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L’IMPORTANZA DELL’ARIA PULITA PER PREVENIRE LE MALATTIE RESPIRATORIE

SALVATORE D’ANTONIO “S.CAMILLO- FORLANINI” - ROMA U.O.C. Broncopneumologia e Tisiologia

D.P.R. 203 del 24/5/1988

INTERGOVERNAMENT PANEL OF CLIMATIC CHANGE

Razionale relativo alla interazione tra componenti dell’inquinamento

atmosferico ed allergeni nell’indurre allergia respiratoria.

Inquinamento atmosferico urbano e allergopatie respiratorie G. D’AMATO, L. CECCHI* **, M. D’AMATO, G. LICCARDI

Volume 20; Issue 4; December 2010

Nella maggior parte dei paesi

industrializzati, le persone che vivono in

zone urbane tendono ad essere più affette da

malattie respiratorie rispetto a quelle che

vivono in zone rurali. C’è inoltre evidenza che

il vivere vicino a strade con alto livello di

traffico automobilistico si associ a patologie

respiratorie. Il traffico automobilistico, con le

sue emissioni gassose e particolate (polveri

inalabili) costituisce infatti il più elevato

contributo all’inquinamento atmosferico nella

maggior parte delle città.

A Londra, in Inghilterra, nell’inverno del 1952 un disastroso episodio di inquinamento atmosferico uccise circa 4.000 persone

In quel periodo, a causa dell’inverno rigido, si consumò più carbone rispetto al normale per mantenere calde le case; lo smog era così denso e opprimente che i residenti ricordano quel periodo con la metafora della “zuppa di piselli”. A causa dell’eccezionale combustione di carbone si erano accumulate nell’aria particelle di catrame, tonnellate di fuliggine e biossido di zolfo. Le stime del periodo indicano che le concentrazioni di polveri sottili (PM10) erano circa 50 volte superiori alla norma.

POLVERI SOTTILI

• Dimensioni al di sotto di 2.5 μ penetrano in profondità fino agli alveoli polmonari, facilitano l’insorgenza di ASMA e BPCO, ma penetrano anche nel circolo sistemico determinando eventi di natura cardiovascolare.

PM 10

Il PM10 è una particella dal diametro aerodinamico medio inferiore a 10 micron (1 µm = 1 millesimo di millimetro) Il diametro medio di un capello umano è considerato pari a 50 µm. La maggior parte di queste sostanze viene emessa in particolare da veicoli motorizzati, aerei, dagli scarichi delle fabbriche, dalle caldaie (in generale impianti ad olio), e dall’usura di pneumatici e freni, il risollevamento di particelle contenute nel manto stradale ecc.

STIMA EMISSIONI PM10

trasporti

impiantitermicicobustione

processiproduttivialtro

Stima fatta dall’Arpa (agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente)

38%

30% 15%

9%

16%

GLI EFFETTI SULLA SALUTE

SO2 Produce irritazione alle vie respiratorie e disturbi seri agli asmatici

PTS/PM10 Causa irritazione agli occhi, al naso e alla gola; IL PM10 HA EFFETTI CANCEROGENI

NO2 Irrita le vie respiratorie e gli occhi

CO Causa sonnolenza, affaticamento, mal di testa, disturbi circolatori, possibili malformazioni del feto

O3 Infiamma le vie respiratorie, causa un senso di oppressione al

torace

COV Ha effetti cancerogeni

L’associazione tra esposizione prolungata a particolato e mortalità esiste anche tenendo conto di diversi fattori individuali come l’abitudine al fumo, lo stato socio-economico, l’attività fisica, il livello di istruzione e l’indice di massa corporea.

Criteri di classificazione Età Sesso Fumo di sigaretta Livello di istruzione Livello socioeconomico Assunzione di frutta (<150; 150-300; > 300 gr. die) BMI

22 coorti europee in 13 Nazioni 367.251 soggetti osservati 5.118.039 persone-anno a rischio 29.076 morti naturali

Un aspetto innovativo del progetto ESCAPE è il metodo usato per la stima dell’esposizione all’inquinamento. A differenza della maggior parte degli studi precedenti, dove ad ogni soggetto veniva attribuita l’esposizione media della città di residenza, in ESCAPE è stato sviluppato un metodo più accurato per stimare l’esposizione dei singoli soggetti presso la loro residenza, attraverso l’uso di modelli matematici. L’attenzione è stata rivolta soprattutto all’inquinamento da polveri aerodisperse (PM10 e PM 2.5), che a livello urbano derivano principalmente dal traffico veicolare, dagli impianti di riscaldamento e dalle attività industriali, e da biossido di azoto.

Secondo gli autori della ricerca: “I risultati suggeriscono un effetto del particolato anche per concentrazioni al di sotto dell’attuale limite annuale europeo di 25 µg/m3 per il PM 2,5. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) propone del resto come Linea Guida 10 µg/m3 e i nostri risultati supportano l’idea che avvicinandoci a questo target si potrebbero raggiungere grandi benefici per la salute delle persone.

Altro dato riportato dallo studio riguarda il fatto che per ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubo (µg/m3 ) di PM10, la probabilità di contrarre un tumore ai

polmoni aumenta del 22%; PM 2,5 la probabilità di contrarre un tumore ai

polmoni aumenta del 18%: PM10 e PM 2.5, la probabilità di contrarre un

adenocarcinoma aumenta rispettivamente del 51 e del 55%

Sono 2095 le persone che hanno contratto un cancro nel periodo dell’indagine: circa lo 0,67% della popolazione osservata, 5 persone su 10.000 ogni anno.

Riportando il dato nella variabile aumento del traffico veicolare lo studio ha rilevato che ogni incremento di 4.000 veicoli per chilometro per giorno in un raggio di 100 metri da casa, aumenta il rischio di contrarre il cancro ai polmoni del 9%.

Il fumo di tabacco rimane il principale fattore di rischio per lo sviluppo del tumore al polmone (gli uomini che fumano hanno un rischio di sviluppare il tumore di 23 volte superiore a quelli che non fumano - citato in Yorifuji e Kashima, 2013). Il rischio associato all’esposizione alle polveri è dunque molto inferiore (22% per un aumento di 10 microgrammi per metro cubo di PM10 stimato in questo studio), ma il suo impatto è rilevante in quanto risulta essere esposta l’intera popolazione.

ESCAPE is a project funded under the European Union's Seventh Framework Programme Theme

ENV.2007.1.2.2.2. European cohort on air pollution

Lo studio è talmente convincente che l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione ha annunciato il 17 ottobre 2013 di avere incluso l'inquinamento atmosferico e le polveri sottili (in gergo, il cosiddetto particolato) fra i carcinogeni umani di tipo 1.

International Agency for Research of Cancer