Post on 01-May-2015
La revisione interculturale dei curricoli di storia
Marina Medi
Lesa - Belgirate
26 settembre 2008
Perché una storia in senso interculturale?
• rapidi processi di trasformazioni del nostro tempo • presenza nella scuola di alunni stranieri• inserimento in una prospettiva europea• maggiore diversità intergenerazionale dovuta alla
diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione che comportano:– nuovi supporti alla trasmissione del sapere
– nuovi linguaggi
– nuove forme del pensiero
Domande aperte
1) Quale formazione storica è necessaria ai giovani di oggi?
Che cosa stiamo insegnando rispetto ai bisogni formativi degli studenti?
2) Quanto etnocentrismo c’è nel nostro insegnamento?
Quali messaggi e quali valori trasmettiamo?
Primi tentativi di approccio interculturale nelle scuole
– Confronti su aspetti culturali di paesi diversi
– Introduzione di elementi di storia dei paesi di provenienza degli studenti stranieri
– Progetti di educazione alla cittadinanza europea
Ma è ormai diventato chiaro che
• non basta affiancare al programma tradizionale alcuni contenuti in più sulla storia, la geografia
e la cultura di altri popoli
• bisogna invece ripensare a un modo nuovo di affrontare lo studio geostorico che:– decostruisca l’impianto etnocentrico tradizionale– costruisca un approccio interculturale
Il caso della storia: la decostruzione
Necessità di mettere in discussione il “canone” dominante nei manuali, nelle pratiche didattiche e nell’immaginario comune:
- il curricolo implicito, cioè la selezione dei contenuti da trattare e la loro sequenza
Quale storia “generale” nei manuali e nella nostra testa?
Selezione non esplicitata di fatti e personaggi che privilegia:
- l’Italia (ma non tutta) e il mondo occidentale - la dimensione politico-istituzionale e
(parzialmente) economica- le classi dominanti o comunque vincenti- i maschi- i periodi funzionali alla “biografia” della nazione
Biografia della nazione,scopo dello studio della storia
• Selezione di fatti e personaggi che hanno contribuito a formare la realtà nazionale attuale (mondo classico… comuni… Rinascimento… Risorgimento… Resistenza…)
• In molti casi questi fatti vengono enfatizzati o inventati (Celti…)
• La storia così sembra essere un percorso coerente che porta all’oggi, giustificandolo
Oggi “biografia” dell’Europa?
Oggi nei manuali c’è la tendenza a proporre una “storia generale” funzionale alla costruzione di una “biografia” dell’Europa:
- creazione di un soggetto storico, “l’Europa” (ma solo quella occidentale), unitario e fortemente anticipato
- selezione dei fatti che sembrano giustificare la formazione del mondo occidentale
- enfatizzazione dell’attuale processo di unificazione dopo millenni di guerre e massacri, trascurando gli elementi di diversità e tensione nel continente
Il caso della storia: la decostruzione
Necessità di mettere in discussione il “canone” dominante nei manuali, nelle pratiche didattiche e nell’immaginario comune:
- il curricolo implicito, cioè la selezione dei contenuti da trattare e la loro sequenza
- concetti e modelli di spiegazione
Il caso della storia: la decostruzione
Necessità di mettere in discussione il “canone” dominante nei manuali, nelle pratiche didattiche e nell’immaginario comune:
- il curricolo implicito, cioè la selezione dei contenuti da trattare e la loro sequenza
- concetti e modelli di spiegazione
- le finalità dello studio della storia
FINALITA’ DELLO STUDIO DELLA STORIA
Storicizzare esperienze e percorsi biografici
Riflettere sui meccanismi della memoria
Riflettere sui rapporti tra passato, presente e futuro
Saper operare con gli strumentidella conoscenzastorica
Conoscere i processi storici fondamentali della realtà in cui si vive
Comprendere criticamentei principali problemi del mondo attuale
Che cos’è la competenza storica?
La competenza storica non sta nel saper raccontare eventi e collocarli su una linea del tempo, ma significa:
– saper tematizzare e problematizzare il passato in relazione al presente
– distinguere le diverse scale spaziali e durate temporali dei fatti o dei processi storici
– cogliere i modelli di spiegazione che ne vengono dati
– essere consapevoli di come sono prodotte le conoscenze sul passato
– usare queste conoscenze per mettere in prospettiva il presente e per argomentare i propri punti di vista
Come rivedere l’insegnamento della storia in chiave interculturale?
Caratteri di un approccio interculturale
• Riconoscere che la realtà è plurale e che in ciò risiede una grande ricchezza
• Il diverso può essere conosciuto se si è disposti ad avvicinarlo con interesse e rispetto
• Scoprire somiglianze e differenze• Realizzare incontri e scambi• Tener conto che ogni espressione culturale, anche
la propria, è un punto di vista
Per una storia in dimensione interculturale: l’approccio storiografico
1. Passare dalla “storia generale” a una pluralità di storie, diverse per:
– soggetti sociali (vincitori, vinti, uomini, donne, al potere e non ecc.)
– ambiti spaziali (mondiale, continentale, nazionale, regionale, locale)
– punti di vista (economico, politico, della cultura materiale, dell’immaginario, dei rapporti sociali ecc.)
2. Passare dal modello cronologico-sequenziale a periodizzazioni differenti, intrecci di durate, mappe di contemporaneità
3. Individuare i saperi necessari a tutti gli studenti per una storia non della nazione, ma dell’umanità
Per una storia in dimensione interculturale: i contenuti
• Temi a valenza interculturale. Per es.:- spostamenti di popolazioni nella storia,- incontri/scontri di culture, - influssi di altre culture nella lingua, musica, arte ecc.
• Approcci e contenuti di storiografie non europee. Per es.: - planisferi non eurocentrici,- letture incrociate di fatti e processi
• Somiglianze e differenze tra le risposte che i popoli hanno dato ad analoghi problemi. Per es.: produzione, gestione del potere, indipendenza nazionale ecc.
• Grandi problemi comuni del presente/futuro. Per es.: ambiente, cittadinanza, globalizzazione, pace, sviluppo
Per una storia in dimensione interculturale: i metodi
• Partire dai problemi (interdisciplinari) e non da spezzoni disciplinari (= capitoli del manuale)
• Porsi finalità non solo cognitive o procedurali, ma anche socio-affettive (ricerca collettiva a partire da sé e dalle proprie domande)
• Mettere in relazione il passato e il presente
• Dare coerenza verticale alla progettazione = scoprire la complessità, ma anche la sua leggibilità
• Rapportarsi con il territorio
Uno studio per temi/problemi
Invita ad evitare due rischi (dalle nuove Indicazioni):
• sul piano culturale la frammentazione dei saperi = interdisciplinarità
• sul piano didattico la impostazione trasmissiva = didattica della ricerca
Il curricolo
AREE DISCIPLINARINuclei fondanti
EDUCAZIONITRASVERSALI
SVILUPPO DI COMPETENZE
STUDIO PER TEMI/PROBLEMI
EDUCAZIONITRASVERSALI
intercultura
pacesviluppo sostenibile e equo-solidale
ambiente
salute
affettività
cittadinanza,diritti umani,legalitàdifferenza di genere,
pari opportunità
informazione e media
patrimonio
Un legame particolarmente forte tra
Educazione interculturale
Educazione al patrimonio
Educazione alla cittadinanza
Che cos’è il patrimonio culturale?
E’ l’insieme di tracce materiali e immateriali che testimoniano l’esistenza culturale di un popolo in un determinato momento storico:
- il territorio plasmato dal suo insediamento,
- gli oggetti della cultura materiale,
- i linguaggi, il folklore, i prodotti artistici,
- i modi di organizzarsi e interagire ecc.
Patrimonio culturale
• è ciò che una comunità riconosce tale, per cui lo conserva, lo valorizza e lo trasmette alle generazioni successive
• può essere visto come la biografia culturale di un territorio
L’Educazione al patrimonio
• permette di sviluppare il senso di appartenere a una cultura: radici parentali, linguistiche, territoriali, religiose ecc.
• fa capire che l’identità culturale - ha aspetti di dinamismo, permeabilità, storicità- può essere riplasmata in modo creativo con nuovi elementi e nuove scelte
• stimola la presa di coscienza dei diritti e doveri che abbiamo rispetto ai beni culturali (responsabilità, valorizzazione, tutela e conservazione)
Non avere educazione al patrimonio
ha effetti negativi per:
l’educazione alla cittadinanza - inconsapevolezza del proprio patrimonio culturale
- incuria e vandalismo
l’educazione interculturale - errata percezione del proprio patrimonio, concepito come statico e non modificabile
- chiusura verso i patrimoni altrui
- intolleranza verso i soggetti che ne sono portatori
Educazione al patrimonio ed Educazione interculturale
L’approccio interculturale all’Educazione al patrimonio:
• stimola l’interesse per le espressioni culturali degli altri e quindi anche il rispetto per esse
• permette di scoprire somiglianze e differenze • costituisce un terreno per il dialogo e lo scambio
Invita a realizzare un senso di appartenenza senza esaltare la propria identità e tradizione
contro quella di altri
Patrimonio italiano e studenti stranieri
Far conoscere e rendere accessibili agli stranieri i beni culturali del nostro paese significa:
• aiutarli a comprendere la società in cui sono arrivati e quindi a inserirsi in essa in modo migliore
• facilitarli nell’acquisizione competente della lingua
• contrastare e ridurne l’esclusione sociale favorendo pari e ampie possibilità di accesso e partecipazione sul piano culturale
Per una nuova cittadinanza
L’Educazione al Patrimonio è un’opportunità per costituire una:– cittadinanza attiva (appartenenza e responsabilità)– cittadinanza democratica per un dialogo
interculturale (riconoscimento di patrimoni “altri” e di chi li ha prodotti)
– cittadinanza planetaria con una identità culturale a scala mondiale che trova espressione nel patrimonio dell’umanità
Il posto dove vivo: un segmento del curricolo verticale
• Tematica ricorrente su temi/problemi a carattere storico, geografico, socio-culturale sul piano locale
• Costituita da Unità di apprendimento distribuite nel curricolo e tematizzate in modo adatto alle diverse età
Lo studio del territorio
Permette di progettare percorsi di apprendimento che - partano dalle esperienze degli studenti
- sviluppino competenze geo-storico-sociali utilizzando metodologie di ricerca attive e motivanti
- valorizzino l’intreccio tra Educazione interculturale, al patrimonio e alla cittadinanza attiva
- favoriscano processi di inclusione e dialogo intergenerazionale
Un esempio
A San Fermo della Battaglia (CO) un obelisco ricorda la vittoria di Garibaldi sugli Austriaci del 27 maggio 1859.
Costruito nel 1873, trasformato in epoca fascista, ora è monumento ai caduti di tutte le guerre
A partire dallo studio sul monumento è possibile
• ripercorrere la storia italiana di più di un secolo
• riflettere sulle ragioni e le modalità con cui un popolo conserva la memoria di parti del proprio passato, mentre altre le censura e le oblia
• conoscere che in Italia c’è stato un processo di indipendenza e Garibaldi ne è stato un protagonista
• scoprire che anche altri paesi hanno lottato per l’indipendenza e anche loro hanno avuto degli “eroi”
• riflettere che ogni popolo ricorda e ribadisce la propria indipendenza attraverso elementi simbolici (storie di protagonisti, date festive, monumenti)
Come rivedere l’insegnamento della storia?
1. Rivedere le finalità dello studio della storia2. Decostruire i modelli di spiegazione e i
messaggi impliciti trasmessi dallo studio della storia che possono portare a giudizi stereotipi ed etnocentrici
3. Individuare gli elementi fondanti della disciplina
4. Superare l’impianto espositivo e cronologico-sequenziale
Quali i limiti di questo impianto
• “Oggettivizza” i fatti di cui tratta
• Fa sparire il ruolo interpretativo dello storico
• Attribuisce dignità storica solo a quello di cui si parla (il resto non è o non ha storia)
• Rende gli studenti ripetitori passivi
• Riconosce solo lo stile cognitivo centrato sul linguaggio verbale