Post on 25-Apr-2020
La riflessione in tema di imprenditore
Cosa/chi è l’imprenditore? Secondo William Baumol (1968) «uno dei protagonisti più intriganti e, al
tempo stesso, più elusivi del cast che interpreta la vicenda che è oggettodi studio dell’analisi economica»
Perché? I metodi quantitativi e i modelli generali della teoria economica classica non
hanno fornito utili strumenti interpretativi I contributi più significativi sono arrivati dalla sociologia, dall’antropologia, dalla
psicologia, dalla storia e solo negli ultimi anni dagli studi aziendali
E’ possibile comunque enucleare due tradizioni di ricerca: Quella continentale: approccio ermeneutico-interpretativo che valorizza l’agire
individuale e la creatività dei soggetti economici Quella anglosassone: stile analitico che privilegia la considerazione delle
grandezza macroeconomiche
La tradizione continentale Gli inizi rinascimentali in Italia con il
pensiero della tarda Scolastica (filosofiacristiana medievale)
Legittimazione del profitto dell’attivitàmercantile come remunerazione delrischio e dell’incertezza (periculum)
in quel momento è l’attivitàeconomica più rilevante
SI afferma una società dalla forteconnotazione mercantil-imprenditorialeche possiamo considerare alla basedella società capitalistica che la seguirà
La tradizionecontinentale Richard Cantillon propone per la prima
volta nel Settecento il termine entrepreneur
È il «vero organizzatore di tutto ciò che siproduce»,
Colui che sfrutta le opportunità di mercatocreate dalla discrepanza tra domanda eofferta
È uno dei tre agenti economici (gli altri sonoproprietari e salariati)
L’unico che affronta il rischio derivante dal«comprare a un prezzo certo e vendere aun prezzo incerto»
La tradizionecontinentale Nicolas Badeau (1730-1792)
Fisiocratico che si concentrasull’imprenditore agricolo e lo distinguedal proprietario e dal salariato
È il «proprietario del raccolto» perché ècolui che «metteva in atto le migliorie,che correva i rischi e affrontava tutte lefatiche e le incertezze»
Oltre a quello di rischio quindi vieneassociato all’imprenditore anche ilconcetto di innovazione
La tradizione continentale
In Lombardia spunti interessanti vengono daMelchiorre Gioia (1767-1829)
«L’intraprenditore» è un intermediario traproprietari/capitalisti e operai
«sono i centri da cui parte il movimento sociale, sono icanali da cui si diffondono le ricchezze di tutti, e siripartono secondo i titoli di ciascuno»
La tradizionecontinentale Jean-Baptiste Say tra Sette e Ottocento
sottolinea il ruolo managerialedell’imprenditore
Distingue tra chi fornisce capitale aun’impresa e chi sovraintende, dirige,controlla la produzione
Con «retto giudizio», «giudiziosoardimento» e perseveranza affrontal’incertezza per consentire la creazionedi prodotti per il consumo
In sostanza l’imprenditore applica laconoscenza (oltre che affrontare ilrischio e innovare)
La tradizione continentale: sintesi
Tradizione continentaleInizi rinascimentali Attività mercantile e periculumCantillon (1680-1734) Entrepreneur e il rischioBaudeau (1730-92) Rischio e innovazioneGioia (1767-1829) IntraprenditoreSay (1767-1832) Rischio, innovazione e
conoscenza
La tradizioneanglosassone Una riflessione che parte in ritardo
perché di fatto ignorata da Adam Smith(1723-1790), padre dell’economiapolitica
L’undertaker, o projector, o employer è ilproprietario dell’impresa
Nel Settecento inglese la fabbrica tipicaè di dimensioni limitate e tutte ledecisioni vengono prese dal proprietarioche quindi è manager e capitalista
La tradizione anglosassone
Anche David Ricardo (1772-1823) nonapprofondisce la figura dell’imprenditore
Era più interessato all’accumulazione dicapitale che sta alla base dello sviluppo delsistema economico
Quest’ultima viene quindi assicurata grazie allacapacità di generare profitti da parte delcapitalista
La tradizioneanglosassone E’ solo con John Stuart Mill che la figura
dell’imprenditore (undertaker oentrepreneur come in francese) entra nellariflessione anglosassone
Tuttavia si tratta di una sorta di managerstipendiato che partecipa del rischiod’impresa e dei profitti prodotti
Mill ha vissuto gli anni della Rivoluzioneindustriali; le imprese sono di dimensionimaggiori (nascono le prime società perazioni) e si afferma un dinamico mercatodei capitali proprietà, direzione,funzione finanziaria e manageriale inizianoa separarsi
La tradizioneanglosassone
Karl Marx inizialmente sembrarecuperare la dimensioneimprenditoriale
Distingue tra capitalista attivo eproprietario del capitale a cui ilprimo paga parte del profitto per lasola proprietà del capitale
«la porzione di profitto che spetta alcapitalista operante si presentaadesso come guadagno diimprenditore»
Ma quest’ultima viene poi definitasemplicemente come «un salario dicontrollo», più alto di quello deglioperai ma non a questi opposto
La tradizione continentale e latradizione anglosassone: sintesi
Tradizione continentale Tradizione anglosassoneInizi rinascimentali Att. Mercantile e periculumCantillon (1680-1734)
Entrepreneur e il rischio
Baudeau (1730-92) Rischio e innovazione Smith (1723-90) Undertaker, projector,employer
Gioia (1767-1829) Intraprenditore Ricardo (1772-1823) Portatore di capitaleSay (1767-1832) Rischio, innovazione e
conoscenzaMill (1806-73) Entrepreneur
«manageriale»Marx (1818-1883) Capitalista operante e
salario di controllo
Una sintesi difficile
Negli ultimi tre decenni dell’Ottocentole posizioni sono più complicate
Nel continente la teoria dell’equilibrioeconomico generale (Leon Walras,Vilfredo Pareto) espunge la figuradell’imprenditore dall’analisi delsistema economico
Mentre in Inghilterra l’approcciocambia…
Una sintesi difficile
Alfred Marshall, fondatoredell’economia industriale edell’analisi degli equilibri parziali,riserva all’imprenditore il ruolo diorganizzatore della produzioneretribuito con una quota deiprofitti
È il quarto fattore di produzione Ma si tratta comunque di una
figura dedita ad attività di routinein imprese medio-piccole rivoltedirettamente al mercato èmolto simile a un manager
Una sintesi difficile
A ispirare Marshall sono stati gli scritti diWalter Bagehot (1826-77), direttore di«The Economist»
Critico dell’impostazione teorica di Smith,si focalizza sull’imprenditore con unapproccio estremamente soggettivista
«è lui [l’imprenditore] a decidere qualimerci offrire al pubblico e come equando offrirle; tutto il resto non è chemateria prima»
Una sintesi difficile
Per Joseph Alois Schumpeter (1883-1950)l’imprenditore è il motore dello sviluppoeconomico
L’analisi punta sul funzionamentodinamico del sistema economico
«la storia del capitalismo è segnata daesplosioni e catastrofi violente»
Si tratta di squilibri (cicli economici)indotti dall’azione dinamica diimprenditori-innovatori
Una sintesi difficile
Cosa fa un imprenditore-innovatore?
Mette in atto nuove combinazioni economiche (nuovi prodotti, materieprime, processi, organizzazioni, mercati)
Trasforma invenzioni in innovazioni: rende sfruttabili economicamente le invenzioni
Fa da ponte tra tecnologia ed economia
Il rischio è ripagato dai profitti dovuti alla temporanea rendita di posizionemonopolistica garantita dall’innovazione
È temporanea perché le innovazioni vengono imitate e incentivano laricerca di nuovi progressi
Una sintesi difficile
Quali sono le motivazionidell’imprenditore?
«la soddisfazione derivante da unaposizione sociale di potere e lagioia di una funzione creatrice»
Profitto e ricchezza sono le misurecon cui si valuta il successodell’imprenditore sui concorrenti
Un esempio di imprenditoreschumpeteriano è Jacob Fugger,banchiere dell’imperatore Carlo V, icui interessi imprenditorialiandavano dal tessile alla finanza,passando per commercio esiderurgia
Una sintesi difficile
Che caratteristiche hanno queste innovazioni?
Si affollano in grappoli e in settori specifici La «prima innovazione» in una fase specifica di un settore di produzione ne
sollecita altre «vicine»
Questo motiva la natura ciclica e fluttuante del processo di crescita capitalistica
Schumpeter individua tre cicli di lungo periodo: 1) innovazione nel tessile e metallurgico della Prima rivoluzione industriale (1776-
1842)
2) l’innovazione e lo sviluppo delle ferrovie (1853-1897)
3) La nascita e crescita dei settori elettrico, chimico, automobilistico (ancora inatto quando pubblica Business cycles)
Una sintesi difficile Schumpeter si ispira alle c.d. «onde di Kondratiev» (I maggiori cicli
economici, 1925): Cicli sinusoidali di 50-70 anni che spiegano lo sviluppo del sistema capitalistico
Oggi le onde sono suddivise in 4 periodi con picco massimo tra i primi due eminimo tra gli ultimi due
Tra le cause dei cicli ci sono gli investimenti, le crisi, le guerre e soprattutto leinnovazioni
Una sintesi difficile
La riflessione più tarda (il cosiddetto «secondo Schumpeter») si rivolge alcapitalismo del big business
nel quale sono invece centrali i manager e
l’attività innovativa è endogena alle grandi imprese che la sviluppanocostantemente nei loro laboratori di ricerca
«muore» l’imprenditore individuale e si apre la strada per quello cheSchumpeter chiama «socialismo manageriale»
Perché? Come si vedrà, negli USA Schumpeter conosce le dinamiche dei grandi trust
dove non sono gli imprenditori individuali ma i manager i detentori del poteredecisionale
Una sintesi difficile
Per Frank Knight la caratteristicaprincipale dell’imprenditore ha a chefare con i concetti di rischio eincertezza
Rischio: misurabile e valutabile ex ante equindi coperto da assicurazione (ètrasferibile ad altri)
Incertezza: non è quantificabile perchériguarda il nuovo e l’ignoto (cosa fare ecome farlo)
Una sintesi difficile
Compito dell’imprenditore è: Previsione dei futuri scenari
Direzione della ricerca tecnologica Controllo della produzione
In caso di incertezza l’aspetto decisionale prevale su quello esecutivo Il profitto è la retribuzione di questa attività
L’attività imprenditoriale così definita Knight si esplica non solo in momentidi cambiamento del sistema economico ma anche in un «ambienteeconomico neoclassico» (concorrenza perfetta e stabilità nel lungoperiodo)
Dalla scuolaneoaustriaca alla«entreprenurial history»
Riprende i concetti della scuolaaustriaca di economia ottocentesca
I principali esponenti sono Ludwig vonMises e Friedrich von Hayek)
Predica la superiorità del sistema dimercato perché riesce a creareincentivi per gli imprenditori a superarei vincoli produttivi esistenti
Ruolo centrale delle informazioni edella conoscenza
Dalla scuola neoaustriaca alla«entreprenurial history» La conoscenza individuale viene modificata dal sistema dei prezzi («un
meccanismo che registra il cambiamento»)
Gli agenti economicamente hanno una conoscenza parziale sonopricetakers
Se un agente ha conoscenze maggiori può manipolare a suo favore ilmercato
Il profitti nasce da una miglior valutazione dei prezzi futuri: Si compra a prezzi che in ottica futura sono vantaggiosi
Il costo dei fattori produttivi scende
Aumenta il profitto visto come differenza tra prezzi e costi
Dalla scuola neoaustriaca alla«entreprenurial history» Per Israel Kirzner l’imprenditore è quindi un
intermediario che trova e collega informazioninel mercato
Può agire cioè quando ha attenzione(alertness) a squilibri di mercato (cioè lapresenza di informazione incompleta, distorta ocostosa) che diventano opportunità di profitto
Se per Schumpeter l’imprenditore squilibra ilmercato, per Kirzner è un fattore di riequilibrio
Dalla scuolaneoaustriaca alla«entreprenurial history»
Per Mark Casson l’imprenditore prende «decisionicritiche e fondamentali riguardo il coordinamentorisorse scarse»
Può farlo per un migliore accesso alle informazioniuna migliore capacità nel loro uso
Il profitto è quindi una temporanea «rendita dell’abilità Sostiene anche che l’attività innovative delle imprese
sia determinante nella formazione dei mercati: “I marcati dei consumatori, così come li conosciamo
non esisterebbero senza le innovazioni delle imprese
Dalla scuola neoaustriaca alla«entreprenurial history» In questo contesto teorico, in cui la caratterizzazione non è univoca, alcuni
spunti possono giungere dalla storia d’impresa, intesa:
come entreprenurial history che valorizza le figure di singoli imprenditori
e come business history che si focalizza sull’evoluzione delle struttureorganizzative
Sintesi della lezioneTradizione continentale Tradizione anglosassone
Inizi rinascimentali Att. Mercantile e periculumCantillon (1680-1734)
Entrepreneur e il rischio Smith (1723-90) Undertaker, projector,employer
Baudeau (1730-92) Rischio e innovazione Ricardo (1772-1823) Portatore di capitaleGioia (1767-1829) Intraprenditore Mill (1806-73) Entrepreneur
«manageriale»Say (1767-1832) Rischio, innovazione e
conoscenzaMarx (1818-1883) Capitalista operante e
salario di controlloUna sintesi difficile
Marshall (1842-1924) Organizza la produzione, ma attività di routineSchumpeter (1883-1950)
1° S.: Motore sviluppo attraversoinnovazione (business cycles)
2° S.: Manager e capitalismo del bigbusiness
Knight (1885-1972) Rischio e incertezzaKirzner (1930) «Intermediario» di informazioni; alertness; equilibrio nel mercatoCasson (1945) Prendere decisioni critiche e fondamentali
Bibliografia
P.A. Toninelli, Storia d’impresa, Bologna, Il Mulino, 2012, II edizione: capitoloI, paragrafo 1.
Per approfondimenti: G. Berta, L’imprenditore: un enigma tra economia e storia, Venezia, Marsilio,
2004: capitolo 1 e 2
G. Berta, L’enigma dell’imprenditore (e il destino dell’impresa), Bologna, IlMulino, 2018: capitolo 1 e 2