La Provincia Pavese SOCIETA’ MARTEDI’ 28 DICEMBRE 2010 LE VOSTRE LETTERE DI NATALE...

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SOCIETA’ 33MARTEDI’ 28 DICEMBRE 2010La Provincia Pavese

LE VOSTRE LETTERE DI NATALE

Ecco nuove missive che sono state scritte e inviate dai lettori del giornale

Mille auguri tra le righeI desideri dei più piccini e le storie narrate dai nonniPAVIA. Continuano ad arrivare le lette-

re a Babbo Natale. Oggi ne pubblichiamodi nuove. L’invitato a prendere carta epenna per dedicare alla famiglia, agli af-fetti più vicini, ma anche al proprio pae-se, alla propria città o al resto del mondoun pensiero in occasione del Natale, è ri-volto a tutti lettori, di ogni età. Pubbliche-remo sia sul giornale che sul nostro sito(www.laprovinciapavese.it) le lettere, i

biglietti, i disegni e gli auguri che vorreteinviare a familiari, amici, a chi vi sta piùa cuore, attraverso il giornale. Dopo l’Epi-fania premieremo le lettere più simpati-che, più originali, più belle.

L’indirizzo è: La Provincia pavese - Lelettere di Natale, viale Canton Ticino 16,27100 Pavia. Potete inviarci gli scritti an-che attraverso una e-mail all’indirizzo na-tale@laprovinciapavese.it.

UN BIGLIETTO

L’amore batte la sfortunaSiamo una famiglia unita

Adorabile Babbo Natale, sono le 5.30del giorno 10 dicembre. Simpaticissi-mo pupazzo con il vestito rosso ti scri-

vo a nome di mio marito Donato che è statocolpito da ictus cerebrale quindi è come unbambino. Deve imparare a leggere, a scrive-re, a camminare. Io e la piccola Noemi stia-mo percorrendo questo faticoso percorso in-sieme al nostro bambino con barba e pizzet-to. Babbo Natale abbiamo conosciuto le dif-ficoltà, l’arroganza, la sofferenza, l’umiltà,la solidarietà, la sopravvivenza. Adesso tichiediamo una botta di... fortuna.

Donato, Noemi, Lucia Ricciardi

IL MIO GRANDE REGALO SI CHIAMA ANDREA

Carissimo Babbo Natale sono la mamma di un bimbotanto desiderato di nome Andrea che ha da poco com-piuto due anni. Voglio ringraziare la nonna Tata per

l’immenso e costante aiuto che ricevo quotidianamente emio marito Massimo per essermi sempre stato vicino an-che nei momenti più difficili che abbiamo affrontato insie-me. Grazie a tutti, tanti auguri di buone feste.

Katia e il piccolo Andrea(Broni)

Mandarini, spagnolette e bamboleUna festa povera ma ricca di felicità

Quando ero bambinaabitavo nel paesino diBoca, in Piemonte. La

gente era molto povera.Viveva grazie alle vigne, dicui vendeva l’uva, o con ilgrano che dava la farina perla polenta e che sfamavaanche i maiali, i polli, leanatre e i conigli. Eravamomolto poveri e la sera con inonni e i genitori, vicino alcamino, scartocciavamo lamelga e con le foglie piùbelle facevamo un belcuscino per dormire. Intantocantavamo e i nonni cicontavano le loro storie.Vorrei tornare ancora aivecchi tempi, poveri mafelici. Quando veniva ilsanto Natale noi bambiniandavamo con i cesti nelbosco a prendere il muschio,

così bello soffice con ilprofumo del bosco, poifacevamo il presepio con isassi, qualche statuina dicarta o gesso, la capanna. Lanotte del santo Natale conansia aspettavamo GesùBambino che passava aportarci la strenna che eraqualche mandarino espagnoletta, la bambolinafatta di pezza. Eravamomolto felici. Termino questerighe pregando BabboNatale e Gesù di aiutare igenitori di Yara e Sara e ditutti i bambini che non sitrovano più. Il dono più bellosarebbe che i genitoritrovassero i loro bambiniscomparsi. Tanti auguri atutti.

Bruna(Castelnovetto)

I regali di Gesù Bambino davanti al fuoco del camino

Ricordi e nostalgia del passato

Torna il Natale con il suo carico di ricordi, di attese e disperanze! La più bella festa dell’anno, specialmente perchi è un po’ avanti negli anni, è proprio la ricorrenza da

dedicare alla famiglia, agli affetti più cari al nostro cuore, alpaese in cui siamo nati e vissuti.

Io non posso dimenticare i tanti Natali che ho trascorsocon i miei genitori, con mio fratello, con i miei suoceri, con lemie bimbe che tanti anni fa attendevano i regali di Gesù Bam-bino, portati da Babbo Natale che, stanco del lungo viaggio,si soffermava a scaldarsi al fuoco del camino, sorseggiava illatte e gustava i biscotti che preparavamo prima di coricarci.Poi ricordo con nostalgia anche le festicciole che preparavocon i miei cari scolari alla scuola Ada Negri e lo scambio diauguri con le loro famiglie e gli indimenticabili colleghi. Orami rimangono le mie care figlie, ormai sposate, i miei cari ge-neri e, soprattutto, i miei quattro splendidi nipoti, gioia dellamia vita e di quella di mio marito.

Auguro loro ogni bene e vorrei rivolgere un pensiero allamia Pavia, all’Italia, al mondo intero perchè Babbo Nataleporti gioia, prosperità, amore e pace a tutti. Così il Natalenon sarà solo la festa del consumismo, delle luci e dei colorima donerà serenità e speranza a tutti.

Eugenia Abrate Comini(Pavia)

Tre fratellini di Borgarelloe l’attesa dei nuovi giochi

Caro Babbo Natale, sono un bambino di 9anni, mi chiamo Alessandro, frequentola 4ª elementare di Borgarello, ho un fra-

tellino di nome Marco e una sorellina di no-me Greta, sono più piccoli di me, mi fanno idispetti e io mi arrabbio però gli voglio tantobene. Speriamo che nei giorni di festa mi la-scino giocare in pace con i giochi che dovre-sti portarmi, anche perchè a scuola vado be-nino. Ti aspettiamo con gioia e tanta felicità.

Alessandro, Marco e Greta

SORRISI E CAREZZE

Caro Babbo Natale,non ti faccio una ri-chiesta per me. Vor-

rei invece che con il tuosorriso nascosto fra barbae baffi portassi in regaloun sorriso e una carezzaad una persona anziana.Questo tuo sorriso saràsenza alcun dubbio il piùbel regalo per lei.

Alba Silva(Robbio)

GRAZIE A CHI LAVORA

Vorrei esprimere unaugurio speciale atutto il personale,

nessuno escluso, della ca-sa di riposo Zanaboni diVoghera per il lavoro ec-cellente che svolgono gior-no dopo giorno, in silen-zio, con professionalità,pazienza e calore umano.Un esempio per molti.

Umbertoe Domenico Toto

Quanta gioia nel sorriso di un bimboIl sogno di un mondo ricco di pace, carità e amore

Scrivere una lettera a Babbo Na-tale è la realizzazione di un desi-derio impossibile perchè nella

mia adolescenza la figura di BabboNatale non esisteva. In quei tempi lagioia del Natale era nerl suono dellecampane che invitavanoalla casa diDio, in qualche piccolo dono, nei can-ti degli zampognari.“Caro Babbo Natale, vorrei debella-re la violenza e l’egoismo, la cattive-

ria e la povertà. Tristezze ineguaglia-bili di cui è colmo il mondo. CaroBabbo Natale, vorrei donare a tuttigli uomini l’ebbrezza della luce, la pa-ce, la carità e l’amore. Se quanto tichiedo è molto allora, per una notte,regala ad ogni uomo almeno un so-gno: il sogno di un bimbo che ascoltale zampogne e sorride al Natale”.

Luigia Vai(Pavia)