall‘Associazione ―Maestri
infioratori‖ di Noto e curata per la
nostra scuola dal Presidente
dell‘Associazione Ins. Oriana Monto-
neri. Sabato 07 maggio 2011 gli alunni
della nostra scuola realizzeranno il
bozzetto premiato dalla giuria e pro-
gettato dall‘alunno Emanuele Vasile.
La redazione
Realizzazione dei bozzetti
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 4
Ogni anno, dal 1485, il 19
febbraio( giorno della
morte del Santo) e la
domenica successiva
(l’ottava) Noto celebra
solennemente la festa del
Santo Patrono della cit-
tà : san Corrado. Fu nel
1515 che i nostri prede-
cessori aggiunsero alle
due date precedenti an-
che quelle del 28 agosto
(giorno della santificazio-
ne). Inoltre, ogni dieci anni o in occasio-
ne di eventi particolari, ha luogo una
processione che dalla Cattedrale arriva
alla cava dei Pizzoni dove il Santo visse
e morì. La processione Inizia a mezza-
notte per terminare intorno alle sei di
mattina richiamando sempre più fedeli
che, nonostante l‘ora e la distanza, par-
tecipano a massa. Tutt‘oggi queste tra-
dizioni si sono mantenute. Ciò che rende
unica la festa del nostro Santo Patrono
è la maestosità degli alti cilii, sorretti
su una fascia a tracolla multicolore dal
portatore, durante la solenne proces-
sione che sfila lungo le vie della città.
Essi sono caratteristici ceri composti
da un lungo manico in legno che culmina
con una coppa in lamiera, traforata e
coloratissima, che contiene il grosso
cero. Nei lati della coppa
sono dipinti immagini flo-
reali e disegni raffiguran-
ti il Santo. I cilii fiancheg-
giano l‘urna argentea del
Santo, sorretti a spalla dai
fedeli, illuminandola, come
grandi torce. E dietro,
precedute ciascuna dal
proprio stendardo, le va-
rie confraternite: la con-
fraternita di S. Antonio
Abate composta di artigia-
ni; quella dei Cappuccinelli, di contadini;
di S. Caterina, di muratori; delle Anime
Sante, di calzolai. All'origine i "cilii",
posti ai lati dell'urna di San. Corrado,
servivano per illuminare le vie cittadine,
non ancora servite dalla pubblica illumi-
nazione, durante le processioni del San-
to. Oggi invece i "cilii" , in numero consi-
stente, si snodano ai fianchi della Sacra
urna di San. Corrado per esaltarne la
Sua magnificenza. Il cilio nella proces-
sione di San Corrado fu introdotto per
la prima volta nel 1636 dal canonico
netino Pietro Ansaldi. Essendo molto
devoto del Santo, egli volle che la festa
del 19 febbraio venisse celebrata in
maniera più solenne rispetto a quella
estiva e dispose che, durante le proces-
sioni invernali, l‘Arca venisse illuminata
La festa di S. Corrado
Ogni paese ha le sue tradizioni, le sue usanze, i suoi motti…
Essi rappresentano la cultura del popolo, le radici più profonde.
da grandi torce, i cilii appunto: il primo
anno furono due , il secondo anno quat-
tro e sei il terzo anno , fino ad arrivare
al numero definitivo dodici, probabil-
mente come il numero degli apostoli. I
cilii piacquero a nobili, ecclesiastici, e il
loro numero si moltiplicò nel corso dei
secoli, fino a superare i 100 agli inizi
dell‘Ottocento. Ogni famiglia benestan-
te volle infatti partecipare alle proces-
sioni con un cilio portato da un servitore
o da uomo di loro fiducia. L‘ origine dei
cilii è forse spagnola. Questo per due
motivi: nel Seicento la Spagna regnava
in Sicilia e secondo perché la danza dei
cilii, che chiude la solennità della festa,
è una forma di ringraziamento, così
come lo era nelle manifestazioni spagno-
le.
G. Gulizia - II A (Sec. I Grado)
Una tecnologia del futuro
nella scuola di oggi
La nostra scuo-
la, unica nella
provincia di
Siracusa, ha
realizzato una
rete telefonica
di tipo VoIp con un finanziamento Euro-
peo. Questa nuova tecnologia, rende
possibile effettuare una conversazione
telefonica sfruttando una connessione
Internet. I tre plessi del nostro istitu-
to: Canova, Don Bosco, sede Centrale,
sono già collegati fra loro con circa 20
apparecchi telefonici che consentono di
raggiungere i punti nevralgici della
scuola (presidenza, uffici di segreteria
e collaboratori) senza alcun costo ag-
giuntivo. N. M. A. L.
La partecipazione al corso di formazio-
ne per la ricerca/azione del Progetto
ANSAS sui ―Linguaggi espressivi‖ tenu-
tosi a Siracusa tra gennaio e marzo è
scaturita dalla voglia di ―sperimentare‖
nuove ―vie‖ per educare, per conoscere
meglio i propri alunni e conoscersi; Aiu-
tare gli studenti a conoscere se stessi
anche come corporeità, ad imparare ad
ascoltare e ad ascoltarsi, ad attivare
relazioni interpersonali positive con i
pari e con gli adulti, valorizzando i dif-
ferenti canali di comunicazione allo sco-
po di facilitare il contatto e
l‘autenticità nel rapporto con se stessi e
con gli altri. Ma anche aiutare gli educa-
tori a comprendere che lo stato emotivo
del docente e del discente influenzano il
―quanto‖ e il ―come “ si apprende.
Hanno partecipato alcune classi di scuo-
la Primaria e Secondaria guidate dai
docenti Aparo S., Carbonaro M., Cutru-
fo J., Cutrufo R., Fava G., Giaccone F.,
Giunta C., Monica G., Lombardo G.,
Squasi G. e Vinci C.
La redazione
PROGETTO ANSAS “ Linguaggi Espressivi”
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 5
Venerdì 4 Febbraio 2011 nell‘aula magna
dell‘Istituto G. Melodia alle ore 10,30
noi alunni della scuola secondaria di I
grado abbiamo partecipato all‘incontro,
presieduto dal prof. don Ignazio Petri-
glieri, vicario episcopale per la cultura
della diocesi di Noto, sulla ―Giornata
Nazionale per la Vita‖. Essa fu istituita
nel 1978 in occasione dell'approvazione
nel nostro Paese della legge sull‘ aborto
o interruzione volontaria della gravidan-
za. Dal 1978 in Italia si sono registrati
oltre cinque milioni di aborti; oggi in
Europa si parla di oltre tre milioni di
aborti in un anno. E‘ un dramma che
coinvolge in primo luogo i bambini mai
nati ( ricordiamoci che l‘embrione – co-
me ha detto don Ignazio - è già un esse-
re umano) ma che non lascia esenti da
rimorsi tante donne che, spesso, cadono
in depressione. Oltre al tema dell‘ abor-
to, l‘incontro ha affrontato interessanti
problematiche sul valore della vita, co-
me il dramma dell‘ eutanasia, o ―morte
dolce‖, come qualcuno l‘ha definita.
L'eutanasia consiste nel mettere fine
alla vita di persone gravemente amma-
late o prossime alla morte. Il dibattito
sull'eutanasia balzò alle cronache nel
2006, quando Piergiorgio Welby , gra-
vemente ammalato, nei suoi scritti chie-
se ripetutamente che gli venisse stac-
cato il respiratore che lo teneva in vita
dal ‗90. Un altro esempio è il caso di
Eluana Englaro, la ragazza che dal 1992,
a seguito di un incidente stradale, ha
vissuto in stato vegetativo per 17 anni,
fino alla morte sopraggiunta a seguito
dell'interruzione della nutrizione artifi-
ciale. La richiesta della famiglia di in-
terrompere l'alimentazione forzata,
considerata un inutile accanimento te-
rapeutico, ha scatenato in Italia un no-
tevole dibattito sul tema. Alcuni Stati
hanno accettato l‘ Eutanasia. Alcune
persone sono rimaste nella storia per-
ché capirono e misero in atto il vero
senso della vita: la beata Madre Teresa
di Calcutta soleva dire: ― Se accettiamo
che una madre sopprima il frutto del
suo grembo, si può giustificare qualsiasi
altro crimine‖. Papa Giovanni Paolo II
gridava in ogni occasione ― In nome di
Dio, rispetta, difendi e servi la Vita‖.
Madre Teresa ne fece un inno. La vita è
una lotta, accettala. La vita è un inno,
cantalo. La vita è la vita, difendila. La
vita è il bene più prezioso, non dimenti-
chiamolo!
D. Ferla - M. Rizza - L. Pintaldi
II A (sec. I grado)
33a Giornata Nazionale per la Vita 6 febbraio 2011: Dal 1978 la CEI, la prima domenica di febbraio, festeggia la giornata della vita. Il tema di quest’anno: ―Educare alla pienezza della vita‖
“Vita”: Un diritto inalienabile
Vita … cosa c‘è di più autentico e di più
prezioso? Senza di essa non ci sarebbe
l‘uomo, quindi nient‘altro. Nel momento
in cui ci viene donata, abbiamo in mano
una preziosa‖ pergamena‖ che sta a noi
riempire, giorno dopo giorno, con le
nostre gioie, i nostri dolori, le nostre
piccole e grandi delusioni, i momenti di
crisi e di maturazione … Dio ce l‘ha do-
nata generosamente lasciandoci la pos-
sibilità di scegliere come viverla e se ci
viene negato il diritto di nascere, di
crescere, di maturare è un diritto in-
franto. Perché la vita è un diritto, oltre
che un miracolo, e nessuno può sosti-
tuirsi a Dio negando a un altro il diritto
di vivere. Mi vien da pensare al gran
numero di ―bambini mai nati‖. Eppure dal
1978 in Italia c’è una legge che approva
l‘interruzione volontaria della gravidan-
za, come se dipendesse dalla volontà o
coscienza di ognuno ―scegliere di donare
o no la vita‖. L‘aborto è legge … E‘ inu-
mano, eppure è legale. Quale contrasto
può mai essere più forte e sbagliato?!?
A volte la vita non è facile, ci riserva
malattie, dolori .. Ma la vita è vita e non
bisogna mai disprezzarla buttandola via
come un giocattolo rotto. Sta a noi
migliorare con le nostre capacità ciò
che abbiamo e ciò che ci circonda. Dob-
biamo sempre essere un po‘ meglio di
ieri, imparando dai nostri sbagli, restan-
do sulla giusta via. Bisogna sempre co-
struire per noi stessi e per gli altri,
lasciare qualcosa di nuovo al mondo che
continuerà anche senza di noi, assapora-
re ogni istante come momento prezioso.
Solo così, quando arriverà la morte, si
potrà lasciare la terra soddisfatti di
essere stati qualcuno e di essere serviti
a qualcosa. La morte è solo la resa dei
conti: ridiamo la vita che ci era stata
affidata, la ammiriamo fuggente per
l‘ultima volta. E sono certa che Dio da
buon Padre avrà, nell‘altra dimensione,
ancora una volta delle sorprese in serbo
per noi.
M. Marziano III A – (sec. I grado)
soprattutto per la privacy, perché met-
tendo i nostri dati personali e le nostre
foto, essi non saranno più nostri e cor-
riamo il rischio che i produttori di face-book possano vedere molte altre infor-
mazioni. Anche window‘s live messenger
(Continua da pagina 1) I social Nertworks non molto sicuro in quanto si corre sem-pre il pericolo di vedersi sottratti i propri dati fino ad arrivare alla format-tazione indesiderata del proprio compu-ter. Neanche i programmi di protezione, come gli antivirus, sono in grado di pro-teggerci realmente. Il consiglio che ci è stato dato è quello di aspettare i 18
anni per accedere ai social networks. La vita è nostra, non dobbiamo farcela fare dagli altri. La dipendenza è una malattia incurabile.
L. Spinale I A (Sec. I grado)
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 6
Diario di una damigella
Noto 1844. Oggi è l‘ alba di un grande
giorno: la mia città, che dal 1837 gode
del privilegio di essere capoluogo di
provincia, è pronta ad accogliere il re
Ferdinando II di Borbone e la sua con-
sorte Maria Teresa d‘ Austria. Apro le
finestre e mi lascio coccolare dal tenero
venticello che spira dal mare recando
con se l‘ odore di gelsomino, di arance,
di mandorli della campagna circostante
… Allargo lo sguardo sul paesaggio che
mi circonda: in fondo il colore del mare
si confonde con l‘ azzurro del cielo, a
sinistra il verde della natura colora le
colline, a destra il giallo mielato dei pa-
lazzetti rispende sotto i primi raggi del
sole. Ammiro il mio paese. Il palazzo,
infatti, secondo il desiderio di France-
sco Landolina, marchese di Sant‘ Alfano,
fu costruito nel 1730 al centro della
città, a fianco della Cattedrale. A de-
stra si intravedono i magnifici mensoloni
del palazzo del principe di Villadorata,
grande amico del mio signore. Di fronte
c‘è Palazzo Ducezio, con i suoi bei por-
tarli dove sventola la bandiera borboni-
ca. Fermo lo sguardo sulla statua che
domina la piazzetta antistante al palaz-
zo. E‘ la statua del re Ferdinando II di
barbone, proprio il re che oggi, per la
terza volta, ci onora della sua visita.
L‘ha fatto costruire il mio signore, Don
Pietro Landolina, Marchese di S. Alfano
che è primo Intendente della provincia
di Noto, senza barare a spese. Ha fatto
venire uno scultore napoletano famo-
so,Tito Angelini, e l‘ha voluta porre lì, di
fronte al suo palazzo, nella via principa-
le del paese, per ringraziare il re della
sua benevolenza nei confronti dei netini.
E sì,forse non mi sono ancora presenta-
ta: io sono una damigella di corte e al
servizio della famiglia Landolina, gente
nobile sia di nascita che nell‘ animo. La
nonna mi ha detto che questa famiglia
nobile ha origini antiche e che venne a
Noto al seguito dei Normanni e che la
loro casa, a Noto Antica, sul monte Al-
veria, era una delle più belle e più ele-
ganti. Si racconta che c‘ era un maesto-
so balcone sostenuto da quattro cavalli
alati. Uomini di cultura, i Landolina, han-
no fatto tanto per Noto. Un loro di-
scendente, Giovanni Landolina, dopo il
terremoto distruttivo del 1693, si bat-
té assieme a fra‘ Angelo Italia e al duca
di Camastra per la rinascita di Noto sul
colle Meti, dove siamo ora, e abbozzò
anche un primo piano regolatore per la
ricostruzione della città. Non solo i miei
signori ma anche altri nobili hanno con-
tribuito ad abbellire la città chiamando
i migliori architetti e scultori dell‘epoca
che hanno saputo dare alla città quell‘
impronta scenografica elegante, mae-
stosa e ben visibile agli occhi di tutti i
visitatori: piazze larghe, palazzi sontuo-
si ed eleganti, chiese e monasteri ca-
ratteristici per la facciata concava o
convessa, arricchita da nicchie, colonne,
stemmi, stucchi, statue di gusto raffi-
nato. In rintocco delle campane della
Chiesa Madre mi distoglie dai miei pen-
sieri e mi invita a prepararmi per il
grande giorno. Il palazzo è già sveglio.
Sento il rumore delle scuderie: il mar-
chese è già pronto per scendere in piaz-
za e accogliere, assieme alle autorità
netine, i reali che, fra un‘ora, arrivere-
mo. Ecco il barone Astuto, elegantissi-
mo come sempre, con il suo orologio nel
taschino, la caramella sorretta dalla
collanina d‘oro e il doppio petto grigio ...
con la sua carrozza percorre il corso di
Ferdinandeo, si ferma proprio davanti al
mio palazzo per salutare il principe di
Villadorata e gli rinnova l‘invito per la
grande festa che si terrà in serata nel
suo palazzo in onore dei reali. Insieme
si avviano in direzione della Porta Rea-
le,ingresso onorato della città,per
l‘accoglienza. Stasera ci saranno tutti e
ci sarò anch‘io come damigella della
regina. Per l‘occasione il mio signore mi
ha regalato un abito bellissimo, tutto
pizzi e merletti, perché anch‘io possa
fare la mia figura tra le dame che, a
gara, sfoggeranno i loro sontuosi abiti
confezionati dai migliori sarti italiani e
stranieri. Per l‘occasione mi metterò il
collier di gemme e rubini che mi ha la-
sciato in eredità la nonna e che le era
stato regalato dalla stessa regina Maria
Teresa durante la sua prima visita a
Noto. Sarò bellissima. Noi damigelle
abbiamo già preparato le stanze del
nostro palazzo riservate ai reali sin
dalla loro prima visita, nel 1838. Tutto è
pronto per accoglierli, non vedo l‘ora di
riabbracciare la regina e di mettermi al
suo servizio.
F. Cavallo, I. Modica, M. Rizza
IIA - (Sec.I grado)
Noto — Palazzo Landolina (S.Alfano)
Il nostro motto:
La scuola per la città
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 7
Il mio nome è Zoran e vengo dal pianeta
Baraan, quinto pianeta del sistema stel-
lare Xiilia e la mia missione e quella di
valutare il grado evolutivo del terzo
pianeta che orbita intorno alla stella
Sole. Viaggio da oltre dieci anni e in
questi anni ho cercato di apprendere
quanto più possibile sulla mia meta, ma
solo scendendo di persona sul pianeta,
insieme al mio fido androide Mop2, po-
trò rendermi conto delle reali condizioni
di vita dei suoi abitanti. La mia destina-
zione è un piccolo agglomerato urbano
che i locali chiamano Noto, il periodo è
ricompreso nell‘anno 1800 terrestre. Da
lontano vedo già il centro urbano e i suoi
abitanti che si muovono sul dorso di
animali. Questo non depone a loro favo-
re. Il tempo di rendere me e Mop2 invi-
sibili e sono sulla terra. Vedo molta
gente che entra in un palazzo e decido
di entrare anch‘io, quale migliore occa-
sione per conoscere i loro usi? Non ap-
pena mi avvicino il mio sguardo si posa
sui balconi del palazzo. Non mai visto
niente di così spettacolare. Ogni balco-
ne è diverso dall‘altro. Riconosco alcune
delle figure che reggono i balconi gra-
zie a quello che ho studiato durante il
mio viaggio. Ci sono dei leoni, dei volti
umani, dei cavalli alati e delle figure,
mezze donne e mezze uccelli, che credo
gli umani chiamino sirene. Che strano, se
non sapessi che Mop2 non può provare
emozioni direi quasi di vedere lo stupo-
re sul suo viso. Finalmente mi decido ad
entrare. C‘è tanta gente con delle buffe
e scomode uniformi, credo che si tenga
quello che noi chiamiamo banchetto
augurale o qualcosa di simile. Attraver-
so una prima stanza con un meraviglioso
pavimento, una seconda tutta gialla ed
arrivo in una grande sala dove i maschi e
le femmine della specie umana fanno
degli strani movimenti ascoltando musi-
ca. Credo si chiami ballo. La sala è ma-
gnifica! Sul soffitto vi è un dipinto con
quelle che dovrebbero essere delle divi-
nità antiche, Apollo e Aurora, se ben
ricordo quello che ho studiato, e le pa-
reti sono decorati con colonne e drap-
peggi dipinti, così belle da sembrare
veri. Nella sala successiva ci sono solo
maschi che tengono in bocca qualcosa
che emette del fumo. L‘aria è irrespira-
bile, meglio andare avanti. Nella stanza
accanto invece ci sono solo le femmine,
sorseggiano qualcosa, chiacchierano e
sembrano divertirsi. Ad un tratto tutti
si girano verso un uomo ‖Il Principe Ni-
colaci― dicono. Deve essere il proprieta-
rio del palazzo e deve trattarsi di un
uomo importante. Tutto il palazzo è di
una bellezza strabiliante! Affacciando-
mi ad una finestra vedo un meraviglioso
cortile abbellito con strane piante. Il
tempo a mia disposizione sta per scade-
re, a malincuore devo tornare. Uscendo
dal palazzo mi fermo ancora un attimo
per ammirare di nuovo quei meravigliosi
balconi. Scendendo per la strada, poco
più giù, vedo alla mia sinistra altri due
palazzi stupendi. Credo li chiamino chie-
se. Pochi istanti e sono di nuovo sulla
mia astronave. Devo contattare subito
la base. Non ci sono dubbi che la civiltà
sulla terra sia ancora molto arretrata,
ma una specie che è in grado di creare
delle opere di tale bellezza e magnifi-
cenza non può che essere destinata a
grandi cose per il futuro, quindi devo
assolutamente evitare che la base sgan-
ci sulla terra la meteo-bomba come che
lanciammo 65 milioni d‘anni fa quando
qui vivevano i sauri giganti. Addio Noto,
racconterò al mio popolo le tue bellez-
ze, il tuo splendore, la tua magnificenza
e porterò per sempre con me il tuo ri-
cordo. Che strano, a Mop2 è uscita una
goccia d‘olio dall‘occhio.
D. Marziano II A (Sec. I grado)
Il brano vincitore di VolaLibro: “Il Viaggiatore”
Alunni in visita alla mostra del libro
Un bel giorno, vicino ad uno stagno, saltel-lava un ranoc-chio felice. Ad un certo punto vide una cosa
lucida strisciare: era un serpente. Il ranocchio si presentò e incominciarono a parlare per ore, a giocare e a diver-tirsi. Quello fu ‘inizio di una grande amicizia. Quando fu il momento di salu-tarsi i due animaletti si promisero di rivedersi il giorno seguente. Quando raccontarono della loro amicizia alle mamme ―Apriti Cielo‖ glielo negarono
perché uno avrebbe mangiato l‘altro e viceversa. Il giorno dopo quando si rin-contrarono non si salutarono e stavano lontani perché avevano paura. Però non resistevano a giocare insieme. Stavano fermi in un punto a fissarsi e qualche volta spuntava una lacrima perché ave-vano capito che, per colpa dei pregiudizi delle loro mamme finì una storia favo-losa e rimaneva, di loro, solo il ricordo delle belle ore tra-scorse insieme.
M. Pelligra IV A (sc. Primaria)
Ranocchio e serpentino
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 8
Una “dolce e golosa” visita: La Condorelli di Belpasso
Giorno 19 marzo 2011 le classi seconde
(sez. A-B-C-D-H) della scuola seconda-
ria di I grado ci siamo recati in visita
d‘istruzione a Belpasso (Catania) presso
l‘industria dolciaria Condorelli. L‘industria Condorelli è una delle più
grandi industrie dolciarie della Sicilia.
Essa dà lavoro a 100 operai e 20 dipen-
denti. I famosi torroncini ―Condorelli‖
vengono venduti in tutta Italia e sono
conosciuti in ogni parte del mondo. Giun-
ti nell‘azienda, siamo stati divisi in due
gruppi e abbiamo iniziato la nostra visi-
ta all‘interno della fabbrica muniti tutti,
compresi i nostri professori, di ― fasci-
nose‖ cuffiette, per motivi di igiene.
Sembravamo diretti alla sala operato-
ria. Ci ha fatto da guida nel percorso
uno dei lavoranti della fabbrica. Nella
stanza gli operai stavano producendo e
confezionando le uova di pasqua. Il pro-
fumo di cacao era quasi al massimo della
forza, ma siamo riusciti a sopravvivere
distraendoci con gli assaggini di ciocco-
lato che ci hanno offerto (ottimi le uova
di cioccolato e pistacchio ) e le macchi-
ne che li fabbricavano. La guida ci ha
illustrato le varie fasi di produzione
delle uova di cioccolato fino alla colloca-
zione della sorpresa e alla loro confe-
zione. La novità di quest‘anno è rappre-
sentata dalle Uova di "Cioccolato del
Cavaliere" che racchiude tutta la bontà
e la tipicità degli ingredienti di Sicilia:
pistacchi di Bronte, fiocchi d'arancia,
mandorle selezionate e tostate. Alla
fine della visita hanno regalato a cia-
scuno di noi una confezione di morbidi
torroncini (specialità della produzione)
ricoperti dalla squisita glassa colorata
all'arancio, al pistacchio e ad altri mille
gusti, tipici della tradizione gastrono-
mica siciliana.
Gli alunni della II A – (sec. I grado)
Museo dello Sbarco
Giorno 24 marzo noi alunni delle classi
terze, sez. A - C, della scuola seconda-
ria di I grado abbiamo visitato il Museo
dello sbarco di Catania, museo dedicato
all'avvenimento storico del 10 luglio
1943 quando le truppe anglo-americane
sbarcarono nella nostra isola nei pressi
di Gela e di Augusta (Operazione
Husky‘), missione che avviò la Sicilia e
l'Italia tutta verso la liberazione
dall'occupazione tedesca. Attraverso
ambienti ricostruiti nei minimi partico-
lari - come un piccolo quartiere d‘epoca,
il rifugio antiaereo, un ambiente di-
strutto dalla guerra– ci è stato possibi-
le rivivere virtualmente le condizioni
che caratterizzavano la vita prima, du-
rante e dopo la II guerra mondiale. E‘
stata un‘esperienza emozionante rivive-
re per pochi attimi la simulazione di un
bombardamento all‘interno di un rifugio
appositamente ricostruito. Lungo il per-
corso, arricchito da fotografie e moni-
tor che trasmettevano le immagini della
avanzata delle truppe americane ed
inglesi, abbiamo potuto vedere reperti
autentici come divise militari ed armi
d‘epoca , nonché la ricostruzione di un
Quando anche una materia come la ” Storia “ diventa affascinante
bunker con dei soldati pronti a sparare
a vista. Interessante, infine,
l‘esperienza di trovarci di fronte a sta-
tue di cera, a grandezza d‘uomo, model-
(Continua a pagina 9)
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 9
19 Marzo 2011: Visita d’istruzione a Catania - Il Museo del Giocattolo
quasi ci veniva voglia di parlare con loro.
Il percorso si è concluso con l' immagine
del cimitero inglese, che si trova alle
porte di Catania, ove riposano le spoglie
dei caduti e su un pannello luminoso
scorrono i nomi dei soldati morti in com-
battimento. Ragazzi, provare per crede-
re, ma anche chi fra noi non ama molto
la storia (come materia scolastica,
s‘intende) guardava e partecipava alla
visita con entusiasmo e interesse.
Gli alunni della III A – (sec. I grado)
Un tuffo in un mondo magico e meraviglioso
Il museo, allestito nelle sale del
complesso fieristico delle Cimi-
niere (CT), espone diversi giocattoli
antichi, diversi per composizione e pro-
venienza e appartenenti ad un periodo
compreso tra la fine dell'Ottocento e la
prima metà del Novecento. Essi
testimoniano gli svaghi dei bam-
bini fino alla metà del secolo
scorso. Molte le collezioni che si
possono osservare: dalle bambo-
le di pezza a un bambolotto di
cartapesta di fine Ottocento ,
alle preziose bambole in porcel-
lana degli inizi del ‗900, alle
bambole-automi con meccanismi
a corda tutt‘oggi funzionanti; dai
classici soldatini di piombo, per
lo svago dei ragazzi, ai puzzle di
stampo risorgimentale; dai cavalli a
dondolo di legno alle carrozzine-
giocattolo, ai vecchi tricicli in ferro,
alle vecchie automobiline a pedali. E
ancora un gioco del calcio degli anni
trenta, un circo (costruito in Francia
intorno alla metà dello scorso secolo).
C‘è anche una ―Casa di bambole‖ di epo-
ca vittoriana. Essa riproduce nei parti-
colari i vari ambienti di una ricca abita-
zione inglese; curati sono non solo i
mobili ma anche i merletti sulle minu-
scole lenzuola e sugli accessori persona-
li. Conservati nelle teche sono, infine,
alcuni giornali di un tempo come il
―Corriere dei Piccoli‖, tanto diverso dai
nostri giornali e fumetti. Ripercorrendo
l'evoluzione storica di un giocattolo c‘è
sembrato di entrare nella macchina del
tempo e di essere catapultati in un mon-
do magico e meraviglioso, a noi scono-
sciuto. Uno spaccato di cultura, arte,
tecnologia e moda della vita dei bambini
di un tempo che fu e che fa ancora so-
gnare. Gli alunni della II A (Sec. I grado)
late da maestri inglesi, che riproducono
i protagonisti storici del tempo: Fran-
klin D. Roosevelt, Winston Churchill, il
re Vittorio Emanuele III, Benito Mus-
solini, Adolf Hitler… e vedere la ripro-
duzione della tenda che ospitò i perso-
naggi che il 3 settembre 1943 a Cassibi-
le firmarono l' armistizio. Per un atti-
mo ci è sembrato di stare di fronte ai
veri personaggi più che a statue e quasi
(Continua da pagina 8)
Giorno 24 mar-
zo 2011 noi,
alunni delle
classi 3°A e 3°
C, insieme alla
piacevole com-
pagnia delle
insegnanti Ge-
ranio, Sortino e
Lorenzano, sia-
mo andati a
visitare i luoghi verghiani. Ci siamo
recati, con una guida molto preparata, in
Via Sant'Anna situata nel cuore della
vecchia Catania, poco distante da piazza
Duomo, ove al civico n. 8, in una vetusta
dimora nobiliare dell‘ Ottocento, visse e
morì Giovanni Verga. All‘ingresso vi è
un‘ampia stanza, oggi arredata con ba-
cheche che espongono riproduzioni di
manoscritti verghiani e, sulla parete
destra, vi è una cornice del 1920, con
decorazioni floreali e dipinti campestri
di Alessandro Abate: è un diploma dona-
to dal Circolo Unione al Verga per il suo
ottantesimo compleanno. Nella stanza vi
è anche, in una scatola di legno posta su
un tavolino, una maschera di cera rap-
presentante il volto del padre. Ma ciò
che ha attirato subito la nostra atten-
zione è un busto in gesso brunito del
Verga che dà un‘idea di quanto fosse
affascinante; infatti le cronache riferi-
scono che è stato amato da molte don-
ne; al centro dello studio-biblioteca,
sotto un elegante lampadario, l‘unico
originale della casa-museo, che un tem-
po funzionava a petrolio, sopra un robu-
sto tavolo di noce intagliato, ricoperto
da un panno blu, si trovano: un tagliacar-
te di porcellana, un tampone, la riprodu-
zione della campana di Rovereto in ter-
racotta con miniature eseguite
dall‘amata Contessa Dina Castellazzi di
Sordevolo che, dal 1889, fu la compagna
dello scrittore, e il calco in bronzo delle
sue affusolate mani, con le dita delica-
tamente piegate e mollemente adagiate,
poiché Verga era un uomo molto roman-
tico. I mobili della biblioteca sono stati
realizzati con gli alberi di noce di pro-
prietà del Verga e finemente intagliati;
egli volle far rilegare i suoi 2600 volu-
mi facendo incidere sul dorso le iniziali
dorate ‖GV‖; attorno alla scrivania, si
riunivano dei grandissimi scrittori veri-
(Continua a pagina 12)
UNA GIORNATA CON GIOVANNI (VERGA)
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 10
NATALE 2010 — Giorno 22 del mese di Dicembre 2010 alle
ore 9:00 si è svolta la drammatizzazione natalizia della sez. 5a della scuola dell‘infanzia presso i locali del plesso ―Don Bosco‖.
Alla presenza di tutti i genitori,molti nonni e familiari,i bambini si sono esibiti in balli, poesie, canti, scenette. Tutti i genitori
hanno espresso la loro soddisfazione nel vedere la spontaneità e la creatività dei bambini nonché la loro fiducia a sicurezza dal
punto di vista emotivo ed affettivo. C. Costanzo IV B (Sc. Primaria)
SPREMUTA DI ARANCE — Nel mese di gennaio le insegnanti del-
la sezione C anni 4 della scuola dell‘ Infanzia del plesso ‖Canova‖,
hanno coinvolto i bambini ad osservare i cambiamenti e i colori della
stagione invernale. Nel trattare l‘argomento dei frutti dell‘inverno,
in modo particolare ci si è soffermati sull‘arancia. L‘argomento ha
suscitato nei piccoli molta curiosità, il frutto è stato spiegato in
modo dettagliato, ne sono state evidenziate le proprietà organolet-
tiche e le trasformazioni alimentari ad esso collegate. Interessan-
te è stata l‘esperienza, vissuta in sezione, riguardante la prepara-
zione dell‘aranciata: i bambini hanno spremuto le arance con le loro
mani, gustato il succo con piacere e soddisfazione esprimendo cia-
scuno la propria opinione. A. Lavarra IV A (Sc. Primaria)
Quest'anno, come tutti gli altri anni la
scuola "G. Melodia" ci ha permesso si
partecipare al progetto "miniguide". Per
noi è stata un' esperienza unica, molto
istruttiva, perché ci ha aiutato a cono-
scere meglio Noto, la nostra magnifica
città, ricca di monumenti antichi e im-
portanti: imponenti palazzi, bellissime
chiese in stile barocco e il fantastico
trionfo che segna l'ingresso della città.
Dopo aver eseguito lavori di gruppo in
classe ,abbiamo organizzato visite gui-
date ai vari monumenti, con prove di
recitazione all' interno e all' esterno di
ogni singolo palazzo, monumento, chiesa,
ecc....
Ogni monumento ha una sua storia, mol-
to interessante, infatti per noi è stato
un piacere studiarli, presi dalla curiosi-
tà di sapere cosa ci fosse dietro
ogni struttura. è stato emozio-
nante soffermarci ad osservan-
doli da vicino e scoprire il colore
dorato delle pietra di Noto, della
sua luminosità messa in risalto
dai raggi del sole. Avremo il pia-
cere di fare da guida ai turisti,
che verranno a visitare il nostro
paese, nel periodo dell' Infiora-
ta. Grazie a questo progetto
abbiamo potuto ampliare le no-
stre conoscenze sulla città di
Noto e anche trascorrere ore
piacevoli con i compagni. V. Cannarella, C. Castoro,
V. Guastella , S. Russo (Sec. 1 grado)
L’ANGOLO DEI PIU’ PICCOLI
Progetto “Miniguide”
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 11
Pensieri liberi Solo seduto sulla spiaggia di fronte all‘orizzonte ...i pensieri affollano l mia mente
sperduta nell‘immensità dello spazio Penso alla mia vita trascorsa
Rivedo i miei amici accanto a me rivedo i nostri volti sorridenti sento le nostre gioiose risate Quanto tempo è passato… La vita mi ha cambiato, mi ha reso vulnerabile, senza alcun potere.
Guardo il cielo, le nuvole, l‘orizzonte…. Immagino di correre nei verdi prati, a piedi nudi, come quando ero bambino. Il sole fa capolino tra le nuvole
e riscalda il mio vecchio cuore tormentato Mi ritorna la speranza, la fiducia, l‘amore per la vita E. Docile III A-(Sec I grado)
L„orizzonte
Solo, seduto in riva al mare
ammiro l‘orizzonte e mi perdo nell‘ immensità
al ritmo delle onde
che cullano il mio pensiero..
e lo trasportano negli spazi profondi.
Annego lo sguardo nella luce
blu marina
che si fonde con l‘arancio del cielo .
Le onde portano a riva i miei ricordi lontani..
i miei sorrisi ingenui di fanciullo..
La sabbia mi scivola dalle mani
mi figura il percorso della mia vita fortuna.
All‘improvviso una voce mi distrae,
è il mio cuore impaurito
che si è perso in quell‘infinito orizzonte
E. Brancaforte III A (Sec. I grado)
Nebbia
Un essere cammina nel nulla
guarda in avanti
c‘ è solo nebbia e buio.
...Delle voci
gli sussurrano all‘ orecchio..
Chi è?- Un uomo?..
No!.. Il buio è la sua ombra.
Arriva precipizio,
non salta, non indietreggia,
si siede.
Rannicchiato, fissa lo sguardo,
all‘ orizzonte sperduto, aspettando,
un giorno...forse...l‘ alba.
Quest‘ essere è tra noi,
in noi,
ha gli occhi e la mente annebbiati,
cammina fra tutti e nessuno
M. Marziano III A- (Sec. I grado)
L‟Italia
L‘ Italia è lo stivale del mondo
ricca di montagne, fiumi,pianure!
paesi bellissimi, mari cristallini;
fitti boschi, pieni di vita
il turismo è molto vasto,
con centri storici e opere d‘ arte
centri balneari per estate,
in cui il divertimento è (assicurato)
in cui il divertimento è sicuro.
Più giù in fondo,
c‘ è un‘ isola, triangolare, la Sicilia, ―O sole mio ―.
Andando più su,
si arriva in Sardegna,
che insieme alle altre regioni dell‘ Italia
splende sul ― mare Nostrum ―,
ricco di pesci d‘ ogni specie,
di attività, ce ne sono tante
anche lo sport no manca mai.
Questa penisola è molto ricca,
non solo di pianure, monti e mare;
ma anche di ottimi pasti,
tutti da assaggiare,
chi arriva in Italia,
non se ne pentirà
è bella d‘ avvero,
dico la verità
G. Di Maria - V C (Sc. Primaria)
Melodia in pagina—Numero 3 pagina 12
Squadra di calcio maschile
sti tra i quali l‘amico intimo Capuana e
De Roberto. E‘ stato emozionante per
noi alunni sostare nei luoghi in cui hanno
vissuto attimi della loro vita gli scritto-
ri del tardo Ottocento e ci siamo senti-
ti partecipi delle storia che ci appartie-
ne. Nella camera da letto, chiamata
anche ―stanza verde‖ per i ricami flore-
ali verdi alle pareti, troviamo: un cami-
netto, numerosi quadri raffiguranti i
componenti della famiglia del Verga e un
ampio armadio con vestiti dell‘epoca e,
nel comodino accanto al letto, vi è una
candela, quasi consumata, spenta dal De
Roberto quando Giovanni Verga morì.
Accedendo alla sala da pranzo abbiamo
notato subito un curioso oggetto sul
tavolo: un oggetto di scena della
―Cavalleria Rusticana‖ regalato allo
(Continua da pagina 9) scrittore dalla Sofia Loren dell‘epoca,
ossia Eleonora Duse, una delle tante
fidanzate del ―Don Giovanni‖ Verga.
Nella sala abbiamo ammirato tre cre-
denze di noce in una delle quali è mime-
tizzato uno scendivivande, dotato di un
campanello e collegato con la cucina del
piano superiore: così il ―camurriusu‖
Giovanni poteva mangiare il cibo caldo
caldo. Dopo aver visitato la splendida
dimora del Verga, abbiamo proseguito
per Acitrezza dove si trova la casa del
―Nespolo‖ in cui pare sia stato ambien-
tato il romanzo ―I Malavoglia‖ che nar-
ra le disgrazie e le disavventure di una
povera famiglia di pescatori, vinta dal
destino; per accedere alla casa, siamo
passati sotto un arco in pietra che ci ha
immessi in un cortile dove vi è il famoso
albero del ―nespolo‖. Nel cortile una
compagnia di attori ha rappresentato
sportiva. Molti sono stati gli allievi che,
con entusiasmo, hanno partecipato alle
gare provinciali dei Giochi Sportivi Stu-
denteschi di Corsa Campestre, Atletica
Leggera, di Orienteering, di Pallavolo e
di Calcio. Nell‘ambito delle varie disci-
pline scelte, gli alunni, hanno praticato
lo sport in un contesto di partecipazio-
ne socializzante, ludica e tecnica. I ri-
sultati conseguiti sono stati positivi,
sempre nel rispetto delle regole di gio-
co e del fair play. L’attività svolta ha
favorito l‘integrazione della pratica
sportiva, con quella culturale e ambien-
tale.
La redazione
(Continua da pagina 1)
alcune parti del romanzo e, per alcuni
minuti, ci è sembrato di partecipare alla
vita di quei poveri pescatori, di sentire
l‘odore salmastro del mare… E‘ stata
un‘esperienza interessante, piacevole e
soprattutto ha arricchito le nostre co-
noscenze su Verga che è il massimo
rappresentente del Verismo.
V. Rubino,V. Gallo III C (sec. I grado)
Casa museo G. Verga (Catania)
GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI
Squadra di pallavolo femminile
Corsa campestre: fase d‘istituto
Ragusa Ibla: gara di Orienteering
2° Istituto Comprensivo “G. Melodia”
Via G. Bruno, 22 — Noto (Sr)
Tel.: 0931835052
Fax: 0931573273
E-mail: sric85600d@istruzione.it
sito web: www.melodianoto.it
Gruppo di redazione – alunni:
E. Beltrami, M. Pelligra, V. Denaro A. Lavarra,
C. Costanzo, S. Fidelio, C. Scollo (scuola pri-
maria) - G. Garofalo (sec. 1° grado)
Docenti - coordinatori:
C. Giunta, C. Musco, S. Di Pietro, C. Salerno,
C. Trapani.
Veste grafica:
Prof. Carmelo Trapani
Direttore Responsabile:
D.S. Prof.ssa Nicoletta Maria Adelaide Lipani