L’Italia tra Ottocento e Novecento - scuolefagnano.gov.it · Il partito socialista italiano (PSI)...

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L’Italia tra Ottocento e Novecento

• Classe IIIC

• Professoressa Annalisa Marcon

Le forze politiche

• ANARCHICI: da anarchia, letteralmente “senza governo”. Distruzione di ogni autorità con ogni mezzo.

• SOCIALISTI: uguaglianza di tutti i cittadini sul piano economico, politico e sociale. Difendevano gli interessi dei lavoratori.

• CATTOLICI: con l’enciclica Rerum Novarum, il papa Leone XIII aveva dato il permesso ai cattolici di impegnarsi socialmente per aiutare gli strati sociali in difficoltà.

Il quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo

Il partito socialista italiano (PSI)

• Nasce nel 1895.

• È il partito dei lavoratori

• Obiettivo: riconoscere i diritti dei lavoratori.

• Vengono istituite le camere del lavoro, le cooperative agricole, le leghe operaie.

• Lotta di classe: salariati e imprenditori.

• Primo sindacato italiano nel 1906: CGDL,Confederazione generale del lavoro.

• Corrente massimalista: rivolte e lotte armate per ottenere i cambiamenti desiderati.

• Corrente riformista: ottenere i cambiamenti auspicati con riforme e azione parlamentare, non con la violenza. Personaggio di spicco di questa corrente fu Filippo Turati.

Francesco Crispi

• Nel 1887 il re d’Italia, Umberto I di Savoia, affida la guida del governo a Crispi.

• Segue il modello politico di Bismarck.

• Dà inizio alla politica coloniale italiana.

La disfatta di Adua

• http://dailystorm.it/2014/03/03/1-marzo-1896-adua-la-battaglia-che-cambio-la-storia-ditalia/

Il generale Fiorenzo Bava Beccaris

• Il generale Fiorenzo Bava Beccaris, durante un tumulto scoppiato a Milano per il prezzo del pane, il 20 maggio 1898, ordinò di sparare cannonate sulla folla inerme di manifestanti.

• Per come aveva gestito la situazione, Bava Beccaris fu insignito con la Croce di Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia, ottenne un telegramma di congratulazioni da parte del re e diventò senatore. Per le grandi masse di lavoratori, Bava Beccaris diventò invece noto come “il macellaio di Milano”.

• www.ilpost.it/2018/05/08/bava-beccaris-moti-milano/

Manifestazione in piazza San Babila, a Milano.

«Alle grida strazianti e dolenti/Di una folla che pan domandava/Il feroce monarchico Bava/Gli affamati col piombo sfamò», dice un canto di protesta composto pochi anni dopo i moti.

Le cannonate di Bava Beccaris

Il buco nella parete di un convento di Cappuccini che l'esercito decise di sfondare nel tentativo di arrestare un gruppo di sospetti manifestanti .

Il re Umberto I di Savoia

Monza, 29 luglio 1900: dalla folla che acclama Umberto I, partono tre colpi di pistola che uccidono il re quasi all’istante. Gaetano Bresci, l’attentatore, è subito circondato, «stretto dalla folla, che lo tempestò di bastonate, mentre si levavano le grida “a morte! a morte!”». L’impressione è enorme, in Italia e nel mondo.

Gaetano Bresci

• Anarchico

• Disse di aver sparato al

re per vendicare i morti

di Milano del 1898.

Il regicidio a Monza

La famosa copertina della Domenica del Corriere, disegnata da Achille Beltrame, illustra l’attentato.

L’età giolittiana (1903-1914)

Giovanni Giolitti, presidente del Consiglio.

Vittorio Emanuele III, sovrano d’Italia.

La linea politica di Giolitti

• Lo Stato italiano comprendeva al suo interno anche i ceti popolari, le cui rivendicazioni andavano quanto meno ascoltate.

• Principio della neutralità dello Stato.

• Collaborazione con le altre forze politiche, cattolici e socialisti.

• Riforme sociali (previdenza contro gli infortuni sul lavoro, leggi di tutela del lavoro femminile e minorile, pensioni)

• Suffragio universale maschile.

La questione meridionale

• Arretratezza agricoltura

• Latifondo

• Non si verificò alcuno sviluppo industriale.

• Colonialismo del Nord a danno del Sud.

• In Meridione si diffondono e si fortificano gruppi di persone che contano molto a livello locale ( mafia e camorra).

La politica coloniale di Giolitti

• Nel 1911 muove alla conquista della Libia e di alcune isole del Dodecaneso nel Mar Egeo, possedimento dei Turchi Ottomani.