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LEGGE 328/2000 UNA RIFORMA
ANCORA OGGI IN CAMMINO
Franco Pesaresi
Rimini
6 giugno 2008
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L’approvazione della L. 328
Legge 8/11/2000, n. 328
Legge Costituzionale n. 3/2001.
Sono passati 8 anni dalla L.328.
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A livello nazionale:
Fatto
Atto di indirizzo sui rapporti regione-enti locali-
Terzo settore (DPCM 30/3/2001)
Piano nazionale degli interventi e servizi sociali
2001-2003 (DPR 3/5/2001)
Riordino delle IPAB (DLgs 4/5/2001, n. 207)
Requisiti minimi per le strutture residenziali e
semiresidenziali (DM 21/5/2001, n. 308)
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A livello nazionale:
NON FATTO
Reddito minimo di inserimento (o di ultima
istanza)
Riordino delle erogazioni monetarie per gli
invalidi civili
Livelli essenziali delle prestazioni sociali
Definizione dei profili delle professioni sociali
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L’attuazione delle regioni:
riordino e pianificazione 12 Leggi di riordino e recepimento: Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna,
Friuli V.G., Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Trento.
10 Piani sociali regionali: Abruzzo, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Toscana, Trento,
+ Lombardia e Valle d’Aosta (Piani sociosanitari)
+ E. Romagna (Piano stralcio).
(Umbria e Marche PSR approvati nel 2000 prima della 328).
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L. 328/2000: gli ambiti sociali
Art. 8: Le regioni determinano gli ambiti territoriali di norma coincidenti con i distretti sanitari, prevedendo incentivi a favore dell’esercizio associato delle funzioni sociali in ambiti territoriali.
Art. 19: i comuni associati negli ambiti territoriali definiscono il piano sociale di zona.
Art. 22: la regione prevede per ogni ambito territoriale l’erogazione delle seguenti prestazioni: servizio sociale professionale, segretariato sociale, pronto intervento sociale, assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale.
Dimensione degli ambiti sociali
Regione Popolazione x
ambito
Regione Popolazione x
ambito
Campania 113.500 Bolzano 68.900
Emilia Romagna 107.400 Piemonte 66.800
Toscana 106.500 Marche 63.700
Lombardia 96.700 Friuli V. Giulia 63.600
Lazio 96.500 Calabria 57.300
Sicilia 91.200 Basilicata 39.600
Puglia 84.800 Trento 38.700
Liguria 84.700 Abruzzo 37.300
Veneto 84.600 Valle d’Aosta 31.000
Umbria 72.300 Molise 29.200
Sardegna 72.000 Media 81.800 7
Distretti sanitari e ambiti sociali
Regione n. distretti n. ambiti Regione n. distretti n. ambiti
Lombardia 98 98 Trento 13 13
Lazio 55 55 Valle
d’Aosta
4 4
Sicilia 55 55 E.
Romagna
40 39
Puglia 48 48 Friuli V.G. 20 19
Liguria 19 19 Molise 13 11
Veneto 56 56 Basilicata 11 15
Umbria 12 12 Toscana 42 34
Sardegna 23 23 Bolzano 20 7
Piemonte 65 65 Abruzzo 73 35
Marche 24 24 Campania 113 51
Calabria 35 35 Totale 839 718 8
Principi per il dimensionamento
1. Coincidenza con distretto sanitario;
2. Consenso degli enti locali;
3. Dimensione che favorisca la gestione associata;
4. Dimensione che garantisca la realizzazione dei
LEPS e la gestione della rete sociale.
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I piani sociali di zona
Piani di zona realizzati in 19 regioni:
manca solo la Calabria
E’ la principale e più riuscita realizzazione
della L. 328/2000
Finalmente pianificazione anche nel
sociale, ridimensionate le spinte
municipalistiche.
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L’attuazione delle regioni: riordino e
pianificazione (dopo la 328/2000) Regioni Leggi di
riordino
Piani
regionali
Ambiti territoriali
Piani
di
zona
Regioni Leggi di
riordino
Piani
regionali
Ambiti territoriali
Piani
di zona
Abruzzo SI SI SI Piemonte SI SI si
Basilicata Si SI SI Puglia SI SI SI SI
Calabria SI SI Sardegna SI SI Si
Campania Si SI SI Sicilia SI SI
E.Romagna SI stralcio SI SI Toscana SI SI SI SI
Friuli SI SI Si Umbria SI SI
Lazio SI SI SI V. d’Aosta SI SI Si
Liguria SI SI SI SI Veneto SI SI
Lombardia Si SI SI SI Bolzano SI SI
Marche SI SI Trento Si SI SI SI
Molise SI SI SI ITALIA 12 10 21 20
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La gestione associata
Le regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,
Emilia Romagna, Friuli-V.G., Lazio, Liguria, Lombardia,
Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria)
prevedono genericamente una gestione
associata intercomunale – a livello di
ambito - lasciando ai comuni la possibilità
di scegliere quella più adatta secondo il
TUEL (D.Lgs. 267/00).
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La spesa sociale dei comuni per
ente gestore. 2004 La spesa sociale è gestita per il 17,2% (926
milioni di €) da forme associative intercomunali (Trentino-AA 91%, Liguria 84%, Valle d’Aosta 66%, Piemonte 33%, Abruzzo 33%, Friuli VG 26%).
La spesa sociale per il 6,6% (era 7,5% nel 2003) (355 milioni di €) è stata gestita dalle ASL, delegate dai comuni stessi (Veneto 32%, Toscana, 17%, E. Romagna 8%, Lombardia 8%, Friuli-VG 5%)
I comuni singolarmente hanno gestito il 76,2% (era 74,8% nel 2003) della spesa (4.096 milioni di €) (Puglia 100%, Sardegna 100%, Sicilia 99%)
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I comuni
Il Piemonte : 40 consorzi, 9 comunità montane, 5
convenzioni, 3 gestioni comunali singole, 1 delega alla ASL.
In Veneto: associazionismo molto diffuso. I servizi sociali e
assistenziali vengono spesso delegati alle ASL.
In Friuli: Su 19 ambiti: 15 convenzioni con delega al
comune capofila e 3 deleghe alla ASL.
Lombardia: 6 consorzi, 5 aziende speciali, 2 Fondazioni o srl, 1 istituzione (su 98 zone).
Emilia Romagna: 4 consorzi e 3 deleghe alla ASL. 13 associazioni intercomunali (80 comuni).
Toscana: attivate sperimentalmente 18 società della salute (55% della popolazione).
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Le ragioni per la gestione
associata
Garantire i Livelli essenziali nell’ambito.
Garantire una distribuzione uniforme dei servizi in tutto il territorio.
Garantire una unica gestione al piano di zona.
Sviluppare economie di scala.
Innalzamento qualità organizzativa.
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Autorizzazione e accreditamento
Procedure per autorizzazione: 18
Regioni (mancano solo Bolzano, Sicilia, Umbria).
Procedure per accreditamento: 14 regioni (mancano Abruzzo, Bolzano, Campania, Lazio, Sicilia, Toscana, Umbria).
Requisiti per autorizzazione: 13 regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Veneto, Trento, Valle d’Aosta) +4 recepimento DPCM 308/2001 (Abruzzo, Calabria, Liguria, Piemonte) + atti settoriali
Requisiti per accreditamento: 3 regioni (Molise, Veneto+ Lombardia (non per tutte le strutture)
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Affidamento dei servizi
17 regioni hanno deliberato.
Di queste, 2 hanno stabilito con legge il criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa, rinviando i dettagli ad un delibera ancora non approvata. 1 regione ha dato indicazioni con circolare.
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Riforma IPAB
11 regioni hanno approvato leggi e
regolamenti attuativi
Bolzano, E. Romagna, Friuli V.G., Liguria,
Lombardia, Marche, Molise Puglia, Toscana,
Trento, Valle d’Aosta
19
L’attuazione delle regioni: riordino e
pianificazione (dopo la 328) Regioni Legge
autorizza
zione
accredita
mento
Affidament
o servizi
Prestazi
oni
sociosa
nitarie
Riform
a IPAB
Regioni Legge
autorizz
azione
accredit
amento
Affidam
ento
servizi
Prestazi
oni
sociosa
nitarie
Riforma
IPAB
Abruzzo SI si Piemonte SI SI Si*
Basilicata si SI * Puglia SI SI SI
Calabria SI SI SI Sardegna SI SI SI
Campania SI SI Sicilia SI***
E.Romagna SI SI** SI Toscana SI* SI SI SI
Friuli SI SI** SI Umbria ## SI
Lazio SI* SI V. d’Aosta SI si SI
Liguria SI SI SI parz. SI Veneto SI Si SI
Lombardia si# SI Bolzano SI
Marche SI SI si Trento SI* si SI
Molise SI SI si ITALIA 18 17 8 11
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Prestazioni sociosanitarie
Recepimento LEA sociosanitari del 2001: solo 8 regioni
Piemonte (parziale),
Veneto,
Calabria,
Sardegna,
Toscana,
Umbria,
Liguria (parziale)
Lazio.
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Professioni sociali
3 regioni hanno identificato le figure (Piemonte, Campania, Umbria?)
Alcune regioni hanno definito il percorso
formativo dell’assistente familiare (E.
Romagna, Campania, Lazio, Liguria,Toscana,
Valle d’Aosta)
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Il bilancio
Bilancio non soddisfacente .
Esperienza positiva dei Piani di zona.
Interventi innovativi: Rui Campania e
Basilicata. Toscana (previsione), Fondo per la non autosufficienza (diverse regioni).
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Le cause dei ritardi
Mancata spinta nazionale (mancata approvazione
delle norme previste)
Modifica costituzionale del 2001
Risorse economiche largamente
inadeguate
Impreparazione di una parte delle regioni a
far fronte alle nuove competenze