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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppoViMarFa eDiZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: info@gazzettamolisana.com

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anno ii- n° 0 DoMenica 29 gennaio 2017

L’Oscar del giorno lo assegniamoai consiglieri regionale del movi-mento Cinque Stelle, PatriziaManzo e Antonio Federico. Hannoprovato, in aula, a far votare unemendamento al Bilancio per la ri-duzione degli stipendi dei consi-glieri regionali. Ma la bocciatura èstata unanime.

Manzo-Federico

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Il Tapiro del giorno lo diamo a Mas-simo Sabusco. L’assessore al bilan-cio del Comune di Campobasso èalle prese con l’approvazione del do-cumento finanziario in Consiglio. Sitratta di un documento che non harespiro e, soprattutto, non ha unaproiezione futura della città di Cam-pobasso, capoluogo di regione.

Massimo Sabusco

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RegioneGli autisti

“Strade pericolose

e impercorribili”

Nuova denuncia degli autisti deipullman per la pericolosità dellestrade interne.

pagina 3

In Consiglio regionale passa a mag-gioranza il bilancio di previsione.Pochi soldi e niente programmi.

pagina 4

Territorio

Come se il treno

non dovesse più tornare

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

Il Molise subisce da troppo tempo, unasituazione di isolamento territorialeche non ci stanchiamo di denunciare.Sì perché al giorno d'oggi, l'isola-

mento non è solo dato da confini geogra-fici poco favorevoli, ma anche dai trasportinon adeguati. Il trasporto su rotaia ampli-fica questa differenza, dividendo i territorifra quelli ad alta velocità e quelli a bassavelocità e, neanche a dirlo, il Molise ricadenella seconda categoria. É normale che algiorno d'oggi un treno che parte da Cam-pobasso ci metta oltre 3 ore di tempo perarrivare a Roma? Contro le 3 ore circa diun Milano Roma? E certo che poi i territorisi impoveriscono, nessuno investe in unaregione a bassa velocità. Torniamo sull'ar-gomento dei trasporti ferroviari, a seguitodella pubblicazione del nuovo Rapporto"Pendolaria" di Legambiente che ha posto,proprio, il Molise, tra le regioni più disa-strate. Non c'è un collegamento diretto conla costa e quello per Roma sconta un'arre-tratezza infrastrutturale da terzo mondo conle stazioni abbandonate e consegnate al-l’incuria. Come se il treno non dovesse piùtornare. La Regione Molise, dal 2006 al2016 ha impegnato proprie risorse per leferrovie pari a zero euro. I treni hanno unamedia di 17 anni ma ben il 77% dei 22mezzi a disposizione della rete molisanasuperano i venti anni di vita. Eppure, con ilcontratto di programma, il contratto cioèche lega l’azienda ferroviaria alla Commit-tenza pubblica (la Regione), e con il qualevengono impegnate risorse finanziarie pub-bliche pari 24 milioni di euro l'anno, afronte di due milioni di chilometri effettuati,bisognerebbe arrivare ad una seria valuta-zione. Perchè, l’investimento ferroviario vavalutato principalmente sulla base dei costi-benefici e non sulla base di ritorni finanziariaziendali che non provengono dal mercatoma da risorse finanziarie pubbliche. A li-vello regionale, interessa a qualcuno? Manon sono molisani i tanti che sui quei treniviaggiano nel peggiore dei modi per lavoro,studio o, sempre più numerosi, per andarea trovare i propri figli fuori regione? Chemale hanno, abbiamo, fatto? Ma poiché,come scriveva Ennio Flaiano, in Italia “nonc’è nulla di più definitivo del provvisorio”,tutti hanno fatto come se il treno non do-vesse più tornare.

La Giunta regionale cancella la figuradel direttore della Fondazione Molise Cultura

Ufficialmente per risparmiare 55mila euro

Servizio a pag.5

Passa il Bilancio

di pochezza finanziaria

e dialettica

229 gennaio 2017

TAagliolto

Il Bilancio regionale 2017 unani-memente valutato pernicioso daisindacati, dalle associazioni di ca-tegoria, dal partenariato sociale,finanche dal capogruppo Pd,Francesco Totaro (a parole), nonlo è stato per la maggioranza dicentrosinistra di PalazzoD’Aimmo. Contro:Massimiliano Scarabeo, Iorio,Fusco e i grillini Manzo e Fede-rico. A cose fatte, ossia a Bilan-cio approvato, Gigino D’Angelo,Sara Ferri Angelo Minotti del co-ordinamento regionale di SinistraItaliana hanno deciso di unireanche la loro voce al coro del dis-senso. Più apprezzabili e credibilisarebbero statati se lo avesserofatto nel corso della audizione“farsa” che per alcuni giorni,prima del voto consiliare, s’èsvolta a Palazzo D’Aimmo. Ilpresidente degli ex consiglieri re-gionali Gaspero Di Lisa quell’ap-puntamento lo ha evitato, per nonfinire nella lista dei “perditempo”. Ancora meglio, per nonaggiungere le proprie valutazionisul documento contabile e pro-grammatico della Regione Molisealla voce “inutilità”, sapendo chenessun rilievo o richiesta che sa-rebbe venuta a galla sarebbe stataraccolta dal governo regionale e

dal consiglio. Alla voce “inuti-lità”si sono iscritti Cgil, Cisl e Uil, leAssociazioni Imprenditoriali, inparticolare l’Api e l’Acem, l’An-mil, l’Ens, l’Uici e diverse ammi-nistrazioni comunali, consorzi, eassociazioni di volontariato.Ciascuna sigla portatrice di esi-genze non prese in considera-zione dai redattori del Bilanciosia nella fase d’impostazione chein quella di approvazione. I tre diSinistra Italiana che non hannopotuto o voluto esprimersi nella

fase delle audizioni, oggi fannosapere di condividere “non solo leosservazioni di merito ampia-mente esaustive, ma l’analisi dicontesto sulla mancanza, nel Bi-lancio, di una visione strategica diprospettiva per il futuro sviluppodella Regione Molise”. Per in-ciso, in modo che poi sia piùchiara la strumentalità dell’inter-vento, gli stessi tre sono tra co-loro che hanno fatto parte dellacoalizione di centrosinistra che haportato l’ex democristiano Paolodi Laura Frattura al governo della

regione quale migliore interpretedello spirito e dell’anima rifor-matrice della sinistra. Via facendole cose sono cambiate, si sono ac-corti che l’interprete difettava dellinguaggio e dello spirito della si-nistra, e che i Bilanci che ha re-datto sono la quintessenza dellanegazione dei valori sociali. NelBilancio appena approvato, i co-ordinatori regionali di SinistraItaliana si sono resi conto chemanca inoltre qualsiasi riferi-mento alle politiche nazionali ecomunitarie (peraltrodeficitarie) per il Mezzogiorno;che non è stata tracciata di una“Vertenza Molise” con lo Statosull’esigenza di assicurare i dirittiuniversali di cittadinanza, i ser-vizi pubblici essenziali, i livelliessenziali di assistenza sanitaria,l’evoluzione sugli investimentiper l’università, l’Istruzione e laRicerca, e il diritto alla mobilitàsia su ferro che su gomma, coninterveti di manutenzione straor-dinaria della viabilità largamentecompromessa dalla carenza di in-terventi di messa in sicurezza. UnBilancio “casalingo”, ripartitoriodi benefit, assicurazioni cliente-lari e di comparaggi (politici), alpunto che anche l’opposizione s’èin parte ritenuta in tutto. Fuori

dalle insufficienze programmati-che del Bilancio, Sinistra Italianaha proposto in chiave critica neiconfronti della Regione la neces-sità che il Molise contrasti, diver-samente da come lo va facendo(se lo va facendo), lo smantella-mento dei presìdi dello Stato,delle Forze dell’Ordine, di Enel,Telecom, Anas, Ferrovie e altriuffici pubblici, perché in questomodo si “indeboliscono ulterior-mente le attività istituzionali sulterritorio e su materie estrema-mente rilevanti”. Quindi ha postola sua candidatura alla “necessitàdi riprendere una campagna diascolto capace di avviare un con-fronto ampio sulle prospettive delMolise strutturando un dialogotra le forze politiche, le istitu-zioni, le parti sociali e le associa-zioni del terzo settore”. Standocosì le cose, “il Comitato promo-tore regionale di Sinistra Italianaritiene che non ci siano le condi-zioni politiche per sostenere, nelmerito e nel metodo, il Defr e lamanovra di Bilancio 2017”.Stando così le cose. Salvo a ve-dersi come staranno le cose inprossimità del voto per le regio-nali nel 2018.

Dardo

Problemi di alleanze e di coalizione nel centrosinistra

Così D’Angelo, Ferri e Minotti, salvo a vedersi cosa decideranno in prossimità del voto perle regionali nel 2018!

Bilancio, il nostro No è un atto dovutoLa Giunta regionale non cambia rottasui costi della politica. Per i molisaniprospettive zeroCominciamo con la notizia clamorosa:dopo messi di accessi agli atti e inter-rogazioni a firma MoVimento 5 StelleMolise, Sandro Arco è stato rimossodalla direzione della Fondazione Mo-lise Cultura, una carica che ha rico-perto per anni passando indenne alcambio di varie legislature e che l’ul-tima volta è stata rinnovata con unbando che ha sollevato mille dubbi.Per il resto è stata l’ennesima tristegiornata per il Molise. Per definire laseduta di Bilancio partiamo dal docu-mento di economia e finanza 2017-2019, un riassunto di tante promessegià tradite in passato. È evidente la de-lusione che coinvolge vari settori:sport, cultura, lavoro, ambiente. Pe-

sano le poche entrate a libera destina-zione, quest’anno previste per 144 mi-lioni di euro (erano 158 milioni nel2015), che servono appena a gestirel’ordinario. Gran parte dei risparmimessi insieme negli anni sappiamobene come sono stati vanificati daibuchi di bilancio del passato e quindiora abbiamo un ristrettissimo spaziodi manovra. Nel documento si parla diattuazione di Piani strategici, comequelli dell’acqua, dell’aria o il Pianoenergetico, ma ancora nessuno di essiè operativo; si parla di Piano di ge-stione rifiuti, ma la raccolta differen-ziata è ferma a percentuali risibili;investimenti per sviluppo e crescitastentano.L’idea di sviluppo di una regione nonpuò essere costruita in una sola se-duta, ma è frutto di un lavoro conti-nuo. I temi e gli impegni contenuti nel

documento programmatico econo-mico-finanziario presentato ieri sonogli stessi dello scorso anno. L’unicanovità è riscontrabile nel Patto per ilSud che però altro non fa che imporreall’amministrazione regionale regoleche già dovrebbe rispettare. Insomma,già da ora il Def appare solo una seriedi “vorrei ma non posso”.Sulla legge di stabilità abbiamo pro-vato ad intervenire ancora sulle inden-nità dei Consiglieri, cercando diridurle almeno del 15%, come ab-biamo cercato di eliminare le inden-nità di funzione e ridurre rimborsospese per l’esercizio del mandato del70%. Ci hanno detto no. Su questotema il governo è riuscito a peggiorareil già pessimo cosiddetto sistema pre-videnziale contributivo. Abbiamo ten-tato di porre argini, ma niente: unsistema previdenziale che consente di

andare in pensione dopo cinque anninon è altro che un vitalizio masche-rato.In merito alla legge collegata al Bi-lancio di previsione abbiamo chiestomaggiore trasparenza per la Centraleunica di committenza, che gestisce gliappalti di beni e servizi per la regionee gli enti convenzionati, e per il Co-mitato consultivo per gli appalti pub-blici.Mentre attendiamo di vedere realizzatitutti i buoni propositi della Giunta, lanostra opposizione non cambia rotta.Continueremo la nostra opera di con-trollo attraverso atti ispettivi, maanche con proposte che finora o giac-ciono in commissione per anni o ven-gono respinte per poi essereripresentate dal governo regionale.

Movimento Cinque Stelle Molise

Sinistra italiana: “Non ci sono le condizioni politiche per sostenere, nel merito e nel metodo,

il Defr e la manovra di Bilancio 2017”

Il nostro No convinto al bilancioL’intervento

329 gennaio 2017

TAagliolto

Maratona notturna a Palazzo

D’Aimmo. N’è valsa la pena. A

maggioranza, sono passati il Do-

cumento di economia e finanza

regionale (Defr); la proposta di

legge di iniziativa della Giunta re-

gionale concernente le disposi-

zioni collegate alla manovra di

bilancio 2017-2019 in materia di

entrate e spese; la legge di stabi-

lità 2017, e il Bilancio di previ-

sione pluriennale per il triennio

2017-2019. Nel Defr è stato im-

maginato il Molise ideale, quello

in cui viverci sarebbe un premio

alla vita. Per averlo, gli ammini-

stratori regionali del centrosini-

stra nel 2017 punterebbero su tre

obiettivi: il rinnovamento della

Pubblica Amministrazione; lo

sviluppo economico; e una di-

versa e migliore qualità della vita.

A rifletterci, tre banalità. Sono de-

cenni che lo dicono e sono de-

cenni che non ci riescono, per cui

la Pubblica amministrazione mo-

lisana è tra le peggiori in Italia; lo

sviluppo economico è una chi-

mera, e la qualità della vita è sem-

pre più bassa, per via

dell’inquinamento atmosferico,

della dissipazione dell’acqua, del

consumo sconsiderato del terreno

e della manomissione del territo-

rio con le discariche, le pale eoli-

che e la speculazione edilizia. La

giunta Frattura, con l’avallo del

consiglio (a maggioranza), ritiene

di riuscirci razionalizzando la

spesa per il funzionamento degli

uffici, creando ambiti ottimali per

la gestione delle funzioni e dei

servizi, investendo nell’innova-

zione, diversificando la produ-

zione, assecondando le vocazioni

naturali per armonizzare il terri-

torio, renderlo accessibile e, pos-

sibilmente, modernizzarlo. Sullo

specifico della qualità della vita,

l’intento non è da meno, anzi è

decisamente pretenzioso. Volen-

doli credere, gli amministratori

regionali del 2017 annunciano e

p r o -

mettono un sistema sanitario po-

tenziato qualitativamente (Sic !-

ndr) e con una forte propensione

in favore dei servizi socio/assi-

stenziali distribuiti sul territorio;

azioni e interventi per la valoriz-

zazione del tempo libero (per at-

tutire l’inedia dei giovani

disoccupati e dei cassaintegrati –

ndr); mettere in essere politiche

della concorrenza e il lavoro pro-

fessionale, con l’utilizzo di stru-

menti per investire sulle

competenze, sull’istruzione e

sulla formazione permanente; in-

tegrare i diversi tipi di trasporto

pubblico locale (specie con

l’aiuto di Trenitalia! – ndr); pro-

durre

azioni per l’inclusione sociale, at-

traverso il potenziamento degli

strumenti a sostegno delle cate-

gorie deboli e attraverso l’utilizzo

delle risorse naturali difficilmente

rinnovabili, e sviluppando tecno-

logie innovative in tema di ener-

gia, rifiuti, ambiente e

conservazione del territorio, tali

da confezionare il “Molise della

sostenibilità”, il Molise che non

spreca (!). Con la legge di stabi-

lità è stata fatta un’azione di puli-

tura del sistema amministrativo e

gestionale: modificate, rifinan-

ziate e abrogate varie leggi regio-

nali, e sancita la riduzione dei

posti dei dirigenti apicali (meno

ge-

nerali e più soldati). Per ciò che

concerne le “disposizioni colle-

gate alla manovra di bilancio

2017-2019 in materia di entrate e

spese, sono stati previsti adegua-

menti in materia di caccia, pesca,

raccolta funghi, turismo rurale e

gestione degli impianti termici.

Competenze una volta, prima del

disastro della legge Delrio, delle

Province. Prevista anche una mo-

difica in materia di società parte-

cipate nell’ottica di contenere la

spesa e migliorare i servizi. Dul-

cis in fundo, il “Bilancio di previ-

sione pluriennale della Regione

Molise per il triennio 2017-

2019”. Un compendio (assoluta-

mente

improbabile) del Defr: con

144.974.423 euro c’è poco da im-

maginare azioni e interventi in

profondità sul tessuto economico

e produttivo, sulla programma-

zione, sul miglioramento delle

condizioni di vita dei molisani.

Ma tant’è. Pare vogliano provve-

dere facendo la lotta all’evasione

(!), moderando le spese e levi-

gando gli enti strumentali e le so-

cietà partecipate. Un mucchio di

declinazioni al futuro, come del

resto lo sono state le leggi di sta-

bilità e i Bilanci pluriennali pre-

cedenti. Basta rileggerli. Una

notte stanca, quella del consiglio

e dei consiglieri. L’inutilità a di-

scutere il pacchetto delle propo-

ste economico/finanziarie e

programmatiche è stata sancita

dall’esiguo numero degli inter-

venti (Niro, Petraroia, Fusco Per-

rella e Manzo) e dalla leggerezza

delle critiche (Scarabeo, Iorio,

Sabusco, Fusco Perrella, Manzo

e Federico). Nel clima ovattato di

Palazzo D’Aimmo, comunque un

mattatore: Vincenzo Niro con 5

ordini del giorno, alcuni appro-

vati all’unanimità, altri a maggio-

ranza. Un consiglio regionale

astretto nella pochezza delle ri-

sorse finanziarie e della povertà

dialettica di chi lo amministra. E’

il Molise che va.

Dardo

REGIONE: virata la boa del Documento di economia e finanza regionale, della legge di stabilità e del Bilancio pluriennale

Tre gli obiettivi principali: il rinnovamentodella Pubblica amministrazione, lo sviluppoeconomico, e una diversa e migliore qualità

della vita. A rifletterci, tre banalità

aaSi è dimesso, a Palazzo San Gior-

gio, Michele Scasserra consigliere

comunale di opposizione e già candi-

dato sindaco della cosiddetta coali-

zione Civica. Al suo posto, subentra

Carla Fasolino. Si chiude, così, una

parentesi politica amara per il centro-

destra al comune di Campobasso. Il

nome di Scasserra era stato imposto

da alcuni vecchi filoni del centrode-

stra molisano, nonchè da attuali con-

siglieri comunali, riuscendo a

spezzare in più tronconi la stessa

area. Errori politici a monte che

hanno determinato la fine del centro-

destra a Campobasso anche se molti

personaggi che quella scelta avalla-

rono ancora sono in piedi e intende-

rebbero rimettersi in gioco alle

regionali.Oggi che il consigliere co-

munale, Michele Scasserra si è di-

messo, allo scoperto sono venute le

scelte che nel 2014 si ebbero all’in-

terno del centrodestra. Con la scelta

del candidato sindaco da parte dei

consiglieri regionali e degli attuali

consiglieri comunali di opposizione

dell’area cosiddetta Civica. Uno sfa-

scio politico determinato da quelle

scelte e che hanno finito con il di-

struggere l’area politica del centrode-

stra finendo con il determinare una

serie di partiti personali.

Le dimissioni di Scasserra fotografano lo sfascioall’interno del centrodestra molisano

L’inutilità a discutere il pacchetto delle proposte economico/finanziarie eprogrammatiche è stata sancita dall’esiguo numero degli interventi (Niro,Petraroia, Fusco Perrella e Manzo) e dalla leggerezza delle critiche (Scarabeo, Iorio, Sabusco, Fusco Perrella, Manzo e Federico)

429 gennaio 2017

TAagliolto

I rappresentanti Faisa Cisal (Pa-

squale Giglio), Fit-Cisl (Giu-

seppe Sardo), Uilt (Carmine

Mastropaolo) e Ugl (Nicolino

Libertone) sono intervenuti sulle

drammatiche questione della

viabilità interna. “Gli autisti ri-

cevono, con sempre maggiore

frequenza, le segnalazioni con-

cernenti la critica percorribilità

delle strade, spesso accompa-

gnate da video o foto ed, effetti-

vamente, dobbiamo prendere

atto di alcune situazioni vera-

mente difficili (sia per le condi-

zioni stradali sia per gli autobus

finiti fuori carreggiata).

Con questa vogliamo segnalare

la difficile situazione delle strade

che insistono su Civitacampo-

marano.

E’ pur vero che la responsabilità

penale e civile ricade, in primis,

sull’autista, anche se il datore di

lavoro, a conoscenza delle situa-

zioni, non ne è esente, ma è as-

surdo che un lavoratore, davanti

a situazioni difficili, debba assu-

mersi tutta la responsabilità di

far viaggiare in sicurezza

l’utenza o di bloccare un servi-

zio pubblico.

Spesso, l’autista trasporta i suoi

stessi concittadini, per cui, pur di

non provocare loro un disagio,

affronta situazioni pericolose, la

cui sicurezza, a volte, è forte-

mente compromessa.

Sembra ci si sia dimenticati che

è necessario non solo garantire

la partenza, ma anche, forse so-

prattutto, garantire la sicurezza e

l’arrivo a destino dell’utenza,

non è certamente un buon servi-

zio pubblico lasciare i viaggia-

tori,

alcuni dei quali potrebbero es-

sere anche in non buone condi-

zioni fisiche, in mezzo alla

strada, dove non esistono nem-

meno luoghi di ristoro.

Per i motivi esposti, s’invita a

verificare le situazioni indicate e

si chiede un celere intervento per

garantire, nei modi consoni, il

trasporto pubblico, oltre ad ap-

plicare un semplice principio di

cautela.

Cogliamo anche l’occasione per

porre l’accento sulla necessità,

qualora l’azienda decida di bloc-

care il servizio causa forza mag-

giore, di programmare le

giornate di ferie, prima che il la-

voratore, magari nel cuore della

notte e nella tormenta, si appro-

pinqui al luogo di lavoro, per

scoprire che gli autobus sono

bloccati dalla neve nel piazzale”

Sono i sindacati degli autisti dei mezzi pubblici, a intervenire

“Pericolose e indecentile strade molisane”

di Massimo Dalla Torre

Abbiamo voluto titolare questo nuovo in-

tervento riportando una scritta che c’è ca-

pitata di leggere sul muro di una

costruzione posta alla periferia della città.

Una frase che drammaticamente grida si-

lenziosamente. Una frase che porta ine-

sorabilmente a riflettere sulla situazione

lavorativa, ed in special modo quella che

riguarda i giovani molisani. I quali, dopo

il periodo roseo, si fa per dire, della

scuola, se non si iscrivono all’università

altra fabbrica di illusioni, visto che an-

nualmente sforna centinaia di disoccu-

pati, si trovano dinanzi ad un bivio: o

passeggiare lungo corso Vittorio Ema-

nuele e misurare la pavimentazione rive-

stita con i lastroni di pietra; o salire le

scale dei “potenti di turno”, e le promesse

di occupazione fatte da chi può potreb-

bero ancora avverarsi, anche se si sa che

le promesse fatte dai politici sono come

quelle dei marinai; cioè vane, se non ad-

dirittura emigrare fuori dai confini regio-

nali con la speranza di riuscire a trovare

un occupazione che spesso non è mai

quella che rappresenta l’indirizzo finale

del ciclo di studi. Giorni addietro ab-

biamo riletto la lettera di un genitore ri-

volta ai politici molisani in cui si

chiedeva di intervenire per creare nuovi

posti di lavoro; sicuramente vi doman-

derete e i vecchi dove sono? Una lettera

da cui traspare tutta l’amarezza di chi la

scritta.

Una lettera che evidenzia come le spe-

ranze dei molisani e in particolare quelle

dei giovani, almeno che non apparten-

gano alla categoria “degli amici, degli

amici, degli amici”, non amiamo ripeterci

ma necessita, sono andate letteralmente

in fumo. Speranze che, nonostante si stia

cercando di dare una svolta alla situa-

zione di stallo, lasciano spazio unica-

mente alla delusione, all’amarezza, alla

disillusione. Tre sostantivi che, nell’ac-

cezione più pura del loro significato

grammaticale e letterale, confermano,

qualora ve ne fosse bisogno, che il detto

“chi di speranza vive, disperato muore”

è quanto mai attuale. Speranze che, attra-

verso l’accorato appello di un padre, evi-

denzia come “l’idra a sette teste” è viva e

vegeta ed è pronta a divorare chiunque

cerchi di contrastarla. Credeteci, rileg-

gere, lettere simili fa male. Fa male al

morale, fa male all’orgoglio, fa male al

modo di essere genitore, di uomini, di cit-

tadini. Non è giusto che il Molise, in cui

potrebbero nascere iniziative imprendi-

toriali rette da giovani, favorita anche

dalle dimensioni del territorio, è domi-

nata da una mentalità di stampo “giuras-

sico” improntata unicamente alla

prepotenza, alla prevaricazione, all’arri-

vismo e al protezionismo. Una realtà

dove le nuove generazioni, se non quelle

“unte dal Signore”, e ve ne sono, possano

esprimere appieno le proprie potenzialità.

Le quali, se sfruttate costruttivamente fa-

vorirebbero la ripresa di una regione che

scivola sempre più in basso. Non critica-

teci, ma i contenuti della lettera pesano

come macigni che difficilmente possono

essere rimossi, perché non vi è nessuna

volontà di rimozione. Macigni che ram-

mentano la fissità delle “pietre runiche”

su cui sono impressi segni intraducibili,

almeno dai profani. Monoliti apparte-

nenti a una cultura distante dalla nostra

migliaia di anni che suscitano enigmi a

chiunque si soffermi a pensare il perché

sono lì; consapevoli che difficilmente si

avranno risposte perché non ve ne sono.

Risposte che, nel nostro “piccolo

mondo”, che Antonio Fogazzaro non

avrebbe esitato a definire “arcaico” e non

antico è vigente la logica del clientelismo

che sta annientando lentamente e ineso-

rabilmente l’identità dei giovani moli-

sani.

Una regione paragona-

bile alla scaletta del pol-

laio citata dal prete

personaggio del film “io,

speriamo che me la

cavo” che alla richiesta

del maestro Sperelli di

guardare il golfo da Na-

poli in una notte stellata,

risponde di averlo già

visto e con la faccia ri-

volta al muro dice “che è

corta, stretta e piena di

…..” non riportiamo integralmente la

frase, anche se dovremo, perché abbiamo

troppo rispetto per quel genitore e per i

giovani. Paragone forte, che speriamo

smuova le coscienze di chi occupa le

stanze dei bottoni, e non sparli a spropo-

sito, con accuse di parassitismo chi cerca

di trovare la soluzione all’occupazione

con lunghi pistolotti in occasione di con-

vention organizzate da chi non ha nessun

problema di come arrivare al fine mese.

Convention in cui traspare l’inesistenza

e la non volontà di dare opportunità a

quelli che vogliono riscattare la propria

identità è certezza. Un’identità che, se le

cose non cambieranno in fretta, non solo

rafforzerà i contenuti della lettera ma

anche la scritta riportata sul muro di pe-

riferia con cui abbiamo titolato quest’ ar-

ticolo.

Se il lavoro dei giovani diventa utopia

529 gennaio 2017

TAagliolto

Oggi si torna a parlare dellanecessità di guardare a piùlargo raggio nella realizzazionedi opere infrastrutturali gravi-tanti e serventi più aree. Perchè,allora, non ricordare un volu-metto avente per titolo: “Ragio-namento del professore AntonioVincenzo Rossi sulle “Traver-sate appennine di ferrovia nelNapolitano” pubblicato postumonel 1865? Rossi era ingegnerecapo del genio civile membrodella sezione di Napoli del con-siglio superiore dei lavori pub-blici e scrisse queste righe nel1862 al Re Vittorio Emanuele IIpoco prima di morire. “A mepare torni ad onore dell’Italial’adottare un bene inteso sistemadi linee di strade ferrate in ognisua parte. A disonore il tanto nonfare. Dunque la traversata ap-

pennina di ferrovia per Capua –Benevento e Campobasso a Ter-moli è preferibile a tutte le altre;ben soddisfa a tutte le tre condi-zioni appennina di ferrovie nelNapolitano… quando la com-missione delle strade ferrate delNapolitano prendeva in conside-razione la ferrovia per le vallidel Tammaro e del Biferno,volle vedere come rendere piùbreve una linea; e delegava per-ciò due ingegneri del Genio ci-vile per fare gli opportuni studiiall’oggetto; e questi trovaronoche ben si poteva accorciare lalinea nel modo suddetto, senzauopo di gallerie, né di profondetrincee, facendo un’ascesa eduna discesa con pendenza del 15per mille… Ciò apre la più brevee rapida comunicazione tra Na-

poli e Torino; riunisce per lalinea più breve Napoli sul Tir-reno a Termoli sull’adriatico…Dunque la linea per Capua, Be-nevento e Campobasso dal Tir-reno sale sempre sino al puntoculminante nei piani di Bojano;e poi scende sempre fino al-l’Adriatico. Della nuova linea lalunghezza della salita è di chilo-metri 105, quella della discesa dichilometri 79… Il porto di Ter-moli sta ad egual distanza daSpalato, Ragusa e Cattaro, cittàmarittime sulle opposte rive del-l’Adriatico. Ed in primo, si gettiuno sguardo su la carta nauticadel Wild. Si vede, come ad egualdistanza dal lido sta profonditàmaggiore innanzi Termoli chenon innanzi a Pescara o Barletta:che Termoli sta quasi ad egual

distanza da Spalatro, Ragusa eCattaro, città marittime su le op-poste rive dell'Adriatico; mentreche così non stanno nè Pescara,nè Barletta. In secondo luogouno sbocco a Termoli, ove è fa-cile migliorarne il porto, fa chetutto il litorale italiano del-l'Adriatico resta diviso quasi intanti tratti eguali, con vantaggiodella navigazione e del commer-cio; perciocchè la lunghezza di176 leghe nautiche che sono daVenezia ad Otranto, restano cosìdivise: da Venezia ad Anconaleghe 55, da Ancona a Termolileghe 48, da Termoli a Barileghe 43, e da Bari a Brindisileghe 20. Laddove in Pescaranon può stabilirsi che un piccolporto canale, e starebbe vicinis-simo ad Ancona; e parimente

assai vicino a Bari starebbe unporto in Barletta. “Dunque con-fidiamo che i Ministri non vo-gliano negare aduemilioni di abitanti a due pro-vincie e tre circondari italianiuna linea ferroviaria che parten-dosi da Capua, per Benevento eCampobasso scavalcando gliAppennini tra Bojano e Vinchia-turo scendesse a Termoli sul-l’Adriatico; la quale ha tutte lecondizioni indispensabili ad unatraversata appennina nel Napo-litano; e che non facendosi, re-sterebbe fatto il più graveerrore; e due milioni di abitantiresterebbero ammiseriti". C'ènecessità, oggi che siamo nel2017, di qualche aggiunta? Cre-diamo sarebbe superflua.

Ferrovie, rileggiamo la storia e impariamo

Ogni giorno in Italia quasi 5,5milioni di persone prendono iltreno per spostarsi per ragionidi lavoro o di studio,un nu-mero solo leggermente supe-riore al 2015 (+0,2%), quandoi pendolari del treno erano 5,43milioni (e 5,1 nel 2014). A cre-scere in maniera evidentesono, invece, le diseguaglianzetra le Regioni rispetto al nu-mero di viaggiatori e alle con-dizioni del servizio offerto. Èquesto il dato saliente del rap-porto Pendolaria 2016di Le-gambiente, presentato oggi aPalermo.In questi anni si è inoltre assi-stito alla chiusura di oltre1.120 chilometri di linee ferro-viarie, cuivanno aggiunti 412km di rete ordinaria che risulta“sospesa” per inagibilità del-l’infrastruttura, come per laTrapani-Palermo, la Gemona-Sacile, la Priverno-Terracina,la Campobasso- Bosco Redole-Benevento e la Marzi-SoveriaMannelli in Calabria. La si-tuazione molisana è semprepiù sconfortante. Se da un latocontinuiamo a non avere uncollegamento rapido ed elet-trico con la capitale ma tariffeaumentate del 9% negli ultimi6 anni, dall’altro sono scom-parsi i treni che dal 1882 colle-gavano Campobasso con

l’Adriatico e la città di Ter-moli. “È impensabile – dichia-rano da Legambiente Molise -che il collegamento della cittàcapoluogo di regione con lacosta sia affidato solamente altrasporto su gomma, che tral’altro basa il suo percorso o suun ponte non ancora collau-dato, o come nel caso del ser-vizio sostitutivo, su autobusche per arrivare a destinazioneimpiegano addirittura piùtempo rispetto a quello impie-gato dal treno”. È un problemadi risorse stanziate dalla Re-gione, ma non è ammissibile

che un fatto del genere av-venga senza alcun interventoda parte del Ministero delle In-frastrutture, perché il dirittoalla mobilità è lo stesso in ogniparte d’Italia. Enormi disagi siriscontrano anche sulla trattaCampobasso-Roma in cui lamancanza dell’elettrificazionedella rete e la presenza di ununico binario sul 92% dellatratta sono i principali elementiche rendono il trasporto pocoefficiente. Le biglietterie diIsernia e di Campobasso sonostate finalmente riaperte ma,nel caso di Campobasso dalle

6.10 fino alle 20.30, mentre adIsernia solamente durante igiorni feriali, lasciando co-munque i pendolari senza in-formazioni e possibilità diacquistare biglietti se non tra-mite le poche obliteratrici pre-senti. Sussiste poi un problemadi concorrenza con il trasportosu gomma che non solo nonriesce a coprire la domanda mava a penalizzare il trasportoferroviario poiché le fasce ora-rie delle due tipologie di tra-sporto in molti casicoincidono. Le soluzioni aquesta condizione potrebbero

essere portate da una parzialecorrezione del tracciato, troppotortuoso su alcuni tratti dilinea, che allungano eccessiva-mente il percorso sfruttando adesempio i fondi messi a dispo-sizione dal patto per il sud perarrivare almeno a Isernia, maanche dalla realizzazione dinuove fermate all’interno dellacintura di Isernia e Campo-basso, in prossimità di siti diinteresse commerciale e/o cul-turale e delle nuove zone resi-denziali. In questo modosarebbe possibile anche la rea-lizzazione di un servizio me-tropolitano di superficie, checolleghi Venafro a Campo-basso, utilizzando per questoscopo materiale rotabile ido-neo, con l’intento di traspor-tare i lavoratori ed utentiresidenti in questo perimetroche si dirigono quotidiana-mente verso i nuclei industrialie verso il centro dei due capo-luoghi e le zone commerciali.Fondamentale poi progettareun collegamento al tratto diAlta Velocità Bari-Napoli-Roma in costruzione, attra-verso la lineaCampobasso-Benevento, colle-gando il Molise alla rete dilinee ad Alta Velocità in menodi un’ora.

“Ferrovie molisane, treni vecchi,zero investimenti, biglietti alti”

Pubblicato da Legambiente il rapporto 2016 “Pendolaria

“Con la sospensione della tratta Campobasso – Termoli In Molise non esiste più un collegamentoferroviario con il mare! La Regione si impegni in tempi rapidi a ripristinare la tratta”