La storia di Avrom - Mondadori Educationne di ripetere la storia di Avrom (lo chiamerò così), una...

Post on 09-Mar-2020

7 views 0 download

Transcript of La storia di Avrom - Mondadori Educationne di ripetere la storia di Avrom (lo chiamerò così), una...

Avrom, un ragazzino ebreo nato in Polonia, assiste all’invasione tedescadel suo paese, perde i genitori e si ritrova completamente solo, ma nonsi perde d’animo. Riesce a fuggire, vive di espedienti, si fa degli amici frai soldati italiani e arriva in Italia, dove entra a far parte di un gruppo dipartigiani e combatte per liberare una patria che non è la sua.Una storia esemplare di un giovane coraggioso, una storia contro la guerra.

Accade sovente, in questi tempi, di ascoltare gente che dice di ver-gognarsi di essere italiana. In realtà abbiamo buone ragioni di ver-gognarci: prima fra tutte, il non essere stati capaci di esprimere1 unaclasse politica che ci rappresenti, e di tollerarne da trent’anni inveceuna che non ci rappresenta. Abbiamo per contro virtù di cui non sia-mo consapevoli, o di cui almeno non sappiamo quanto siano rare inEuropa e nel mondo: ripenso a queste virtù ogni volta che mi avvie-ne di ripetere la storia di Avrom (lo chiamerò così), una storia chesono venuto a conoscere per caso. Per ora, essa vive appunto così,come una saga2 trasmessa di bocca in bocca, col rischio che vengadistorta o adornata, e possa essere scambiata per una invenzioneromanzesca. È una storia che mi piace perché contiene un’immagi-ne del nostro paese visto da occhi ingenui e stranieri, in una luceferma di salvazione3, e visto inoltre nella sua ora più bella. La rias-sumerò qui, scusandomi delle possibili imprecisioni.Avrom aveva tredici anni nel 1939: era un ebreo polacco, figlio di uncappellaio molto povero di Leopoli4. Quando in Polonia entrarono itedeschi, Avrom comprese subito che era meglio non aspettarlichiuso in casa; così avevano deciso di fare i suoi genitori, ed eranosubito stati catturati ed erano scomparsi. Avrom, rimasto solo, si mi-metizzò5 sul fondo della piccola malavita locale, e visse di piccolifurti, di contrabbando minuto, di borsa nera e di mestieri vaghi eprecari, dormendo nelle cantine delle case bombardate, finché nonvenne a sapere che a Leopoli c’era una caserma di italiani. Era pro-babilmente una delle basi dell’Armir6: in città si sparse immediata-mente la voce che i soldati italiani erano diversi dai tedeschi, che e-rano di buon cuore, andavano con le ragazze, e non stavano a guar-dare tanto per il sottile in fatto di disciplina militare, di permessi e didivieti. Alla fine del 1942 Avrom abitava ormai stabilmente, e se-miufficialmente, in quella caserma. Aveva imparato un po’ d’italianoe cercava di rendersi utile facendo vari mestieri, l’interprete, il lu-strascarpe, il fattorino. Era diventato la mascotte della caserma, incui tuttavia non era il solo: come lui vivevano una dozzina di altriragazzi o bambini che erano rimasti abbandonati, senza parenti,

1 esprimere: qui nel senso di“darci, sceglierci”.

2 saga: leggenda.

3 in una luce… disalvazione: per Avrom,l’Italia è il luogo dellasalvezza e del riscatto.

4 Leopoli: città della Poloniaorientale; attualmenteappartiene all’Ucraina.

5 si mimetizzò: si rese“invisibile” assumendo lestesse caratteristichedell’ambiente in cui sitrovava.

6 Armir: sigla per Armataitaliana in Russia. QuandoHitler, nel giugno del 1941,attaccò la Russia, Mussoliniaiutò il suo alleato con unesercito di 200.000 uomini.

P. LeviLa storia di Avrom

unità 5 Storie di ragazzi e di ragazze378

testi ros

U5 352-389 secolo 6-02-2009 10:53 Pagina 378

senza casa e senza mezzi. Erano ebrei e cristiani; per gli italianisembrava che questo non facesse alcuna differenza, del che Avromnon finiva di stupirsi.Venne nel gennaio 1943 la rotta7 dell’Armir, la caserma si riempì di sban-dati e poi fu smobilitata8. Tutti gli italiani ritornavano in Italia, e gli uf-ficiali lasciarono capire che se qualcuno si voleva portare dietro queiragazzi figli di nessuno loro avrebbero chiuso un occhio. Avrom ave-va fatto amicizia con un alpino del Canavese9: attraversarono il Tarvi-sio10 nella stessa tradotta11, e il governo fascista li relegò12 insieme a Me-stre13, in un campo di quarantena14. Di nome era una quarantena sa-nitaria; e del resto tutti avevano i pidocchi; di fatto era una quarante-na politica, perché Mussolini non voleva che quei reduci raccontasse-ro troppe cose. Ci restarono fino al 12 settembre, quando arrivarono itedeschi, come se rincorressero proprio lui Avrom, stanandolo in tut-ti i nascondigli d’Europa. I tedeschi bloccarono il campo e caricaronotutti sui vagoni merci per portarli in Germania.Avrom, nel vagone, disse all’alpino che lui in Germania non ci sa-rebbe andato; perché i tedeschi li conosceva e sapeva di che cosa e-rano capaci: era meglio buttarsi giù dal treno. L’alpino rispose cheanche lui aveva visto che cosa avevano fatto i tedeschi in Russia,ma che lui di buttarsi non aveva il coraggio. Saltasse giù Avrom, luigli avrebbe fatto una lettera per i suoi in Canavese, con su scrittoche quel ragazzo era un suo amico, che gli dessero il suo letto e lotrattassero preciso come se fosse lui. Avrom si buttò dal treno con lalettera in tasca. Era in Italia, ma non nell’Italia lucida e patinata15

delle cartoline illustrate e dei testi di geografia. Era solo, sulla mas-sicciata16 della ferrovia, senza soldi, in mezzo alla notte e alle pattu-glie tedesche, in un paese sconosciuto, da qualche parte fra Veneziae il Brennero17. Sapeva soltanto che doveva raggiungere il Canave-

7 rotta: disfatta, ritirata.

8 fu smobilitata: fuabbandonata.

9 Canavese: zona collinareattorno a Torino.

10 Tarvisio: valico delle Alpiorientali.

11 tradotta: convoglioferroviario utilizzato per iltrasporto di militari intempo di guerra.

12 li relegò: li tenne isolati econfinati.

13 Mestre: località pressoVenezia.

14 campo di quarantena:campo in cui trascorrereun periodo di isolamento.

15 patinata: qui nel senso di“pittoresca, meravigliosa”.

16 massicciata: spessostrato di ghiaia e pietriscosul quale vengono posati ibinari della ferrovia.

17 Brennero: valico alpinoche mette incomunicazione l’AltoAdige con l’Austria.

379Un secolo tormentato unità 5

ti rossi

U5 352-389 secolo 6-02-2009 10:53 Pagina 379

se. Tutti lo aiutarono e nessuno lo denunciò: trovò un treno per Mi-lano, poi uno per Torino. A Porta Susa prese la Canavesana, scese aCuorgné, e prese a piedi la strada per il paesino del suo amico. Aquesto puntò Avrom aveva diciassette anni.I genitori dell’alpino lo accolsero bene, ma senza tante parole. Glidiedero dei vestiti, da mangiare e un letto, e poiché due braccia gio-vani servivano, lo misero a lavorare in campagna. In quei mesi l’Ita-lia era piena di gente sbandata, fra cui c’erano anche inglesi, ameri-cani, australiani, russi, che erano scappati all’8 settembre18 dai cam-pi per prigionieri di guerra, e perciò nessuno fece molto caso a quelragazzino forestiero. Nessuno gli fece domande; ma il parroco, par-landogli insieme, si rese conto che era sveglio, e disse ai genitoridell’alpino che era un peccato non farlo studiare. Così lo misero allascuola dei preti. A lui, che ne aveva viste tante, andare a scuola estudiare piaceva; gli dava una impressione di tranquillità e di nor-malità. Però trovava buffo che gli facessero studiare il latino: che bi-sogno avevano i ragazzi italiani di imparare il latino, dal momentoche l’italiano era quasi uguale? Ma studiò tutto con impegno, ebbeottimi voti in tutte le materie, e in marzo il prete lo chiamò a serviremessa. Questa faccenda, di un ragazzo ebreo che serve messa, glisembrava anche più buffa; ma si guardò bene dal dire in giro che e-ra ebreo, perché non si sa mai. A buon conto, aveva subito imparatoa farsi il segno della croce e tutte le preghiere dei cristiani.Ai primi d’aprile piombò sulla piazza del paese un camion pieno di te-deschi, e tutti scapparono. Ma poi si accorsero che quelli erano tede-schi strani: non urlavano ordini né minacce, non parlavano tedesco, par-lavano una lingua mai sentita, e cercavano gentilmente di farsi capire.Qualcuno ebbe l’idea di andare a cercare Avrom, che appunto era fo-restiero. Avrom arrivò sulla piazza, e lui e quei tedeschi si intesero be-nissimo, perché non erano tedeschi per niente: erano dei cecoslovac-chi che i tedeschi avevano arruolato di forza nella Wehrmacht19, e ades-so avevano disertato portandosi via un camion militare e volevano an-dare coi partigiani italiani. Loro parlavano ceco e Avrom rispondeva inpolacco, ma si capivano ugualmente.Avrom ringraziò gli amici canavesani e andò coi cechi. Non aveva ideepolitiche ben definite, ma aveva visto che cosa i tedeschi avevano fat-to al suo paese, e gli sembrava giusto combattere contro di loro.I cechi furono aggregati ad una divisione di partigiani italiani che ope-rava nella valle dell’Orco20, e Avrom rimase con loro come interprete estaffetta21. Uno dei partigiani italiani era ebreo e lo diceva a tutti; Avromne rimase stupito, ma continuò a non dire a nessuno che era ebreo an-che lui. Ci fu un rastrellamento22, e il suo reparto dovette risalire la val-le fino a Ceresole Reale, dove gli raccontarono che si chiamava Realeperché ci veniva il Re d’Italia a cacciare i camosci, e glieli fecero anchevedere col cannocchiale, i camosci, sui costoni del Gran Paradiso.

18 8 settembre: l’8settembre 1943 è il giornoin cui venne reso notol’armistizio (stipulato il 3settembre) tra l’Italia e gliAlleati.

19 Wehrmacht: esercitotedesco.

20 valle dell’Orco: localitàdel Canavese, comeCeresole, Locana, le Vallidi Lanzo ecc. citate inseguito.

21 staffetta: corriere, portaordini.

22 rastrellamento: il termineindica qui una operazionemilitare dei tedeschi voltaa individuare e snidare igruppi partigiani.

La storia di AvromP. Levi

unità 5 Storie di ragazzi e di ragazze380

testi ros

U5 352-389 secolo 6-02-2009 10:53 Pagina 380

Avrom rimase abbagliato dalla bellezza delle montagne, di quel lagoe dei boschi, e gli sembrava assurdo venirci per fare la guerra: infat-ti, a quel punto avevano armato anche lui. Ci fu combattimento coifascisti che venivano su da Locana, poi i partigiani ripiegarono nellevalli di Lanzo attraverso il Colle della Crocetta. Per il ragazzo, cheveniva dall’orrore del ghetto e dalla Polonia monotona, quella tra-versata per la montagna scabra23 e deserta, e le molte altre che se-guirono, furono la rivelazione di un mondo splendido e nuovo, cheracchiudeva in sé esperienze che lo ubriacavano e lo sconvolgeva-no: la bellezza del Creato, la libertà e la fiducia nei suoi compagni.Si susseguirono combattimenti e marce. Nell’autunno del 1944 ilsuo gruppo discendeva la Val Susa, di borgata in borgata, fino aSant’Ambrogio.Ormai Avrom era un partigiano finito24, coraggioso e robusto, disci-plinato per profonda natura ma svelto col mitra e con la pistola, po-liglotta25 ed astuto come una volpe. Venne a saperlo un agente delServizio Segreto americano, e gli affidò una radiotrasmittente: sta-va in una valigia, lui doveva portarsela dietro spostandola conti-nuamente perché non venisse individuata col radiogoniometro26, etenere i contatti con le armate che risalivano l’Italia dal Sud, e inspecie coi polacchi di Anders27. Di nascondiglio in nascondiglio, A-vrom arrivò a Torino. Gli avevano dato l’indirizzo della parrocchiadi San Massimo e la parola d’ordine. Il 25 aprile28 lo trovò annidatocon la sua radio in una cella del campanile.Dopo la Liberazione, gli Alleati lo convocarono a Roma per regolariz-zare la sua posizione, che in effetti era piuttosto imbrogliata. Lo cari-carono su di una jeep, ed attraverso le strade sconnesse di allora, at-traverso città e villaggi gremiti di gente sbrindellata che applaudiva, giun-se in Liguria, e per la prima volta nella sua breve vita vide il mare.L’impresa del diciottenne Avrom, candido soldato di ventura29, checome tanti remoti viaggiatori nordici aveva scoperto l’Italia con oc-chio vergine, e come tanti eroi del Risorgimento aveva combattutoper la libertà di tutti in un paese che non era il suo, finisce qui, da-vanti allo splendore del Mediterraneo in pace.Adesso Avrom vive in un kibbutz30 in Israele. Lui poliglotta, non hapiù una lingua veramente sua: ha quasi dimenticato il polacco, il ce-co e l’italiano, e non ha ancora una padronanza piena dell’ebraico.In questo linguaggio per lui nuovo ha messo giù le sue memorie,sotto la forma di appunti scarni e dimessi, velati dalla distanza nellospazio e nel tempo. È un uomo umile, e li ha scritti senza le ambi-zioni del letterato e dello storico, pensando ai suoi figli e nipoti, per-ché resti ricordo delle cose che lui ha viste e vissute. È da sperareche trovino chi restituisca loro il respiro ampio e pulito che poten-zialmente contengono.

Primo Levi, Avrom, in Lilit e altri racconti, Einaudi

23 scabra: arida e rocciosa.

24 finito: molto esperto.

25 poliglotta: in grado dicapire e parlare moltelingue.

26 radiogoniometro:apparecchio perdeterminare la direzione diarrivo delle onde sonoreemesse da unaradiotrasmittente.

27 Anders: generale polaccodalla vita moltoavventurosa.

28 Il 25 aprile: è consideratala data ufficiale dellaliberazione dell’Italia daitedeschi.

29 candido soldato diventura: come i mercenaridell’età rinascimentale, manon per denaro, e con unanimo ben diversamentepuro e innocente, Avromha combattuto per unPaese che non era il suo.

30 kibbutz: termine ebraicoche indica le fattorie aconduzione collettiva,ispirate a principisocialisti, tipiche delloStato di Israele.

381Un secolo tormentato unità 5

ti rossi

U5 352-389 secolo 6-02-2009 10:53 Pagina 381