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Di che colore è la luce? Conoscere le caratteristiche della luce e le relative unità di misura è fondamentale per creare impianti di illuminazione adatti alle singole esigenze Sino a poco più di un secolo fa, tutte le attività si svolgevano sfruttando la luce naturale. L'evoluzione ha quindi portato la vista dell'uomo ad essere ottimizzata per riconoscere forme e colori di oggetti investiti dalle frequenze emesse dal sole. Qualunque altra fonte, per quanto ottimizzata, difficilmente riesce a restituire condizioni identiche a quelle presenti in natura. Un limite che occorre conoscere per scegliere adeguatamente le fonti con le quali illuminare i luoghi di residenza o di lavoro. Infatti, se fino a un decennio fa la scelta era limitata alle lampadine a incandescenza (con una buona resa dei colori, ma con elevati consumi) o ai tubi a neon (economici, ma con scarsa resa cromatica), negli ultimi anni è cambiato moltissimo e non sempre i moderni Led rappresentano la risposta a qualunque esigenza. A me sembra rosso Il primo concetto che deve guidare qualunque scelta è scontato, ma da non dimenticare: noi vediamo la luce riflessa da un oggetto. Quindi, se le radiazioni emesse da una sorgente luminosa non possiedono quella frequenza, noi non vedremo quel colore. Illuminare un oggetto “rosso” con una sorgente priva delle frequenze del rosso, quindi, ci farà vedere l'oggetto di un diverso colore. La capacità di una sorgente di rendere fedelmente i colori è quindi fornita dalla resa cromatica. Il sistema di valutazione è definito dall'Indice di Resa Cromatica - Cri (Color Rendering Index). Il valore massimo, 100, fa riferimento a una luce prodotta da una lampada ad incandescenza campione e capace di emettere le stesse frequenze luminose del sole, valori più bassi mostrano rese cromatiche via via peggiori. L'attenzione alla resa cromatica deve essere particolarmente elevata quando diventa fondamentale distinguere correttamente i colori. In particolare, all'interno dei negozi di abbigliamento, una resa cromatica inadeguata potrebbero avere effetti devastanti sulle vendite. È quindi importante fare riferimento ai valori del Cri per conoscere le rese cromatiche di alcune delle più diffuse sorgenti di illuminazione. Ricordando che, secondo le classificazioni internazionali, per valori di Cri inferiori a 80 si ha una percezione distorta dei colori. La Commissione Internazionale di Illuminazione (Cie) ha definito l’indice di resa dei colori, dettato dalla UNI 10380, che rappresenta un riferimento fondamentale nella scelta delle sorgenti da utilizzare nei singoli ambienti e in funzione delle attività da svolgere. Proprio la resa dei colori è indispensabile per la corretta esecuzione di alcune attività e, per tale ragione, la stessa norma prevede una serie di tabelle per aiutare progettisti e installatori nella scelta della sorgente luminosa. In particolare, a seconda degli ambienti da illuminare, è opportuno scegliere sorgenti caratterizzate dalla seguenti rese cromatiche: Cri>90 (A): abitazioni, musei, studi grafici, ospedali, studi medici, ecc.

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Di che colore è la luce? Conoscere le caratteristiche della luce e le relative unità di misura è fondamentale per creare impianti di illuminazione adatti alle singole esigenze

Sino a poco più di un secolo fa, tutte le attività si svolgevano sfruttando la luce naturale. L'evoluzione ha quindi portato la vista dell'uomo ad essere ottimizzata per riconoscere forme e colori di oggetti investiti dalle frequenze emesse dal sole. Qualunque altra fonte, per quanto ottimizzata, difficilmente riesce a restituire condizioni identiche a quelle presenti in natura. Un limite che occorre conoscere per scegliere adeguatamente le fonti con le quali illuminare i luoghi di residenza o di lavoro. Infatti, se fino a un decennio fa la scelta era limitata alle lampadine a incandescenza (con una buona resa dei colori, ma con elevati consumi) o ai tubi a neon (economici, ma con scarsa resa cromatica), negli ultimi anni è cambiato moltissimo e non sempre i moderni Led rappresentano la risposta a qualunque esigenza. A me sembra rosso Il primo concetto che deve guidare qualunque scelta è scontato, ma da non dimenticare: noi vediamo la luce riflessa da un oggetto. Quindi, se le radiazioni emesse da una sorgente luminosa non possiedono quella frequenza, noi non vedremo quel colore. Illuminare un oggetto “rosso” con una sorgente priva delle frequenze del rosso, quindi, ci farà vedere l'oggetto di un diverso colore. La capacità di una sorgente di rendere fedelmente i colori è quindi fornita dalla resa cromatica. Il sistema di valutazione è definito dall'Indice di Resa Cromatica - Cri (Color Rendering Index). Il valore massimo, 100, fa riferimento a una luce prodotta da una lampada ad incandescenza campione e capace di emettere le stesse frequenze luminose del sole, valori più bassi mostrano rese cromatiche via via peggiori. L'attenzione alla resa cromatica deve essere particolarmente elevata quando diventa fondamentale distinguere correttamente i colori. In particolare, all'interno dei negozi di abbigliamento, una resa cromatica inadeguata potrebbero avere effetti devastanti sulle vendite. È quindi importante fare riferimento ai valori del Cri per conoscere le rese cromatiche di alcune delle più diffuse sorgenti di illuminazione. Ricordando che, secondo le classificazioni internazionali, per valori di Cri inferiori a 80 si ha una percezione distorta dei colori. La Commissione Internazionale di Illuminazione (Cie) ha definito l’indice di resa dei colori, dettato dalla UNI 10380, che rappresenta un riferimento fondamentale nella scelta delle sorgenti da utilizzare nei singoli ambienti e in funzione delle attività da svolgere. Proprio la resa dei colori è indispensabile per la corretta esecuzione di alcune attività e, per tale ragione, la stessa norma prevede una serie di tabelle per aiutare progettisti e installatori nella scelta della sorgente luminosa. In particolare, a seconda degli ambienti da illuminare, è opportuno scegliere sorgenti caratterizzate dalla seguenti rese cromatiche:

ñ   Cri>90 (A): abitazioni, musei, studi grafici, ospedali, studi medici, ecc.

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ñ   80<Cri<90 (1B): uffici, scuole, negozi, palestre, teatri, industrie tessili e dei colori, ecc. ñ   69<Cri<80 (2): locali di passaggio, corridoi, scale ascensori, palestre, aree servizio, ecc. ñ   40<Cri<60 (3): interni industriali, officine, magazzini depositi, ecc. ñ   20<Cri<40 (4): parcheggi, banchine, cantieri, scavi, aree di carico e scarico, ecc

Una simile indicazione è utile proprio in considerazione del fatto che non è sempre fondamentale riconoscere correttamente i colori ma, in alcuni casi, sono altri i fattori da considerare con maggior attenzione. Inoltre è interessante notare come siano stati definiti anche i cosiddetti indici cromatici, che vanno oltre la resa cromatica, prendendo in considerazione ulteriori parametri, quali l'indice di discriminazione del colore (Cdi), che misura la capacità di una luce di far distinguere il maggior numero di sfumature dello stesso colore, e l'indice di preferenza del colore (Cpi), che misura in modo statico la preferenza di gruppi campione nei riguardi della fedeltà di un colore riferito a determinati oggetti. Si tratta, in pratica, della risposta cromatica aderente ai colori preferiti dalla maggior parte delle persone.

La temperatura della luce Accanto alla resa cromatica, un ulteriore fattore da tenere in considerazione è la temperatura di colore, che rappresenta

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la temperatura del corpo nero con l’emissione più vicina a quella della sorgente considerata. Descrive quindi la sensazione di luce “calda” o “fredda” prodotta dalla tonalità della luce stessa. Questo valore si misura in Kelvin. Prove sperimentali hanno dimostrato che l’apparato visivo dell’uomo percepisce come luce di tonalità bianca la luce che ha una temperatura di colore di circa 5.500 K, corrispondente alla luce del sole in pieno giorno. Al di sopra e al di sotto di questo valore, la tonalità è giudicata rispettivamente fredda o calda. Una caratteristica che, in alcuni casi, può trarre in inganno, proprio in considerazione del fatto che all'aumentare del valore in K, la luce viene classificata fredda.

A cosa serve la luce Sulla scorta di queste indicazioni, occorre ricordare come, nella realizzazione di un impianto di illuminazione per ambienti interni, sia necessario valutare, sin dalle fasi iniziali, la destinazione d’uso e i compiti visivi affrontati dalle persone che vi soggiorneranno. Una simile analisi deve tener conto delle caratteristiche geometriche dell’ambiente stesso, così come dei coefficienti medi di riflessione di soffitto, pareti, arredi e pavimento. Ma anche del tipo di illuminazione utilizzata (diretta, indiretta, diffusa...) e della tipologia di lampade installate. Per eseguire queste valutazioni è possibile utilizzare due differenti metodi:

ñ   metodo del flusso totale; ñ   metodo puntuale.

Nel primo caso il calcolo del campo luminoso artificiale considera il principio di sovrapposizione degli effetti. Si basa, quindi, sull’assunzione che l’illuminamento in un punto qualsiasi sia pari alla somma della luce che arriva direttamente dalle sorgenti luminose e di quella proveniente dalle singole superfici riflettenti. Per semplificare i calcoli, in genere è tollerata anche la possibilità di basarsi sull’assunzione che il campo diffuso sia uniforme nello spazio considerato e che il flusso luminoso, emesso da tutte le lampade installate, si distribuisca uniformemente sulle superfici che costituiscono l’involucro. Stimolati dal rosso Benché spesso trascurata, accanto alle sorgenti di illuminazione è necessario valutate anche la scelta dei colori predominanti, che possono essere esaltati dalle luci, e il cui effetti sono riassunti nella seguente tabella.

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Colore Descrizione Sensazione di

temperatura Gli oggetti sembrano..

I volumi appaiono

Effetti psico-comportamentali

Rosso Sensazione di caldo. Gli oggetti rossi sembrano più grandi e più vicini, i volumi ridotti. Negli ambienti di questo colore non si rimane volentieri a lungo.

Caldo Più grandi e è più vicini

Ridotti Molto stimolante, fa accelerare il battito cardiaco e sviluppa l’aggressività.

Arancione Simile al rosso negli effetti fisiologici ma meno aggressivo sul piano dei comportamenti. Molto stimolante, invita all’azione e alla comunicazione. I volumi appaiono ridotti.

Molto caldo Più grandi e molto vicini

Ridotti Eccitante, stimola l’azione.

Giallo

Colore solare per eccellenza ha gli effetti tipici dei colori chiari: stimola la produzione di adrenalina e la circolazione sanguigna, fa apparire meno solidi e più leggeri gli oggetti. Attenzione, è un segnale associato all’inquinamento, alla chimica e alla radioattività.

Molto caldo Più grandi e più vicini

Ingranditi Eccitante, dinamico

Verde È il colore al quale corrisponde la massima sensibilità dell’occhio umano e che quindi vediamo con il minimo sforzo. Fa sentire tranquilli e rilassati, aperti agli stimoli esterni. È anche il colore che più richiama la natura e i suoi valori positivi.

Abbastanza freddo

Più grandi e più lontani

Ridotti Molto riposante

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Blu Sensazione di

freddo, pressione sanguigna e battito cardiaco rallentano, la respirazione diventa profonda. È il colore della introspezione e dell’isolamento. In inglese, blue significa anche malinconico. Gli oggetti di questo colore vengono percepiti più piccoli e lontani, gli spazi dilatati.

Freddo Più piccoli e lontani

Ristretti Energico e socievole

Marrone È l’altro colore più diffuso in natura. Ispira sicurezza e fiducia e un atteggiamento conservatore. È quindi preferito in età adulta mentre i bambini lo percepiscono triste.

Non esercita effetti sulla sensazione di temperatura

Piccoli e lontani Ristretti Esprime fatica e agitazione

Violetto Rende difficile l’attività fisica perché fa sentire legati. Porta passività e depressione, impedendo di scaricare l’emotività.

Freddo Più piccoli e lontani, in particolare nelle tonalità più scure

Ridotti Esprime fatica e agitazione